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Capitolo 2 – Quando la voglia diventa animale..

By 15 Giugno 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Capitolo 2 ‘ Quando la voglia diventa animale’

Siamo ancora al parco, ho appena smesso di sognare.. Gli ho sbottonato il primo bottone della camicia e lui non sembra accorgersene.. Siamo in piedi, ho voglia di fumare, lui mi viene ancora incontro per baciarmi.. Io sono ancora appoggiata sullo schienale della panchina e mi accorgo che mi sta fissando le natiche..
Lui fa il giro, lo voglio abbracciare.. Per non respirare il fumo mi scosta e si mette dietro di me.. Mi abbraccia, è tenero..
– Forse non ha più voglia? ‘ penso.
Butto via la sigaretta e con la scarpina la spengo, girando lentamente e sensualmente la gamba, ma sembra non vedere, essere indifferente. Siamo una coppia, amo la sua dolcezza, ma in quel momento penso: – Come può essersi già stancato di giocare? -.
Invece no, mi afferra il viso e lo gira quel tanto che basta per potermi baciare. Io ricomincio a stuzzicargli la lingua, lui passa la mano accarezzandomi ma l’indice quasi mi sfiora le labbra, allora capisco che il fuoco aleggia ancora nell’aria. Avrebbe voglia forse che quanto ho sognato mentre lo baciavo prima, ignaro che lo stessi pensando, lo facessi davvero..
Forse, sta pensando le stesse cose anche lui. Sono intenzionata a capirlo..
Ci abbandoniamo a un bacio soffice.. Apriamo le labbra, tiriamo fuori solo le lingue, giochiamo, con l’aria fresca della sera.. il punto dove siamo ora è buio. Sulla nostra destra un piccolo gruppetto in lontananza, dietro di noi, qualche ragazzetto che fa baccano sui giochi per i bimbi.
Ma noi di nuovo non ci accorgiamo quasi delle loro presenze, e questa volta anche lui sembra aver dimenticato tutto il mondo attorno a sé.. Mentre mi bacia riesco a sentire chiaramente il gonfiore sotto ai jeans premermi sul sedere e mi rieccito..
Mi piace, lo voglio toccare, ma prima, spinta dal desiderio, comincio a fare movimenti lenti su e giù con il sedere, premendomi sempre più contro di lui. Mi capisce, ci sta, si sente provocato, agguantato dalla mia passione, mi stringe e lo spinge più che può, si sposta a destra e a sinistra con il bacino, me lo fa sentire in tutta la sua lunghezza e possenza ed io sono sopraffatta dalle sue mani che mi cercano, dal suo respiro sull’orecchio, dal suo enorme cazzo su di me.
Ricomincio a sognare e mi domando:
– Cosa penserebbe se mi rendessi disponibile a lui, qui? -.
La mia mente è ormai lontana, persa in lui e sento che è arrivato il momento di prendere una decisione. Perché limitarsi a sognare quando c’è un uomo, caldo, pronto, voglioso, desideroso sicuramente di prendersi le mie labbra, il mio seno, la mia figa, magari anche il culo.. Ma cosa vorrà lo deciderà lui, nei miei sogni domino e divento schiava, ora lancerò dei segnali, sarò dominata e poi diventerò padrona.
Continuo a strusciare il culo sulla patta dei suoi jeans, non so più da che parte muovermi, percepisco la grossa base, ma è troppo, non riesco a strusciarmi su tutto.. Mi giro, lui rimane con le gambe appena divaricate per abbracciarmi, e io mi riposiziono girata verso di lui, che ricomincia a stringermi ed ora lo sento di nuovo, sempre più duro, forse più eccitato, più tirato, più lungo.. Comincio a bagnarmi, lo desidero, voglio liberarlo da quegli indumenti troppo stretti, voglio almeno toccarlo e palparlo da sopra i jeans non mi basta più. Ora ho fame, ho fame davvero. Il sogno sta per realizzarsi ed io voglio il suo cazzo.
Mi stacco, lo guardo.. Gli mordo il labbro superiore, gli lecco la fessura fra le labbra aperte, lo premo contro di me, torno sulle labbra a succhiarle. Lui per tutta risposta, mi infila le mani sotto alla maglietta, mi accarezza la schiena e poi mi stringe con forza i fianchi, mi attira a sé.
– Allora vuole anche lui -.
E quando me ne rendo conto, ho già deciso. Lo prendo per mano, con l’altra lo avvicino e gli do un ultimo bacio di avvertimento.
Mi guardo intorno.. Ecco, una panchina, dietro i giochi ma lontana dalla strada e dalla vista di occhi indiscreti.. E’ passata poco più della mezzanotte, è buio, i lampioni sono stati spenti.
Sento che è pericoloso ma non posso farne a meno, voglio il suo corpo.
Lo attiro verso quella panchina con me.
– Siediti! -. Lui mi guarda divertito, io voglio divertirmi sul serio.
Mi chino su di lui, lo bacio e prendo a baciargli il petto, slaccio un altro bottone.
– Le sue braccia sono così forti, se mi afferrasse per prendermi mi farebbe persino male -. E mi piace.
Non esito, gli sbottono i jeans.. Continuo a baciarlo, a mordicchiargli il collo, a leccargli l’orecchio, a fargli sentire il mio ansimare caldo e pazzo sulla pelle. La mia bocca si apre in sospiri e affanno, mentre da sopra i boxer comincio a toccarlo tutto.. Cerco di arrivare ovunque, ma non posso, sono impedita dai vestiti, perciò scivolo con le ginocchia quasi a terra, lo guardo seria, voglio che capisca. La dolcezza di poco fa è svanita, mi sento percorrere la schiena dai brividi.. in pubblico potrebbe vederci chiunque, ma il pensiero di lui mi rende così porca, che non mi importa più niente.
Faccio scivolare poco più in giù i jeans, abbasso i boxer con una mano mentre con l’altra lo tiro fuori.
Lo osservo.
Ha una cappella che non chiede altro, se non essere leccata e succhiata e l’asta’ Così lunga’ Non oso immaginare quanto potrebbe entrarmi dentro. I sogni ricominciano a susseguirsi in secondi che sembrano infiniti:
– Mi afferra, mi gira, mi prende le braccia all’improvviso, incrocia i polsi, li serra in una mano mentre con l’altra mi sbottona i jeans, cerca di farsi strada. Io rimango girata e sottomessa alla sua forza, non posso fare niente. E’ un gesto così violento che vorrei ribellarmi ma mi tiene così forte, mi fa male e non mi esce una parola.. La sua mano è entrata sul fianco, ha superato il bordo delle mutandine, lo sento, sta scendendo verso la fessura, desidera toccarla, e il suo respiro si fa pesante su di me. Il suo tocco è brutale, con le dita si fa spazio fra le labbra, forse sente che sono un po’ umida e si sente incoraggiato a proseguire, infilando un dito dentro.. Ma uno è poco e lui ha troppa voglia, prova con due.. Brucia un po’ ma ormai mi tiene saldamente, non posso fermarlo.. Continua ad entrare e uscire, estrae le dita e me le porta verso la bocca, io non voglio, ma lui insiste ed io ormai confusa, apro le labbra e comincio a leccare. Sento il mio sapore, mi piace, non capisco più niente, non so cosa voglia farmi. Provo a girare il volto verso di lui e mi tira uno schiaffo leggero quanto basta per non farmi malissimo ma per rigirarmi. Abbassa i jeans in fretta, abbassa le mutande ormai mezze calate, forse rimane per qualche secondo a fissarmi, ci pensa e prosegue. Mi bacia la schiena, mi morde i fianchi, sta ritornando tenero.. arriva ai glutei li bacia, mi sbaglio, non è tenero. Fa scivolare un po’ di saliva divaricandomi le natiche. Comprendo, comincio a cercare di divincolarmi, è doloroso, non voglio così, ma lui mi tiene, ci siamo, mi appoggia la cappella al buco del culo, spinge, entra, urlo. Continua ad entrare un po’ per volta.. Sento tutti gli anelli che si rompono, la pelle che si tende in modo innaturale, è troppo doloroso.. Ma lui va avanti, gli piace, forse non prova ancora del tutto piacere, è troppo stretto, ma lo sta preparando per starci dentro. Comincia a stantuffare, lento, ogni movimento è un colpo. Lo sento pulsare, è troppo eccitato, sono sua, mi ha sverginata, ne è fiero. Il primo a prendermi il culo. -.
Ho la figa in fiamme per quel breve film, talvolta vorrei che mi prendesse così.
Lo guardo e glielo dico: – Ho sognato di essere violentata da te -.
Lui mi risponde, fa quasi un ghigno, ma più tenero dei miei sogni e mi dice ‘ Ti è piaciuto? -.
– Si, credo di si, sono eccitatissima -.
– E allora smettila di parlare, leccami le palle e succhia! -.
– Si’-.
– Come? Devi dirmi si padrone. Avanti dimmi che vuoi prenderlo tutto in bocca l’uccello, forza -.
– Si’. Voglio prenderlo in bocca, voglio succhiarlo, voglio leccarlo, voglio la sborra, ti prego sbattimelo in gola -.
– Sei proprio una gran porca, avanti, fa quello che devi fare -.
Mi ci fiondo sopra, è caldissimo, sta per esplodere. Fisso lui: mi vede lì, sta impazzendo, si morde le labbra e io decido di fare la stronza.
Da dominata a padrona. Proprio come avevo pensato accadesse. Ce l’ho in pugno.
Mi alzo, lui di scatto fa per tenermi lì ma io mi divincolo, gli vado in piedi vicino al viso.. Gli afferro i capelli lisci e corvini, alzo la maglietta e gli ordino di baciarmi la pancia.
Domino certo, ma devo stare attenta a non perdere il controllo della situazione. Lui mi bacia, la lecca, arriva alla base dei jeans, si vede fin troppo bene che vorrebbe leccarmi la figa.
Sbottono i jeans, tiro giù la zip, si vedono le mutandine nere di pizzo con dei ricami fuxia ed in trasparenza una striscetta di peluria che termina poco sopra l’inizio delle labbra.. E’ curata, sapevo già tutto dall’inizio, ma ancora lui non ha capito.
Abbasso i jeans, poco, non voglio denudarmi, non ancora. Scosto le mutandine, sono morbide, si spostano facilmente. E rimango li davanti a lui aspettando una sua mossa.. Cerca di afferrarmi con il braccio per avvicinarsi al mio frutto ma lo spingo via. Faccio finta di tornare verso il suo pene che svetta in attesa di un pompino memorabile e mi giro, lui mi prende, mi abbassa ancora i jeans, mi guarda il culo, con questo filo di stoffa che divide le natiche, forse vuole baciarmi, magari mi chinerebbe per guardarmi la figa e giocarci, forse vorrebbe masturbarmi o leccarmi. Lascio che passino un paio di minuti, voglio fargli sentire la figa così vicina al viso. E ci riesco.. Lui sta impazzendo, ma non deve attirare l’attenzione. Mi chiede di andare da un’altra parte, mi dice che non posso sbattergliela quasi in faccia così e poi lasciarlo a bocca asciutta. Non mi importa, è lui il mio schiavo e non lo accontento.. Mi faccio solo toccare, dall’espressione sembra impazzire, mi chino, prendo in mano il cazzo e al primo tocco lo sento ansimare. E’ cotto al punto giusto.
Mi rimetto in mezzo alle sue gambe e gli dico: – Allora ti piace la mia figa? -. Lui fa un cenno, non capisce più nulla. ‘ E il mio culo? -. ‘ Rispondi porco, lo so che ti piacciono, ma stasera avrai solo la mia bocca -. Scopami in bocca, adesso, tappami la bocca avanti, che uomo sei! Fammi stare zitta! -. Mi afferra il viso con entrambe le mani, mi spinge sul cazzo che sembra esplodere.
Io prendo a leccare la cappella e a succhiarlo. Sento gli schizzi inondarmi la gola, è tanta, calda e buona. Apro la bocca e gli faccio vedere la sua sborra. Lui è ancora eccitato seppur sfatto. Lo lecco, lo spingo con forza contro la guancia. Lo succhio ancora. Ricomincio a fare dei piccoli cerchietti con la punta della lingua sulla cappella e questa volta non lo inglobo del tutto, aspetto a bocca aperta segandolo e succhiando un po’. Le mani si muovono veloci, decise, lui non resiste. Un’altra ondata di sborra, sono incredula, è tanta. E ne lascio scivolare un po’ sulla scollatura, ingoio il resto leccandomi le labbra e facendo scendere ancora una gocciolina sul mento.
Lo guardo e gli dico di scattarmi una foto, così di certo non lo dimenticherà mai.
Lui scatta. Io mi pulisco e lecco per bene anche il suo cazzo finchè non torna pulitissimo.
Tornando a casa piano piano, arriviamo al mio portone, gli do la buona notte.
Una volta spogliata, prima di infilarmi dentro al letto ripenso alla serata, prendo il cellulare, tolgo la vibrazione, lo appoggio sul clitoride e lo faccio vibrare di nuovo. Sorrido, felice.
Amo essere così. Forse un po’ ninfomane. Gli mando un messaggio prima di chiudere gli occhi:.. ‘Quand’è che torniamo al parco?’. E mentre sogno ad occhi aperti, mi gusto il sapore che mi ha lasciato la sua sborra fra le labbra.

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