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Mi chiamo Luca, ho una relazione con una signora ultraquarantenne. Lei è una signora sposata, lo sapevo fin dall’inizio, ma i suoi occhi, il suo corpo morbido e caldo, il suo profumo mi hanno fatto perdere la testa. Questo è un racconto vero, una confessione che lascio qui a tutti voi, nella speranza di poter condividere impressioni, esperienze, e per trovare persone con la mia stessa sensibilità.
Scopare con lei è bello, facciamo tutto e, quando le infilo dentro il mio cazzo, la sento calda, avvolgente e sento che il suo corpo si muove perchè vuole tutta la mia sborra dentro di sè.
Ho sempre letto i racconti sull’incesto…e questo argomento mi eccita: una madre che esercita il suo diritto su un corpo al quale ha donato la vita. Ma sono cose che nella vita reale non si mettono in pratica.
La mia signora ha grandi seni, mammelle piene e sode e un pomeriggio, mentre mi cavalcava, rispondendo a un mio impulso profondo le domandai: “MI fai da mamma? Mi daresti il latte?”. Sorrise amorevolmente….mi prese la testa, la sollevò delicatamente con le dita tra i miei capelli, appoggiò il suo seno alle mie labbra. Iniziai a leccare e a succhiare mentre lei mi accarezzava i capelli.
Continuò a muoversi, a scivolare sull’asta dura del mio cazzo, fino alle palle, fino a spremerlo tutto, per avere il mio seme dentro di se ed addormentarsi abbracciata al suo bambino. Mi aggrappai forte al suo corpo, continuando a succhiare e a leccare….ed esplosi dentro di lei: un fiume in piena.
Questo è un ruolo che ormai le è entrato dentro: mi ama come una mamma e mi fa godere come un’amante perfetta, e lo fa nello stesso momento. Porca, tanto porca e troia, e tanto amorevole.
Ora capita anche che, mentre mi cavalca, quando inarca la schiena mostrandomi le sue belle tettone, io le apra le chiappe infilandole dentro un dito.

– “Se portassi un amichetto a casa ti offriresti così anche a lui? Te ne prenderesti cura mentre mi stai dando il latte?”
– “Sì amore mio, piccolo mio, farei di tutto, per te…per noi…”

Questa donna, questa situazione, è ciò che mi fa godere, e il piacere che mi dona mi entra dentro, nel profondo.

ilmacina@live.it
Avevo chiesto sempre più insistentemente di poter introdurre nei nostri incontri un terzo ragazzo. Dopo un entusiasmo iniziale (manifestato durante i nostri incontri di sesso), la mia mamma adottiva si ritraeva…

“Due maschi insieme mi spaventano un po’…potreste diventare troppo aggressivi con me…e io sono sempre una donna in una posizione un po’ delicata…”

In genere non avevo argomenti da opporre a queste sue affermazioni: in fondo certe cose si devono fare liberamente, e in questo sta il piacere.
Non posso negare, però, che questa idea mi eccitava parecchio. Vederla, immaginarla in mezzo a due uomini o intenta a cavalcare un ragazzo davanti a me accendeva i miei sensi…e più volte mi sono segato duro pensando a questo, mi sono masturbato immaginando ogni particolare della scena. Queste fantasie mi facevano schizzare quasi fino al soffitto….
Al lavoro ho conosciuto un ragazzo piuttosto simpatico, sveglio. Non è della mia ditta, lavora come commerciale per un nostro partner. Tra un pranzo e un caffè siamo diventati piuttosto amici e così mi sono ritrovato in compagnia del primo candidato come “fratellino”. Parlando di donne e delle reciproche esperienze ho trovato il coraggio di confidarmi, cosa che fino a poco tempo prima non avrei osato fare se non scrivendo queste righe.
Senza perdere troppo tempo Daniele mi chiese
“Hai delle foto di questa bella Signora?”
Annuii, aprii il notebook ed la cartella con alcuni file. fece scorrere con calma ed attenzione le foto, una per una, almeno per due volte. Chiuse la cartella, poi mi guardò senza espressioni particolari e disse
“Beh, notevole…complimenti…”
“Mi raccomando, è una signora sposata,…” risposi abbassando lo sguardo
“Non ti preoccupare, quello che mi hai detto rimane tra te e me, e non è per dire: di me ti puoi fidare ciecamente, ti puoi fidare come se fossi tuo fratello…”

Non credo che questa ultima frase fosse un semplice modo di dire e, anzi, mi fu subito chiaro come andasse ben al di là della cortesia. Poco dopo, nel corso della serata, davanti a una birra, Daniele, con tono affabile e con i modi giocosi di chi è un po’ alticcio, mi mise una mano sulla spalla e disse:
“Ma, di questa signora, non resta nulla per gli amici?”
“Tipo?”
“Beh, intanto potresti passarmi qualche foto….così me la ricordo bene.”
“See, te la ricordi bene e ti ci fai i segoni….”
“E che male ci sarebbe scusa? Tu te la monti e non ti puoi lamentare, a me passi le briciole…”
buttai giù un altro sorso e poi replicai in fretta
“Vabbè, dammi la chiavetta dai…”
Sorrisi reciproci e con uno sguardo di complicità le foto erano state passate al mio nuovo amico.

Gli amici sono una cosa importante, bisogna averne cura.
Sabato pomeriggio scopai di nuovo con la mia mamma del latte. Aveva prediletto una cavalcata furiosa….e io mi ero aggrappato ai suoi fianchi tenendola stretta a me e spingendole dentro la mia nerchia con tutta la forza che avevo.
“Sei così duro che mi fa quasi male…”
“Troia…”
“Sono la TUA troia….”.

Leccavo e succhiavo avidamente i suoi capezzoli, stringevo le sue mammelle e ogni tanto infilavo il volto in quel decolté cos’ generoso.
Al colmo della furia mi estrassi da lei e la presi da dietro, mi aggrappai ai capelli e cominciai a sbatterla con forza, poi la spinsi giù, con la pancia sul materasso e le appoggiai la cappella sul buco del culo…. entrai.
“Ah…fai piano, sai che nel sedere mi fai male…”
“Lo so mamma…ma quello è il mio buco…”
Io venivo sempre lì dentro. Spinsi sino alle palle, giù, in fondo tutta l’asta
“Oddio, oggi mi fai male, ah! Piano…”
“Resisti…”
Un gemito e un grugnito di piacere, e venni come una bestia -ancora una volta- dentro il suo corpo caldo.

Quando ci risollevammo la guardai negli occhi, profondamente, la abbracciai perché mi sentivo tanto legato a quella donna, tanto amato da lei e in grado di ricambiare quel sentimento con l’animo e con il corpo. ma il corpo aveva le sue esigenze, e prevaleva sulla volontà dello spirito.
“Mi lasci i tuoi slip?”
“E che vuoi farci?”
“Quando non ci sei….li annuso, sento il tuo profumo e mi sego….”

Laura mi guardò, sorrise e si sfilò rapidamente, da sotto la gonna, il perizoma che aveva appena indossato.

“Allora tienili…pensami…”

La sera chiamai Daniele a casa mia, gli consegnai gli slip e gli dissi che poteva usarli come preferiva.
Quando, dopo una serata fuori con altri amici, tornai a casa…ripensai a quello che avevo fatto: regalato una parte di Laura al mio nuovo amico. Mi venne di nuovo duro e mi masturbai.
Il sabato seguente avevo un appuntamento con la mia mamma, venne da me, cucinò per me, mi fece il caffè e si fermò accanto a me, in piedi, mentre lo sorseggiavo, ancora seduto a tavola. Mi accarezzò i capelli…scompigliandoli un po’ con un gesto rapido
‘Ma che bravo il mio ometto….hai mangiato bene?”
“Benissimo, sei una mamma stupenda….”
“E tu sei il mio tesoro Luca!”
Le infilai una mano tra le gambe, su per le cosce, sollevando appena la gonna. Pochi secondi dopo eravamo a letto e io la fottevo rabbiosamente facendola aggrappare alla spalliera del letto. Diceva che la facevo impazzire….e a sentirla gemere ed ansimare così non ne avevo dubbio.
Mentre ci rivestivamo le feci vedere il suo tanga
“Ecco qui, è di nuovo tuo…”
“L’hai già usato?”
“Sì, vorrei che lo indossassi per me….oggi.”
“Va bene amore…”
Daniele me lo aveva restituito dopo averlo usato…
Lei se lo infilò, dopo averlo guardato e dopo aver accarezzato la superficie tra pollice e indice, notando lo sperma ormai asciutto nella parte interna.
Quel giorno uscimmo: andammo in un’altra città, per concludere la giornata insieme, per stare tranquilli e per godere della reciproca compagnia anche al di fuori dei piaceri dell’alcova.
Lungo una delle arterie principali della cittadina sentii una voce
‘Ciao, ma cosa ci fai qui?’ ‘era Daniele-
L’incontro non era casuale (come avrete capito) ma programmato senza troppi problemi’
‘ Devo fare una commissione qui in centro, e tu che ci fai qui?’
‘Io sono in giro per i saldi’ mi presenti questa bella signora?’
‘Certo, questa è la signora Laura *********, un’amica di famiglia”
Laura mi guardò, poi gli strinse la mano abbassando gli occhi’

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