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Racconti Erotici EteroTrio

Due amabili sorelline

By 30 Dicembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Caldo.

Tanto.

Troppo.

Quest’ultima settimana di Aprile ha portato un’ondata di caldo umido e stagnante che a Genova non si sentiva da parecchi anni in questo periodo dell’anno, e ritrovarsi alle 3 e mezza di fronte alla stazione ferroviaria di Brignole per prendere il 43 e andare da Chiara a studiare, con il sole a picco sul cranio, sta diventando piuttosto snervante.

Ma pensandoci, pazienza: vedrò Chiara.

L’estate scorsa mi ero anche innamorato di lei, mi ero dichiarato, pur sapendo che sarebbe finita “male” considerato il fatto che era ed è già felicemente fidanzata..
Poi tutto si era sistemato, la nostra amicizia e il nostro rapporto sono però rimasti pressoché integri, anzi si sono rafforzati.

Indubbiamente ho un evidente debole nei suoi confronti che si, cerco di mascherare, ma che il più delle volte si rivela in tutta la sua genuinità.
A parte il carattere, Chiara è proprio bella; anzi gnocca: circa un metro sessanta, occhi verdi, capelli castani che arrivano appena sopra le spalle, la “pancetta sexy” che le ho fatto notare dopo aver visto Pulp Fiction, bel culetto e una quarta favolosa che le estati scorse a Quinto suscitava l’interesse mio e dei bagnanti.

Intanto il bus è arrivato, e sono già sotto casa sua. Mi fa entrare ed, tanti abbracci e baci come sempre, tutto molto accogliente e familiare.
Ah ecco anche Beatrice, la sorella piccola, all’ultimo anno di liceo: fisico atletico da ginnasta e un fondoschiena che mi ha sempre suggestionato a dirla tutta; esce di corsa: si vede con una sua amica, lasciando me e Chiara da soli.
Come sempre ci mettiamo a studiare in cucina uno di fronte all’altro e così passiamo un’oretta tranquillamente. O meglio, lei la passa tranquillamente: a causa della temperatura non è particolarmente vestita e la scollatura del top che indossa lascia ben poco di nascosto ai miei occhi; incomincio a sudare un poco, sia per il caldo che per lei, di questo se ne accorge abbastanza presto e ridendo comincia a muovere le gambe sotto il tavolo sfregandole contro le mie.

-Tutto bene Fra?- chiede in tono malizioso

-C’è qualcosa che ti turba? Spogliati sei hai caldo..-

Abituato a questo suo atteggiamento provocatorio ma amichevole ci rido su, e reagisco alla provocazione iniziando anch’io a sfregare le mie gambe sulle sue e guardandola in modo inequivocabile..

La situazione seppur amichevole, è indubbiamente eccitante e il mio fisico reagisce procurandomi un principio di erezione.

Finiamo di studiare verso le 5 e mezza e ci mettiamo sul divano a guardare un po’ di tv; io seduto, lei sdraiata con le gambe sulle mie..

Difficile ora fare i seri.

Lei per prima non ci riesce e continua a muovere le gambe, a sfregarle sul mio busto, a sfiorare il pube, che ormai non riesce a nascondere più bene la propria eccitazione.
Ricontinua con frasi via via sempre più esplicite:
-Dai Fra, ho voglia-
-Siamo soli, non lo saprà nessuno-

Sembra ridicolo da dire, ma i pantaloni stavano diventando troppo stretti per la grande erezione che si stava sviluppando sotto.

A Chiara non era di certo passata inosservata.. -Ti sta venendo il cazzo grosso Fra? Ti eccita questa situazione? Ti eccito io?-
Mi infiammai in viso, non credo di essermi mai sentito così imbarazzato; lei tutt’altro, anzi, sembrava piuttosto eccitata e incuriosita

-Non ti farà male tenere troppo stretti i pantaloni? Te li slaccio-

In un attimo scende dal divano e si mette sulle sue ginocchia di fronte a me e in un attimo sfila via i pantaloni lasciandomi in mutande.
Leccandosi le labbra estrae il mio pene ormai durissimo e comincia a farmi una sega guardandomi e guardandolo vogliosa. Dopo un po’ si leva il top e rimane in reggiseno e inizia a succhiarmelo a fondo facendolo sparire voracemente nelle sue labbra. Mi svesto anch’io e le slaccio il reggiseno.. Una vista stupenda i suoi due abbondanti e tonici seni, veri, morbidi.. Si stacca dal mio pene e si toglie pantaloncini e slip, e si sdraia sul divano a gambe divaricate; la sua bella fighetta rosa ben depilata e luccicante di umori mi attende; senza farmi pregare mi fiondo sul clitoride già turgido per l’eccitazione e comincio a leccarlo, a succhiarlo mentre lei si abbandona a gemiti sempre più forti e lunghi. Inizio anche ad usare prima un dito, poi due e infine tre mentre continuo a leccarla per bene.
Dopo non pochi minuti esplode in un orgasmo che mi bagna la bocca e la mano: -è ora che ti chiavi per bene- lei dico.
Inizio a scoparla standole sopra facendola venire almeno altre due volte.
-Scopami la figa dai! Siiii Fra! Così daiii! Siiiiiii!-
Improvvisamente si toglie dalla mia presa, e si mette a pecorina: -Mettimelo nel culo Fra! Voglio che tu sia il primo!- Era infatti vergine “di culo”, neanche al suo ragazzo aveva mai permesso di violarle il culetto. Senza farmi pregare comincio a prenderla da dietro con suo immenso piacere.
Sta per avere il quarto orgasmo quando contemporaneamente la porta di ingresso si apre: Beatrice è tornata a casa.. Il salotto in cui eravamo dà proprio sulla porta di ingresso quindi la sua vista era di me che trombavo da dietro sua sorella che gridava come un’ossessa in preda al suo quarto orgasmo.. L’imbarazzo fu indescrivibile.. Per Beatrice non troppo, anzi scoppiò in una fragorosa risata e cominciò a fissare divertita e incuriosità il mio pulsante pene
-Guarda un po’ la mia sorellina, non le bastava il cazzo del fidanzato, vuole anche quello dell’amico del cuore-
Non sapevo come comportarmi, se stare al gioco o rivestirmi.. La soluzione mi arrivò da Beatrice stessa che mollata la borsa per terra si avvicinò con fare sensuale e provocante verso di me: -Voglio divertirmi anch’io con voi-

Si inginocchiò di fronte a me e con movimenti lenti e regolari cominciò a succhiarmi il cazzo fissandomi con i suoi grandi occhi neri, fermandosi ogni tanto per sorridermi maliziosamente e per lubrificare meglio la fellatio.

-Tutte e due te le sei fatte eh Fra? Quanto tempo era che aspettavi questo momento? Chissà quante seghe ti sarai fatto pensandoci in questa situazione?-

Innumerevoli, pensai fra me; ero troppo estasiato da quella situazione, da quelle sensazioni per poter avere la lucidità di dare risposte sensate. Mentre mi succhiava, Chiara cominciò a svestire la sorella che lentamente aumentava la frequenza dei suoi movimenti.
Improvvisamente si staccò da me e mi disse in modo secco e provocante: -Inculami! Fammi sentire il tuo bel cazzone!- Due culi in una giornata sola! Ero fuori di me, non capivo più nulla, la mia mente e il mio corpo non erano più sotto il mio controllo, ero scosso da potenti spasmi di piacere lungo le gambe e la schiena.
Dopo che la feci venire cominciai a scoparle una alla volta.

Prima Beatrice, nella posizione che aveva era facile penetrarle la vagina da dietro. Bagnatissima, forse più della sorella; gridava di meno, ma era più stretta di Chiara, indubbiamente la sua atleticità si faceva sentire anche lì, con mio grande piacere.
Il suo secondo orgasmo fu particolarmente lungo e intenso: squirtò copiosamente, il che mi riempì di sorpresa, non avevo infatti mai visto un esplosione così intensa di godimento.

Mi occupai di Chiara, ormai ero vicino all’eiculazione: sdraiata sul tappeto del salotto con le gambe oscenamente divaricate mi invitava vogliosa a scoparla con vigore.
-Si Fraaa! Scopamiiiii! Dai siiii! Sto venendo siiii! Vienimi dentrooo! Siiiiiiiiiiiii!-
Eiculai violentemente, i fiotti di sperma che si fiondavano dentro di lei mi provocarono forti spasmi nella zona lombare procurandomi un piacere neanche lontamente sperimentato o immaginato. L’espressione che aveva sul volto era la rappresentazione fatta carne del piacere e dell’appagamento più totale. Il lattiginoso sperma caldo le avevano fornito l’orgasmo che voleva. Quando mi ripresi oltre che psicologicamente, anche fisicamente dall’estenuante maratona del sesso che avevo intrapreso mi rassicurò sul fatto che era qualche tempo che prendeva la pillola: già sapeva che avremmo trombato..

Dopo esserci lavati velocemente, ed esserci rivestiti passamo parecchio tempo assieme a coccolarci affettuosamente scambiandoci baci e tenerezze fino all’ora di cena quando me ne tornai a casa non dopo essermi salutato baciando le due ragazze con la lingua, quasi volendo riaccendere quel fuoco che si era da poco placato.

Dopo quel pomeriggio, ogni sera che usciamo assieme in compagnia degli amici, io e Chiara, sempre ci mettiamo uno di fronte all’altro a tavola e le volte che o io o lei ci scontriamo “per sbaglio” le gambe sotto il tavolo, subito si riaccende il fuoco dentro di noi e furtivamente ci scambiamo occhiate maliziose in ricordo degli intensi momenti vissuti assieme.

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