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Racconti Erotici Etero

Donne strane

By 11 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

La cosa più strana della vita, &egrave che a volte accadono dei fatti improvvisi, dei quali neanche ci pensi che possano accadere, come quello successomi qualche tempo a casa di Giuliana, una donna bellissima, così bella da sembrare inavvicinabile, questo a detta di tutti gli amici del gruppo.

– Giuliana &egrave uno schianto, una donna da rimanerci se te la desse

– Giuliana &egrave il sogno di tutti, beato Gabriele che l’ha tutti i giorni

– Giuliana &egrave una strafiga stratosferica, una donna da sogno

Questi ed altri discorsi sono quelli che si fanno fra amici, quando si parla di lei.

Un giorno, mi telefona Gabriele, il marito di Giuliana, che ha bisogno di un lavoro urgente a casa sua, in quanto un fulmine ha fatto saltare l’impianto elettrico, compreso l’allarme.

Io faccio l’elettricista, ed essendo loro amici, lascio altri lavori per andare da loro; ci arrivo la mattina verso le dieci, inizio i lavori che però sono più lunghi del previsto; Gabriele mi aiuta per il resto della mattina, dopo aver pranzato insieme, mi dice se posso continuare da solo in quanto deve assolutamente essere da un cliente alle 16,30 in una città distante un’ora di auto.

Gli dico che posso continuare anche da solo, viso che il più &egrave stato fatto e che avrei chiesto a Giuliana aiuto per collaudare il lavoro.

Così continuo per un ora da solo, finché dal giardino chiamo Giuliana per farmi spegnere l’interruttore generale. Niente, nessuna risposta. Riprovo ancora, niente.

Allora entro in casa dalla porta del giardino e vedo da dietro Giuliana sul divano che sta leggendo, anzi mi avvicino e vedo che si &egrave addormentata nel divano leggendo un libro.

Sempre da più vicino noto che Giuliana in mano tiene un libro con illustrazioni erotiche, con figure di una coppia che scopa alla pecorina, e noto che la mano di Giuliana &egrave ferma dentro la gonna all’altezza della vagina.

Mi fermo a guardarla, &egrave splendida, con una gonna lunga, ma leggera e trasparente che mette in risalto le gambe lunghe, sopra una maglietta gialla con le spalline strettissime, molto ampia, tanto che riesco a vederle buona parte del seno; improvvisamente, senza che lei si accorga di me, vedo che si sveglia delicatamente, e continua a leggere il libro, e mentre legge continua ad accarezzarsi, e con la mano sinistra si tocca anche il capezzolo.

A questo punto mi muovo per farmi notare, e Giuliana anziché mostrarsi sorpresa od altro continua a leggere e ad accarezzarsi.

Tossisco un pochetto per essere sicuro che lei mi abbia notato, ma non si scompone, anzi la sua mano entra dentro la camicetta a cercare bene il suo seno.

A questo punto, non ragiono più con la logica, ma con l’istinto e mi avvicino a lei. In pochi secondi penso a tutto quello che può succedere di negativo: può mettersi ad urlare, può darmi delle sberle, può denunciarmi, può dirlo a suo marito, può succedere di tutto, ma io da dietro a lei inizio a baciarle il collo.

Niente, nessuna reazione, allora senza pensare allungo le mani e le accarezzo sempre il collo e le mie mani si dirigono verso il so seno, la camicetta &egrave aperta da prima, lei lascia il posto alle mie mani, che entrate dentro la camicetta le stingono le due coppe meravigliose.

I capezzoli sembrano proiettili di fucile, quanto sono diritti e rigidi.

Con la bocca continuo a baciarle il collo e la testa, la fronte, lei allunga le mani e mi prende la mia testa e la stringe a se.

Per un attimo mi torna la ragione, mi domando: sto sognando o &egrave vero quello che sta succedendo.

E’ TUTTO VERO QUELLO CHE STA SUCCEDENDO.

Io sono con Giuliana e le sto massaggiando le tette, la sto baciando, lei mi sta stringendo.

A questo punto mi siedo vicino a lei, le mie mani si abbassano verso la sua fessura, mentre la mia bocca cerca la sua, la trova, le labbra si uniscono, le lingue si intrecciano e si muovono assieme; dalla sua bocca i mugolii escono con suono di sollievo, di piacere.

Le mani si fanno largo fra la gonna e vanno alla passera, che &egrave tutta bagnata, entrano due dita dentro la fessura e con movimento lento iniziano a masturbarla.

La sua bocca si allontana dalla mia e con la testa reclinata indietro inizia a godere emettendo un mugolio sempre più impetuoso, mentre le dita entrano ed escono sempre più velocemente l’orgasmo che sta provando Giuliana &egrave fortissimo, e mentre se lo sta godendo lei mi prende e mi stringe a se.

Senza un attimo di tregua, Giuliana con forza, mi fa distendere sul divano e come una furia mi toglie la maglietta, ed inizia a baciarmi e a mordicchiarmi, mentre con le mani mi abbassa i pantaloni e cerca il mio attrezzo, lo trova ben eretto, pronto. Mi abbassa gli slip e mentre con la bocca mi bacia tutto fino alla bocca, con le mani inizia a masturbarmi con grazia.

Per fortuna io sono un tipo che riesco a reggere abbastanza bene, altrimenti una sborrata fra le sue mani, non gliela salvava nessuno.

Solo che per evitare questo, la prendo e la alzo da me ed inizio a leccarle la passera, lei per facilitarmi si denuda del tutto mostrandomi tutto il suo corpo fantastico, le tette grandi e ritte, le gambi affusolate, snelle e lunghe, il sedere rotondissimo ed alto, un sogno che mi si avvera davanti.

Le mie labbra si avvicinano alle sue inferiori, lei si distende comodamente sul divano e per facilitare il mio lavoro, allarga bene le gambe, mi fa avvicinare e poi con le cosce mi stringe forte la testa così sono costretto a concentrarmi a lei. Così faccio e la mia lingua inizia a lavorare le grandi labbra, per poi con dei coli entrare e uscire dalla passera, che emette umori liquidi dipiacere, tanto che man mano che la lecco sento i suoi mugolii di piacere fino a quando lei allarga bene le gambe, e con voce imperiosa mi ordina di farle sentire il mio attrezzo.

Mi denudo del tutto mentre lei continua a toccarsi e dimenarsi, allora mi avvicino a lei, le prendo le gabe e gliele alzo e con quest’ultime ben diritte, la spingo all’indietro per permettere al mio membro di penetrarla da questa posizione. Mentre appoggio il mio membro alla sua passera, improvvisamente, le allargo le gambe ed entro con vigore, questa mossa la sorprende, non si aspettava un’entrata così forte, e dopo un primo stordimento, sentendo bene il mio attrezzo scorrere con forza dentro di lei, non ce la fa a resistere e dopo pochi secondi delle urla fortissime rimbombano nel salotto, pochi altri colpi ed anch’io non resistendo più a questo splendore di scopata, vengo copiosamente ed abbondantemente dentro la sua passera, in tempo di ascoltare un altro suo orgasmo. Pochi colpi ancora di entrambi e poi l’abbandono, lei distende le gambe ed io mi distendo su di li, senza schiacciarla, ma desidero farle sentire il mio corpo.

Improvvisamente l’incantesimo si rompe, Giuliana mi scansa, si alza entra in bagno e sento che entra in doccia e comincia a lavarsi, mentre io mi rivesto dandomi un’ aggiustata alla meglio. Dopo pochi minuti Giuliana esce dal bagno e mi dice:

– mi avevi chiamato prima? Vuoi che ti aiuti?

Rimango allibito dalle sue parole

– allora? Non vuoi sbrigarti a finire? Che cosa devo fare?

Allora &egrave proprio così, come se non fosse successo nulla, non so se affrontare l’argomento della scopata, ci penso ma lei insiste.

– dai voglio che ti sbrighi, anche perché devo uscire ed ho una certa fretta.

In poco tempo finisco il mio lavoro, lo collaudo, e con poca cortesia, molta fretta vengo invitato ad uscire per i suoi impegni.

Di quest’avventura naturalmente non ne ho parlato con nessuno per vari motivi, primo fra tutti quello che i miei amici non avrebbero creduto a questa storia, poi anche per rispetto di Giuliana che mi ha concesso un ‘ onore, quello di aver fatto una scopata sublime.

Da questa storia ricavo per la seconda volta un dato di fatto: le donne sono molto strane ed &egrave la seconda volta che con loro mi capita di stupirmi molto.

L’altra storia la racconto nella seconda parte.
L’altra storia di donne strane conosciute, &egrave avvenuta quando facevo il militare ad Ancona, dove sull’autobus che riportava vicino alla caserma, assieme ad altri militari si dava noia alle ragazze, una di queste si avvicina a me con aria quasi di sfida e mi chiede?

– cosa dicevi di me?

– solo che sei carina

– carina, e basta?

– Si, e anche molto, ma di un po’ come ti chiami?

– Elisabetta, e tu?

– Io Marco, e sono di Pistoia, sei stata in toscana?

– No, ma vorei andarci presto”

Così parlando del più e del meno abbiamo fatto amicizia, una volta scesi dall’autobus lei ha voluto accompagnarmi fino alla caserma, poi io l’ho riaccompagnata fino a casa e poi lei di nuovo, così via finché abbiamo fatto le due di notte.

– cavolo &egrave tardi, ora ti prenderai una punizione?

– Penso di si, ma ne &egrave alsa la pena

– Sei carino e bello, senti chiamami domani, se puoi, così mi dici se sei in punizione, ciao

– Ciao e buona notte.

Rientrando in caserma, riesco ad evitare il rapporto, visto che alla guardia c’&egrave un mio amico, e l’indomani dopo aver fatto tutte le esercitazioni, mi sento chiamare all’altoparlante per una telefonata urgente.

Preoccupatissimo per qualche cosa che possa essere successo a casa mia, raggiungo un telefono e quando rispondo sento la voce di Elisabetta:

– allora ti hanno messo in punizione?

– No, ciao, pensavo fosse una chiamata da casa

– Sono io che ho inventato una scusa urgente per farti venire al telefono, come mai non ti hanno punito?

– – sai c’era un ufficiale, il quale saputo che avevo ritardato per una ragazza bellissima, ha capito e ha chiuso tutti e due gli occhi, a proposito che fai stasera, esci con me, andiamo in pizzeria e poi ti voglio dare due bacetti.

– Ma che dici? Io sono una ragazza seria, quindi va bene la serata, ma nienti bacetti.

Alle 18,00 esco dalla caserma e la trova fuori ad aspettarmi, &egrave uno schianto, vestito corto e aderente, con gonna corta, ma larga che esalta le se gambe. Tutti i militari la guardano e mi guardano con invidia, glielo faccio notare, e lei ride soddisfatta.

Facciamo un giro in centro e poi in pizzeria dove parliamo della Toscana e la invito a casa mia per un tour turistico.

– e se vengo a casa tua dove mi ospiti?

– abbiamo una stanza per gli ospiti

– ma io non voglio dormire da sola, vengo in camera da te

– ma nella mia camera c’&egrave un solo letto ad una piazza

– dormo, con te.

– E come ci entriamo?

– bene uno sopra l’altro

– credo che però faro fatica a riposare per colpa del mio esigente piccino

– piccino? ‘ mi chiede, mettendomi una mano sul mio attrezzo ‘ non mi sembra un piccino, ma grandino.-

– ma sai lo chiamo così per modestia. ‘ e poso la mia mano sulle sue cosce ed inizio ad accarezzarle

– dai , stai fermo, qui ci possono vedere, dai vieni con me che qui vicino c’&egrave un bel posticino.

Ci alziamo, pago le pizze ed usciamo dal retro dal locale che si affaccia su un giardino molto grande, la serata &egrave calda, ma vuoi che &egrave mercoledì, vuoi che &egrave ancora presto, ma non c’&egrave nessuno, Elisabetta mi porta lontano in un luogo qusi buio, dove un muretto fa una conca con un sedile, ci sediamo ed io mi avvicino a lei e comincio a baciarla.

Prima le nostre labbra si sfiorano, poi sempre più finché con la mia lingua, mi faccio largo e vado a cercare la sua.

Questa &egrave l’ultima barriera che ci ostacola, e una volta superata Elisabetta si scioglie come un gelato; ne approfitto per metterle le mani dappertutto, lei non solo ci sta, ma mi ferma le mani quando arrivo in un punto del corpo che le piace di più, fino a quando gliele poso sulla fighetta che fin da sopra le mutande sento bagnatissima, con il palmo della mano entro dentro e facendomi spazio gliela massaggio.

A questo punto anche lei passa all’attacco e mi prende il mio membro ed inizia a massaggiarmelo, mi tiro giù la lampo e con un gesto fulmineo lo tiro fuori, lei a questo punto me lo accarezza con tutte e due le mani facendomi provare una sensazione forte, tanto che basta poco che le inondo le mani del mio liquido, lei con movimento fulmineo si stacca da me e si abbassa per cogliere in bocca l’ultime gocce di liquido che mi esce, e con gesto fantastico finisce di farmi godere spompinandomi come una professionista, tanto che in pochissimi secondi, cosa mai provata, il mio membro nel giro di pochi secondi si &egrave di nuovo irrigidito, vuoi l’emozione, vuoi che lei mentre mi spompinava mi accarezzava le palle, vuoi che quando si &egrave a fare il militare l’astinenza &egrave tanta, fatto sta che il mio membro cose se non si fosse mai ammosciato, &egrave di nuovo subito pronto.

Mi alzo e la faccio girare facendola appoggiare sul muretto, mi metto da dietro e l’accarezzo bene le tette e la bacio nella testa, poi alzandole la gonna vado a cercarle gli slip, e glieli abbasso tutti e con il mio membro vado a cercare la sua passera, la trovo tutta bagnata, e con un movimento deciso entro dentro.

La faccio inclinare un po, quel tanto che la mi asta iniziando a pompare le fa provare il massimo piacere, i colpi prima dolci, poi sempre più frenetici, finché le mie spinte fanno entrare tutto il mio membro dentro di lei.

Ancora poche spinte e sento dai suoi gemiti che lei sta provando un orgasmo lungo e dolce, per aumentare il piacere, lei allunga la sua mano sulla sua passera e comincia ad accarezzarsi freneticamente, a questo punto si abbandona del tutto.

Esco con il membro da lei, mi faccio largo e mi siedo io sul sedile della conca e dopo averle fatto togliere le mutandine, sempre con la mia asta rigida, la faccio sedere su di me con la sua faccia davanti alla mia, e la mia asta che la penetra tutta, e mentre lei si muove, le prendo le tette e le stringo, sempre più forte, poi l’avvicino a me la bacio. Le lingue si trovano e si intrecciano, pochi colpi ancora e lei sta provando un’altro orgasmo e mentre lo prova, mi guarda con aia estasiata, con uno sguardo profondo, finché gli occhi si chiudono per l’esplosione finale.

– ma tu non stai mica per venire? ‘ mi domanda ‘ non vorrai venirmi dentro?

Io le faccio capire che mi manca poco, lei allora si alza e inclinandosi tantissimo, a culo diritto tanto per far capire, con la mano me lo masturba di nuovo, me lo impugna con frenesia e con movimenti veloci mi fa schizzare fuori tutto il mio liquido. Anche stavolta, inclinandosi ancora di più si aiuta con la bocca e mi raccoglie l’ultime gocce del mio sperma.

Un pò stanchi, anche per il luogo scomodo, ci sediamo e ci abbracciamo, e ci diciamo tante cose così carine, lei addirittura si cimenta in.

– non vedo l’ora domani di rivederti, dobbiamo andare però in un posto più comodo. ‘ e poi anche:

– &egrave stato bellissimo, il tuo cazzo &egrave stato divino e ha lavorato come un uomo esperto, peccato che &egrave un po’ tardi altrimenti lo vorrei risentire di nuovo.

Mentre ci riavviamo verso la sua casa le dico che l’indomani mi faccio prestare un automobile da un ragazzo a cui ho fatto un grossissimo favore, cambiandoli ben turni di guardia.

– bene con l’automobile ci divertiamo senz’altro di più

Alla fine ci siamo salutati con un profondo bacio dandoci appuntamento per l’indomani alle 18,30

L’indomani in caserma, come prima cosa vado a trovare il militare a cui avevo fatto il favore, gli chiedo la macchina, lui la sera avrebbe da fare, ma rinfacciandoli che io gli ho permesso, grazie al cambio di turno di stare tutta una domenica con la sua ragazza, ho avuto il consenso di prendere la sua auto.

Munito di preservativi, tutto bello e lindo, mi presento alle 18,15 all’appuntamento. Arrivano le 18,30, poi arrivano e 19,00; le 19,30; le 20,00 e poi le 20,30 mi rendo conto che l’Elisabetta non sarebbe venuta.

Da una cabina fin dalle 19,15 provo a chiamare il numero di telefono che lei mi ha dato, mi risponde la segreteria telefonica di un ufficio.

Alle 22,30 mi arrendo e decido che non verrà più quella sera, e torno in caserma.

La mattina dopo verso le 10,00, da una cabina telefonica della caserma, richiamo Elisabetta al numero che lei mi ha dato; mi risponde una signora acida, le chiedo di Elisabetta, dopo averle detto he era una urgenza, mi risponde Elisabetta.

– ciao Elisabetta, sono Bruno.

– cosa vuoi?, perché mi hai chiamato?

– ma ieri sera ti ho aspettato tutta la sera, non sei poi venuta.

– E allora? Non sono forse libera di decidere di non venire?

– Beh si, volevo solo sapere se per caso non ti fosse successo niente

– Non mi &egrave successo niente, ma ora ti lascio che ho da lavorare e non posso essere disturbata

– Ma ci vediamo stase..

– Non ci vediamo mai più, lo capisci ce io non voglio più essere disturbata

– Ma’

– Niente ma, ore ti saluto per sempre

Potete immaginare come ci sono rimasto male per diversi giorni, pensare che due sere prima era una gattina smorfiosa tutta per me, e poi invece’

Chissà che sarà successo, solo che quella &egrave stata la prima volta che ho imparato a capire quanto sono strane le donne, questa mia &egrave una storia simile capitata al mio amico Mario, che vi racconterò

L’altra storie di donne strane &egrave capitata a Mario, un mio carissimo amico, l’unico di cui mi fido e con il quale siamo complici nel momento del bisogno.

Così lo scorso anno al mare in Versilia, con le nostre donne abbiamo trascorso due settimane di meritato riposo.

Un giorno all ‘albergo dove eravamo a soggiornare, arriva una signora, non tanto giovanissima, ma ancora molto stuzzicante e ben tenuta fisicamente.

A me e a Mario ci cadono subito gli occhi, poi pensavamo al fatto che essendo da sola al mare potesse essere li anche per cercare il maschio.

Dopo averla conosciuta, abbiamo saputo che aveva anticipato l’arrivo del marito che ancora doveva lavorare, per godersi delle ferie in più.

Mario era partito con la testa, voleva farsela, era un chiodo fisso, me lo aveva detto che ci voleva provare, e per questo aveva bisogno del mio aiuto.

In spiaggia, la mattina mentre le nostre donne facevano le varie attività (ginnastica in acqua, aerobica ecc.) lui si avvicina a questa signora, ce si chiama Margherita, e la invita al bar a bere un aperitivo, da lontano, controllando che le nostre moglie non tornassero, vedo che loro si siedono e si bevono un qualche cosa, poi parlottano, poi Mario si avvicina al suo orecchio, le parla e lei scoppia in una risata, non si sente, ma si vede dal modo in cui ride.

Passano circa 20 minuti e i i due si alzano e tornano ai loro posti in spiaggia, io mi avvicino a Mario, fingendo la casualità, mi siedo sullo sdraio e gli dico:

cazzo, se ci sei stato al bar?, che la volevi corteggiare come se fossi tutte e due liberi e tranquilli?

Bhe, e che male c’&egrave, in fondo abbiamo solo bevuto un bicchiere e fatto due chiacchiere, anche se arrivava la mia moglie non facevamo mica niente di male.

Allora perché mi hai fato fare la vedetta?

Sai, sapere che mia moglie non ha visto niente, &egrave più facile per me

Ah si, e come &egrave andata?

Bene, dire molto bene, ho fissato con lei per questo pomeriggio alle 17,00

E come fai alle 17,00 con tua moglie?

Ma come? Non &egrave oggi che vanno al centro fitness alle 17,00?

Si &egrave vero, e tu dove ti vedi con lei?

Mi vedo con lei al pargheggio dell’Hotel, le ho detto che le avrei dato una occhiata alla sua macchina che fa dei capricci e poi un’ occhiata anche a lei.

E’ allora che lei ha fatto una risatona?

Si, e ha riso con soddisfazione, come di chi &egrave contenta per essere ancora desiderata.

Bene, allora bene per te per stasera

A prroposito, &egrave ovvio che ho bisogno anche di te

Di me?, e per che cosa?

Per farmi la spalla, nel senso che il pargheggio &egrave isolato e protetto dalla vista di tutti, ma sai se arriva qualche persona, tu mi devi avvisare.

Ho capito, devo darti una mano

Bravo, sei un vero amico, se arriva qualche persona, cerchi di intrattenerla e intanto mi fai squillare il cellulare.

Così arrivano le 17,00, le nostre mogli sono al centro fitness, come tutti i giorni, io mi nascondo per non fare notare la mia presenza, e vedo Mario e Margherita, che entrano, aprendo con le chiavi ricevute dalla portineria, nel pargheggio dell’albergo, che si trova abbastanza isolato nella pineta.

E’ tutto recintato con cannicci e qualche siepe, io nel frattempo che aspetto mi avvicino e da un buco dietro la siepe, mi guardo la scena; Mario con molta abilità e senza perdere tempo, prende per i fianchi la donna e se la gira verso se.

Margherita, facendo finta di rimanere stupita, fa un breve accenno a ritirarsi, Mario la avvicina con forza a se e le sussurra una frase nell’orecchio che fa ridere Margherita, &egrave la volta buona che permette l’attacco a Mario che la bacia nel collo, basta questo per fare abbandonare alla donna qualsiasi resistenza, le labbra di Mario raggiungono quelle della donna, a questo punto Mario inizia ad allungare le mani, accarezzando le gambe e il sedere di Margherita. Poi sempre le mani di lui iniziano a spogliarla, sfilandole il copricostume che indossa Margherita, che sebbene con i suoi anni non &egrave più giovanissima, ha un fisico ancora arrapante, questo lo avevamo notato in spiaggia, ma mostrato con questa specie di spogliarello, si esalta ancora di più.

Mario si siede sul cofano di una auto e si avvicina con tutto il corpo Margherita a se, lei &egrave tutta eccitata, al punto che inizia a baciare Mario scendendo apre la sua camicia mentre con le mani inizia a sbottonare i suoi pantaloni, Mario l’aiuta alzandosi n po’, lei tira giù anche gli slip e prende in mano il cazzo eretto di Mario e inizia a masturbarlo, mentre lui denudandola del tutto, inizia ad accarezzarle la passera.

I due si masturbano a vicenda come se fossero alle prime armi, provando un prolungato piacere, e prima che culmini in un orgasmo, Mario la prende se la volta e la fa arretrare di schiena per permettere la penetrazione da dietro.

Lei allarga bene le gambe e permette la penetrazione profonda.

Un attimo fermi tutti e due e poi via con i movimenti sempre più frenetici, sempre più forti ed intensi.

Basta poc per sentire nettamente Margherita godere e lasciarsi tutta abbandonare , mentre Mario continua a muoversi con veemenza, Margherita ripresati dall’estasi si volta verso Mario, le dice qualche cosa, dopo di che si alza, si giri e si accovaccia per poter prendere bene in bocca il cazzo di Mario, ed inizia a sbocchinarlo, mentre con una mano si aiuta, Margherita usa l’altra per masturbarsi la passera, pochi secondi ancora e questa volta tocca a Mario godere, vedo che qualche schizzo di sperma bagna la faccia di Margherita, che sembra non gradire che l’uomo le venga dentro la bocca, invece lei prende tutto l’uccello sbrodato e se lo infila in bocca per succhiare tutto lo sperma.

Durante tutta questa scena, che vi ho descritto, per fortuna di Mario non &egrave passato nessuno, io mi sono nascosto quando i due sono usciti dal parcheggio, e sono tornai verso l’albergo.

Dopo un ora mi sono rivisto con Mario, il quale mi ha detto che la donna era rimasta entusiasta e che avrebbe voluto replicare il giorno dopo; e così &egrave stato, con io che facevo da guardia ai due che se la godevano.

Questo &egrave successo anche il terzo giorno, la sera del quale Mario mi raccontava:

Si va bene scopare, ma nel pargheggio a Margherita non va più bene, mi ha detto che vuole farlo a letto, così abbiamo convenuto per stasera, visto che domani arriva suo marito, e dopo sarà impossibile.

E come fai ad andare in camera sua? E a che ora?

Come faro, sara grazie anche a te, che mi aiuterai. per comefare studieremo qualche cosa.

Il resto del pomeriggio &egrave trascorso pensando ad organizzare qualche cosa per le nostre donne, e alla fine abbiamo scoperto che alle 21,00 al cinema all’aperto proiettavano il film con Tom Cruise, siamo stati bravi a farle andare da sole a vedere il film del loro attore preferito, e alle 21,10 io ero appostato dietro al pianerottolo del secondo piano per controllare che fosse deserto, così era, faccio un accenno a Mario che passa accanto a me, mi stringe forte la mano e arriva alla porta di Margherita.

Questa volta avrei dovuto coprire solo per l’entrata di Mario nella camera di Margherita, rimango appostato dietro la colonna e sento Mario che bussa alla porta.

Si chi &egrave? ‘ sento dire abbastanza forte

Sono io- sussurra piano Mario temendo di farsi sentire

La porta sento che si apre e sento la voce di Margherita che dice?

si allora che cosa vuoi?

Come cosa voglio, lo sai bene, ma &egrave per caso arrivato prima tuo marito?

Mio marito arriva domani, ma u che cosa vuoi ora? Per piacere ho voglia di andare a riposare

Ma non dovevamo?

Dovevamo cosa?, guarda Mario la mia pazienza e gentilezza &egrave finita, ora vai via prima che chiami il padrone dell’albergo.

Cosa? Ma stai scherzando vero?

Scherzando? ‘ e a questo punto si mette quasi ad urlare ‘ Guarda che io sono una signora seria, ma che credi? Non ti permettere ‘.

A questo punto per evitare che si affacciasse qualche persona, o salisse il proprietario dell’albergo, mi allontano senza farmi vedere sentendo la voce della donna sempre più arrabbiata.

Mi siedo nella sedia del giardino dell’albergo e aspetto Mario, che arriva quasi subito dopo di me.

cazzo, che &egrave successo? ‘ gli domando

ma che ne so, oggi &egrave stata lei a dire che non voleva più scopare nel garage, che potevo andare in camera sua, ed invece hai sentito che casino che ha combinato.

Speriamo che ora si fermi qui e che non faccia casino con le nostre donne, anzi con la tua donna, visto che io non ci ho combinato niente

La storia &egrave finita che io e Mario abbiamo fatto di tutto per evitare che le nostre donne incontrassero Margherita, e con una scusa di lavoro abbiamo anticipato di due giorni il rientro a casa dalle ferie, dicendoci che questa esperienza ci servirà da lezione: mai scopare con una donna che conosce la tua donna, &egrave pericoloso.

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