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Racconti Erotici Etero

Cos’è che mi vorresti fare?!

By 4 Febbraio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

La conobbi al mare dove vacanzava con 3 amiche in un residence.
A me piaceva l’amica, di cui ero amico, ma capii subito che con era con quella l’altra che avrei rimediato qualcosa di concreto.

Me lo dissero e lo confermarono un po’ tutti , dall’amica all’amica dell’amica al mio amico, gran scopatore ‘molllto piu’ di me- della riviera, che poi benedisse il ‘. tutto , e me la lascio’ volentieri.
Non so se per amicizia o perche’ non era poi cosi abbastanza fica per lui..
In realta’ era una marchijana , una bella donna 40 enne sempre seminuda al mare, splendide gambe sempre in mini e parei, pelle lucida capelli corti ramati seni piccoli naturali e sodi (allora non usava tanto il rifarsi per forza).
Presenza e parlata forbita subito sputtanata dall’accento popolano, un po’ di puzza sotto il naso che mi dava una gran voglia di sostituirla con un ben altro odore-e sapore- ‘ altrettanto forte ma di mia produzione’.
Portava da adulta un apparecchio correttivo ai denti, con diamantini fili d’oro e trappole varie.. un po’ pericoloso per uno dai miei gusti e la mia fantasia..ma’ valeva la pena di correre il rischio, anzi, era una sfida ulteriore per me’
Violare quelle fauci conquistare quella dentatura felina, o equina’

Finimmo a pomiciare in spiaggia tra sdraio scomodissime e fasci di buio tra una luce e l’altra delle discoteche in riva al mare. Senza penetrazione, senza pompini, con grandi menate varie, grandi accarezzate di gambe , leccate mie dal ginocchio all’inguine, baci in bocca con mollta precauzione.
Ci venivano a cercare, amici ed amiche, non tanto per romperci le scatole quanto per controllare e confermare che finalmente facessimo qualcosa, tanto era evidente che eravamo una coppia di reciprocamente scopabili
ma per ragioni opposte un po’ trattenuti.
Mentre lei professava la sua serieta’ e integrita’ con frasi tipo ”non guastiamo un amicizia” e chi la guasta,.. semmai.. , io insistevo per qualcosa di ben piu’concreto’ e che diamine, la luna il mare l’estate il bagnasciuga’.
Comunque alla fine riuscii a strapparle se non la ‘ almeno la promessa di venirmi a trovare in citta’ finita la vacanza , cose che di solito si scrivono sulla sabbia e via.
Ma avevo una chanche, un aggancio piu’ che valido e concreto, a parte che non avevamo comunque consumato, e questa gia’ era una buona motivazione per entrambi. Lei aveva parenti miei concittadini che non vedeva da molto ‘ quale migliore occasioni.. due piccioni con una fava’o meglio, una FAVA con due..
Vabbe’
Ci incontrammo da loro una mesata dopo, molto simpatici svegli e perfettamente da subito consci della situazione e dunque miei complici faziosi, anche perche’ togliersi dalle palle lydia e consegnarla a.. ad altre palle non era poi una cosa cosi’ incomprensibile.
Girammo per la citta’ giusto per dovere di ospitalita’ e soprattutto per non saltarle addosso da parte mia , da parte sua per prendere tempo rimandare’ ma n’do credeva di andare .. non sarebbe sfuggita’ al suo faccia a faccia col mio’destino.

Alla fine furono proprio loro, i garanti, a consegnarmela definitivamente, grandi! : ”cenate fuori , non e’ vero?, tanto la riaccompagni tu’ la chiave e’ sotto lo zerbino non vi preoccupate di far tardi” slam-porta chiusa.
Lei si ritrovo’ fuori nella nebbia con me sorridente e ritto davanti a lei. E capi’ di essere una donna perduta.
Arrivati al dunque fu un po’ scostante quando gia’ la stavo pastrugnando sul letto, ma era il suo modo di fare, non solo di quella donna in particolare; ergo, aveva una voglia fottuta ‘letteralmente- di cedere , anche se solo alle sue condizioni superstiti.

Dopo essermi rinfrescato la memoria delle sue gambe davvero splendide ed averle leccate completamente, cosa che la fece definitivamente sciogliere, anzi sbrodolare , la scopai a lungo con un ingresso che fece un autentico rumore di tappo finalmente infilato ‘non saltato come di solito accade. Dopo un po’ di potenti affondate la misi alla pecorina ‘tanto, tra apparecchietto lontananza e alterigia praticamente non la baciavo- , prendendola da dietro, ma non nel culo ‘figuriamoci- poi di nuovo la misi di fronte ormai quasi svenuta per non assistere alla sua profanazione autorizzata, e le misi le gambe sollevate sopra le mie spalle, mentre con le mani le tenevo divaricati per bene i glutei e la fica per infilarla meglio’. E la trattai davvero finalmente piu’ da troia qual’era che non da algida maesta’. La scopavo dentro e fuori dentro e fuori, alacremente sempre piu’ allargata e cedevole.
Lei accondiscese ‘per forza- a tutto questo. Dopo un bel po’ del trattamento dovuto a sua psp -principessa sul pisello, mi tirai fuori sollevandomi su di lei e , accovacciato sui seni mi preparai a sborrarle in faccia.
”Cos’e’ che fai?” mi disse come scoprendo solo in quel momento l’esistenza di un grosso strano arnese chiamato cazzo a tu per tu con il suo regale volto .. ”te lo metto in bocca e poi ti sborro in faccia”’ Spiegai ovvio sorridendo beffardo.. ”che cosa e’ che vorresti fare? Cosa cosa??!! Ho sentito bene??!!” Sibilo’ sgranando gli occhi e non solo per la proposta invero oscena ma anche per le dimensioni della ..della cosa,
”Si, hai sentito bene, bella”.. dovetti quasi forzarglielo, in bocca, masturbandomi con molta attenzione al di qua piu’ che al di la’ della chiostra dei denti e del filo spinato effettivo e mentale che la proteggeva.. inutile dire che piu’ mi/si schifava e piu’ mi eccitavo’ non fu certo uno stupro, ma una imposizione si. ..diciamo un accesso negato un senso vietato con multa conciliata’ comunque sia, la femmina in lei la vinse, se non convinse. Lo schizzo la colpi’ in un occhio, quasi non osai dirglielo e badai bene di non reinserirlo nella tagliola’ – in bocca.
Penso che piu’ il suo stato d’animo che la sua mascella bloccata (non solo dall’apparecchio) me lo avrebbero tranciato di netto.. tanto piu’ che avevo avuto quello che volevo, e pure qualcosina in piu’.

L’indomani riparti’ per il suo paesino dove impera , immagino. Per conferma e curiosita’ sono andata a trovarla una volta non da solo e dunque senza alcun pericolo di mozzicate di qualunque genere avesse voluto darmi.. mi ha offerto un the’ snob nella sua elegante torretta, mi sono una volta di piu’ beato delle sue splendide gambe.
La mascella era ormai libera, ma penso che restera’ sempre bloccata davanti a certi casi o cosi ‘o’ – della vita, e omaggiera’ i suoi compagni cavalieri e cavalcatori di ventura di ben pochi sorrisi rilassati’

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