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Come mi sono “sbloccata”

By 10 Gennaio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Martina – molti mi conoscono come Csilla (si legge ‘cilla’) che è la traduzione ungherese del mio secondo nome: Stella ‘ ho 27 anni e sono sposata con Marco da 5. Sono considerata una bella ragazza, sono alta 171 cm, peso 65 kg, ho i capelli rossi (colore naturale) lunghi fino al collo e gli occhi verdi, ho un bel seno (anch’esso naturale) tra la 3^ e la 4^. Marco ha qualche anno più di me, è un bell’uomo, dotato, non molto alto ed è un gran porco. Già prima del matrimonio mi ha fatto fare un sacco di porcate nei posti più impensabili, un po’ di tutto, ma sempre all’interno della coppia, gli altri, quando c’erano restavano fuori: guardavano (raramente) o erano solo nelle nostre fantasie (più spesso). Dapprima ero un po’ imbarazzata, ma il tutto mi eccitava tremendamente e mi piaceva qualsiasi cosa mi facesse fare, mi piaceva anche farmi legare, un po’ di S/M molto soft e pissing, ma di questo racconterò in altra occasione. Mi ha anche iniziato alle delizie del sesso anale e ad adorare lo sperma, infatti ora è una cosa che mi pace tantissimo.
Dopo il matrimonio tutto continuò come prima dal punto di vista dell’intesa sessuale, finché, qualche mese dopo, una sera d’estate, durante un rapporto sessuale pieno delle nostre consuete fantasie, mi propose di rendere più realistiche queste fantasie, di provarle nella realtà. Fui di nuovo imbarazzata:

– ‘Vorresti vedermi scopare con altri nella realtà? Stai parlando seriamente?’
– ‘Certo, perché no? Quante volte l’abbiamo fatto con la fantasia?’
– ‘Oddio, ma che c’entra? La fantasia è tutt’altra cosa’
– ‘Ma ti eccita, vedrai la realtà ti ecciterà ancora di più’
– ‘Non lo so’
– ‘Proviamo, cosa costa provare? Andremo una sera in un club privé, vedrai la situazione e se ti sentirai di farlo lo farai, lì puoi fare tutto quello che vuoi e non sei obbligata a fare nulla. Se vorrai potrai solo guardare gli altri o farti guardare se ti piace, oppure non fare nulla o fare tutto, come ti senti insomma”
– ‘Non saprei’ ma se è così proviamo”

Fu così che qualche giorno dopo andammo in un privé. Mi vestii piuttosto sexy ma elegante, la gonna aveva uno spacco vertiginoso ai lati ed il top molto scollato e sopra una giacca. Il club non era molto distante dalla nostra città, qualche decina di chilometri d’autostrada ed arrivammo. Erano da poco passate le 10 di sera, il posto era carino ed accogliente, ma sapendo di cosa si trattasse mi sentivo piuttosto tesa ed imbarazzata. Ci sedemmo nella penombra su di un divanetto. Mano mano che mi rilassavo (per quanto possibile) e mi abituavo alla penombra, mi rendevo conto che intorno a noi succedeva un po’ di tutto. Marco mi chiese di prenderglielo in bocca:
– ‘Ma qui davanti a tutti?’
– ‘Dai sciocchina, vedi che qui nessuno si fa problemi? E poi ti piace che ti guardano, no? Muoviti’
Non potei ribattere altro, portai la mia mano verso la sua patta per tirarglielo fuori, ma mi accorsi che era già fuori bello duro, mi chinai su di lui e cominciai a succhiarlo. Marco aprì lo spacco della mia gonna per mostrare a tutti che non avevo le mutandine. Ero tesa e con la coda dell’occhio guardavo intorno. Qualcuno ci aveva notato e si stava avvicinando, mi bloccai e mi ritrassi quando sentii una mano carezzare il mio sedere, Marco mi disse di non preoccuparmi e di continuare, ma lo sconosciuto fu molto più signore e capendo la mia situazione ritirò la mano e si allontanò scusandosi con me. Questo mi piacque e mi diede più sicurezza. A quel punto ci siamo ricomposti entrambi, siamo rimasti qualche minuto davanti al nostro cocktail che era poggiato sul tavolinetto difronte a noi, l’abbiamo sorseggiato in silenzio, poi Marco ha detto di andare ad esplorare altre zone del club. Ci siamo alzati e l’ho seguito. Dopo qualche giro ci siamo fermati davanti ad una parete con dei fori dai quali si poteva osservare l’interno di una stanza in cui c’erano due coppie che facevano di tutto, era eccitante guardarli. Marco mi stava dietro, mi stringeva guardando la scena, anche lui era eccitato, sentivo attraverso i pantaloni, il suo cazzo che premeva contro il mio sedere, con le mani mi stringeva e palpava il seno che aveva tirato fuori dal vestito, mi infilò una mano tra le cosce sentendo com’ero bagnata, la voglia era fortissima per entrambi, lo sentii tirare fuori il cazzo e sollevarmi la gonna, piegai le ginocchia ed allargai un po’ le gambe, in un attimo fu dentro di me, mi scopava con forza mentre continuavamo ad osservare le due coppie attraverso le feritoie, mi piaceva, mi piaceva anche vedere intorno a noi uomini che si masturbavano osservando la scena. A questo punto Marco mi propose di entrare pure noi nella stanza con le altre due coppie, rifiutai. Lo sentii contrariato dal mio rifiuto e sentii che con rabbia sbatteva sempre più forte il suo cazzo nella mia fica fino a riempirla di sperma. Dovetti andare in bagno a pulirmi perché mi stava già colando tra le gambe. Quando tornai da lui lo vidi che stava chiacchierando con una coppia elegante e simpatica, me li presentò dicendomi che si erano appena conosciuti mentre mi aspettava, Sandro e Flavia. Il discorso cadde sul fatto che per noi era la prima volta in un locale del genere e che io ero molto timorosa ed imbarazzata. Loro dissero che era assolutamente normale, che non dovevo avere alcun timore e che dovevo sentirmi assolutamente libera di fare o non fare ciò che volevo e che comunque loro mi avrebbero aiutato se lo avessi voluto. Sandro disse che ci avrebbe presentato il proprietario del locale, Claudio, stava passando in quel momento, un bell’uomo sulla cinquantina, andammo tutti verso il bar e ci sedemmo sui divanetti e continuammo a chiacchierare, ma quasi subito Sandro e Flavia ci lasciarono soli con Claudio. Anche con lui parlammo dello stesso mio problema, del mio “blocco” e lui disse grossomodo le stesse cose di Sandro e Flavia aggiungendo che se avessi voluto “sbloccarmi” mi avrebbe aiutato. Un po’ titubante acconsentii. Cominciò a farmi un sacco di domande, per capire bene il mio problema, disse, mi fece parlare di ciò che mi eccitava, delle mie esperienze ecc., gli dissi che mi eccitava essere guardata, mi piaceva il S/M soft, e che mi eccitavo tantissimo immaginandomi al centro dell’attenzione di molti uomini sconosciuti. Lui concluse che da quanto dicevo, di certo con il tempo mi sarei “sbloccata” e che sarei diventata la più troia delle troie. Queste sue parole mi eccitarono e se ne accorse. Disse che doveva andare, si alzò, ci salutò, si girò e se ne andò, ma dopo pochi passi si voltò di nuovo, tornò da noi grattandosi la testa e disse di avere un’idea per ‘sbloccarmi’.
– ‘Immagina di farlo nella tua fantasia, non sai dove sei, non sai con chi sei, non sai quanti uomini ti sono intorno, non sai nemmeno se veramente esistono, potrebbe essere tutto frutto della tua fantasia e, come nella fantasia, il controllo finale è tuo, tu puoi decidere se e quando interrompere il “gioco”, in qualsiasi momento. Mi sono spiegato?”
– ‘Non molto veramente’
– ‘Ascolta. Sempre se tu lo vorrai, in un momento che non sai, verrai portata in un luogo che non conosci, bendata e con le mani legate dietro la schiena, non saprai dove sei, non saprai chi c’è intorno a te, ma presto sentirai i loro corpi, le loro voci, ti faranno ciò che vorranno, tutte cose che nella fantasia adori, ma questa potrebbe anche essere fantasia, no? E il bello è che usando una parola concordata, tu potrai interrompere il tutto in qualsiasi momento’.
Questa descrizione mi eccitò molto, un’ondata di calore mi invase il basso ventre, il sapere che potevo interrompere il gioco mi dava sicurezza, mi sarei sentita in balia di sconosciuti che nemmeno vedevo, ma avrei potuto fermarli in qualsiasi momento, proprio come nella mia fantasia. L’idea mi piacque ed accettai la proposta. Si scambiarono il telefono con mio marito ed andò via.
Dopo un po’, visto che era già molto tardi, decidemmo di tornare a casa. In autostrada ero eccitatissima, Marco se ne accorse e mi disse che ero una gran troia, mi eccitai ancora di più. Fermò la macchina in un’area di sosta, era buio e non c’era nessuno, mi fece scendere dall’auto e mi spinse in uno di quei gabinetti schifosi che si trovano nelle aree di sosta, in quello degli uomini, mi spinse verso una parete, mi fece piegare in avanti e dovetti appoggiarmi con le mani a due orinatoi, sapevo quello che stava per fare, ed infatti mi sollevò la gonna e sentii il suo glande premere contro il mio buchetto, spingeva forte, mi faceva male perché era asciutto, gli dissi di fermarsi ma lui spinse ancora più forte finché riuscì ad entrare facendomi gridare, mi stava inculando con violenza, gridavo per il dolore, ma mi piaceva, la mia faccia era schiacciata contro le mattonelle fredde della parete e avevo le mani che premevano sulla fredda porcellana umidiccia degli orinatoi. Quasi subito mi venne nel sedere, poi senza dire niente tornammo in macchina e ripartimmo. Passate alcune settimane da quell’esperienza, una sera tornai a casa dallo shopping, era fine estate, faceva ancora caldo, indossavo soltanto una camicetta bianca a maniche corte, una gonna scura a mezza coscia, sotto un paio di mutandine bianche e degli zoccoli tipo ‘clogs’. Marco era già in casa e mi disse:
– ‘dai che andiamo’
– ‘dove?’
– ‘non ti preoccupare, vedrai’
Capii che si doveva trattare di quell’esperienza a sorpresa che avevamo programmato, ancora quell’ondata di calore mi invase il basso ventre.
– ‘Aspetta che mi cambio’ ‘ dissi
– ‘No, vieni così’ ‘ rispose perentorio Marco
Mi prese per un braccio e mi portò fuori, salimmo in macchina e partimmo. Io ero molto eccitata, per un po’ non aprimmo bocca, entrammo in autostrada. Dopo qualche chilometro si fermò in un’area di sosta, mi fece scendere.
– ‘Ora devo bendarti, non devi sapere dove andiamo. Devi soloo ricordarti che la parola per fermare il gioco è ‘talco”
Tirò fuori un foulard e me lo legò tappandomi gli occhi, poi prese una cordicella, mi fece mettere le mani dietro la schiena e me le legò. Mi fece sdraiare sul sedile posteriore, chiuse la portiera, risalì al posto di guida e ripartimmo. La situazione era per me eccitantissima, non sapevo dov’ero, dove andassimo e da chi andassimo, sapevo che sarebbe successo qualcosa, come avevo voluto, ma non sapevo dove, quando, con chi. Non so quanto tempo passò, forse un’ora, forse mezza, capii che eravamo usciti dall’autostrada, forse eravamo in una città, sentivo curve, salite, discese, incroci, poi mi sembrò che entrassimo al chiuso, sì dai fischi delle gomme e dal rimbombo dei rumori capii che eravamo in un garage sotterraneo. La macchina si fermò, Marco scese, lo sentii allontanarsi di qualche passo, parlare con qualcuno e tornare con lui, aprì la portiera posteriore dicendo:
– ‘Ecco la troia’
E l’altro, che dalla voce mi sembrò essere Claudio, ma non ero sicura, passandomi una mano sulle cosce, rispose:
– ‘Sì, proprio una bella puttana’
Con queste parole mi eccitavo sempre di più ed il calore diventava incendio nel mio ventre.
Mi tirò per un braccio dicendo: ‘scendi troia’.
Mi fece appoggiare all’auto e mi diede due schiaffi forti sulle chiappe, facendomi gridare. ‘Zitta vacca’. Disse che dovevamo cambiare la benda perché quella di stoffa non era adatta. Ci allontanammo di qualche passo, forse fino alla sua macchina, poi facendomi tenere gli occhi chiusi e tenendomi ferma la testa con le mani mi sostituirono la benda con una di gomma, quindi mi misero delle manette, strette ma imbottite, e tolsero la corda dai miei polsi lasciandomi ammanettata con le mani dietro la schiena. Nella mia mente continuavo a ripetermi la parola ‘magica’, l’unica che mi dava potere, il potere di fermare tutto in qualsiasi momento, per il resto ero completamente in balia… di chi? Non sapevo nemmeno di chi.
Marco e quello che credevo fosse Claudio, mi fecero camminare spingendomi, facemmo qualche passo e poi qualche gradino, infine entrammo in un ascensore, dal quale scendemmo poco dopo. Non riuscivo a capire dove mi trovassi, in un appartamento, in un club, in un ufficio, o altro. Mi spinsero a terra e mi dissero di aspettare lì, sentii chiudere a chiave una porta. Rimasi lì lunga per terra con le mani legate dietro, non so per quanti minuti il pavimento era freddo nonostante l’aria fosse calda cominciavo a farmi male per la sua durezza e ogni tanto mi muovevo un po’. Ero eccitata e continuavo a ripetere nella mia mente la parola ‘magica’. Dopo non so quanti minuti, che a me sembrarono infiniti, sentii aprire la porta, sentii rumori e voci sommesse, non capivo se erano Marco e Claudio o altri. Ero lunga sul fianco destro, sentii due mani prendermi per le spalle e girarmi con la schiena al pavimento le mie mani schiacciate tra il mio corpo ed il pavimento mi davano fastidio, ma quelle mani sconosciute continuavano a premere sulle mie spalle schiacciandole contro il pavimento. Sentii altre due mani afferrarmi le caviglie ed allargarmi di scatto e con forza le gambe, mi fece male e gridai. ‘Che c’è troia, ti fa male? Ti abituerai’. Non era la voce di Marco né quella di Claudio. Sentii delle dita scostarmi le mutandine e fugare tra le mie grandi labbra. ‘E’ bagnata fradicia’ disse un’altra voce. Ero quasi spaventata, ma eccitata da impazzire. Quelle dita mi penetrarono con forza, a quel punto, per l’eccitazione di ore e per quell’improvvisa penetrazione, ebbi un orgasmo, le dita continuarono a spingere dentro di me, mentre le altre due mani continuavano a tenermi con forza le gambe divaricate. Mi lasciarono le caviglie e qualcuno con poca delicatezza mi tolse le mutandine. Sentii qualcuno adagiarsi su di me sentii il suo peso, sentii il suo corpo aderire al mio sentii la sua pelle sulla mia, mi sbottonò la camicetta, sentii le sue mai stringermi forte i seni, sentii i suoi denti mordermi i capezzoli, sentii le sue labbra sulle mie e la sua lingua tentare di penetrare nella mia bocca, strinsi le labbra, ma mi tirò forte i capelli e disse: ‘apri quella bocca puttana’, aprii leggermente la bocca e lo sentii sputarci saliva dentro, la sua lingua poi entrò rapida nella mia bocca rovistandola in ogni angolo, continuava a far scorrere saliva dalla sua alla mia bocca finché cominciò a colarmi dagli angoli delle labbra. Sentivo il suo cazzo duro tra le mie gambe serrate, perentorio mi ordinò: ‘apri le cosce zoccola’. Ero oramai totalmente in preda all’eccitazione, divaricai le gambe e nello stesso momento lo sentii penetrarmi con forza, tanto forte che mi fece quasi male nonostante fossi bagnatissima dentro e fuori, mi inarcai sporgendomi con il bacino, cominciò a scoparmi sempre più forte finché sentii che stava per venire, lo tirò fuori, mi disse di aprire la bocca e me la riempì di sperma, il primo spruzzo quasi mi soffocò arrivando direttamente in gola, poi mi spinse il cazzo nella bocca e continuò a venire con altri due o tre spruzzi che mi riempirono la bocca. Quando lo tirò fuori mi ordinò di non farne uscire neppure una goccia e poi di ingoiarlo e per obbligarmi a farlo mi tappo il naso, ingoiai tutto e nello stesso momento sentii un altro uomo sopra di me penetrarmi e scoparmi mentre altri due mi venivano in bocca costringendomi a bere tutto. Da quel momento in poi non riuscii più a tenere il conto di quanti mi scoparono e mi vennero in bocca, di quante sborrate dovetti ingoiare, di quanti mi riempirono di sperma la fica. Poi mi fecero girare sulla pancia, sentii due mani divaricarmi le natiche con forza e un glande puntato sul mio buchetto che spingeva per entrare, mi faceva male e non riusciva ad entrare, non ero affatto lubrificata, ‘allarga il buco troia’, non ci riuscivo, allora me lo allargò lui con le dita fino ad infilarcene tre, le estrasse e repentinamente me lo infilò tutto dentro facendomi gridare fortissimo per il dolore. Mi inculò in maniera violenta ed in profondità, poi sentii il suo sperma invadere le mie viscere, altri fecero poi la stessa cosa. Dopo ore ero piena di sperma ovunque, dentro e fuori, mi colava in continuo dalla fica e dal culo, non saprei dire quanto ne avevo bevuto, ma sicuramente tanto perché cominciava a darmi fastidio allo stomaco. Mentre qualcuno mi stava inculando sempre con violenza, sentii lo stomaco contrarsi, gli dissi di fermarsi un momento, ma continuò ancora più forte dicendo: ‘sta’ zitta zoccola’, non riuscii a trattenermi e vomitai, vomitai gran parte dello sperma che avevo bevuto mentre l’uomo mi riempiva il culo. Il fatto che avessi vomitato tutta quella sborra li eccitò ancora di più e continuarono il ‘trattamento’ con sempre maggior vigore e violenza. La parola ‘magica’, quella che poteva fermare tutto si ripeteva come in un eco nella mia mente, in quel momento stavo per pronunciarla, ma non lo feci. Si calmarono, poi sentii ancora diversi uomini intorno a me, ero sulla schiena, d’improvviso sentii spruzzi bollenti sul mio corpo, quasi subito mi resi conto che stavano facendo pipì su di me, aumentavano sempre di più, erano ancora tanti, mi riempivano tutto il corpo della loro urina, anche sulla faccia, in bocca, me la fecero bere, i capelli erano completamente bagnati, l’odore di urina si faceva sempre più forte ed acre. Poi mi resi conto che avevano finito, tutto tornò calmo. Mi fecero alzare in piedi e qualcuno mi spinse verso un’altra stanza. Mi tolse le manette, si allontanò chiudendo a chiave la porta. Mi tolsi la benda di gomma e mi resi conto che ero in un bagno, mi vidi allo specchio e rimasi sconvolta, la mia faccia era completamente sfigurata dal trucco disfatto dai loro liquidi biologici, avevo ecchimosi ovunque. Mi accovacciai in terra e mi misi a piangere, non so perché, ma piansi, l’avevo voluto io, mi era piaciuto, avevo goduto come mai prima, la mia eccitazione era completamente soddisfatta, ma in quel momento piansi. Poi mi misi sotto la doccia con ancora indosso la camicetta e gli zoccoli ai piedi, restai lì per molti minuti, poi mi tolsi la camicetta e mi lavai con il sapone. Finita la doccia mi asciugai e vidi che sopra una sedia c’era un sacchetto con dentro miei vestiti puliti. Evidentemente Marco li aveva portati. Mi rivestii e mi ricomposi per quello che era possibile. Bussai alla porta, qualcuno mi disse che dovevo rimettermi la benda, lo feci ed aprirono la porta. Qualcuno mi ammanettò nuovamente e facemmo il percorso che avevamo fatto all’inizio, all’ascensore e poi al garage. Marco mi fece salire sul sedile posteriore e partimmo.
– ‘E’ stato fantastico ‘ disse ‘ sei proprio una grandissima zoccola, si sono complimentati tutti’
– ‘Ma quanti erano’ chiesi
– ‘Ah, questo non devi saperlo, almeno per ora’
Credo che a questo punto mi addormentai, mi svegliai che eravamo ancora in autostrada e nuovamente con fastidio allo stomaco. Chiesi a Marco di fermarsi, lo fece, mi slegò e tolse la benda, vidi che era oramai giorno, scesi dalla macchina, c’era un’arietta fresca mattutina, ma stavo di nuovo male e vomitai ancora sperma, molto sperma.
‘Ma quanto ne hai bevuto, che puttana che sei!’
Non risposi, mi sedetti sul sedile davanti e ripartimmo, eravamo oramai vicini a casa. Pensai che il tutto si fosse svolto dalle parti di Padova o giù di lì, ma non ne ero affatto sicura.
Arrivati a casa mi buttai sul letto e dormii fino al giorno dopo. Per qualche settimana non parlammo più dell’avventura. In fondo era stato bello, ero stata bene, era quello che volevo era un mio sogno, un mio desiderio nascosto, ma per un po’ di giorni mi faceva male tutto, stomaco compreso.
Molto tempo dopo seppi da Marco che in quell’occasione era stato girato un video. Inizialmente mi arrabbiai perché non ne sapevo niente, ma poi la cosa mi piacque e chiesi a Marco di vederlo. Nel vederlo mi eccitai molto sia perché vedevo quanto ero porca, sia perché mi resi conto di tante cose di cui non mi ero potuta rendere conto con gli occhi bendati. I cazzi che mi avevano penetrato in tutti i buchi erano veramente tanti, più di quanti avessi immaginato, forse, a occhio, una trentina o più, tra di loro anche due negri, di questo non me ne ero assolutamente accorta. Riconobbi solo Marco e Claudio, gli altri erano perfetti sconosciuti; Claudio era uno di quelli che mi aveva riempito il culo, Marco invece si era limitato a sborrarmi in faccia. Mi eccitavo ancora tantissimo a vedermi in mezzo a tutti quei maschi eccitati che mi facevano di tutto, il tutto durò quasi sei ore. Guardammo il video ed entrambi eccitatissimi scopammo per ore.
Fu così che mi ‘sbloccai’, sono passati più di cinque anni e da allora ho avuto tante altre avventure ed esperienze di ogni genere sia con mio marito sia da sola sia con altri.

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