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Racconti Erotici Etero

Detesto il lunedì..

By 6 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Lunedì.’ Detesto il lunedì, soprattutto quando il mio ufficio &egrave aperto al pubblico.””””””””””””””””””””’ ”””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””Una nuova giornata di lavoro sta per iniziare.

Guardo l’orologio. Sono fottutamente in ritardo. I fascicoli mi attendono ansiosi sulla scrivania, pronti per essere catalogati.

Entro nel palazzo. Le ragazze del ricevimento’ sono già sistemate, perfette nelle loro uniformi.

Corro verso il mio ‘ufficio. Mi siedo, accendo il computer e tiro un respiro di sollievo. Fortunatamente non ti ho incontrato. Detesti i miei ritardi.

Controllo l’agenda, i miei appuntamenti per la pausa pranzo ‘e apro la mail. Un nuovo messaggio.

‘Inviato alle 08.32.

‘Buongiorno signorina,

inutile che si affanna ad arrivare di soppiatto nel suo ufficio. So che &egrave in ritardo.””””””””””””””””””’

Purtroppo per lei, i miei’ occhi sono ovunque. E vedono’ che stamattina &egrave davvero bella. Qual &egrave il suo segreto?’

Andrea

‘So che aspetti una mia risposta, ma decido di non scriverti. Immagino il tuo viso, vedo i tuoi pensieri mentre di getto scrivi quelle poche righe, ripenso alla notte appena trascorsa ‘e lascio correre.

‘Il via vai di gente mi distoglie dal pensiero che poche stanze più in là ci sei tu, intento a sbrigare chissà quale complicato intoppo.

Altra mail. h. 10.30

” Capisco che i suoi impegni la stiano prendendo’ ma dal momento che non ha tempo per rispondere ad una mail, quello per un caff&egrave lo trova?

p.s. Non so quanto e se le convenga rifiutare un caff&egrave con il capo.’

Andrea.

Rispondo.

‘ Tra dieci’ minuti sono giù al bar.’ Ma ti avverto: solo il tempo di un caff&egrave. Se il capo sa che vado a zonzo durante l’orario di lavoro rischio grosso’. ‘

Martina

‘ E allora noi non glielo diciamo”

Andrea

Ci siamo avuti solo’ poche ore fa,nel letto di casa tua, e già vorrei averti di nuovo su di me. Sentirti addosso.

Stiamo insieme da poco e ai nostri colleghi , per mio volere non abbiamo ancora detto nulla. Non voglio che le oche che lavorano tutto il giorno al mio fianco inizino a spettegolare. E che i tuoi colleghi mi guardino come la donna del capo.

E” una cosa che proprio’ non sopporto. ‘

Dopo una discussione serrata mi hai accontentato.

‘La nostra non &egrave una storia convenzionale. E’ iniziata per sfida, per orgoglio, per gioco. Ma’ la realtà &egrave che io e te non riusciamo a stare lontani. Nemmeno qui. Amiamo stuzzicarci . Sempre. E’ per questo che nelle mail mi dai del lei. &egrave per questo che non ti rispondo.

Passo velocemente il rossetto sulle mie labbra e prendo l’ascensore.

Mi aspetti poggiato al bancone del bar. Bello come il sole. Con addosso il tuo profumo preferito. Lo riconosco.

‘ Buongiorno Dottore’

‘ A lei, signorina. Cosa posso offrirle?’

‘ Solo un caff&egrave .. per ora. Grazie.’

‘Per ora eh? Simpatica”

Prendiamo i nostri caff&egrave e ci sediamo ad un tavolino un po’ più appartato.

‘ Come mai hai fatto tardi stamattina?’ Mi chiedi.

‘ Non volevo ‘saperne di sollevarmi dal tuo letto. Le lenzuola profumavano ancora di te. Era un richiamo irresistibile.’

Mi guardi. I tuoi occhi sono disarmanti. Non decifrabili.

Continuo. ‘ e poi’ho fatto una doccia. E le mie dita sono scivolate giù, in mezzo alle cosce. Non ho saputo resistere nemmeno a quello.’

‘ Marti, smettila. Smettila o ti scopo nel mio ufficio. Sarebbe una giusta punizione, non trovi?’

Mi alletti. Io sulla tua scrivania, tra fogli e contratti. Con il tuo cazzo’ duro dentro di me. Scopata perché mi sono regalata un orgasmo senza di te. Contro il tuo volere.

Ma non posso. Anzi, non voglio non voglio darti questa soddisfazione.

‘ Grazie per il delizioso caff&egrave. Torno al lavoro. Buona giornata, amore.’

Mi volto e quasi trotto per il corridoio. So che se ti guardassi ancora, ti aspetterei nuda nel tuo ufficio.

Trovo la fila fuori dalla mia porta. Mi scuso adducendo una chiamata urgente dalla direzione per giustificare la mia assenza.

h. 12.45. Mail.

‘ Voglio sapere se hai addosso il perizoma nero che ti ho regalato. ‘

Il tono della mail mi fa’ ribollire il sangue. Adoro il tuo essere romantico e improvvisamente animale un minuto dopo.

‘Senta Dottore, lei mi importuna.
‘Devo (e sottolineo devo) finire il mio lavoro. E anche Lei.

Ah, Le ricordo che la’ durante la mia pausa pranzo sarò dal parrucchiere’

Martina

‘ Eludi le mie domande.

Hai addosso ‘il perizoma che ti ho regalato ? Esigo una risposta. Ora.

p.s. Non fare scemenze ai tuoi capelli. Mi piacciono troppo così come sono.’

Andrea

‘ Ce l’ho. Vuoi per caso controllare?’

‘ Mi fido. Così come mi fido del fatto che ora lo toglierai, lo riporrai nel cassetto alla tua destra (quello chiuso a chiave) e lo rimetterai quando tornerai in ufficio. Voglio saperti in giro senza perizoma. Eccitata da morire al solo pensiero di essere senza. E bagnata. Perché lo sarai. Ne sono sicuro.’

Speravo mi chiedessi di venire da te. Questa volta,non avrei saputo dirti di no.

Tutta questa tua sicurezza mi da suoi nervi, ma al tempo stesso mi fa sentire tua. &egrave il filo sottile che ci tiene legati. ‘

‘Ah, dimenticavo. Non &egrave una’ richiesta. E’ un ordine. Tieni il telefono con te mentre sei dal parrucchiere. Potrei avere voglia di sentirti’.

Andrea

Decido di accontentarti, almeno in parte.

‘ Gli ordini, soprattutto se del capo, devono solo essere eseguiti. Toglierò il perizoma tra qualche minuto. Ma il telefono sarà spento ed in borsa. Voglio rilassarmi.’ Riuscirai a sopravvivere senza la mia voce per un’ora. Non si discute.’

Martina

‘ Marti, tieni il cellulare acceso’.

Andrea

Leggo la tua mail.

Finisco di sistemare le pratiche che ho davanti.

La mia pausa &egrave finalmente arrivata. Sfilo il perizoma, lo ripongo nel cassetto e butto la chiave in borsa. Afferro’ il cappotto e’ il cellulare. Tasto rosso. Spento.

‘Al mio ritorno sarai incazzato. Incazzato nero. E imprevedibile.



Ho dato un taglio netto. Un caschetto perfettamente liscio incornicia adesso il mio viso. So già che farai’ lo schizzinoso, ma poi ti passerà. Almeno spero.””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””” Fuori si gela, ma ”decido comunque ‘di tornare a piedi in ufficio.’ Pochi passi ‘e quasi me ne pento. La cucitura del pantalone mi solletica il clitoride, mi stuzzica e io’ inizio a bagnarmi. So che &egrave quello che volevi e il pensiero mi fa sorridere. ”””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””’

”’ Chiedo di te ma la ‘tua segretaria mi dice che sei fuori e che non rientrerai prima delle 18.00.

”Strano. Non avevi riunioni in programma.”” Magari sarà stato un impegno improvviso, penso. ‘E intanto mi riapproprio del mio perizoma. Così va molto meglio .””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””

Le ore’ si trascinano lente, con poche cose da fare. ‘Questo palazzo sembra quasi deserto il pomeriggio.’ ”Aspetto dei documenti da un fornitore che ‘tardano ad arrivare e faccio un giro su Internet, magari troverò qualcosa di interessante.

Mail.

‘ Non so dove cazzo sei finita. ACCENDI IL TUO TELEFONO. ”””””” ”””””””””””””””””””””””””””””””””””””Andrea.

Cazzo.cazzo.cazzo.””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””” ””””””””””””””””””””””””’

”” Ho dimenticato di accendere il cellulare.’ Una sfilza di chiamate perse appare sul display. Mia mamma, la mia migliore amica e ovviamente, tu.

‘ Telefono acceso. Scusami . Sono ancora in ufficio ma vado via tra poco. ”””””””””””””””’ Martina

” Ti aspetto a casa’ dopo il lavoro’.””””””””””””””””””””””””””””””””””””” Andrea

‘okay’.

Saluto i colleghi e scendo nel parcheggio. ‘Le giornate si sono incredibilmente accorciate e ormai &egrave buio .””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””’

‘ ‘Decido di passare da casa mia,’ fare una doccia veloce e raggiungerti.

‘Jeans stretti, una camicia e la giacca.’ Indosso il reggiseno. Mi piace che si intraveda dalla scollatura. Metto il perizoma.’ I tacchi. ‘E via.

‘ Due minuti e sono a casa tua’. Scrivo.

” Trovi le chiavi sotto lo zerbino. Entra pure.’

Deduco che non sei ancora ‘a casa e la cosa mi annoia. E’ da stamattina al bar che voglio’ sentire ‘le tue labbra sulle mie. E non solo quelle.

Salgo le scale lentamente.

Giro la chiave. Uno scatto. Entro.’ Buio. Solo la luce azzurrina’ dello stereo’ si irradia flebile nella stanza.

-Non accendere la luce. –

-Ma allora sei a casa!?- ”””””””Che colpo mi hai fatto prendere!

-Chiudi la porta e spogliati. Ti voglio nuda. –

Non mi piace il buio. Soprattutto quando sono con te. Amo vedere i tuoi occhi mentre ti avvicini e hai voglia di me, le tue labbra curvate in un sorriso che la sa lunga. E così non ci riesco. Lo sai.

-Posso accendere questa luce?-

-Ovviamente no. Spogliati e’ lascia solo ‘il perizoma. Voglio essere io a strappartelo da dosso.-

Mi piace sentirti parlare così. Mi eccita. Da morire. ”””””””””””””””””””””””””””””””””””””””

”””””””””””” Sento i tuoi passi. Ti stai avvicinando. ”””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””’

””” ‘Lascio cadere la borsa e la giacca. Sfilo i jeans rimettendo i tacchi e inizio a sbottonare ‘la camicia. ”””””””””””’

” In casa fa caldo. O forse &egrave la tua presenza. ”’Se i sensi mi dicono giusto, dovresti essermi vicino . ”””””””””””’

”” Tendo le mani per toccarti e sento la tua pelle. Scivolo sui tuoi fianchi. Non hai la camicia, ma indossi ancora’ il pantalone.

Sono poggiata al muro, le tue mani ‘sono sulla parete e le tue braccia circondano il mio corpo.

-Ti voglio- ti dico a voce bassa.

-Mi avrai .-

Sento la tua mano accarezzarmi il viso, scendere sul collo, poi sulle spalle. Sposti la fascetta del reggiseno. Scendi lungo i fianchi.

-Vediamo un po’ ‘- ‘la tua voce &egrave roca.

Le tue dita sottili e lunghe cercano il perizoma.

-Sei bagnata. Lo sai, vero?- attendi una mia risposta. Non posso che dirti di si.

– E lo eri anche stamattina, quando hai lasciato il perizoma in ufficio, vero?- inizi ad accarezzarmi da sopra la stoffa. Ed io mi muovo lentamente per assecondare i tuoi movimenti.

– E magari anche quando sei tornata al lavoro e ‘pensavi di trovarmi lì ad aspettarti. Mi desideravi. Vero?- Non ti rispondo più.

‘Sono troppo impegnata a godermi le sensazioni che prepotenti si irradiano fino al cervello.”””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””’

”” Improvvisamente ti fermi. Un mugugno ti dice che non sono poi così d’accordo.

Sposti la mano lungo la schiena e mi baci. Un bacio lungo, passionale, fatto di lingue che si cercano, si trovano, si respingono e di respiri affannati.

‘Baci languidamente il collo, scendi lungo il seno,arrivi all’addome e sento la tua lingua disegnare i contorni del perizoma.

‘Lo sposti di lato e un solo’ tuo dito saggia quella che &egrave la mia voglia. Decisamente troppo poco,penso.’ ””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””’

‘ Riesco a sentire il tuo respiro arrivare sulla mia pelle mentre sento la tua lingua farsi strada tra le cosce. Mi stai leccando divinamente. Movimenti circolari e altri brevi e veloci.

‘Mi sfiori ripetutamente il clitoride e non posso fare a meno di iniziare a contorcermi sopra di te.

-no..no..no. Non &egrave ancora arrivato il momento di godere, piccola-

-ti prego..-

Riuscissi ad odiarti, in questo momento lo farei.

Allontani la tua bocca da me, e riprendi ad accarezzarmi. A baciarmi ovunque.’ A strusciare il tuo corpo contro il mio facendomi desiderare il tuo cazzo.

‘Il mio seno, ora libero, &egrave nelle tue mani. Giochi con i capezzoli,li accarezzi e li stringi forte tra le dita. ””””””””””””””””””’

”” Apro i tuoi jeans e li accompagno per terra. ‘Anche i tuoi boxer sono decisamente di troppo.’ ””””””””””””

‘ Hai voglia di prendermi e farmi tua. Di sesso selvaggio e passionale’ e di amore incondizionato. ‘

Di frasi sussurrate e di parole forti ‘urlate alle pareti di questa casa. Della donna che ti sta accanto e della femmina che ti brama.

-Voglio che mi scopi. Ora e qui. Contro questo muro.-

E forse non aspetti altro, forse non ce la fai più neanche tu, forse’ma che importa?

Mi sollevi da terra e ti cingo la vita con le gambe. Sposti il filo del perizoma e sento di colpo tutto il tuo cazzo dentro di’ me.

‘&egrave inferno. O forse &egrave’ paradiso. Non lo so.”””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””””’ ‘

Inizi a muoverti lentamente fino a raggiungere la parte più remota di me. Poi sempre più veloce. Riprendo ad ansimare.

Mi serve il mio orgasmo e voglio regalarne uno a te. Ne ho fottutamente bisogno.

Inizio a tremare e il mio respiro si fa più corto mischiandosi al tuo. Mi stringo a te.

-Godi con me-, ti dico. E mi prendi in parola.

Siamo ancora perfettamente incastrati. Il cuore riprende man mano ‘a battere regolarmente. Il mio corpo’ comincia a rilassarsi.

Mi dai un bacio.

-Bentornata a casa, amore-mi dici.

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