Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Cinque punti patente

By 19 Ottobre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Si incontrarono. Era il venerdì successivo, dopo un fine settimana in cui i telefoni restarono muti. Dopo che solo il pianto e l’angoscia aveva riempito le loro giornate. Si videro al solito posto. Quello che negli ultimi tempi li aveva visti insieme. Piuttosto squallido, mal curato, ma non importava perch&egrave sapevano che quelle pareti e quei soffitti non sarebbero esistiti. Lei era già arrivata. Era eccitata per il fatto che quella mattina la polizia stradale le aveva tolto 5 punti dalla patente. Lui le aveva promesso altri cinque magnifici momenti. Salirono al primo piano. Cominciarono a spogliarsi e velocemente si infilarono sotto le lenzuola. Lei mantenne il perizoma. Lui infilò le dita sotto le mutandine e lei immediatamente si bagnò e si sciolse in un abbraccio. Lui si accorse che non c’era tempo per i preliminari. Subito lei si mise a cavalcioni e senza togliersi il perizoma gli chiese di entrare. Era morbida, completamente bagnata. Subito gemette e ripeteva che era bello. Cominciò a strofinare il suo pube su quello di lui, cercava di averlo dentro tutto, di accoglierlo tutto in s&egrave. Cominciarono a parlare, erano eccitatissimi, finalmente poterono riscoprire quello che era stato per quegli ultimi mesi. Usavano un gergo tutto loro e solo per loro, come solo loro riuscivano a capire quella relazione, andare avanti contro tutto e contro tutti. ‘Toccami bene’ ansimò lei, lui sapeva che dove toccarla. Erano diventati talmente intimi che ognuno capiva come dare piacere all’altro, e si promettevano ogni volta che un giorno il piacere sarebbe stato assoluto. Sì, volevano arrivare all’assoluto, anima, corpo ed emozioni di entrambi fusi in un unico essere di piacere. ‘Più in fretta’ ripeteva lei mentre continuava a sentirselo tutto dentro, chinava la schiena all’indietro. ‘Parlami, dimmi di venire, parlami ti prego, dimmi tutte le cose che vuoi e cominciarono un rituale che conoscevano bene.
‘Dove lo vuoi ?’ chiese lui.
‘Dappertutto’ rispose lei
‘Dappertutto dove?’
‘In bocca e poi dietro nel culetto’
‘E ti piace nel culetto?’
‘Si mi piace tutto quello che mi fai’
‘E allora dopo lo metto nel culetto, vengo dentro il culetto, ti vengo in bocca e poi sui seni’
‘Si continua a parlarmi così, e dimmi di venire, toccami bene, continua a toccarmi’ disse lei.
‘Si ma non farmi venire – chiese lui -, voglio lasciartelo duro fino alla fine. Voglio mettertelo nel buchetto, venirci dentro, riempirti tutta.’

E lei infine venne, urlo forte il suo nome, si accasciò su di lui. Gli chiese di venire, ma lui non volle, ‘alla fine’ disse ‘solo alla fine’. Lui provava una sensazione particolare nel vedere lei che raggiungeva l’orgasmo, restava estasiato dal piacere che le provocava, vederla completamente abbandonata al piacere, e lei che chiedeva, che parlava in una intimità totale, senza vergogne o falsi pudori che avrebbero inibito momenti così particolari, così dolci, che dopo avrebbero fatto sentire sporche altre persone. Era l’amore, non c’era altra spiegazione, perché non c’era uno che solo prendeva e l’altro che dava, era uno scambio, era una gara per dare di più l’uno all’altra. Lei si girò. Lui l’abbracciò da dietro e dolcemente le accarezzava la testa. Era sfinita, chiuse gli occhi, restando stretta. Lui dolcemente la coprì, con la mano sinistra le teneva il ventre e accarezzava il suo tatuaggio, e con la bocca sfiorava le sue spalle e il collo. Con la mano destra le accarezzava il seno. Lei sentiva l’eccitazione di lui ed aveva capito. Stettero poco così, lei quel giorno era particolarmente eccitata, gli parlava della sua tempesta ormonale. Lui da dietro le fece scivolare il cazzo vicino alla fica e lei cominciava a bagnarsi di nuovo. Poi lui con la testa scese verso il suo grembo, lei allargo le cosce. Prese il clitoride tra le labbra e cominciò a succhiare, lei gemeva piano, con le dita cercò un varco e affondo la lingua nella fica, colpiva aritmicamente, entrava ed usciva mimando il coito. Infilò due dita e lei trasalì. ‘Ti voglio’ disse con voce soffocata dal piacere. ‘Aspetta’ disse lui che continuava a leccare e a strofinare la bocca sulle sue grandi labbra, alternando due dita alla lingua, cercando di arrivare dall’interno sul dorso della vagina, dove lei era particolarmente sensibile. Lubrificò un dito con gli umori di lei e contemporaneamente infilò un dito nella fica e uno nel culetto, lei trasalì di nuovo. Si soffermò poi a lungo con la lingua nel buchetto di lei, mimando l’amore anale, mentre con un dito continuava ad entrare ed uscire dalla sua fica. Poi di colpo si staccò. Le allargò le cosce ed entrò cercando di sbatterla più forte che poteva, lei teneva le mani nei capelli e scrollava la testa da una parte all’altra dicendo: ‘ non smettere, più forte sto impazzendo’, ma lui uscì, e pose il suo cazzo ritto sui suoi seni, lei li strinse intorno a lui, chinò dolcemente la testa e lo prese in bocca, cominciò a succhiarlo, cercando di tenerlo in mezzo ai seni mentre lui le diceva ‘lo senti il tuo sapore’, lei annuì, non potendo parlare.
‘voglio farlo di nuovo a te’ disse lui e si scostò. Affondò di nuovo la testa nel suo grembo e continuò a leccare selvaggiamente, ad infilare, prima uno, poi due poi tre dita mentre lei scostandosi con una mano le afferrò il cazzo e cominciò a masturbarlo, lui trasalì ‘ gli piaceva quando lei lo toccava. E poi lei di nuovo lo prese in bocca, cominciò a leccarlo per la sua lunghezza e poi se lo spingeva in bocca. Erano al massimo dell’eccitazione. ‘Prendimi da dietro’ chiese lei, mettendosi carponi. Lui stando quasi in piedi dietro di lei lo infilò spingendo verso il basso, cercando di andare a colpire la parte interna anteriore della vagina, dove ritenevano lei avesse il Punto G.
‘Girati’ urlò lei. Lui sapeva che lei veniva completamente quando stava sopra. Si girò e lei entro di nuovo, strofinando il suo pube contro quello di lui. ‘Toccami, toccami bene, toccami velocemente, no.. con l’altra mano, infila tutto dentro, infila tutto quello che trovi, infilamelo tutto, fammi male’ continuò lei. ‘Parlami, dimmi di venire, ti prego toccami, parlami, dimmi di venire’
‘Vieni amore, vieni amore mio, vieni con tutto, vienimi in bocca’ disse lui, ‘Vieni con la bocca, urla il tuo piacere, vieni con il culo, ti insegnerò a venire con il culo, e poi mi farai venire tu nel tuo culetto, voglio romperlo e voglio riempirlo, vorrei avere due cazzi per farti godere anche di più, vorrei avere due lingue, e mentre ti faccio davanti e di dietro, vorrei leccarti tutta e farti impazzire dal piacere.’ E lei cominciò a muoversi sempre più velocemente, reclinò la testa indietro, e lui vedeva i suoi seni che danzavano davanti ai suoi occhi. ‘Eccomi’ disse lei ‘vengo, vengo tutta’ urlò di nuovo, spalancò la bocca, respirava affannosamente, lui accarezzando i suoi seni sentiva il suo cuore battere forte. Lei si staccò, si mise carponi. ‘Prendimi il culetto, vieni dentro’. Queste parole portarono lui al massimo dell’eccitazione. Affondò di nuovo la lingua nel culo di lei, infilò il cazzo nella fica per cercare di lubrificarlo, lei teneva le natiche larghe con le mani per facilitare la penetrazione, entrò morbido, non lo infilò tutto per non fargli male e cominciò ad andare dolcemente avanti e dietro, sentiva i muscoli dello sfintere tutti intorno al suo cazzo. ‘E’ stretto – disse ‘ &egrave stupendo, &egrave bellissimo, ti amoooo’. ‘Vieni amoreeee’ urlo lei e lui venne, si svuotò tutto nel culo di lei. Giacquero per lunghi attimi in silenzio, si cercarono le mani, le strinsero mentre fissavano il soffitto. ‘TI AMO’ disse lei, ‘TI AMO’ rispose lui, ‘cazzo non ho mai amato così’.

Leave a Reply