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Come sono diventato l’amante di mia figlia Vanessa – Capitolo 4: I pantaloni di Vanessa e la seconda serata in discoteca

By 20 Gennaio 2020Febbraio 5th, 2020No Comments

Il rapporto con Vanessa si fa sempre più intrigante e giocoso. E’ veramente orgasmica, mi eccito ormai solo a vederla e al pensiero di quanto le piace farmi venire.
Un sabato sera si prepara di nuovo per andare in discoteca. Questa volta si mette un corpetto scuro e
dei pantaloni molto aderenti fatti di quel tessuto lucido che sembra pelle nera, quasi lattice. Sembra quasi di vederla nuda. Il tessuto lucido dei pantaloni segue perfettamente le sue cosce tornite e si infila voluttuosamente nello spacco della sua bella fica. Il tessuto segue la curva delle sue labbra. Sono quasi le 23:00 ed io sono già in pigiama. La vedo uscire di camera vestita così e l’asta comincia a rizzarsi.
Poi il citofono suona. E’ Paolo che passa a prenderla. Lei gli dice che è quasi pronta e di aspettare in macchina. Quando sta per uscire, mi chiama per salutarmi. E’ nel corridoio davanti alla porta d’ingresso. E’ bellissima. Quando vedo ancora le sue cosce spettacolari avvolte dal nero e le sue curve intime sagomate su quel tessuto nero e lucido, l’asta mi si rizza come un toro.
Le do un bacio sulla guancia e poi uno sul collo.

– Vanessa sei una bomba stasera…madonna che fica che sei…

La abbraccio e premo contro la sua figona la mia asta completamente eretta sotto il pigiama. La mia bocca scivola sulla sua e la mia lingua affonda in un bacio profondo.

– Dai papà… adesso no, mi sta aspettando…
mi dice lei quasi scocciata che dovesse uscire.

Il suo tono di voce mi eccita ulteriormente e sapere che il suo giovincello la aspetta a pochi metri fuori dalla porta mi eccita ancora di più. Lui non immaginerebbe mai che lei sia avvinghiata fra le mie braccia e contro il mio membro duro, pronto per accoppiarsi con lei…

– Aspetta un secondo Vanessa, ti voglio accarezzare…

Le mie mani scivolano sulle sue anche sensuali, coperte da quella pelle eccitante dei pantaloni. Scendo sulle cosce e le accarezzo all’interno, fino a passare la mano in mezzo alla fica. I pantaloni seguono la curva in mezzo allo spacco come una seconda pelle… passo le dita bene lì in mezzo e più su, sul clito. Un gemito forsennato mi sfugge, lei fa un piccolo scatto all’indietro col bacino e lancia un gemito sensuale ed eccitante.

– AAhhh…. no dai papà, così mi fai venire voglia, devo andare…
– No Vanessa aspetta un minuto solo, sei troppo fica, fammi venire…
– Ohh papà no, dai…

Mi aggrappo a lei e la trascino giù per terra sulle piastrelle, lì nel corridoio davanti alla porta. Assesto il membro in mezzo al suo spacco voluttuoso e lei emette un gemito di piacere. Comincio a muovermi con foga, scorrendo col membro duro nello spacco. Le sue lunghe cosce mi ospitano accarezzando le mie. Con quella pelle aderente sopra è quasi come se fosse nuda. Il mio pigiama scivola fra le sue curve e sul suo pube che è una meraviglia. Avvolta da quella pelle, la morbidezza del suo sesso e delle sue cosce diventa ancora più orgasmica.
Penso a Paolo che aspetta in macchina ignaro di tutto e le dico riferendomi a lui…

– Ohh Vanessa che fica che sei, chissà come lo farai impazzire stasera… lo arraperai per tutta la sera vestita così, vero? E poi andrete a scopare… chissà come lo farai sborrare…

– Ohh papà…

Lei comincia ad ondeggiare il bacino sotto i miei movimenti. Io mi muovo forsennatamente, sono eccitato come un toro da quei pensieri e sto già per venire.
Mi abbasso i pantaloni del pigiama ed appoggio il pene duro al massimo contro le sue cosce e contro lo spacco. Lo strofino con leggerezza su quella seconda pelle che avvolge stretta la sua morbidezza voluttuosa.

– Ohh Vanessa vengo… ti spruzzo su tutta la fica…
– No dai papà non mi sporcare…
Quelle parole “…non mi sporcare” riferite alla mia sborra su di lei mi fanno impazzire. Suona troppo di proibito!

– Oohhh sì Vanessa, ti schizzo tutta, sei troppo fica, ti sporco tutta…

Appena sento arrivare l’orgasmo, mi scappello il glande e uno spruzzo schizza potente contro lo spacco, quasi in mezzo alla fica. Lo schizzo rimbalza contro la pelle lucida e cade per terra. Premo la cappella dura e pulsante in mezzo allo spacco morbido ed altri due grossi getti schizzano sui pantaloni.

– Ohh no…
dice Vanessa con quel tono scocciato, irresistibilmente sexy.

Poi appoggio tutto il membro sulla sua coscia meravigliosa, per sentirlo tutto contro la sua morbidezza voluttuosa e finisco di sborrare appoggiato su di lei, urlando come un forsennato. Se Paolo fosse stato in piedi dietro alla porta anziché in macchina, avrebbe sentito tutto.
Mi sollevo da lei:

– Oddio Vanessa, mi fai scoppiare, guarda come mi hai fatto sborrare…

I suoi pantaloni sono pieni di sborra. Grossi e piccoli laghetti bianchi brillano sul nero lucido di quella seconda pelle sul suo pube, sulla fica e sulla coscia. Rigagnoli bianchi scendono lungo l’interno della coscia e lungo lo spacco. E’ uno spettacolo estremamente eccitante. Adesso vorrei scoparla, ma veramente non c’è il tempo.

– Oohhh papà guarda, mi hai sporcato tutti i pantaloni…
dice lei sorridendo lusingata.
Con due dita raccoglie un po’ di sborra e se le porta alla bocca. “MMhhmmm… che sborrata passionale…” geme gustando quel seme schizzato con veemenza.

– Adesso li devo pulire…

Dice con quel tono malizioso e fintamente scocciato, riferita i pantaloni. Saranno passati 6-7 minuti. Lei va in bagno, si ripulisce e si asciuga in fretta, poi esce. Paolo non si sarà accorto di niente. Non avrei mai immaginato che sarei diventato l’amante di mia figlia, ma è quello che è successo.
Vado a dormire, pensando alla scopata che lei si farà con Paolo, non so dove, dopo la discoteca. Da quando l’avevo sentita in camera non aveva più portato Paolo a casa, per scopare mentre c’ero io. Forse perché non voleva avere il compagno e l’amante nello stesso momento in casa.
Io dormo e ad un certo punto mi sveglio provando una sensazione di piacere. Vanessa è a cavalcioni sopra di me, ha assestato la mia asta dura in mezzo allo spacco nei suoi pantaloni e si muove delicatamente con leggerezza. Si tiene sollevata sulle braccia per non fare pesare il suo corpo di me, per non farmi svegliare subito. Non so da quanto tempo si stia sfregando contro il mio membro duro sotto il pigiama.

– Vanessa, cosa fai…
le chiedo ancora tutto addormentato

– Mi hai eccitata come un porca! Ho pensato tutta la sera alla tua sborrata di prima, adesso ti voglio scopare come si deve! Mi sono conservata per te stasera, stallone mio.
Mi dice lei ad alta voce con tono infoiato. Io la abbraccio a me e comincio a muovermi sotto di lei.

– Vanessa sei proprio una figona, ma come, ti sei conservata per me?
– Stasera non l’ho scopato, gli ho detto che non avevo voglia e l’ho fatto venire con un bocchino per tenerlo buono. Volevo scopare con un vero stallone…

E’ proprio arrapata la mia figlia stupenda e mi sta facendo impazzire!

– ooohh Vanessa basta, mi fai venire… da quanto mi sei sopra?

– Da qualche minuto papà. Ti si è rizzato appena l’ho accarezzato con le dita, poi mi sono messa sopra e hai cominciato a godere nel sonno… Sei proprio uno stallone, ho pensato al tuo cazzo duro e ai tuoi schizzi tutta la sera, adesso ti voglio dentro…

Affondo nella sua bocca con la lingua intanto che le slaccio i pantaloni.

– Allora cavalcami figona mia…

Si sfila i pantaloni e lo guida sotto il suo boschetto. E’ fradicia. Le scivolo dentro e comincia a cavalcarmi con foga. Era veramente eccitata per tutta la sera. Si muove con maestria e geme. Le accarezzo la schiena ed i seni su quel suo corpetto sexy da discoteca. Il rumore dei nostri sessi bagnati che scivolano l’uno dentro l’altro domina nel buio della notte.
Sto per venire, voglio sentire i suoi seni contro di me. Le sfilo il corpetto e le tolgo il reggiseno. Prendo le sue coppe sode fra le mani e le accompagno nei movimenti. I suoi capezzoli duri e ritti solleticano i miei palmi. Lei rotea il bacino ed ancheggia facendomi sentire tutta l’avvolgenza della sua vagina meravigliosa. Lei geme nei suoi ultimi colpi e urla godendo il suo orgasmo. Io la stringo a me e sento i suoi capezzoli solleticarmi il petto, talvolta i nostri capezzoli si sfiorano. Non resisto più. I miei muscoli si irrigidiscono eiaculando il mio seme profondo in lei. I miei spasmi di piacere la fanno sobbalzare. Grida animalesche accompagnano le mie scariche di seme dentro di lei.

…continua in capitolo 5

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