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Racconti Erotici Etero

Dimmi, per piacere, perché…

By 22 Ottobre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Dimmi, per piacere, non é assurdo, inconcepibile, che tu non sia qui, vicino a me,
che in questo momento non ti possa baciare, accarezzare, eccitare ed eccitarmi con il tuo odore, che non ti possa portare con la bocca all’orgasmo e sentirti venire nel ventre?

Che non ti possa permettere di saccheggiare tutto il mio corpo, dai seni, alla fica,al sedere, in modo che tu possa saziarti della mia carne, quanto e come vuoi?

Che non ti possa comprimere il fallo eretto tra i seni, per poterli poi pulire orgogliosamente dello sperma denso e vischioso?

Perché non c’é la tua lingua nella mia fica, quando tanto disperatamente la voglio, a penetrarmi con perizia, facendomi sussultare dal piacere…?

Perché non mi é possibile offrirti il buchetto tra le colline gemelle delle natiche affinché tu lo penetri e mi cosparga di seme anche lì, per poi stare distesi ,vicini, a parlare di qualsiasi cosa-anche degli angeli – con naturale confidenza, mentre ti accarezzo il sesso, piccolo e indifeso, giusto così, per un eccesso di vitalità?

Perché non ti posso stendere sulla schiena e mordicchiarti i capezzoli e leccarti l’ombelico e prendere in bocca i testicoli gonfi fino a farti mugolare per l’eccitazione?
E salirti sopra per permetterti di scivolare dentro di me e accarezzarti con le pareti contratte della vagina, per poi farti uscire e leccare con ingordigia i miei stessi umori?

Perch&egrave non posso farti finire nella mia bocca, in modo che il tuo sapore penetrante mi rimanga sulla lingua, e qualunque cosa mangi per un pò abbia il sapore di una scopata?

Perché non posso porgerti i seni da baciare per guardarti quando succhi i capezzoli con l’espressione di un lattante, a occhi chiusi, schioccando con gusto la lingua sul palato
per poi avvicinare il mio sesso dai riccioli umidi e dalle labbra turgide irrorate dal sangue dell’eccitazione alla tua bocca, affinché tu lo rovisti e lo divori, fino a che per tutto il corpo si diffondono spasmi di contrazioni quasi insopportabili?

Perché non posso appoggiarti le gambe sulle spalle e lasciarti guardare la mia fica aperta
in modo freddo, distaccato, scostando le labbra e i peli così da vicino che avverto il tuo respiro
e vengo senza neanche aver bisogno della tua lingua?

Perché non sei qui, per mettermi a pancia in giù e disegnarmi con le unghie sulle natiche decorazioni simili a quelle delle uova pasquali, fino a farne zampillare piccole gocce di sangue?

Perché non sei qui, per rimanere poi disteso accanto a me, abbracciarmi e dirmi :

-Sai Fede, se la mia ex fosse in questa città, quasi quasi l’andrei a trovare, perché , diavolo, almeno con lei le cose sarebbero un pò più tranquille…-

Nel profondo dell’animo ne sarei orgogliosa e quasi quasi lo desiderei, insomma vorrei che tu facessi la prova, ridendo al pensiero di come torneresti di volata da me per saltarmi addosso, già eccitato, forse un pò rabbioso, perché le ‘cose più tranquille ‘ ti sono servite solo per ritornare dentro il mio corpo.

Perché non posso far l’amore con te usando tutte le parole morbose e volgari che conosciamo, parole che riempiono la bocca, per poi prenderci con pudore, quasi timidamente?

Perché non posso svegliarmi accanto a te, prepararti , nuda, una opulenta colazione,
sventolando le tette sopra le tazze di cioccolato caldo e il pane tostato, per
poi, seduti vicini, occhiaie gloriose a testimoniare una notte memorabile, parlare stancamente di golosità, quanto é buona la sacher, come la divoreremmo volentieri e alla fine, sazi, guardarci negli occhi, scoppiare a ridere e ricominciare a far l’amore…?

Ma questa volta con una normalità assoluta che ci é quasi estranea, io sotto con le gambe alzate e tu sopra di me, al ritmo regolare di una posizione angelica…e l’unica perversione é quella delle lingue che si toccano…

Un far l’amore che dura a lungo, ma non &egrave faticoso, non siamo mai stati così vicini, ci tocchiamo coi corpi così intimamente da lasciare tra noi uno spazio tanto esiguo che non riusciamo a farci passare una mano per accarezzarci, uno scopare in cui si insinuano movimenti convulsi solo poco prima di raggiungere il piacere.

Perché, perché , perch&egrave… sono stanca di pensare , potrei masturbarmi, ma non voglio far l’amore da sola, io voglio te e le tue dita non le mie, voglio la tua lingua e il tuo cazzo e da questo desiderio le mie mani non riusciranno davvero a liberarmi.

Domattina avrò di nuovo tutto sotto controllo, certo sarà un lunga notte, ma la capacità di
avvertire in ogni centimetro di pelle il folle desiderio di te mi fa sentire viva come non mai.

E mi devo dar pace, perch&egrave la passera é un organo selettivo e come scrisse Jana Cernà:

-La scarpetta di cenerentola calza a pennello…
come la mia fica,
ma solo a qualcuno…
a te starebbe senz’altro bene…-

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