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CRONACHE DELLA GALASSIA

By 22 Aprile 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

UN INCARICO SPECIALE

Entrai a far parte della flotta stellare quasi per caso: non che non mi piacesse volare, ma una volta terminato il ciclo di studi superiori, avrei voluto stare un anno per conto mio……..giusto il tempo necessario per guardarmi intorno, magari viaggiare un pò e fare nuove esperienze …….Se fosse dipeso solo da mia madre, sarei certo riuscito nell’ intento, ma purtroppo mio padre era di parere contrario……..figurarsi: lui, un militare di carriera che era nato con il bastone del comando fra le mani. Indubbiamente si era fatto da s&egrave……anzi, per essere più espliciti, si era davvero fatto il culo e continuava a farselo: per uno come lui, la flotta era tutto…..l’ onore, il rispetto, il prestigio e minchiate varie! In altre parole, non gli andava giù che trascorressi un anno intero a cazzeggiare……era questa la sua idea…….e poich&egrave senza soldi in tasca i miei sogni di gloria andavano praticamente a puttane, fui costretto -mio malgrado- a scendere a compromessi. In effetti, una via d’ uscita c’ era eccome, ma avrei dovuto viaggiare e nel contempo lavorare per mantenermi: la cosa non mi entusiasmava e di conseguenza, cedetti alle pressioni dell’ ammiraglio rompicoglioni. Già, perch&egrave il paparino aveva raggiunto la più alta carica già anni prima, quando -governatore di una lontana colonia del quadrante Delta- si era trovato nel bel mezzo di una guerra civile: in poche settimane, appoggiato ovviamente dal suo esercito, era riuscito a ristabilire l’ ordine e, morale della favola, al ritorno in patria fù insignito delle più alte onorificenze. Tra l’ altro, i miei amici non si rendevano conto della situazione e avrebbero tanto desiderato un ammiraglio che girava per casa: sai che gioia! Non a caso, mia sorella Clio -fiutando il pericolo- si era “volontariamente” arruolata: aveva già completato gli studi con la relativa specializzazione in tattiche di guerra e stava completando il suo tirocinio. Per cui, quando mio padre mi chiese “gentilmente” cosa volessi fare della mia vita e che progetti avessi per il futuro -capìta l’ antìfona- non dovette faticare nemmeno più di tanto per convincermi a fare il grande passo: il primo giorno -con l’ inizio dei corsi universitari- mi accompagnò personalmente e vidi decine di persone -compresi i miei professori di corso- semplicemente genuflettersi al suo arrivo. Indubbiamente, l’ ammiraglio Scott era per tutti un eroe, una celebrità……una specie di icona da appendere in soggiorno e mi resi ben presto conto che andare in giro con il suo cognome, avrebbe comportato per me una serie interminabile di onori e di frasi del tipo “tuo padre &egrave un grande”, ma anche di oneri: infatti, essendo il figlio di mio padre, tutti i professori si attendevano sempre da me il massimo e per ottenere i medesimi risultati, ero quindi quasi obbligato a rendere il doppio dei miei compagni di corso. Non che la situazione mi spaventasse…….assolutamente no, ma ne facevo più che altro una questione di principio: tra l’ altro, fin da bambino ero stato sempre considerato il genio della famiglia e, non a caso il mio quoziente intellettivo era di gran lunga superiore alla media. Inoltre, l’ accademia della flotta stellare era molto ben frequentata……..ragazze e, più generalmente donne di ogni età: professoresse e corsiste…..c’ era solo l’ imbarazzo della scelta e, avendo avuto sempre un discreto successo in campo femminile, iniziai a valutare quel contesto nel quale mi stavo pian piano inserendo, da una prospettiva indubbiamente diversa e molto più allettante. Infatti, dopo nemmeno una settimana di frequenza -la mia prima settimana in assoluto- feci conoscenza con Gretel, una signora che poteva avere all’ incirca dieci anni più del sottoscritto, ma portati davvero egregiamente. Sembrava quasi una ragazzina, data la corporatura abbastanza minuta: era una docente ma non del mio corso ed era specializzata in cartografia stellare, una disciplina che ho sempre considerato abbastanza pallosa. In ogni caso, avevo già notato da qualche giorno la sua presenza, dato che spesso prendavamo alla medesima ora lo shuttle per raggiungere la sede universitaria, ma ci eravamo sempre salutati con un cenno della testa……..giusto per una questione di educazione, anche se non le erano certo sfuggite le mie insistenti occhiate di piacere: lei sempre a chiacchierare con le sue colleghe ed io altrettanto sempre intento a sparare cazzate con le puttanelle compagne di corso che stavo via via conoscendo. E poi, quasi per caso la svolta……..ero al bar durante una breve pausa tra una lezione e quella successiva e, stavo quasi per andare via e ritornare in aula, quando la vidi seduta da sola ad un tavolo abbastanza appartato: in quei momenti, non sò cosa mi passò per la testa…….fatto stà che mi avvicinai e la salutai: era immersa nella lettura di un quotidiano e, quando mi vide quasi timoroso al suo tavolo, rispose al mio saluto con un ampio sorriso. In effetti, ero alquanto imbarazzato, dato che lei -pur non essendo particolarmente appariscente- era una donna davvero molto elegante……..attraente………mi piaceva! Non sapevo cosa dire e fui sorpreso quando mi chiese di sedermi e di farle compagnia: era pur sempre una professoressa e la sua apertura mi colse alquanto impreparato, anche perch&egrave iniziando a parlare del più e del meno, mi disse che potevo tranquillamente darle del tu, ma specificò “solo perch&egrave non rientravo nel suo gruppo di studio”:

-Beh, visto che insisti…….
-Non penso di essere così vecchia da meritare il lei……in ogni caso, il mio nome &egrave Gretel.
-Piacere, io sono Jim……
-Sì, sò bene chi sei…..Jim Scott, un figlio d’ arte……almeno immagino in futuro!
-Ehm……
-Sei stupìto? Guarda che quì le voci corrono in fretta……..molto più della luce! Ho letto tutti i libri scritti da tuo padre!
-E ti pareva…….
-Non ne sei orgoglioso?
-Ah, lasciamo perdere…….
-Non ti piace la flotta stellare?
-Non ci ho ancòra pensato!
-Certo che sei un tipo strano…….identico a tuo padre……..sempre evasivo!
-Ma perch&egrave…….lo conosci? Intendo dire, di persona?
-E chi non lo conosce? Non c’ &egrave persona in questo ateneo, che almeno una volta nella vita, non abbia scambiato quattro
chiacchiere con lui. Io, giusto una volta……..un paio d’ anni fà, pochi minuti ad una conferenza per la pace intergalattica.
-Sono contento per te…….
-Ahia! Eppure sono convinta che un giorno diventerai come lui……..
-Non voglio diventare famoso…….non sono un egocentrico!
-Ma tuo padre non &egrave famoso…….&egrave semplicemente un eroe di guerra! Scusa se &egrave poco!
-Ora devo andare…….
-Quanta fretta! Se vuoi parliamo di qualcos’ altro…….
-Avrei l’ ora di fisica uno che inizia tra poco……..
-Certo che sei proprio un bel tipo……..Prima di andare, devi però dirmi cosa fai seduto a questo tavolo……
-Mi hai detto tu di sedermi……..
-Ho visto come ti guardano le ragazzine…….muoiono dalla voglia……
-Prego?
-E’ inutile che fingi di non capire…….non ti si addice……e dietro quell’ aria sprovveduta, sò bene che si nasconde un vulcano! Ho
visto come mi guardi……..preferisci le donne mature?
-Diciamo che mi piacciono le belle donne! L’ età conta ma fino ad un certo punto…….
-Questo sì che &egrave parlare, però non mi hai ancòra dato una risposta! Non mi piacciono le persone che tergiversano……..
-Sono quì per parlare con te……..
-Immagino che mi consideri una donna piacente………diversamente non saresti quì seduto a parlare con me……
-Penso proprio di no……
-E quindi? Non dirmi che ti accontenti di così poco…….! Non ti credo……
-Posso parlare liberamente?
-E’ da un’ ora che te lo chiedo!
-A che ora finisci?
-Ne avrò ancora per due ore, non di più……diciamo che per le due sono libera!
-Questa &egrave una buona notizia…….conterò anche i secondi, perch&egrave ho una voglia matta di infilarti la lingua dappertutto!

Ero convinto che mi arrivasse un bicchiere con il suo contenuto direttamente sul muso………

-L’ ho detto che farai carriera……Comunque, nel mio studio al terzo piano dell’ edificio, c’ &egrave un divano-letto che &egrave davvero molto
comodo……..immagino che vorrai saggiarlo di persona……E’ il numero 284…….ci vediamo alle tre in punto!
-Ci sarò, ciao…….a dopo.
-Ciao.

Le diedi quindi la mano e mi alzai allontanandomi dal tavolo: ero tutto un fuoco……ardevo dal desiderio, perch&egrave quella stronza -con quattro frasi mirate, era riuscita ad eccitarmi come non mai. E sì che l’ ateneo iniziava a piacermi…….se questi erano i presupposti!
Molto probabilmente, la lezione di fisica fù la più improduttiva di tutta la mia carriera universitaria: avevo ben altro per la testa che quattro formule………In effetti, era stato tutto fin troppo semplice: ero abituato a scoparmi le ragazzine, che -senza tanti problemi- lo ciucciavano anche nei cessi della scuola! Ma Gretel………Gretel era una donna con la a maiuscola e, da quanto avevo appreso al primo impatto, molto sbarazzina…….forse anche troppo………una con le idee chiare…….Perch&egrave si interessava ad uno come me? Indubbiamente avevo il mio fascino, ma lei era decisamente di una categoria superiore, rispetto ai miei standard……

Alle tre in punto, bussai alla porta del suo studio: mi venne prontamente ad aprire e mi accolse con molta cordialità…….era una donna estremamente affascinante e notai che aveva cambiato abito: il suo abbigliamento era molto semplice…..quasi spartano: camicetta, gonna al ginocchio e due ballerine con un leggero tacco. Ai capelli neri legati a mò di coda, facevano da contrasto due occhi verdi che calamitavano ad ogni minima occhiata. Non le piacevano i fronzoli: mi fece accomodare nel suo studio, in una sala interna. C’ era un divano già aperto……..era quasi a due piazze, ma non ebbi nemmeno il tempo di guardarmi attorno, che già aveva tirato giù gonna e camicetta……….qualche istante ed anche il reggiseno ed un minuscolo slippino trovarono posto sul pavimento di acero. Il suo corpo -almeno da nuda- era statuario……..i capezzoli già pronunciati e la fica perfettamente rasata. Senza dire una sola parola, si avvicinò ed iniziò a spogliarmi……..molto più lentamente di quanto avesse fatto con s&egrave stessa: la lasciai fare e, quando ebbe completato l’ opera, le nostre labbra si unirono e si schiusero all’ unìsono, dando la possibilità alle lingue di soddisfare tutta la loro libidine, con un saporito ed estremamente arrapante scambio di saliva. Aveva due chiappe sode e senza tanti complimenti, inserii una mano nel solco e scesi fino a raggiungere da dietro la fessura vaginale: era già abbastanza umida ed il contatto la fece trasalire e si strinse ancora più a me. Proseguendo imperterriti a baciarci, ci avvicinammo al divano e precipitammo nel morbido: mi ritrovai sopra di lei, che istintivamente aprì le cosce: fui travolto dagli odori e dopo averle palpato le tette e leccato i capezzoli, mi addentrai in più piacevoli meandri, ritrovandomi a scoparla con la lingua che introdussi nella sua cavità semiaperta. Non ebbi alcuna difficoltà a farmi strada e, quando di lì a breve mi venne in bocca, mi inebriai con la sua essenza di femmina, continuando a sgrillettarla: si dimenava e mi incitava a fotterla………voleva essere stantuffata……..aveva voglia di cazzo. Allora mi misi in ginocchio insinuandomi fra le sue cosce e poggiai la punta della cappella sull’ ingresso della bernarda ormai fradicia: le scivolai dentro senza alcuna fatica ed accolse il randello con un grido di pura eccitazione. Piegò quindi le ginocchia ponendo le piante dei suoi splendidi piedini a diretto contatto con il mio petto: la posizione era troppo invitante e cominciai a leccarle e succhiarle le dita di un piede mentre la facevo mia……..Entravo ed uscivo dalla sua fichetta a ritmo sostenuto e, dopo aver assaporato per l’ ennesima volta gli aromi un pò aspri ma tanto invitanti delle sue estremità inferiori, mi distesi completamente sulla sua pelle vellutata e, mentre le nostre lingue si univano e si intrecciavano come impazzite, le strinsi le poppe penetrandola con tutta la forza e tutta la passione che avevo dentro. Lei ebbe un nuovo amplesso, che strinse ulteriormente gli anelli vaginali intorno al biscotto di carne e, dopo poco le sborrai dentro, facendola impazzire dal piacere: mi disse di continuare a muovermi nelle sue visceri ed &egrave quanto feci fino a quando, dopo essere nuovamente venuta, mi fece distendere sulla schiena e afferrò il bastone fra le sue mani, portandolo voracemente alla bocca. Le sue calde labbra circuirono all’ istante la cappella violacea e, con un movimento ritmato lasciarono che scopassi e godessi nella sua cavità orale. Infatti, quando dopo poco venni, serrò ulteriormente le labbra, affinch&egrave neppure una goccia andasse sprecata. Fù il pompino più bello della mia vita: almeno fino a quel momento! Quindi si distese sopra il mio corpo e, si posizionò lasciando che le entrassi ancòra una volta dentro: si muoveva come una gatta, strusciando avanti e indietro sul mio torace, mentre i suoi capezzoli graffiavano la mia pelle donandomi sensazioni uniche. Ci baciammo appassionatamente e proseguii imperterrito a devastare la sua vagina, fino a quando il cazzo mi rimase duro. Lei ebbe ancòra svariati amplessi…….era un fiume in piena………solo più tardi mi avrebbe confessato che era da quasi un mese che non scopava.
Era ormai sera quando mi svegliai: fuori ormai era buio. Una luce proveniente dal corridoio mi condusse nello studio, dove Gretel era impegnata nella correzione di un saggio sulla mappatura di Andromeda: mi salutò con un sorriso e riprese la lettura, in apparenza noncurante della mia nuda presenza, dato che non mi ero affatto coperto e, quegli occhialini da intellettuale che celavano a malapena un visetto da autentica porca, mi portarono ad avere una rapida erezione. Oltre al fatto, che indossava un succinto slippino e nient’ altro. Era appunto una noncuranza solo apparente, perch&egrave la mia reazione venne sùbito notata ed opportunamente ricompensata: infatti, la mia calda amante mi disse dolcemente e maliziosamente di girare intorno alla scrivania e di avvicinarmi a lei e, quando il mio arnese fù a portata di mano e soprattutto di bocca, lo ingoiò senza tanti complimenti. Furono sufficienti pochi colpi di lingua, affinch&egrave le mie gambe iniziassero a tremare, al punto che mi appoggiai col sedere alla scrivania, mentre lei proseguiva imperterrita la sua opera: era davvero molto esperta nel fare pompini, segno evidente che aveva acquisito una lunga esperienza sul campo di battaglia…….Era capace di avvolgere e possedere la cappella con il calore delle labbra, mandandomi letteralmente in estasi: con la lingua andava sapientemente a cercare il filetto e la fenditura che, senza sosta eruttava liquido semitrasparente, per poi affondare improvvisamente e ingoiare il cazzo fino alla radice. Si muoveva piano…..con dolcezza…….il suo ritmo era continuo ma pacato: sapeva come far godere un uomo e sapeva come portarlo allo stremo ritardandone il più possibile l’ inesorabile venuta! Infatti, andammo avanti per una decina di minuti: si strizzava le tette e, di tanto in tanto premeva con decisione alla base dei testicoli e, quando capì che stavo per capitolare, lo tirò fuori dalle sue fauci e prese -sempre lentamente- a masturbarmi, fino a quando le sborrai rovinosamente addosso tutto il mio seme, imbrattandole i capelli, il viso ed in particolar modo le lenti di quegli occhiali da troia consumata. Alcune gocce presero a scivolare fra le tette e Gretel le raccolse e le utilizzò per titillare e lubrificare i turgidi capezzoli, prima di portare due dita alle labbra e leccare quanto di residuo le era rimasto appiccicato: fece tutto ciò, sostenendo -da grande zoccola quale era- sempre e continuamente il mio sguardo alquanto stupefatto, dinanzi a cotanta audacia, frammista ad un’ innata troiaggine……….
Per l’ ennesima volta mi aveva svuotato: avrei voluto possederla ancòra, ma mi disse che aveva del lavoro arretrato da svolgere. Infatti, mi rivestii velocemente e mi accompagnò alla porta, salutandomi con l’ ennesimo ed infuocato bacio e riuscendo a strapparmi una promessa, che non ebbi alcuna difficoltà a mantenere……..quella di rivederci…..! E’ quanto facemmo e non una, bensì dieci, cento, mille volte……..durante il lungo e, talvolta faticoso percorso accademico, nel corso del quale Gretel fù la mia amante…….una delle tante amanti: un’ amante calda e passionale, che mi insegnò tutto…….ma davvero tutto sul sesso e sulle infinite modalità di far godere una donna esigente come lei. Ovviamente, i nostri periodici incontri di letto, non mi impedirono di vivere appieno la mia gioventù, caratterizzata dal ciclo di studi che avevo deciso di intraprendere, ma anche da tante scopate con le puttanelle di turno che, come una manna dal cielo, incontrai e conobbi durante la mia carriera accademica.
Ma…….una volta conclusi gli esami, la specializzazione prima, ed il tirocinio poi, mi allontanarono da un ambiente che mi era diventato caro…….quasi familiare: per mesi, io e Gretel non ci vedemmo più, ma poi accadde qualcosa che avrebbe -profondamente e radicalmente- cambiato le nostre vite…….in particolar modo la mia……..unendole per l’ ennesima volta in un lungo ed inesorabile abbraccio, che non ha tuttora allentato la propria morsa. In che modo? Beh……in effetti quella frase……..un giorno diventerai come lui……..mio padre……..una frase che avevo preso alla leggera…….quasi come uno scherzo, una presa in giro nei miei confronti, che all’ epoca ero poco più che un ragazzino. Ma, Gretel era una donna navigata……aveva visto giusto e aveva già capito tante cose che io nemmeno immaginavo. Quella medesima frase l’ avrei ricordata anni dopo, quando ci rivedemmo a bordo di un’ astronave nuova di zecca: mi disse che le ero mancato……..in particolar modo le era mancato il mio arnese……….un’ assenza di alcuni mesi…….la mia assenza……..che le aveva offerto notevoli spunti di riflessione: fù un incontro non casuale, ma assolutamente pilotato dal sottoscritto…….un incontro -da lei accettato di buon grado- che avrebbe permesso ad entrambi di iniziare una nuova vita in giro per lo spazio e, soprattutto di restaurare e di consolidare quella piacevole tradizione universitaria, fatta di incontri di sesso e di tanta e tanta complicità. Ma, questa &egrave un’ altra storia che racconterò in un successivo capitolo………Gretel una delle donne della mia vita, una delle tante ma, nel contempo unica………Gretel……..solo e semplicemente Gretel………

PER CONTATTI: mauriziorso@libero.it

VITA DA COLONIA

Nonostante il mondo accademico presentasse -almeno per il sottoscritto- una serie interminabile di distrazioni che si aggiravano in tacchi alti e reggicalze, fra una scopata e l’ altra riuscii anche a studiare ed a completare il ciclo degli esami previsti con ottimi voti: ovviamente, mio padre era fiero dei risultati ottenuti e per la specializzazione mi consigliò la stazione orbitale di Venus 4, sulla quale -non a caso- erano stati formati gli ufficiali più brillanti dell’ intera flotta. Era un percorso formativo che durava all’ incirca sette o otto mesi, e che mi avrebbe permesso due volte a settimana di compiere brevi escursioni a scopo didattico, su alcune navicelle spaziali: quelle trappole -così amavo definirle- che avevano un equipaggio non superiore alle cento unità e che venivano normalmente impiegate per la ricerca scientifica e per la raccolta di dati di varia natura. L’ idea era alquanto allettante, perch&egrave avevo la possibilità di andare in giro per la galassia e di conoscere gente ed accettai quindi la proposta con entusiasmo: tra l’ altro, avrei avuto anche la possibilità di rivedere mia sorella Clio, che aveva fatto una brillante e rapida carriera ed era comandante della stazione precedentemente menzionata. Lei, al contrario di me, non amava i continui spostamenti e non era quindi adatta alla vita che si faceva sulle navicelle, in perenne movimento: per cui, il prestigioso incarico che era riuscita ad ottenere, era in perfetta simbiosi con la sua personalità, un pò chiusa e introversa ma, reattiva e risoluta quando c’ era da rimboccarsi le maniche. Di Clio, si diceva in giro un gran bene, perch&egrave in pochi mesi era riuscita a ristrutturare Venus 4 da un punto di vista amministrativo e gestionale ed in tanti facevano a gara per poter accedere ai suoi corsi di specializzazione: io, grazie al brillante curriculum universitario, ci entrai di diritto ma, con l’ idea di ritornare sulla Terra per un lavoro in ufficio………..magari come istruttore dei nuovi arrivati, dopo aver girovagato qualche anno per i quadranti della nostra galassia. Non che mi dispiacesse fare il vagabondo, ma le mie radici erano in Oregon, patria anche delle donne più belle che avessi mai conosciuto: lo spazio era affascinante, così come il mistero in esso racchiuso ma, le mie aspirazioni erano di altra natura………
Quando giunsi alla stazione orbitale, le sorprese non mancarono di certo: la prima non la considerai in maniera comunque positiva, perch&egrave la cara sorellina non venne nemmeno a darmi il benvenuto! Non la vedevo da un paio di anni e, chieste spiegazioni, mi dissero che era impegnata con la riorganizzazione dei turni delle navicelle da ricognizione. In verità, rimasi un pò deluso ma, mi passò in fretta perch&egrave mandò una tirocinante come il sottoscritto, a fare gli onori di casa: Mirella aveva lunghi capelli neri raccolti in una coda altrettanto lunga ed uno sguardo felino e sensuale che non passava inosservato. Oltre al fatto che era alta quasi quanto me -non poco per una donna- e aveva due splendide tette ed un culo che risaltavano alla perfezione nella sua attillata uniforme: mi disse che in serata avrei incontrato Clio a cena nel suo alloggio personale. Era sì stata stronza a non venirmi a salutare ma, questo l’ aveva almeno in parte riabilitata. Il percorso con l’ aeromobile fù abbastanza breve, perch&egrave dopo nemmeno cinque minuti ci fermammo dinanzi ad un enorme edificio su un solo livello , che si estendeva per svariati chilometri quadrati e che sarebbe stato il nostro quartier generale: all’ interno infatti c’ erano le camere di ogni tirocinante, ma anche bar, negozi, palestre, ristoranti, piscine e un’ infinità di laboratori tattici per il percorso di formazione. Ci addentrammo nei lunghi corridoi e, grazie alla presenza di tappeti mobili e di turboascensori, giungemmo in breve alla camera che mi era stata assegnata: un incaricato registrò la mia voce, dato che l’ apertura delle porte delle stanze private era a comando vocale. Espletata tale incombenza, ebbi modo di testare l’ attendibilità e la funzionalità di quanto appena detto, perch&egrave la porta si aprì all’ istante dopo aver bofonchiato non ricordo bene cosa: la mia accompagnatrice fù estremamente cordiale e mi mostrò gli ambienti, dato che in effetti si trattava di un mini-appartamento dotato di cucina, bagno con ampia vasca idromassaggio, un soggiorno con tv, angolo lettura e giochi da tavolo, una camera con un ampio letto di quasi tre piazze ed un ripostiglio con vari armadi. L’ alloggio fù sùbito di mio gradimento e, arrivò puntuale la seconda sorpresa della giornata………questa volta però sarebbe stata una nota dai piacevoli colori: difatti, una volta in camera da letto, Mirella mi mostrò il guardaroba dove potevo riporre i miei indumenti e mi disse di fare attenzione ai cerchi dipinti sul pavimento e sulle ante. In altre parole, mi spiegò che tutte le camere erano doppie e, quindi da condividere con un collega tirocinante ad ognuno dei quali, veniva assegnato -per camera- un colore identificativo: ad esempio, a me era toccato l’ azzurro e, l’ altro colore -un rosa pallido- apparteneva presumibilmente al mio compagno di stanza. Per cui, a me spettava utilizzare la metà destra del guardaroba, che era appunto codificata con il colore azzurro: mentre riponevo le mie cose, non vedendo altre persone in giro, sperai semplicemente che il mio compagno di stanza non fosse un rompicoglioni e che soprattutto, si facesse la doccia prima di infilarsi nel letto. Anzi, poich&egrave la ragazza sfogliava una rivista di moda e sembrava alquanto presa dalle ultime novità, decisi maliziosamente di aprire un cassetto col cerchio rosa, per capire se almeno il mio “camerata” fosse una persona ordinata: fù la terza sorpresa della giornata perch&egrave l’ ambiente era zeppo di calze di nylon e di intimo chiaramente femminile e la mia esclamazione, nella sua volgarità fù fin troppo eloquente:

-Oh cazzo………
-Ed ora che altro c’ &egrave, si può sapere? Tu sì che sei un tipo pignolo……
-Ma quì ci sono indumenti femminili……..
-Vedo che sei perspicace…….ma qual’ &egrave il problema?
-Mi avrete mica messo in camera con un frocio, un pervertito o roba del genere?

Mirella prese a ridere di gusto……..non si fermava più, anche perch&egrave il mio atteggiamento era di pura ed autentica incredulità: lei lo aveva dato chiaramente per scontato, mentre per me non era poi così implicito…….

-Vai pure tranquillo, che non &egrave così!
-E allora com’ &egrave?
-Beh! Non &egrave poi così difficile…….vuol dire che il tuo compagno di stanza &egrave una donna…..tutto quì!
-Ma mi prendi per culo?
-Mai stata più seria, anche se tutto sommato devo darti ragione, perch&egrave all’ inizio anch’ io sono rimasta un pò sconcertata: ti
spiego…….in questa struttura le camere sono tutte doppie e non troverai mai nella medesima stanza due persone dello stesso
sesso! E’ una delle riforme fortemente voluta dal comandante!
-Clio……hai capìto che roba? Tutto sommato la colonia mi comincia a piacere…….
-Fossi in te -almeno in pubblico- la chiamerei “comandante”……sò che &egrave una formalità alla quale tiene molto!
-Ma che brava…….la sorellina ha iniziato pure a darsi delle arie…….
-Non &egrave così: più che altro, direi che lo impone il suo ruolo di coordinatrice!
-Ma sì…..accontentiamola pure! Ora quello che mi preme maggiormente, &egrave conoscere la mia compagna di stanza……tanto per
capire se &egrave una zoccola o una finta suora e, soprattutto se le puzzano i piedi! E’ la cosa che odio di più…….
-Diciamo che non sono una che và spesso in chiesa e, se necessario posso anche diventare -come dici tu- zoccola, ma solo se
incontro l’ uomo giusto che riesce a solleticarmi a dovere! E in quanto ai miei piedi, visto che ci sei puoi anche controllare di
persona, così ti togli subìto il dubbio e non se ne parla più……..

L’ ennesima sorpresa della giornata……….rimasi a bocca aperta, perch&egrave la figura di merda l’ avevo ormai fatta ed era bella grossa……..

-Mi stai dicendo che dormiremo nella stessa stanza?
-Allora ci sei arrivato……finalmente…..era ora!
-Mi dispiace……non volevo di certo essere offensivo!
-Ma figurati! Mi hai solo dato della zoccola o magari speri che lo sia! Cosa vuoi di più? Spero di aver fatto la scelta giusta…….
-Come come…..?
-Ah……quasi dimenticavo! La regola della colonia &egrave piuttosto semplice: al gruppo di tirocinanti donne, viene data singolarmente la
possibilità di visualizzare su un apposito catalogo le foto dei tirocinanti maschi. In altre parole, sono le donne che scelgono il loro
compagno di stanza e, se capìta -come nel tuo caso- che ci siano più pretendenti, allora &egrave il comandante che decide a chi
assegnare l’ uomo!
-E mia sorella mi ha assegnato a te……
-Bravo! Vedo che fai progressi…..
-Sfotti pure tu…….Quindi anche qualcun altra avevano scelto me……..
-Diciamo pure tutte o quasi……..ma non montarti troppo la testa…….

Detto ciò, con molta tranquillità Mirella si sfilò la tuta rimanendo con l’ intimo semitrasparente di colore rosa e indossò un pantaloncino ed una canottiera: quindi andò in soggiorno e, dopo aver acceso la tv, prese posto sul divano. Ero intontito: a parte il fisico di assoluto rispetto, si era spogliata senza alcuna remora per la mia presenza………magari per lei rientrava nella normalità e forse anche per me……….ma in caserma e tra uomini. Non avevo mai assistito ad una scena del genere……..almeno non in quel genere di contesto: ero irretito……….la ragazza meritava eccome……..!
In ogni caso, provai a non pensarci e non dissi nulla: non mi andava di fare la figura del retrogrado! Mia sorella comunque l’ aveva pensata giusta: Clio era sempre stata un tipo abbastanza tranquillo……..non era una suora e questo &egrave poco ma sicuro…….ma nemmeno una di quelle che si concedono facilmente! Evidentemente, la sua politica aveva una logica, che al momento mi sfuggiva! Mi misi anch’ io in libertà e mi stesi sul letto per concedermi un pò di riposo: mi svegliai dopo circa un’ ora e notai che la ragazza era ancora alle prese con i suoi telefilm. Decisi allora di fare una doccia, perch&egrave si avvicinava l’ orario dell’ appuntamento previsto per la cena: alle sette dovevo essere dal comandante……..Una parola grossa -pensai tra me e me! L’ idromassaggio era molto invitante e, dopo aver riempito la vasca, accesi la radio e mi immersi nella bagnarola…….si fà per dire, perch&egrave era talmente capiente che ci si stava anche in dieci! Col telecomando abbassai le luci e chiusi gli occhi per godermi il momento di relax: effettivamente, la vita nella flotta stellare non era poi così male……..magari il mio vecchio se la spassava anche lui ma, conoscendo il soggetto, non mi sarei mai permesso di chiedergli una cosa del genere! Figuriamoci…….l’ ammiraglio, un uomo tutto d’ un pezzo! Ma, immaginai che anche per uno come lui, una fica era pur sempre una fica e, la mamma era fin troppo casta per poter dare adito a perverse fantasie in camera da letto…….Un specie di gorgoglio mi fece aprire gli occhi, riportandomi alla realtà: Mirella era seduta sul bordo della vasca e aveva le gambe immerse fino quasi al ginocchio, mentre giocherellava con i piedi. In apparenza distratta e indifferente…….il problema -si fà per dire- &egrave che era completamente nuda: nella penombra erano comunque ben visibili la fichetta interamente depilata e due poppe -sulla quarta misura- perfettamente rotonde, al centro delle quali spiccavano due aureole abbastanza larghe e due capezzoli non molto pronunciati -non ancòra- ma decisamente all’ insù.
Uno spettacolo piacevole concesso a pochi……..nella fattispecie solo a me……..almeno al momento! Ovviamente, le mie occhiate di pura ammirazione non passarono inosservate: aveva uno sguardo penetrante ed un sorriso che lasciava inermi……senza respiro: ero indeciso…….confuso……..estasiato da tanta grazia e non sapevo cosa dire. Ci guardammo……..ci studiammo per qualche minuto e poi lei si immerse completamente……..continuava a fissarmi e mi venne incontro: altrettanto feci io e dopo un istante ci abbracciammo. Incrociò le caviglie sopra i miei glutei e schiacciò le tette contro il mio petto, intrufolando immediatamente la lingua nella mia bocca……….aveva un buon sapore ed accettai più che volentieri il notevole scambio di saliva.Non c’ era bisogno n&egrave di parole, n&egrave tantomeno di preliminari: eravamo immersi nell’ acqua e fu tutto più semplice. Infatti, inarcai lievemente il bacino e, quando sentii la cappella aprirsi un varco fra le grandi labbra, diedi un colpo secco e le scivolai dentro con facilità, affondando fino ai coglioni: ci guardammo ancora un istante……..non di più…….giusto il tempo necessario per metabolizzare la situazione e riprendemmo a baciarci e leccarci avidamente sul viso, mentre con lenti e ritmati movimenti del bacino, iniziai a scoparla entrando ed uscendo ripetutamente dalla sua cavità. Lei ebbe quasi subìto un amplesso e si strinse ulteriormente a me: continuai a pompare ma tenendo sempre basso il ritmo……..volevo godermi la “sorpresa” fino in fondo e cercavo di resistere quanto più possibile: Mirella aveva la fica un pò stretta e questo mi eccitava ulteriormante………..Quando si rese conto che ero in dirittura di arrivo, si svincolò dalla mia presa poggiando i piedi a terra: mi disse di sedermi sul bordo della vasca e, si insinuò fra le mie gambe…….si calò in avanti e prese a ciucciarmelo con una certa foga. Le misi una mano dietro la nuca e ne rallentai un pò il movimento finch&egrave non si arrestò del tutto: proseguì quindi la sua opera leccando la punta e avvolgendo la cappella fra le morbide e calde labbra……..Ci sapeva fare e mi sembrava di impazzire dal piacere: non riuscii più a trattenermi e le venni in bocca………lei serrò ulteriormente le labbra e continuò a succhiare, mentre con una mano massaggiava i testicoli, fino a quando mi rimase duro. Quindi si rimise in posizione eretta e, dopo avermi dato un ultimo bacio, uscì fuori dalla vasca e mi disse di affrettarmi, in quanto era quasi ora di cena. La seguii con lo sguardo fino a quando non lasciò la stanza: aveva un fondoschiena che era -a dir poco spettacolare. La scena mi fece nuovamente arrapare e l’ avrei molto volentieri sbattuta sul letto per prenderla da dietro ma, effettivamente dovevo darmi una mossa, altrimenti sarei giunto in ritardo all’ appuntamento e mi sarei -senza ombra di dubbio- sorbito la solita ed interminabile predica di Clio, che -al contrario del sottoscritto- era una precisina per natura. Mi asciugai e, rientrato in camera, notai che la mia compagna si era addormentata: mi vestii quindi per l’ occasione, cercando di non fare rumore per non svegliarla. Presi in tutta fretta alcuni oggetti che avevo riposto sul comodino e, solo allora mi accorsi di un biglietto che, evidentemente Mirella aveva scritto prima di cadere in letargo: un testo abbastanza breve…….”buona cena, sarò quì ad aspettarti”………! Breve ma, fin troppo eloquente: speravo quindi che mia sorella non mi avesse trattenuto a lungo e, alle sette, con una puntualità della quale fui il primo a stupirmi, bussai alla sua porta.

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TEMPO DI CAMBIAMENTI

La persona che si presentò alla porta non aveva assolutamente niente in comune con la Clio che conoscevo: in effetti, erano trascorsi due anni almeno dall’ ultima volta che ci eravamo incontrati……..poi solo qualche telefonata per i “come stai” di circostanza ma nient’ altro. Come già detto, mia sorella non era una ragazza acqua e sapone, ma nemmeno una donna fatale: l’ atteggiamento era sempre stato quello di una persona di solidi valori morali………Per cui, non era quel tipo di donna che, un pò per la postura, un pò per il modo di vestire, potesse intrigare più di tanto quegli uomini da classica toccata e fuga……..non era la solita donnicciola da scopare per l’ intera notte, disposta poi ad accettare il benservito al risveglio! Almeno, per quanto ne sapevo!
Ma, bastò davvero poco, affinch&egrave cambiassi radicalmente la mia opinione al riguardo: il primo impatto fù infatti devastante, perch&egrave era avvolta in un mignottesco tailleur nero in pelle fin troppo aderente, che saliva generosamente ben sopra al ginocchio e che metteva in risalto oltremodo le rotondità del suo corpo. L’ ampia scollatura non dava assolutamente scampo n&egrave tregua all’ occhio attento e indagatore che, inevitabilmente terminava la sua corsa perdendosi nel solco prodotto da due poppe tenute sù in maniera egregia. I collant neri e velati ispirarono immediatamente in me porcate di vario genere…….un nylon che si divertono un mondo ad imbrattare con il loro seme, anche coloro i quali non sono certo feticisti convinti…..! E, per chiudere un cerchio a dir poco perfetto, due ballerine del medesimo colore e con un tacco non preponderante, di cui comunque non aveva bisogno, essendo già -grazie a madre natura- abbastanza alta e slanciata. Anche i capelli normalmente arruffati e spettinati avevano subìto una totale trasformazione ed il caschetto nero come la notte faceva da cornice ai suoi occhi verde marino che erano in netto contrasto con le tinte alquanto soffuse dell’ abbigliamento. Un ampio sorriso mi fece intendere che era di buon umore anche se, i modi sbrigativi erano tuttavia rimasti invariati…….:

-Beh? Cosa fai lì impalato a farmi una radiografia? Non hai mai visto una donna prima d’ ora?
-Certo che sì, però……..
-Ti ricordo che stai guardando la tua cara sorellina! Non dirmi che sei a corto di materia prima, perch&egrave non ci credo……non sei
il tipo che rimane a bocca asciutta!

Anche il suo linguaggio era cambiato…….molto più sciolto e disinibito, quasi insolente e feci in modo di adattarmi il prima possibile a quella che consideravo una vera e propria metamorfosi. Mi disse comunque di accomodarmi e si voltò per farmi strada: richiusi la porta e la seguii in soggiorno. Camminava sculettando da morire e muoveva il corpo in maniera sinuosa, provocante………

-Certo che hai proprio un bel culo: possibile che non ci abbia mai fatto caso?
-Quando avrai smesso di sbavarmi addosso, allora potremo anche procedere………..A proposito…….che ne pensi della tua
compagna di stanza?
-Simpatica!
-Tutto quì?
-Cosa ti aspettavi che ti dicessi?
-Magari la verità: non ci siamo mai confidati, ma dato che lavoreremo insieme per alcuni mesi, magari si potrebbe anche provare
ad instaurare un rapporto, dato che non l’ abbiamo mai fatto in tutti questi anni!
-Per me và bene! Da dove cominciamo?
-Da quello che ti ho appena chiesto…….Mirella…….
-Beh! Non c’ &egrave poi tanto da dire…….sono quì da poche ore!
-E vedo che ti sono bastate…….eccome…….!
-Non capisco!
-Mirella &egrave la mia migliore amica!
-Oh cazzo………Non potevo certo immaginare…….e vi raccontate proprio tutto?
-Ho capito! Te la sei già fatta……..
-Ma no, che dici……..
-Guarda, sei incredibile! E’ da nemmeno mezza giornata che sei arrivato alla colonia e hai già timbrato il cartellino! Devo
ammettere che in questo sei unico………Ho tirato a indovinare e, conoscendoti ho fatto centro!
-Ehm………
-Dai…….non essere imbarazzato: non ti sto mica facendo la ramanzina! Ma vedo che non perdi tempo…….
-Veramente ha fatto tutto lei……..
-Sì, và bene……&egrave come dici tu, ma ora prendiamo posto e mangiamo che ho una fame da lupo: ho saltato il pranzo perch&egrave non ho
avuto tempo. Come vedi, ho preparato una cena fredda: spero che per te vada bene.
-Ottima scelta!

Durante la cena parlammo del suo ruolo di coordinatrice della colonia e delle aspettative che avevo da tirocinante: Clio era diventata una donna estremamente sensuale e, infatti, mentre discuteva guardavo in continuazione la bocca e le sue labbra, senza badare più di tanto al legame che c’ era fra noi. Di tanto in tanto, si fermava e sorrideva, per poi ripartire: era molto sciolta e perfettamente consapevole di piacere: in effetti, durante la lunga chiacchierata, più volte pensai a cosa avrei potuto fare con due labbra come le sue ed evidentemente, l’ interesse tutt’ altro che casto che iniziavo a nutrire nei suoi confronti -come ebbi modo di verificare- non passò certo inosservato………
Eravamo quasi giunti alla fine…….erano praticamente rimaste quasi solo le briciole: il nostro robusto appetito non aveva certo fatto prigionieri e, mentre gustavamo un amaro, giunse una telefonata inaspettata. Clio si allontanò qualche istante e, quando ritornò mi porse il telefono…….era Mirella e voleva parlare con me: infatti, un’ altra tirocinante sua amica, essendo temporaneamente rimasta sola in camera, le aveva chiesto di dormire da lei. Voleva quindi scusarsi -in relazione a quanto scritto nel messaggio che avevo trovato sul comodino- per la sua assenza, perch&egrave appunto avrei trascorso la notte da solo! Mia sorella mi fissava con aria divertita e, quando chiusi il collegamento telefonico, ripartì con le sue frecciatine:

-Insomma sei riuscito a fartela e anche a fare colpo…….e tutto in poche ore. Ma cosa ci trovano le donne in te?
-Prima eri molto meno esplicita, quando in casa si affrontavano argomenti del genere! Certo che a volte sei proprio stronza……
-E’ solo che mi stà tanto a cuore il mio fratellino……..che c’ &egrave di male? Anzi, visto che ti ha dato buca, stanotte potresti anche
rimanere quì a dormire e farmi compagnia…….
-Non saprei……
-Solo se ti và, chiaramente……..! Ti dò anche uno spazzolino nuovo…….
-Stanotte sei sola? Non hai ospiti……..intendo dire qualcuno che di tanto in tanto ti scopa……..!
-L’ importante &egrave dirlo sempre con poesia……..proprio come fai tu! In ogni caso, &egrave chiaro che sono sola: diversamente, non penso
che ti avrei chiesto di fermarti, non trovi? E, tanto per usare il tuo frasario, al momento non ho nessuno che mi dà una botta!
-Così mi piaci: sempre decisa e diretta! Allora rimango!
-Bene…….ehm…….posso farti una domanda?
-Dipende……perch&egrave se &egrave un’ altra delle tue perle…….
-Durante la cena, non hai fatto altro che guardare le mie labbra…….e non solo quelle! Devo dedurre che ti piaccio?
-E’ vero che sei mia sorella, ma non sono certo frocio! Certo che mi piaci! Ho notato molti cambiamenti: indubbiamente sei
migliorata……..e non poco! Devi considerarla una nota di merito!
-Ti ringrazio per i complimenti ma, tornando a noi………cosa vorresti fare con la mia bocca?

Il suo sguardo era estremamente languido: sapeva il fatto suo e anche che, molto probabilmente avrebbe trovato terreno fertile. In effetti, ero io quello imbarazzato, perch&egrave lei incalzava sempre di più e ormai mi aveva quasi messo al muro! E senza nemmeno faticare più del dovuto!

-Se non fosse la bocca della mia dolce sorellina, saprei bene io come regolarmi……..
-Non mi dire……..
-Sei tu che me lo hai chiesto: non ti facevo così porca e trasgressiva……..Francamente sono un pò imbarazzato, anche perch&egrave
-come dicevi prima- fra noi non c’ &egrave mai stato un rapporto così stretto e intenso. Ti ho sempre visto solo e semplicemente come
la sorella maggiore…….una specie di icona…….magari talvolta un pò acida…….Tutto quì!
-Jim……col tempo le persone talvolta cambiano. Ovviamente, non accade sempre e non a tutti…….In ogni caso, anche tu sei molto
cambiato: decisamente più maturo rispetto al coglioncello che si faceva le seghe annusando le mie mutandine e correva dietro
ad ogni gonna che vedeva svolazzare!
-Io…..veramente…..
-Pensavi che non me ne fossi mai accorta? Ogni volta che andavi in bagno, rivoltavi il cesto della biancheria da lavare, fino a
quando non trovavi qualcosa che sapesse di me…….slippino…….reggiseno…….collant………
-Mi &egrave sempre piaciuto il tuo profumo!
-Viva la sincerità……..Un senso di lealtà che merita una gratifica!
-Non ti seguo……
-Allora sarò più chiara: &egrave da più di una settimana che non scopo e ho una voglia matta di essere riempita! Visto che ti &egrave sempre
piaciuto il mio profumo, cosa ne dici di provare a capire se ti piace anche il mio sapore? Magari ti alletta anche quello!
-Cavoli…….alla faccia della chiarezza!
-Ho visto come mi guardi…….di certo non con gli occhi di un fratello e posso solo immaginare a cosa pensi mentre mi scannerizzi!
-Mi piace come verbo…….
-Non tergiversare……attendo sempre una tua risposta: cosa faresti con la mia bocca?

Clio si stava comportando da autentica puttana e ormai avevo il cazzo teso per l’ eccitazione: era quindi inutile continuare a fare la commedia, perch&egrave era palese che entrambi volevamo la stessa cosa. Era pur sempre mia sorella e mai l’ avevo sfiorata
anche solo con un dito anche se, effettivamente anni addietro, quando ero ancora adolescente mi ero masturbato un’ infinità di volte con il suo intimo, o anche solo semplicemente pensando a lei! Ed ora era a portata di mano e di verga: trasudava libidine da ogni poro e si passava in continuazione la lingua fra le labbra.

-Se davvero hai così tanta voglia di essere riempita come dici……..allora io inizierei molto volentieri a riempire la tua bocca: appena
l’ ho vista, mi sono sentito succhiare il cazzo!

Non c’ era bisogno di aggiungere altro: ci alzammo contemporaneamente dalle rispettive sedie…….rimasi fermo: Clio mi venne incontro e mi abbracciò stringendomi forte a s&egrave. Avvicinò quindi le sue labbra alle mie e, un attimo dopo mi ritrovai con la sua lingua in bocca: aveva davvero un buon sapore e, forse in cuor mio avevo sempre sognato di ritrovarmi con lei in una situazione così intrigante. Mentre ci baciavamo con estrema passione, le mie mani correvano veloci lungo il suo corpo e le palpai a ripetizione i seni ed il sedere, infilando più volte le dita nel solco che idealmente formavano le chiappe. Sentivo il cazzo letteralmente esplodere nei pantaloni e, quando dopo poco si mise seduta, intuendo le sue intenzioni slacciai la cintura
e lasciai cadere gli indumenti sul pavimento: mi avvicinai quindi a lei e, senza tanti complimenti le ficcai la mazza in bocca. Ovviamente era già pronta ad accoglierla……. non attendeva altro! Le sue calde labbra non indugiarono e avvolsero la cappella ormai in fiamme in un tenero ma inesorabile abbraccio, avviluppandola con le loro fameliche spire: mi sentivo sprofondare nelle sue fauci e le misi una mano dietro la nuca, iniziando a muovermi avanti e indietro per scoparla nella cavità orale. Di tanto in tanto, lo sfilava e percorreva con la punta della lingua, l’ asta per tutta la sua lunghezza fino a raggiungere i testicoli, che provvedeva opportunamente a solleticare, imboccandoli alternatamente. Quindi risaliva e, dopo aver dato qualche rapido colpo di lingua alla fenditura, lasciava che le scivolassi nuovamente dentro fino alle tonsille: il movimento era lento e ritmato ma, sapevo che non avrei resistito ancòra a lungo………quelle labbra stupende mi stavano prosciugando e, quando Clio si rese conto che stavo per venire, rallentò sempre più le battute dedicandosi solo ed esclusivamente alla cappella, che coccolava e spiluccava come un cono gelato. I primi fiotti di sborra non la colsero per niente impreparata………anzi, serrò ulteriormante le labbra, affinch&egrave nemmeno
una goccia andasse sprecata e proseguì a fare avanti e indietro, dandomi l’ opportunità di chiavare nella sua bocca, ormai piena e fradicia del mio seme. Ma, evidentemente anche lei si poneva dei limiti: infatti, improvvisamente si staccò dal mio arnese e, scusandosi per l’ interruzione, mi disse che aveva bisogno di andare in bagno per sciacquarsi la bocca. Acconsentii con un cenno del capo e, mentre usciva dalla stanza, Clio mi disse di attenderla in camera da letto.
Prima del suo ritorno, trascorsero all’ incirca dieci minuti -forse anche meno- durante i quali mi accomodai sul letto e presi due cuscini per assumere una posizione più agevole: impugnai il telecomando della tv per fare un pò di zapping, e -senza nemmeno
rendermene conto- schiacciai il pulsante che mandò in play un DVD che era già inserito nell’ apparecchio. Con mio sommo stupore, vidi che si trattava di un filmino a luci rosse ed anche abbastanza spinto: c’ era infatti una ragazza di pelle bianca che si lasciava scopare e sodomizzare con attrezzi di vario genere da tre uomini di colore ben dotati. Il cazzo era comunque rimasto in tiro ma, indubbiamente tali scene mi infoiarono al punto che iniziai a toccarmi e stavo quasi per farmi una sega, quando mia sorella fece il suo ingresso trionfale: fù l’ ennesima sorpresa di una lunga e indimenticabile giornata!
Infatti, Clio aveva smesso il suo completino in pelle ed era rimasta con il solo intimo di colore nero trasparente ed un reggicalze del medesimo colore: il nylon le fasciava le cosce -lunghe e affusolate- in maniera esemplare……..aveva tenuto anche le scarpe!
Era uno spettacolo stare lì ad ammirare le sue accattivanti movenze: si avvicinò al letto e improvvisò una specie di danza del ventre, prima di stripparsi lanciandomi addosso il reggiseno e lo slip che, afferrai al volo e, senza alcun ritegno avvicinai al naso e alla bocca per saggiare tutta la sua essenza di femmina. Lei osservò divertita il mio trastullo e, quando ebbi terminato mi disse di darle una mano a sfilare le calze: le chiesi se poteva tenerle, perch&egrave era estremamente arrapante e, accolta la mia richiesta, scivolò sul letto e si mise seduta in maniera tale che, i suoi piedi -salendo lungo le mie cosce- finirono la loro corsa fra le mie mani. Iniziai ad accarrezzarli e ad annusarli…….sapevano di scarpe………un profumo che mi inebriava…….Continuai ancora per un pò a coccolare le sue estremità inferiori…….un massaggio che dimostrò di gradire e, quando mi chiese di scoparla, mi alzai e mi misi in ginocchio, insinuandomi fra le sue gambe: nel frattempo, mia sorella si era completamente distesa sulla schiena. Avvicinai la mia bocca alla fica -finemente rasata- fradicia e semiaperta e lasciai che la lingua facesse il suo lavoro, scivolando lentamente nella cavità: al contatto, Clio inarcò il bacino e iniziò a mugolare e a dimenarsi come una cagna. Cercavo di penetrarla entrando quanto più possibile nel buchino ma, dopo poco ebbe alcune violente contrazioni e mi venne in bocca, facendomi assaporare i suoi umori: le martellavo il grilletto, succhiandolo e stringendolo fra le labbra ma, non bastava più…….aveva un’ irrefrenabile voglia di cazzo e mi disse che voleva essere lei a cavalcarmi. Era sicura di s&egrave e quindi le feci dirigere il gioco: mi disse allora di sedermi sul letto, tenendo le gambe in fuori…….evidentemente voleva sedersi ed impalarsi ed &egrave quanto fece. Sputacchiò sulla cappella giusto un paio di volte per lubrificarla e, con due dita stese la saliva lungo tutta la superficie: quindi si voltò dandomi le spalle. La afferrai per i fianchi e la aiutai nel movimento mentre si calava sul mio pube: quando divaricai e imboccai le grandi labbra con la punta dell’ asta tesa, lei ebbe un fremito di piacere e si lasciò andare sedendosi sulle mie cosce. Le ero completamente dentro…….rimanemmo immobili per gustarci la passione e la particolarità del momento: mia sorella reclinò il capo leggermente all’ indietro e andò a cozzare con le spalle contro il mio torace, avvinghiandosi ulteriormente a me……era una posizione invitante e molto eccitante! Afferrai le poppe con le mani e, mentre stuzzicavo i capezzoli, iniziai a muovere lentamente il bacino per chiavarla come mi aveva chiesto: i suoi mugolii si trasformarono ben presto in urla……. le sue parole diventarono -per la goduria- sempre più scomposte……..mi incitava a riempirla…….a sfondarle l’ utero, mentre io provvedevo a tenere il ritmo basso perch&egrave il calore della sua fica, era fin troppo invitante, per poterla subito invadere con il mio seme. In compenso, Clio non riuscì a resistere più di tanto ed ebbe un nuovo e vigoroso amplesso: gli anelli vaginali stringevano la mazza di carne in una morsa fatale…….ero come prigioniero e proseguii a pomparla, ma dopo qualche istante lei si alzò……..voleva cambiare nuovamente posizione: si distese pertanto sulla schiena e allargò le cosce per farmi spazio. Ormai la sua passera era volgarmente dilatata e, poggiata la cappella sull’ imboccatura, la penetrai con estrema facilità, mentre lei – piegate le ginocchia- portò i piedini verso l’ alto, puntandoli contro il mio torace: con la punta delle dita iniziò a stuzzicare i miei capezzoli, che rasoiati dal nylon dei collant, divennero sempre più turgidi. Mentre la scopavo, afferrai allora i suoi piedi e, dopo averli annusati, li presi in bocca a turno, leccandoli e spugnandoli di saliva: non a caso, dopo poco -quando mi accorsi che stavo per esplodere- estrassi prontamente il cazzo dal suo pancino e lo strinsi forte fra i suoi piedi, chiusi a tenaglia intorno al manganello che, come un rubinetto, le inondò le dolci e profumate estremità inferiori, di caldo liquido seminale. Continuai a scopare ancòra per un pò tra i suoi piedi ormai zuppi e, quando ne ebbi abbastanza, mi fermai e le sfilai rapidamente i collant: ripresi a leccarle i piedi…….avevano un sapore leggermente acre ma particolarmente invitante. Presi in bocca le dita e succhiai avidamente. Intanto Clio continuava a menarmi il bastone, scappellandolo e palpando di tanto in tanto i testicoli, per mantenerlo in tiro: mi lasciò fare…….sapeva come stimolare un uomo e, infatti, dopo poco si rimise nuovamente seduta. Feci in modo che prendesse ancòra una volta l’ iniziativa: mi mise in grembo i piedi e riprese ad accarezzare l’ asta con la punta delle dita. In breve ebbi il cazzo duro e voglioso di fottere: lei se ne accorse e strinse ulteriormente i piedi, prendendo a fare sù e giù per masturbarmi. Agevolai il movimento con le mani……..poi i suoi piedi ricominciarono a salire e li leccai e li annusai a lungo……..mentre mia sorella si titillava il clitoride e si masturbava senza pudore, inserendo nella vagina anche tre dita contemporaneamente. Era affamata ed anch’ io avevo ancòra voglia di prenderla…….di farla mia e di devastarla con la mia proboscide: lei afferrò le mie intenzioni e si distese per l’ ennesima volta. Un attimo dopo le ero sopra……..anch’ io mi distesi………..completamente sul suo caldo e vellutato corpo e le entrai dentro con un solo colpo di reni: Clio si strinse a me e incrociò le caviglie dietro la mia schiena, dandomi quindi la possibilità di penetrarla a fondo. La stantuffavo infoiato, baciandola dappertutto: le succhiavo i capezzoli stringendoli forte fra le labbra, per poi risalire ed impossessarmi della sua lingua ………era come invasata……..una settimana di astinenza -così mi aveva detto- l’ aveva quasi incattivita e affondavo nel suo pancino come una lama nel burro. Ma la sua fame non era certo inferiore alla mia e la trivellai fino a quando, i nostri corpi si strinsero ulteriormente quasi per timore di perdersi e venimmo all’ unìsono: le infradiciai la sorca con il mio seme e, sebbene provato dall’ estenuante cavalcata, continuai a chiavarla fino a quando il cazzo mi rimase in tiro. Poi, inevitabilmente l’ appagamento e la stanchezza ebbero la meglio e cademmo in un sonno profondo.

PER CONTATTI: mauriziorso@libero.it

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