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Come sono diventato l’amante di mia figlia Vanessa – Capitolo 3: Il gusto del calice proibito

By 20 Gennaio 2020Febbraio 5th, 2020No Comments

Nei giorni seguenti ci concedemmo una tregua riflessiva per elaborare meglio quello che era successo. Temevo che potesse finire tutto lì. Invece una mattina la passione proibita si risveglia.
Qualche giorno dopo mi sveglio con una di quelle erezioni mattutine che non vuole sgonfiarsi. La vescica piena fa un massaggio costante sulla prostata, generando quel piacere che impedisce di smollarlo. Io gironzolo nel corridoio aspettando che lei esca dal bagno.
Quando apre la porta sono lì davanti con la mia erezione ben esposta sotto il pigiama. Lei mi guarda e sorride.
Senza dire niente si inginocchia, alza lo sguardo sfoggiando un magnifico sorriso malizioso, come per dire “Adesso finalmente posso…”. Con una mossa decisa mi abbassa insieme il pigiama e le mutande, liberando nell’aria il membro oscenamente eretto. La cappella è velata dal bagnato prodotto della prostata super stimolata quella mattina. Lei posa le mani sulle mie anche e con maestria si infila la cappella in bocca. Con il lato inferiore della punta della lingua mi accarezza la punta scivolosa del glande, per poi roteare la lingua tutto intorno alla cappella ancora semicoperta. Io mi contraggo e gemo all’impazzata. Aiutandosi con la lingua e con le labbra me lo scappella completamente in bocca, senza togliere le mani dalle mie anche. Comincia a pompare facendolo affondare fino in fondo alla bocca. I colpi si trasmettono al mio interno stimolando la prostata. Sto per riempirle la bocca di seme.

– Ooooohhh Vanessa…

La sollevo per le braccia. Il mio membro sboccia grondante dalla sua bocca e andiamo in camera sua, la più vicina. Le sfilo la camicia da notte e le mutandine. Mi sdraio sul letto con lei sopra a 69.
Lei si guida la mia asta in bocca e continua con il suo impeccabile lavoro di labbra e di lingua. Io affondo la mia bocca nel suo sesso ormai bagnato. Le sue scure ali di farfalla pendono lucide e semi schiuse davanti alla mia bocca. Affondo la lingua lì in mezzo penetrandola fin dove posso arrivare. Il suo clito rosa spunta lì sotto come un piccolo frutto proibito. Lappo ripetutamente quella delizia con delicatezza. Lei geme e mi si offre spingendosi all’indietro contro la mia bocca.
Io sono quasi al culmine. Ancheggio lievemente per gustarmi l’accoglienza paradisiaca della sua bocca. L’orgasmo è ormai vicino, dopo una sera ed una notte di eccitazione e desiderio per lei. Le carezze della sua lingua e della sua bocca stanno facendo ribollire tutto il mio apparato genitale. Mi succhia la cappella come se fosse bramosa di estrarre il mio seme.

– Ohhh, sì Vanessa… bevi il seme che ti ha generata….

Le sue labbra e la sua lingua passano sul glande duro e carnoso facendolo congestionare dal piacere.
Ancora un avvolgente passaggio della sua lingua e sento un piacere incontenibile crescermi dentro fino ad esplodere…

– OOOHHHHhhh…

Mi stringo al suo bacino meraviglioso e con urla animalesche spruzzo tutto il mio seme nel calore della sua bocca. Fiotti enormi, densi, caldi le riempiono la bocca in una serie che sembra non finire mai. A quei getti caldi lei geme acutamente a bocca chiusa:

– MMMMhhhhhhmmmmm!!…

senza diminuire le celestiali pressioni della sua lingua, gusta ogni spruzzo fino all’ultima goccia. Non potendo più resistere quell’inondazione, sento che comincia ad inghiottire il seme, prima ancora che io abbia finito di spruzzare. La mia eccitazione era alle stelle.
La sua bocca è piena del mio seme che l’ha generata. Lo trovo adesso estremamente eccitante. Lo stesso seme che 19 anni prima ha generato così tanta bellezza.

– Aspetta, non lo bere tutto…
Le dico appena si è placato il mio orgasmo.

Velocemente mi sfilo da sotto di lei, mi butto nella sua bocca e la bacio vorticosamente. La sua lingua è scivolosa del mio seme e la bocca è ancora allagata di sborra… gemiamo e gustiamo insieme i sapori delle nostre bocche mischiati allo sperma da cui lei si è originata.
Le sue labbra sono lucide della nostra saliva e dalla sborra. La sua bocca si chiude mentre apprezza quel sapore  proibito.

– Vanessa, non avrei mai immaginato che un giorno avrei baciato ad avrei fatto l’amore con il frutto del mio seme…

Mi rimetto a 69 e riprendo il lavoro con la lingua immersa nella sua orchidea. Lei riprende in bocca il mio membro, che ritorna completamente duro. Infilo il medio nella sua vagina avvolgente e con la lingua lappo a lungo il suo clito teso… Lei viene tenendo la mia asta ben salda in bocca e facendomi venire ancora.

…continua in capitolo 4

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