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Racconti Erotici EteroTrio

Cenare fuori

By 13 Giugno 2022No Comments

Gerard è arrivato intorno alle 19:30. Ho sentito sbattere la porta e il suo solito “sono io” ed il suono delle chiavi sul tavolo dell’ingresso mentre mi finivo i asciugare i capelli.
Poco dopo ero pronta.
Ho cercato di fare quello che mi ha chiesto.
La mia camicetta di raso nero cadeva in modo impeccabile ed essendo con lui, sapendo che gli piaceva la mia scollatura, l’ho lasciata aperta fino a quando non sono apparse le mie tette. Non ho scelto di mettere il reggiseno e sono rimasta a seno nudo nonostante Gérard voleva che lo indossassi. In effetti quell’indumento rendeva il mio petto troppo attraente e le mie tette erano fin troppo visibili puntando in avanti sotto la camicetta di raso in modo troppo evidente ed ho deciso che era eccessivamente erotico e non adatto alla situazione. Le mie tette erano quindi totalmente libere sotto la camicetta. Mi sono sentita un po’ buffa nell’indossare solo le mutandine e il reggicalze come indumenti intimi ma non è stato spiacevole, in realtà il reggicalze era così comodo che non lo sentivo e si adattava in modo impeccabile sui fianchi allungando e facendo aderire perfettamente le calze nere velate sulle mie gambe ed anche le cosce.
Delle mie calze Gérard non mi ha detto nulla ed il completo di pelle rossa e la camicetta di raso nero mi hanno ispirato a vestire le mie gambe con un paio di calze molto velate con la riga posteriore arricchita da delle marcature orizzontali poco sotto il polpaccio; erano veramente carine.
Sulle spalle ho messo la giacca di pelle rossa abbinata alla gonna e poiché ero già truccata, sono poi scesa per raggiungere Gérard che mi aspettava all’ingresso ed è lì che, improvvisamente, ho visto i suoi occhi fissi sulla mia silhouette che ovviamente gli piaceva, ho riconosciuto in lui non il solito sguardo di circostanza ma un interesse particolare dovuto anche al fatto che ai piedi ho calzato sandali allacciati alla caviglia di colore argento. Avevo i tacchi così alti che ho dovuto camminare con attenzione per non fare brutte mosse che avrebbero rovinato quella serata.
Nella borsetta che oscillava andando a destra e a sinistra per uscire avevo messo le mie cose, rossetto, matita, portacipria, telefono, documenti, kleenex, un preservativo, ecc.
Nel camminare sentivo le tette oscillare a ogni mio passo in un movimento pendolare diverso da quello della mia collana di perle.
Quel mio abbigliamento lo sentivo comodo e mi faceva sentire sicura ed a mio agio con la parte anteriore coperta dalla giacca di pelle rossa seppur corta, aderente, ma molto comoda.
Arrivati nella zona prossima alla movida, abbiamo avuto la fortuna di poter parcheggiare l’auto in uno spazio libero nel parcheggio interrato. Appena scesa dall’auto, ho incontrato gli occhi di due uomini che stavano parlando lì vicino all’auto di uno di loro ma uno sguardo famelico l’ho visto appena uscita dall’ascensore del parcheggio da due donne che chiacchieravano sul marciapiede le quali hanno interrotto il loro dialogo per guardarmi.
Poco più avanti altri due uomini hanno avuto il medesimo atteggiamento di quelli nel parcheggio e, nonostante mi sembrassero piuttosto giovani, intorno ai venticinque anni, mi fissavano insistentemente, come se fossi completamente nuda. Mi sono chiesta cosa avessero visto e non mi sono data una risposta ma guardando me stessa nella parte anteriore ho notato che la mia giacca corta non si chiudeva e le mie tette nude sotto la camicetta si vedevano veramente tanto.
La cena è stata perfetta, con Gérard abbiamo parlato molto ed anche delle nostre rispettive preoccupazioni professionali, delle ultime cronache politiche, ecc. Poi dopo il caffè, naturalmente, ho preso la borsa per andare in bagno e Gérard mi dice “Vai in bagno, ma ti levati la giacca prima di andare”
L’ho guardata attonita e seccata. Aveva avuto un tono deciso ed autoritario che non riconoscevo in lui ed abbassando la testa, all’improvviso, mi sono accorta che stavo mostrando ciò che avevo nascosto fino a quel momento delle mie tette che apparivano nude sotto la mia camicetta di raso.
Avevo bevuto alcuni sorsi di vino bianco che mi avevano resa euforica e mi aiutavano nell’esserlo. Ho deciso di stare al gioco ed ho obbedito levandomi la giacca, ho poi preso in mano la pochette e levandomi dalla sedia mi sono diretta verso i servizi igienici che si trovavano nel seminterrato vicino all’ingresso quindi per arrivarci ho dovuto attraversare tutta la sala del ristorante appollaiata sui miei tacchi altissimi che mi facevano scodinzolare dandomi un aspetto terribilmente sexy avvalorato dal mio petto nudo con le tette flessuose che ad uno sguardo insistente si potevano immaginare anche pesanti e totalmente libere sotto la camicetta.
Allora mi sono detta che di certo chi mi avesse visto avrebbe potuto ammirare solo quello spettacolo.
L’eccitazione dovuta al vino ma anche al mio carattere di esibizionista mi ha portato a non nascondermi ed osare maggiormente.
Sotto quel impalpabile tessuto sentivo l’ondeggiare delle tette nude totalmente esposte allo sguardo fisso su di me dei presenti ed avrei voluto mostrare il mio petto completamente libero senza un reggiseno che mi ha sempre rassicurato.
Tutto ciò era una mia idea che in altre occasioni avrei pensato fosse malsana ma ora in quella supposta perversione mi trovavo a mio agio.
Finalmente sono arrivata alla scala che porta ai servizi igienici. Tenendomi con la mano destra alla ringhiera, sono scesa con cautela i gradini per non cadere dai miei tacchi alti.
Avvicinandomi alla porta del bagno delle donne ho sentito chiamare “Signora!”. Era una parola che risuonava in quel piccolo corridoio e non ho pensato fosse rivolta a me e quindi ho proseguito a camminare, ma poi la voce mi si avvicinata “Madame!” credendomi francese. Mi sono voltata e ho esclamato presa alla sprovvista ” Sì?!”
“Ecco, ti ho vista camminare verso i bagni e non ho resistito all’idea di venire a dirti … ”
“Dirmi cosa?”
“… Che …. beh … sei sublime…. Sei molto bella Signora, davvero molto bella”
Era un uomo abbastanza giovane di forse 37 – 38 anni e decisamente meno di quaranta mentre io sentivo di avere come minimo dieci anni meno di lui.
“…Grazie Signore” ho risposto scioccamente ma presa così alla sprovvista da un complimento decisamente demodé, non ho saputo cosa dire e sono andata in bagno.
Risalire le scale e d arrivata la piano della sala, istintivamente il mio sguardo ha scrutato la stanza ed ho visto il giovane uomo con un altro che dall’aspetto poteva essere più grande. Entrambi erano in giacca e cravatta, ben vestiti ed ho supposto che fossero lì sicuramente per una cena di lavoro.
Raggiunto il tavolo ho visto che Gérard aveva pagato il conto e mi ha detto ancora una volta di non rimettermi la giacca di pelle.
Non molto dopo ci siamo avviati all’uscita e siamo tornati alla nostra macchina senza dirci una parola.
In quei momenti ho giocato d’astuzia ed ho fatto uscire Gérard ed io mi sono incaricata di chiudere la porta alla ricerca con la vista, senza successo, di quel giovane uomo. Invece guardando l’area parcheggio auto ho visto da lontano due uomini vicino ad un auto ed ho riconosciuto il giovane che si era avvicinato a me nell’antibagno.
Gérard ha capito dal mio sguardo che in quell’interrato mi era accaduto qualcosa e mi ha chiesto spiegazioni che velocemente gli ho dato. Mentre parlavo l’ho visto sorridere e scendere dall’auto. L’ho seguito con gli occhi e si è avvicinato ai due uomini per parlare con loro ed in particolare con colui che mi aveva fatto i complimenti. Poi ho visto annuire con la testa tutti e tre come se si fossero appena accordati. Gérard è risalito in macchina dandomi l’idea di essere soddisfatto e allo stesso tempo determinato ma ignoravo il contenuto della loro discussione.
Mi chiedevo cosa si fossero detti.
“Cosa gli hai detto?”
“Di seguirci”
“Di seguirci? Ma dove? Perché?”
“Seguirci, ecco tutto, non preoccuparti di niente. Ti fidi di me?”
“Sì”
“Quindi va tutto bene”
Il mio uomo guida da un quarto d’ora. Abbiamo preso un’autostrada, e poi altre strade nella notte buia senza Luna illuminata dai fari dell’auto.
Non abbiamo parlato, io sono tesa ma fiduciosa. Ho una doppia sensazione, peraltro abbastanza strana, in cui Gérard mi ha già portato altre volte.
Improvvisamente lui inserisce l’indicatore di direzione e si ferma in un’area di sosta un po’ illuminata, ma così poco se non vicino a dei servizi igienici, ha parcheggiato l’auto e pochi minuti dopo sono sorpresa nel vedere altri fari illuminare gli alberi sullo sfondo, sono di un’auto che ha appena parcheggiato in parallelo alla nostra da cui escono due persone. Riconosco l’autista: è il gentile giovane uomo che mi ha fatto il complimento al ristorante.
Gérard mi ha detto “Vai! Levati la gonna!”
“Gérard, … ma!!”
“Togliti la gonna, dai!” con un tono tale da non poter dargli una replica.
Non mi è rimasto che slacciare il bottone posteriore, la cerniera lampo e l’ho fatta scivolare lungo le cosce, passandola sotto i piedi.
“Va bene! Ora sbottona la camicetta”
Nel farlo ho visto due uomini scendere dall’auto parcheggiata accanto.
Ho aperto la camicetta rendendo visibile tutto il petto. Senza la gonna, la fascia scura della balza delle mie calze sottolineava la parte superiore chiara delle mie cosce. Che fossi un’immagine altamente erotica ed arrapante, non ci voleva molto a capirlo.
Mentre i due uomini erano ormai molto vicini alla portiera nel mio lato, Gérard mi ha detto perentoriamente “Levati la camicetta, e … rilassati”
I due uomini si sono appostati alla nostra auto e vedendoli appena dal finestrino sapevo che stavano osservando arrapati il mio petto completamente offerto alla loro vista. All’improvviso ho sentito abbassarsi il vetro, era Gérard che lo ha abbassato ed è arrivato al mio naso il profumo dell’umidità del sottobosco circostante e voltandomi, come richiamata, ho visto un grande e bellissimo sesso teso avanzare verso di me e superare lo spazio del vetro che al momento era abbassato. L’ho preso in bocca delicatamente, facendo attenzione a far passare delicatamente la mia lingua sotto il glande provocandogli ogni volta un sussulto ma non ho potuto vedere il suo viso, dopo un po’ l’uomo si è ritirato.
Gérard è sceso dall’auto ed è andato nel bagagliaio per poi venire ad aprirmi la portiera facendomi scendere cosa che ho fatto con movimenti languidi e dolci. Mi sentivo confusa davanti a quei due uomini che finalmente ho riconosciuto. Mi avevano visto vestita in modo elegante anche se al limite della decenza al ristorante ed ora ero lì davanti a loro appollaiata sui miei tacchi alti, in calze e reggicalze, camicia completamente aperta e le mie tette completamente libere ed esposte.
Mi è stato facile capire che l’uomo che avevo avuto in bocca era l’uomo giovane dei complimenti del ristorante.
Gérard dal bagagliaio aveva preso un plaid è lo ha steso per terra per copriva l’erba umida di quest’aria di sosta, mi ha fatto inginocchiare e poi mettere carponi. Anche quel giovane uomo si è inginocchiato davanti a me ed ha affondato nella mia bocca il suo cazzo, ancora eretto, riempiendomi completamente.
L’altro uomo, che mi era parso essere più maturo, mi ha messo le mani sulle mie natiche che tenevo strette, ha abbassato il perizoma che è caduto sulle ginocchia piegate e si è infilato in me in due fasi come volesse non farmi male.
In quel momento surreale ho apprezzato il segno di rispetto fatto nei miei confronti anche se ero allenata ad essere scopata anche in culo il quale era stato forzato anche da due cazzi ma era accaduto una sola volta con mia grande soddisfazione. Quel gesto mi diceva che quegli uomini non erano solo giovani piuttosto attraenti, ma anche corretti.
Dapprima con una certa dolcezza ho avvertito l’introduzione del suo glande che ha allargato lo sfintere senza fitte e dolori ma solo piacere e grande goduria. Lui ha incrociato le mie labbra e la lingua. È stato in quel momento che sono rimasta veramente sbalordita, senza fiato, quando mi sono accorta che l’intera lunghezza del suo cazzo duro si è conficcata in profondità dentro di me.
Il più giovane uomo non è rimasto immobile ed ho visto che si segava per tenere turgido il suo sesso.
Dopo un po’ i due uomini come se si fossero messi d’accordo, si sono avvicinati a me tenendomi in mezzo appoggiandosi uno alle mie spalle l’altro al mio petto ed al mio ventre. Uno di loro mi tira a sé ed io presa in mezzo fra di loro, non riesco più a muovermi né a reagire, i miei buchi sono presi ed il vigoroso andirivieni da entrambi i lati, sapientemente sincronizzati, mi immobilizzano. Improvvisamente, il più giovane ha emesso un piccolo grido rilasciando un flusso energico di sborra. Mi stacco molto velocemente ed i restanti spruzzi finiscono nella mia bocca e rapidamente la sborra trabocca dalle mie labbra andando a scorrere sul mio mento e poi sulle tette.
Anche l’altro uomo non ha tardato a venire esplodendo dentro di me con un mugolio discreto ma sorprendentemente lungo come se avesse un respiro infinito.
Io ero stesa di fianco con le gambe sovrapposte in una posizione languida prettamente femminile.
Poi i due si sono messi in piedi, si sono asciugati con dei fazzoletti offerti da Gérard e sono andati via rapidamente, solo il mio amico giovane mi ha detto “Arrivederci signora!” e rivolto a Gérard “Signore …”
Subito hanno messo in moto l’auto e si sono allontanati.
Gérard mi ha teso la mano per sollevarmi, mi ha aiutato a riabbottonare la camicetta chiedendomi se stessi bene. Rispondo positivamente e lui mi dice che adora queste situazioni. Ho risposto che lo voglio anche io perché a me piacciono tanto e che ci tenevo a ripetere quella esperienza.

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