Skip to main content
Racconti Erotici EteroTrio

Diario segreto 5. Francoforte, O… Capitolo 1

By 4 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

In mattinata, all’O’, l’attività è già frenetica, a differenza di altri club che fin dopo mezzogiorno non si animano. Qui c’è già un via vai di ragazze all’assalto. All’O’ le ragazze non abbordano, assaltano. E talvolta può essere piacevole.
E poi sono tante, non tutte belle, ma tante tante. E nella sovrabbondanza, di belle e brave se ne trovano. E’ un alveare brulicante di laboriose api alla ricerca spasmodica di nettare, una filanda postindustriale dove lavoratici a cottimo si accalcano e si danno un gran daffare per produrre di più.
Per questo, anch’io che prediligo incontri più lunghi e rilassati, qui mi faccio prendere dalla stessa frenesia.

Nel corridoio stretto che porta al bar, appena salito dagli spogliatoi, mi imbatto in una ragazza alta, dall’aspetto gradevole anche se non strafiga. Mi spinge col suo corpo nudo contro la parete. Guardandomi ritto negli occhi, con aria di sfida, senza dire nulla mi apre l’accappatoi sul petto, riunisce i suoi seni gonfi con le mani e me li schiaccia sul petto con forza.
La sensazione è piacevole, unita anche alla sorpresa. I suoi seni sono all’altezza giusta, grandi, gonfi e belli sodi. Il viso è carino, ma non faccio in tempo a vederlo bene perché mi si attacca in un bacio profondo. La sua lingua sa di mentolo, e la muove molto bene dentro di me. E’ un po’ rugosa e questo aumenta il mio desiderio: me la prefiguro già sul glande.
Faccio subito vagare le mie mani lungo il suo corpo. Lo sento sodo e ben tonico. Sul culo le mani scorrono lentamente e sento che il vitino stretto si dilata in una forma a mandola. L’attaccatura tra il gluteo e la coscia è liscia e ben tornita. Mi piacerà prenderla alla pecorina.

E’ da due giorni che non faccio sesso e il mio cazzo si è già indurito contro la sua pancia piatta. Mentre ci baciamo mi discosto un po’ e lo faccio scendere in posizione orizzontale. Lo punto contro il suo pancino e glielo pungolo: sento bene il glande che si schiaccia contro la sua carne, tesa tra le anche. Poi lo dispongo orizzontale proprio sotto il suo inguine. Lei capisce. Dilata le gambe e io glielo spennello da sotto, dando leggeri colpetti di erezione stringendo gli addominali bassi.
La mia canna, in orizzontale, sfrega la sua topolina, rasata e già dischiusa, forse ancora dal sesso precedente, e lei piega un po’ le gambe per appoggiarcisi sopra, roteando il bacino. Sento bene le sue labbra dischiuse sulla canna del mio cazzo, ma non voglio andare oltre senza protezione.
‘Sono Shelia, dalla Persia’. Mi prende la canna in mano e mi trascina verso cinema. Nel tragitto due ragazze ai divani sorridono e commentano la scena di lei che mi conduce al guinzaglio del mio cazzo. Shelia per incrementare la dose di trasgressione si inginocchia proprio di fronte a loro, mi afferra il cazzo in bocca senza mani e se lo inghiotte in un boccone. Un sospiro rumoroso mi esce dal petto, per la sorpresa e il piacere, e lei inizia furiosamente a sbocchinarmi portandoselo profondamente in gola.
In due o tre minuti di performance la mia canna è talmente in tiro che potrei venirle dentro subito. Le blocco la testa quando il cazzo è ben in profondità.
Ahhh! che godimento sentire la sua gola profonda e stretta. Quasi quasi le inondo lo stomaco di sperma. Di riflesso stringo invece gli addominali e mi si abbassa l’eccitazione. Ahh’ passato. Se lo ritira fuori dalla gola grondante di saliva, saluta le amiche e mi conduce per mano verso un divanetto nel cinema.

Qui l’attività è a pieno regime: coppie sparse sono avvinghiate sui divani. Teste di ragazze si intravedono ad andare su e giù. Alcune a cavalcioni si altalenano da sopra la spalliera dei divani. Altre a pecorina se lo prendono da dietro. Faccio segno a Shelia di andare sul letto proprio sotto lo schermo: c’è più luce, è grande e più comodo di un divano, ti puoi guardare negli specchi e si ha maggiore visibilità.

Si prende in bocca un preservativo e mentre mi fa un pompino, giusto il tempo di farmelo ridiventare duro, senza che me ne accorga mi ha già incappucciato. Si mette subito a pecorina, e mi mostra il suo culetto prefigurato prima solo con la lunga palpata. Perfetto. Dalla vita si apre proprio come lo voglio in questo momento, un po’ largo, con sottili cosce sotto ben separate a lasciare una fessura di due dita, anche a gambe unite.
La rimiro così dandole qualche schiaffetto a palmo disteso. Lei si allarga le gambe mostrandomi il suo taglietto dischiuso. La carne un po’ brunastra delle grandi labbra fa risaltare il roseo acceso delle mucose interne. Da dietro le do una leccata profonda depositandole abbondante saliva. Il mio cazzo è in tiro da un po’ e voglio sentirlo al caldo. Mi alzo in piedi, piego le gambe e nella posizione più congegnale al rapporto anale, quella che permette di andare più in profondità anche nella figa, glielo punto da dietro. Lì, proprio sulle giuntura delle due labbra. E lo lascio lì per sentirne la spinta. Lei si inarca per prenderlo dentro, ma io glielo punto ancora, spingendolo solo un po’di più.

Mi piace il momento prima di entrare. Mi piace guardare il mio cazzo lungo che si appresta a dischiudere un buchetto. Mi piace lasciare la ragazza un po’ in attesa. Mi piace il ricordo di quella sensazione provata migliaia di volte. E con una nuova l’aspettativa amplifica ancor più il desiderio ‘
Sono momenti da gustare tutti, e lentamente, questi. E così millimetro dopo millimetro in interminabili minuti glielo metto dentro tutto, dalla punta alla radice. Arrivato in fondo do un colpetto di assestamento, leggero ma deciso, a toccare l’utero che ora sento bene contro il mio glande.
Lancia un gridolino di piacere, lei. Alcune provano fastidio quando lo metto cosi in fondo, altre anche dolore. Ma lei girando la testa mi fa un sorriso e dice ‘Yeeaa’ Gut, gut’. E io, sempre tenendo il cazzo più in fondo che posso, inizio a roteare il bacino. Con dei semicerchi giro il mio punteruolo per interminabili minuti. Giro a destra, giro a sinistra. Ora con i piedi ben piantati sul materasso. Ora muovendo anche i piedi per mettermi in diagonale rispetto al suo corpo, prima a destra e poi a sinistra. A destra e poi ancora a sinistra. Per tante volte. Poi, sempre rimanendo in profondità, mi giro di centottanta gradi e ci troviamo a pecorina dandoci di schiena.

E’ una posizione per sesso tantrico. Lei è bloccata dal mio peso e dalle sue gambe aperte premute contro il materasso. Così non si può sottrarre alla mia presa in profondità. E al contempo è costretta, per sostenersi, a contrarre gli addominali stringendo ancora di più il dentro della fighetta che strizza così la canna del pene, come un orifizio anale ancora vergine. Io da sopra riesco a calibrare bene il mio piacere. Rimanendo fermo sento al contempo il glande titillato dal suo utero in fibrillazione e la canna strizzata a ritmo pulsante del battito del suo cuore che spinge sangue nei muscoli vaginali.
Stiamo così per un bel po’, senza muoverci ma sentendo ugualmente un piacere profondo e intenso, che dal bacino si dilata fino allo petto.
Intravedo pubblico interessato alla performance. Ma soprattutto scorgo alla mia destra il visino dolcissimo di una ragazza bionda, giovane, quasi bimba. Si sta mettendo a carponi sul divano con un uomo dietro che si accinge a prenderla. Ci fissiamo negli occhi, scocca una scintilla. Voglio lei al più presto. Ci fissiamo ancora, per i pochi minuti che dura l’amplesso che ha con l’uomo dietro. Quando se ne vanno decido di finirla con Sheila. Non voglio che quel visino biondo sia intercettato prima di me da altri uomini.

Mi rigiro di centottanta gradi, allungo il mio corpo per salutare Sheila con un bacio lungo, le accarezzo da sotto i seni gonfi e gradualmente inizio ad aumentare l’escursione del mio pene nella sua vagina. Le chiedo se vuole avere un orgasmo. E come. ‘Yeeaa ‘ fack me fast, and deep, baby’ Inizio allora ad aumentare sempre di più: pac pac pac pac pac ‘ La mia carne sbatte contro la sua: pac pac pac pac pac. I suoi seni duri fibrillano: pac pac pac pac pac. I suoi glutei, cosi fermi prima, sembrano ora di gelatina tanto vibrano sotto il miei colpi veloci. Ora la sostengo io di peso. Le afferro le anche e la soppeso, su e giù su e giù su e giù su e giù. Intanto il mio bacino va avanti e indietro a ritmi sostenuti.
L’escursione dell’oscillazione è tutta la lunghezza del mio cazzo che dall’inizio delle labbra si infila fino all’utero come un mortaio nel pestello. E continua a macinare. Pac pac pac pac pac. Il tempo passa, interminabile. Pac pac pac pac pac. Sono madido di sudore, le gocciolo tutto sulla schiena. Non riesco a sostenere questo ritmo ancora per molto. Inoltre la mia eccitazione è oramai quasi incontrollabile. Stringo i muscoli più che posso ma sento che potrei esploderle dentro da un momento all’altro, e lei non dà cenni di avvicinarsi all’orgasmo. Rallento un pochino per prendere fiato, la mia frequenza cardiaca è alta come se avessi corso i cento metri. Ma lei, dandomi uno schiaffo sonoro sui glutei, mi urla ‘NooooooNotNoooooooow. Keepon keepon keepon. Pleaaaaase”’ E io ricomincio furiosamente, furiosamente, furiosamente. Anche lei spinge dal davanti ora, e i nostri corpi si schiantano l’uno contro l’altro con un rumore di carni sudate. Ciak Ciak Ciak Ciak Ciak. ‘I cooooooooomming”” ooohhhh’ my goooooooood’. Sento il suo utero contarsi, la sua figa stringersi e dilatarsi per lunghi secondi. Il ritmo cardiaco ci diminuisce. La nostra pelle ora è un bagno di sudore che gronda sugli asciugamani. Finalmente! Posso riprendere fiato dalla lunga apnea. Diminuisco la presa, la velocità, tutto è finito’ Si. Si. Finito, baby. Mi dolgono i muscoli, ci riversiamo sul letto col fiatone. Si gira, mi abbraccia e inizia un bacio che si prefigura lungo. Ma io ho negli occhi ancora la mia bimba biondina, e mi sono trattenuto l’orgasmo apposta per lei.

Leave a Reply