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Racconti Erotici Etero

Due giorni da incubo

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando Franco mi ha raccontato la vicenda di Alice (tutti i nomi di questa storia sono inventati, proprio perché il fatto &egrave vero) stentavo a credergli, ma sapendo che lui l’aveva appresa dalla sua ragazza, che &egrave la migliore amica di Alice, ho capito che non c’erano invenzioni.

Io conosco Alice soltanto di vista, l’ho incontrata una volta in un bar con Franco e Alessia, la sua ragazza, ma purtroppo non ho mai avuto modo di conoscerla meglio, a parte qualche scambio di battuta ogni tanto, e frettolosi saluti.

Innanzitutto Alice &egrave un gran pezzo di figliola, penso che abbia sui 25 anni, abita in un paese un po’ distante dal mio e lavora come segretaria di Direzione nello stabilimento termale.

A volte ho chiesto a Franco di lei, ma lui mi ha detto che &egrave meglio lasciarla stare, perché si &egrave un po’ montata la testa, mira agli uomini ricchi e di successo e ha cambiato molte volte partner, a volte con grandi disperazioni e pianti che va a sfogare di volta in volta da Alessia.

Ho avuto modo di incontrarla qualche volta, ma mi saluta appena; in realtà l’anno scorso mi ero un po’ fissato con lei, ma poi me lo sono fatto passare.

E’ in quell’occasione che Franco, alle mie richieste di conoscenza tramite Alessia, mi portò una sua foto: ‘Guardatela in fotografia questa quà, perché &egrave pazza come un cavallo” mi disse Franco dandomi una foto che gli aveva fatto Alessia pochi mesi prima ” sai che Alessia ha la passione per le foto e a volte ha usato Alice come modella, questa gliel’ho fregata, e se se ne accorge, si arrabbia’ &egrave più gelosa delle sue foto che di me!’

La fotografia &egrave bellissima, Alice &egrave vestita con un abitino nero cortissimo, che in verità non le ho mai visto, anche perché andare in giro in quel modo sarebbe quantomeno sconveniente (per lei, non per chi la guarda!), doveva essere estate e Alessia gliel’ha scattata nel suo giardino.

Alice &egrave ritratta in una posa abbastanza provocante, con il busto leggermente piegato in avanti, il sedere appoggiato al cofano della macchina di Franco e le gambe divaricate: i tacchi alti dei sandali le tengono le gambe in tensione, in modo da farle sporgere il culo verso l’angolo alto del cofano della BMW.

Guardandola si ha quasi l’impressione che voglia farsi sodomizzare dalla macchina, anche perché, la sua minigonna sul dietro le si alza fino alle natiche: e forse &egrave proprio per questo, che Alice nella foto si porta una mano sulla natica destra, come per voler evitare che la mini salga ancora.

Con l’altra mano si appoggia sopra al ginogcchio sinistro, sorride un po’ imbarazzata, forse perché si era resa conto che quella foto stava venendo un po’ troppo audace, ma &egrave bellissima, con gli occhi coperti da occhiali scuri e i capelli castani sciolti sulle spalle.

Mi ricordo che quando Franco me la portò, mi mancò il fiato per un istante, era il periodo in cui mi ero un po’ innamorato di lei, ovviamente in senso platonico, e la prima cosa che riuscii a dire, fu : ‘Cazzo!!’ e la tua macchina che ha detto?’ Franco si mise a ridere, ‘L’ho dovuta portare dal meccanico”. Gli chiesi se c’era anche lui al momento della foto, ma lui mi disse ‘purtroppo no, erano sole lei e Alessia, e di foto quel pomeriggio gliene ha fatte altre, devi vedere che roba!..’ mi montò un po’ il sangue al cervello: sul momento mi venne in mente che facesse un certo tipo di fotografie, ma Franco mi calmò:’cio&egrave, niente di particolare, sono come questa’ anche se in qualcuna Alice si inginocchia fino a mostrare le mutandine bianche.. &egrave una roba da urlo’.

‘ma si veste speso così?’ chiesi impressionato, Franco mi calmò di nuovo, ‘No guarda, questo &egrave un vestito che io ho regalato ad Alessia, e probabilmente quel pomeriggio Alessia ha proposto ad Alice di indossarlo per fare delle foto piccanti’.

‘ Ma guarda che &egrave roba da cover girl” dissi io estasiato davanti alla foto, ” me l’hai portata far vedre e basta o la posso tenere?’

‘ ‘Ci mancherebbe altro, Filippo, &egrave come se Alessia questa l’avesse persa, ma non farla vedere a giro, almeno a che si conosce’.

‘ ‘E’ poter vedere anche le altre?’

‘ ‘Cazzo, Filippo’ ora, quando Alessia non c’&egrave, ti chiamo e si va nel suo studio’calmati però eh?’

In realtà quella foto mi sconvolse, non tanto per quello che rappresentava, in fin dei conti poteva essere una foto come se ne vedono tante, di belle ragazze, ecc’, ma mi intrigava la sfrontatezza con la quale Alice posava, non l’avevo mai pensata un po’ perversa, mentre da quel giorno cominciai a farmi certi pensieri.

Oggi, quei pensieri mi confermano che i sospetti non sono mai abbastanza e che la realtà troppo facilmente supera l’immaginazione, anche perché l’immaginazione &egrave tenuta a freno dalla morale, a volte.

Dopo qualche settimana, Franco mi telefonò per chiedermi se volevo vedere ancora la ‘mia bella’, solo in foto naturalmente, io corsi a casa sua e lui mi portò nello studio fotografico di Alessia, dove teneva appese le sue migliori foto.

La serie di quel pomeriggio era meravigliosa: saranno state una decina di foto, a colori, piuttosto contrastate, la luce arrivava da dietro, e la sequenza descriveva dei liberi movimenti che probabilmente Alice aveva fatto su indicazioni di Alessia.

Una la ritraeva in piedi accanto alla macchina, mentre camminava, con lo sguardo avanti verso un punto oltre l’obiettivo, poi una breve serie molto sexy, dove Alice voltava le spalle all’obiettivo, appoggiata al tetto della BMW con il braccio sinistro, mentre la mano destra stava appoggiata sul fianco.

Una di queste era particolarmente bella, perché mantenendo la stessa posa, la mano sinistra tirava su il vestitino dal dietro, scoprendole il culo e lasciando intravedere la striscia bianca di stoffa delle slip tra le natiche.

In un’altra, Alice rimaneva di spalle all’obiettivo, ma si voltava indietro fissandolo, come se fosse stata chiamata: in questa fotografia, lei piegava leggermente il busto in avanti e quel gesto le scopriva le mele del culo in mezzo alle quali spuntava un pezzetto di stoffa delle mutandine.

Quel vestito era dannatamente corto, come avrebbe fatto una, ad andare in giro in quel modo?

Franco mi disse che quando l’aveva regalato ad Alessia, gli andava abbastanza bene anche se aveva avuto intenzioni ‘porcelle’, ma dopo averlo lavato non se lo era più messo, perché si era ritirato troppo, inoltre Alessia era più bassa di Alice di circa dieci centimetri; quindi la costruzione di quel set fotografico, era stata studiata da Alessia in modo malizioso.

La più grande la ritraeva di fianco, appoggiata con il sedere al cofano della macchina, e doveva essere quella che precedeva lo scatto di quella che avevo io: questa era particolarmente romantica, forse per la luce sui suoi capelli che arrivava da dietro e incorniciava la sua testa in un alone luminoso, o forse perché con una mano Alice si sollevava leggermente l’orlo della minigonna scoprendo ancora di più la coscia destra.

Ma quelle foto erano estasianti: in una di queste, sicuramente la più audace, Alice stava accovacciata con le ginocchia piegate, uno più alto dell’altro e il sedere appoggiato sul tallone sinistro, lo sguardo fisso nell’obiettivo e le cosce divaricate: chissà se qui si stava rendendo conto di mostrare in primo piano le sue meravigliose slip di pizzo bianco, neanche tanto spesse, anzi’

Alice mi piaceva ancora ed ero stato anche a trovarla al lavoro, un giorno che trovai la scusa per un sopralluogo alle Terme, ma lei pur salutandomi gentilmente, mi disse che aveva delle urgenze in quel momente e che doveva andare. Fine dell’incontro. Poi mentalmente l’ho mandata a quel paese e non ci ho pensato più.

Devo dire che quelle foto mi rimasero in mente per un bel po’ di tempo, ma fortunatamente ne ebbi una sola, e questo mi aiutò a dimenticarla.

Questa foto, adesso l’ho messa sotto scanner e ve la mostro a tutti, non tanto per la foto in se, ma per aiutarvi, cari lettori, ad immaginare lo spettacolo che Alice deve aver dato ai suoi capi, dopo che avrete letto cosa le &egrave toccato subire nell’ambiente di lavoro.

Devo dire che quando Franco mi raccontava la cosa, io ho provato un senso di sottile piacere, come una sorta di vendetta per quel suo modo di fare snob e quell’aria di sufficienza, da ‘puzza sotto il naso’: quando mi salutava a malapena, perché si riteneva una donna in carriera. Ecco la carriera che le fanno fare!

Ma veniamo al fatto e scusatemi lo sfogo.

Un pomeriggio caldissimo di giugno, usciti dal lavoro, ci trovammo con Franco ad un tavolo di un bar del Paese; più o meno avremmo parlato delle partite dell’Italia e degli arbitri cornuti, invece il cornuto era quel beato disgraziato del fidanzato di Alice (un po’ di invidia ce l’ho, ma bisogna vedere quanto dura, il fidanzato voglio dire’).

Franco si mise seduto con me sorseggiando un bicchiere di martini, da principio lo vidi silenzioso, poi mi guardò pensieroso e mi chiese: ‘Sei ancora innamorato di Alice?’ , risposi sinceramente

‘Nooo.. Franco, &egrave una fica da buttare in terra, vorrei sapere chi non s’&egrave fatto una sega, anche mentalmente pensando a Lei, ma innamorato no, ho avuto una cotta passeggera, visto che tanto lei mi salutava appena”

‘Allora.. ‘ disse Franco, ‘ tienti forte, la racconto solo a te perché so che un po’ ci sei stato male, e perché sei il mio migliore amico, ma che resti un segreto’ l’ho promesso ad Alessia”

Ascoltavo incuriosito e abbastanza interessato, ho sempre avuto una passione per le situazioni erotiche e mi dispiace quando ho dei periodi di scarsa fantasia come quello che stavo attraversando, per cui il racconto di Franco mi avrebbe potuto stimolare fantasie per scrivere nuovi racconti: però devo dire che la storia che mi stava per essere svelata, basta e avanza per scriverci un libro.

‘Alessia mi ha raccontato che l’altro giorno Alice &egrave andata da lei e le ha raccontato di essere preoccupata per il suo lavoro, in quanto i suoi capi stanno avendo attenzioni particolari nei suoi confronti’ insomma non &egrave questo il fatto. Fammi capire da dove posso cominciare.

Ecco’ il mese scorso, Alice &egrave stata scelta dal suo Presidente per assisterlo durante un viaggio di lavoro”’

(continua in ‘Due giorni da incubo’ parte prima)

L’antefatto dei racconti sul viaggio di lavoro di Alice, &egrave un modo per farvela conoscere, più o meno come la conosco io, cio&egrave poco, e in gran parte da una foto, ma quante fantasie’!

Se Alice fosse stata un po’ meno ambiziosa e arrivista, se fosse stata più attenta a quello che accettava di fare, se i suoi capi fossero stati un po’ più galanti ed educati, forse lei si sarebbe risparmiata due giorni ‘di merda’ come quelli che passò a Milano in occasione della fiera del turismo. Forse’

Tutto cominciò quando Alice venne incaricata dal Presidente delle Terme di occuparsi della sua segreteria personale durante un importante viaggio d’affari che li avrebbe portati fuori per due giorni: in questo periodo avrebbero dovuto incontrare clienti, partecipare a Workshop, visitare operatori e concludere affari.Il Presidente scelse Alice facendole capire che avrebbe potuto fare carriera e puntare molto in alto se si fosse dimostrata all’altezza della situazione.

Per il viaggio che li avrebbe portati a Milano ad un Convegno e una Fiera, il Presidente aveva chiesto ad Alice di vestirsi in modo ‘professionale’ ma con una gonna corta. Alice comprese che si trattava di far fare bella figura al Presidente con la sua presenza e accettò di buon grado. Poi a Milano avrebbe avuto la possibilità di conoscere il famoso Cuzzone, loro finanziatore e capo del gruppo industriale che dava loro lavoro, e questa possibilità le riempiva di interesse.

Subito all’inizio, in auto, seduta accanto al Presidente, Alice subì una piccola ma simpatica ispezione: il capo le fece i complimenti per come si era vestita spingendosi fino a controllare cosa portava sotto la minigonna: le scorse con fare da niente con un dito sulle cosce e le fece salire la mini fino a scoprirle il collant scuro, sotto il quale portava delle slip.

Durante il viaggio in autostrada capitava che qualche camionista suonasse il clacson al suo indirizzo, Alice dapprima fu imbarazzata, ma un po’ divertita, poi ci fece l’abitudine.

A questo punto &egrave il caso di cominciare a spiegare che tutto il viaggio fu organizzato dal Presidente su desiderio del Commendatore Cuzzone, per divertirsi un po’ con una ragazza giovane, bella e desiderosa di fare carriera: il primo scherzetto che il Presidente organizzò, fu un accordo con due amici, che furono incaricati di fare un servizio ‘pulito’, con tanto di ricompensa.

E questo avvenne quando si fermarono all’autogrill a fare colazione: entrarono al bar, ma dopo un po’ il Presidente lasciò Alice al bar e fece finta di andare al bagno, li si trovò con i due amici pagati per ‘l’intervento’: non le dovevano fare niente, solo toglierle le slip e lasciarle il collant indosso, e quindi farla ripartire così. Sarebbe stato più eccitante per il Presidente e poi, figurarsi alla Fiera!

Alice rese tutto più facile dirigendosi da sola al bagno delle donne, dove i due la seguirono. Una volta che fu dentro, uno la prese da dietro dicendole con voce calma di non preoccuparsi : ‘Stia calma, non vogliamo fare niente’ siamo solo collezionisti di mutandine da donna, ci dia le sue e la lasciamo andare tranquillamente’. Alice si spaventò, urlò aiuto, ma uno le mise una mano sulla bocca e da dietro la stese per terra, le ripeterono in due che non le volevano fare niente, lei tuttavia si divincolava, e una volta a terra fu facile per loro immobilizzarla. Poi le alzarono la gambe e le sfilarono il collant fino a metà coscia, quindi le afferrarono le slip e gliele tirarono fino a strapparle, Alice si divincolava ma non riusciva a liberarsi, i due si eccitarono molto nel vederla muoversi così, ma avevano un patto con il Presidente e non la toccarono, almeno più di tanto’

Una volta ridotte in brandelli le mutandine di Alice, le allargarono le gambe per osservare meglio la sua fichetta, Alice si portò istintivamente una mano davanti per coprirsi, ma i due non resistettero ad allungare le mani su di lei: le accarezzarono il buco del culetto e passarono sulle grandi labbra, fino ad affondarle qualche volta le dita nella passerina, poi uno dei due, Arturo disse che dovevano andare via, tirò per un braccio l’altro e fuggirono.

Uscita dal bagno sconvolta, corse alla macchina dove l’attendeva il Presidente che appena la vide le sorrise cordialmente e le offrì una bottiglietta di succo di frutta al mirtillo ‘Senta come &egrave buono’, Alice ringraziò e bevve velocemente, visto che il fattaccio al bagno le aveva seccato la gola. Naturalmente il Presidente, che era un grande maiale pervertito aveva masso preventivamente nella bottiglietta una piccola dose di valium, così Alice si sarebbe calmata durante il viaggio.

Ripresero il viaggio con Alice spaventata e un po’ scossa, aveva quasi voglia di sfogarsi ma non raccontò al Presidente cosa le era successo al bagno delle donne, visto che in fondo, il danno era veramente limitato. Alice non ebbe neanche la forza di chiedere al capo di aprire il portabagagli per prendere la sua valigia e andarsi a cambiare la biancheria. Passata Firenze, il fatto fu quasi dimenticato e Alice su invito del Presidente abbassò lo schienale e si addormentò. Era quello che il maiale aspettava: dopo aver atteso qualche minuto, mise la mano sul cambio e con una mossa leggera spostò l’orlo della minigonna di Alice fino all’altezza della passera, avendo così modo di apprezzare il lavoro dei due amici. Per tutto il tratto autostradale dell’Appennino, Alice dormì sul sedile anteriore, e qualche piccolo movimento nel sonno fece alzare ancor di più la sua mini: il Presidente era divertito dalla reazione dei camionisti che affiancava durante i sorpassi, i quali godendo di una posizione più alta e molto ‘panoramica’ potevano scorgere la passerina di Alice che si mostrava da sotto il collant trasparente. In qualche occasione si azzardò anche ad accarezzarla lievemente con le dita, mentre chi guardava da fuori poteva avere l’impressione che la ragazza si stesse facendo masturbare.

Arrivati a Milano, si diressero verso il padiglione dove si teneva il Convegno della loro azienda, e dove Alice avrebbe potuto conoscere il famoso Cuzzone di cui il Presidente le aveva parlato tanto. Nel salone del Convegno la gente stava già prendendo posto e il Presidente ordinò ad Alice di raccogliere da terra il materiale pubblicitario e di collocarlo sul tavolo dell’entrata: di solito quel lavoro non si fa fare ad una ragazza in minigonna, ma il Presidente voleva osservare come Alice avrebbe fatto ad inginocchiarsi: lei si rese conto che per fare quel movimento, doveva chinarsi piegando le gambe, e nel fare questo sarebbe stato fatale che la mini le salisse pericolosamente in mezzo a tutta quella gente. Per un attimo Alice si rammaricò di essersi vestita così, ma fu molto brava ed elegante nel non far vedere troppo. Con disappunto del maiale.

Dopo il convegno Alice dovette stare ad uno stand della Fiera, dove il Presidente le presentò finalmente il Sottosegretario Cuzzone, il quale ‘ha fatto si che l’azienda dove lavora potesse avere molto denaro’ parole testuali che la stessa Alice trovò poco felici. Cuzzone si mostrò subito interessato da Alice e rimase nello stand parlando con lei.

Poi, approfittando di un momento di basso passaggio Cuzzone, le chiese di mettersi appoggiata al bancone voltandogli le spalle, perché lui le avrebbe fatto un giochino con un piccolo attrezzo che aveva trovato in Giappone.

Alice accettò perplessa: Lui le avrebbe fatto sentire il contatto di un oggetto e lei gli doveva dire che effetto faceva. La cosa le sembrò alquanto stupida, ma in fondo era contenta di trattenersi da sola con il Sottosegretario Commendatore Cuzzone.

La prova iniziò e Cuzzone la fece appoggiare al bancone con le gambe leggermente divaricate, pur mantenendo un atteggiamento composto come se dovesse attendere il pubblico. Quindi le fece allargare le gambe e poi le passò lentamente un piccolo strumento, simile ad uno schiaccianoci, sul retro delle cosce procurandole solletico: il contatto delle due asticelle contemporaneamente sull’interno di ambedue le cosce le fece venire subito i brividi e un senso di solletico le si propagò fino al culo, Cuzzone maneggiava saggiamente l’oggetto e glielo strofinò delicatamente salendo e scendendo sulle sue cosce, fino ad arrivarle sotto l’orlo della minigonna; poi il piccolo vibratore entrò in funzione nelle parti vicine alle grandi labbra, Alice ebbe un sussulto e dette un gemito di sorpresa, istintivamente strinse le gambe, ma nel fare così se lo sentì ancor più presente sotto la passerina e allungò una mano per allontanarselo. ‘Ma noo” esclamò Cuzzone’ faccia la brava, mi aiuti a capire che effetto fa’. sa, &egrave per mia moglie. Via cara, resista e non faccia gesti che possano creare scandalo, s’immagini se passa qualcuno. Lei mi dica che effetto le fa’ e se vede che arriva qualcuno me lo dica che smetto’.

Alice si rese conto di essere caduta in un trappolone, infatti quell’arnese le procurava o un fastidioso solletico, oppure se doveva accettarlo, un crescente ed insinuante piacere che le partiva dalle cosce e le saliva fino alla figa e al culo, eccitandola eroticamente.

Cuzzone salì con l’arnese in vibrazione lentamente fino al culo, glielo fece scivolare sotto la minigonna e le accarezzò le natiche, poi ridiscese all’interno delle cosce e risalì un poco fino al clitoride: il collant rendeva il contatto ancora più stimolante amplificando le vibrazioni e trasmettendole da una parte all’altra del corpo. Si sentiva in trappola e in quei minuti non passava nessuno!’

Cuzzone continuava con una maestria raccapricciante mentre Alice tratteneva a stento la voglia di muoversi oscillando il bacino e di gemere di piacere, ad un certo punto le chiese che effetto faceva, Alice si trovò costretta a rispondere: ‘ Ma, ecco’ Commendatore’ se lei fa così’ insomma cerchi di capire, sono una donna’ lei mi sta portando questo vibratore in zone un po’ erogene’ ecco.. la prego, la smetta’ se continua così mi farà eccitare’ la smetta, per favore..’

Cuzzone le rispose in modo incoraggiante: ‘ bene, bene’ resista signorina, resista ancora un pò, vediamo fin dove arriva quest’affare giapponese”; glielo fece passare di nuovo sotto le grandi labbra della fica, spingendo fino al clitoride. Alice cominciò a dimenarsi e a gemere, mentre controllava con spavento che non passasse nessuno. Poi lei si rese conto che così la stava facendo eccitare inesorabilmente, cominciò a dire basta ma ad ansimare, ma il maiale continuava iniziando una vera e propria masturbazione.

Ad un certo punto, Alice si rese conto d’improvviso che nello stand accanto c’era gente che parlava e stava uscendo nel corridoio, si voltò ‘Basta, basta, ora arriva gente!’ Cuzzone non perse un attimo, la prese per la vita e la sospinse verso lo sgabuzzino dietro lo stand ‘Presto, non vorrà che si crei uno scandalo, presto”.

Si trovarono appiccicati nello sgabuzzino, dove lui cominciò a mordicchiarla sul collo e a metterle le mani dappertutto, la tastava in modo frenetico, eccitato come un maiale, Alice fu addirittura sorpresa visto che nello stand lui aveva tenuto un atteggiamento distaccato.

L’abbrancò da dietro, mordendole il collo, e tenendole una mano sui seni da sotto la camicetta bianca e un’altra sulla passera da sotto la minigonna, mentre gli strofinava l’uccello sul culo, poi le sollevò completamente la minigonna e riagguantò la presa con maggiore avidità. Alice non poteva urlare, ma lo pregava di lasciarla andare sottovoce, e questo rendeva la situazione per Cuzzone ancora più eccitante: cominciò a masturbarla, Alice capì che prima finiva e meglio era, così decise di assecondare il maiale contando sul fatto che quel tipo di stronzoni si eccitano violentemente e velocemente arrivano a farsela addosso. Così, per accelerare l’eccitazione di lui senza concedersi troppo, strofinò il culo sul suo uccello che sentiva non del tutto pieno, poi iniziò a gemere sottovoce: ‘ oohh’ mmhmm’ faccia presto’ mmmhh’ mi ha fatto eccitare’ accidenti a lei’aaammhhh’ mffhh.. mi sta facendo venire’ sto per venire’. Oohhh’. Alice facendo così faceva arrapare sempre di più il maiale ma si eccitava anche lei, e cominciò a bagnarsi la fica, Cuzzone se ne accorse e le si appiccicò dietro, con una mano sulla passera e una sui capezzoli, sentiva da sopra il collant colare gli umori caldi della passerina eccitata, mentre lei con il culo cercava di masturbarlo a sua volta.

Ad un certo punto Alice si ricordò che non aveva slip e che il maiale nello scoprirlo la poteva aver presa per una puttanella di facile assalto, ma in quella circostanza invece di spiegargli le ragioni di quell’abbigliamento, lei si eccitò ancora di più, pensando a come doveva vederla troia il Commendatore Cuzzone. Continuò a gemere di piacere nello sgabuzzino e poi si portò una mano sulla mano di lui e la spinse dentro, per farlo penetrare meglio: lui afferrò il sottile strato di nylon sulla michetta bagnata e lo strappò, poi la masturbò liberamente penetrandola con due dita. Alice ebbe un orgasmo breve e glielo fece vedere gemendo in modo violento e accelerando lo stroifiniò delle sua natiche sull’uccello del maiale. Poi di colpo Cuzzone la voltò, la fece sedere su uno sgabello del ripostiglio, le si mise davanti e se lo tirò fuori, glielò appoggiò sulle cosce si fece una sega inondandola di sperma. Il liquido bianco le colò sulle cosce e arrivò fino ai peli della passerina che lo strappo del collant non copriva più.

Alice si sistemò un po’ alla meglio strofinandosi frettolosamente lo sperma sulle gambe per farlo assorbire e non renderlo visibile, e poi tornarono allo stand: il maiale si avviò baldanzoso verso l’uscita dello stand osservandosi attorno e si allontanò.

Dopo essere stata al bagno per riassettarsi Alice rimase al bancone dello stand cercando di tanto in tanto di portarsi più in basso possibile la minigonna e cercando di vedere che il collant strappato all’altezza del pube non smagliasse troppo estendendo il danno.

La giornata si concluse con un invito pervenuto tramite biglietto, da parte del Commendatore Cuzzone e del Presidente, al Ristorante ‘Belle vie’ per lo ore 20,00.

Fine prima parte

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