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Racconti Erotici Etero

Capodanno… Col botto

By 10 Maggio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Il fatto che voglio ricordare successe circa 4 mesi fa, precisamente la notte di Capodanno.
Il e il mio ragazzo eravamo ospiti da un amico che aveva messo a disposizione casa, dotata di una comoda taverna in cui poter mangiare e fare baldoria senza disturbare (almeno non troppo), le case circostanti.La serata trascorse così, con una decina di persone ad abbuffarsi di cibo che scoppiarono in grida esaltate quando, a mezzanotte, si diede il benvenuto al 2013.
Ci divertimmo con poco, scaldati dalla stufetta elettrica e dall’alcool. Vodka, birra, vino, succhi di frutta per fare shortini: diverse erano le bibite sulla nostra tavola che, quando i piatti furono tolti di mezzo, rimasero a farci compagnia. Per quanto mi riguarda bevvi sicuramente troppo per il mio fisico minuto e non abituato all’alcool. Come sempre, dopo qualche bicchiere cominciai ad avvertire mal di testa, ma presa dall’allegria generale del momento non ci badai, e lasciai che quel cerchio alla testa fosse la condizione perenne che mi accompagnò per tutta la serata.
Fui abbastanza lucida però da ascoltare il mio ragazzo quando questi mi consigliò di smettere di bere, per evitare di stare male davvero anzichè divertirmi. D’altronde ci sarei arrivata da sola: con l’alcool avevo già esagerato.
Verso le quattro del mattino decidemmo di ritirarci per andare a dormire. Eravamo esausti, ma impiegammo un pò di tempo prima di poterci finalmente coricare.
Avevamo deciso di dormire a casa del nostro amico, prevedendo che non sarebbe stato prudente rientrare in macchina così euforici. Così, dopo la fila per il bagno, stese le coperte su letti e divani, finalmente spegnemmo la luce. Io e il mio ragazzo ci eravamo attrezzati con un materasso gonfiabile da campeggio e qualche coperta buttata addosso. Non ci preoccupavamo della scomodità, data la stanchezza immaginavamo ci saremmo addormentati subito come sassi. Per me invece non fu così: mi giravo e rigiravo nel letto, cercando ogni tanto il mio ragazzo che, sentivo, aveva le mie stesse difficoltà. Tentai di stare dalla mia parte per non disturbarlo, ma come sempre il sapere di averlo vicino a me mi portava a cercare un suo contatto fisico.
Poco dopo lo sentii avvicinarsi a me, abbracciarsi, mentre le sue labbra cercavano le mie nel buio, trovandole senza troppe difficoltà. Gli sussurrai che avevo caldo (probabilmente per l’alcool che avevo in corpo), e lui mi rispose semplicemente di togliermi la maglia. Un pò titubante mi spogliai della parte superiore del pigiama e, poichè sotto non indossavo reggiseno o altro, lui mi coprì svelto il seno con la coperta.
Essì, perchè non eravamo soli nella stanza. Ad un metro di distanza da noi cercavano infatti di dormire due nostri amici. Uno fidanzato, la cui ragazza non aveva preso parte ai festeggiamenti, e l’altro single, protagonista insieme al mio ragazzo del mio primo racconto “Lui, Lei e… l’Altro”. Nonostante la bizzarra situazione, il mio ragazzo non perse tempo, sapendomi mezza nuda la sua mano iniziò a percorrere i miei fianchi, la pancia, superando l’ombelico, per poi spostarsi sull’incavo dei seni, sfiorando i capezzoli con le dita.
La sua mano lentissima mi accarezzava lasciando calore, mentre la sua bocca si era spostata dalle mie labbra per scoprire il sapore del mio collo e delle spalle, facendomi rabbrividire. Lo lascia fare, mi piaceva la sensazione che sapeva procurarmi. Dopo qualche attimo lui scostò le coperte, scoprendomi il seno, e lo vidi avvicinarsi con la bocca. Ma io subito mi ricoprii, preoccupata di essere stata vista. Iniziò così una lotta con le coperte, nella quale ebbe la meglio, e mentre le coperte venivano spostate da sopra di me, io volsi lo sguardo verso gli altri ragazzi, e mi resi conto che non avevamo alcuna sicurezza che gli altri dormissero.
Era buio, riuscivo a scorgere solo le loro sagome, e in ogni caso non avrei potuto vedere se i ragazzi dormissero o fossero svegli. Ma prima che potessi esporre le mie perplessità sulla situazione, sentii la lingua del mio fidanzato che giocava con il mio capezzolo, mentre l’altro veniva stretto piano tra le dita. Sapeva come prendermi: sa bene che ho i capezzoli particolarmente sensibili, e non esita a farmi eccitare toccandomeli, divertendosi poi per come, anche senza alcuno stimolo, siano sempre particolarmente turgidi.
Le tapparelle della stanza facevano filtrare la luce artificiale dall’esterno, e potevo scorgere nella penombra i suoi movimenti sui miei capezzoli. Ogni tanto mi baciava mentre altre volte si limitava ad accarezzarmi, il tutto stando in assoluto silenzio. Poco dopo la sua mano scivolò sulla mia pancia e scese verso l’inguine, poi le cosce, che cominciò a toccarmi per qualche istante. Ero un pò più tranquilla, rendendomi conto che producevamo rumori davvero minimi, ma non ancora rasserenata del tutto.
La sua bocca continuata a cercare il mio seno, e sapevo bene che come io potevo vedere le forme del mi corpo chiunque altro poteva vedermi, seppure non chiaramente. Ma non feci in tempo a pensare altro: già sentivo la sua mano delicata ma sicura infilarsi abilmente sotto i miei pantaloni del pigiama, accarezzandomi con maggiore intensità sulle mutandine, e facendomi chiaramente intendere le sue intenzioni. Sentivo le sue dita sfiorarmi in ogni angolo e l’attesa era densa di aspettativa.
Sapevo che avevamo la coperta sopra di noi e ritenevo improbabile si capisse cose stavamo facendo. Poco dopo mi scostò l’elastico degli slip e mi dischiuse la figa con due dita, facendomi aprire le gambe. Mi sfiorò il clitoride con l’indice e lì vi rimase, senza mettere troppa pressione nel suo tocco, che mi aveva colpito esattamente nel punto giusto. Continuò con la massima calma a toccarmi, senza essere mai troppo deciso, mentre io invece iniziavo ad essere decisamente impaziente e desiderosa di venire, pur godendo della situazione attuale. Probabilmente si rese conto di questo mio desidero, perchè mi infilò improvvisamente due dita, regalandomi un piacere a cui non ero preparata.
Cominciò a muoversi dentro di me baciandomi, forse anche per tapparmi la bocca, sapendo bene che fatico a restare silenziosa in quei momenti, ma non mi procurò nessun orgasmo. Quando ormai mancavano pochi attimi sfilò le dita da dentro di me, e guidandomi i fianchi, mi fece mettere di lato, dandogli la schiena.
Toccò il mio corpo coricato e mi sentii sfilare via il pezzo inferiore del pigiama e l’intimo: mi bastò spostare una mano verso di lui per sentire il suo cazzo nudo, già sull’attenti. Cominciavo a preoccuparmi seriamente sul rumore che avremmo procurato con i nostri movimenti, ma a quel punto cominciavo ad avere abbastanza voglia per non preoccuparmene più di tanto. Si avvicinò ancora a me, sentii i suoi peli pubici sfiorarmi le natiche, mentre avvertivo il suo cazzo farsi strada; con un movimento lento del bacino si spinse dentro di me, sentii la sua cappella scivolarmi nel culo, dandomi un improvviso piacere, mentre i suoi sospiri mi fecero capire che il piacere era condiviso da entrambi.
Mi prese per i fianchi e continuò i suoi movimenti lenti, mentre io mi facevo trasportare dal piacere che mi procurava, preoccupata ma quasi eccitata dalla presenza degli altri ragazzi poco distanti da me. Sentivo i suoi sospiri vicino a me, mentre il suo cazzo continuava instancabile a penetrarmi. Sollevai di poco la gamba, per permettergli di entrare ancora meglio di entrare dentro di me, e capii che la nuova situazione gli piaceva.
Dopo un pò gli sussurrai “continua” all’orecchio. Stavo per venire, e non volevo rallentasse i ritmi dei suoi colpi proprio in quel momento. Sempre stando su un lato, mi passai le mani tra le cosce e mi toccai la figa. Era bagnata, come mi succede sempre quando lo prendo nel culo, essendo una pratica che mi eccita molti, così come al mio ragazzo che in quel momento continuava incessantemente a darmi piacere.
Mi iniziai a stimolare il clitoride con le dita e provai doppiamente piacere, causato da ciò che il mio ragazzo mi stava facendo e dal tocco delle mie dita che continuavano ritmicamente a torturare il clitoride.
“Zitta…”, mi disse piano il mio ragazzo mentre gli piantavo le unghie nella sua coscia, non potendo scaricare in nessun altro modo il mio orgasmo. Non so ancora come feci a venire in modo così silenzioso, visto che a casa faccio sempre fatica a trattenermi. Ma sapevo di non aver ancora finito: avevo ancora dentro un cazzo duro che continuava a spingere con forza, pronto a sborrare.
Mi rilassai, continuando però a godere della situazione, mentre ascoltavo i sospiri del mio ragazzo, riconoscendo poco dopo quelli che precedono i suoi orgasmi: respiro più veloce, quasi spezzato, mentre le sue mani afferrano il mio corpo con più forza, per farmi sentire il movimento delle sue anche che diventa più deciso, quasi ad assicurarsi che non voglio allontanarmi da lui. Infatti, poco dopo lo sentii contrarsi mentre avvertii il primo getto di sperma dentro di me, seguito da altri, che lo lasciarono stremato e rilassato, ancora dentro di me. Silenziosamente, mi allontanai da lui, lasciando che il cazzo si sfilasse dal mio culo ora pieno. Mi rivestii silenziosamente e mi misi a dormire, con il mio ragazzo ancora provato accanto a me, e i nostri due amici che (speriamo), nel frattempo continuavano a dormire ignari.
Tra i Capodanni trascorsi, posso affermare con certezza che questo è stato quello più originale e memorabile…

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