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Cerniere

By 12 Luglio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Alle 9 sarebbe arrivato S. il ragazzo che ci aiuta con il giardino e con le tante piccole attività di manutenzione di cui la nostra casa ha bisogno. Mia moglie ancora dormiva ed erano già le 8.45. L’ho svegliata con un bacio sul collo, lento, lungo. Ha aperto gli occhi e ha detto di continuare. “Arriva S. tra poco, deve vedere la persiana e fare qualche lavoro in giardino, ti ricordi?” dicendole questo ho continuato a baciarla, passando dal collo alle spalle. Aveva dormito nuda, ed era coperta solo dal lenzuolo per proteggersi dalla brezza mattutina che entrava dalla finestra aperta, proprio la finestra con la persiana rotta. Un lavoro veloce, sicuramente, si trattava solo di sostituire un paio di cerniere ormai andate. “Ma io voglio rimanere a letto, si sta così bene” ha detto. Ho continuato a sfiorarle la pelle con le labbra “Lo so, per me puoi rimanere ma se deve lavorare alla persiana magari ti disturba un po’…” La sua pelle liscia già abbronzata dalle giornate nei week end passate nella nostra piccola piscina era un invito irresistibile per le mie labbra e le mie mani. ” e poi dovendo stare proprio fuori da questa finestra sicuramente ti vedrà nel letto, potrebbe essere una giornata molto fortunata per lui” ho aggiunto, massaggiandole la schiena. “Tu continua a massaggiarmi” ha detto. Ho continuato per altri dieci minuti, passando le mani dalle spalle al collo, poi sulla schiena, seguendo la linea delle vertebre, fino ad arrivare quasi al culo. Fino a che non ha suonato il campanello. “è un po’ in anticipo, lo faccio entrare, magari gli offro un caffè e gli dico che stai ancora riposando, se può cominciare dal giardino tu hai tutto il tempo di stare con calma a letto. Oppure gli dico che può cominciare da qui, cercando di non svegliarti” mi sono alzato per andare ad aprire al citofono, poi sono tornato in camera. Lei era come l’avevo lasciata, mi sono avvicinato, ho tirato il lenzuolo sul suo corpo, coprendola parzialmente. “Lascialo cominciare da qui” ha detto, spostando leggermente il lenzuolo per far uscire una gamba. era sdraiata di schiena, una gamba fuori, le spalle nude, i capelli neri sul cuscino. “Io continuo a dormire” ha detto.
Ho accolto S. preparandogli il caffè e dicendogli che poteva cominciare dalla persiana, approfittando del fatto che ancora per poco avrebbe potuto lavorare all’ombra, per poi passare a occuparsi del giardino e della siepe. “Mia moglie sta dormendo in camera ma non preoccuparti, ha il sonno pesante e non la disturbi.” Ha acconsentito, in fondo era l’ordine dei lavori che aveva pensato anche lui. Siamo andati insieme a vedere la persiana, dall’esterno. Ho guardato dentro, pochi metri più in là c’era il letto, c’era mia moglie. C’era il suo corpo coperto da quel lenzuolo, ma si capiva perfettamente che era nuda sotto. Mi eccitava che S. potesse vederla, era una persona fidata e la mia presenza in casa era sicuramente un deterrente a qualsiasi intenzione stratta avesse potuto avere, ma non lo era per i suoi sguardi su di lei e questo mi piaceva molto. E piaceva molto anche a lei, che appena ci ha sentito parlare fuori, davanti alla persiana ha mosso leggermente la gamba, facendola uscire ancora di più dal lenzuolo.
Ho spiegato a S. quale fosse il problema con la persiana, gli ho ribadito che lei dormiva ma che non doveva preoccuparsi di niente, poi ho aggiunto che sarei andato a prendere qualche attrezzo per aiutarlo. Mi sono effettivamente allontanato per prendere la cassetta degli attrezzi e la scala, e un paio di cerniere che avrebbero potuto servire per sostituire le vecchie. Sono tornato, mia moglie aveva cambiato leggermente la sua posizione, mettendosi su un fianco, girata verso l’interno della stanza. Le sue gambe, ora posizionate una sopra l’altra, erano praticamente completamente scoperte, il lenzuolo copriva il suo culo. La schiena era parzialmente scoperta, le spalle esposte al mio sguardo. E a quello di S. che cercava di rimanere professionale. Ma lanciava occhiate all’interno della stanza. è salito sulla scala per smontare la prima anta della persiana, io lo aiutavo dal basso. Ha smontato la prima cerniera e la ha sostituita, nel frattempo parlavamo del più e del meno. Gli ho detto che la sera precedente avevamo fatto tardi, ed essendo sabato mia moglie aveva approfittato per rimanere di più a letto. Lui ha detto che non era affatto un problema. Abbiamo rimontato la prima anta della persiana e siamo passati alla seconda, spostando la scala. approfittando del rumore dello spostamento della scala, mia moglie si è mossa, come se quel rumore l’avesse svegliata, il lenzuolo è sceso ancor di più verso il basso. Ora la sua schiena era completamente scoperta, lei era ancora sul fianco, dandoci le spalle. S. si è scusato per il rumore, gli ho detto che non era niente. “Fai come se non ci fosse” ho detto. Lui, sorridendo ha detto che non era possibile. Non ho aggiunto niente. La situazione mi piaceva molto, vedere mia moglie che poco a poco scopriva il suo corpo, come se stesse accadendo per caso, era molto eccitante. Ho chiesto a S. se gradiva un bicchiere d’acqua, ha detto che avrebbe volentieri fumato una sigaretta e preso dell’acqua. Sono entrato in casa a prendere una bottiglia e un bicchiere e sono tornato da lui. Si era spostato un po’ indietro, allontanandosi leggermente dalla finestra “non vorrei fare entrare il fumo” ha detto. Gli ho detto che avrei fumato anche io volentieri, mi ha offerto una sigaretta. Siamo rimasti accanto a parlare sottovoce dei lavori da fare, della siepe, della seconda persiana da sistemare. Mi moglie si è mossa di nuovo, mettendosi sdraiata a pancia in su, coprendosi parzialmente con il lenzuolo. Non abbastanza per coprire un seno che spuntava nudo dal lenzuolo. Abbiamo continuato a fumare come se niente fosse accaduto. Ma il suo capezzolo nudo e turgido era lì, davanti ai miei occhi e a quelli di S.
Abbiamo ripreso il lavoro, nel giro di pochi minuti abbiamo terminato la sostituzione delle cerniere e rimontato la persiana. Ho portato via la scala e la cassetta degli attrezzi e sono tornato da S. che era sempre lì davanti ad aspettarmi. Gli ho detto che poteva andare a cominciare la siepe della parte anteriore del giardino. Si è avviato, io sono entrato in camera da mia moglie. Ha aperto gli occhi, ci siamo guardati, l’ho baciata sulla bocca calda. “Eccitantissimo” mi ha detto. “Vieni qui” L’ho baciata di nuovo. Mi ha detto quanto le piaceva sapere che eravamo lì, quanto la eccitava scoprirsi poco a poco di più. Le ho detto quanto era eccitante guardarla così e farla guardare. “Fallo tornare” ha detto. Ho sorriso e mi sono alzato dal letto per andare da S. Gli ho detto se poteva mettere un po’ di grasso nelle cerniere che avevamo sostituito perché in effetti erano ancora un po’ poco scorrevoli.
Io ho preso il grasso e l’ho portato a S. poi mi sono allontanato per tornare a prendere altre cose, volevo che ci fosse solo lui. Ho aspettato un poco e sono tornato, aveva finito e stava provando le persiane che scorrevano perfettamente. “Torno alla siepe allora”. L’ho ringraziato e sono rimasto lì. Mi sono spostato davanti alla finestra, mia moglie era sdraiata di schiena sul letto. Le gambe leggermente divaricate, le braccia incrociate sul cuscino sopra la testa. Il lenzuolo non c’era più. Il suo culo nudo, la sua schiena, le sue spalle, i lunghi capelli, le gambe. Aveva mostrato tutto a S. Sono entrato in camera, ho sfiorato il suo culo. Si è girata, senza dire niente. Mi sono messo in ginocchio tra le sue gambe. Le mani sui capezzoli. La bocca sulla sua fica nuda, calda. Bagnata, eccitatissima da quello che aveva fatto. Ho cominciato a leccarla, le labbra, il clitoride. Il suo sapore mi entrava in gola. Ansimava a voce bassa, godeva, con la finestra aperta. Sono bastati pochi secondi per sentirla godere, mentre mi teneva la testa stretta tra le gambe. “Sei meravigliosa” le ho detto. “Sei meravigliosa” mentre continuavo a leccarla piano. Guardandola, nuda, a gambe aperte, sul letto. “Vado a vedere cosa sta facendo S.” le ho detto.
Mentre uscivo dalla stanza mi ha chiesto se le mettevo su il caffè. Sono andato a preparare il caffè, dopo qualche minuto è arrivata mia moglie, in cucina. Aveva indossato un abito leggero estivo colorato, a metà coscia, con le bretelline. Le ho versato il caffè nella tazzina, mi ha abbracciato da dietro e mi ha sussurrato all’orecchio “ho voglia ancora” facendomi sentire il seno che premeva sulla mia schiena. “Hai ancora voglia di farti guardare o hai voglia delle mie labbra su di te?” le ho detto.
Ha preso il caffè, ha bevuto un sorso caldo e sorridendo ha detto che aveva voglia di entrambe le cose.
“Vado a vedere cosa sta facendo S. in giardino. Portaci un caffè tra qualche minuto” ho aggiunto dopo averla baciata.
Sono andato in giardino, S. stava tagliando la siepe che circonda la piccola piscina. Ci siamo messi a parlare di come era meglio tagliarla e delle altre cose che avrebbe dovuto fare in giornata.
Dopo qualche minuto è arrivata lei, con un vassoio con il caffè e una bottiglia d’acqua. Ha salutato S. che l’ha ringraziata molto per il caffè. Abbiamo bevuto insieme e concordato di fare una pausa per fumare una sigaretta. Ho detto a mia moglie che aveva aggiustato le persiane in camera da letto, lei ha sorriso e ha detto che aveva sentito un po’ di rumore ma che non aveva capito bene cosa stesse succedendo.
Tra le cose da fare in giornata c’era anche la pulizia della piscina, con un filtro da controllare. Mia moglie, sentita questa cosa ha chiesto se questo le avrebbe impedito di fare un bagno, perché aveva questa intenzione. S. le ha detto che ci avrebbe messo poco, una mezz’oretta e che avrebbe cominciato subito, per poi tornare al taglio della siepe, in modo che la piscina potesse essere pronta al più presto.
Ringraziato S., mia moglie è tornata in casa, dicendo che allora si sarebbe messa il costume e entro una mezz’ora sarebbe comunque andata in piscina. Io sono stato un po’ ancora fuori e poi, quando lui si è messo a lavorare al filtro, sono rientrato in casa, visto che dovevo fare qualche lavoro di poco conto all’interno e soprattutto perché volevo parlare con lei. Era in bagno che si lavava. Le ho chiesto che programmi avesse, mi ha detto che non ne aveva di preciso, ma che avrebbe voluto divertirsi. Mi ha chiesto di rimanere a casa, se potevo. Potevo.
“Tra dieci minuti farò venire S. a vedere il lavandino che goccia.” Le ho detto. “Tu, in camera ti metterai il costume.” Il bagno era proprio di fronte alla camera da letto. Lasciando entrambe le porte aperte sarebbe stato facile guardare dal bagno in camera.
Ho aspettato che S. finisse con il filtro e gli ho detto di passare a vedere il bagno del piano terra, il cui lavello aveva un piccola perdita. Lui ha detto che sarebbe andato. Non lo ho accompagnato, gli ho detto che poteva andare e che io avrei dato una pulita nella parte esterna della camera, dove avevamo lavorato per le persiane. Sono andato lì, mia moglie era in piedi davanti al cassetto, stava tirando fuori i costumi e li poggiava sul letto. Ho sentito che ha risposto a S. che deve averla avvertita che avrebbe sistemato il lavello. Lei ha detto che aveva già fatto in bagno, di non preoccuparsi. La porta della camera era aperta, quella del bagno anche a meno che S. non avesse deciso di chiuderla. ma era un’ipotesi piuttosto improbabile. Guardavo mia moglie da fuori, lei faceva finta di non sapere che fossi lì, ma lo sapeva. Dando le spalle alla porta della camera, quindi anche allo sguardo di S., ha guardato per qualche secondo i due costumi poi ne ha preso uno. Ha sollevato leggermente il vestito che aveva e ha infilato la parte di sotto. Poi ha tolto il costume, rimanendo a seno nudo e con molta calma ha indossato il pezzo di sopra. si è specchiata nello specchio che abbiamo sull’anta dell’armadio, poi è tornata davanti al letto nella posizione precedente e ha slacciato il reggiseno, indossando l’altro. Poi ha sfilato il pezzo di sotto. L’ho guardata bene, per quei lunghi dieci secondi in cui ha sistemato il seno nel costume, stringendo un poco il laccetto. Senza pezzo di sotto, sapendo che S. dall’altra parte del corridoio stava guardando quel culo così perfetto. Era una situazione così eccitante che volevo si prolungasse all’infinito. Sicuramente anche lei pensava lo stesso, visto il tempo che ha lasciato passare prima di indossare il pezzo di sotto e specchiarsi. Poi ha rimesso il vestito sopra al costume, ha preso un asciugamano da mare dall’armadio ed è uscita. Ho sentito in lontananza che diceva qualcosa a S. ma non sono riuscito a capire bene cosa. Sono entrato in casa, incrociandola sulla porta finestra che porta al giardino. “Sei fantastica” le ho detto. “Tu lo sei, che mi fai vivere questi momenti” ha detto, prima di andare in piscina.
Sono andato da S. a vedere cosa stava facendo, aveva ripreso a fare la siepe attorno alla piscina, stava potando la parte esterna. Dalla siepe vedevo mia moglie che si stava sistemando sulla sdraio a prendere il sole, con il costume. Leggeva un libro. Dopo qualche minuto S. mi ha chiesto se avevo ancora la scala a soffietto, per poter tagliare la parte superiore della siepe. Sono andato a prenderla, lui è salito e ha cominciato a potare, dall’alto. Ora poteva vedere molto più comodamente all’interno della piscina. Mia moglie era in acqua. Ha nuotato per qualche minuto, poi l’ho sentita uscire. Io ero sotto la scala, parlavo con S. mentre lui tagliava. Forse sarebbe meglio dire che parlavo con S. mentre lui guardava mia moglie. Potevo vedere anche io attraverso la siepe e lei era sdraiata, a pancia in su. Parlavo con S. di cose di vario genere, gli ho chiesto quando sarebbe andato in vacanza con la sua famiglia, lui ha chiesto di noi, cose così. Mia moglie sentiva i nostri discorsi ma non partecipava, si comportava come se fosse sola in quella piscina. Poi, quasi d’improvviso, ha tolto il reggiseno del costume, si è spalmata un po’ di crema sul seno e sui capezzoli già turgidi, e si è rimessa giù, chiudendo gli occhi. S. la fissava mentre mi parlava, io ero eccitatissimo e capivo dai piccoli movimenti impercettibili delle gambe che anche mia moglie lo era. Abbiamo spostato la scala, per permettere a S. di tagliare un altro pezzo di siepe. Credo che facesse il lavoro con lentezza appositamente studiata per godersi il più possibile lo spettacolo. Così, a un certo punto, gli ho detto che sarei entrato in casa, chiedendogli se ce la facesse da solo, anche se non gli tenevo la scala. Non c’era problema, naturalmente… Sono entrato in casa e mi sono acceso una sigaretta. volevo lasciare un po’ di tempo alla situazione di evolversi come voleva mia moglie. E poi l’attesa e la curiosità di tornare dopo qualche minuto mi stimolava ulteriormente.
Dopo aver fumato mi sono approssimato alla piscina, rimanendo dietro la siepe sul lato opposto a quello dove stava lavorando S. Ho trovato un pertugio per guardare all’interno. Mia moglie era ancora sdraiata a prendere il sole a pancia in su; aveva però le gambe piegate sulla sdraio e una mano poggiata su un seno. La muoveva molto lentamente, quasi in maniera impercettibile, stimolandosi lievemente il capezzolo. Aveva indossato un paio di occhiali da sole, probabilmente per poter guardare senza che S. se ne accorgesse. Lui era ancora in alto, sulla scala. La guardava, mentre potava. La mano di mia moglie continuava a sfiorarsi il capezzolo, l’altra l’aveva poggiata sulla pancia. Dopo qualche secondo si è alzata in piedi, dirigendosi verso la doccia, ha aperto l’acqua, si è sciacquata ed è tornata alla sdraio, mettendosi a pancia in giù. Ha sistemato il costume, mettendolo il più possibile tra le chiappe, che ora erano esposte ai nostri sguardi, e si è posata.
Ho fatto il giro e sono entrato in piscina, mi sono avvicinato a lei “Sei uno spettacolo molto eccitante, lo sai vero? le ho sussurrato all’orecchio, accovacciandomi accanto alla sdraio.
“Sì” mi ha detto “e mi piace…”. Le ho messo una mano sulla schiena, carezzandola piano, poi sul culo, per sentirlo. “Hai un culo meraviglioso”
Mi sono alzato e sono tornato da S. a chiedere come procedeva. Tutto benissimo, ha detto. Già, tutto benissimo.
“è molto caldo. Magari dopo ci possiamo fare un bagno se ti va” gli ho detto. Ha detto di no, inizialmente, non avrebbe mai approfittato della nostra piscina, ma io ho insistito molto. Il problema poi era diventato che non aveva costume e asciugamani. Ma alla fine, avendo insistito tanto per prestargli tutto, ha accettato. Solo dopo aver finito di potare la siepe.

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