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Racconti Erotici Etero

così per gioco

By 26 Giugno 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Occhi negli occhi. Ci guardiamo un secondo e ci conosciamo già da tempo. Le nostre anime si accarezzano.
Mi avvicino a te e lentamente ti bacio sul collo. Sento il tuo profumo caldo entrarmi nelle vene; sono già inebriato. Ti sento vibrare per i brividi che il bacio ti ha procurato. Non dici una parola e mi segui, obbediente, già dal primo incontro.
Entriamo nel nostro luogo segreto; ti sfioro nuovamente.

Mora, due occhi da cerbiatto e una pelle candida come la neve. Immagino il tuo seno, lo intravedo nella scollatura del tuo abito leggero. E’ la prima volta che ci incontriamo da soli dopo l’inizio del nostro gioco.
E’ solo un gioco ci ripetiamo in continuazione.
Tutto &egrave cominciato qualche mese fa con degli sms, alcune allusioni più o meno esplicite al sesso. Mi ha confessato che il sesso con il neo-fidanzato non era il massimo; che le mancava qualcosa. Poi le ho dato un ordine per vedere come reagiva. Le ho chiesto di mandarmi una foto dell’intimo che indossava.

Dopo pochi minuti ecco la foto. Mi confessa che si &egrave bagnata al solo ordine che le ho dato. Le chiedo se ha voglia di trasgredire un po’; se ha voglia di iniziare un gioco e di stare ai miei ordini. Le mando un messaggio con le regole. Niente di doloroso, ma nel momento in cui accetterai il gioco le regole saranno chiare: dovrai obbedire ad ogni mia richiesta senza obiettare, ad ogni disobbedienza verrai punita e il giorno che uno dei due deciderà di far finire il gioco non si potrà più tornare indietro. Hai 5 minuti per prendere una decisione.
Dopo poco più di due minuti mi arriva il suo messaggio: Ci sto! sono così bagnata che ho voglia di toccarmi.
Le risposi: mandami una foto della tua figa, voglio vedere se &egrave bagnata come dici.
La foto arriva in pochissimo tempo.
Ci vediamo domani – le scrivo – vieni alle 18 nel mio ufficio e depilati la fighetta.
Ed eccoci qui, in quello che diventerà il nostro posto segreto.

Spogliati!
Lentamente scivolano i tuoi vestiti leggeri.
Nuda davanti a me. Completamente in balia delle mie mani. Ti guardo negli occhi e arrossisci per timidezza forse o per l’eccitazione. Mi avvicino al tuo corpo, ti sfioro un seno, ti metto un dito dentro…un lago caldo, un mare in tempesta.
Ti prendo, ti giro e ti piego a novanta sulla scrivania. Lo tiro fuori e te lo sbatto dentro senza aspettare…
Ti scopo lentamente, tu ansimi, piano quasi per non far rumore…
Scopami! Lo sento fin dentro la pancia! – mi sussurri.
Ti giro e ti faccio sdraiare sulla scrivania e te lo metto dentro guardandoti.
Scopami!
Scopami!
Sono la tua puttanella!
Sono tua
Dimmi che sono la tua puttanella
Ancora
di più! e ti abbandoni in un ansimo, un sospiro, inarchi la schiena e ti aggrappi al legno della scrivania. Sento le contrazioni della tua figa stringermi il cazzo.
Mi piace la tua fighetta.
Mi guardi e mi chiedi – per favore vienimi dentro; voglio sentire il tuo sperma colarmi sulle gambe, voglio tornare a casa da lui con il tuo seme dentro.
aumento il ritmo.
Ti scopo,
sei la mia puttanella…
godo…godo…godo!!!
Restiamo così, per diversi minuti. Io ancora eretto, tu ancora calda e bagnata.
Puliscimi il cazzo con la lingua.
Rivestiti ma lascia le tue mutandine.
Quando torni a casa fatti leccare la figa da lui, fagli sentire bene il sapore di chi comanda.
. Ripenso a Elena, al nostro gioco iniziato per caso, alla sua voglia di trasgredire, alla mia voglia di novità, di sperimentare qualcosa di nuovo.
Le mando un messaggio: Stasera ore 19 ti aspetto. Solito posto. Presentati con la fighetta completamente rasata e indossa una gonna, autoreggenti e scarpe col tacco.
Dopo pochi istanti ecco la risposta: Come tu desideri. Sono già bagnata!
La giornata scivolò via in modo molto noioso. Alle 18 se ne andarono tutti e rimasi solo alla scrivania. Dovevo pensare a come gestire la serata. Ammetto che avevo un certo languorino.
Alle 19 suona il campanello del mio ufficio. La faccio entrare. Tiene gli occhi bassi, non per timidezza, ma senso di colpa per il suo fidanzato. Si &egrave truccata leggermente e indossa una camicia bianca che mostra abbondantemente il suo decolleté, gonna di Jeans, autoreggenti e scarpe nere tacco 10. Decisamente molto sexy. Le infilo subito una mano nella scollatura per toccarle un seno, le prendo il capezzolo e lo strizzo. Ha un sussulto, non si aspettava subito di essere toccata.
“ora vai nel mio ufficio, piegati a 90 sulla mia scrivania e alzati la gonna che devo controllare se ti sei depilata”.
“Come desideri”.
La lascio entrare mentre la guardo da dietro. Percepisco la sua eccitazione, la sua voglia di essere sottomessa, la sua voglia di liberarsi dal ruolo che &egrave costretta a interpretare.
Aspetto qualche minuto prima di entrare.
Entro e chiudo la porta alle mie spalle. la vedo stesa con la testa sulla scrivania e la faccia voltata verso di me. I suoi occhi sono umidi di desiderio. Con una mano percorro la sua gamba dalla caviglia fino all’interno coscia. Un gemito. Scosto leggermente le mutandine per constatare che si sia rasata per bene. Sfioro la sua figa già imperlata di umori. Le infilo un dito. Un gemito più forte esce dalla sua bocca mentre spinge il sedere verso la mia mano.
“Ti piace?”
“Sì”.
Le infilo un altro dito.
“Così ti piace di più”?
“Sì”. Vedo le sue gambe piegarsi leggermente.
Continuo a muovere lentamente le mie dita dentro di lei.
“Vuoi il mio cazzo”?
“Sì, per favore”
“Chiedimelo bene”
“Per favore mi dai il tuo cazzo”?
“perch&egrave”?
“perché sono…sono la tua troietta”.
Sfilo le mie dita dalla sua figa, mi slaccio i pantaloni e tiro fuori il mio cazzo. E’ talmente duro che mi fa quasi male. Glielo appoggio sulle grandi labbra, lo strofino. Lei mugola e cerca di spingere il sedere verso di me. La schiaffeggio forte.
“decido io come e se metterlo dentro”.
“Hai ragione. Scusa”.
Glielo infilo lentamente, centimetro per centimetro. Lei resta immobile ad aspettarlo.
Ora &egrave tutto dentro. Resto fermo, così, con il cazzo piantato nella sua figa. La sento contrarre i suoi muscoli vaginali.
“muoviti” . Le ordino.
Lentamente lei comincia ad ondeggiare il suo culo a destra e a sinistra, avanti e indietro.
Lentamente.
Dopo qualche minuto esco da lei; le ordino di spogliarsi e di tenere solo le calze e le scarpe.
La faccio sdraiare sulla scrivania e comincio a scoparla lentamente.
“Ti piace il cazzo”
“Ti piace essere scopata sulla mia scrivania”
“Ti piace prenderlo come una troietta in calore”
“Si mi piace. Ti prego scopami più forte, spaccami la figa. Voglio andare a casa e sentire che mi fa male”
Pompo sempre più velocemente, la sento gemere sempre più forte fino a quando viene, con un urlo liberatorio. La guardo negli occhi, occhi vogliosi di pantera, una donna trasformata diversa da come era entrata. Mi guarda e mi chiede di scoparla ancora.
“Non oggi. Ora devo andare”.
Mi siedo sulla poltrona.
“mettiti in ginocchio e gattona fino a me. Prendi il cazzo in bocca e succhia. Non puoi usare le mani”.
Dopo venti minuti &egrave ancora in ginocchio che succhia.
Sento il mio orgasmo salire.
Le prendo la testa e le vengo in bocca.
Lei mi guarda spaventata.
Ingoia tutto.
Appena riesce a parlare mi confessa che &egrave la prima volta che qualcuno le viene in bocca. Non lo permette neanche al suo fidanzato.
le chiedo: “ti &egrave piaciuto”?
“Sì. Tanto. Sono proprio una puttanella. La tua puttanella”.
Il nostro gioco ormai dura da tanto tempo ma nessuno di noi due &egrave stanco; nessuno di noi due ha la forza di dire basta; nessuno di noi due vuole dire basta.
Facciamo sesso per ore, interi pomeriggi senza mai stancarci, senza mai staccarci l’uno dall’altro. Avvinghiati per ore a consumare una passione che ci sta segnando dentro.
Anche oggi sei qui e io sono dentro di te…mi guardi e mi dici che mi ami.
anche io ti amo!
questo &egrave un problema!
stai per sposarti
e sono sposato.
e siamo innamorati, destinati ad una felicità parziale, insieme a qualcuno che amiamo profondamente; ma non così carnalmente in fondo all’anima.
sono guai perch&egrave dovremmo smettere.
entrambi però non siamo in grado di rinunciare alla fusione dei nostri corpi.
non sai rinunciare al mio cazzo dentro di te, alle mie mani che sfiorano la tua pelle, alle mie parole sussurrate che scivolano giù nel profondo e ti fanno vibrare.
E io non so rinunciare alla tua fighetta, ai tuoi baci, a quello sguardo che cambia quando fai l’amore, alle tue carezze, a te che piangi mentre fai l’amore, mentre dico che ti amo… così stringi ancora più forte le tue gambe intorno alla mia vita… così si stringono ancora più forte le nostre vite…
ti sposerai
sono sposato
ma sarai mia per sempre, sarò tuo per sempre… Sono solo in ufficio e ti sto aspettando. Ti ho preparato una sorpresa. Sono certo ti piacerà.
Ti presenti puntuale alle 19 indossando le palline che ti ho fatto recapitare, gonna corta senza mutandine scarpe con tacco.
Ti faccio entrare e ti vedo già eccitata. Camminare con le palline ha aumentato il tuo desiderio. Mi guardi quasi supplicando di farti godere.
Ti bendo gli occhi e lentamente di spoglio. Ti accompagno in una stanza dove ho preparato un lettino per massaggi. Ti faccio sdraiare nuda e ti lego i polsi alle gambe del tavolo. Sento il tuo respiro aumentare, vedo i tuoi capezzoli turgidi svettare e implorare sollievo. Ti allargo le gambe e lego le caviglie al lettino. Vedo la tua fighetta umida, imperlata di gocce di desiderio. Ne sfioro una con un dito e assaggio il tuo sapore. Il tuo gemito mi fa capire che sei pronta. Ti sfilo le palline e vedo la tua fighetta liscia sussultare e contrarsi. Il mio cazzo &egrave durissimo ma non &egrave ancora giunto il momento di penetrarti. Ti accarezzo il corpo sfiorandoti, solleticandoti ogni centimetro di pelle. Ti sfioro il clitoride, ti mordi le labbra e gemi. Ti infilo un dito…dentro…fino in fondo…poi un altro… Con il dito medio tocco il tuo punto G… Ti agiti sul lettino…per te &egrave un piacere nuovo. Tiro fuori il cazzo dai miei pantaloni e te lo avvicinò alla bocca….anche senza vedere senti la sua presenza e lo accogli tra le tue labbra…la tua lingua lo esplora…succhia! Succhia lentamente!
Ho voglia di sentire il tuo sapore…mi adagio sopra di te per un 69 tutto da assaporare….ti lecco lentamente dando il ritmo al tuo pompino…andiamo avanti così per un po’ assaggiandoci nel profondo della nostra intimità…non ci sono parole…solo gemiti, respiri, sospiri.
&egrave giunto il momento di liberarti le mani e le caviglie….&egrave giunto il momento di piantarti il cazzo…me lo chiedi… Mi supplichi…. Voglio il tuo cazzo! Lo voglio tutto dentro…ti piego a 90 sul lettino e con tutte le energie che ho ti scopo…ti scopo… Più forte…godi….godi… Senti il cazzo dentro di te…godi godi…. Ti sento ansimante più forte e poi abbandonarti ad un orgasmo che ti piega le gambe…
Ti tolgo la benda… I nostri sguardi si incontrano…. Sei così bella, così libera, così vera quando fai l’amore &egrave ti doni a me.
Il tempo non basta mai…dobbiamo rivestirci…dobbiamo tornare alle nostre vite…alle nostre responsabilità…. Mi mancherai… Ti mancherò… Porteremo con noi i nostri sapori… Fino alla prossima volta. lo so che stai leggendo e in qualche modo senti un languorino al basso ventre che ti sta dicendo che ti stai eccitando.
ti voglio domani sera all’ora che sai.
presentati con la fighetta bella liscia per me.
scegli un intimo nero e porta una benda nera. tanto so che ce l’hai.
una volta in mia presenza liberati dei vestiti ad eccezione delle mutandine. voglio avere il piacere di sfilartele io.
ti benderò
mi spoglierai bendata
mi sfiorerai e bacerai su tutto il corpo.
ti toglierò le mutandine.
ti farò sdraiare
giocherò con l’acqua.
giocherò con le mani e con le dita nella tua fighetta.
ti piacerà.
ti porterò vicino all’orgasmo senza mai farti venire…
mi dovrai chiedere di essere penetrata…
dovrai essere convincente…
se lo sarai… ti scoperò… e scoperemo fino a dimenticarci di noi… delle nostre vite e di ciò che siamo…ti vedrò ridere…ti vedrò piangere…
i nostri orgasmi si perderanno nel buio della notte…
Era passato quasi un mese dall’ultima volta che ci eravamo incontrati. Avevo voglia di possederla, avevo voglia di giocare un po’. Le inviai un messaggio in cui le dissi di presentarsi l’indomani alle 20 presso un ristorante di nostra conoscenza. Avevamo un tavolo riservato. Obiettò che non sapeva come inventare una scusa per la cena. Le dissi che doveva dire che si trattava di una riunione della sua associazione che io sponsorizzavo e che non sarebbe stata sola. Invitai anche gli altri membri del consiglio direttivo dell’associazione. Le dissi di presentarsi con un abito, autoreggenti e soprattutto scarpe col tacco.
Arrivarono tutti puntuali al ristorante e la cena iniziò in un clima decisamente allegro. Elena era tesa invece e al tempo stesso eccitata. Mi fissava spesso negli occhi. Leggevo un misto di eccitazione e timore per quello che avrei potuto inventarmi.
Ad un certo punto le scrissi un messaggio sul cellulare: ora vai in bagno, sfilati le mutandine e mettile in borsa.
Ti vidi prendere il telefono e arrossire per la richiesta.
Poi dissi: vado in bagno, scusate.
Al tuo ritorno eri decisamente eccitata.
Dopo mezz’ora ti mando un altro sms: vai di nuovo in bagno e infilati le palline nella tua fighetta. Sei talmente bagnata che scivoleranno dentro in un secondo.
Detto fatto. Ecco che ti alzi e te ne vai di nuovo in bagno. Al tuo ritorno il passo &egrave un po’ incerto e sulle labbra il sorriso &egrave decisamente più rilassato e malizioso.
Finita la cena tutti tornano alle loro case. Tranne noi. Ci aspetta il nostro luogo segreto.
Ho così voglia di riempirti e di sbatterti che appena apro la porta ti sbatto contro il muro e ti infilo una mano sotto il vestito. La pelle della tua fighetta mi inebria, la sento già bagnata e vogliosa.
Ti sfilo le palline e un sussulto di fa tremare le gambe. Ti metto schiena al muro ti alzo una gamba e te lo sbatto dentro. Scivola come nel burro e ho il cazzo talmente duro che mi fa male. Tu ansimi e ti appoggi a me, ti abbandoni.
Dopo qualche minuto di affondi sento le tue gambe cedere. Ti ordino di spogliarti e sederti nuda sulla mia poltrona. Ti voglio esposta. Ti dico di allargare le gambe sui braccioli. Vedo la tua figa bagnata a tal punto che un rivolo scivola sulla pelle della poltrona.
Infilati due dita e toccati. Ti guardo e ti faccio una foto. Sei bellissima quando sei così porca, quando la voglia ti brucia dentro.
Poi mi avvicino alla tua bocca e te lo faccio succhiare. Adoro sentire le tue labbra avvolgere il mio cazzo, adoro sentire la tua lingua scorrere sull’asta, adoro guardare i tuoi occhi annebbiati dal desiderio.
Poi ti faccio alzare ti metto a 90 e comincio a scoparti. Il mio cazzo sbatte talmente forte che sento i tuoi ansimi farsi più forte. Mi dici: scopami, sbattimi fammi godere’ mi piace prendere il tuo cazzo’ godo godo godo.
Ti abbandoni ad un orgasmo che ti fa persino tremare’ ti aggrappi alla poltrona’
Esco dalla tua fighetta, ti giri, mi baci con passione e mi guardi negli occhi’ so che hai voglia ancora di cazzo.
Ci buttiamo a terra e scopiamo ancora, toccandoci, leccandoci ovunque. Sei sopra di me e cavalchi posseduta dal mio cazzo, la schiena inarcata e le labbra socchiuse. Con le mani ti sfiori i capezzoli’ stai per venire, lo sento e anche io.
Veniamo insieme urlando stringendoci forte e tirandoci i capelli come a voler entrare più dentro, come a volerlo sentire più dentro.
Restiamo stesi a terra uno dentro l’altra per un po” vorrei passare la notte così’ ma non &egrave possibile’ognuno deve tornare alla sua vita’ al suo quotidiano.
Seduta di fronte a me nel tuo vestito verde con le gambe accavallate. Allarga le gambe e tira su il vestito. voglio vedere bene se ti sei rasata la fighetta. Metti le gambe sui braccioli della poltrona…così bella aperta… ti vedo già umida di umori…
Toccati! – ti ordino.
La tua mano scende piano in mezzo alle gambe e si muove dolcemente.
Metti un dito dentro!
Avanti masturbati più veloce.
Un altro dito…aggiungi un altro dito.
Intanto ti appoggio il cazzo già duro alle labbra e tu subito cominci a leccarlo, succhiarlo, prenderlo in bocca con la stessa voglia che hai di sentirlo tra le gambe; mentre continui a penetrarti con due dita sempre più velocemente.
mi stacco e ti prendo per i capelli come piace a te e ti faccio inginocchiare sulla poltrona.
ti alzo il vestito e te lo sbatto nella figa.
comincio a scoparti con forza tenendoti per i capelli. sento il rumore del cazzo sbattere nella tua figa…stai godendo e lo sento…
mi stacco e mi sdraio a terra e ti ordino di impalarti sul mio cazzo.
Scopati avanti, fammi sentire quanto ti piace prendere il mio cazzo, dimmi che hai voglia di essere scopata per ore e sbattuta con forza…dimmi che lo vuoi sentire fino in fondo….urlami che vuoi che ti spacchi la figa!!!
non faccio neanche in tempo a finire la frase che con un urlo vieni inarcando la schiena e mordendoti il labbro…
ti guardo e i tuoi occhi sono pieni del piacere che ti sei presa, del piacere che ti ho dato.
Ora &egrave il mio turno. Ho voglia di venire e come al solito abbiamo poco tempo. Ti metto sdraiata a pancia in giù e comincio a scoparti con tutta la forza che ho…ti fa male lo so, ma so anche che un po’ di dolore ti piace…
vengo…vengo…vengo dentro di te! ti riempio…sento il getto del mio sperma colpire le pareti del tuo utero…sento la tua figa pulsare…il mio cazzo gonfio che esplode uno…due…tre getti caldi….
vieni con il mio orgasmo…
stesi, stanchi ma ancora pieni di voglia…ma il tempo &egrave tiranno…&egrave già ora di tornare.
Seduta di fronte a me nel tuo vestito verde con le gambe accavallate. Allarga le gambe e tira su il vestito. voglio vedere bene se ti sei rasata la fighetta. Metti le gambe sui braccioli della poltrona…così bella aperta… ti vedo già umida di umori…
Toccati! – ti ordino.
La tua mano scende piano in mezzo alle gambe e si muove dolcemente.
Metti un dito dentro!
Avanti masturbati più veloce.
Un altro dito…aggiungi un altro dito.
Intanto ti appoggio il cazzo già duro alle labbra e tu subito cominci a leccarlo, succhiarlo, prenderlo in bocca con la stessa voglia che hai di sentirlo tra le gambe; mentre continui a penetrarti con due dita sempre più velocemente.
mi stacco e ti prendo per i capelli come piace a te e ti faccio inginocchiare sulla poltrona.
ti alzo il vestito e te lo sbatto nella figa.
comincio a scoparti con forza tenendoti per i capelli. sento il rumore del cazzo sbattere nella tua figa…stai godendo e lo sento…
mi stacco e mi sdraio a terra e ti ordino di impalarti sul mio cazzo.
Scopati avanti, fammi sentire quanto ti piace prendere il mio cazzo, dimmi che hai voglia di essere scopata per ore e sbattuta con forza…dimmi che lo vuoi sentire fino in fondo….urlami che vuoi che ti spacchi la figa!!!
non faccio neanche in tempo a finire la frase che con un urlo vieni inarcando la schiena e mordendoti il labbro…
ti guardo e i tuoi occhi sono pieni del piacere che ti sei presa, del piacere che ti ho dato.
Ora &egrave il mio turno. Ho voglia di venire e come al solito abbiamo poco tempo. Ti metto sdraiata a pancia in giù e comincio a scoparti con tutta la forza che ho…ti fa male lo so, ma so anche che un po’ di dolore ti piace…
vengo…vengo…vengo dentro di te! ti riempio…sento il getto del mio sperma colpire le pareti del tuo utero…sento la tua figa pulsare…il mio cazzo gonfio che esplode uno…due…tre getti caldi….
vieni con il mio orgasmo…
stesi, stanchi ma ancora pieni di voglia…ma il tempo &egrave tiranno…&egrave già ora di tornare.

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