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Racconti Erotici Etero

Blu Notte

By 5 Agosto 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Il seguente racconto &egrave il continuo di Blu notte cap1
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=10248
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Ci scostammo. La guardai negli occhi. Senza timore, senza falsità. Un fiume malsano di pensieri, dubbi e domande irrisposte, attraversavano la mia mente. Uno di quei momenti in cui rimpiangi di essere ciò che sei. Uno di quei momenti in cui vorresti riuscire a non pensare a nulla. In cui vorresti staccare la presa dei pensieri per poter seguire con l’animo il naturale svolgersi degli eventi, per non aver e il timore che con le proprie azioni pensate, lo si possa mutare. Cercai nel suo sguardo qualche segno che potesse darmi la certezza del suo stato d’animo. La trovai un po’ scossa. Assalita, forse, anche lei dai dubbi.
Le sfiorai il viso con un dito. Scivolando dalla tempia al mento, per poi soffermarmi. Sorrisi. Non so bene il perché. Forse semplicemente per infonderle tranquillità, o più semplicemente per convincermene. Scivola ancora, abbandona il mento, sfiorando il collo e, dalla spalla, il braccio. Le presi la mano e la strinsi forte. Sorrise.
-Cosa stiamo facendo?- La sua voce era appena un sussurro sottile. Le labbra parevano non essersi mosse, quasi da far venire il dubbio, se fosse stata lei a pensare o ciò che sentii, fu solo un suo pensiero.
-Non lo so. Nulla di male. Credo ‘ Risposi un po’ inebetito dalla strana situazione.
-Si- Inclinò leggermente la testa, e sorrise nuovamente. Questa volta più sicura, più rasserenata. Con un sospiro, prese a stringere la mia mano. La tensione sembrava essersi dissolta nell’aria, che aveva cominciato ad essere calda e soffice come fosse una dolce coperta sulle spalle.
Cominciai ad accarezzarla. Chiuse gli occhi e si avvicinò a me. Il suo corpo, a contatto con il mio, caldo e profumato mi trasmetteva mille emozioni tutte contrastanti, indistinte, in un marasma emotivo dal quale non riuscivo a riemergere, dal quale non volevo riemergere’
I vestiti iniziarono ad abbandonare delicatamente il suo corpo. Come in una delicata danza degli equilibri il maglione lasciò spazio al dolcevita nero. L’affettuoso gesto dello scostare i capelli per raggiungere il moschettone della collana, il riporla lentamente e accuratamente sul comò’ Sembrava svolgersi il tutto in una bolla di sapone, in un mondo appartato lontano dai rumori e dalla frenesia della quotidianità. Sempre con delicatezza la liberai dal dolcevita. Osservai i suoi capelli ricadere morbidi e voluminosi sulle spalle’. Lo sguardo magnetizzato sulle sue iridi cadde in un precipizio alla cui fine intravidi il suo reggiseno che, morbido, conteneva le sue grazie dalla pelle liscia e setosa. Giù per i fianchi sino alla vita della gonna, scivolai sulla sua pelle albicocca. Mi inginocchiai. Il silenzio che nella normalità infastidisce come il peggior dei rumori, ci avvolgeva in una intesa strabiliante. Ricordo che cercai con il pollice e l’indice la zip della gonna a pieghe e che, appena la sganciai, scivolò con un flebile rumore, sino alla sua base, lasciando poi che inerte la gonna cadesse a terra. Come una tela di lino sur un importante quadro d’autore, il perizoma copriva il frutto del suo piacere e del suo essere donna che lentamente si risvegliava accarezzando l’aria con la sua dolce e sensuale fragranza. Una piena estasi emotiva e sensoriale rallentava il tempo e i respiri. Una calma surreale quasi inconcepibile. Mi alzai. Non avevo nient’altro che lei per la mente. La feci accomodare sul bordo del letto. Si lascio guidare da me con un sorriso. Sopra di lei scivolai con le mani lungo il suo corpo. Dalla base del collo, sulle spalle, lungo le braccia e poi

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