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Racconti Erotici Etero

Bocca della verità

By 30 Ottobre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Non è una cosa “sporca”, né tantomeno intima. Mi piace. Davvero. Per me è come il bacio del nuovo millennio. Se mi va lo faccio: ne sono come schiava, è un divertimento, è un sentimento di possedere e essere posseduta, un gioco psicologico a cui è impossibile sottrarsi. Molte, probabilmente, non lo capiranno. Molte concorderanno a pieno con me. Chi dice che non provi piacere fisico, significa che non ha mai assaporato in pieno la sensazione. Non è un preliminare, o meglio, può esserlo. Ma a me piace anche solo fine a sè stesso; è un dimostrare una mia abilità, forse la mia miglior abilità. Seduta, distesa su un letto, in ginocchio. In una camera da letto, in un angolo nascosto. Mi piace fantasticare di farlo a chi non conosco bene, o non conosco affatto, o farlo per amore. In quei momenti vuoti la testa. Non è come le prime volte, non hai paura di sbagliare, non hai schemi e copioni da seguire. Ce l’hai davanti, e improvvisi con il tuo talento. Sì, perché se non sei portata e non hai talento, non riuscirai mai a godere né tantomeno a far godere. Se ce l’hai invece, improvvisi. Non pensi a nulla, tranne al fatto che stai facendo la cosa giusta nel miglior modo, e ti sta piacendo da matti. Devi sentire le sue pulsazioni, e ti fai guidare dall’istinto. Colpetti leggeri, alternati a profondi e gustosi assaggi. Dio mio, lo hai in pugno, anche se ti sta tenendo per la testa, anche se spinge lui e prova a darti il ritmo; gli dai l’illusione che sia lui a comandarti, ma sta tutto nella tua bravura. Devi essere sensuale, e senza pensarci o stabilirlo prima, probabilmente se ti piace ti scappa quel mugolio che davvero lui vorrebbe, perché in fondo stai godendo anche tu. Lo fissi negli occhi, con sguardo sicuro, fiero ma anche un po’ da bambina. Ti bagni. Eccome se ti bagni. Se sei vestita senti l’intimo o il jeans o l’interno coscia da sotto la gonna farsi umido, e annusando ne senti pure l’odore. Magari puoi anche accarezzarti nel frattempo, senza esagerare perché potresti davvero perdere la testa. Non devi essere troppo veloce all’inizio, a meno che non sia in un luogo pubblico, perché la festa potrebbe finire presto. E tu vuoi che duri almeno cinque minuti, la festa, il necessario per divertirti anche tu. Se non lo conosci, può capitare che ti dica “sto per venire”, come a chiederti il permesso, come a voler sapere se può o no finire dove vorrebbe lui. Io non lo ascolto, e accelero. Accelero, sento il respiro farsi più corto e con cinque-sei colpi di lingua chiudo il discorso. Se stai toccando la sua pancia o il suo sedere, sentirai con le tue mani gli stessi spasmi di cui sei vittima quando sei tu a venire da sola. E poi arriva quel succo delizioso. Ciascuno ha un sapore diverso, e, purtroppo, ciascuno una sua quantità. Salvo altre soluzioni a cui personalmente sarei anche favorevole, lo accogli dentro la tua bocca come hai già fatto decine, centinaia di volte e come vorresti continuare a fare sempre. Arriva. Lui chiude gli occhi e vorresti non smettesse mai: sa di buono, sa di uomo, sa di premio. Il miglior premio, l’unico che avresti voluto ricevere in quel momento in cui ti sei sentita completamente la padrona dell’universo. Con la bocca piena, mentre continui a ripulire, elegantemente gli fai capire che hai buttato giù, e ti è piaciuto. Perché è l’esatta verità. E’ sembrato altruismo, invece è stata la cosa più egoistica che si possa immaginare. Lo guardi con gli occhi più innocenti che hai, e magari gli dici pure grazie’

Deb

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