Skip to main content
Racconti di DominazioneRacconti Erotici EteroTrio

Come Cappuccetto Rosso

By 28 Luglio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Periodo di forte stress. Sono mesi che non sto con un ragazzo. Sara e T. (Tentationem) sono fuori città, impegnati per studio, lavoro….cazzi loro. Sono settimane che non li sento e non li vedo. Sono incazzata anche con loro. Passo le mie giornate tra studio e lezioni in facoltà, biblioteche e librerie. La stagione piovosa non aiuta il mio umore.

Mi sto trascurando. Sono settimane che dovrei andare da un parrucchiere per rimettere a posto questa massa informe di capelli. Mi limito ad infilare dei vecchi jeans ed una felpa consunta. Per non parlare dei peli !!! Le docce sono ormai un evento raro. La mia passerotta è tornata allo stato di foresta primordiale.

E dire che ci tenevo tanto a me stessa. Però in questo periodo…vabbé passerà!!!

Avrei bisogno di uno scrollone, di una voce amica, di qualcuno che mi faccia riattivare l’ormone. Sono giorni e giorni che neanche mi bagno. Neanche un pensiero ‘forte’, nemmeno un sogno erotico. Sono proprio a terra!!!

Esco da lezione. E’ già buio ma almeno è smesso di piovere. Dovrei salire sul tram affollatissimo, con questo zaino che pesa un quintale, spintonare per guadagnare un posto utile alla sopravvivenza. Il tram mi passa proprio davanti al naso: dietro i vetri appannati umanità precompressa in scatola.

Dovrei aspettare il prossimo. Tra quanto passerà ? Venti minuti? Mezz’ora? No. Non mi va.

Ho bisogno d’aria, di far muovere le gambe, di pensare. Mi incammino, distrattamente getto lo sguardo dentro le vetrine illuminate. Shopping selvaggio? Tirerebbe su il morale. Ma non ho il becco di una lira in tasca. La depressione aumenta.

Basta!!! Non voglio neanche star qui a subire il richiamo di quest’orgia consumistica. Visto che non posso farne parte, almeno non voglio neanche esserne tentata. Attraverserò il parco: lì di certo ci sarà silenzio, potrò respirare un goccio di aria migliore…

‘Mi raccomando Daniela, prendi il tram, non passare per il parco. Soprattutto col buio…’

Penso alle parole apprensive di mia mamma. E’ un decennio almeno che me le ripete ossessivamente. Certo, il parco non è il posto più adatto per una ragazza sola di notte. I frequentatori, tutti lo sanno, sono tossici, barboni, omosessuali e prostitute. Quando, casualmente, con Sara e T. lo abbiamo attraversato qualche situazione pericolosa l’abbiamo percepita. Ma niente di che…qualche tossico…qualche triste prostituta lungo la strada. Il luogo di perdizione descritto da mia madre forse era solo una leggenda.

E comunque, se anche dovessi incappare in qualche ‘brutto incontro’…beh…almeno un po’ di adrenalina mi scuoterebbe dal torpore in cui sto precipitando.

Il lungo viale, i lampioncini avvolti in una leggera nebbiolina, profumo di muschio. Silenzio.

Due ragazzi su una panchina si stanno rollando una canna. Neanche mi guardano. Solo il rumore dei miei passi sulla ghiaia bagnata. Mi ci vorrà più di mezz’ora per attraversare il parco. Cammino spedita, voglio riattivare i muscoli delle gambe. Passa un uomo in bici. Mi guarda. Passo oltre. Sento che rallenta, si ferma. Il mio cuore accelera: forse è soltanto stupito di vedere una ragazza sola in mezzo al parco. Sì, è proprio così. Il cigolare della pedalata si allontana. Ho avuto paura di cosa?

Più avanti un barbone sta sistemando i cartoni su di una panchina. Dormirà qui? Novello Diogene!!! La bottiglia di vino a terra gli terrà compagnia. Ho un attimo di imbarazzo. Mi fa un po’ senso vedere quest’espressione dell’umanità. Però rifletto: forse è anche migliore di quella stipata sui tram. Vabbé. Stupide riflessioni giovanili. Gli passo davanti. Il clochard, indifferente alla mia presenza, saluta il mio passaggio con una sonora flautolenza. Non mi scandalizzo, anzi, rido.

Non è poi male questo parco di notte. Sono quasi a metà percorso e fino ad ora, non ho trovato niente di pericoloso…o di brutto. Addirittura incrocio una coppietta che serenamente pomicia su una panchina (beati loro!!!).

Mi inoltro nella parte centrale. Quella più buia e, teoricamente, quella più potenzialmente pericolosa. La scarsa illuminazione mi costringe a sforzare la vista, involontariamente il cuore accelera. Suggestione?

Vedo le macchine sul viale parallelo che si soffermano a contrattare con le prostitute sotto i lampioncini arancioni. Rumori, fruscii, canto di uccelli notturni. Sento che questo di certo è il passaggio più difficile. E infatti…

Dietro una siepe, due uomini. Mi blocco. Che stanno facendo? Accelero il passo, abbasso lo sguardo. Non voglio vedere. Sono stata una sciocca a passare di qui. Il richiamo della curiosità è più forte di ogni altro razionale pensiero. E guardo. Lo spettacolo è orribile. Uno dei due è piegato in avanti, le mani ad aggrapparsi al tronco di un albero, i pantaloni abbassati. L’altro lo incula con potenti colpi. Non riesco a distinguere i loro visi, le loro età. Ho solo paura e disgusto. Forse, loro, non si sono neanche accorti di me.

Accelero. Voglio uscire da questo buio. Altri cinque minuti di lesta camminata e dovrei tornare in mezzo alla ‘civiltà’. Un uomo mi appare davanti. Venti, trenta metri? Vedo soltanto la sua silhouette in controluce. Sembra un gigante. O è solo uno strano effetto ottico. Cerco di tranquillizzarmi. Mica saranno tutti depravati qui??? Non riesco a capire se sta camminando verso di me oppure è fermo che mi aspetta. Avanzo tremante. Solo quando sono a pochi metri da lui capisco.

Ha un cappello di lana in testa, occhiali da sole enormi che lo rendono irriconoscibile, il soprabito aperto, l’uccello eretto che punta verso di me oscillando volgarmente.

A questo punto ho davvero paura. Mi maledico. Scatto come una scheggia in direzione della strada. Me ne frego se mi infangherò completamente. Sento alle mie spalle che non mi segue, ma non smetterò di correre fin quando non troverò un po’ più di luce.

Maledetto zaino!!! Pesa troppo, sono fuori allenamento, ho i crampi dalla fatica per la corsa.

Ma sono salva. Le luci della strada, le macchine che passano, rumori di umanità. Mi piego in due per riprendermi dallo sforzo. Cazzo, non ho fiato!!! Alzo la testa e vedo uno fermo con la macchina a pochi metri da me. Potrebbe essere mio padre.

‘Ciao, quanto vuoi?…’

Gli urlo un violento vaffanculo. Le gomme stridono, l’auto sfreccia via. Ansimo e rido. Anche per puttana sono stata scambiata. Beh,non mi sono fatta mancare niente oggi. Volevo una botta di vita? Eccomi accontentata.

Camminerò lungo il viale illuminato. Non me la sento di rientrare nella zona buia. Con l’adrenalina può bastare così per oggi.

Vedo uscire qualcuno da un cespuglio (il lupo cattivo?). Cos’è? Una donna, probabilmente una prostituta che ha finito con un cliente. Si sta sistemando il trucco. La pelliccia aperta sul davanti, sotto è nuda. Credo (maledetto astiigmatismo!!!). Procedo con passo deciso. Vedo che alza la testa, mi osserva stupita.
Sono a pochi passi da lei. Non è una donna…è un trans…o una trans???
Volto esotico, trucco abbondante, seno artificialmente gonfio, pendaglio in vista incorniciato da una guepiere.

Non avevo mai visto una trans nuda. Mi fa un certo effetto: in fondo è come un personaggio della mitologia. Ma sarà più uomo o più donna? A giudicare dalle gambe affusolate e il seno abbondante…direi donna…il volto (nonostante il trucco) e il consistente membro denunciano la sua vera natura.

La sorpasso decisa.

‘Ehi….carina?!?!….’ – sento urlarmi con voce anomala alle spalle

Mi fermo e mi volto. Cosa vuole? Dice a me?

Noto che ha chiuso la pelliccia sul davanti. Il suo passo è deciso. Quasi arrabbiato. Ho un’altra volta paura.

‘Che cazzo ci fai qui?…questa è zona nostra….tu te ne devi andare…’ – mi dice aggressiva

Mi sorprendo. Anche lei mi ha scambiata per una prostituta? Magari tossica? Devo fare veramente schifo se anche lei mi scambia per ‘una di quelle’. Mi giustifico, cercando di calmarla con i gesti: nessuna concorrenza, sono soltanto una che passa di lì….

‘Ma chi prendi per il culo? Ti ho visto sai uscire da dentro…e che poi si sono fermate anche della macchine.’ – non è convinta della mia risposta e si fa avanti sempre più minacciosa

‘Guarda, così ti convinci!!!’ – le dico aprendo lo zaino – ‘…ho libri, quaderni…sono uscita di facoltà e sto tornando a casa…’
‘… e passi da dentro?…da sola?…cosa sei…una drogata di merda?….’ – il suo accento melodiosamente artefatto rivela le sue origini meridionali, siciliane probabilmente.
‘…no, mi andava di fare due passi…è molto strano?’
‘…amore, guarda con cosa giro in tasca…qui hanno fatto secca anche una mia collega tempo fa…’ – e dalla tasca della pelliccia estrae un coltello a scatto. La lama luccica di fronte ai miei occhi. Ho di nuovo paura.

‘Vieni, ti accompagno fino ad una zona più tranquilla…non ti voglio avere sulla coscienza ragazzina…qui a prenderti di peso e violentarti ci mettono un attimo…’ – mi dice con uno strano tono materno
‘…grazie…non credevo fosse così pericoloso…’
‘…è pericoloso per noi che ci lavoriamo!!! Figurati per una ragazzina come te….comunque. Piacere, Silvia….la più zoccola del parco….’ – mi disse porgendomi la mano e rivelando senza dubbio la sua origine maschia

Biglietto da visita completo: Nome d’arte e qualifica. Le detti la mano comunque.
Parlammo un po’, raccontandoci qualcosa di noi. In fondo, per arrivare alla fermata del bus, ci sarebbe voluto almeno un quarto d’ora di passo veloce. I suoi tacchi a spillo non consentivano un’andatura particolarmente spedita.

Si lamentò del degrado del parco, dei rischi che correva, della difficoltà di sbarcare il lunario.

‘Ci sono dei giorni che stai fuori fino alle 4, alle 5 di notte e a malapena torni a casa con i soldi giusti per farti un panino. Quando trovi quello giusto…non te lo devi far scappare. Capisci?…’
‘Dev’essere dura….immagino….’
‘…non puoi immaginartelo, tesoro…tutti ti vorrebbero scopare….o essere scopati….solo perché pensano che noi siamo qui perché ci piace il cazzo….ed invece dobbiamo campare anche noi, ti pare???…e non ti immagini quanto costi fare le cure ormonali, i trattamenti estetici, il parrucchiere….insomma essere trans….costa tanti soldini….capisci?….’

Dietro un cespuglio apparve un signore dal capo canuto. Un gesto di saluto con la mano. Silvia rispose al saluto camminando al mio fianco.

‘Visto quello?…è un mio cliente….quello è uno che paga bene. Gli basta poco…magari me lo ciuccia un po’…viene subito…ah ah ah…è il miglior tipo di cliente. E per sentirsi meno in colpa mi dà sempre il doppio di soldini….’
‘…beh…allora…non ti voglio far perdere il cliente…:’
‘…mi farebbe davvero comodo stasera. Ancora non ne ho beccato neanche uno. Però non ti voglio lasciare qua in questo schifo….’
‘…dai, me la cavo da sola…’
‘…aspettami qui…..ho un’idea….non ti muovere!!!’

Ancheggiando sui tacchi tornò verso quel signore che, immobile dietro il cespuglio, l’aspettava. Stettero un po’ a parlottare tra loro. Intanto le macchine continuavano a passare ad andatura lenta, tutti col finestrino lato passeggero abbassato nonostante il freddo umido. Pensai che se qualcuno mi avesse riconosciuto sarebbe stato difficile giustificare la mia presenza nel parco. Mi voltai, dando le spalle alla strada, ma ogni qualvolta sentivo rallentare, l’istinto mi portava a voltarmi con la paura di incrociare lo sguardo con qualcuno di mia conoscenza. Immersa in questa ansia non mi accorsi che Silvia si era avvicinata nuovamente a me.

‘Senti…ti va di fare una cosa?…’
‘…cosa?…’ – chiesi allarmata
‘…niente…lui ti ha visto e gli eccita di farsi scopare da me di fronte ad una donna….tu non devi fare niente…giuro…poi ti accompagno fino alla fermata del tram…non aver paura…è una brava persona….lo conosco da anni….’
‘…che schifo…no, guarda, non me la sento….proseguo da sola…vai pure da lui…io certe cose non le faccio….’
‘…senti, tesoro….non devi fare niente. E se non vieni tu….stasera vado in bianco….paga bene!!! ‘.se vuoi facciamo a mezzo….che ne dici?…’
‘…guarda che a me dei soldi non frega un cazzo…’
‘…e allora fallo per me….ti prego. Ne ho davvero bisogno. Se mi faccio lui almeno dopo me ne posso andare a casa…’

Ci guardammo per lunghi istanti dritte negli occhi. Aveva un bel viso e due gran bei occhioni da cerbiatta sapientemente truccati. In fondo era stata gentile con me ed, inoltre, rappresentava il mio salvacondotto fuori dal parco.

‘Giura che non devo fare niente…’
‘…giuro…farai solo ciò che vorrai…è tutto tranquillo….davvero…e in cinque minuti abbiamo fatto…ok?….’

Maledetta me…e maledetto il mio buon cuore. Mi ero lasciata convincere a fare da partner ad una trans!!!….

L’uomo, non appena ci vide muoverci nei suoi confronti, si mosse pure lui all’interno della vegetazione. Lo raggiungemmo ai piedi di un albero. Sembrava tremante, emozionatissimo. I suoi occhi tradivano la sua natura di brava persona tanto che, non appena fummo vicine, ci ringraziò come se gli stessimo facendo un gran favore. Consegnò i soldi a Silvia.

‘Cosa devo fare?…’ – domandai ingenua
‘Stai lì ferma e guarda….come ti avevo detto….’ – rispose seccamente Silvia che, appendendo la pelliccia ad un ramo basso, era rimasta completamente nuda.

Rimasi colpita dall’atmosfera erotica che scatenava quel corpo e, se non fosse stato per colpa di quel dettaglio anatomico che gli stava crescendo tra le mani, l’avrei giudicata davvero una bella donna.
Il signore, sganciatosi la patta, estrasse un pistolino a dir poco microscopico che istantaneamente cominciò ad agitare per ottenere una parvenza di erezione. Si lasciò scivolare lungo il tronco piegandosi sulle gambe. Il suo viso fu allora all’altezza del membro eretto e lucido di Silvia la quale, non indugiando oltre, lo ficcò con decisione nella bocca spalancata.

(n.d.a. – i colloqui che seguiranno riporteranno termini ed espressioni non graditi all’autrice. Vengono riportati solo ed esclusivamente per fedeltà di cronaca.)

‘Succhia troia…ti piace il mio cazzone….vero?…voglio sentire le tonsille….succhia….’ – la voce di Silvia, da fintamente melodiosa e femminile, si trasformò in roca e assolutamente mascolina. Forse doveva svolgere quel ruolo.

Mentre l’uomo era impegnato nella profonda fellatio, provai a distogliere lo sguardo da quello che non mi risultava affatto uno spettacolo eccitante. I glutei di Silvia si contraevano al ritmo dell’affondo. L’uomo ogni tanto emetteva dei singulti dovuti all’irruenza della trans.

‘Guardalo…guardalo questo maiale come succhia!!!…e che cazzetto piccolo che ha…digli qualcosa anche tu….’ – mi esortò la trans guardandomi negli occhi

Non mi riusciva. Ero bloccata e, onestamente, sarei voluta fuggire. Ma le gambe non rispondevano. L’uomo, piegato sulle gambe ed impegnato nel rapporto orale, volse gli occhi come ad esortarmi di obbedire a Silvia.

‘Schifoso….’ – solo questo mi venne da dire e con appena un fil di voce
‘…diglielo più forte che è solo un povero schifoso…’ – mi sollecitò Silvia continuando a far entrare ed uscire il suo membro dalla bocca dell’uomo che sembrava davvero non poterne più

Per non farlo soffocare, la trans, fece un passo indietro, giusto per esibirgli il suo sesso completamente grondante di saliva di fronte agli occhi. Come ad amplificare l’umiliazione che l’uomo desiderava, si divertiva a tamburellargli il volto col bastone eretto sollecitando, sempre col suo tono di voce roco ed imperioso, a succhiarle i testicoli. L’uomo eseguiva senza fiatare.

Ebbi paura, quando, in un raro momento di respiro, il cliente allungò una mano verso di me. Subito feci un passo indietro.

‘Ti piacerebbe toccarla…eh?…porco!!!…non erano questi i patti…tu devi succhiare solo il mio cazzone…e far vedere quanto sei troia a questa ragazza….’ – lo brontolò Silvia strattonandolo per i capelli
‘Vi pago il doppio…mi basta toccarla così…non voglio che si spogli….’
‘Che ne dici?…’
‘…no…no….io non….’
‘Il triplo se mi fa vedere la fica pelosa….non la tocco….solo vedere…’
‘Dai…forza…cosa vuoi che sia???…ti abbassi un attimo i jeans…e vedrai che viene subito…’
‘…non era nei patti …io non…’
‘Amore mio….vuoi che ti molli qui in mezzo al parco?…non ti sei resa conto di quanta gente c’è qua intorno?…e se ti mollo qui…sono cazzi tuoi….’

Terrorizzata da ciò che aveva appena detto Silvia alzai lo sguardo cercando di penetrare il buoi. Dietro ogni cespuglio od albero, appariva una testa di uomo che, probabilmente eccitato dallo spettacolo offerto, si stava masturbando. La strada era lontana, troppo lontana per raggiungerla di corsa. Il mio ‘salvacondotto’ mi stava ricattando.

Sperai, calandomi i jeans di fronte agli occhi dell’uomo, che il ricatto si fermasse lì.

‘Prima i soldi, troietta !!!…’ – gli urlò in viso Silvia frapponendosi tra me e l’uomo

L’uomo tremante dall’eccitazione, estrasse dalle tasche un mazzetto di banconote.

‘Molto bene frocetta…..adesso goditi questa bella fighetta…la puoi solo guardare….mentre ti scopo il culo…’

Il trans si piazzò alle spalle dell’uomo. Movimenti rapidi, decisi, da professionista. Mi accorsi della penetrazione avvenuta dall’espressione degli occhi dell’uomo che, in un moto di delirio, dopo essersi allargati a dismisura si socchiusero nell’estasi del piacere. I colpi inferti erano davvero decisi, veloci, profondi, tanto che il ‘pover’ uomo’ dovette allungare le mani verso di me per non cadere a terra. Lo sorressi.

All’anulare della mano sinistra brillava una fede matrimoniale. E proprio mentre riflettevo su questa triste scoperta, il suo viso, sospinto dal furore di Silvia, atterrò sulla mia peluria. E fu uno strano brivido.

Un misto di eccitazione, ribrezzo, follia, incoscienza.

Bastò che la sua lingua si posasse sul clitoride per farmi vivere uno degli orgasmi più combattuti della mia vita. E prosegui a leccarmi aggrappandosi con energia alle mie natiche. Il sorriso di Silvia, rivolto, verso di me, stava a significare che sapeva perfettamente come mi sarei comportata.

Silvia, urlando cose irripetibili all’uomo venne direttamente all’interno del suo sedere.

E venne, tristemente, anche l’uomo.

Ormai la luce era quella della città. Il parco buio alle nostre spalle.

‘Sei stata brava…e scommetto che lo rifaresti….sicura che non vuoi la tua parte di soldi?’
‘…ti sbagli…e non mi è piaciuto. Mi fa schifo pensare che…’
‘…non pensare…hai goduto, no?…’
‘…sì…ma se ci ripenso…’
‘Non ci ripensare….se sei passata di qui stasera…il motivo lo sai solo tu. Qualcosa stavi cercando…e forse lo hai trovato…’
‘…non credevo di poter fare una cosa del genere….’
‘…non solo l’hai fatta…ma l’hai fatta anche bene!!….ah ah ah….hai talento ragazzina….’
‘…non mi dire così…mi fai sentire sporca….’
‘…quando vuoi provare qualcosa di forte….sai dove trovarmi….ciao, tesoro….’

Un bacino sulle labbra. Oscillando incerta, Silvia, si rilanciò alla caccia di nuovi clienti. Di nuove emozioni.

Leave a Reply