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Daisy non vuole essere bocciata

By 17 Agosto 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi piegò a novanta sopra il cofano della macchina, alzò la minigonna, nel frattempo aveva già tirato fuori il suo pene rugoso da vecchio di 60 anni.
Intorno a noi solo la natura faceva da testimone, mi sembrò quasi che la fauna del luogo si zittisse all’ improvviso, pronta ad osservare la vicenda.
La mia guancia toccava la fredda lamiera blu della macchina e poi sentii la sua cappella, cominciò a spingere sulla mia fighetta e mi penetrò con tutta la sua forza!!

UNA SETTIMANA PRIMA

Ultimo giorno di scuola non mi sembrava ancora vero!!! Non vedevo l’ ora di finire era stato un anno duro. Lo ammetto non mi ero molto impegnata in questo trimestre rischiavo la bocciatura, solo l’ ultima interrogazione mi separava da morte scolastica certa o salvezza! Certo se fosse andata bene avrei dovuto studiare tutto l’ estate per recuperare 2 materie, ma se fosse andata male, voleva dire ancora delusione per un altra bocciatura.
Non avrei mai potuto sopportarlo un’ altra volta!
‘Desir&egravee, vieni pure’ la voce del prof di spagnolo mi ridestò dal mio sogno ad occhi aperti, tornai alla realtà. Mi avviai verso la cattedra per questo ultimo supplizio!
Non ero una brutta ragazza, anzi non mi lamentavo del mio aspetto fisico, sebbene non fosse quello di una teenager in piena forma non potevo dire niente.
Avevo 18 anni, Capelli corvini lunghi raccolti in una treccia che mi cadeva sulle spalle, fisico accettabile direi, non avevo la pancia piatta che sognavo ma non mi era andata poi cosi male e poi ero abbastanza alta non altissima ma diciamo un po piu della media delle bambine con cui ero in classe! Ma il seno e il sedere erano il mio forte! Una terza abbondante bella soda che ovviamente cercavo sempre di mettere in risalto con delle belle canottiere e un sedere che stava su da solo merito dei due mesi di esercizio fisico fatto e la dieta ferrea seguita, messo in risalto anche lui da un paio di short jeans!
Diciamo che mentre mi avviavo verso la cattedra non passavo inosservata agli occhi dei miei compagni e questo mi piaceva, come ad ogni ragazza dopottutto.
L’interrogazione fu un disastro, il prof fu proprio uno stronzo, da inizio anno voleva bocciarmi..mi odiava!
La campanella sancì la fine delle lezioni per quest’ anno e mi sentì quasi morire, non ce l ‘ avrei mai fatta ad essere promossa.
Seguii la massa di ragazzi e ragazze in banda verso l’ uscita, le mie amiche cercarono di consolarmi ma io non le ascoltavo nemmeno, sono salita nella mercedes blu di gianni, il compagno di mia mamma, con il morale a terra!
‘ Allora come &egrave andata?’ mi chiese ma la mia faccia parlava già da sola.
‘ Male, mi sa proprio che dovrò ripetere l’ anno Gianni, non sono che fare!’
‘ Adesso &egrave un problema eh? E quando io e tua madre ti dicevamo di impegnarti da subito se no poi te ne saresti pentita?’
‘lo so Gianni lo so…non serve che mi fai la ramanzina’
‘ che materie hai sotto?’
‘matematica latino e spagnolo con il 4!’
‘ Marandi, Loschi e Di Giovanni i professori miei amici?’
‘Si..non e &egrave che puoi parlarli? Fare qualcosa Gianni?’
‘Non lo so vedrò che posso fare!! tu nel frattempo non dire niente a tua madre ok?quando sono gli scrutini?’
‘tra dieci giorni…
‘ok vedrò cosa posso fare!!’
‘ grazie Gianni sei sempre cosi gentile con me!’
‘ per la piccola Daisy questo ed altro..ma questa volta sarà più difficile, vedremo cosa posso combinare!’
Con il morale un po’ più sollevato e con una nuova speranza potevo finalmente respirare per la prima volta l’ aria dell’ estate che stava arrivando!
Gianni era sempre così gentile con me, da quando mia mamma e lui si sono messi assieme due anni fa molte cose sono cambiate.
Mia madre beccò mio papà a letto con sua sorella, mia zia Antonella, fu veramente uno chock, una di quelle cose che ti cambiano la vita! Mia madre non serve dirlo andò in crisi ovviamente, ma riuscì a riprendersi molto in fretta grazie alla sua bellezza se devo dirla tutta. Incontrò Gianni ad una cena da amici e da quel giorno si videro sempre, Gianni era un imprenditore con molti affari all’ estero, un riccone insomma e penso che sia questo il motivo per cui mia mamma si mise assieme visto che lui ha sessantanni e mia mamma quaranta, non mi da alcun fastidio, anzi penso che abbia fatto bene!
La settimana passò tranquilla senza particolari preoccupazioni, a parte ovviamente la paura di essere bocciata, ma Gianni ancora non mi diceva niente.
Dopo una settimana mi disse se avevo voglia di accompagnarlo a prendere da vestire e cosi feci!Andai a cambiarmi mettendomi una canotta e una mini svolazzante bianca un po cortina, ma per il caldo che c’ era era più che giustificata.
Salimmo sulla mercedes e ci avviammo verso il centro commerciale, solo che ad un certo punto cambiò strada dirigendosi verso una parte diversa della città ai limitari di un bosco!
‘ Gianni dove stiamo andando non dovevi prendere da vestire?’
‘ No, ma ho parlato con i tuoi professori se ti può interessare!’
‘Sul serio ? Non tenermi sulle spine dai cosa hanno detto?’
‘Sarai promossa..’
‘Siiiii grazie Gianni sei un angelo’ gli diedi un bacio sulla guancia mentre guidava ero al settimo cielo!
‘aspetta non ho ancora finito. Sarai promosso ad una condizione!’
‘cio&egrave?’
‘ dovrai venire con noi in vacanza in barca!’ io non ci credevo era troppo! Promozione più vacanza in barca era un sogno!
‘ahahha sicuro due in uno meglio di cosi’ ero al settimo cielo
‘non hai capito’ accostò al limitare di un boschetto ‘ verrai in barca con noi…e farai tutto ciò che ti diciamo ok?’
‘non riesco ancora a capire scusa..cosa intendi?’cominciavo a preoccuparmi
‘ Desir&egravee, sarai la nostra schiavetta per una settimana’ mi disse guardandomi dritto negli occhi.
Mi mancò il respiro, non ci potevo credere…schiavetta? Ma di che diavolo stava parlando?
‘ma cosa cazzo stai dicendo?’ urlai ‘sei impazzito? Tu sei il compagno di mia mamma come puoi dirmi certe cose?’
‘ Va bene ‘ rispose lui con un ghigno beffardo ‘ vuoi rimanere bocciata? Perdere un altro anno e poi uscire dalle superiori con un titolo di studio mediocre essendo inoltre stata bocciata due volte? Vuoi fare la cassiera per tutta la vita Desir&egravee?’
Fu come un pugno nello stomaco ciò che mi aveva proposto, ma alla fine aveva ragione, quali altre alternative avevo? Farmi bocciare metterci un ulteriore anno in più? Trovare un lavoro che non mi soddisfava per il resto della vita?
Non seppi cosa rispondere abbassai solo la testa e le lacrime cominciarono ad uscire dagli occhi..
Lui mi vide e scoppiò a ridere, sapeva di avere colto nel segno.
‘AAHAHAHHA hai preso la tua scelta! Farai tutto quello che ti diciamo Daisy?’
facendo appello a tutte le forze che mi erano rimaste riuscii solo a sussurrare un minuscolo si…appena percettibile…
‘ molto bene’ disse ‘ beh ma sai ai tuoi professori servono conferme prima degli scrutini!!
alzai gli occhi gonfi lo guardai in volto.
Mi guardava in un modo come mai aveva fatto prima…come una sua proprietà!
‘ molto bene vedo che oggi hai messo anche una bella minigonna troietta! Togliti le mutandine veloce!’
lentamente me le sfilai da seduta, e le buttai a terra, lui tirò fuori il cellulare e lo sistemò sul porta oggetti davanti a me.
‘molto bene adesso apri le gambe signorina e fai vedere ai tuoi professori quanto può essere brava la loro studentessa se si applica! Io farò un video e lo invierò oggi stesso e se sarai brava sarai promossa ovviamente!!’
Avevo altre scelte? Ormai ero in ballo e decisi di scendere in pista.
Apri le gambe e le alzai sopra il porta oggetti come dal ginecologo…comincia a toccarmi, dapprima lentamente il seno sfiorandolo appena da sopra la canotta, poi con la mano sinistra andai sotto la gonna, la alzai e cominciai a toccarmi la mia fighetta, con le lacrime che ancora uscivano dai miei occhi.
Con mio stupore divenni umida molto velocemente, toccai leggermente le grandi labbra, poi passai al clitoride e un fremito mi pervase la schiena..come una scossa che mi svegliò…girai la testa verso Gianni. Lui nel frattempo aveva tirato fuori il suo cazzo depilato e rugoso e aveva cominciato a segarsi mentre mi guardava! Ce l aveva proprio grosso, non lo immaginavo cosi, adesso capisco le urla di mia madre la notte!
‘ Dai piccolina metti due dita fai vedere quanto sei troia’
Misi uniti l indice e il medio …tastai il buchetto un attimo entrando solo con le prime falangi…involontariamente ansimai…mi piaceva….entrai del tutto… e un piacere enorme mi preso lo spirito….Gianni rideva mentre si segava non ci credeva nemmeno lui…presi a masturbarmi davanti al telefono con due dita…poi tre….andai avanti un bel pò in un turbine di piacere e lussuria…fino che non raggiunsi un orgasmo come mai l avevo avuto prima…improvvisamente i muscoli della schiena si contrassero e dovetti portare avanti il busto e il seno in un estasi di piacere…
Gianni prese in mano il cellulare con la videocamera ancora accesa….scese dall’ auto e si sistemò nei sedili dietro.
‘ molto bene signorina buon lavoro! ma non &egrave ancora abbastaza’ disse con un sorriso beffardo’ vedi il cambio della macchina?…scopalo…fai finta che sia un cazzo avanti..’
io rimasi sbigottita ‘come? Cosa?’
‘Gianni no dai questo e tr…’ mi interruppre urlando ‘ ZITTA PUTTANELLA FALLO E BASTA’
mi fece veramente paura con il suo tono di voce, mi sentii sottomessa…
mi sistemai a cavalcioni sopra il cambio….aveva un pomello molto grosso non rotondo…irregolare….ma con le lacrime che mi solcavano gli occhi comincia a scoparmi il cambio.
Quando entrò fu una sensazione strana…la pelle vera dava fastidio all’ interno del mio canale…ma provocava anche un gran piacere mai provato prima!!
‘ mmm si brava tesoro dai succhiami anche l’ uccello mentre te lo scopi!’ disse indicandomi il suo enorme cazzo dai sedili posteriori.
Ormai ero in in suo totale controllo, mi inarcai in avanti e lo presi subito in bocca senza pensarci, dedicandoci particolar attenzione.
Da principio presi in cominciai a succhiare solo la cappella e la leccai per bene con la mia lingua girandoci attorno mentre sentivo i suoi mugolii di piacere, poi con la lingua leccai tutto il fusto fino alle palle rasate e presi in bocca per bene anche quelle, per poi tornare tornare indietro e prenderlo in bocca tutto fino in gola mente lui mi aiutava spingendomi la testa contro il suo bacino. Mi scopò la bocca per un bel po mentre io cavalcavo il cambio della mercedes, fino a che con un urlo e un fiotto immenso spanse tutto il suo seme nella mia bocca.
‘ ferma li’ disse mentre toglieva il cazzo dalle mie labbra ‘apri la bocca e guarda il telefono’
così feci ‘bene e ora bevi puttana’ mandai giù tutto lo sperma di Gianni il compagno di mia mamma!
Chiuse il cellulare si risistemò i pantaloni, io mi sollevai dal cambio e mi rannicchiai nel mio posto con le lacrime che ormai erano incontrollabili. Lui scese aprì la portiera, mi fece scendere e mi portò davanti alla macchina.
‘ora &egrave arrivato il momento del mio premio per averti fatto promuovere dolcezza’
Mi piegò a novanta sopra il cofano della macchina, alzò la minigonna, nel frattempo aveva già tirato fuori il suo pene rugoso da vecchio di 60 anni.
Intorno a noi solo la natura faceva da testimone, mi sembrò quasi che la fauna del luogo si zittisse all’ improvviso, pronta ad osservare la vicenda.
La mia guancia toccava la fredda lamiera blu della macchina e poi sentii la sua cappella, cominciò a spingere sulla mia fighetta e mi penetrò con tutta la sua forza!!
io urlai,era proprio grosso, urlai per 15 minuti mentre mi scopava con un forsennato con un ritmo incredibile senza mai rallentare.
Quando rallentò pensai che fosse tutto finito…ma invece di risistemarsi, cominciò a toccare il buchetto del mio culetto ‘no Gianni li no, sono ancora vergine, li no ti prego’ balbettai con le lacrime che mi rigavano il viso.
‘ahah Desir&egravee devi allenarlo, cosa pensi che faremo in barca? Il tuo buchetto sarà il nostro gioco preferito per sette giorni! Devi crescere piccolina e arrivato il momento!’ e in quel momento tolse il suo cazzo dalla figa e lo inserii nel culetto con un colpo secco…dopo ricordo solo il suono delle mie urla.
Erano già passati dieci giorni dalla nostra partenza, la vacanza di soltanto una settima si era rivelata solo una mera illusione,Gianni mi aveva fregata!
Un mese, un mese su quella barca, alla ricerca di isole e luoghi sperduti dove quei quattro vecchi potevano fottermi come meglio credevano.
Solo una cosa non sopportavo.
Tra le pause di disperazione, mentre urlavo, quando piangevo, mentre mi scopavano, sentivo lo stesso una fitta di piacere incontrollabile e questo mi spaventava: in realtà tutto ciò che mi facevano, mi faceva godere!
Ora era il turno di Di Giovanni, il professore di latino, il più vecchio tra i quattro.
74 anni ormai compiuti, una pancia enorme e gonfia, un torso peloso, antitesi della sua testa quasi completamente calva.
Ero legata al tavolo ormai da più di un ora, la mia guancia schiacciata sul freddo legno, le mie braccia legate all altezza dei gomiti dietro la schiena.
Sentiì il suo pene già gonfio toccare la mia pelle, la sua cappella turgida che cercava un solo buchetto, l’ unico che quel giornoavevano deciso di utilizzare, il mio ano!
‘Qui amat culi?’ mi chiese il prof. ‘ Unus qui fruitur asinus !’risposi.
Ovviamente mi stava prendendo per il culo! ‘Qui amat culi? unus qui fruitur asinus !'(‘A chi piace il culo? colui che dal sedere gode!) &egrave una frase che dissi in classe qualche mese fa solo per far ridere i miei amici, inutile dire che presi una nota, e ora come punizione ogni volta che mi scopa mi fa sempre la stessa domanda per poi non parlare più pensando solo a scoparmi brutalmente!
Il suo pene entrò nel mio buchetto di colpo, con forza, fino alla base, mollai un urlo con tutto il mio fiato.
Cominciò ad incularmi senza mostrare pietà per il fatto che fossi una diciottenne, senza mostrare pietà per il fatto che ero una sua alunna. Ormai ero una sua proprietà e poteva trattarmi come meglio credeva!
Mi alzò il busto tirandomi per il capelli e con una mano cominciò a palparmi il seno, prima lo prendeva tutto in mano e lo stringeva forte con le sue mani pelose, poi prendeva i capezzoli tra l’ indice e il pollice e stringeva con tutta la forza che aveva, finch&egrave non decideva che stavo gridando abbastanza forte per i suoi gusti!
Mi penetrò per 10 minuti abbondanti in quella posizione fino a quando non sentì il suo membro tremare, si ritrasse subito e come tutti gli altri andò a svuotare il suo seme, non addosso a me, ma in una piccola tanica! Era dall’ inizio del viaggio che tutti si svuotavano li, ma io non mi ero mai chiesta, anzi mi ero sforzata di non chiedermi il perch&egrave!Non volevo pensare al peggio!

Mi lasciò lì legata e senza dire una parola se ne andò con un filo di sperma che ancora gli scendeva dalla cappella, ma se prima avevo solo paura ora ero terrorizzata: era arrivato il turno di Gianni, il peggiore!
‘Ooh buondì culetto d’ oro!!’ esordì schiaffeggiandomi il culo ‘come stiamo piccolina? Tutto bene?’ mi chiese’ Si Gianni tutto bene!’ ‘ Sono contento! Sai che momento &egrave arrivato ora vero?’
‘No Gianni ti prego non vogl…’ ‘ssshhsh, shshsh’ mi interruppe stringendo la sua mano attorno al collo, facendomi mancare il fiato ‘Lo sai che se rompi i coglioni poi sarà tutto più doloroso vero?’ annuì con la testa ‘ brava bambina ! Cominciamo !’
Legò entambe le gambe a quelle del tavolo , facendo divaricare le mie! Ormai il mio culetto era totalmente aperto ed indifeso a quel maniaco. Due dita cominciarono a massaggiarmi lo sfintere, cominciai ad ansimare quando le fece entrare tutte intere con facilità,si aiutò con l’ altra mano e aprì il culetto ancora un po’ di più e sentì la sua fredda lingua che si faceva strada nel mio ano.
Cominciai a gemere involontariamente di piacere,ma ben presto i gemiti si trasmutarono in urla, stava provando a far entrare tutta la sua mano, voleva farmi un fisting completo!!
Urlai come mai avevo fatto in vita mia, i professori scesero in cabina a vedere cosa succedeva e con i telefonini in mano riprendevano mentre lui mi scopava il culo con tutta la sua mano all’ interno!!
Mi sembrava di esplodere dal dolore e dal piacere mescolati , non riuscivo più a ragionare a nulla, andò avanti un eternità e venni un’ infinità di volte in quel turbinio di piacere che mi travolgeva.
Mi sentivo alienata rispetto a tutto, il mondo non esisteva più, esisteva solo la sua mano, fino a quando non svenni sul tavolo presa da un orgasmo come mai ne avevo avuti prima!!

Mi risvegliai nel mio letto era ancora notte, il sedere mi bruciava ancora sicuramente avevano abusato ulteriormente di me anche da svenuta!
Avevo sete, andai a riempire un bicchiere d’ acqua e usci’ ad osservare il mare.
Indossavo solamente il perizoma, in mare aperto era l’ unico indumento consentito, i miei capezzoli si inturgidirono subito alla prima brezza marina! Non feci ora a finire il mio bicchiere che sentì una strana presenza alle mie spalle, seduto alle mie spalle c’ era Loschi il professore di matematica con il suo cazzo rugoso in mano che mi guardava diabolicamente mentre si segava.
‘Quanto mi fai arrapare Desir&egravee! E’ da dieci gironi che &egrave sempre duro, sei una troia con la T maiuscola lo sai?’ ‘Lo so professore! &egrave mio compito esserlo’ ‘Mmm, brava stronzetta vieni qua dai fammi venire , dopo dieci giorni sarò il primo che ti farà bere un po’ di sperma!’
Mi inginocchiai davanti a lui e presi il suo pene con una mano e lo scappellai del tutto, gli sorrisi maliziosamente mentre lo facevo guardandolo negli occhi, con la pelle ancora tirata al massimo cominciai a leccargli la cappella gonfia con la punta della lingua, passai l’ intera superficie scarlatta, passando per il taglietto con particolare attenzione scendendo lungo il fusto, leccando tutto per bene.
Alzai lo sguardo, il suo viso era in piena estati, allora alzai il busto prendendo il pene tra il mio seno e cominciai a massaggiarglielo con le tette. Appena la cappella spuntava la prendevo in bocca e la succhiavo per un po’ per far ricominciare in seguito il sali-scendi.
Lo sentivo ansimare, sicuramente estasiato da quel trattamento, aumentai leggermente il ritmo per un altro minuto, finch&egrave con forza bruta si alzò di scatto, prese la mia testa tra i capelli e senza degnarsi di evitare di farmi male me lo infilò in gola fino alle palle. Mi venne subito un conato e non riuscivo più respirare,per fortuna si ritirò appena prima che potessi svenire per la seconda volta in una giornata, ma ritornò subito dentro cominciando a scoparmi la bocca con violenza inaudita.
Cercai di accogliere il più possibile il suo cazzo ma era veramente tropo grosso, ogni volta che entrava la pelle ai lati della bocca tirava e mi mancava sempre il respiro, lo sentivo godere come non mai, con ululati come un animale.
Dopo mezzora finalmente venne abbondantemente diretto nella mia gola, appena finito mi tirò indietro la testa tirandola per i capelli obbligandomi a guardarlo in volto ‘ Bevi brutta troietta,
perch&egrave d ora in poi sarà il tuo unico sostentamento, non berrai acqua, hai visto la tanichetta vero? A colazione, pranzo, cena sarà il tuo pasto, berrai un bicchiere di quello e dovrai condire il cibo solo con il nostro sperma e niente altro!! ahahha bisogna faticare per essere promossi brutta puttana!’. Le molle del letto facevano un rumore fastidioso e continuo mentre cavalcavo Marandi, sentivo il suo pene insinuarsi sempre più a fondo tra le mie natiche quando la forza di gravità mi riportava verso il letto e proporzionalmente il piacere salire ogni volta di più. Il seno ballava libero al ritmo dei miei movimenti, i miei sospiri di piacere accompagnavano la goduria del professore, il suo pene duro come la roccia era parte di me ormai. Le tende annebbiavano la calda luce estiva che si infiltrava dalle finestre come se volesse essere anche lei a tutti i costi testimone di quel rapporto, la penombra così creata dava un atmosfera di pace e serenità mentre il pene del professore mi penetrava l’ano.
Di colpo mi fece scendere, mi mise a pecorina e mi fece mettere le mani sulla spalliera del letto, lui dietro in ginocchio ricominciò la penetrazione mentre ad intervalli regolari mi schiaffeggiava forte le natiche, ora il ritmo lo decideva lui.
Eravamo scesi dalla barca da un paio di giorni e ci eravamo sistemati in un appartamento in una piccola località costiera, il paesaggio della zona era fantastico quasi paradisiaco, ma si sa a pochi passi dalla terra promessa risiede l’ inferno. Infatti quel appartamento rappresentava la casa di satana dal mio punto di vista, ogni giorno ero costretta a bere il loro sperma dalla loro tanichetta ormai quasi vuota in aggiunta, ovviamente, a quello di fine scopata.
Ogni giorno tutti e quattro mi scopavano più di una volta, ogni singolo buchetto, oltre ovviamente ai ninfomani e ubriaconi del paese che la sera conoscevano e portavano a casa solo per far scopare anche a loro la cagnetta della casa.
Cominciai a sentire Marandi rallentare il ritmo, evidente segno che a breve avrei dovuto bere. Infatti con uno strattone mi tirò i capelli e mi fece girare, infilandomi tutto il pene in bocca, venendo direttamente nella gola che quasi soffocando riuscii ad ingoiare tutto prima che con uno schiaffo poderoso in volto mi fece capire che il rapporto era finito.
Mi rimisi a 4 zampe come dovevo stare, lui prese con una mano il guinzaglio che avevo al collo e mi portò in salotto dove i rimanenti si stavano scopando una puttanella presa da chissà quale casa di amici, ovviamente io non gli bastavo.
Quella ragazza mi faceva veramente pena, almeno con me avevano un contegno sapendo che poi avrebbero dovuto riportarmi da mia madre in qualche modo, con lei invece non avevano questi problemi.
Loschi era steso sul pavimento, la ragazza lo cavalcava mentre Di Giovanni sopra lei le penetrava l’ ano completando una doppia penetrazione, in bocca le avevano messo un dilatatore e Gianni ne approfittava per scoparla fino in gola senza ritegno. La poveretta piangeva continuamente mentre il mascara le colava lungo le guance, non avevo mai visto una persona in quello stato. Ogni tanto Gianni le urinava persino direttamente in bocca, io ero costretta ad osservare la scena inginocchiata a fianco del divano dove si era seduto Marandi che osservava la situazione divertito.
Il trio diabolico continuò per un altra oretta quel teatrino cambiando continuamente posizioni per godere al massimo, ad un certo punto, mentre Gianni le stava penetrando il sedere, si tolse e venne verso di me. Prendendomi per il collare mi fece avvicinare a gattoni verso il sedere della ragazza, prese una mia mano e mi obbligò a praticarle un fisting anale. Nella mia testa chiesi scusa alla straniera, ma non potevo rifiutare un ordine di Gianni altrimenti le conseguenze sarebbero state inimmaginabili.
Cominciai inserendo due dita nel buchetto, facendole una mini penetrazione andando avanti indietro con la mano ‘Su,su non essere così gentile Daisy e non perdere tempo ‘ mi disse Gianni, e senza ulteriori indugi inserì il mio pugno chiuso all’ interno dell’ ano della povera ragazza, la quale cominciò ad urlare con tutto il fiato che aveva in corpo.
Dopo dieci minuti che sembravano un eternità finalmente le vennero tutti in volto, lei sfinita e coperta di sperma cadde sul pavimento semi svenuta, la presero per una mano e con delle manette la incatenarono al termosifone inutilizzato, la sventurata si raggomitolò su se stessa nascondendo il viso pieno di seme maschile e pianse il più silenziosamente possibile.
La giornata, per il resto passò tranquillamente, mi toccò solamente qualche pompino qua e là di tanto in tanto mentre la compagnia si rilassava durante il pomeriggio.
Dopocena Gianni , mentre gli succhiavo il cazzo, mi disse ‘ Stasera vestiti da troia ok? Andiamo a ballare, non sognarti di metterti l’ intimo, stasera ti facciamo divertire’.
Mi misi un vestitino nero molto corto che lasciava molto poco spazio all’ immaginazione, senza spalline e dei tacchi neri che risaltavano molto bene le mie cosce, i signori si vestirono di tutto tiro in giacca e cravatta con dei jeans per sembrare più giovanili, cominciarono a bere già da molto presto con il risultato che ancora prima di partire erano già ubriachi. Prima di uscire guardai con un po’ di invidia in direzione della povera ragazza che dormiva ranicchiata su se stessa ancora nuda, almeno lei aveva la possibilità di riposare.
Ci avviammo a piedi in direzione della discoteca, non era molto lontana, lungo la strada ogni tanto prendevo uno schiaffo sul sedere oppure mi chiedevano un pompino veloce in qualche vicolo buio, fatto stà che finalmente arrivammo al locale.
Era un posto molto bello con vista sul mare tramite una terrazza dove si poteva ballare, notai che l età media era molto alta, non c’era nessuno della mia età, segno che era un locale molto lussuoso e costoso. Ci sedemmo al nostro tavolino dove, non ancora stanchi, ordinarono da bere, nel frattempo io tentavo in tutti i modi di nascondere il fatto che non portavo la biancheria mentre ero seduta, ma tutto questo con scarsi risultati.
Vedevo che più di qualche vecchio attempato si accorgeva delle mie nudità e osservava senza ritegno, una compagnia in particolare di uomini canuti sembrava godere di quella vista con molta passione indicandomi senza particolari precauzioni per non farmelo notare.
Si avvicinarono al nostro tavolo e cominciarono a fare amicizia con Gianni e i professori, cominciarono a scorrere ulteriori fiumi di alcool, non riuscivo a capire come facevano a bere così tanto, praticamente tutti i nuovi arrivati mi chiesero di ballare insieme, cosa che dovetti accettare come mi fece notare Gianni con uno sguardo. Sentivo peni gonfi che si strusciavano contro il mio sedere mentre ballavamo e ballai come una troia come sapevo che Gianni avrebbe voluto.
Dopo un’ eternità di strusciatine e palpate al sedere e al seno sentì la voce di Gianni sussurrare al mio orecchio ‘Adesso dolcezza segui questi signori nel priv&egrave e fai ogni cosa che ti dicono va bene?’ feci un cenno di assenso con la testa e seguì i signori in una stanza privata della discoteca.
Era una sala molto ampia completamente adornata da tende e tappeti rossi, al centro della stanza un enorme letto rotondo confermò le mie paure, senza presentazioni e senza perdere ulteriore tempo uno della compagnia mi prese per un polso e mi avvicinò a lui, mi alzò il vestito fino all’ ombelico e mentre massaggiava la mia fighetta mi sussurò all’orecchio ‘ Benvenuta all’ inferno troietta, fidati non dimenticherai mai questa serata’.
Mi scaraventò nel letto adiacente, lui mi raggiunse subito dopo spingendo la mia testa con la mano sul materasso e facendomi piegare le ginocchia sotto al mio busto così da avere il sedere all’ aria completamente disponibile, con la coda dell’ occhio riuscì a vedere un altro suo compagno avvicinarsi con quello che sembrava un manganello della polizia, il terrore cominciò ad assalirmi, cominciai a gridare il più forte possibile, ma le mie urla erano soffocate dal materasso e dalla mano del mio aguzzino che premeva la mia testa contro esso, sentì il fallo cominciare ad entrare senza lubrificazione, troppo grande per il mio buchetto, percepì ogni millimetro di quel manganello che con forza si faceva strada nel mio ano,il quale, se avesse potuto parlare, avrebbe gridato sicuramente pietà, la stessa pietà che io implorava ma che esile usciva dalla mia bocca soffocata dalle coperte e che comunque non sarebbe stata ascoltata.
Le lacrime cominciarono ad uscire, ripensavo a quella povera ragazza nell’ appartamento, ora ero io quella sventurata, arrivati più o meno a metà lunghezza del manganello cominciarono a scoparmi con quel bastone nero, come se fosse un pene, il dolore si fece insopportabile, il piacere non riusciva a mitigare una tale agonia, mi tirarono i capelli con forza e fui costretta ad alzare la testa dal materasso, immediatamente un uomo si distese davanti a me sul letto e infilò il suo cazzo nella bocca, con entrambe le mani cominciò a muoverla scopandosi così il suo pene, intervallava regolari stantuffate molto violente a penetrazioni profonde nella mia bocca che duravano anche più di dieci secondi.
‘ Guardate questa puttanella’ disse non so chi ‘ &egrave già tutta bagnata, ti stai eccitando troietta? Vuol dire che ne vuoi un altro anche nella fighetta quindi!!’ e senza indugi infilarono un ulteriore manganello nella mia fighetta, non sapevo più cosa fare, a cosa pensare, stavo li e mi facevo stuprare in ogni maniera possibile, fin quando sarebbero stati esausti loro più di me.

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