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Divertirsi alle feste

By 15 Ottobre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve a tutti, mi chiamo Roberto, ed ho 18 anni. Frequento l’ultimo anno di un comunissimo liceo classico, dove l’abbondanza di ragazze spaventerebbe anche una qualsiasi persona abituata, diversamente da me, a rimorchiare.
Ebbene si, sono praticamente un impedito nel provarci con le ragazze, probabilmente mi manca quella parte del cervello, o che ne so io.
Eppure tutti dicono che sono un bel ragazzo, i maschi purtroppo, forse lo fanno per farmi contento e per non farmi pesare questa faccenda.
Non ho mai avuto una ragazza, ed ho dato un solo bacio nella mia vita, ad una ragazza ubriaca con il classico gioco della bottiglia, anche se tutto sommato era molto carina, e perlomeno su questo ne vado fiero.

Ma smettiamola di parlare di me, ed entriamo nel vivo della questione: vi racconterò della mia prima stravagante esperienza sessuale, sicuramente non comune alle vostre, e di cui non vado molto fiero su certi aspetti. Sono molto riservato e non ne ho parlato nemmeno con i miei amici.
Sono innamorato di una ragazza, la più bella di tutto l’istituto, anzi, di tutta la terra! Si chiama Cristina, e frequenta tutt’ora il quinto anno della mia stessa sezione: è una ragazza semplicemente stupenda, un corpo praticamente perfetto, le cui forme sono scolpite tra la terza abbondante dei suoi seni ad un fondoschiena sodo, perfetto. Ma la cosa che più stupisce di quella ragazza sono gli occhi, di un colore che impietrirebbe chiunque… il suo sguardo è diverso da quello di qualunque ragazza, non scalda, ma congela; i suoi occhi sono di un azzurro estremamente chiaro, quasi tendente al grigio. Si può dire color ghiaccio, lo stesso effetto che provoca alle persone che cadono nella trappola dei suoi occhi. E lei sa benissimo di possedere l’arma della bellezza, e sa di poter far cadere ai suoi piedi chiunque volesse.
Ma non è finita qui: lei è la rappresentante di istituto, diciamo la leader dal carattere forte, l’unica da possedere un tale potere da poter soggiogare l’animo umano. Insieme a lei, altre 3 ragazze sono al suo fianco a rappresentare gli alunni nelle assemblee: Clementina, una bellissima ragazza alta, capelli castani, molto formosa, seni sulla quinta e fondoschiena rispettabile; Natasha, una ragazza di colore dagli occhi verdi, perfetta nelle sue forme: si è meritata la fama che l’ha portata lì facendo prestazioni sessuali, o almeno questo è quello che si dice.; infine, Gwen, americana di origini, bionda con gli occhi azzurri, corpo invidiavile, nasconde sotto un paio di occhiali da vista da secchiona un carattere da vera protagonista della scena.
Insieme queste ragazze, formano un gruppo estremamente unito e da una fama incredibile.

Vi starete chiedendo: cosa c’entrano tutte queste ragazze con la mia esperienza sessuale?
Bene, potrà sembrare strano ma a loro modo sono tutte coinvolte.
L’occasione magigore per poter rimorchiare, per un ragazzo come me, sono le così dette “feste di istituto”, grandi feste organizzate in enormi ville affittate per festeggiare gli inizi degli anni, o magari le varie festività, organizzate proprio da questo quartetto di ragazze, le regine delle feste.
Ad ogni festa organizzata, si raccontano le cose più strane che succedono a queste feste, riservate alle persone più “cool” dell’istituto.
Caso volle che a questa festa di fine anno, mi trovassi imbucato nel party, io ed il mio amico Claudio, vero gentleman e ragazzo che con le donne ci sapeva fare, anche se con le ragazze più grandi, anche lui si sentiva disorganizzato.

Iniziammo a ballare, a bere, poi di nuovo a ballare, poi di nuovo a bere.
Decisamente non era il modo migliore per potersi godere una festa.
L’alcool cominciava a farsi sentire, e per fortuna io riesco a reggerlo abbastanza bene, ma non abbastanza da riuscire a trattenere la vescica. Salii immediatamente le scale, per cercare il bagno più vicino, entrai, chiusi la porta anche se non a chiave, e tirando giù la lampo dei miei pantaloni, estrassi l’unica cosa di cui andavo fiero: il mio membro. Ebbene si, 16 anni per 19 centimetri abbondanti. Uno spreco attaccato ad un inetto come me si potrebbe dire.
L’alcool mi fece a malapena accorgere che la porta del bagno fu ripetutamente aperta. L’ultima persona che vidi di sfuggita fu Gwen, che con faccia tra la stupita e la maliziosa, chiuse la porta ridendo.
Ci feci poco caso, e dopo aver scaricato il frutto del mio alcool, tirai su la zip dei pantaloni ed uscii dal bagno.
L’alcool continuava a farsi sentire, ed improvvisamente un giramento di testa mi fece sbandare, andando contro ad una porta chiusa a maniglia. Vi caddi all’interno, sdraiato, completamente.
Gli occhi chiusi, non mi permisero di capire dove mi trovavo, in compagnia di chi soprattutto. Dovetti alzarmi, e riprendere l’equilibrio per avere chiara l’idea di cosa stavo vedendo: sul letto un ragazzo, completamente nudo, con lo scotc su bocca e occhi, era legato alla testata del letto, mentre Natasha, la ragazza di colore, vestita con un tubino in pelle nero lucido, scarpe con zeppe rosse ai piedi, schiacciava con eccitante delicatezza, il membro del fortunato ragazzo legato sul letto. Le altre tre ragazze, ridacchiando per quello che succedeva, erano sedute sul fondo della stanza, a godersi la scena.
Non appena si accorsero che ero entrato, si girarono tutte di scatto verso di me, ancora relativamene disorientato. In quel momento, Gwen, la bionda che mi aveva visto in bagno, ridacchiando e dando una sbirciata alla patta dei miei pantaloni, bisbigliò qualcosa nell’orecchio di… Cristina! Era proprio lei! C’era l’amore della mia vita lì! Che figuraccia, stupido alcool, lo avessi mai fatto a bere a questo modo!
La scena non sembrò molto scandalizzare i presenti, a parte il disorientato ragazzo legato sul letto.
Cristina, si alzò da dove si trovava seduta, ed in quel momento potei notare come era vestita: matita nera agli occhi abbastanza pesante, ad accentuare di molto il colore dei suoi occhi, un reggiseno coprente, a fascia nero anch’esso, con qualche ricamo, ed un perizoma nero abbinato. Si avvicinò a passo svelto nella mia direzione, e chiuse la porta, sta volta a chiave. Poi abbassò lo suardo verso di me che ero ancora a terra, e ridacchiò maliziosa.
“Come ti chiami ragazzo?”
“R-Roberto… mi spiace, sono caduto per sbaglio qui dentro inciampando, non era mia intenzione!”
“Stavi per caso origliando?” disse ridacchiando.
Io non risposi, ero troppo preso dalla sua inestimabile bellezza, i miei sensi erano tutti completamente sballati! Lei se ne accorse e proseguì nel parlare
“Ti piaccio vero?” Io arrossii imediatamente, cercando di distogliere imbarazzato lo sguardo.
Lei rise, e mi fece un occhiolino.
“Ho un idea” disse riprendendo a parlare “Vorresti avere una avventura sessuale questa sera non è vero? Chi non vorrebbe!”
In quel momento si accovacciò, e appoggiando le sue bellissime labbra sulle mie, dando una leccatina eccitante come mai provata prima proseguì “Sto per farti una proposta, potrebbe interessarti?”
“C…certo!” risposi io ancora con i sensi sballati come non mai.
“Bene” rispose, mi prese per mano, e mi tirò su, per poi spingermi con relativa forza sul letto, a pancia all’aria, mettendosi a cavalcioni su di me, e mettendo le sue calde mani prima sotto la maglietta, poi nei pantaloni, senza sbottonarli, prendendo in mano il mio cazzo e stringendolo forte “bene spero per te tu abbia voglia abbastanza perché quello che ti sto per chiedere è imbarazzante”
Il mio cazzo ci mise pochissimo ad indurirsi. Lei, visibilmente eccitata ma con espressione giocosa e maliziosa, mi tolse pantaloni e boxer, lasciando la mia mazza all’aria.
“vedi il ragazzo legato? Bene, succhiali l’uccello.”
“Cosa? Io avrei dovuto succhiare il cazzo di un ragazzo? Ma non se ne parla propr…!” In quel momento lei prese in bocca il mio pene, con una tale sensualità ed esperienza da lasciarmi senza respiro. Bastarono un paio di colpi, dopo avermi tirato giù la pelle, per farmi arrivare l’eccitazione alle stelle.
Purtroppo quel momento durò poco, tolse il mio uccello dalla sua bocca, lasciando un filo della sua saliva che ancora collegava le due libidinose parti del corpo, che staccandosi per gravità andò a posarsi sulle lenzuola del letto.
“Puoi avere molto più di quello che pensi”.
Non esitai molto, mi girai, e preso in mano il grosso pene del ragazzo, iniziai lentamente a masturbarlo, tirando giù la sua pelle, cercando in qualche modo di trarne piacere dai suoi gemiti, misti ad un certo senso di ribellione dato che non era masturbato da una donna. Mi sembrò il momento giusto di prenderlo in bocca: iniziai dapprima a leccare lentamente il suo glande rosa e lucido, poi di nuovo dalla base, per poi prenderlo nella bocca. Nonostante fosse duro come non mai, la prima sensazione che notai fu il fatto che era quasi gommoso, ed aveva uno strano sapore. Non avrei mai pensato di passare così la mia prima esperienza sessuale. Gli umori del ragazzo nella mia bocca misti alla mia saliva, avevano tutto sommato un buon sapore. Ma la cosa più eccitante fu che Cristina era li accanto a me, che guardava eccitata la scena, e che d’un tratto prese a strusciare la mano sinistra all’esterno delle sue mutante, masturbandosi, e traendone un estremo piacere.
Io per farle ancora più piacere, mi misi comodo, a gattoni sul cazzo del ragazzo, ed iniziai a prenderlo più forte, facendomelo scendere fino giù in gola, prendendo ogni cm di quel pezzo di carne. Tutto questo per farle piacere!
Non appena smisi di averlo in gola, mi voltai per vedere quanto fosse eccitata. Non la vidi più. Infatti era dietro di me che continuava a masturbarsi con una mano, mentre con l’altra, improvvisamente, mi mise l’indice dentro il mio ano. Non fece male, dato che era zuppo dei suoi umori: iniziò a muoverlo con una certa velocità, e la cosa mi piaceva e non poco.
“Ti piace, vero puttanella?” Mi fece senza farsi troppi problemi.
In quello stesso momento, il ragazzo a cui stavo facendo un pompino, venne nella mia bocca, senza preavviso dato che aveva la bocca chiusa da nastro isolante nero. Mi riempì la gola e la bocca del suo caldo seme, e nonostante tolsi la bocca da lì, continuò a venirmi sul viso.
Mi girai a pancia in su, col volto e bocca pieni di sperma, il mio pene pulsava dall’eccitazione, e lo sfintere del mio culo si contraeva per richiudersi.
“Dio quanto sei eccitante coperto di sperma” mi fece, montandomi sopra, ed iniziando a leccare via tutto quello che avevo sul viso, ingoiando tutto quel caldo liquido che avevo addosso, per poi baciarmi, un bacio profondo con la lingua, giocando con lo sperma che avevo in bocca, prendendolo tutto ed ingoiandolo con diligenza.
“Sei stata brava puttanella mia, adesso avrai il premio che ti meriti”.
Probabilmente tutta una scusa per potersi fare penetrare dal mio grosso cazzo, ma non era decisamente quello, stavo per fare sesso per la prima volta della mia vita con la ragazza di cui ero perdutamente innamorato!
Si sedette comodamente su di me, dopo essersi sfilato il reggiseno a fascia e perizoma, mostrando i suoi meravigliosi seni. Prima giocò un pò con la punta del glande, strusciandosela sul clitoride approfittando dei suoi umori che uscivano a fiotti dall’eccitazione. Poi finalmente se lo mise nella sua calda figa: una botta secca, ed un piacere immenso, non immaginavo fosse così bello fare l’amore. Iniziò a muovere in modo circolare i fianchi, gustando ogni centimetro della circonferenza del mio cazzo; poi iniziò a fare su e giù. Sentivo il mio pene risucchiato da quel caldo buco.
Si chinò su di me, mettendo i suoi seni sulla mia faccia.
“Leccami i capezzoli, troia che non sei altro, e muovi questi cazzo di fianchi, fammi godere!”
Non me lo feci ripetere due volte: presi a leccarle prima i capezzoli ormai turgidi, poi le aureole, mentre con le mani le allargavo le natiche, aiutando il movimento dei miei fianchi con botte ritmate sempre più violente.
La ragazza di colore, avvicinandosi, iniziò a leccare il culo della sua amica, riempendo di saliva il suo sfintere, mettendole la lingua dentro, penetrandole l’ano con essa, poi anche con le dita. Cristina mugolava, strillava, stava morendo dal piacere.
“C…cristina, sto per… venire…” dissi io con un pò di timore.
Lei iniziò a rallentare, per poi fermarsi. Mi guardò fissa negli occhi per poi dirmi “Non ti conviene venire adesso troietta, anche perché ho una sorpresina speciale per te”.
Tutto avrei pensato in quel momento meno che si fosse seduta col suo culo sul mio enorme cazzo. Il culo, lubrificato grazie alla saliva della sua amica, non fu difficile ad essere penetrato. Entrò con vigore dentro quello strettissimo buco, non senza un urlo della ragazza. iniziò a muoversi, sempre di più, riempendosi il culo con il mio pene.
Una sensazione meravigliosa, lo stavo facendo nel sedere con lei! Con Cristina!
Il piacere saliva sempre di più, il mio cazzo pulsava, ed il suo culo si contraeva dal piacere, mentre lei, sfregandosi il clitoride con la mano, sembrava avere più di un orgasmo, e gli umori continuavano a colare sempre di più.
” Non ce la faccio più, devo venire!” dissi.
“Vieni nel mio culo! Riempimi di sborra calda!”
Non esitai. Il mio cazzo iniziò a pulsare sempre di più, finché il mio caldo seme iniziò a saturare l’intestino di cristina, addirittura iniziando a traboccare.
Stancho come non mai, ero rintronato ed eccitatissimo, ero completamente in estasi. La ragazza si sfilò da dove si trovava, e continuando con due dita a penetrarsi l’ano, salì con il bacino verso la mia bocca.
Le leccai il culo, e tutto quello che ne veniva giù, il mio seme, ed i suoi umori della vagina. Lei era eccitatissima, ed io più di lei.

Purtroppo riuscii ad addormentarmi per la stanchezza, mi svegliai nel bagno della villa, ormai c’era solo qualcuno ancora con i postumi della sbornia, sdraiato ed addormentato dopo un eccitante notte di follie, alcool e sesso.
Sentivo nella mia bocca ancora il sapore del mio sperma, e sentivo addosso il profumo della figa di Cristina, il suo profumo.
Inutile dirvi che dopo quella serata, non fui più lo stesso, ed anche gli altri si interfacciavano con me in maniera diversa.
Inutile dirvi anche che nel giro di una settimana feci sesso anche con Clementina, Gwen e Natasha, e non fu di certo l’ultima volta…

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