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Racconti Erotici Etero

Che Dio me la mandi BONA

By 6 Marzo 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Che Dio me la mandi buona……anzi nel mio caso……che Dio me la mandi BONA.
Sono due anni che non tocco la patata di qualche donna.
Beh….non &egrave che vorrei toccarle solo la patata, magari anche le tette. E poi magari anche le spalle e massaggiargliele un po’.
Ok, ok….mi arrendo….mi piacerebbe avere una donna per toccarla dappertutto. Va bene così?
Ohhhh, e facciamolo sto sforzo, no!!!
Allora…premetto che non sono un adone, ma non sono neanche da rottamare.
A parte il naso storto e grosso, la bocca piccola e gli occhi che girano verso il basso, le orecchie a sventola, si salvano, in ordine di apparizione, i capelli, lunghi e fluenti biondo mesciato naturale, e anche tutto il resto &egrave a posto.
Come dite….non capisco….ci deve essere un’interferenza…..e va bene…. siete proprio pistini….pistini e bastardi……lo ammetto…..madre natura non &egrave stata magnanima con me.
Mi ha dato un discreto fisico con una faccia da schiaffi.
Una supercar con il motore di una motofalciatrice o se volete un Pippo Franco dei poveri……ma almeno lui era famoso e simpatico….oddio era….&egrave, giusto? Mica &egrave morto, no?
Però andando sotto sotto, ma proprio sotto nel vero senso della parola, qualcosa di buono c’&egrave.
Ho una bella nerchia da 20 centimetri.
“E CHI SE NE FREGA” direte voi.
Comunque qualche pollastrella in cerca di cazzo, la potrei anche allettare con questi miei argomenti.
Sì, anche questo va bene, ma non posso andare in giro con il ciccio di fuori per metterlo bene in mostra. Far vedere cosa si propone &egrave sempre una buona pubblicità ma c’&egrave merce e merce.
Sta di fatto che sono un pragmatico
Non so cosa può piacere di me ad una donna perché mi dica di sì.
Di sicuro, fossi donna e bona, cercherei da un’altra parte.
Forse se fossi donna e cessa potrei farci un pensierino.
Ma con tutti i maschi infoiati sul mercato, anche un bel figo, per una botta e via, si sbatterebbe il mostro. Ed allora il mostro ti lascerebbe volentieri con i coglioni pieni.
Mi fanno incazzare gli amici del Bar…….il Bar UCCIO.
&egrave di proprietà di un mio amico e lui non si chiama Uccio, si chaima Sandro.
Il nome &egrave venuto in mente a me quando sono entrato la prima volta dentro al locale mentre ci stavano ancora lavorando, per ristrutturalo un po’.
Dissi “Minchia &egrave proprio piccolino…..un baruccio”. Da lì il nome composto
Carino no? OK, lasciamo perdere! Sense of humor, zero vero?
Dicevo…mi fanno incazzare perché se ne arrivano e si vantano delle conquiste fatte. Trovano sempre qualche bella gnocca da zompare.
E non &egrave che siano proprio bei tipi. Forse un po’ meglio di me ma non tanto di più.
Fra tutti si eleva il Giangi. Ogni Lunedì arriva dicendo di essersi fottuto qualche bella figa.
E con tutti i cessi che ci sono in giro, lui sempre belle fighe….mah!
Penso che i frequentatori di Bar abbiano quasi tutti la sindrome del pescatore.
Un pesce da una spanna diventa uno squalo, tanto non puoi mai verificare.
Non c’&egrave mai nessuno ad immortalare il momento.
Giangi, per queste cose, &egrave pescatore di professione altro che magazziniere. Mister Torello da monta.
Pensate che all’ultima sua preda, ha dato una “Tramvata di minchia” da paura.
&egrave un detto Piemontese(siamo tutti di Torino) per indicare che hai castigato sessualmente una donna.
Ha detto la cazzata! Nessuno di noi ci ha creduto.
Giangi &egrave il diminutivo della frase”ahhhh, GIAN..(luca) GI..rete e vattene a affanculo!!!!” alla Romanaccia.
Gli altri amici sono più terra terra ma anche loro qualche figa l’han castigata.
Beppe invece &egrave l’unico che non dice mai niente ed &egrave per questo che giriamo insieme; sempre in coppia come Cip e Ciop, Gianni e Pinotto, Starsky e Hutch, Bo e Luke.
Quindi fa esattamente quello che faccio io…..non tocca boccio…altro detto Piemontese per indicare che non riesci a rimorchiare nessuna.
Qualche Sabato addietro siamo andati ad una inaugurazione di una nuova discoteca. Siamo partiti che lui era già un po’ bevuto, siamo arrivati ed ha rincarato la dose.
Fatto sta che ci hanno sbattuti fuori perché aveva importunato una ragazza che, irritata, gli aveva mollato uno schiaffone. Aveva il segno delle 5 dita.
Meno male che non ha reagito malamente, però qualcuno lo ha fatto notare ai buttafuori, che l’hanno subito defenestrato, ed io l’ho seguito ovviamente.
Stasera si va in un’altra discoteca e mi sono premunito di dire a Beppe di non fare cazzate, se no anche questa sarà off-limit per noi.
A noi si unisce anche il Giangi, così lo vedo all’opera….el Tombeur des femme.
Chissà che non imparo qualcosa, ahahahahah!!!
All’entrata ci accoglie una bella signorina che ci porge dei volantini delle prossime serate e Beppe, che non si smentisce mai, fa qualche apprezzamento ma non lo caga neanche di striscio.
Giriamo a vuoto per un po; non &egrave che ci sia tanta fauna femminile.
Poi adocchio una ragazza carina e sola.
Mi avvicino e sfodero tutto il mio fascino alla Rodolfo Valentino.
Inutile dire che sento già delle risate fragorose delle tribune, ma me ne fotto! Non avete il bench&egrave minimo umorismo.
La frase di esordio &egrave banale, ma serve per rompere il ghiaccio.
“Certo che la serata &egrave un mortorio, che ne dici se la movimentiamo con un po’ di ballo?”
Mi guarda da capo a piedi, manca solo che mi consegni la radiografia e penso di ricevere un vaffa…… ma risponde con un “Ma sì, perché no!”
Deve esserci qualcosa nell’aria stasera….una donna ha accettato il mio invito.
Non mi monto la testa. Vado per gradi.
La musica &egrave assordante ma provo a chiederle se viene sovente in questa discoteca.
Lei non capisce ma sorride. Buon segno.
Mi avvicino al suo orecchio e le faccio la domanda di prima.
Mi risponde di sì. &egrave venuta con una amica ed il ragazzo di lei.
Ottimo.
Non &egrave accompagnata. Balliamo ancora un po’, poi con un cenno mi fa capire che ne ha abbastanza di ballare.
L’accompagno di nuovo al tavolo e le chiedo se gradisce qualcosa da bere…..non me la devo far scappare.
Annuisce. Un Margarita. Vado al bancone ordino il drink ed un Vodka-Lemon per me.
Al ritorno la trovo con ragazzo che le si &egrave seduto accanto.
Faccio finta di niente e le porgo il bicchiere.
Lei dice al pirla “Il mio ragazzo” e questo si dilegua senza una parola.
Si scusa subito per avermi messo in mezzo, ma voleva togliersi il tacchinatore dalle balle.
“No problem” dico ” E visto che sono il tuo ragazzo mi presento, piacere Maurizio”
Lei ride ” Miriam, visto che sono la tua ragazza” e ride nuovamente.
Cavolo, c’&egrave feeling. Parliamo del più e del meno. Il discorso capita sulle moto e le dico che sono un appassionato nonché motociclista incallito. Lei avrebbe voluto una moto ma i suoi si sono sempre opposti.
Ogni tanto vedo Beppe passare davanti al tavolo, lanciando occhiate di apprezzamento. Giangi sembra invidioso, oggi tocca a lui non rimorchiare e penso che gli roda parecchio.
Arrivano l’amica ed il ragazzo, ai quali mi presenta.
Il tempo passa in fretta e l’amica le dice che loro vanno. Lei dice ” Ci vediamo all’uscita fra 5 minuti”
Poi si rivolge a me “Sono stata bene oggi con te”
“Anche io, molto. Ti va se ci rivediamo?”
” Certo, va bene. Ti lascio il mio numero di Cellulare. Domani sentiamoci in mattinata” scrive il numero su di un foglietto, poi saluta e se ne va.
Eeeeeeeeeeehhhhhhhh vaiiiiiiiiii, &egrave fatta!
Il giorno dopo la chiamo in tarda mattinata e le propongo un giretto in moto nel pomeriggio.
L’idea l’alletta ma non ha il casco. Io ne ho due, nessun problema.
Ci si vede alle porte di Torino. Non vuole la venga prendere sotto casa per non mettere in apprensione i genitori.
Arriva puntuale. Ci si saluta e si parte subito. Si vede che &egrave già stata in moto.
&egrave leggera come una piuma ed accompagna le pieghe con maestria. Guido bene fra le strette curve delle colline Torinesi. Ci fermiamo a bere qualcosa in un bar sulla strada e facciamo 4 chiacchiere.
&egrave appena uscita da una storia abbastanza tormentata. L’uomo che stava con lei era sposato e lei l’ha saputo solo dopo molto tempo anche se aveva subodorato qualcosa.
Sta di fatto che lo mise alle strette e lui mollò tutto. Molto bene. Libera.
Ritorniamo verso casa e l’accompagno alla macchina. Devo battere il ferro mentre &egrave caldo, quindi le chiedo di uscire anche la sera ma purtroppo &egrave già impegnata; va a cena da amici.
Allora le propongo, per il giorno dopo, una gita in montagna. Accetta molto volentieri l’invito e ci si trova alle 9 nello stesso posto di oggi.
L’indomani arrivo e lei &egrave già li che aspetta. C’&egrave un sole splendido e l’aria &egrave frizzante ma piacevole. Mi tolgo il casco e scuoto la chioma, come un cavaliere si toglie l’elmo per la sua amata prima di baciarla.
Ahhhh, ma allora non ve ne va bene una. Un po’ di romanticismo, e che c…o.
La saluto con un bacio sulla guancia che ricambia. Le chiedo come sta, le solite cose e poi si parte.
Ci fermiamo in un posto tranquillo dove mi fermo spesso quando sono solo a pensare alle mie cose.
Ci sdraiamo sul prato e prendiamo un po’ di sole mentre parliamo di moto, vacanze ed altre cose di carattere generale.
&egrave sdraiata vicino a me e la posso guardare bene, anche perché si &egrave messa in canottiera.
Certo che &egrave proprio carina, penso fra me e me.
Arriva l’ora di pranzo, ci vestiamo e la porto in una trattoria di conoscenti di mia madre, dove fanno dei piatti casalinghi veramente buoni.
Mentre mangiamo parliamo di montagna, di sciate e di feste passate scoprendo altre cose in comune.
Quando faccio qualche battuta scema lei ride di gusto e diventa ancora più bella. &egrave simpatica da morire.
Arriva l’ora di tornare. Quando arriviamo alla sua auto, le chiedo se vuole venire da me per mangiucciare qualcosa, anche se siamo ancora pieni dal pranzo.
Mi risponde con un bellissimo “Sì”. O, sollazzo per le mie giovani orecchie.
Azzz, che vena poetica, che ne dite? Non dite niente….e va beh, però….non va bene mai nulla.
Arriviamo a casa mia, piccola ma ben messa, poi ieri in previsione avevo messo in ordine.
Che volpe sono! Avevo messo un Prosecchino in frigo e qualche stuzzichino lo avevo preparato io.
La faccio accomodare sul divano e vado in cucina a preparare. Arrivo mentre lei si guarda in giro curiosando fra le cose sparse per il salotto.
Mi siedo accanto, e le chiedo se le va un po’ di musica. ” Sì, dai …cosa mi fai sentire?”
Guardo fra i cd e ne prendo uno di Pat Matheny, musica soft e ambience. Non lo conosce. Sentiamo un paio di brani. Uhmmmm, non va . Vedo che non apprezza.
“Rock?”
” Ok, molto meglio”
“AC-DC?”
“Assolutamente azeccato, ottima scelta”
Metto su “Back in black” classicissimo.
Si scatena. Balla da seduta dimenandosi con le braccia a tempo di musica.
Ad un certo punto prendo il coraggio a due, tre o quattro mani, non ricordo bene, la fermo all’altezza delle spalle e la bacio. Inaspettatamente lei si avvinghia a me in un bacio che diventa appassionato. Poi si ferma e comincia a spogliarmi in modo alquanto frenetico….via la camicia, via anche i pantaloni e subito dopo le mutande. I calzini li tolgo io perché non mi va di tenerli su mentre si fa sesso, come gli attori di quei porno tedeschi, che fan morir dal ridere. Gli mancano solo i sandali per completare l’opera.
Si avventa sul mio cazzo durissimo, come una felino con la sua preda, prendendolo con due mani Comincia a leccarlo come un gelato, poi lo ingoia per un bel tratto.
Porca paletta che foga. Mai potevo immaginare tanto eros in quel donnino minuto.
Ad un certo punto lo succhiava così forte che le mancava perfino il fiato tanto lo aveva in gola.
Sentivo succhiare e soffiare. Soffiare e ciucciare. Soffiare? Mica sono un canotto! Però mi piaceva.
Non avevo mai provato niente del genere. Beh erano anche 2 anni che non facevo sesso.
Cumunque ero al limite. Dovevo far qualcosa, se no venivo.
Ho detto basta…ma niente…stop…niente ancora…fineeeee….ho dovuto prendele la testa e staccarla dal mio membro, sentendo quel classico rumore di bottiglia stappata.
Questo si che era un pompino, peccato che non poteva andare avanti se no….eruzione istantanea.
Ora la spoglio io, via la camicettae la canottiera poi pantaloni e mutande.
Ben fatta la ragazza, tutto a posto forse solo le tette un po’ piccole.
Ma mi devo soffermare sui particolari dopo due anni di rasponi? Non penso proprio.
Ok, la stendo sul divano e le allargo le gambe così da avere la sua fighetta bella in mostra.
Carina pure lei, simmetrica, con le grandi labbra morbide ed invitanti ed un clitoride prominente ma proporzionato. Mi fiondo in mezzo alle gambe e lecco, lecco, lecco.
Sento due mani sulla nuca che spingono la testa verso la vulva pregna di umori.
Spinge talmente tanto che faccio fatica a muovere la lingua. Che stupenda sensazione. Era da tempo “immemore” che non sentivo una bella figa fra le labbra.
Alzando gli occhi, la vedo mentre dimena la testa ritmicame mentre dalla bocca mordicchiata dai suoi denti, uscivano dei “Sì” uno dopo l’altro.
Bella calda l’amica. E chi l’avrebbe immaginato.
Decido che &egrave il momento giusto per farle sentire il mio membro turgido e pulsante.
La penetro nella posizione più classica…quella del missionario.
Si vede che si mettevano sempre così questi. Ma i missionari non erano preti?
Ma che razza di domande….vai avanti piuttosto.
Voglio farle sentire tutti i miei 20 cm di minchia.
Entro senza far fatica. La sento calda e umida.
Il suo fiato sul collo mi inebria.
Ad un certo punto mi sussurra all’orecchio ” Dammi uno schiaffo mentre mi fotti”
“Cosa?”
“Hai capito bene, dammi uno schiaffo”
Va beh! Mi alzo un po’, mi appoggio ad una mano sola e le do un buffetto.
“No più forte!”
Ma che cazzo sta succedendo.
Le ho dato un altro schiaffo che a me sembrava forte. Nel mentre continuavo a scopare.
“Si dai…ancora più forte”
Ma &egrave tutta scema? Altro schiaffo. Stavolta sono andato pesante. Le ho lasciato un segno sulla guancia.
” Oddio ancora, fottimi e schaffeggiami. Uno schiaffo dietro l’altro come i movimenti del tuo cazzo”
Non so cosa mi successe in quel mentre, ma le mollai una serie di schiaffi ed a ognuno di loro rispondeve “Sì, fallo ancora”
“Più forte, sei una checca”
Ah sì, detto fatto. Lo schiaffo successivo fu talmente forte che dopo il suo “Si” di rito, svenne.
Ora, facciamo un flashback e torniamo indietro con il tempo a due anni prima.
Una amica mi aveva presentato una ragazza piuttosto bona con cui, dopo aver sputato l’anima, andai a letto. Questa nel bel mezzo dell’amplesso non si mise a piangere? ” Sai &egrave il mio modo di godere”
Ma cazzo tutte a me devono capitare. ME LO FECE VENIRE MOLLE.
Non &egrave possibile. A distanza di tanto tempo trovo un’altra con problemi strani.
Il fatto &egrave che almeno quella piangeva ma era cosciente, questa &egrave lì…esanime.
Che faccio? Chiamo il 911… ah no, quello &egrave americano di CSI…no, il 118.
Calmo, calmo. Alzale le gambe, e cerca di rianimarla. Ok …forse si riprende.
Apre gli occhi e mi abbraccia dicendomi un grazie dietro l’altro.
Minchia, me la sono vista brutta. Mi lascia lì come un fesso.
“Stai bene?” chiedo. Lei dice “Sì, benissimo”
Ma se un attimo fa eri senza sensi…,ma vaff…,cazzo che spavento!
Miriam si veste e mi dice “Mi piaci, sei un vero uomo. Non ho mai goduto come oggi”
Si…però…ma…forse….non dimentichi qualcosa?…ed io?
Sorridente sulla porta, mi saluta! “Ti chiamo e rifacciamo. Ciao”
Arrgggggghhhh, divento verde pisello e mi trasformo in Hulk, bevendomi tutto di un fiato il prosecco rimasto.
Puttana di quella troia sbullonata e sbomballata, ma che cosa ho fatto nella vita per meritarmi tutto questo?
Dio se esisti, la prossima volta invece di mandarmela BONA, mandamela NORMALE. MI accontento
Se no ne parlo con BABBO NATALE, forse lui mi regalerà una donna senza turbe per le feste.

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