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Racconti 69Racconti Erotici Etero

cap. 3 Con Elena finalmente posso dirle di me

By 21 Aprile 2012Febbraio 9th, 2020No Comments

 

Quel martedì mattina, essendo turnisti, avevamo casualmente la mattina libera tutti e due. Uscii alle nove e arrivai a casa di Elena in pochi minuti. Mi venne ad aprire vestita di tutto punto come se si dovesse recare al lavoro. Ci rimasi un po’ male. Sembrava che volesse metter dei paletti all’inizio della nostra storia. Non mi sbagliavo: cominciò a parlarmi del marito di mia moglie della difficoltà sul posto di lavoro dei rischi… L’ascoltavo davvero poco non avevo grandi sensi di colpa in quel momento guardavo il suo golfino rosso che aderiva ai seni prepotenti, il suo kilt aperto di lato con i collant chiari fini e le splendide ballerine nere. Eravamo seduti sul divano della volta precedente e mentre parlava le accarezzavo la mano. Rispondevo per monosillabi ho sempre pensato che più delle parole sono i corpi e i visi che parlano per noi. Quando si appoggiò sulla mia spalla la accarezzai la testa e il collo, le baciai i lobi delle orecchie e quando si voltò verso il mio viso appoggiai le mie labbra sulle sue. Fu un bacio dolce e tranquillo senza tempo mentre la baciavo le accarezzavo il seno. Quel bacio cresceva di intensità sembrava non finire mai. Elena si staccò da me si alzò dal divano e mi prese per mano. Mi alzai e con passo lento cadenzato entrammo nella sua camera da letto. Si sedette sul bordo del letto ed io al suo fianco. Ci abbracciamo forte forte. Elena mi sfilò il golf e lo stesso feci io. Con movimenti lenti senza dire una parola ci spogliammo. Si levò la camicetta bianca ed il kilt e si sfilò il reggiseno. Rimase con i collant e le ballerine. Stava per levarsi le calze ma la fermai la feci sdraiare sul letto e cominciai a leccarle il seno piano senza fretta. Aveva un seno sensibilissimo i capezzoli duri. Mugolava senza sosta e le misi una mano sulla fica. Mi fa impazzire mettere la mani sulla fica velata da calze e poi piano piano infilare la mano dentro sotto il nylon e gli slip. Era un lago aprì le gambe così che potei stringere la fica nella mano e infilarle un dito dentro e con il dorso della mano masturbarle il clitoride.

Teneva le gambe divaricate così da facilitarmi nella cosa e cominciai allora a sfilarle le calze. Non osavo baciarle i piedi ma mentre le sfilavo le calze mi sarei volentieri piegato a leccarglieli e annusarglieli. Le sfilai le calze, e le posai sul letto. Aveva degli slip di nylon trasparente. Cominciat da lì senza fretta prima annusai dolcemente la fica attraverso il nylon e poi le leccai l’attaccatura delle cosce e andai con la lingua sotto gli slip Era completamente abbandonata. Mi piegai e cominciai a baciarle la fica. Prima piano intorno al clitoride a succhiarle le grandi labbra lentamente con leggeri colpi di lingua quasi fino al perineo. Mi mise le gambe sulle spalle quasi a darmi il tempo. Sembrava aver perso conoscenza a quel punto affondai il viso e le misi la lingua dentro la fica avanti e indietro come se fosse un piccolo cazzo. Le tenevo il culo con le mani e dopo pochi minuti le presi il clitoride in bocca mentre con due dita la penetravo. Cominciò a mugolare sempre più forte ad un certo punto si inarcò poi distese le gambe tese e dure il viso diventò prima paonazzo e poi si rilasso completamente. Mi guardo riconoscente e ci sdraiammo vicini. Finalmente mi prese il cazzo in mano e cominciò a muovere il palmo sulla cappella e poi si chinò e cominciò a leccarlo con dolcezza e poi sempre più velocemente. L’aveva in bocca fino alle palle. Era concentrata sul mio cazzo quando trovai i suoi collant vicino alla mia testa. Mentre mi spompinava potevo finalmente sentire il profumo dei suoi piedi. Era afrodisiaco cominciai dalla punta fino ad arrivare al tallone dei suoi collant. Non resistetti la presi quasi in collo e gli affondai il cazzo nelle fica. non me lo sarei mai immaginato che potesse strillare in quel modo pochi colpi e le sborrai sulla pancia. Mi distesi vicino a lei evitando accuratamente di rivolgerle il classico e stupido “Ti è piaciuto?”. Parlammo di noi della nostra amicizia quando ad un certo punto a bruciapelo mi disse “Ti ho visto giocare con le mie calze, ma che effetto ti fanno? cosa significa ? Cos’è questa cosa?”. Non potevo certo scappare e con un tono da confessionale le dissi”Non è strano mi imbarazza molto ma vedi sono un feticista ho da sempre una passione per i piedi femminili e i tuoi sono splendidi”, ” Ma che significa? Ti piace guardarli?” “Non solo, mi piace sì guardarli ma mi fa impazzire baciarli e sentirne il profumo””Per me non è un problema, pensa che i piedi mi hanno sempre un po’ imbarazzato soprattutto per il loro odore. Però se ti piace così….”

Senza dire altre parole si mise di traverso nel letto e mi mise un piede sul naso. Che meraviglia sembrava un sogno che si avverava. cominciai a leccarlo e ad annusarlo ciò che leccavo si rifletteva sul mio cazzo che in un battibaleno ritornò duro, ma lei si scansò “Adesso basta!!Tra poco tornano tutti a casa e non mi sembra il caso di rischiare”. MI rivestii un bacio e via “Ci vediamo al lavoro. Ciao tesoro”.

mandatemi i vostri commenti a ilfeticista@hotmail.com

 

Il giorno dopo eravamo di turno insieme. Sembrava non fosse successo niente e ci rimasi anche un po’ male, eppure non era stato un sogno: avevamo scopato eccome! Il solo vederla aveva risvegliato le mie voglie e le mie fantasie. Mi sentivo scivolare addosso che il rimorso avesse preso il posto di un interesse nascente, e come suuccede spesso anche l’amicizia e l’affetto erano compromessi. Entrai nella stanza di Elena per il classico caffè, e lì arrivò la sorpresa davvero inaspettata. Era seduta alla sua scrivania, mi avvicinai e lei senza che il suo viso manifestasse la minima emozione girò la sedia e si sfilò pian piano la ballerine e con la massima naturalezza mi disse: “Ci prendiamo il caffè?”. In un attimo avevo gà memorizzato la perfetta linea dei suoi piedi velati da calze leggerissime. Mi sembrò un invito esplicito e delicato la reazione non mancò dovetti fare un gesto che trovo assolutamente volgare. Mi toccai il cazzo per metterlo in una posizione meno imbarazzante. Uno sguardo veloce che ad Elena sicuramente non era sfuggito. Fece un sorrisetto compiaciuto

Senza alcun imbarazzo mentre sorseggiavamo il caffè mi spiazzò: “E’ stato splendido con te, ma non possiamo non dobbiamo fare cazzate. Diamoci un tempo Questo è un gioco che deve avere anzi già ha avuto un inizio ma deve avere una fine.:Non voglio rovinare la mia e la tua famiglia. Allo stesso tempo tengo troppo alla tua amicizia e questo modo di stare insieme mi intriga”.

“Non ti devi preoccupare per me”, la tranquillizzai”sono assolutamente sulla tua lunghezza d’onda. Sono d’accordo su tutto. A me l’idea di avere un’amica con cui giocare e condividere giochi, sesso e amicizia mi sembra un sogno. Non chiedo di meglio”

“Allora diamoci un tempo che ne so un mese, un mese solo. Va bene?” “

“OK quando si comincia?” le dissi con un sorriso, sicuramente venne fuori una smorfia un po’ ebete. Questo modo esplicito di affrontare le cose mi aveva sempre stupito.

“Ci vediamo venedì mattina. D’accordo. Ho una sorpresa per te”

Sorpresa? Certo era curiosa questa cosa. All’improvviso Elena era diventata un’amica preziosa l’amica di un gioco che avevo sempre sognato.

Il venerdì mattina alle 9 suonavo al citofono curioso e arrapato, avevo voglia di ripetere una magnifica scopata e di giocare con il corpo di Elena senza pudori per dare e ricevere piacere. Mi venne ad aprire sorridente e affettuosissima e mi baciò senza perdere un minuto. Aveva un paio di jeans e le immancabili ballerine. Ma la sorpresa? La sorpresa arrivò dopo pochi minuti quando dopo i primi palpeggiamenti Elena si sfilò i jan e rimase in reggiseno e collant senza slip.

Mi venne un cazzo di marmo. Il massimo per un feticista incallito come me è vedere una splendida fica nera, pelosissima fasciata da un nylon leggerissimo. Le sue splendide gambe velate con quei piedini che erano stati per anni nei miei sogni.Erano calze leggerissime che velavano i piedi di Elena e sulla fica un leggero ispessimento che funzionava da slip

Mi spogliai e cominciai con il leccarle i piedi le annusai le dita una per una fino al tallone.Il profumo era forte e mentre li baciavo con le mani ne massaggiavo la pianta, chi conosce un po’ di riflessologia plantare sa che piacere da sentirsi manipolare le estremità Elena mugolava ed aveva cominciato a massaggiarmi le palle. Evidentemente il mio gioco le piaceva e spostò tutte e due le estremità sulla mia faccia. Quando arrivai alla fica poggiai il naso sui collant e ne aspirai il profumo

Quando le infilai la mano sotto i collant trovai il suo sesso bagnatissimo colava di umori profumati mentre le leccavo i capezzoli con la mano destra comincia a masturbarla si col dorso della mano, si con un dito sul grilletto e dentro la fica. Le sfilai i collant e li misi vicino al suo viso Cominciai un sessantanove lento lento. Il grilletto era gonfio e cominciava a premere sulla mia bocca. Le lasciai prendere fiato e le leccai il culo me la misi sopra e le si mise nella posizione del face sitting. Le leccavo il culo e le stringevo le tette Si dimenava sulla mia faccia per fare entrare la lingua nel culo.Quandi si chinò per prendermi il cazzo in bocca e mi ritrovai con la fica in faccia. Le misi con la mano destra l’indice nel culo e il pollice nella fica. Si sdraiò addosso irrigidiì le gambe ed ebbe un orgasmo furibondo..Si girò e si mise a cavalcioni con il cazzo dentro. Mi stava scopando con una forza inaspettata si muoveva e ruotava sul mio cazzo,mi usava come se avesse nella fica un oggetto duro e basta. Digrignava i denti sospirando con una forza inaspettata e mugolava senza ritegno. A quel punto si stacco si mise sul dorso e la penetrai mentre la pompavo avevo le sue calze sul viso e ne aspiravo il profumo.Le sborrai sulla pancia, fu un getto forte che le arrivò anche sul viso. Ma il mio stupore fu però grande perchè mentre andai a prenderle un pezzo di carta igienica per pulirle la pancia la vide leccare la sborra raccolta nelle dita .”Ha un buon sapore sai?”. “La prossima volta ti sborrerò in bocca”.Ci rilassammo sul letto felici e naturalmente ricominciammo a parlare. La mia storia la intrigava

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