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Racconti Erotici Etero

Corso di formazione

By 30 Maggio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

E arrivò il giorno del corso di formazione.
Passai a casa sua a prenderla molto presto, il corso sarebbe iniziato alle 9.00, ma dovevamo fare diversi chilometri per arrivare alla sede e la strada da fare era sempre molto trafficata.
Esce dal cancello di casa, apre la portiera e resto a bocca aperta nel vederla, non &egrave bellissima ma una tipa piacevole e simpatica, se ben vestita e leggermente truccata come oggi &egrave strafiga e non manco di dirglielo: ‘Ciao bella signora, devo proprio dirtelo, come sei figa oggi!’.
‘Ciao, grazie’ risponde lei arrossendo leggermente ‘Sei sempre molto gentile’.
Indossa un tailleur grigio fumo di Londra su calze nere velate e scarpe nere con un tacco a spillo non altissimo, sotto una camicetta blu cina leggermente aperta sul decolt&egrave, a far immaginare quello che c’&egrave sotto, chiusa sopra dalla giacchina del tailleur abbottonata, capelli raccolti in una coda e un trucco leggero sulla faccia e intorno agli occhi e un po’ di rossetto sulle labbra.
Nel prendere posto sul sedile lo spacco della gonna si allarga leggermente lasciando intravedere il bordo delle calze, come immaginavo indossa autoreggenti sicuramente con un reggicalze adatto all’occasione, non fà nulla per nascondere quel poco che si vede.
A questo punto immagino che l’intimo sia molto ricercato, formato, come scoprirò successivamente, da reggiseno, slip e reggicalze colore nero con bordi di pizzo blu.
Si sistema e partiamo.
‘Tutto ok?’ le chiedo.
‘Si grazie, oggi stò proprio bene e penso che passeremo una bella giornata.’
‘I tuoi problemi familiari, risolti?’
‘Non del tutto, ma oggi non voglio pensarci, voglio godermi questa uscita lontano dall’ufficio, da casa e da persone conosciute, a parte te, naturalmente’.
Non l’ho mai vista così spensierata e libera di lasciarsi andare, meglio così.
I discorsi proseguono in macchina sulle cose personali e di famiglia, entrambi siamo felicemente sposati con i nostri alti e bassi, lei ha qualche anno più di me.
Alcune volte, durante la chiacchierata, entrambi facciamo allusioni o doppi sensi ma senza malizia, anzi con una forma di complicità che nemmeno ci accorgiamo di avere mai avuto.
Passa il tempo e il traffico &egrave sempre molto e piano ci avviciniamo alla nostra meta.
‘Sinceramente non ho molta voglia di partecipare a questo corso, ci sono venuto solo per accompagnare te’ le dico.
‘Di questo ti ringrazio, nemmeno io ho molta voglia di partecipare ma vediamo di apprendere qualcosa di più visto che poi il lavoro lo devo fare io’ risponde lei sbadigliando.
‘Vedo che hai ancora sonno. Dormito poco?’
‘Si, avevo strane voglie questa notte e continuavo ad alzarmi dal letto, visto che Marco dormiva, mi sono messa a mangiare e ho letto alcune pagine del libro che ho iniziato’.
Come si può notare il nostro livello di complicità ci portava a raccontarci anche qualche particolare personale più intimo, senza cadere nelle volgarità o in indicazioni più piccanti o profonde.
‘Ah, bene, peccato che non hai potuto soddisfare tutte le tue voglie!’ le dico, alludendo.
‘Già’ risponde ‘ma non mancheranno altre occasioni’.
Le chiacchiere proseguono fino a che, puntuali come orologi svizzeri, arriviamo alla sede del corso, il tempo con lei sembra volato.
Ci sediamo nell’aula e ascoltiamo con attenzione, più lei di me, le indicazioni dell’istruttore.
Il tempo non sembra passare mai, arriva il momento del coffee break, un caff&egrave una chiacchiera con altre persone presenti al corso, conosciute o meno e poi si ritorna ad ascoltare il docente.
Finalmente arrivano le 13.00 e la giornata di corso termina, salutiamo i conoscenti e ci avviamo verso l’auto per ritornare ognuno alle proprie famiglie.
‘Meno male che &egrave finito, non ne potevo più’ dico.
‘Si, in effetti anch’io, ero un po’ stufa’ mi risponde.
Riprendiamo la strada fatta all’andata, dopo un paio di chilometri la strada &egrave completamente bloccata causa un grosso incidente qualche chilometro più avanti. Impossibile continuare su questa strada e di strade laterali nemmeno l’ombra.
Poco più avanti, scocciato dalla coda, scorgo una via a destra e senza pensarci due volte mi fiondo da quella parte.
‘Conosci la strada?’ mi chiede.
‘Veramente no, ma penso che ci potrebbe portare, magari allungandola un po’, sulla strada giusta’ rispondo.
Ad un certo punto mi accorgo che la strada mi stà portando sempre più verso nord e noi dobbiamo andare ad ovest, attorno a noi solo qualche casa e campi.
E’ quasi un’ora che siamo in strada ed abbiamo fatto solo qualche chilometro nella direzione sbagliata.
Propongo di fermarci a mangiare un boccone anche perch&egrave entrambi bisognosi di un bagno.
‘Che ne dici se troviamo una trattoria e mangiamo qualcosa di veloce?’ le propongo.
‘Si ok, anche se avrei voluto essere a casa presto, ma devo anche andare in bagno’.
Decidiamo di avvertire casa del ritardo per via dell’incidente e che ci fermiamo a mangiare un boccone fuori.
Troviamo una trattoria in aperta campagna di quelle di una volta, frequentata solitamente da camionisti e da pochi passanti, come noi, per caso.
Parcheggio l’auto ed entriamo, prima io poi lei.
L’ambiente non &egrave dei più raffinati, solo uomini dentro che ci squadrano dalla testa ai piedi e la signora al banco che ci sorride e ci fa segno di accomodarci in un angolo della sala.
Ordiniamo due bistecchine con insalata, per stare leggeri, e continuiamo a chiacchierare di noi e dell’ambiente in cui siamo.
‘Pensavo fosse un posto un po’ più bello, ne approfitto del bagno e poi ti dico’
‘Si, fai presto’ risponde.
Quando ritorno le dico: ‘Il bagno non và bene per te, si vede che &egrave usato da uomini senza molta cura’.
Finiamo velocemente di mangiare e ci facciamo servire i caff&egrave, nel frattempo chiamo la signora e le chiedo se c’&egrave un bagno diverso da far usare alla signora che mi accompagna.
‘Si certo’ risponde la titolare rivolgendosi ad Eleonora ‘ho delle camere sopra con il bagno privato che &egrave sicuramente più adatto ad una signora del suo calibro’.
Eleonora sale le scale mentre io sorseggio il mio amaro ma la vedo ridiscendere immediatamente, mi dice: ‘Francesco potresti salire con me? Non riesco a chiudere la porta dall’interno e non mi sento tranquilla’.
‘Ok, andiamo’ salgo le scale dietro a lei e non manco di dare un’occhiata molto profonda al suo fondoschiena, che non manco di apprezzare, lei si volta e mi sorride.
Appena entrati in camera mi guardo in giro e vedo un ampio letto matrimoniale, un armadio, un tavolino con due poltroncine e una porta, immagino sia l’acceso al bagno, chiudo la porta a chiave e quando mi volto la vedo che si stà spogliando.
‘Sai’ mi dice ‘non vorrei stropicciare il tailleur in bagno’.
Rimango a bocca aperta nel vederla spogliarsi e finalmente posso vedere quello che avevo solamente immaginato appena salita in auto.
L’intimo proprio come me l’ero immaginato che conteneva un corpo armonioso, non giovanile, ma nemmeno da buttare.
‘Ehi ti sei imbambolato? Non hai mai visto una donna in intimo’ mi rimbecca.
‘Certo che si, ma non mi aspettavo di vedere te così. Devo dire che &egrave un piacere guardarti’ rispondo con un certo imbarazzo e sicuramente anche arrossendo.
‘Ehi!! Non farti strane illusioni, devo solo andare in bagno e poi ce ne andiamo’ dice ancora.
‘Si si, ok, anche se un pensierino lo farei volentieri dopo averti visto, e non una botta e via’ sempre più imbarazzato rispondo.
Si chiude in bagno, esplica i suoi bisogni e poi sento scrosciare l’acqua sia del water che del bidet e dopo un poco la vedo nuovamente uscire, io nel frattempo mi sono seduto sul letto in attesa.
‘Sono un po’ stanca, mi sdraio 5 minuti e poi ripartiamo’ dice e si sdraia sul letto proprio di fianco a me.
Non posso fare a meno di squadrarla da capo a piedi e le dico: ‘Ribadisco il concetto di questa mattina, quanto sei figa oggi, non posso proprio fare a meno di guardarti’.
‘Grazie ancora’ risponde e si avvicina sempre più a me accarezzandomi una guancia.
Io non resisto e le do un bacio sulla bocca.
Oddio, sperando di non aver fatto un passo azzardato mi ritraggo immediatamente.
Lei con disinvoltura si avvicina di più e mi dice: ‘Sciocco, non hai capito? Le voglie le ho ancora addosso’ e mi ficca la lingua in bocca.
Intanto che ci baciamo le prendo in mano i seni ancora coperti dal bellissimo reggiseno e scopro che nonostante l’età sono ancora belli sodi e grossi, e i capezzoli cominciano a fare capolino sotto la stoffa.
Faccio uscire un seno dal reggiseno, mi stacco dalla sua bocca, e comincio a succhiarle un capezzolo.
Dai suoi mugolii sento che le piace.
Proseguo nel suggere il capezzolo e poi levo l’altro seno dal reggiseno e inizio a leccare anche quello.
Evidentemente le piace molto visto che i mugolii aumentano e una sua mano fa capolino sopra lo slip molto vicino al suo paradiso, mentre con l’altra mi accarezza la testa, ed io continuo a succhiare, mi fermo solo un momento per darle un bacio sulla bocca e lei ricambia.
Mi sdraia completamente sul letto e inizia a spogliarmi baciandomi e baciando le varie parti del corpo che piano piano si scoprono, fino a che, giunta allo slip, fa uscire il cazzo completamente in tiro.
Non che abbia un grosso arnese in mezzo alle gambe, ma credo che sia sufficiente per soddisfare una donna.
Inizia a strofinarci sopra la mano e dando dei piccoli bacetti dice: ‘Finalmente, non so se l’avevi capito ma era tanto che lo desideravo’.
‘La cosa &egrave reciproca, anche a me hai sempre ispirato voglia di sesso’ le rispondo.
E si infila il cazzo in bocca in un colpo solo lasciandomi senza fiato.
Sarà la voglia o l’eccitazione ma sento immediatamente montare il godimento, non faccio in tempo ad avvisarla che tre colpi di sborra le entrano direttamente nella bocca e non ne disperde nemmeno una goccia.
Ora tocca a me farla godere, la appoggio a schiena in giù nel letto e le tolgo lo slip che ancora aveva addosso.
Resto colpito dalla cura con cui sono regolati i peli della sua figa.
Contemplo le grandi labbra e piano inizio ad aprirle scoprendo la clitoride.
Mi abbasso su di lei e comincio a picchiettarla con la lingua, badando bene a dare piccoli bacetti tutto intorno per evitare di farla godere troppo presto.
Proseguo con lunghe leccate intervallate da veloci colpetti su tutta la figa, emana un buon sapore, sento il piacere montarle addosso e finalmente si lascia andare al godimento, bevo tutto il suo succo.
‘Sei stato fantastico’ dice ‘non ho mai goduto così intensamente in vita mia, mio marito queste cose non le fà’.
‘A me piace molto invece’ rispondo ‘e hai anche un buon sapore, dai vediamo di riprendere, adesso che ti ho trovata non ti mollo, voglio assaggiarti tutta’ e così dicendo le tormento ancora i seni.
Lei prende in mano il mio cazzo e cerca di rimetterlo in sesto, ci stà riuscendo e prendendolo in bocca termina l’opera, mentre affondo le dita della mano alla ricerca della sua rosea apertura e del suo caldo buchino posteriore.
Si agita si contorce fino a che mi chiede di fotterla come nessuno ha mai fatto prima.
Non ci penso due volte e affondo piano il mio cazzo nella sua calda figa, ‘Ahhh, che bello, che tana accogliente hai’ le dico.
Lei sorride e si morde le labbra dalla goduria.
Entro ed esco sempre molto piano, voglio portarla al massimo del godimento e arrivare insieme a lei.
Il gioco prosegue per parecchio tempo, cambiamo anche diverse posizioni, non ho mai durato così tanto.
La prendo alla pecorina e contemporaneamente le strapazzo i meloni, sento che stà iniziando a godere e anch’io sono quasi al culmine, qualche colpo ben assestato e vengo dentro la sua figa con parecchi schizzi che sembrano non finire mai, lei ha contemporaneamente un violento orgasmo che la porta a dover prendere fiato e riversa sul mio cazzo ancora dentro di lei tutta la sua calda crema che sembra quasi una fontana.
Con calma ci sdraiamo sul letto sempre dentro a lei, ma sento che la durezza piano piano smonta e ci rilassiamo un po’.
Riusciamo ad addormentarci e quando ci svegliamo sono quasi le 16.30.
Una lavata, naturalmente insieme in doccia, ma solo per accarezzarci reciprocamente, ci vestiamo, senza dire parole, e ci guardiamo negli occhi, un ultimo fuggente bacio e via.
La signora della locanda ci fa segno di uscire da dietro e non vuole nulla per l’uso della camera, ringraziamo e ce ne andiamo.
Sulla strada del ritorno ci diciamo che quanto successo deve rimanere un nostro segreto e tutto deve finire qui, non ci saranno altre volte.
Ma entrambi sappiamo che non riusciremo a stare lontani per molto l’uno dall’altra, come quella volta che….
Ma questa &egrave un’altra storia.

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