Skip to main content
Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

Danzica cap 4

By 3 Gennaio 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Ripresi la boccetta dell’olio e versai una gran quantità sul cazzo e sul culo, ricominciai a spingere e il cazzo che era dentro solo per la cappella finalmente fu dentro tutto quanto.

Nessun gemito, nessun verso di dolore, dal modo in cui le mani stringevano la coperta capii l’entità del dolore che stava provando. Probabilmente era vergine di culo.
– Ti prego, fai piano è la prima volta.

La frase mi sorprese mentre guardavo quel culo meraviglioso, alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi imploranti, non so perché ma il modo in cui me l’aveva chiesto mi fece capire che probabilmente era la verità, forse era vergine anche di fica, forse aveva esperienza solo di lavoretti fatti con la bocca.
Tante domande per il momento che mi stavo apprestando a vivere, e così, sbrigativamente, mi risposi che il dubbio l’avrei presto chiarito.
Rimasi fermo con il cazzo interamente nel suo culo in attesa di sentire il classico spasmo dei muscoli dello sfintere che si adattano elasticamente all’intruso.
Guardavo le sue mani che si muovevano ritmicamente stringendo e rilasciando le coperte, la sua testa sprofondata tra i cuscini e la bocca che cercava di aspirare aria come fosse in apnea.
Insomma, il repertorio al completo dei gesti di una donna che lo prende in culo per la prima volta.
Poi come sempre capita, il dolore sparisce e compare d’incanto il piacere. Corinna volse lo sguardo verso di me che non era più dolorante o arrabbiato, era lo sguardo di una donna consapevole di quello che stava accadendo, una lieve increspatura delle labbra mi fece nascere il sospetto che in lei fosse comparso un cenno di sfida.
– Benissimo tesoro, ora si ragiona, sei pronta?
La domanda fu accompagnata da una sonora sculacciata sulla chiappa destra.
Guardandomi, rispose con una voce roca che non le riconoscevo: – Forza, fammi vedere quello che sai fare, sono pronta …
Cominciai un lento movimento di bacino in modo da gustarmi la penetrazione fino in fondo, aggiungendo olio per diminuire l’attrito e aumentare il piacere dell’inculata depurata dallo sforzo della penetrazione … piacere puro senza distrazioni.
La pelle del suo corpo era leggermente abbronzata, mostrando la parte bianca del costume, quei contrasti mi avevano sempre fatto impazzire.
La stavo inculando, non c’era più nessuno in quella stanza, solo il mio cazzo che entrava e usciva da quello sfintere che mandava tutte le percezioni direttamente nel mio cervello, il tutto amplificato dalla consapevolezza della sopraffazione che stavo perpetrando in quella casa.
Mi ero immedesimato nella cappella che profanava per la prima volta quel magnifico culetto, che per la prima volta visitava quegli intestini, quello spazio stretto e aderente che avvolgeva il cazzo mi provocava sensazioni così forti che mi costringevano a tenere accesa e viva la parte razionale di me, troppo grande il rischio di perdermi in quel culo.
Cambiai il ritmo, non più costante e delicato, ma secco e profondo. Nella stanza si sentiva il rumore dei miei fianchi che sbattevano sulle sue chiappe e quello del letto che aveva ricominciato a suonare la rumba come la prima notte in quella casa in cui avevo abusato del culo di sua madre.
Erano già passati alcuni minuti di questo splendido trattamento quando vidi le sue mani che avevano ricominciato ad artigliare la coperta, segno di una qualche sofferenza e/o piacere. In entrambi i casi, mi stava bene quello che stava provando: così intensificai la profondità e la forza dell’inculata.
In realtà stava accadendo ciò che speravo, stava godendo, i primi gemiti di piacere erano usciti dalla bocca della ragazza.
Furono come una ulteriore scarica di adrenalina direttamente nel cervello, i miei non erano più colpi secchi e profondi ma vere e proprie randellate di cazzo nel profondo delle sue viscere, alternati a piccole serie di penetrazioni dolci e misurate. Corinna aveva cominciato a godere rumorosamente, non riusciva più a nascondere i suoi gemiti che ormai erano palesemente di goduria. La voce roca di piacere risuonava chiaramente nella stanza.
Un grido che aveva tentato di soffocare tra le coperte mi fece capire che aveva raggiunto l’orgasmo, la cosa mi sorprese non poco, le donne che raggiungevano l’orgasmo durante un rapporto anale non erano molte, anzi.
Vederla godere in quel modo mi fece capire che avrei passato un bel soggiorno in quella casa, sì ero stato decisamente fortunato.
Durante queste considerazioni avevo continuato a pomparle il culo fino a sentire un sontuoso rantolo di piacere finale, così mi accasciai soddisfatto su di lei sentendo gli ultimi spasmi del suo corpo.
– Brava tesoro, hai visto? Alla fine ci siamo intesi …
– Vaffanculo stronzo …
– Oh tesoro, non è così che si risponde a chi ti ha regalato un piacere così profondo … forse non sono stato abbastanza bravo? Tesoro … se mi dai un attimo mi riprendo e ci riprovo …
– No !!! No … basta … ti prego !!!
Mi sfilai dal suo culo con il cazzo ancora in completa erezione, era pieno di olio ed escrementi del suo intestino. Decisi di andare a darmi una rinfrescata.
– Vado in bagno, sistema il letto, l’hai incasinato tutto …
Nudo come un verme, con il cazzo in tiro, aprii la porta e andai in bagno. Le luci della casa erano accese, in camera da letto vidi Pietro steso sul letto con lo sguardo perso rivolto al soffitto, Vania era seduta in una poltrona lì accanto, si era rivestita e stava poggiata allo schienale con gli occhi chiusi.
Avevano ascoltato tutto, impossibile non farlo, le due camere erano confinanti e i muri sottili come carta velina.
In bagno decisi di approfittare della doccia e così lavai via ogni residuo di moralità e coscienza eventualmente presente dentro di me.
Tornai in camera, lo spettacolo era sorprendente. Una fica bionda 22enne, in calze e reggicalze era stesa sul letto che aspettava di assecondare ogni mio desiderio. Un sogno che si realizza.
Aveva indosso ancora le scarpe e si era coperta con un angolo del lenzuolo tenendo i piedi penzoloni fuori dal letto per non sporcare. Niente da eccepire, era anche una brava donna di casa.
Mi stesi accanto a lei: – Vai a darti una rinfrescata, mi piacerebbe leccarti un po’ …
Senza rispondere e senza fiatare, si alzò e andò via, quello che vidi era decisamente meglio di quanto avevo apprezzato entrando in camera; la ragazza bionda, complice i tacchi, mostrava un culo sodo e alto, pur non essendo abituata a quel genere di scarpe riusciva a camminare elegantemente. I capelli biondi, sciolti, cadevano sulla schiena. Il tutto restituiva l’immagine di una di quelle tipiche donne da copertina di playboy belle da togliere il fiato e altrettanto irraggiungibili.
Uscì dalla stanza con quell’abbigliamento, non si era coperta, probabilmente era persa in altri pensieri. Anche lei doveva passare davanti la camera in cui erano i suoi genitori, il rumore dei tacchi risuonavano nel corridoio, certamente avrebbero richiamato la loro attenzione e l’avrebbero vista.
Qualche minuto di attesa e ricomparve, chiuse la porta e la vidi attraversare la stanza, il profumo di sapone, alcune gocce d’acqua residue sulla pelle testimoniavano le abluzioni che aveva fatto.
Era statuaria ed elegante nel suo incedere, niente faceva pensare che era la stessa ragazza amorfa che avevo conosciuto qualche giorno prima, non mostrava i suoi 22 anni, piuttosto, sembrava una giovane milf.
Nudo sul letto aspettai che si avvicinasse per farle posto.
– Che altro vuoi, non ti è bastato farmi il culo?
– Siamo solo all’inizio, ma come ti ho spiegato sei tu che decidi se vuoi che restare o andare …
Con un sospiro si stese accanto a me e senza aspettare cominciò a toccarmi il cazzo con la stessa tecnica che mi aveva mostrato in presenza di sua madre: alternava delicati movimenti ad altri un pochino più rudi. Niente di doloroso, non so come facesse ma sapeva come e quando dosare la violenza dei gesti.
Visto che non avevo ancora sborrato, mi fece tornare l’erezione dopo pochissimi istanti di quel trattamento, alla vista del cazzo che svettava si mosse come volontariamente verso il basso e lo imboccò iniziando uno splendido pompino.
Questa volta i denti me li faceva sentire meglio della prima volta, era quasi come se volesse mangiarlo, una sensazione sublime. Lo leccava dal fondo delle palle fino alla cima della cappella per poi imboccarselo tutto per poi graffiarmi tutta l’asta con i suoi denti. Si sfregava la cappella lungo tutto il suo palato. Riusciva a infilarsi più della metà del mio cazzo in gola e contemporaneamente tirare fuori la lingua per leccarmi l’attaccatura.
– Girati, mettiti sopra a 69, voglio leccarti la fica mentre mi spompini.
Lo fece e mi aprì le cosce su quel fantastico mondo che è la fica.
Mi sorprese quanto fosse bagnata, era un lago, mi dissetai, lappai tutto quanto aveva prodotto e poi cominciai a scopargliela con la lingua fin dove riuscissi ad entrare.
Ero impegnato in tutto questo mentre lei non si era staccata un attimo dal cazzo, anzi, aveva continuato imperterrita il trattamento spettacolare a cui mi aveva iniziato.
Staccai la mano destra dalla sua chiappa per infilarle l’indice nel culo mentre continuavo a lapparle la fica, la penetrazione fu facile visto l’inculata appena terminata e la presenza di residui d’olio, quello che mi sconvolse fu la sua reazione.
Come presa da un raptus si avventò ancora più assatanata sul cazzo spompinandolo come una matta, spingendo la fica sulla mia bocca, facendo partire un orgasmo durante il quale quasi mi tolse il fiato tanto mi strinse la faccia tra le cosce. Tentava invano di soffocare i gemiti che le uscivano dalla bocca.
In quel momento pensai a cosa può fare un dito in culo.
Era ancora presa dagli spasmi dell’orgasmo che la feci stendere supina, mi avventai ancora su quella fica per leccare tutto il succo che stava colando e contemporaneamente insalivargliela per bene in preparazione della imminente scopata.
Mi sollevai e avvicinandomi, appuntai il cazzo sulla fica, cominciai a sfregare la cappella tra le labbra in modo da trovare la strada e farle capire che stavo per scoparmela.
Aveva gli occhi chiusi, stretti, non li apriva, capii che era davvero vergine.
Pensai che un’occasione del genere non doveva andare assolutamente sprecata, così mi alzai, andai alla porta, l’aprii e chiamai sua madre. La vidi arrivare mentre tornavo tra le cosce della figlia.
– Entra Vania, avvicinati, aiutami.
Si era rivestita come prima: gonna, maglioncino, scarpe, pensai che non ci fosse niente da fare, mi stavo fottendo la figlia ma lei mi faceva arrapare come un animale.
La feci sedere accanto a noi e semplicemente le chiesi di succhiarmelo, ormai era alla mia mercé, disposta a soddisfare tutte le mie voglie, conscia del loro stato di necessità.
Corinna mi guardava come se fossi il diavolo, era rossa di rabbia, furente, aveva capito cosa intendessi fare, ma sembrava paralizzata.
Vania si piegò, oltrepassò il ventre della figlia e in una posizione scomodissima, prese il cazzo in mano lo guidò nella sua bocca, lo spompinava con estrema attenzione e dedizione.
Presi le caviglie di Corinna e le alzai un po’, le divaricai e rivolgendomi a sua madre dissi – Dài Vania, ficcalo dentro …
Non fece una piega, puntò la cappella sulla fica della figlia, cominciai a spingere giusto per posizionarlo, Corinna mi stava guardando implorandomi con il suo sguardo, voltò il viso verso sua madre e poi fece cenno di no con il capo.
– Vania, non ho più bisogno di te, vai pure, ti chiamo dopo.
Senza capire cosa stesse succedendo, sua madre uscì lasciandomi con il cazzo pieno della sua saliva, appuntato sulla fica di sua figlia. Chiuse la porta dietro di se.
– Grazie … così disse Corinna mentre il cazzo cominciava a penetrarla e a sverginarla.

CLICCA QUI PER ACCEDERE ALLE CAMS GIRL ITALIANE

Free porn videos

Leave a Reply