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Racconti Erotici Etero

Crash – Cercati il bagno

By 9 Gennaio 20202 Comments

Vuoi essere onesta fino in fondo con te stessa e accettare il sentimento che provi in questo momento: DELUSIONE.

Analizzi il tuo stato d’animo, sei delusa non per quello che ti sei lasciata fare, in un luogo pubblico, da uno sconosciuto. Ma la delusione è scaturita nel momento stesso in cui, Lui, è salito in macchina ed è andato via. 

Dovresti essere arrabbiata, questo sarebbe uno stato d’animo coerente ed accettabile. Arrabbiata per quello che Lui ha fatto con il tuo corpo, per la vergogna che hai dovuto patire. Invece, se cedi alla rabbia è perchè ti ha DELUSA.

Delusione o Rabbia, cosa prevale ? 

La voglia di incontrarlo ancora, la sensazione che ci possa essere di più. Che hai solo sfiorato qualcosa di immenso, cos’è tutto questo ? DELUSIONE ?

Lo hai seguito come un cagnolino passando tra le forche caudine della vergogna, ma lui ti ha voltato le spalle, cosa provi ? RABBIA ?

Sei in un loop senza via d’uscita, pensi e ripensi a quanto è successo, sei delusa ed arrabbiata, arrabbiata e delusa.

Accendi la luce, la lampada sul comodino. Non riesci a dormire, sono le 5 del mattino. Ti vesti ed esci a correre.

La macchina dal meccanico ti obbliga ad usare i mezzi pubblici, puzza infernale, posti in piedi, varia umanità (tu compresa) spiaccicata su autobus vecchissimi.

La giornata lavorativa scorre veloce e senza intoppi, timbri l’uscita e poi, il viaggio di ritorno in autobus !

Un chilometro a piedi, che per una podista come tè è un insulto, raggiungi la fermata. 

Ti siedi ad aspettare, non t’importa quando passerà. Lo sguardo fisso nel vuoto, il loop che riprende, delusa arrabbiata, arrabbiata delusa…

Il loop s’interrompe, corto circuito, divisione per zero ! 

Il vuoto davanti a te si riempie di nero, il nero di un grosso SUV. La sua mano dal finestrino ti fa segno di raggiungerlo. 

RABBIA, dove sei stato ? perchè dovrei venire, chi credi di essere ?

Non ti rendi nemmeno conto, lo stai raggiungendo, sei come telecomandata. Ti apre la portiera, ti issi sul sedile e chiudi la porta.

Lo guardi, almeno una spiegazione ?

Ingrana il cambio automatico e parte. La sua mano sulla tua coscia. Enorme e calda, ti stringe. 

Forse non sei degna di una spiegazione ?

Lo accetti, sei fuori dal loop e questo ti basta. 

Guida per circa mezz’ora senza alleggerire la presa sulla coscia. Questo collegamento fisico e diretto con lui, ti trasmette un brivido continuo che si ripercuote su tutto il corpo e si amplifica in mezzo alle gambe.

Raggiunge un palazzo del centro, il telecomando apre il cancello che conduce ai garage. Un palazzo molto signorile ed elegante. 

L’ascensore, si prende direttamente dai box, sale prima lui, tu lo segui.

Schiaccia il numero 42, ultimo piano. bellissima sensazione di ascesa, verso il paradiso ?

Le porte si aprono direttamente dentro al suo appartamento.

Cosa succede adesso ?

Perchè siete lì, è casa sua ?

Davanti a te una grossa vetrata, la raggiungi. Il panorama è spettacolare, sotto la città si sta spegnendo e si accendono le prime luci. Il suo riflesso, ha tolto la giacca e si sta avvicinando. Non vuoi incrociare il suo sguardo, resti rivolta verso la vetrata. Lo percepisci vicinissimo, a pochi millimetri da te. Chiudi gli occhi e le senti, le sue mani sotto al giubetto corto in pelle che indossi aperto sul davanti. Brivido, entrambe le mani sui tuoi fianchi, abbassa la testa per raggiungerti, per avvicinarsi e lo senti sussurrare:

-Ti piace ?-

Riapri gli occhi.

Cosa ? 

Il panorama, questo momento immobile o il preludio al dopo? Vorresti rispondere con tre SI a costo di rimanere delusa un’altra volta. Invece preferisci la via più facile, quella scelta dai vigliacchi:

-Il panorama è molto bello-

Le mani si muovono, lentamente scorrono dai fianchi alla pancia. Sei pronta a riceverlo. Chiudi ancora gli occhi per assaporare meglio quel momento che sembra non arrivare mai. 

I seni in attesa, le mani che indugiano senza raggiungerli. Ti frugano, ti provocano ma si ritirano senza invaderti.

Devi prendere l’iniziativa ?

Allora, che sia ! 

Cerchi di girarti, ma non ci riesci le sue mani possenti ti trattengono. Ora si muovono veloci, sono sul tuo seno, sei agganciata. Appoggi le mani alla vetrata per non finirci contro. Cerchi di opporre un minimo di resistenza. Mani sempre più audaci sono sotto al maglione, dentro alla camicetta. Smetti di opporre resistenza inarcandoti e appoggiando la testa al suo collo, vuoi sentire la sua pelle il suo odore. Ti arrendi. Via le coppe, il reggiseno ancora agganciato, contatto.  Le sue dita stuzzicano i capezzoli, li stimolano all’inverosimile, sei tesa, li senti tirare. 

Stringi i denti, vuoi che smetta.

-Mi fai male- 

Non si ferma, continua a stritolare e tirare. Sollievo, i capezzoli sono liberi.

Ti stacca le mani dal vetro, ma solo per levarti il giubettino ed usarlo come una corda. Le braccia legate dietro alla schiena, tenute ferme dal tuo giubettino marrone.

Sei privata delle mani, vorresti toccarlo, esplorarlo, sentirlo tuo, ma così non puoi. Lui ha deciso che tu sei la preda, l’oggetto il corpo sul quale sfogare la sua voglia. 

La sua voglia scende, le sue mani dilagano nelle parti basse. Questa volta il bottone viene slacciato o strappato via dalla sua irruenza, non l’hai capito. I pantaloni scendono fino alle ginocchia, il tuo sesso protetto solo da leggere mutandine che non arrestano la sua foga. Entrambe le mani sono sulla tua fica, senti il contatto sulla carne. Si dividono, due dita ti penetrano aggressive e l’altra mano, stimola un clitoride pronto ad esplodere. Ti guardi nel vetro, è buio, ormai è uno specchio. Gli occhi dilatati e la bocca spalancata. Ti piace, godi, un gemito sommesso. Le mani non si fermano, le dita guizzano nella tua fica, dentro e fuori. Ti muovi convulsamente nel piacere che ti viene concesso, sorretta dal suo corpo al quale non puoi fare a meno di appoggiarti. Lo senti arrivare, l’intensità dei tuoi gemiti cresce con il crescere della della tua eccitazione ed esplode in un orgasmo epico. Non fai in tempo a calmarti che ti senti sollevare, ancora le dita nella fica ed i pantaloni scesi sulle caviglie. Ti sembra di volare, poi atterri sul suo corpo steso sul divano con la schiena. La mano che prima violava il tuo sesso ora la senti in bocca, grondante dei tuoi umori. E’ la prima volta che li senti in bocca. Le dita spinte in gola ti provocano conati di vomito.

Poi lo senti, la sua punta appoggiata al tuo sesso con l’altra mano. La fessura stretta a causa dei pantaloni che impediscono alle gambe di liberarsi. Lo strofina, cerca un varco, spinge. 

Solo le sue dita in gola t’impediscono di gridare. Enorme, riesce a farsi largo solo per un piccolo tratto. 

Ti senti ribaltare, è un attimo ti ritrovi con la faccia schiacciata contro il divano. E’ alle tue spalle, Lo senti entrare, questa volta facilmente, sembra non finire mai. Ti tiene per i seni, e spinge come una furia. Stringi i denti e lo lasci fare, i seni tormentati e la faccia contro il divano. Continua per alcuni interminabili minuti. Ancora ribaltata, questa volta sei seduta con la schiena contro al divano, le mani sempre bloccate dal giubbino. La bocca riempita all’inverosimile dalla sua eccitazione, dentro fino alla gola, ancora conati di vomito. Quando la gola sembra non riuscire più a ricevere il suo sesso, le mani dietro alla testa ti spingono verso di lui quasi fino a baciare la pelle della sua pancia. La punta sembra sempre più gonfia fino a quando lo senti esplodere e inondare la bocca e la gola. Quando finalmente esce, sta ancora seminando e vieni letteralmente schizzata sugli occhi, sulla fronte e fra i capelli. 

Si scarica completamente. Ti senti una latrina, sporca, sudata ed usata come un oggetto. 

Ti spinge e senza l’uso delle mani, scivoli di lato sul divano.

-Cercati il bagno-

Non aggiunge altro e ti lascia sola.

2 Comments

  • cagliostrus cagliostrus ha detto:

    Questo é molto buono. Stile più maturo, correttezza grammaticale e appropriatezza lessicale maggiori rispetto ad altri racconti dello stesso autore. Sospetto che sotto lo stesso pseudonimo si celino mani diverse.

    • Cesare Conte Cesare Conte ha detto:

      Ha me è capitato con la figlia della mia ex compagna mentre lei era in bagno a fare la doccia sua figlia si metteva sopra di me e il mio cazzone diventava duro e poi mi ha infilato la sua manina nei pantaloni e mi ha preso il mio cazzone duro in mano è stato bellissimo

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