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Come vendere la moglie

By 17 Settembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Dario era proprio un tipo particolare, pensò Claudio, dopo aver avuto con lui quella strana conversazione sulle donne.
Si trovavano ad un convegno, organizzato dalla società per la quale lavorano entrambi e, in un momento di pausa, si erano messi a chiacchierare.
Dario era un bel tipo, alto, raffinato ed atletico e portava benissimo i suoi 38 anni, viceversa Claudio, piccolino, pelato e di corporatura gracile, dimostrava più dei 50 che aveva.
‘Vedi Claudio, io sono un buongustaio e preferisco un bicchiere di Brunello, piuttosto che un cartone di Tavernello. In tutte le cose sono del parere che è meglio privilegiare la qualità, rispetto alla quantità.
Anche con le donne.’
Era parecchio tardi, ma la conversazione che i due stavano facendo, aveva preso una piega interessante.
‘Io mi sono sposato molto giovane ed il mio matrimonio è durato pochissimo. Ho scoperto subito che non era un’esperienza adatta a me. Però le donne mi sono sempre piaciute, e molto.
Ho provato con delle relazioni, non era difficile sedurre qualche signora sposata ed annoiata, per uno come me, però finiva che loro si legavano troppo, pensa che una aveva piantato il marito senza dirmi niente e me la trovai fuori della porta con la valigia in mano.
Alla fine ho deciso che, per non avere legami, le donne era meglio pagarmele, anche se avrei potuto evitare queste spese.’
‘Insomma, hai risolto andando a puttane’, disse Claudio.
‘No. Ho provato anche quella strada ma è impossibile trovare il Brunello, anche spendendo tanto.
Con 300 ‘ trovi una bella studentessa universitaria, carne fresca di prima qualità, ma se non sei stupido, ti rendi subito conto che mentre la stai scopando, lei pensa che con quei soldi si comprerà un vestito o il telefonino nuovo.’
‘E allora’, chiese Claudio che ormai pendeva dalle sue labbra.
‘Mi compro delle mogli.’
‘Come sarebbe a dire?’
‘Ti spiego subito. Prendi una donna sposata tra i quaranta ed i cinquanta. Se si cura ed era carina a vent’anni, è ancora una donna appetibile, però spesso è annoiata e delusa, magari il marito la trascura e lei sente avvicinarsi il declino, le rughe, la menopausa ecc ‘
Mi basterebbe corteggiarla un po’ per portarmela a letto gratis, però lei si legherebbe a me, con tutte le controindicazioni che ti ho descritto.
Insomma io me la compro, pagandola anche bene, parliamo di quei 300 ‘, con cui si comincia a prendere una fichetta di venti venticinque anni, con le tettine a punta ed il culetto sodo.’
‘Ma ti conviene?’, disse Claudio che stava pensando alle tette di sua moglie, che invece cominciavano a scendere.
‘A parte che a me sono sempre piaciute le signore un po’ milf, per usare una parola inglese. Ti faccio un esempio. Prendi tua moglie.’
‘Eh?!’
‘Non ti offendere, è solo un esempio. Tua moglie, mi pare si chiami Elena, è una signora di aspetto piacevole e, da quello che mi dici, un po’ annoiata.
Tu gli dici che c’è un collega giovane e di bell’aspetto (scusa se mi faccio i complimenti addosso), che è disposto a pagare 300 ‘ per qualche ora con lei. Che ti risponde?’
‘Passato lo stupore iniziale, mi riempie di mazzate e mi caccia di casa.’
‘Non credo.’
‘Come non credo?’
‘Pensaci un attimo. L’offerta non viene da un vecchio bavoso, ma da una persona che potrebbe aspirare a donne ritenute più attraenti di lei, quindi questa richiesta per un verso potrebbe lusingarla. Lei, che si credeva ormai sul viale del tramonto, avrebbe una forte iniezione di autostima e poi, farebbe un dispetto al marito che la trascura.’
‘E’ una follia, non funzionerebbe mai.’
‘Ti sbagli, ho già tre signore che periodicamente compro per 300 ‘ a volta e si tratta proprio di mogli di colleghi d’ufficio.’
‘Non è possibile!’
‘E invece ti assicuro che è così. Naturalmente non ti posso fare nomi, ma devi fidarti.
Un’ultima cosa, per funzionare, il marito deve essere un cuckold.’
Un cu che? Lo sai che io con le lingue ci faccio poco.’
‘Cuckold significa cornuto, ma, attento, si tratta di un cornuto che volontariamente accetta che la moglie vada con altri e ne è pure contento.’
Claudio era confuso, mentre Dario continuava a spiegare la sua teoria.
‘E poi pensa, una donna tipo tua moglie, si impegnerebbe molto, sarebbe spontanea, una volta superato l’imbarazzo iniziale, cosa che non farebbe la giovane puttanella.’
Alla fine andarono a dormire e Claudio ci pensò parecchio prime di riuscire a prendere sonno, ma la cosa non lo convinceva troppo.
Erano passati un paio di mesi, quando i due si incontrarono di nuovo.
‘Allora, ci hai pensato?’, esordì Dario.
‘Pensato a cosa?’
‘Alla faccenda dei 300 ‘. non dirmi che non ci hai pensato neanche una volta, perché non ci credo.’
‘Ma tu, quando avevi parlato di mia moglie, avevi detto che era un esempio.’
‘Sì, però si potrebbe fare.’
‘In che senso?’
‘Nel senso che 300 ‘ li caccerei per andare con lei.’
‘Sì, va bene, lo ammetto, ci ho pensato, anche diverse volte, però non è possibile, la mia Elena non accetterebbe mai.’
‘Fai decidere a lei.’
‘No, tu non la conosci.’
‘Però conosco bene le donne della sua età.
Senti, facciamo una cosa, io intanto te li do, così ti convinci che faccio sul serio.’
Prese dalla tasca della giacca una busta e glie la porse.
‘Sono disposto anche a perderli. Se lei non si lascia convincere, non te li chiederò indietro.’
‘Ma potrei mentirti, tenendomi i soldi senza dirle nulla.’
‘Certo, ma non lo farai. Promettimi solo che glie ne parli e non ti fermi al primo no.’

Quella sera Claudio, tornato a casa, aveva trovato Elena inginocchiata davanti alla lavatrice, intenta a riempirla di mutande e calzini.
Ha ancora un bel culo rotondo mia moglie, aveva pensato, e subito la sua mente aveva cominciato ad immaginare la sua Elena mentre veniva inchiappettata dall’aitante collega.
La cosa curiosa era che questo pensiero un po’ lo infastidiva, ma un po’, doveva ammetterlo, lo eccitava.
Sono veramente un cu ‘ quella roba lì?
La sera, dopo cena, l’aveva buttata lì.
‘Elena, se ti dicessi che c’è un collega che pagherebbe 300 ‘ per passare qualche ora con te che diresti?’
‘Ehee? Ma che cazzo dici? Hai battuto la testa?
D’accordo, ho quarantotto anni e non sono più quella di una volta, ma non è un buon motivo per umiliarmi con questi scherzi del cazzo.’
L’aveva presa male, nonostante le rassicurazioni di Dario, però lui aveva promesso che avrebbe provato a convincerla, quindi decise di non mollare, nonostante la reazione veemente della moglie.
‘Stammi a sentire’, proseguì lei, sempre più infuriata, ‘un uomo sano di mente non spenderebbe 300 ‘ per me, chi sarebbe mai questo collega profondo estimatore della mia bellezza, forse uno di quei vecchi bavosi che mi hai presentato l’ultima volta che ti sono venuta a trovare?’
‘Beh, veramente, non è affatto un vecchio bavoso’, ripete lui sorpreso che la moglie avesse usato le stesse parole di Dario, ‘è una persona giovane, che dovresti avere pure conosciuto, perché è venuto a cena da noi qualche tempo fa, prima del convegno.’
‘Ah, quello lì’, rispose lei con aria distratta, ‘ho capito.’
La faccenda sembrava morta lì. Elena non ne aveva più parlato e Claudio si era ben guardato da riprendere il discorso, ma ormai il sasso era stato lanciato.
Da un lato Claudio si rodeva dentro al pensiero della moglie scopata dal giovane e prestante collega, preoccupato del fatto di trovare la cosa più intrigante che fastidiosa, ma anche Elena, all’insaputa del marito, aveva cominciato, dapprima quasi per gioco, poi sempre più seriamente, a considerare la possibilità di andare con un altro uomo, per di più praticamente sconosciuto.
Accidenti a me, diceva Claudio, quella sera dovevo andare a dormire invece di farmi infinocchiare dalla parlantina di Dario, e ora sono impelagato in questa strana storia.
Di contro Elena si guardava allo specchio cercando di immaginarsi a fare sesso con un uomo di quasi vent’anni più giovane.
Alla fine fu proprio lei a rompere il ghiaccio.
‘Senti un po’, ma quella faccenda della scorsa settimana, del tuo collega e dei 300 ‘, era uno scherzo, vero?’
‘Affatto, figurati che era così sicuro che avresti accettato, che mi ha già dato i soldi.’
‘Cosa? Ti avrebbe già dato i soldi?’
‘Ma certo, perché?’
Brutto bastardo, pensò lei, mi hai venduto prima ancora di chiedermelo, ma questa te la farò pagare.
‘Allora, se le cose stanno così, puoi dirgli che accetto’, e lo piantò in asso andando a stendere i panni sul balcone. Claudio era rimasto sbalordito: Elena, la sua Elena, contro ogni sua previsione, aveva accettato la proposta di Dario.
Più ci pensava e più gli sembrava assurdo, perché sua moglie a letto si era sempre dimostrata discretamente timida nonostante il fisico.
A vederla, con i capelli scuri e ondulati, il corpo slanciato ma allo stesso tempo formoso, dava l’idea della donna mediterranea, calda e sensuale, invece era sempre stata un po’ riluttante a fare certe cose. Non che fosse frigida, per carità, anzi, quando si eccitava era parecchio rumorosa, al punto che qualche volta i vicini avevano bussato sul muro. Veramente era un po’ di anni che non bussavano più, ma quando loro erano più giovani, era accaduto spesso.
Insomma Elena non era il tipo di donna che maneggiava cazzi con disinvoltura, era poco incline al sesso anale, peccato perché aveva sempre avuto un gran culo che ispirava certe fantasie, riguardo ai pompini poi, meglio stendere un velo pietoso.
Insomma Elena era una donna buona per il sesso ‘normale’, scopate ed un po’ di toccamenti, il tutto nell’ambito dei rapporti strettamente coniugali.
Comunque, se lei aveva deciso di lanciarsi in quest’avventura, che provasse pure.
Mi voglio proprio fare due risate. Già, però sarebbe bello assistere.
‘Senti Claudio, questo non è proprio possibile, a me non piace avere un guardone nell’armadio mentre sto scopando. Però c’è una soluzione.
Certo che pero sei proprio un vero cuckold’, aveva aggiunto ridendo, ‘e pensare che non sapevi neanche cosa volesse dire.’
La soluzione proposta era una micro telecamera nascosta in camera da letto.
‘Guarda però che la registrazione rimarrà a me, io ti permetterò di vederla tutte le volte che vuoi, ma non te la potrai portare via, capisci bene che non voglio lasciare in giro tracce del genere.’
L’appuntamento era stato fissato per il successivo sabato pomeriggio, Claudio si sarebbe levato di torno, lasciando il campo libero a Dario.
Tra Elena e suo marito si era creato un comprensibile nervosismo, che cresceva mano mano che si avvicinava il momento fatidico.
Lui, quando non era preso da attacchi di gelosia, della serie mannaggia a me guarda in che rogna mi sono cacciato con le mani mie, pregustava già l’idea di godersi sullo schermo del computer gli amplessi tra la sua prosperosa consorte ed il giovane collega.
Elena invece era diventata iperattiva: prima era andata dal parrucchiere e dall’estetista, poi aveva comprato un paio di completi di biancheria intima molto succinti, ma era anche preoccupata per l’incontro, perché non le era mai capitato di fare sesso in questa maniera.
E poi doveva spesso scacciare mille paure sui particolari di lei che potevano non piacere a questo insolito e giovane partner. Le mie tette sono troppo grandi? Non saranno mosce, piuttosto? Ho messo su troppa pancia? Mi devo depilare completamente?
Alla fine aveva deciso che ‘ basta, se questo è disposto a pagare 300 ‘ per me, e mi ha visto di persona, significa che gli piaccio così.
E Dario?
Lui era abbastanza tranquillo, visto che aveva una discreta esperienza di questi incontri, però, il primo contatto con una moglie matura ed insoddisfatto era critico.
Doveva metterla subito in riga ma senza umiliarla, poi sarebbe stata docile come un agnellino ma calda e sensuale come mai il marito, avrebbe potuto immaginare.
Rimaneva sempre sorpreso da quello che poteva venir fuori da queste donne non più giovanissime. Il Brunello andava cercato proprio dentro di loro, non certo nelle professioniste a pagamento tutta scena, ma naturalmente bisognava toccare le corde giuste ed era sicuro che anche con la moglie di Claudio sarebbe andato tutto bene.
Con la mente cercò di ricostruire l’aspetto di Elena da quell’unica volta che l’aveva vista a cena a casa loro.
Una bella morona, alta e formosa, non bellissima di viso, ma imponente e vistosa, comunque un tipo interessante.
La ricordava con i capelli scuri, quasi neri, e ricci, con le curve ben pronunciate, le tette e le chiappe rotonde e di notevoli dimensioni, forse un po’ di pancia, ma, nell’insieme, una femmina piacevole da vedere e da toccare.
Doveva essere più vicina ai 50 che ai 40, ma ancora per qualche anno avrebbe tenuto, e se fosse andato bene il primo incontro, avrebbe potuto bere diversi bicchieri di quel vino pregiato.
Lo sapeva, adesso lei si stava preparando all’incontro, piena di paure, come se si fosse trattato della prima festa da ballo di un’adolescente, mentre il marito si rodeva, combattuto tra la gelosia del maschio ed il piacere perverso del cuckold, il cornuto felice.
Guardò l’orologio, le 15,30, aveva ancora dieci minuti per finire di prepararsi.
Si fece una bella doccia con un bagno schiuma profumato, anche si si era lavato con cura già la mattina, ma erano fondamentali anche gli odori in queste faccende. Il profumo profondo ma non invadente, denso e maschio, avrebbe fatto la sua parte.
Lì no. Aveva evitato di lavare quella parte, perché, come diceva un suo zio napoletano, il pesce deve odorare di pesce, anche questo particolare avrebbe avuto la sua importanza, al momento opportuno.
Alle 15,40 Dario uscì diretto a casa di Claudio ed Elena.
Claudio era già uscito con l’idea di fare una passeggiata in centro e poi di andare al cinema.
Elena invece era pronta da un pezzo ed aspettava e, più si avvicinava l’ora fatidica, e più veniva presa dalle paure.
Il suo incubo peggiore era quello in cui Dario la spogliava, vedeva il suo corpo appesantito e la mollava lì, dicendole che aveva speso male 300 ‘.
Dario arrivò sotto casa alle 15,56, ma aspettò un po’: mai arrivare in anticipo, meglio qualche minuto dopo, così lei intanto ‘
Alle 16,10, mentre Claudio, in un momento di sconforto pensava, quel figlio di puttana si sta scopando mia moglie, Elena stava per mettersi a piangere. No, non devo farlo, sennò si sciupa il trucco.
Il quel momento Dario suonò il citofono del portone ed Elena si scosse prontamente e corse ad aprire.
Quando Dario suonò il campanello, Elena tardò parecchio ad aprire, nonostante fosse già dietro alla porta.
‘Ciao’, disse lei, a bassa voce, senza avere neanche il coraggio di guardarlo negli occhi.
‘Ciao’, rispose lui con la sua voce calda e decisa, ‘mi fai entrare, magari?’
‘Oddio, scusa’, farfugliò mentre si toglieva dal vano della porta.
Lo scatto secco e leggero della serratura che si richiudeva dopo il passaggio di Dario, la riportò alla realtà: ormai non sarebbe potuta tornare indietro.
Questo era un momento critico, lui lo sapeva bene, un paio di volte le erano capitate delle signore che erano scoppiate il lacrime, supplicandolo di lasciar perdere, perché loro lo avevano fatto d’impulso, per rabbia nei confronti del marito, ma che non avrebbero mai potuto far sesso così, con un estraneo, ecc ‘
In questi casi l’unica era battere in ritirata.
‘Ti posso offrire qualcosa da bere?’, disse Elena con voce un po’ più ferma, indicando i bicchieri e le bottiglie che aveva preparato sul tavolino del soggiorno.
‘Magari dopo, quando faremo una piccola pausa.’
Le poggiò una mano sul fianco e la spinse con fermezza verso la camera da letto.
Almeno all’inizio, doveva essere lui a mantenere in pugno la situazione, per evitare che lei cercasse di prendere tempo.
Indossava un bel vestitino nero, scollato e aderente che mostrava la spaccatura del seno facendo intuire due belle tettone.
Lo sguardo gli scivolò in basso, sì, aveva un po’ di pancia ma meglio così che una cinquantenne che si è messa a dieta per tornare secca come un chiodo, come quando aveva vent’anni, portandosi appresso un sacco di smagliature.
La sua mano scese leggermente dal fianco sul sedere e lei ebbe un piccolo fremito. La signora si vergogna da matti, però è contenta che il suo bel culone piace ancora agli uomini.
Sotto al vestito spuntavano due gambe robuste ma lunghe e ben modellate. Le calze scure naturalmente aiutavano. Per fortuna non si era messa le calze a rete con le giarrettiere. Gli era capitato diverse volte ed era stato costretto a far togliere subito alla sua partner occasionale quella roba assurda. Non c’è niente di più ridicolo di una donna matura combinata in quella maniera mentre cerca di sedurti facendo una specie di spogliarello.
Collant o autoreggenti? Sicuramente è tipo da collant, però potrebbe aver comprato qualcosa di più adatto apposta per l’occasione, ma non importa, avrò tutto il tempo per spogliarla.
Ora erano in piedi, uno di fronte all’altra, Dario controllò la posizione dove si sarebbe dovuta trovare la telecamera, sul mobile di fronte al letto, poi si tolse la giacca sportiva e la lanciò sulla poltroncina vicino allo scrittoio.
Aprì i primi due bottoni della camicia, prese le mani di Elena e le fece venire a contatto con la pelle del suo petto.
Lei tremava, si vedeva che non sapeva che fare, poi le sue dita, dopo aver indugiato un po’ con il ciuffo di peli che usciva dalla camicia, aggredirono il primo bottone, e Dario tirò un sospiro di sollievo.
Ora lei aveva qualcosa da fare e non si sarebbe fermata, così, mentre l’odore del bagno schiuma le penetrava nelle narici, Dario si aprì i pantaloni e li abbassò.
Quando Elena aprì l’ultimo bottone realizzò che l’uomo di fronte a lei indossava solo lo slip. Dario si tolse le Timberland marroni, contento di essersi liberato del fastidio del contatto della sua pelle con il cuoio, lui infatti detestava mettere i piedi nudi nelle scarpe, ma siccome un uomo nudo con i calzini è obiettivamente ridicolo, in questi casi non aveva scelta.
Quando passò le braccia dietro la schiena di Elena a la tirò a sé, lei si trovò con il viso a contatto del suo petto muscoloso e i seni schiacciati contro le sue costole, mentre più in basso sentiva qualcosa che le premeva contro il ventre.
Poi Dario, quando fu sicuro che lei non si sarebbe scostata, le posò le mani sulle spalle e cominciò a spingerla verso il basso.
Elena alla fine si ritrovò in ginocchio e si rese conto che l’odore che le giungeva era cambiato, non più quello denso e piacevole del bagno schiuma, ma quello scostante del suo ‘ non riusciva neanche a pensare la parola.
Per favore, questo no, non ci riuscirò mai, ti prego, sembravano dire i suoi occhi.
Dario lo tirò fuori dallo slip proprio mentre cominciava a diventare duro, facendo in modo che la telecamera inquadrasse il suo grosso arnese per la delizia del marito cuckold, e lo strofinò sulle labbra di Elena.
Non ce la faccio, non ce la faccio.
L’odore era insopportabile, lei era riuscita, con suo marito, a prenderlo in bocca poche volte, per qualche secondo e dopo aver costretto Claudio ad un lavaggio accuratissimo, tanto che lui, alla fine aveva desistito nel chiedere queste pratiche.
Dario le passò una mano dietro la nuca ed iniziò a carezzarle i capelli ma, allo stesso tempo le impediva di spostare la testa all’indietro, e quando lei, ad un certo punto, provò a respirare con la bocca, lui lo spinse un po’ dentro.
Le sembrò che, come per incanto, l’odore fosse scomparso, allora serrò leggermente le labbra e succhiò.
Ecco, brava, hai rotto il ghiaccio, pensò Dario lasciandosi sfuggire un bel sospiro che avrebbe gratificato la donna inginocchiata di fronte a lui.
La mano dietro alla nuca le faceva capire che doveva continuare, meglio tenerla anche se ormai Elena sembrava aver preso il via, così pensò di togliersi la curiosità su cosa indossasse sotto al vestito.
La mano libera di Dario si infilò in mezzo alle cosce di lei, Elena ebbe un sussulto. ‘Continua, non ti fermare.’
Elena ubbidì.
Collant. Come supponevo.
Le dita scivolarono in mezzo. Al tatto doveva portare un slip succinto ma non minuscolo, data la taglia delle sue chiappe ed era già bella bagnata.
Elena ebbe un altro sussulto, sentendosi toccata e lui rafforzò la presa dietro la nuca.
‘Tranquilla, abbiamo tutto il tempo, ora finisci.’
Era tutto calcolato, iniziare con un pompino significava farle subito abbassare le penne, tante volte avesse preso in considerazione l’idea di essere lei a comandare le danze, e poi alla prima botta c’era sempre molto più sperma e, sparandoglielo dritto in bocca, l’effetto era garantito.
Si è un po’ irrigidita? Certo, non è mica scema, ha capito che sto per venire e magari con il marito non è mai riuscita a fare una cosa del genere.
Mi sta per venire in bocca, accidenti, pensò Elena, che schifo.
Dovevo pensarci prima ora non posso tirarmi indietro. Tranquilla, devo essere tranquilla e rilassarmi, non mi succederà niente di male.
In quel momento Dario l’afferrò con più forza e lei sentì il primo zampillo di sperma che le sbatteva sulla parte superiore del palato, allora serrò più forte le labbra intorno alla cappella gonfia e lui iniziò a muoversi dentro e fuori, senza però mai estrarlo completamente dalla sua bocca, ed ad ogni movimento un nuovo zampillo di quel liquido denso e tiepido le entrava dentro.
Quando Dario si fermò, ne aveva la bocca piena ed un po’ doveva averlo sicuramente inghiottito, ma ora non le sembrava più così terribile.
La fece rialzare, lei non lo sapeva, ma era anche perché Dario voleva farla riprendere meglio dalla telecamera.
Guarda bene la tua mogliettina come è brava a fare i pompini.
‘Devo andare in bagno.’
Le girava la testa e si sentiva sporca e appiccicosa.’
‘Non serve, stai benissimo così’, le disse mentre con un fazzolettino le detergeva quello che le era colato fuori dalla bocca, sbaffando il rossetto.
Ormai era andata, Elena si era sciolta, se aveva superato indenne la prova pompino, avrebbe potuto fare tutto il resto, lui ne avrebbe ricavato il massimo del piacere e l’avrebbe tenuta sulla corda per ore, mentre lei si sarebbe impegnata allo spasimo per soddisfarlo e solo alla fine avrebbe avuto il meritato premio dell’orgasmo. ‘Ecco, adesso una piccola pausa ci sta bene’, disse Dario prendendo per mano Elena e portandola fuori della camera da letto.
Ora lei sembrava più tranquilla, meno titubante.
Presero una bibita fresca e lui si divertì ad osservarla mentre beveva a piccoli sorsi. Ti stai sciacquando la bocca, vero? Dai, dì la verità, ti è piaciuto ed ora non vedi l’ora di essere scopata, ma dovrai aspettare un bel po’, ti farò allungare il collo fino alla fine.
Erano seduti l’uno a fianco all’altra sul divano e quando lei posò la testa sulla sua spalla, Dario la lasciò fare.
Elena si sporse e cercò di baciarlo sulle labbra.
Eh no, bella mia, il bacio dopo il pompino proprio no.
Era rimasta male del suo rifiuto e così Dario le abbassò le spalline del vestito facendolo scendere fino sopra la pancia.
Aveva proprio due belle tettone, ma per ora era meglio lasciarle dentro al reggiseno, perché aveva l’impressione che, una volta liberate, le si sarebbero posate mestamente sulla pancia.
Sembravano anche più grandi perché Elena aveva la pelle scura e, quando si abbronzava, diventava ancora più nera, al punto da sembrare quasi una donna meticcia, ed il segno lasciato dal costume era bello visibile anche se l’estate era finita da un pezzo.
Le fece qualche carezza e lei subito sollevò la testa scuotendo i lunghi capelli scuri.
Sei ancora una bella topona, insoddisfatta e trascurata, ma oggi ti farò recuperare tutto il tempo sprecato.
Infilò una mano nel reggiseno e lei cominciò ad agitarsi, mentre lui frugava nella coppa.
I capezzoli erano larghi e poco in rilievo ma era sicuro che alla fine sarebbero stati belli gonfi e duri.
Tolse le mani e lei lo guardò con aria dispiaciuta.
‘Ora dobbiamo tornare di là.’
La fece sdraiare sul letto, Elena non poteva vedere cosa stesse succedendo alle sue spalle ma fu contenta quando sentì che Dario le sollevava il vestito scoprendole il sedere.
Questa è forse la posizione migliore, perché il culo è ancora bello sodo, e poi non mi si vede la pancia.
Le abbassò il collant fino alle ginocchia, poi spostò le mutandine di lato ed infilò una mano.
Elena cominciò a gemere quando lui le passò due dita sulla fica bagnata.
Cercò di spingere indietro il sedere per farsele entrare dentro, ma Dario le spostò più su.
Lei gridò quando le dita, bagnate dai suoi umori si infilarono in mezzo alle sue chiappe, alla ricerca di un’altra apertura.
‘No, lì no, per favore.’
Aveva paura, non le era mai piaciuto farselo mettere di dietro da suo marito, e poi Dario era molto più dotato, quindi sarebbe andata peggio.
‘Tranquilla, andrà tutto bene’, le disse mentre le dita si spingevano in profondità, allargandole progressivamente l’orifizio.
Quando lui le tolse, Elena si rese conto che non era poi così spiacevole.
La prese per le caviglie e la girò sul letto, lei non lo sapeva, ma era per far inquadrare meglio il suo culo alla telecamera.
Le mostrò uno strano oggetto, di plastica trasparente, dalla forma oblunga, che si allargava ad una estremità, per raccordarsi con un gambo stretto e poi terminare con una specie di piattello largo qualche centimetro.
‘Ora ti infilerò questo di dietro, devi stare tranquilla, servirà a mantenere allargato il tuo culo, all’inizio darà un po’ fastidio, ma sarebbe peggio se ti …’, si era fermato e l’aveva guardata fissa, per vedere l’effetto che faceva la frase, ‘ ‘ se ti inculassi di colpo.’
Le abbassò un po’ le mutandine e cominciò a strofinarle l’oggetto sulla fica bagnata, così lei non trovò il fiato per protestare.
Ora Elena gemeva fortissimo, quando sarebbe venuto il suo momento, sarebbe stato molto interessante farla godere fino in fondo.
La fece scaldare ancora un po’, poi lo spostò più dietro e lo spinse leggermente.
‘Ahi’, fece Elena.
Dario lo spinse dentro mentre lei stringeva i denti, finché non rimase fuori solo il piattello terminale.
A questo punto le rimise a posto le mutandine e le sfilò completamente le calze, facendo cadere sul pavimento le scarpe.
‘Su, in piedi’, le disse accompagnando le parole con una bella sculacciata.
‘Mi da fastidio’, protestò Elena appena ebbe poggiato i piedi in terra.
‘Tra una mezzora ti sarai abituata. Abbiamo tutto il tempo che ci serve. Intanto togliamo il vestito.’
Dovette farlo uscire da sopra, perché i fianchi larghi della donna impedivano di farlo scivolare in basso e la fece camminare su e giù per la stanza.
‘Va meglio ora?’
‘Sì, però lo sento molto.’
E certo che lo senti, vedrai dopo quando ci ficcherò qualcosa di meglio.
La osservò mentre camminava a piedi nudi sul parquet della camera da letto.
Ora che era scesa dai tacchi e le sue gambe non erano più ricoperte dalle calze, non sembrava più la topona imponente che le aveva aperto la porta di casa un’ora prima.
Elena si guardò la pancia, ho messo su un bel po’ di ciccia e ci sono pure parecchie smagliature, era meglio che non mi toglieva il vestito.
‘Allora, ti da ancora fastidio?’
‘No, non più.’
Non era vero ma non voleva più rimanere davanti a lui a mostrargli la sua brutta pancia.
La fece salire carponi sul letto e poi la seguì.
‘Ora ti sfilo il plug, sei pronta?’
Elena fece cenno di sì con la testa e strinse nei pugni il lenzuolo.
Plouff. Le sembrò quasi di sentire un suono simile mentre quel coso usciva dal suo corpo forzando lo sfintere per far passare la parte più larga.
Dario svelto lasciò cadere il plug sul letto, le abbassò lo slip e ci ficcò dentro il suo arnese.
Quando il tuo caro maritino vedrà questa scena si ammazzerà di seghe, ne sono certo.
Elena ora gemeva, ma non più di piacere, certo avrebbe fatto bene a metterci un po’ di vasellina, ma anche questo faceva parte del training della nuova moglie che aveva appena comprato.
Si accomodò meglio, spingendo con il ventre contro le sue chiappone rotonde e bianche e cominciò a muoversi con un discreto ritmo.
Elena aveva smesso di lamentarsi, segno che il buco si era allargato a sufficienza e seguiva il suo movimento, sostenendosi con le braccia piegate sul materasso.
Ad un certo punto lei staccò una mano e se la passò in mezzo alle gambe iniziando a masturbarsi.
Gemeva forte ed inarcava le chiappe cercando di farsi penetrare più in profondità.
Bene, è pronta, è cotta a puntino, però è troppo presto per farla venire, così spinse più forte ed Elena fu proiettata in avanti, sbattendo il viso sul materasso, mentre Dario aumentava il ritmo.
Lei rimase buona buona ad aspettare che lui finisse, senza più provare a toccarsi, finché Dario non terminò.
Mentre lui lo tirava fuori ripensò ai tentativi fatti con suo marito e finiti sempre miseramente, intanto Dario le aveva allargato le chiappe per osservare il suo buco arrossato, sporco di sperma e completamente dilatato.
Lei non lo sapeva, ma faceva così per mostrare il risultato a suo marito.
‘Allora, tutto bene?’
‘Sì, sì però ”
Lei moriva dalla voglia di essere scopata, ma il premio finale se lo sarebbe dovuto guadagnare, così si mise comodo, sdraiato sul letto, e aspettò.

Elena era rimasta sul letto a pancia in giù, con le ginocchia affondate nel materasso ed il sedere in aria, indolenzita, frastornata ma niente affatto dispiaciuta di quanto le era capitato finora.
L’altro, quell’uomo giovane e vigoroso, che conosceva appena e di cui neanche ricordava il nome, era sdraiato dall’altro lato del letto.
Forse dormiva o, comunque, si stava riposando e lei ora poteva osservarlo in tutta tranquillità.
Il suo sguardo si posò sui capelli corti e chiari, sui lineamenti regolari e decisi del suo viso, poi scese sul suo torace largo, dai muscoli ben sviluppati e le sembrò di sentire nuovamente l’odore piacevole del profumo che doveva aver usato prima di venire da lei, per finire si dedicò all’osservazione di ciò che aveva in mezzo alle gambe.
Il pene riposava insieme al suo proprietario, placidamente poggiato di traverso su una coscia e, in quel momento le venne un pensiero cattivo nei confronti di Claudio, suo marito: bastardo, dopo anni di totale disinteresse nei miei confronti, hai pensato bene di vendermi, e devi pure aver raccontato tutto a questo qui. Certo, lui sembrava sapere ogni cosa dei nostri rapporti intimi, ed ha voluto cominciare proprio con la cosa che proprio io ho sempre detestato. Brutto stronzo glie lo hai detto sicuramente tu che io non sono mai riuscita a fare un pompino, e, come se non bastasse, gli devi anche aver suggerito di mettermelo dietro. Vorresti sapere come è andata, vero? Benissimo, sono arrivata in fondo a tutte e due le cose e mi è anche piaciuto. Il problema dovevi essere tu.
Ed ora sono qui, mezza nuda sul nostro letto, in compagnia di un uomo che ha risvegliato in me quello che credevo finito per sempre e sono decisa a prendermi, fino in fondo, tutto il piacere che merito.
Elena non poteva immaginare che, in realtà, Dario non aveva usufruito di nessuna confidenza da parte di Claudio, ma, semplicemente, quello era il suo modo di operare al primo incontro con le mogli che comprava.
Ignorava anche che lui stesse fingendo di dormire e che stava solo aspettando che lei prendesse finalmente l’iniziativa.
Così, quando Elena, dopo essersi tolta completamente le mutandine, che lui prima le aveva abbassato, iniziò a muoversi cautamente sul letto, capì che era giunto il momento.
Elena avanzava lentamente, gattonando, cercando di non fare infossare troppo il materasso.
Sei uno spettacolo, sembri un felino, una pantera, che avanza cautamente nella savana, cercando di non farsi scorgere dalla preda, ti manca solo una coda lunga e pelosa in mezzo alle tue belle chiappe.
Mentre avanzava, Elena aveva l’impressione che lo sperma rimasto dentro sciacquettasse ad ogni piccolo movimento. Si fermò un attimo, si sentiva piacevolmente indolenzita e qualcosa stava forse colando fuori dal suo buco dilatato prima da quello strano aggeggio e poi ‘
L’obiettivo era a pochi centimetri, tra le gambe di quell’uomo e sembrava sorgere da quei grandi ciuffi di peli scuri. Sentì come una vampata di calore passarle in mezzo alle gambe e protese il viso in avanti.
Dario per un po’ fece finta di dormire. Gli piaceva avere una donna china su di lui, intenta a leccarglielo con così tanta passione. I lunghi capelli scuri di Elena gli facevano il solletico sulla pancia e lei sembrava moltiplicare gli forzi per farlo resuscitare.
Non riuscì più a fingere quando lei iniziò a leccargli le palle. Certo, pensò, a volte queste signore mature, tranquille e perbene, riservano delle grosse sorprese.
Mentre il suo arnese tornava duro e si rizzava, Elena aprì le labbra e il testicolo che lei stava leccando con gran cura, sparì per intero nelle sua bocca.
Dario allora le sganciò il reggiseno e le tettone di Elena, ormai libere atterrarono sulla sua pancia. Ora, al solletico dei capelli si era aggiunto il contatto piacevolissimo dei capezzoli che strusciavano sulla sua pelle, uno dei miei migliori investimenti, pensò mentre Elena, instancabile, era passata all’altro testicolo.
Ad un certo punto lei si fermò di colpo, gli si mise a cavalcioni, volgendogli la schiena e si riabbassò lentamente, tenendolo dritto, verso l’alto, con una mano.
Le sue chiappone bianche atterrarono sulla pancia di Dario mentre lei emetteva un grido di soddisfazione.
Aveva scelto la posizione migliore, perché lui poteva bearsi della vista del suo culo e non avrebbe invece visto la pancia che non era certo il massimo, e poi, avrebbe potuto toccarle le tette, come Dario non mancò di fare, stringendole forte nelle sue mani.
Elena, facendosi forza sulle gambe saliva e scendeva muovendosi come una forsennata, al punto che, un paio di volte le uscì fuori e fu costretta ad interrompere il ritmo per infilarselo di nuovo dentro, intanto, per non farsi mancare nulla, gridava e gemeva così forte, che lui pensò che i vicini avrebbero sicuramente capito cosa stesse succedendo.
Per fortuna di Elena, Dario ora non aveva le batterie al 100% e lei ebbe tutto il tempo di raggiungere il sospirato orgasmo, aiutato anche da alcune toccatine al clitoride che si concesse verso la fine.
Mamma mia, pensò Dario, quando lei venne fragorosamente, con delle grida che avrebbero risvegliato anche i morti, e spingendo così forte che quasi gli sfondò la pancia, doveva essere un bel pezzo che non si faceva una scopata come si deve.
Beh, ora che è soddisfatta, la faccio concludere in bellezza con un secondo pompino e me ne vado.
Ma Elena non era per niente sazia, così si sollevò e se girò, rimettendosi di nuovo a cavalcioni di Dario, ma, questa volta mostrandogli il viso.
Si tolse il reggiseno aperto ormai inutile e si riabbassò, infilzandosi nuovamente sul cazzo di Dario.
Riprese con la stessa foga di prima e lui dovette ammettere che la pancia prominente ed un po’ cadente di Elena non lo disturbava più di tanto, specie se si concentrava sul movimento delle sue tettone.
Mamma mia, una tigre, un uomo deve essere proprio un coglione per riuscire a spegnere una creatura simile.
Elena riprese a toccarsi nuovamente e questa volta lui vide bene il movimento delle dita che cercavano il clitoride e poi iniziavano a carezzarlo, mentre il respiro le si faceva più affannoso e gli occhi scuri si accendevano di una luce che gli sembrò felina.
Infine gli diede un paio di strizzatine, cosa di cui non tutte le donne sono capaci di fare e, a questo punto, Dario mollò gli ormeggi, proprio mentre lei raggiungeva nuovamente l’orgasmo.
Erano rimasti a lungo l’una sull’altro, stanchi e soddisfatti.
Dario sentiva il peso del corpo di Elena, non certo leggero, ma non gli dispiaceva avere addosso quel corpo caldo e sudato scosso solo dai movimenti del respiro.
Il suo arnese si era lentamente ammosciato ma finché restavano in quella posizione sarebbe rimasto dentro di lei.
Guardò la sveglia sul comodino, tra una mezzora, secondo gli accordi, sarebbe rientrato, Claudio, il marito di Elena, aveva giusto il tempo di farsi una doccia e di rivestirsi.
Scostò dolcemente il corpo della donna e la adagiò sul letto, mettendola di schiena, e si alzò.
Prima di andarsene tornò in camera da letto per dare un’ultima occhiata alla donna con cui aveva passato delle ore piacevolissime.
Elena dormiva profondamente, stanca e soddisfatta. Nel silenzio della casa si poteva sentire il suo leggero russare.
Osservò il suo viso disteso, contornato dai capelli scuri disordinati e spettinati, le sue tettone che in questa posizione, adagiate sul petto, sembravano meno voluminose.
Un ultimo sguardo alla sua fica, rossa, ancora semiaperta e piena del suo sperma e per un attimo pensò di ricoprirla con il lenzuolo.
Ma no, caro marito cornuto felice, te la lascio così, a gambe aperte e fica all’aria.
Alla prossima, Elena, disse a mezza voce, mentre chiudeva la porta di casa. Claudio quella sera tornò a casa più tardi del previsto, perché gli mancava il coraggio di presentarsi da Elena.
Provava parecchio rimorso per il brutto tiro che aveva fatto alla moglie.
Povera Elena, pensava, l’ho costretta ad andare a letto con uno sconosciuto, la cosa deve averle pesato parecchio, visto che negli ultimi tempi non sembrava molto attirata dal sesso come una volta.
Sarà arrabbiata con me? Temo proprio di sì, visto che l’ho praticamente venduta.
Ho paura che questa sera non mi avrà preparato una buona cena.
Poi però ripensava alla video registrazione dell’evento. Mi eccita? Sì, mi immagino Elena nelle mani di Dario mentre lui le da una bella ripassata e già me lo sento diventare duro.
Già, sono un marito cuckold e non lo sapevo.
Così alla fine, quando ormai si stava facendo buio, si era avviato verso casa.
Decise di non suonare, come faceva sempre, ma di entrare direttamente con le chiavi.
In soggiorno c’erano due bicchieri vuoti, segno che lei doveva aver offerto qualcosa a Dario.
A quest’ora Elena deve essere in cucina, intenta a preparare la cena.
Così attraversò il corridoio, quatto quatto e, con sua grande sorpresa, trovò la cucina vuota, anzi non c’era alcun segno che sua moglie avesse iniziato a preparare qualcosa da mangiare.
Vabbè, sarà in bagno a farsi una doccia, per darsi una bella ripulita.
Niente, anche il bagno era deserto.
Vuoi vedere che è uscita per non incontrarmi?
Restava solo la camera da letto, il luogo del misfatto e, con sua grande sorpresa, la trovò proprio lì.
Elena dormiva saporitamente, sdraiata al centro del letto e dalle sue labbra dischiuse in una specie di sorriso, usciva un leggero sibilo.
Sul pavimento della stanza erano sparsi svariati indumenti: un vestito nero, un paio di scarpe ed un collant, mentre sul letto c’erano un reggiseno ed uno slip femminile.
Sua moglie era completamente nuda e se ne stava sdraiata a cosce larghe e con la fica all’aria, soddisfatta del pomeriggio trascorso.
Unico segno di vita era il movimento delle tette che si sollevavano e si riabbassavano al ritmo del suo respiro.
Si avvicinò per osservarla meglio. Per l’occasione si doveva essere truccata per bene ma l’incontro con Dario doveva essere stato particolarmente burrascoso, perché ogni cosa, dal fondo tinta alla linea intorno agli occhi, per non parlare del rossetto, era sbaffata ed impiastrata.
In quel momento Elena emise un profondo sospiro e si girò su un fianco, mentre si passava una mano in mezzo alle cosce.
Fu allora che Claudio notò quello strano oggetto trasparente in mezzo alle lenzuola.
Non ne aveva mai visto uno dal vero, ma sapeva bene di cosa si trattasse: era un plug anale.
Disgraziato di Dario, glie lo deve aver ficcato in culo per bene, chissà le storie che avrà fatto Elena per farsi fare una cosa del genere.
In quel momento sua moglie si mosse di nuovo e Claudio si immobilizzò, meglio evitare che si svegliasse e lo trovasse lì.
Ora Elena era tornata sdraiata come all’inizio, con le gambe completamente allargate e con la mano si stava toccando profondamente.
Incredibile, si stava masturbando nel sonno, le sue dita continuavano a carezzare la fica, completamente aperta mentre dalle sue labbra uscivano dei gemiti di piacere sempre più forti.
Ora mi spoglio e glie lo ficco dentro, pensò, poi, ricordando come lei aveva trascorso il pomeriggio, desistette.
Deve aver passato tutto il pomeriggio a farsi scopare e non si è nemmeno lavata, è talmente sfinita che si deve essere addormentata appena Dario è andato via.
La fica, la pancia, le cosce ed anche il ciuffetto di peli pubici, infatti, erano pieni di macchie biancastre.
Elena emise un gemito più forte degli altri facendo sobbalzare le sue tettone.
Anche la bocca, la faccia e pure il collo.
Non mi dire che quel diavolo di Dario è riuscito pure a farsi fare un pompino.
Quella notte Claudio dormì sul divano dopo essersi mangiato un paio di toast.
Si addormentò pensando che, il giorno dopo, Dario gli avrebbe permesso di visionare il filmato di sua moglie. Claudio il giorno successivo, poté visionare il filmato di sua moglie con Dario e non ne fu particolarmente contento.
In cuor suo si augurava di aver dato una mezza fregatura al collega, con 300 ‘ ti puoi comprare una ragazza giovane e bella, molto meglio di una quarantottenne mezza sfiorita ed anche un po’ impacciata nel fare certe cose, pensava lui.
Poi aveva visto all’opera la sua Elena e gli era preso un colpo. E chi se lo aspettava, che sua moglie, sotto sotto, fosse una furia scatenata.
Elena aveva superato agevolmente tutte le difficoltà che Dario le aveva posto davanti e, dopo qualche esitazione iniziale con il pompino, era andata avanti in un crescendo più che rossiniano, finendo per prendere direttamente l’iniziativa.
Claudio aveva ancora negli occhi l’immagine del suo corpo nudo e rilassato, che nel sonno si muoveva cercando ancora il piacere.
C’era però una parte di lui che godeva nel vedere sua moglie scopata da un altro, sì, doveva ammetterlo, nonostante il fastidio di dover accettare che Dario ci sapesse fare molto più di lui, lo spirito del cuckold, represso per molto tempo, stava venendo fuori.
E con Elena come andava? Male.
Lei era entrata in sciopero e gli aveva detto a brutto muso che non glie l’avrebbe più data.
‘E’ stata un’esperienza terribile ed umiliante, e credo che prima che possa pensare di fare di nuovo sesso con un uomo, dovrà passare parecchio tempo.’
Claudio pensò che visto che era già vicina ai cinquanta, se avesse aspettato troppo, non avrebbe più trovato nessuno disposto ad andare con lei, poi Elena concluse con la bordata finale.
‘Naturalmente il tuo coso, per quanto mi riguarda, puoi usarlo giusto per le seghe.’
Avrebbe potuto obiettarle che aveva mentito e che era andata avanti per ore, godendo come una porca, però se le avesse detto della telecamera si sarebbe incazzata anche peggio.
E Dario? Nei mesi successivi aveva insistito con Claudio per combinare un secondo incontro, ma quest’ultimo si era sempre rifiutato, sostenendo che la moglie non ne voleva sapere.
Alla fine, stufo delle scuse messe in mezzo dall’intermediario, aveva deciso di parlare direttamente con l’interessata.
Così si era appostato fuori di casa di Claudio ed Elena e, quando lei era uscita sola, l’aveva fermata.
Era venuto subito al dunque: ‘ma davvero, come sostiene tuo marito, non vuoi più rifarlo?’
Nel frattempo sembrava essere un po’ ingrassata, ma doveva ammettere che la trovava ancora più interessante.
Indossava un vestito aderente, con dei disegni geometrici che evidenziavano le sue forme generose. L’abito le fasciava la pancia sporgente, aderendo alla piega tra l’inguine e le cosce, le sue tettone, sostenute sicuramente da un reggiseno pushup, sembravano voler schizzare fuori dal bordo superiore dell’abito, insomma una creatura che sprizzava da tutte le parti una sensualità quasi animalesca. Se ne stava con sue gambe robuste ma ben modellate leggermente allargate e lo guardava con aria stupita.
‘Non lo faccio a quelle condizioni.’
‘Che significa?’
‘Vuol dire che se vuoi farlo di nuovo devi trattare con me e non con quel buono a nulla di mio marito, e naturalmente ti devi mettere in fila.’
‘Mi vuoi far credere forse che ti sei messa a fare la puttana?’
‘Puttana sarà tua sorella. Io vado con chi mi pare, gli uomini li scelgo, non basta cacciare 300 ”, aveva ribattuto con tono risentito.
Poi la sua voce si era fatta più gentile, ‘tu comunque sei carino e poi sei anche stato il primo. Chiamami a questo numero la settimana prossima e vedo di metterti in lista. Ora ti faccio sentire una cosa che ti piacerà.’
In quel momento in strada non passava nessuno e Elena prese la mano di Dario e se la infilò in mezzo alle gambe.
Il passaggio tra le cosce morbide ed abbronzate della donna gli fece passare un bel brivido per la schiena, lei lo guidò attraverso lo slip per finire un po’ più dietro in mezzo alle sue chiappe.
‘Sai cos’è quella sporgenza vero? è quel cosino che mi infilato nel culo, lo porto sempre per un po’ di tempo, prima dei miei incontri, aiuta e poi mi piace sentirmelo dentro mentre cammino.’
Se ne era andata senza aggiungere altro, facendo ondeggiare il suo culo monumentale e a Dario divenne duro solo a pensare di sfilarle lentamente il plug e poi …
All’ora di pranzo la chiamò e prese un appuntamento per il giovedì successivo.
Elena aveva affittato un piccolo monolocale al piano terra, in una via tranquilla e silenziosa e Dario, al momento di suonare il campanello, si accorse di essere emozionato. Accidenti, ora rischiavano di invertirsi le parti, e questo gli metteva addosso una certa apprensione, ma solo quando la porta si aprì e se la trovò davanti, si rese conto di quanto la desiderasse.
No, non era innamorato, semplicemente era attratto da quel corpo, per il quale, dovendolo descrivere, l’unica definizione che gli veniva in mente era opulento.
Una parola letteraria, anche un po’ desueta, che forse aveva rintracciato in qualche angolo remoto del suo cervello, una reminescenza di quando frequentava il liceo classico, pensò mentre osservava le gambe di Elena, forti, piene ma allo stesso tempo ben modellate.
Indossava un vestito rosso, morbido e corto che evidenziava le sue forme senza ottenere quell’effetto strizzamento, che, in una donna della sua corporatura e della sua età, sarebbe apparso ridicolo e volgare.
La seguì docilmente verso il fondo dell’ambiente dove troneggiava un grande letto pieno di morbidi cuscini e si rese conto che l’ancheggiare di lei, non forzato, come se quel corpo, nel camminare, avesse bisogno di combinare quell’altro movimento, esercitasse su di lui una sorta di forma di dominazione.
Lei prese dal comò un paio di manette di plastica, foderate di stoffa rosa e gli fece mettere le mani dietro la schiena.
Un gioco stupido e ridicolo, messo in atto con un oggetto altrettanto stupido e ridicolo, pensò lui, mentre sentiva il click del meccanismo di chiusura che scattava intorno ai suoi polsi.
Elena si sedette sul bordo del letto a gambe larghe e Dario si avvicinò.
Fu sufficiente che lei gli poggiasse una mano sulla spalla per farlo inginocchiare.
Ecco, ora le parti erano proprio invertite, rispetto alla prima volta, quando l’aveva subito costretta a fargli un pompino.
Gli passò per la mente un’immagine buffa, ora Elena solleva la gonna e sotto c’è ‘ un bel cazzo.
Sarei capace di fare un pompino a qualcuno?
Lei sollevò il vestito e gli prese la testa con entrambe le mani tirandolo a sé.
L’odore forte e penetrante del suo sesso umido, all’inizio lo disorientò, ma Elena lo strinse ancora più forte e gli serrò il viso tra le cosce.
Così Dario aprì le labbra, estrasse la lingua ed iniziò a leccarla.
Non poteva vedere il viso della donna, ma dai gemiti ne intuiva il godimento sempre più profondo, mentre lei si muoveva con il bacino in modo da strofinargli la fica, sempre più bagnata, sulla faccia.
Si sentiva quasi soffocare e così cercò di finire la cosa alla svelta, ma quando lui indirizzò la lingua sul clitoride, Elena lo costrinse a spostarsi più in giù.
‘Dopo, lì, dopo, non avere fretta’, gli sussurrò nell’orecchio, e Dario, ubbidiente, proseguì il lavoro di prima.
Cominciava a sentirsi stanco, non era mai stato in ginocchio così tanto tempo ed aveva voglia di vedere, di osservare il corpo ed il viso di Elena, certo avrebbe potuto alzarsi e dirle che non aveva intenzione di farsi comandare a bacchetta, ma in quel momento non ne era capace.
‘Ecco, ora ‘ ora puoi.’
E Dario spostò leggermente la lingua.
Alla prima toccata lei fu come colpita a una scossa elettrica e lui ritrasse per un attimo la punta della lingua.
Elena sottolineò la sua azione con un piccolo mugolio di disapprovazione e Dario riprovò.
La lingua fece un primo giro, intorno a quella piccola escescenza di carne ed ebbe l’impressione che fosse cresciuta di dimensioni.
Le dita di Elena affondarono nei suoi capelli tagliati corti e Dario iniziò ad usare la lingua con più decisione mentre la donna gemeva sempre più forte.
Lei raggiunse l’orgasmo all’improvviso, serrandogli così forte le guance con le cosce, che quasi lo soffocò.
Si rialzò di colpo con la faccia e la camicia completamente bagnate dagli umori che Elena gli aveva spruzzato addosso ed iniziò ad aprirsi i pantaloni.
‘Aspetta, faccio io’, gli sussurrò lei e lo costrinse a sdraiarsi sul letto.
Le mani agili di Elena le slacciarono la cinta, gli aprirono i pantaloni, poi si infilarono dentro lo slip.
Dario sperò che gli facesse di nuovo un pompino invece lei, constatato che era già bello duro, si tolse il vestito e, indicando, il plug che le spuntava dalle chiappe gli disse di sfilarlo.
‘Va bene, allora toglimi le manette.’
‘No, devi farlo con la bocca’, e gli si mise a cavalcioni, piazzandosi proprio sopra la sua faccia.
A Dario non restò altro da fare che stringere tra i denti la parte terminale del plug.
‘Bravo, ora sfilalo, piano piano.’
Quando lui ebbe eseguito, Elena glie lo tolse dalla bocca, lo posò di fianco, sul letto e gli sfilò i pantaloni e lo slip.
‘Oggi lo porterai, tu.’
‘Cosa?’, gridò Dario allarmato.
‘Tranquillo sarà un’esperienza interessante’, disse lei mentre spalmava con una crema il plug.
Non avrebbe mai creduto possibile una cosa simile: io, farmi ficcare nel culo un affare del genere?
‘Piano, fai piano.’
‘Tranquillo, non ti succederà nulla di male.’
‘Aspetta, non me lo puoi ficcare lì, è troppo grosso.’
‘Sicuro?’
‘Certo, ti prego, non lo fare.’
‘Ma certo che non lo faccio, perché ‘ l’ho già fatto.’
Dario si guardò in mezzo alle gambe e vide l’estremità del plug, che gli spuntava in mezzo all’inguine.
Dava parecchio fastidio ma dovette ammettere che c’era anche una una buona dose di piacere.
Provò a tirarsi su, ma una fitta lo costrinse a restare fermo.
‘Non credo di potermi alzare, in queste condizioni.’
‘Ma non ti dovrai alzare, penserò a tutto io.’
Dario ricadde sul letto e lei glie lo prese tra le labbra.
Ecco sì, fammi un bel pompino e poi sfilami questo accidente.
Ma Elena aveva in serbo ben altro per lui.
Lo succhiò un po’ per mantenerlo duro, poi, si mise sopra di lui e si abbassò, facendoselo entrare nel suo ano rimasto dilatato dal plug.
Un’esperienza incredibile, pensò lui: lo sto ficcando nel culo ad una donna e contemporaneamente ‘
Era nervoso, perché il plug lo faceva stare in tensione, mentre lei, invece, sembrava sempre più eccitata.
Elena venne due volte di seguito, aiutandosi con le mani e lui, invece, niente.
Era eccitato, se lo sentiva duro da scoppiare, ma quell’accidente piantato nel culo, gli impediva di raggiungere l’orgasmo.
Sembrava che lei lo facesse apposta, perché ogni tanto si fermava per fargli diminuire l’eccitazione.
Quando si riabbassò su di lui, per la terza volta, guidandolo nella fica calda e bagnata, Dario era stremato.
Non ne poteva più, e poi il plug gli stava dando veramente fastidio, ma Elena sembrava aver deciso di prendersi tutto il piacere possibile, lasciandolo sfinito.
Rimase seduta sopra di lui, dopo l’ennesimo orgasmo, muovendosi leggermente, in modo da stimolare il suo pene che le era rimasto piantato dentro.
‘Ti prego, toglimi questo accidente, non ce la faccio più.’
‘Tranquillo, siamo quasi alla fine.’
A questo punto si sollevò e si girò.
La bocca aperta di Elena lo inghiottì per buona partte, lo strinse ed iniziò a succhiarlo vigorosamente.
A questo punto Dario sentì tutta la tensione che svaniva, per un attimo dimenticò il plug piantato nel suo culo e si lasciò andare.
Gli sembrò che lo sperma non finisse più di uscire, poi Elena si sollevò.
Dalle sue labbra socchiuse usciva un filo di sperma, ma doveva averne ancora un bel po’ in bocca.
La donna si chinò su di lui e lo baciò in bocca.
Se non avesse avuto i polsi ammanettati dietro la schiena, avrebbe provato ad allontanarla, ma così immobilizzato non pote impedire il travaso di sperma nella sua bocca.
Elena lo baciò a lungo e profondamente, la sua lingua si muoveva nella bocca di Dario e ad ogni spostamento lui inghiottiva un po’ di saliva mista a sperma.
Fece tutto lei, prima gli sfilò il plug, poi lo liberò dalle manette e Dario, indolenzito e confuso, si rivestì in fretta.
‘Non dimentichi nulla?’, le disse lei quando era sulla porta di casa.
Temette che volesse ricominciare.
‘I trecento euro.’
‘Ah, sì’, fece lui.
Frugò nel portafogli, le diede le banconote e corse giù per le scale, pensando che era meglio mettere subito parecchia distanza tra lui ed Elena.
Anche perché sentiva che gli sarebbe successo di nuovo.

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