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Racconti Erotici Etero

Clary e Jean – 1^

By 12 Febbraio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Clary e Jean

L’incontro

Clary:
Siamo in viaggio, io e Mauro, in una cittadina delle Dolomiti molto famosa per gli sport invernali; ancora una volta accompagno Mauro in un viaggio di lavoro.
Siamo alloggiati in un bellissimo albergo con piscina coperta, centro benessere, palestra, così mentre lui è fuori, io faccio la vita da principessa: mi alzo tardi, palestra, idromassaggio, massaggi e’ naturalmente shopping!
Sono sdraiata su una chaise longue vicino alla vasca dell’idromassaggio, in attesa che mi chiamino per un massaggio thai e sorseggio una tisana quando’ entra lui!
Alto, moro, capelli neri tagliati corti, tra i trenta e i quaranta anni, un accenno di barba che gli da un’aria trasandata e canagliesca.
Con un gesto fluido si sfila l’accappatoio e lo getta su una chaise longue; ha il fisico di una statua greca!
Spalle larghe e forti, pettorali definiti, addominali a ‘tavoletta di cioccolato’ e glutei e cosce esplosivi!
Mentre si avvia verso la vasca idromassaggio, non posso fare a meno di scendere con lo sguardo al suo costume da bagno, che sebbene a calzoncini, non riesce a nascondere il volume del suo ‘pacco’.
Sono rimasta incantata a guardarlo, con la tazza della tisana a mezz’aria; lui percepisce il mio sguardo e si volta a guardarmi.
Mi fa un sorriso da predatore, mettendo in mostra delle ‘zanne’ bianchissime, e’mi dice: ‘Buongiorno’ ‘ con una voce profonda e sensuale.
Mi riprendo e rispondo al suo saluto.
Scivola dentro la vasca e si rilassa con le braccia appoggiate al bordo; la posizione mette in risalto i bicipiti possenti!
Mi riscuote la chiamata della massaggiatrice; mi alzo e con un ultimo sorriso mi avvio alla sala massaggi.

Jean:
Esco da Martine dopo averla riempita con il mio seme e, mentre la guardo appisolarsi felice, capisco che, anche questa volta, ho fatto la scelta giusta.
Ho sempre amato, da che mi ricordo, passare almeno una settimana della stagione invernale in montagna. Adoro i paesaggi d’alta quota, l’aria frizzantina che si può respirare e le innumerevoli occasioni per fare attività sportiva che quei luoghi sanno offrire. Se poi hai anche accanto una ragazza splendida con cui godere, beh… allora è davvero il paradiso!
Quest’anno il mio paradiso era Martine, una giovane ragazza caraibica che frequentavo da qualche tempo (ovviamente senza particolare impegno, come dovrebbe sapere chi mi conosce).
Era stata felicissima della mia proposta. Del resto, le offrivo una vacanza in uno dei posti più belli ed esclusivi delle Dolomiti: sarebbe stata pazza a non accettare.
Mi alzo dal letto ancora intorpidito dall’orgasmo, mi lavo velocemente, indosso costume ed accappatoio e, dopo aver indugiato con lo sguardo sul profilo perfetto della mia compagna ancora per un po’, esco dalla stanza d’albergo e mi dirigo verso la sala idromassaggio.
Il mio ingresso nel locale è accompagnato da una piacevolissima sorpresa. Sdraiata languidamente su una chaise longue accanto alla vasca idromassaggio, infatti, c’è una donna.
Il mio sguardo è subito catturato dalla sua figura, perché è davvero bellissima.
Credo abbia circa una cinquantina d’anni ma questo nulla toglie al suo splendore, anzi, lo arricchisce di una ulteriore nota di fascino maturo.
Ha i colori del Mediterraneo e due splendidi e profondissimi occhi verdi. Il suo corpo pieno e morbido, è accarezzato morbidamente dal candido tessuto dell’accappatoio che, leggermente scostato sul davanti, mi regala uno scorcio del suo prorompente seno.
Faccio scivolare l’accappatoio su una chaise longue che ho lì accanto e, mentre mi avvio verso l’idromassaggio, sento distintamente i suoi occhi che percorrono il mio corpo, quasi come se, invece di guardarmi, mi stesse toccando.
Capisco di aver attirato la sua attenzione ed allora mi volto e, dopo averle fatto uno dei miei sorrisi assassini, la saluto, cercando di comunicarle con la voce che anche lei non mi è indifferente.
La vedo perdere per un attimo l’orientamento prima di rispondermi e questo mi diverte parecchio.
Immerso nell’acqua fino alle spalle continuo per un attimo il mio gioco di sguardi con lei, fino a quando un’inserviente non la avvisa che è il suo turno in sala massaggi.
Prima di sparire, ha la premura di regalarmi un altro sorriso.

La conoscenza

Clary:
Alla sera scendiamo al ristorante dell’albergo e mentre siamo a cena’ eccolo di nuovo!
Indossa un abito che si capisce subito è fatto su misura, gli cade addosso come un guanto, ma lui lo indossa in maniera disinvolta, sempre con quell’aria falsamente trasandata.
E’ accompagnato da una ragazza molto bella, con una carnagione scura da creola e un corpo mozzafiato.
Si siedono a due tavoli da noi e il cameriere è subito da loro.
Mauro, al quale non sfugge niente, ha subito notato lo sguardo interessato che ho rivolto alla coppia: ‘T’interessano?’ ‘ mi fa con aria furbesca.
Così colgo l’occasione e gli racconto dell’incontro del mattino con il bel ‘fusto’.
Intanto loro hanno terminato le ordinazioni e come per caso lui gira la testa e incrocia il mio sguardo; mi sorride e rivolge a tutti e due un cenno cortese di saluto con la testa.
‘Sì, decisamente t’interessa.’ ‘ riprende Mauro sorridendo ‘ ‘Devo stare attento altrimenti me lo ritrovo dentro al letto in men che non si dica.’
‘Stupido’ ‘ gli faccio io e riprendiamo a mangiare.
Dopo cena ci dirigiamo al bar, per un caffè e per passare un po’ di tempo ed ascoltare un po’ di musica da un pianista che sta suonando tutti motivi anni ottanta.
Di uscire non se ne parla; durante il pomeriggio ha fatto una bella nevicata ed io non ho nessuna intenzione di andare a sguazzare nella neve fresca e al freddo.
Dopo poco arrivano anche loro e si siedono al tavolo a fianco.
Questa volta, prima di sedersi, è lui a volgere lo sguardo su di me e a sorridermi.
Mentre parlano percepisco che lui ha un accento diverso, come straniero.
‘Vado a fumare una sigaretta, non ti perdere mentre non ci sono.’ ‘ mi dice, dopo un po’, Mauro alzandosi.
Mauro si è appena allontanato che il ‘fusto’ si gira verso di me:’Bonsoir, non ho potuto fare a meno di sentire il suo accento, mentre parlava con suo marito.’ ‘ mi dice in un francese perfetto ‘ ‘Lei è francese, vero?’
‘Oui’ ‘ rispondo nella stessa lingua.
‘Anch’io. Sono nato a Parigi, anche se ormai sono moltissimi anni che vivo in Italia.’
Si alza e mi si avvicina:’Permette? Mi chiamo Jean, Jean Louis Lebris de Delors e lei è la mia amica Martine, viene dalla Martinica.’
‘Piacere, il mio nome è AnneClaire.’ ‘ rispondo porgendogli la mano, che lui si china a sfiorare con le labbra, e rivolgendo un sorriso amichevole alla ragazza.
Lui si siede al mio tavolo e cominciamo a conversare un po’.

Jean:
L’ho notata subito, seduta al centro del salone con quello che penso essere suo marito, splendida, e mi sono seduto apposta in un tavolo vicino.
Non troppo vicino, per non essere invadente, ma nemmeno troppo lontano, perché non voglio perderla.
Martine è seduta accanto a me, splendidamente accarezzata dal suo abitino bianco ed aderente che contrasta in un modo sublime con i suoi colori e la rende meravigliosa, eppure io non ho che occhi per quella splendida donna dagli occhi verdi di cui non conosco neppure il nome.
La guardo di sottecchi per non essere troppo sfacciato, mentre completo le nostre ordinazioni, e noto che anche lei sembra ancora incuriosita da me. Mi è sembrato di percepire uno sguardo interessato rivolto verso di noi e, subito dopo, ho visto suo marito che le sussurrava qualcosa, e pareva riferirsi a me.
Decido di testare questo mio sospetto ed allora li saluto, con un piccolo accenno del capo ed un lieve sorriso. Subito dopo, ecco di nuovo un bisbiglio complice tra di loro. Non posso sapere quello che si dicono, ma riesco abbastanza facilmente ad intuirlo.
‘Hai finito?’, mi dice Martine con voce un po’ seccata.
‘Di fare cosa?’, rispondo da perfetto finto ingenuo.
‘Di flirtare con quella là… – continua lei ‘ cosa credi, che non ti veda?’.
Mi giro e le sorrido, catturando i suoi occhi con i miei: ‘Sciocchina, cosa sei, gelosa? Lo sai che voglio solo te. Quella là, come la chiami, è solo una signora che ho incontrato oggi pomeriggio per caso in sala idromassaggio. L’ho salutata per educazione…’, concludo, baciandola sulla guancia.
Lei mi sorride, contenta della mia spiegazione.
Io, in realtà, continuo a non perdere di vista la coppia e, dopo un po’, la vedo dirigersi verso il bar. Lascio passare qualche minuto e poi convinco Martine che ho proprio bisogno di un buon caffè.
Quando arriviamo nel salottino loro stanno ancora consumando le proprie bevande. Mi accomodo con la mia compagna nel tavolino accanto al loro e, nel farlo, guardo la donna e le sorrido di nuovo. Mi limito a quello, per non fare innervosire di nuovo Martine, con la quale poi mi perdo in amabili chiacchiere.
Dopo qualche minuto suo marito si alza e si allontana; ne approfitto per girarmi verso di lei ed attaccar bottone.
Il mio è un pretesto banalissimo: le chiedo se, come avevo sospettato, è francese, lei risponde con molta gentilezza; prendo coraggio e, dopo essermi alzato mi presento.
‘Mi chiamo AnneClaire’, mi risponde con voce flautata, sorridendo alla mia compagna e porgendomi la mano con studiata svagatezza.
Io la catturo tra le mie e la bacio leggermente, godendo della morbidezza e del calore della sua pelle di seta. Poi mi siedo ed inizio a parlarle.

Clary:
Dopo qualche minuto Mauro torna e io faccio le presentazioni.
‘Ma mentre voi parlate della Francia’ ‘ fa Mauro ‘ ‘è un peccato lasciare tutta sola una bellezza come Martine. Le va di ballare?’
E così dicendo prende Martine per mano e la conduce al centro della piccola pista vicino al pianoforte.
‘Tuo marito non perde tempo, eh’ ‘ mi sorride Jean.
‘Mauro, è il mio compagno, non siamo sposati’ ‘ rispondo, sorridendo anch’io ‘ ‘ ed è vero, non perde tempo con le donne.’
‘Balliamo anche noi?’
Ci dirigiamo verso la pista e sulle note di ‘For once in my life’ di Steve Wonder, ci allacciamo in uno slow.
Mentre balliamo, noto che lo sguardo di Jean non si perde nulla della mia scollatura.
Questa sera sono vestita con un tailleur, giacca e pantaloni, verde scuro, ai piedi delle chanel, verdi anch’esse; sotto la giacca porto solo un reggiseno a balconcino con le mezze coppe, che lascia scoperta la parte superiore del seno e i capezzoli.
Con la sua altezza, Jean deve avere una visione niente male dei miei seni.
La sua mano destra scivola dalla spalla alla curva dei fianchi e con una leggera pressione fa aderire i nostri corpi.
‘Quando ballo mi piace sentire il corpo della mia compagna’ ‘ mi sussurra nell’orecchio ‘ ‘è più passionale’.
‘Balli molto bene’ ‘ dico un po’ confusa, mentre avverto qualcosa di duro e grosso spingere contro il mio ventre.
‘Grazie, ho fatto molti corsi e sono quasi un ballerino professionista. Anche tu balli divinamente e poi sei talmente bella e affascinante che se anche non sapessi ballare, affatto sarebbe sufficiente il piacere di averti tra le braccia’.
Lo guardo negli occhi per rendermi conto se sta scherzando, ma i suoi occhi, che ora posso vedere essere verdi scuro come smeraldi, sono seri anche se le labbra sorridono.
Intanto la sua mano si è fatta audace e risale dai fianchi fino al seno del quale accarezza il contorno lentamente prima di tornare giù, fermandosi sulla curva delle mie natiche.
La canzone finisce e vedendo che Mauro e Martine stanno tornando al tavolo, lasciamo la pista anche noi.
Ci sediamo tutti allo stesso tavolo e Jean ordina una bottiglia di champagne in onore di noi due francesi.
Continuiamo a parlare e a bere per un’altra oretta, poi Mauro dice che purtroppo domani deve lavorare e che vorrebbe andare in camera.
Ci salutiamo con la promessa di rivederci l’indomani.

Jean:
Stiamo allegramente parlando tra di noi delle nostre comuni origini francesi quando suo marito ritorna in sala.
Clary ci presenta ed io, mentre ci stringiamo la mano, noto nello sguardo del suo uomo una luce che non riesco a decifrare.
Poi Mauro, così si chiama, prende per mano la mia compagna e la invita a ballare nella piccola pista da ballo lì accanto, con fare galante ma deciso.
Li guardo allontanarsi e mi viene da ridere: ‘Tuo marito non perde tempo, eh’ – dico a Clary, che è rimasta lì accanto a me.
La risposta, non so perché, mi fa ancora più piacere: ‘Non è mio marito…’ – mi sorride’ ‘E’ il mio compagno…’
Le sorrido ancora, la invito a ballare anch’io.
Lei accetta volentieri e, in men che non si dica, ci troviamo in mezzo alla pista allacciati l’uno all’altra sulle note di un vecchio successo di Steve Wonder.
La nuvola del suo profumo mi avvolge ed io la tengo stretta tra le mie braccia, godendo del suo corpo morbido ma tonico.
La sovrasto in altezza e, poiché indossa solo l’intimo sotto la giacca verde del tailleur, mi godo un’ampia panoramica dei suoi meravigliosi seni.
Tra l’altro, indossa un reggiseno a balconcino che, in pratica, mi permette di osservare quelle colline così conturbanti fino ai capezzoli ed io mi diverto a premerla contro di me per far sì che la giacca si scosti un po’ e quell’eccitante visione aumenti.
Ah, quanto vorrei tuffarmi in mezzo e leccarli e toccarli e succhiarli come un bambino fino all’eternità!
‘Quando ballo mi piace sentire il corpo della mia compagna… è più passionale’ – le soffio nell’orecchio, mentre la mia mano destra scivola sul suo fianco e la stringe ancora di più a me.
Sono eccitato ed il mio uccello è duro dentro le mutande.
I nostri corpi sono perfettamente aderenti ed io non posso che strusciare la mia virilità sul suo pancino.
Sono sicuro che la sente bene, molto bene, perché la vedo improvvisamente confusa.
‘Balli molto bene’ – mormora a fatica, ed io la sommergo di complimenti, dicendole quanto sia bella ed affascinante e quanto sia felice di tenerla tra le braccia, mentre con la mano corro delicato lungo il fianco, raggiungendo il suo seno.
Ne sfioro il margine e già mi basta per sentire quanto sia abbondante, femminile e sensuale e per eccitarmi ancora di più.
Poi scivolo verso il basso, danzando con le mie dita sui suoi splendidi e sodi glutei.
è un’atmosfera magica, incredibilmente erotica e quando la canzone finisce e Martine ed il suo compagno tornano verso il nostro tavolo, noi siamo costretti a raggiungerli e mi sento un po’ deluso.
Non voglio lasciarli andare via subito e allora, con la scusa che sia io che lei siamo francesi, propongo un brindisi ed ordino una bottiglia di champagne:
‘Alla Francia ed al nostro incontro’ – dico alzando il calice, con un evidente doppio senso reso ancor più chiaro dal fatto che non guardo tutta la compagnia, ma solo Clary.
L’oretta che trascorriamo insieme, parlando, la passo cercando di esplorare il magnifico corpo di Clary senza farmi scorgere da Mauro e Martine, e per affogare nei suoi profondissimi occhi verdi.
Alla fine, però, è davvero troppo tardi. Mauro l’indomani deve lavorare e allora decidiamo di concludere lì la serata.

La notte

Clary:
‘Ti piace Jean, eh?’ ‘ mi fa Mauro come entriamo in camera ‘ ‘Ho notato come ti guardava e come tu guardi lui.’
‘Certo è un bell’uomo, affascinante e se vuoi saperlo mentre ballavamo ci ha provato.’
‘Ah sì? E cosa ti ha detto o fatto?’
‘Beh, si è preso un bel passaggio di mano sul seno e sul culo.’
‘Eh tu? Lo hai lasciato fare?’
‘Certo! Cosa volevi che mi mettessi ad urlare?’
Mentre parliamo ci stiamo spogliando e io sono rimasta solo con il reggiseno, lo string e le autoreggenti tutto rigorosamente in tono verde come l’abito.
‘Sei sempre la solita,’ ‘ mi dice prendendomi per i fianchi e cominciando a baciarmi il collo ‘ ‘non te ne lasci scappare uno.’
Mi prende in braccio e mi posa sul letto tuffandosi sui miei capezzoli lasciati scoperti dal reggiseno.
‘E tu sei il solito porco, che si eccita solo al fatto che qualcuno mi corteggia.’ ‘ rispondo con la voce già roca di desiderio.
E’ ancora vestito. Inizia ad esplorare con le labbra ogni parte scoperta del mio corpo, mentre con la mano mi accarezza da sopra lo string in maniera talmente lieve da provocarmi un insolito brivido.
Lo aiuto a spogliarsi, ormai siamo entrambi partiti.
Dopo avermi sfilato lo string si china tra le mie gambe a baciarmi ed accarezzarmi con la lingua; poi, mi prende tra le labbra il clitoride comincia a succhiarlo delicatamente tra le labbra, mentre con la lingua descrive un movimento rotatorio.
Sono ormai un lago e i miei gemiti riempiono la stanza.
Sarà forse l’eccitazione per quello che ci siamo detti o forse la fantasia che in quel momento ci fosse Jean a posto di Mauro, sta di fatto che raggiungo l’orgasmo in brevissimo tempo.
Il piacere mi esplode nel ventre, mentre dalla figa parte un getto di umori e comincio ad urlare il mio godimento stringendo la testa del mio uomo tra le cosce.
Quando mi riprendo mi dirigo senza indugi verso il suo membro, dedicandogli un’attenzione analoga a quella che mi aveva appena rivolto lui.
Poggio le labbra sul glande e comincio a succhiarlo, mentre con la lingua lo massaggio con movimenti rotatori.
Lo sento inarcare la schiena e contrarre i muscoli dei glutei.
Non voglio che venga così, lo voglio dentro, voglio sentirlo esplodere nel mio ventre.
Mi metto su di lui a cavalcioni, mi chino e gli offro i miei seni da suggere, mentre con la mano afferro il suo membro e lo faccio scivolare dentro lentamente.
Muovo il bacino roteandolo così da sentire il cazzo che mi massaggia le pareti interne della figa.
Appena sento il suo respiro che si fa affannoso e le sue contrazioni divenire sempre più rapide, parto per il più bel viaggio che posso immaginare e quelle pulsazioni ritmiche che si fondono con le mie, quel calore intenso e quel lieve e piacevolissimo dolore che sento nell’istante del massimo piacere, mi fa dimenticare per un attimo tutto il resto della vita.
Provo un nuovo devastante orgasmo insieme a lui, il quale si scarica in me con lunghi e poderosi getti di sperma, riempiendomi e portando il mio godimento all’estremo limite.
Saranno forse le due di mattina, ma ormai non c’interessa più l’orologio.
Continuiamo senza sosta nei nostri amplessi forse per altre due ore, finché esausti ci addormentiamo uno dentro l’altra.

Jean:
Mentre torniamo in camera sono eccitato come una bestia ed ho il cazzo così duro da farmi male.
Ho voglia di scopare con Martine ma, prima di farlo, ho voglia di provocarla un po’, anche perché il pensiero di Clary non mi abbandona.
‘Complimenti…’ ‘ gli sussurro all’orecchio entrando nella nostra stanza ‘ ‘farsi corteggiare così sfacciatamente davanti al proprio uomo…’
Lei sorride e mi butta le braccia al collo, mentre mormora: ‘Perché, tu cosa hai fatto mentre io e Mauro eravamo a ballare…’
‘Ho solo consolato una povera signora abbandonata dal compagno…’, rispondo.
‘Immagino come tu l’abbia consolata…’ – continua lei, muovendosi lenta sul mio corpo e sfilandomi la giacca.
‘Beh… è chiaro che ho dovuto farle sentire un po’ di calore e di affetto…’ – rispondo con voce profonda, facendole sentire lo stato della mia erezione.
Martine comincia a baciarmi sul collo e a strusciarsi contro il mio bacino, facendo aumentare ancora di più la mia tensione: ‘Sei un porco…’ – miagola felice.
‘Sì…’ ‘ le soffio nell’orecchio ‘ ‘sono un porco… E adesso ho voglia di fare l’amore con te…’.
Le prendo il viso tra le mani e la bacio con passione, intrecciando la mia lingua alla sua, poi con una mano la stringo forte a me e con l’altra scivolo giù tra le sue cosce, insinuandomi nello spacco del vestitino.
La trovo già fradicia e sono contento, perché vuol dire che anche lei è eccitata come me e, come me, non ne può più.
Immagino che in parte sia dovuto a quello che è successo con Mauro e, per associazione, mi torna in mente Clary e questo non fa che alzare ancora di più la temperatura del mio sangue.
La voglio così, subito, adesso, senza preamboli e senza moine e so che anche lei vuole lo stesso.
La spingo sul letto di pancia e le sollevo il vestitino in vita.
Lei capisce le mie intenzioni e solleva il sedere, per aiutarmi a sfilarle le mutandine.
Mi tuffo sulla sua figa lucida di umori e la lecco con passione, strappandole gemiti acuti che riempiono la stanza e testimoniano il suo godimento.
Io continuo a leccare e, mentre lo faccio, non posso non pensare a quale possa essere il profumo ed il sapore di Clary.
Succhio ogni suo umore e torturo il clitoride con le labbra finché non lo sento duro come un chiodino, poi risalgo e mi immergo tra le sue meravigliose natiche, continuando a torturarle la vulva con le dita.
Nella mente, ho sempre Clary.
La porto all’orgasmo con la bocca e Martine urla, si contorce e spruzza sotto i colpi della mia esperienza, mentre io ormai sto letteralmente esplodendo.
Mi alzo da lei, mentre è ancora intontita dall’orgasmo, mi slaccio furioso i pantaloni ed abbasso i boxer, tirandolo fuori.
Mentre lo punto contro le sue labbra gonfie e bagnate, non so quale figa sto per penetrare.
Entro in lei con tre stoccate lente e profonde, che le mozzano il respiro in gola.
Sento la sua figa stretta che mi avvolge come un caldo ed umido guanto e, inebriato da quella sensazione paradisiaca, comincio a muovermi lento.
La sento gemere ed anche io inizio ad ansimare più forte e roco, mentre gli occhi verdi di Clary continuano a martellarmi in testa.
Chissà se anche Martine sta facendo di questi pensieri su Mauro…
La pompo sempre con maggior vigore.
Ora entro ed esco da lei quasi completamente e ad ogni infilata mi godo tutte le sensazioni che le sue carni tenere e bollenti regalano alla mia asta dura e rovente.
Mi piego su di lei e gemo nelle sue orecchie, mentre le mani abbassano le spalline del vestitino e del reggiseno con rabbia e ghermiscono i suoi seni in un impeto di lussuria.
Continuo a scoparla con tutta la passione di cui sono capace, torturandole i capezzoli e baciandole il collo, le orecchie e le spalle.
Lei, ogni tanto, ruota il capo e mi fissa con occhi vitrei di piacere, per poi intrecciare la sua lingua con la mia.
Sono al limite e lo è anche lei.
Imperioso, la schiaccio col mio peso sul materasso ed affondo gli ultimi profondi colpi, mentre le nostre grida e i nostri acuti ci dicono che siamo ad un passo dall’orgasmo.
Veniamo insieme urlando e tendendo tutte le fibre del nostro corpo, allacciati come un’unica essenza.
Le scarico dentro ogni goccia del mio piacere e, mentre lo faccio, sento la sua vagina che si contrae spasmodica per mungermi fuori dal cazzo anche l’anima.
Crollo su lei e poi le scivolo accanto per baciarla: ‘Però…’ – mi sorride ‘ ‘incontrare quella donna ti ha fatto bene…’
‘E a te ha fatto bene lui…’ rispondo sornione.
Siamo ancora mezzi vestiti e, mentre ci baciamo e ci coccoliamo, finiamo di spogliarci a vicenda.
Abbiamo ancora tanta voglia e molte ore ci separano dal mattino; abbiamo tutto il tempo.

La doccia

Clary:
L’indomani mattina mi sveglio che sono le dieci passate.
Mi sento bene, sono appagata e riposata.
Prima di alzarmi, la mia mente vaga su come il fantasma che un altro uomo mi abbia corteggiato e che ci abbia provato, abbia scatenato la nostra libidine.
Il mio pensiero torna a Jean, alla sua lunga e delicata carezza sul seno, sui glutei e a come più volte, mentre facevo l’amore con Mauro o sognato che fosse lui a prendermi.
Mi alzo e ordino la colazione in camera; dopo una notte d’amore, al mattino sono piuttosto pigra.
Avevo in programma una sessione in palestra, ma non ne ho voglia.
Dopo colazione, m’infilo un costume nero, intero, molto scollato dietro, prendo l’accappatoio e scendo al centro benessere.
Quando arrivo nella sala dell’idromassaggio ‘lui’ è lì, immerso nell’acqua spumeggiante.
‘Bonjour,’ ‘ mi saluta con un gran sorriso ‘ ‘ci siamo alzate tardi questa mattina, eh?’
‘Bonjour,’ ‘ rispondo sfilandomi l’accappatoio ‘ ‘eh sì, questa mattina ho poltrito più del solito.’
Scivolo nella vasca davanti a lui e il benessere dell’acqua calda e spumeggiante mi avvolge.
‘Aaahhh, ne avevo proprio bisogno!’ ‘ dico con un lungo sospiro ‘ ‘Sarà che abbiamo fatto un po’ tardi, sarà stato lo champagne, ma questa mattina ho la testa tra la nebbia e tutti i muscoli irrigiditi.’ ‘ dico sorridendo tra me e ripensando alle battaglie erotiche della notte.
‘Quello che ti ci vuole è un bel massaggio.’
‘Sì, credo che tu abbia ragione; dopo il bagno vedrò se c’è un massaggiatore libero.’
‘Se vuoi posso fartelo io, qui, nell’acqua. Ho fatto dei corsi e sono molto bravo come massaggiatore.’ ‘ mi propone Jean.
‘Grazie, ma non vorrei approfittare troppo di te.’
‘Ma cosa dici per me è un gran piacere poter massaggiare una bella donna come te. Dai avvicinati.’
Scivolo nell’acqua verso di lui e mi siedo accanto porgendogli la schiena.
Comincia a massaggiarmi la base del collo, per poi scendere sulle spalle.
Con le mani ci sa fare, le sensazioni che mi trasmette sono dolci e forti allo stesso tempo e, tra il calore dell’acqua ed il suo sapiente massaggio, comincio a rilassarmi e a sentirmi la testa leggera.
Lui deve averlo notato perché dalle spalle le sue mani scendono sempre più in basso lungo la schiena’ e io mi lascio andare, perché ormai il piacere e la dolcezza del massaggio si sono impossessati del mio corpo.

Jean:
Abbiamo scopato almeno fino alle tre di notte eppure la mattina dopo alle otto appena passate sono già in piedi.
Lo so perché.
Ho sognato tutto il tempo Clary, il suo corpo, i suoi occhi, il suo seno e adesso sono eccitato come non mai.
Lascio Martine a dormire nel letto e scendo a fare colazione, poi mi reco in sala idromassaggio; chissà, magari la rincontrerò…
M’immergo nell’acqua calda e mi rilasso, cercando di non pensare a lei.
Non ci riesco, la mia mente ritorna alla sera prima, al ballo, al contatto con il suo corpo.
Mi domando se anche io ho fatto su di lei lo stesso effetto, se, anche io, l’ho turbata in questo modo.
Continuo a vagare tra questi interrogativi con la sua immagine davanti, lasciando che l’acqua calda della vasca accarezzi il mio corpo.
Sono lì da circa mezz’ora quando, finalmente, la vedo apparire.
Sono felicissimo e non riesco a trattenermi.
La saluto con trasporto, prendendola un po’ in giro: ‘Bonjour…’ – le dico ‘ ‘ci siamo svegliate tardi questa mattina, eh?’.
Lei mi risponde con la sua voce così sexy, mentre si sfila l’accappatoio mettendo in mostra il suo corpo, fasciato alla perfezione da un ridottissimo costume nero.
Scivola in acqua di fronte a me e, nel farlo, geme, con un tono di voce così erotico che mi trapassa i sensi:
‘Aaahhh, ne avevo proprio bisogno!… Sarà che abbiamo fatto un po’ tardi, sarà stato lo champagne, ma questa mattina ho la testa tra la nebbia e tutti i muscoli irrigiditi’.
Io, ovviamente, non mi lascio sfuggire l’opportunità e mi propongo subito come massaggiatore, vantando la mia esperienza nel campo.
Quando si avvicina a me e mi offre la schiena, lasciata completamente nuda dal costume, mi sento il cuore che rimbalza in gola.
Inizio un lento e cauto massaggio sul collo e le spalle e quella che ho sotto le dita è seta calda e lussuriosa.
La sento sciogliersi piano piano, sotto il tocco esperto delle mie dita e allora decido di osare di più e, sempre lentamente, scivolo più in basso lungo la colonna vertebrale, per massaggiarle la schiena.
Lei è ormai creta tra le mie mani forti ed esperte ed io me la godo tutta, gustandomi la bellezza e l’erotismo che trasuda dalla sua pelle.
Mi sto eccitando, lo sento, ed è bellissimo farlo con lei.

Clary:
Vagamente percepisco che il corpo di Jean si sposta, forse per sistemarsi meglio e qualcosa di duro e molto grosso si appoggia alla mia coscia.
Nel limbo in cui il massaggio mi ha sprofondata, istintivamente allungo una mano e le mie dita si chiudono su un bastone lungo, duro, che riesco a malapena a tenere in mano.
Quel contatto mi riscuote e con un movimento fluido mi scosto da lui:
‘Grazie, era proprio quello che mi ci voleva, sei davvero molto bravo; ora, però, quello di cui ho bisogno è una bella doccia.’
Esco dalla vasca e infilato l’accappatoio mi dirigo verso le docce, lasciandolo interdetto nell’acqua spumeggiante.

Jean:
Sono duro, di roccia e ho voglia che anche lei si renda conto dello stato in cui mi trovo.
Decido allora di provocarla.
Mi sposto leggermente, fingendo di cercare una posizione più comoda e, nel rimettermi a sedere, faccio in modo di accarezzare la sua coscia con la mia erezione.
è allora che accade l’imprevisto.
Clary, infatti, che ormai è in trance grazie al mio massaggio, sposta la mano indietro e va ad accarezzare proprio il mio membro.
è il tocco di un attimo, dura forse un secondo, ma mi fa capire quanto debba essere esperta in fatto di uomini.
Su di lei, invece, il contatto ha l’effetto di una scossa elettrica; si allontana da me e mi ringrazia per il massaggio, dicendomi che però ora ha proprio bisogno di una doccia.
‘Aspetta… – cerco di risponderle ‘ non te ne andare…’ – ma lei è già troppo lontana per sentirmi.
Di lasciarmela sfuggire, però, a quel punto, non ne ho alcuna intenzione.

Clary:
Attraverso il piccolo andito che separa le docce dalla sala idro ed entro nello stanzino.
Ripongo l’accappatoio sulla panca e faccio per togliermi il costume, quando la porta si apre ed entra lui.
‘Cosa fai qui?’ ‘ chiedo fingendomi sorpresa.
‘Fa veramente molto caldo’ – sussurra, chiudendosi la porta alle spalle – ‘farò una doccia anch’io.’
‘Ah, ok’ ‘ e mi giro offrendo le spalle al suo sguardo.
Con la coda dell’occhio lo vedo avanzare verso di me togliendosi l’ accappatoio di dosso e fissare il mio culo.
Il suo membro si erge eretto, nei calzoncini da bagno e la punta grossa come una mela sporge al di sopra dell’elastico.
‘Sei veramente bella’ – mi dice – ‘mi stai facendo impazzire’ – continua.
Non rispondo, entro nella doccia ed apro al massimo il rubinetto.
Faccio appena in tempo a socchiudere gli occhi per meglio gustarmi l’ acqua sul mio corpo, che è già al mio fianco, a premermi il membro contro l’anca.
‘Ma cosa fai?’ ‘ farfuglio interdetta.
Non mi risponde, le sue mani si chiudono sui miei seni, mi fa voltare.
Chiude il rubinetto e riprendendo i seni nelle mani mi spinge contro il muro e inizia a baciarmi; sento il suo membro possente pulsare contro il mio ventre.
‘Dai, per favore, non qui.’ ‘ riesco a dire tra un bacio e l’altro ‘ ‘Può entrare qualcuno.’
‘Non ti preoccupare ho chiuso la porta.’ ‘ mi soffia sulle labbra ‘ ‘Se troppo bella ed eccitante ed io ti voglio, qui, subito.’
‘Mah” ‘ le sue labbra si chiudono sulle mie e la sua lingua entra prepotentemente nella mia bocca.
Sono ancora esitante, ma il mio corpo sta già reagendo ai suoi baci e alle sue carezze.

Jean:
Sono così eccitato che l’uccello non riesce più a star dentro i calzoncini da bagno e sporge di un buon pezzo sopra l’elastico. Per questo devo uscire di corsa dalla vasca e coprirmi rapido con l’accappatoio.
Ho visto dov’era diretta e la seguo, più che mai deciso a farle capire cosa provo per lei.
La raggiungo che è già nello stanzino delle docce.
Quando mi chiudo la porta alle spalle, si sta sfilando il costume ed io ho di nuovo di fronte a me il suo meraviglioso corpo:
‘Cosa fai qui?…’ – mi dice dandomi le spalle ed interrompendo lo spogliarello.
‘Fa veramente molto caldo…’ – gli rispondo ‘ ‘farò una doccia anche io…’
Avanzo verso di lei e ho gli occhi calamitati dal suo fantastico sedere.
Non ne posso davvero più, devo averla, devo averla adesso.
‘Sei veramente bella… – le dico ‘ mi stai facendo impazzire…’.
Lei non risponde ed entra nella doccia aprendo l’acqua.
Io le sono subito dietro.
Mi appoggio delicatamente con il corpo al suo fianco facendole sentire la mia erezione, poi, mentre lei balbetta parole incomprensibili, le afferro i seni e la volto verso di me.
Chiudo la doccia e la schiaccio contro il muro, premendo tutta la mia virilità contro il suo pancino teso.
è calda, lo sento, ma ancora non vuole lasciarsi andare:
‘Dai, per favore, non qui…’ ‘ mi sussurra mentre continuo a baciarla ‘ ‘Può entrare qualcuno…’
Sono scuse, resistenze di facciata, che io abbatto con sicurezza e decisione:’Non ti preoccupare ho chiuso la porta.’ ‘ le mormoro malizioso sulle labbra ‘ ‘Sei troppo bella ed eccitante… Ti voglio, qui, subito’.
Non le lascio il tempo di dire altro e la bacio con irruenza e voglia, coronando un sogno che covo da troppe ore, mentre con le mani corro lungo il suo corpo.
La sento lasciarsi andare ai miei tocchi piano piano e la consapevolezza di averla fatta cedere è un ulteriore nota di piacere in questa sinfonia che stiamo componendo.

Clary:
A questo punto ho solo tanta voglia di essere scopata ed inizio io stessa a muovermi contro il ventre di Jean, il quale prende ad accarezzarmi il culo.
Le sue mani passano dal culo alle spalle ed esercitando una pressione, mi fanno inchinare davanti a lui.
Mi ritrovo davanti al suo membro rigido’è maestoso!!!
Aggancio l’elastico del costume e lo faccio scorrere fino alle cosce poderose.
Il cazzo si tende in avanti grande, liscio’enorme.
M’impadronisco di questo superbo arnese e prendo a leccarlo, assaporandolo in tutta la sua grandezza, mentre inizio un lento su e giù con la mano.
La cappella è talmente grande che non riesco a prenderla in bocca, posso solo leccarla e succhiarla sulla punta e sul forellino dal quale già fuoriesce il liquido spermatico.
So’ che prima o poi qualcuno potrebbe bussare alla porta, ma non mi interessa.
Non mi interessa che ci scoprano così, il mio interesse ora è rivolto solamente a quest’uomo e al suo arnese che mi stava procurando un piacere inimmaginabile.
Sento le sue mani sotto le ascelle, mi solleva’infila due dita nelle bretelle del costume e lentamente lo fa scivolare giù e abbassandosi lo sfila dalle gambe.
Mentre è in quella posizione ne approfitta e con la lingua mi lecca la clitoride turgida, per poi avvolgerla tra le sue labbra.
Sono tutta un brivido, le gambe mi tremano e la mia fighetta si apre per lasciar uscire i succhi del mio piacere.
Dopo avermi portato al calor bianco si alza e mi solleva tra le sue braccia poderose.
Lì vicino c’è la panca su cui sono i nostri accappatoi, mi adagia sopra lasciando che le gambe pendano ai lati.
Con un gran sorriso e un lampo dei suoi occhi misteriosi, si adagia tra le mie cosce spalancate’ con una mano si sorregge e con l’altra punta la mostruosa cappella contro le mie grandi labbra.
La mia figa è ancora aperta e ricettiva per le battaglie notturne ed abbondantemente lubrificata, quindi quando i suoi fianchi spingono, non fa fatica ad aprirsi e ad accogliere quel membro meraviglioso.
‘Aaaggghhh” ‘ un rantolo di piacere esce dalle mie labbra, mentre lui con una prima spinta entra in me per una buona metà.
Lo accolgo bene, ma mi sento riempita all’inverosimile, ogni mia piega interna viene lisciata.
Un’altra spinta e la sua cappella urta contro il fondo della mia vagina, mentre la grossa borsa dei coglioni si adagia contro le mie natiche.
Resta così qualche attimo, profondamente piantato in me, si stende e prende a leccarmi e succhiarmi i capezzoli, duri come chiodi.
Quando prende a muoversi è come se un palo si muovesse in me, ma le sensazioni che ne ricevo sono indescrivibili.
Si muove sapientemente, con lunghi affondi che non tardano a farmi raggiungere il culmine del piacere.
‘Aaahhh’sììì’ oraaa’vengoooo” ‘ urlo, affondando i denti nella sua spalla, mentre l’orgasmo, partendo dalla figa stracolma, mi esplode nella testa.
Quando esco dal nirvana, lui è ancora dentro di me e continua a stantuffarmi con vigore, finché lo sento irrigidirsi e affondando completamente, mi scarica dentro il suo piacere.
I fiotti di sperma colpiscono direttamente il collo dell’utero’ due, tre, quattro’ sembrano non finire mai’ il piacere è immenso ed io riparto per un altro orgasmo interminabile.
Dopo l’orgasmo, si sfila da me, lasciandomi distesa, a cosce spalancate e con la figa beante che gocciola il suo sperma.

Jean:
Ora Clary è eccitata almeno quanto me, lo capisco da come mi si struscia addosso portandomi al parossismo, mentre io godo a piene mani del suo fantastico corpo.
Sono duro, durissimo, sto quasi per esplodere e il desiderio di farmelo prendere in bocca mi trafigge il cervello come una lama.
In preda alla passione più sfrenata la spingo ai miei piedi facendo forza sulle sue spalle, in modo che si renda conto senza ombra di dubbio dello stato in cui mi trovo.
L’uccello è gonfio, teso, rosso e quando Clary mi sfila il costume e lo fa scivolare ai miei piedi, il mio sesso balza in avanti come una molla.
Clary inizia a toccarmelo e a leccarmelo con tutta la sua esperienza ed io capisco di non essermi sbagliato: è veramente una che ci sa fare.
La sua lingua e le sue mani sono seta bagnata sul mio membro rovente.
Sto letteralmente uscendo di testa dal piacere e fremo e gemo mentre lei danza sulla mia cappella ed asciuga l’eccitazione che sto già sbrodolando dalla punta del cazzo.
In preda al delirio la faccio alzare ed afferro le bretelline del suo costume.
Vorrei strapparglielo in un colpo solo, ma poi decido si sfilarglielo piano piano e allora, lentamente, mentre scendo tra le sue gambe, vedo tutto il suo meraviglioso corpo che, finalmente, mi appare nudo davanti agli occhi.
Mi trovo di fronte alla sua passerina umida e gonfia, così provocante; le labbra sono perfettamente lisce e solo una strisciolina di pelo perfettamente curato le sovrasta.
Non posso trattenermi; avvicino la bocca e la succhio, abbeverandomi alla sua fonte, poi le afferro la clitoride con le labbra e la titillo fino a farla quasi svenire per il piacere.
è sublime vederla tremare di lussuria sotto i miei tocchi: è calda, sensuale, erotica. Femmina.
Quando mi rendo conto che è ormai completamente partita mi sollevo e, dopo averla stretta tra le mie forti braccia la stendo sulla panca dello spogliatoio.
Mi insinuo tra le sue gambe spalancate, afferro il mio uccello e glielo punto contro le labbra della figa.
è bollente, fradicia, incredibilmente aperta e mentre entro mi sembra di attraversare col membro una coltre di soffice, caldissimo burro.
Mi bastano due spinte per affondare completamente in lei, penetrandola fino all’utero.
Dopo averlo fatto me ne resto fermo e mi gusto le magiche sensazioni che le sue lussuriose carni mi stanno regalando.
La guardo negli occhi, nei suoi splendenti occhi verdi che ho tanto sognato e rido, rido tantissimo, perché sono felice.
Poi mi chino sul suo petto e comincio a torturarle i seni con la bocca.
Sono grossi, morbidi, pieni, incredibilmente arrapanti, provocanti e materni allo stesso tempo ed io mi ci perdo dentro.
Li accarezzo con le labbra, li lecco, li succhio, ciuccio i capezzoli spessi e turgidi come un bambino, mentre continuo a rimanere fermo dentro di lei.
Poi comincio a muovermi, prima piano, poi sempre più forte e profondo.
Ad ogni colpo, sono stilettate di piacere che dal cazzo risalgono fino al cervello ed io gemo roco, perché non posso trattenermi.
Anche lei geme, più acuta, stravolta dal ritmo e dall’intensità che sto imponendo alla nostra unione.
Viene quasi subito e mentre lo fa, è bellissima, tutta da guardare.
Urla, si agita e mi stringe forte, poi affonda i suoi denti nella mia spalla per contenere le grida.
Quando la tempesta scema io sono ancora duro, nel suo profondo, anche se comincio ad essere al limite.
Aumento ancora l’intensità dei colpi, perché l’acme è vicino e voglio essere tutto dentro di lei quando accadrà, poi mi arrendo al piacere e godo anch’io.
è un orgasmo lungo ed intensissimo quello che mi avvolge ed io lo libero in lei completamente, mentre avverto distintamente che sta godendo di nuovo.
Incredibile, raramente mi erano capitate donne così calde e disinibite a letto!
Quando esco da lei sono ancora di roccia e pieno di voglia.
Desidero la sua bocca e glielo faccio capire chiaramente, accarezzandole delicatamente i capelli e portandola verso il mio membro.
è sulle sue labbra che voglio venire di nuovo.

Clary:
Quando si alza, svetta ancora un’ erezione da favola.
Si avvicina a me, mi sfiora le labbra, mi accarezza dolcemente i capelli guidandomi la testa nuovamente sul suo grembo.
Prendo a leccarlo beandomi del meraviglioso sapore dei nostri umori mescolati, lo ripulisco per bene non tralasciando di gustare anche l’ ultima goccia che appare in cima a quel meraviglioso cazzo!
Lo lecco e lo succhio ancora, sembra ancora più grande e voglioso di prima.
Senza nessun ritegno inizio anche un lento movimento con la mano che sortisce subito il suo effetto.
Jean mi viene in bocca ancora una volta, e golosamente io lo riassaporo sulla lingua prima di inghiottirlo.
Mi bacia sui capelli, mentre riprende il suo accappatoio ed esce dalla sala doccia.
Mi alzo da quella posizione che sono tutta confusa.
Ho fatto godere per ben due volte un uomo che conosco appena e lui mi ha stravolta di piacere, a lui mi sono offerta come una vera troia.
M’infilo sotto la doccia, poi ancora bagnata, ma piacevolmente confusa e stravolta, raccolgo l’ accappatoio e ritorno nella mia camera.

continua’

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