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Quella mattinata era stata immancabilmente snervante e inaspettatamente estenuante per entrambi, perché ambedue non vedevano l’occasione di terminare i rispettivi spossanti lavori, per poter finalmente rincasare verso il loro nido familiare. Adesso, Gerardo e Lucilla, sono comodamente sdraiati sul grande talamo. Lei è oscenamente discinta lì di fronte con la pelosissima nera fica in vista, mentre lui è sdraiato dalla parte opposta del letto, osservando spensieratamente là di fuori dalla finestra, intanto che si sfiora in modo anelante il cazzo.

Quel desideroso e impaziente scenario e quell’anelante bramoso contesto è indubbiamente stipato di passione, è traboccante di cupidigia, giacché quella condizione gradualmente s’amplifica in ultimo espandendosi, intanto che Lucilla viziosamente aizzata e istigata com’è, osserva il suo spasimante con un’occhiata sorprendente e carica di spudorata e d’irriguardosa bramosia. Lei si smarrisce ben volentieri nella vastità delle sue scure iridi, per il fatto che lui era rimasto infervorato e alquanto stuzzicato già dalla prima mattina, prima di recarsi al lavoro, tralasciando quella fradicia fica vogliosa e pulsante in sospeso, poiché gli era rimasto impresso per tutto il tempo un inturgidimento costante del cazzo, attendendo finalmente di rivedere Lucilla al rientro serale.

Lucilla, invero, al mattino aveva abbondantemente goduto da sola, masturbandosi fervidamente in maniera silente e immaginando entusiasticamente la figura di Gerardo, rievocando le numerose emozioni, trasportata in ultimo nel mondo dell’appagamento totale senz’inibizioni, della completezza libera, leale, vera e colma d’amore. La notte prima infatti, rincasando tardi, bruciando animosamente e focosamente i loro libidinosi e intemperanti impulsi, testando e sperimentando con i loro corpi svariate e viziose posture, si erano lascivamente e ardentemente abbandonati ai loro naturali e impetuosi famelici istinti. In questo momento, invero, procrastinano intenzionalmente la tappa, prelibando a rilento l’attimo dell’amore che verrà, apprendendo e presagendo in ultimo che questo trastullo li ecciterà parecchio.

Gerardo scandagliava la sua femmina, l’abbrustoliva esaminandola e squadrandola a modo suo con lo sguardo avido, esaminando i seni colmi e compatti di quella favolosa femmina, con il capezzolo ragguardevole dal colorito rosato. Lucilla, nel contempo, si lasciava felicemente osservare e lietamente ispezionare, poiché lo aveva indubitabilmente catturato, dal momento che adorava dissolutamente farsi scrutare e lascivamente frugare dal suo uomo. I suoi piedi al presente attizzano notevolmente l’espressione già carica e intensa di Gerardo, sono combaciati, le cosce sono spalancate, poiché la visione di quel delizioso monte di Venere lo inebria, con quell’idoneo, azzeccato e curato foltissimo ammasso di peluria in mostra, accostato con accurata maestria e perizia a quelle magnifiche labbra polpute e rigonfie. E’ davvero incantevole e stuzzicante Lucilla, perché Gerardo prosegue nel tastarla, al presente la sta diffusamente desiderando, ha la bramosa intenzione di sfilarsi gli slip, eppure Lucilla lo anticipa in modo fermo, perché è lei la sua sorgente duratura, enorme e inestinguibile di piacere.

Lucilla è un tipo di donna che a letto le piace indubitabilmente dominare, incontrovertibilmente signoreggiare e condizionare il suo uomo, Gerardo adesso nella fattispecie. Lei divinizza, in effetti, a tutto tondo la postura denominata dell’andromaca, poiché è una delle posizioni predilette da Lucilla, perché favorisce il possesso sul corpo di Gerardo. Lei adora cavalcare sul cazzo di Gerardo, dal momento che in questa postura Lucilla percepisce un piacere prettamente vaginale. Questa posizione effettivamente le favorisce il massimo del piacere, essendo Lucilla stessa a collaudare sfrenatamente e a dirigere viziosamente la situazione: è lei stessa che sceglie l’inclinazione del suo corpo, l’angolazione e la profondità della penetrazione, il ritmo dei movimenti. Inoltre, tenuto conto, che è la zona anteriore della fica ad essere particolarmente sollecitata, questa postura è assai favorevole e molto indicata alla stimolazione profonda.

Gerardo sottostà semplicemente, subisce e s’adegua sobriamente, sopporta agevolmente, giacché ha le mani libere e può perciò accarezzarle a piacimento il clitoride, le natiche e le formose tette. Per di più, questa postura tende a rallentare l’amplesso, poiché è un ottimo rimedio alquanto frequente tra gli uomini. Gerardo non è affatto dispiaciuto né per niente amareggiato, tutt’altro, giacché lui adora assecondare e gradisce caldeggiare il suo desiderio erotico di sottomissione. Lucilla non sa resistere alla vista del suo cazzo, perché brama d’accoglierlo tra le sue umettate labbra, per il fatto che è come una marea vorticosa di passione, che la conduce a sorseggiare inedite ed esclusive emozioni. Salendo con il corpo fa aderire quel membro già duro ai suoi seni, li stringe e si muove in modo ritmico e sensuale. I corpi diventano bollenti, ad entrambi piace molto guardare e sentire quel piacevole e compiacente movimento. Il desiderio in lei esplode. Lucilla lo piglia, accoglie in sé quel cazzo duro e voglioso d’entrare in un mondo del piacere tutto nuovo, interamente da scoprire, tutto da scandagliare. Lo sente dentro, perfetto, fatto apposta per la sua adorabile, tenera e deliziosa fica. Lucilla pertanto si muove con un furente ondeggiamento dei fianchi, stuzzicando Gerardo in modo appassionato, coinvolgente e trascinante.

La loro è in realtà una gagliarda cavalcata di proporzioni epocali e di equilibri unici. Una magnifica, audace ed esaltata femmina qual è in verità Lucilla, attualmente lo predomina. Al momento gli lega le mani alla testata del letto, monta sul suo cazzo e se lo introduce fino in fondo, a rilento nella fica calibrando ammodo e accuratamente i suoi libidinosi e incontinenti affondi. Entrambi vanno avanti a lungo, si godono ogni centimetro, non hanno fretta, Gerardo sente il suo dissoluto e libidinoso piacere colargli lungo il cazzo, perché Gerardo farnetica nel sentirla tutta bagnata e sragionando pensa che non ha mai provato nulla di paragonabile, perché mentre lui è sottomesso alle sue carni, in quel mentre le rivela che era quello che golosamente ambiva. Ebbene sì, Lucilla è innegabilmente la sua focosa femmina, la sua irruente sovrana, incontestabilmente la sua passionale, viziosa e lasciva donna che lo sta al presente soggiogando, capeggiando e dominando, perché brama sentire interamente il cazzo di Gerardo che la sconquassa, poiché si gode quella lussuria al massimo.

Adesso però, è Lucilla che prende in mano la situazione, poiché cambia registro, anzi postura. Lei sa e conosce bene, che questa alla pecorina è senza dubbio la posizione più ricorrente nelle fantasie erotiche degli uomini, sia come posizione per fare l’amore a letto che ovunque: a Gerardo piace, anche se normalmente lui non la reclama né la richiede. Lucilla è ben conscia però, che la pecorina ha una connotazione e una fattezza alquanto animale, perché lei si mette a quattro zampe e Gerardo in ginocchio la penetra da dietro, squadrandole tutto quel delizioso panorama. In aggiunta a ciò, Lucilla s’assapora in tal modo una penetrazione lussuriosa molto profonda, in verità un’unione dei corpi fino in fondo. In quel modo Gerardo, infatti, ha un adeguato accesso al suo clitoride durante la scopata, incrementando e moltiplicando in tale maniera i piaceri di tutti e due.

Al momento però la situazione si ribalta ancora, perché adesso è Gerardo che governa e in ultimo sottomette Lucilla, giacché l’abbranca da dietro, le infila tutto il cazzo in profondità nella pelosissima e nerissima fica e se la sbatte, Lucilla si fa prendere godendo di vibrazioni nuove. Ambedue sono dotati di presupposti basilari, di complicità speciali, di correità definite, per trascorrere lunghe e trasgressive ore d’amore dove il tempo si dissolve, giacché non importa più quel che succede. Tutti e due desiderano assaporare ogni singolo movimento, godersi fino in fondo, annullarsi l’uno nell’altra fino a creare un’unica entità senza barriere, senza limiti, perché tutto è lecito, ogni cosa è permessa e consentita, ogni cosa adesso è ammessa e armonizzata in quanto ambedue s’appartengono.

All’apice massimo della scopata, Gerardo estrae il cazzo dalla pelosissima e nerissima fica di Lucilla, mentre lei si ritrova imprevedibilmente l’inturgidita punta appoggiata al suo delicato e inviolato roseo pertugio anale. Lucilla lo avverte distintamente mentre quel cazzo pigia insistente sul suo foro, lo percepisce in modo approfondito e netto, lei è tutta un fremito, poiché lo anela a dismisura. Gerardo, nell’osservare il piglio aizzato e l’espressione sobillata di Lucilla in viso freme, è sulle spine, il suo cazzo si rinvigorisce diventando più compatto e colto da una voglia incontenibile s’accosta alle sue chiappe introducendoglielo dentro, inizialmente a rilento solo con la punta, successivamente fino alla radice, poiché c’infilerebbe addirittura i testicoli.

Lucilla avverte il cazzo integralmente nell’ano e gode d’un piacere insolitamente incalcolabile mai provato prima, lo accoglie, si muove, danza, è felice e libera di farsi scopare da quel cazzo. Le piace tantissimo, non lo avrebbe giammai supposto, perché glielo ripete, gli enuncia ribadendogli di farglielo sentire come si deve. In quell’istante Gerardo spinge, affonda fino a sentire le pareti dell’ano aderire, ma nello stesso tempo capisce, che i suoi nerboruti e ben assestati colpi la squarciano tutta facendola vaneggiare. La cadenza aumenta sempre più, adesso Gerardo le sta sapientemente riversando dei gran colpi di cazzo che la scuotono tutta. Il piacere di Lucilla non ha misura né moderazione, in quanto è irrealizzabile rappresentarlo, inattuabile descriverlo, impraticabile spiegarlo nel concreto. Lucilla brama di percepire in conclusione la sborrata finale di Gerardo nell’ano come gratifica, perché lei vuole farlo strepitare, farlo godere al massimo, ambisce farlo sussultare facendolo fremere all’inverosimile.

Gerardo avverte sennonché quel libidinoso piacere incrementarsi e issarsi in modo dissoluto, montare libidinosamente, adesso lui ha persino tollerato abbastanza, ha perseverato parecchio, ha resistito molto, però al momento non regge più. Gerardo le affibbia propinandole gli ultimi tre poderosi colpi e con uno strepito carnale e libertino, sborra di gusto estraendo il cazzo dalla pelosissima fica liberando e inzaccherando all’esterno con una sequenza di schizzi imbrattando sia la fica che l’ano di Lucilla, che consistenti colano lungo le sue chiappe, inondandola con il suo denso e candido nettare vitale.

Gerardo infervorato e invasato com’è non smette, si gusta totalmente quegl’istanti, prosegue compiutamente a muoversi, finché i suoi testicoli non si sono totalmente svuotati.

{Idraulico anno 1999} 

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