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Racconti 69Racconti Erotici Etero

Educazione Sentimentale

By 16 Novembre 2014Febbraio 9th, 2020No Comments

Mi chiamo Carlo e vi racconto una storia vera accaduta in una città del Nordest parecchi anni or sono.
Avevo quasi 18 anni, frequentavo con profitto (non l’avrei mai pensato’.) la seconda liceo e soprattutto giocavo a calcio, dicevano bene e mi piaceva fin da piccolo, da mediano nelle giovanili del club cittadino.
Abitavo da un paio di anni con il fratello di 16 anni e con i genitori in uno spazioso appartamento che mi permetteva di arrivare a piedi sia allo stadio sia a scuola. Ci vuole anche fortuna’..
Chi mi legge si può chiedere dove vado a parare. Pazienza. Bisogna offrire gli elementi essenziali del contesto.
In quegli anni, specialmente in provincia, non era certo arrivata la rivoluzione sessuale e gli ormoni giovanili, che avanzavo (eccome!) dal calcio, li impiegavo non con le compagne di scuola, cui pure ero simpatico, ma che non credo dessero la fica tanto facilmente, non con donne di strada cui non pensavo per nulla, ma con il sistema più praticato per economia e necessità nella storia dell’umanità’.
Comunque non avevo la fissa di avere una donna, frequentavo, partite permettendo, festini morigerati, ballavo, stringevo, uscivo talvolta in compagnia per un cinema, i miei amici di scuola al massimo arrivavano al bacio e al petting, io neppure a quelli. Forse ero anche imbranato..
Diversa la situazione nella squadra che era forte e con cui raggiungemmo un paio di volte le finali regionali. L’estrazione sociale era ben diversa da quella di un liceo: eravamo due studenti su una ventina di ragazzi e nei settori più giovani era ancora maggiore la sproporzione. Dico questo perché figli di bottegai, contadini, artigiani, qualche operaio avevano molta più pratica con il sesso e per un po’ fui preso in giro come il figlio di papa o il recchione. Mi salvarono due cose, 1^ avevo un fiato bestiale e in campo correvo come un pazzo senza stancarmi, recuperavo palloni e rilanciavo le azioni. 2^ negli spogliatoi giovanili capita di tutto, anche di spogliarsi e di guardare i cazzi degli altri. Beh il mio era, forse di poco, ma a occhio il più lungo’.. Il leader della squadra, uno stopper lento ma possente come un armadio, dopo qualche mese di campionato mi disse in stretto veneto: ‘Sarai un figlio di papà (in realtà la traduzione non &egrave letterale’), ma hai il cazzo grande come il mio e non stai mai fermo, quando prenderai una donna la farai impazzire’.
A parte la stima che mi diede di fronte a tutti, mi cominciò a frullare nel fondo del cervello l’idea che forse potevo correre anche dietro a qualche donna’..non solo agli avversari.
Una bella, bellissima, indimenticabile mattina di primavera, dopo l’allenamento arrivai a casa per le ore di studio e mia madre mi disse che era arrivata la nuova donna di servizio.
Di queste cose non mi interessavo, sapevo che si era licenziata la seconda o terza in due anni, ma il perché boh’.Va bene, entro in cucina e c’&egrave una ragazza mora, scura di carnagione, riccia, un po’robusta che saluto frettolosamente. Si chiama Angela, ha un paio di mesi più di me, viene in corriera da un paesino sui colli il lunedì mattina e riparte il sabato pomeriggio. Ciao, le stringo la mano e vado a studiare. Normale’.per il vecchio Carlo.
Mi metto a studiare. Ho almeno tre ore sino alle 20 quando &egrave programmata da sempre la cena. Poi, caso mai, vado avanti dopocena, la mattina invece mi piace dormire’..
Alle 20, arrivato puntuale mio padre, ci si siede a tavola. Angela serve la minestra con un l’usuale grembiule a pallini rosa che le lascia scoperti i polpacci e il ginocchio. Ho compagne di scuola con i polpacci ignobilmente magri, questa ragazza invece ha signori muscoli che ti fai solo camminando o pedalando. La guardo facilmente perché deve entrare dalla cucina proprio davanti al mio posto, non &egrave grassa &egrave proprio robusta, non &egrave bassa direi verso 170, mi viene in mente una riccia con i capelli corti che ho visto su una foto porno. Angela ha viso e pelle più scuri, ma il taglio dei capelli appena sotto le orecchie &egrave simile a quelle foto che avevo utilizzato da poco a scopo terapeutico”.Gli occhi sono nerissimi e non mi avvedo, da pollo, che si accorge che la sto studiando. Incrociando gli sguardi mi rendo conto che &egrave il suo &egrave magnetico, direi che non sarà una bellezza, ma me la definisco sexy.
Certo mi sento un po’ colpito e passando in salotto alla tv nel dopocena con tutta la famiglia, ed anche Angela, più la guardo e più mi sento attratto. Che fare?
Un po’ alla volta, come al solito, uno alla volta abbandoniamo la Tv per la propria camera e io verifico facilmente, visto che bagno e 4 stanze sono in zona notte, che tutti siano in stanza e poi, quatto quatto, vado verso la zona giorno con l’alibi pronto che sto andando a bere in cucina.
A fianco della cucina, e prima della verandina che porta in giardino, all’estremità dell’appartamento, c’&egrave la microscopica stanza di Angela: ci sta un armadio a sinistra e un letto a destra, poi una porta ripiegabile dà su un bagno di neppure 4 mq con lavello davanti e water a destra.
Ovviamente io sono lì per guardare per il classico buco della serratura.
La luce &egrave accesa e vedo bene, disto nemmeno tre metri, Angela che &egrave in sottoveste bianca e sta armeggiando sul lavandino. Poi va a destra e vedo solo le ginocchia e metà cosce: &egrave seduta sul water. Si alza e vedo ancora meno, ma adesso fa un passo avanti e si leva sottoveste, reggiseno e mutandine, comincia a lavarsi alla meno peggio aiutandosi con un catino. Poi si gira per prendere un asciugamano con cui comincia ad asciugarsi. Ha delle tette accettabili, non tanto quanto quelle delle foto della pornostar, ma non inferiori alle compagne con cui faccio educazione fisica o vado al mare. Vedo con stupore e piacere la fica: &egrave più folta dei peli che ho io attorno al cazzo, &egrave una foresta ed &egrave riccia riccia scura nera. Il cazzo mi diventa duro e mi fa male. Non riesco a trattenermi, con la mano lo prendo e guardandola nuda attraverso la serratura sborro nel mio pigiama sperando di non lasciare tracce nel buio. Lei si infila una veste da notte, uno slip e si avvicina alla porta, mi viene un attacco di panico, ma chiude la luce e dal rumore si capisce che si avvicina e poi entra nel suo letto.
L’indomani non ho allenamento e tocca a me portare il caff&egrave alle 15 precise svegliando mio padre che torna puntuale al lavoro. Il caff&egrave &egrave di competenza della donna di servizio. Vado in cucina, Angela &egrave seduta al tavolo di lavoro e sfoglia un giornale illustrato. Con la scusa di guardare cortesemente una foto le accarezzo un braccio e, girando la pagina per vedere se le foto interessanti continuano, le tocco il seno, sodo e invitante, mi scuso, mi guarda con i suoi occhi penetranti non protesta e si mette a preparare il caff&egrave.
La sera, come la precedente, mi avvicino alla sua porta, ma, cazzo, la chiave !!!! Ieri la chiave permetteva di guardare e avevo avuto fortuna, oggi o &egrave un caso oppure ho fatto rumore e Angela l’ha girata. Vado incazzato a studiare. Ora che c’&egrave lei in casa non mi passa per la testa di ricorrere alle foto.
Dopo aver pensato il da farsi, un paio di giorni dopo, alle 14, vado in sala da pranzo, dove sta sparecchiando, la saluto, la guardo, mi fissa ferma e io’la afferro, le palpo il seno, le metto la sua mano sul mio cazzo che sta sfondando i pantaloni leggeri. Angela non protesta, anzi mi afferra il cazzo e me lo stringe, ma rimane ferma con le mani. Questo mi eccita al massimo, sento la sborrata imminente e mi allontano. Che figura!
E’ il suo pomeriggio libero ed &egrave uscita. Io penso a che fare per vederla in stanza e mi viene in mente di praticare un buco sulla porta. Da vero genio uso uno spiedo da forno infuocato che buca facilmente in un paio di posti la porta di legno leggero’.certo i buchi si vedono”
La sera mi avvicino al solito, la serratura &egrave libera, e la uso assieme agli ottimi buchi, luce accesa, &egrave sul letto nuda con la sottoveste alzata e si sta toccando la fica con una mano. Avevo visto qualche foto ma nulla sapevo della masturbazione femminile. Si infila una, due dita dentro, si tocca su e giù, poi comincia ad accarezzarsi con un movimento circolare tra il pelo foltissimo, ho il cazzo che sta per esplodere, mi pizzico, mi pianto le unghie, voglio resistere, adesso ha in mano una’carota e se infila mentre comincia ad alzare le ginocchia e ad alzare il bacino ritmicamente. Mi fa impazzire, non resisto più, lo sperma irrompe sulla pancia e sul pigiama e deve avere sentito qualcosa perché guarda palesemente verso la porta con il suo sguardo fisso.
Il giorno dopo sono al campo, poi ho un casino di esercizi di matematica che mi sembra l’osso più duro, Angela entra in camera mia per sistemare vestiti invernali nella parte superiore dell’armadio a muro, dice solo ‘posso?’, prende una scaletta e si arrampica, mi offro di aiutarla e non rifiuta. Vedo le sue gambe muscolose e le cosce e le mutandine bianche con i peli ricci che escono, le abbraccio le cosce sulla scala e cerco di carezzarle la figa, mi respinge con un leggero spintone, continuo a passarle vestiti e quando scende le afferro le tette e la bacio sulle labbra, non si stacca subito, ma mi dice ‘sta fermo c’&egrave tua madre in casa’.
Dopo cena i genitori sono da amici e mio fratello &egrave in gita scolastica. Sono solo alla televisione a guardare una partita mentre lei sparecchia, poi viene alla tv senza parlare. Io mi alzo le prendo le mani, &egrave perplessa, la faccio sedere sopra di me. Ho il cazzo duro e penso che così lo sente. La bacio. Mi dice solo’ cosa fai? Vieni in camera mia? Ti sento fuori dalla porta’.la notte”. Chiudo la Tv e vado a mettermi il pigiama.
Trovo la porta socchiusa, Angela sdraiata sul letto in sottoveste al ginocchio, si vedono mutandine bianche e reggiseno. Mi dice subito ‘chiudi la porta e fai piano’. Io sono intimidito; neanche l’esordio nella squadra in cui milito mi aveva bloccato così le gambe. La abbraccio, la bacio sulle labbra, faccio uscire una mammella e la succhio, poi l’altra la accarezzo e noto una aureola grande attorno al capezzolo duro. Le palpo i fianchi, le bacio la gola poi accarezzo le cosce e con le dita cerco di entrare sotto le mutandine nella figa. Si irrigidisce e mi dice ‘tutto, ma questa no, solo dopo sposata qualcuno la toccherà’. Mi blocco mentre Lei mi prende il cazzo che mi fa male e che al tocco esplode come una mina tra le sue due mani inondando di sperma il mio pigiama e la sua sottoveste. Dice solo’ che schifo’ e io me ne vado nel mio bagno incazzato.
Sono incazzato con me stesso e non mi faccio vedere per qualche giorno ai soliti appuntamenti. Qualche pomeriggio dopo entra mentre studio sculettando nella mia camera per riporre lo stirato, mi guarda zitta con i suoi occhi neri da strega, io non resisto e allungo le mani sotto il camice e sotto le mutandine, Lei si ritrae con forza dicendo ‘perché devo avere un moroso che non fa nulla e un altro che mette le mani dappertutto’ e se ne va.
Lo strano &egrave che, pur con queste distrazioni, la scuola si sta avviando alla fine con ulteriori miglioramenti nel mio rendimento e pure il campionato dove dicono che sto rendendo al massimo’.. Ne approfitto per chiedere qualche consiglio sessuale al capitano che &egrave notevolmente sorpreso, incuriosito e contento della faccenda’..
Altri giorni senza incontri e Angela entra nella mia stanza a dirmi (mai fatto prima questo annuncio’) che la cena &egrave pronta. Mi prende una mano, sto per mandarla a quel paese, ma se la porta alla fica e mi dice senti qua cosa c’&egrave e cosa ho, e mi mostra il mio dito insanguinato. Vado a cena.
Dopo cena, ascolto il mio capitano, e mi sparo una sborrata gigante pensando a una chiavata con Angela. Mi ha garantito che così la seconda tarderà a uscire’..Quando la casa &egrave silenziosa, mi muovo, la porta &egrave chiusa, &egrave scuro, busso piano e entro, accendendo la luce.
‘cosa vuoi?’,
‘lo sai, non ti tocco li’
Le tolgo la sottoveste, e le mutandine, non ha reggiseno, mi tolgo la maglietta e i calzoncini del pigiama, poi le metto il cazzo vicino alla bocca e pare spaventata, lo scappello e dico che si possono fare tante cose e che le mani non le uso sulla sua fica. Mi giro e comincio a leccargliela: &egrave una boscaglia di peli lunghi arricciati come i suoi capelli. Lei mi chiede solo cosa sto facendo. Io come risposta cerco intanto di strofinare il cazzo sul suo viso.
‘cosa fai ho le mestruazioni’
‘ beh non sei velenosa e non uso le mani e il mio cazzo tu potresti baciarmelo un po”
E’ titubante, ma sento che la sua fica si emoziona mentre la bacio e mentre lei bacia lui. Io le suggerisco di succhiarlo come un ghiacciolo e di provare quello che le piace fare.
Sento che sto per venire, mi pizzico, mi fermo bruscamente e mi giro, mi guarda stupita e poi ridacchia:
‘sei sporco di sangue aspetta’
‘no, adesso finisci se no sto male’ e cerco di infilarle il cazzo in bocca diritto. Lei invece lo afferra e io sto fermo per vedere che cosa fa: lo tasta, schiaccia a due mani sovrapposte, poi lo tira ahi, allora le mostro cosa mi piace e lo fa talmente bene che esplodo e la prendo in viso sul petto e sul cuscino ‘che schifo”.’ dice. Ma questa volta la accarezzo sdraiandomi accanto e le tolgo lo sperma dal viso con la lingua. La giro, le prendo le tette ognuna entro una mano, e le faccio sentire sul culo il mio cazzo che sta già crescendo.. Intanto le bacio il collo e la schiena, le titillo i capezzoli e almeno una mezzora passa così tra carezze sue che insistono sul mio pene e sul mio viso e le mie che vanno dappertutto fuorché in zona vietata. Buona notte, a domani.
Continua

EDUCAZIONE SENTIMENTALE Parte 2
La scuola &egrave finita e sono stato promosso all’ultima classe con una media quasi dell’otto. Torno a casa a metà pomeriggio: Angela &egrave sola in casa e sta preparando la cena. La abbraccio da dietro mettendole le mani sulle tette e sento che manca il reggiseno.
‘E’ caldo’ .
‘E allora ti sei tolta anche le mutandine?’ le alzo il grembiule e infilo tra le chiappe il cazzo duro.
‘ No di certo, con te la prudenza non &egrave mai troppa’ sorride, ma intanto si gira e mi bacia.
‘Angela’ le dico ‘adesso il bacio va fatto bene’. E le infilo la lingua in bocca e comincio a cercare la sua. Dopo un minuto lo fa meglio di me e me la risucchia fino a farmi male. Intanto io insisto con il cazzo tra le cosce e lei ironica:
‘H fatto bene a tenere le mutandine’.
‘Vuol dire che non ti fidi di me?’
‘Forse sì, ma l’uomo &egrave bugiardo, adesso lasciami lavorare che tra poco tornano i tuoi.’ Altro bacio e un arrivederci alla notte.
Alle dieci e mezzo entro da Lei, la bacio e lei mi chiede:
‘Cosa altro mi insegni?’
‘Impariamo a fare bene il 69’
Presa la posizione dell’ultima volta, lei comincia a succhiare aspirare leccare il cazzo, io lo stesso con la sua figa e il suo folto cespuglio che ogni tanto morsico e tiro con i denti.
‘ Ahi, varda che ti morsico questo affare che diventa sempre più grosso” Ogni tanto mi dava effettivamente un piccolo morso che mi faceva piacere per evitare una esplosione prematura.
‘Prova a ficcarlo in gola fino in fondo’..’ le dicevo e lei lo afferrava con un pugno e se lo spingeva dentro mentre io cominciavo a far su e giù nella sua gola.
‘ Ti te me fe diventar mata’ mi dice mentre le titillavo il clitoride con la lingua e lo aspiravo con le labbra.
A un certo punto cominciò ad agitarsi e sentii che la fica produceva un succo con un sapore dolciastro e un buon odore, e cominciai a succhiarlo’. Angela mugugnò disse mezze parole incomprensibili in dialetto, diede due tre colpi con il bacino e alzando le ginocchia poi si fermò di colpo borbottando. Eravamo in un bagno di sudore, io mi lasciai andare e le dissi:
‘Prova a mandarlo giù se non ti fa schifo, non &egrave velenoso” Feci una sborrata da primo della classe e lei non disse nulla. Mi staccai, mi girai e la guardai, lei stava inghiottendo e rimaneva un po’di sperma sul mento. Lo presi con una mano e le chiesi
‘Com’&egrave?’
‘Uno schifo’ mi rispose prendendosi e inghiottendo anche quello che avevo sulla mano. Poi per una buona ora per festeggiare la mia promozione stemmo a giocare io con le tette lei con il cazzo e ci lasciammo prima di addormentarci.

Il giorno dopo, genitori e fratello sono andati a scegliere l’albergo in montagna, noi ci ritroviamo tristi soli soletti a mangiare un boccone in cucina alle 13.
‘Angela cosa dici di un sonnellino sul mio letto che &egrave più largo”.
Mi guarda e non parla, la aiuto a rassettare e ne approfitto per palparle il culetto che mi piace tanto’..
‘Oh Oh, non ci sono le mutandine!!?’
‘Le ho lavate, &egrave umido e non si asciugano’.
‘Che schifo’ dico io, la prendo per mano e la porto in camera, per prudenza ho lasciato la chiave sulla porta di casa all’interno, non si sa mai’
‘Cosa mi fai fare?’ con un sospiro
‘Nulla che non ti possa piacere, anzi una cosa nuovissima per tutti e due e non ti tocco davanti, ma dietro dove hai una cosa bellissima’.’
‘Cosa dici di cosa parli?”.
‘Sai che una delle cose che piacciono di più &egrave il sesso anale’?
‘Cossa seo?’
‘ Non ti tocco la figa né con le mani né con questo tuo amico e tu lascia fare a me e non te ne pentirai, non ti &egrave piaciuto in bocca e le leccate di fica? Adesso vedrai che questo &egrave meglio, ma devi fare quello che ti dico’.
‘Madre santa sto matto se le inventa tutte’.
Comincio con una serie di lingua contro lingua che ci fa eccitare tutti e due: sono come un polipo e pur rispettando i patti raggiungo ogni altra zona del suo corpo cosce interne comprese mentre lei &egrave monotonamente ma molto piacevolmente attaccata in ogni modo, ma non con la figa, al mio cazzo.
Quando siamo riscaldati e sudati tutti e due le dico di darmi la mano per mostrarle cosa deve fare lei perché io non posso. E le conduco un suo dito dentro la fica.
‘Cossa feto?’
‘No cosa faccio, ma cosa fai tu: ti accarezzi qui su con due dita, non lo hai mai fatto?’
Arrossisce, ma ammette ‘ Qualche volta, ti si un diavolo tentatore’..’
‘ Beh adesso lo fai mentre io ti faccio sentire il mio cazzo da un’altra parte’.
Sta zitta e mi guarda perplessa ma, piegata in avanti con una mano sotto la pancia comincia a masturbarsi, mentre io le lecco il culo dove infilo prima la lingua poi un dito che le fa fare un salto di sorpresa.
‘Non preoccuparti e usa le tue mani nella fica’ e comincio a ungerle il culo con una pomata emolliente per emorroidi che ho trovato tra i medicinali (andrà bene?).
Mi chiede cosa faccio, io la bacio e le strizzo i capezzoli dicendole che ho messo un po’ di vaselina per entrare meglio.
‘Entrar nel culo, Gesumaria’.
‘Se non ti piace dimmelo e mi fermo’ intanto procedo con una due dita e poi con tre piano ruotandole, Angela mugugna ma si sta sollazzando con il clitoride, bando agli indugi, spingo il cazzo che mi pare più grosso del solito e entro 3-4 cm, lei fa dei gemiti, e io scivolo dentro il suo culo vergine muscoloso sodo che sculaccio con voluttà mentre lo stantuffo.
‘Carlo lo sento’ forse &egrave la prima volta che mi chiama per nome
‘E ti piace?’
‘Mi piace il tuo cazzo’ e continua a infilarsi dita e mani nella figa.
‘Angela adesso sborro dentro di Te’.
Lei continua a eccitarsi con la fica e io eiaculo dentro.
‘Sento caldo dentro’.
‘E’ il mio sperma incazzato perché non lo fai entrare in figa ‘.
‘Che schifo’.
La bacio ed esco, sono sudato al massimo e mi fermo su un gomito sul materasso a guardare lo sperma che sta uscendo lentamente dal culo di Angela. Lei ha una mano sulla fica, una sui resti del mio cazzo, ma guarda cosa esce da lei’
‘Che schifo’ dice ‘te me gh&egrave brusà il culo’.
‘Allora mi pare giusto darti da bere qualcosa di fresco’.
Mi chino sotto il suo buchetto e comincio a leccare lo sperma che esce, a risucchiarlo e poi man mano mi avvicino alla sua bocca e dolcemente glielo passo con un bacio appassionato, &egrave sbalordita.
‘Ti se mato, però sto sugo me piase’.
‘Per questo te lo passo perché non vada perso, sarebbe uno schifo vero?’
Mi guarda fisso, arrossisce e mentre mi chino per un altro recupero emette un peto che accompagna un flusso abbondante di sperma.
‘ Ottimo’ le dico, montami con il culo sulla faccia e aspetta un momento.
Si accovaccia obbediente, le schiaccio con le mani leggermente la pancia e il flusso mi riempie la bocca.
Mi alzo in piedi, l’aiuto ad alzarsi e la abbraccio stretta sentendo le tette schiacciate sul mio petto e cercando invece di evitare un contatto forte tra cazzo e figa nella zona interdetta. Le passo in bocca una bella quantità di latte che ingoia mentre mi stringe con forza la schiena con le sue braccia allacciate.
‘Sta fermo, toso che fasso mi’ mi lecca il mento e il viso, poi con una mano va sotto il mio naso prende un filo bianco me lo mostra e se lo infila in bocca.
‘Sta bon’ e scende lentamente con la lingua sostenendomi in piedi con le braccia leccando petto, pancia e ‘.il cazzo. Prima lo lecca tutto attorno, poi lo scappella e lo lecca attentamente e comincia a succhiarlo. La mia erezione &egrave veloce.
‘ Varda che me toca far per salvare la figa, che schifo!’ succhia pompa lecca stringe morsica solletica le palle e dalla riserva esce ancora una eruzione di latte che beve direttamente alla fonte.
‘El to casso me piase’ e avrei voluto vedere’..
Dopo 5 minuti di tregua e di carezze mi pare equo mettermi in posizione afferrandole i piedi e cominciando con la lingua ad accarezzarle la fica e a titillarle il clitoride dolcemente mentre lei ha ovviamente ricominciato a menare il mio cazzo che riposava sul suo viso e mi sta già facendo rinascere l’erezione. Mi dice: ‘adesso te lo magno ‘ e lo munge letteralmente con mano e bocca e denti facendomi venire in 5 minuti e, girandomi con la testa, mentre lei dice’tasi e ciuccia’, vedo che sta inghiottendo tutto.
‘Ti sta fermo’ e ricomincia a aspirarmi, questa volta impiego di più per l’erezione, ma le leccate che mi dà sulle palle e verso il culo mi fanno fare un poker non di assi ma molto piacevole.
Mentre per riposarci ci tocchiamo (quasi) dappertutto le chiedo come va con Francesco (il suo amore). Mi guarda fissa e fa una smorfia,
‘non usa le mani, qualche bacio, ma a te cosa te interessa’?

‘Senti un po’ non preferisci che si dia da fare con questo’ e le indico il cazzo ‘o aspetti di vedere se funziona solo dopo il matrimonio? Sai che fregatura se non funziona’
Mi risponde che ci ha pensato, ne ha parlato con sua madre che le ha consigliato di fargli dare una mossa, ma di non farsi ingravidare’…
‘Capperi e cosa aspetti?’
Siamo andati avanti tre anni, e mai ricordo una donna più attaccata al cazzo. Nel caso per fortuna il mio.
Per farla breve per alcuni giorni, il terzo e ultimo anno che eravamo assieme, e il primo mio di università, siamo rimasti alcuni giorni da soli a casa perché erano tutti al mare ed io avevo un esame in post appello. Credeteci o no &egrave accaduto: in una notte tra inculate pompini e lavori vari con le mani e con i piedi mi ha fatto sborrare sette volte e non so quante volte sia venuta Angela tra le mie leccate e le sue lavorazioni di mano. Il giorno dopo non sono riuscito ad aprire libro’ma l’esame &egrave andato bene’Non preoccupatevi per il calcio: mi dispiace ancora, ma non ce la facevo a far bene assieme anche l’università fuori sede”.
Qualche volta l’ho anche accompagnata a casa in auto e per strada mi ha fatto ottimi pompini, ho conosciuto Francesco, bravo il suo ragazzo, ma forse più ingenuo e imbranato di me, sono stato invitato al matrimonio, ci sono stato e ho pure baciato la sposa’.
continua

Passato qualche mese torno a casa un pomeriggio di Luglio in piena sessione di esami e Giannina, la nuova domestica, mi informa che ha telefonato la signora Padovan, cognome di Francesco, e se la posso richiamare verso le 19 oggi o domani.
Che vuole Angela ? la chiamo e parla di pratiche Inps in sospeso, dovrei aiutarla un pomeriggio, scelga quale io la prossima settimana perché bisogna farlo in quel periodo, io non capisco?? Inps ??,
‘Una volta mi hai detto che volevi risolvere quel problema e sono sicura che hai i mezzi per sistemare il contributo che manca’.’
Comincio a capire e rispondo che effettivamente il problema va risolto al meglio e che era ora. Ridacchia e ci diamo appuntamento alla stazione delle corriere nel pomeriggio in cui la nuova domestica torna a casa mentre i miei sono sparpagliati in vacanza. Brava Angela ha un sacco di informazioni”.
Alle 14 di un infuocato 10 luglio, indimenticabile perché il giorno prima avevo superato l’esame spauracchio di tutti noi poveri futuri dottori, acchiappo Angela al bus. Non la vedevo da un paio di mesi, la bacio e osservo i capelli ricci un po’ più corti, una gonna fucsia sopra il ginocchio e una camicetta un po’ scollata azzurrina. Saliamo in auto e, prima che io le metta una mano sulle gambe scoperte e altrove, lei mi piazza la sua mano sul cazzo duro e comincia a palparlo.
‘Non male sto casso, toso’.
‘Guarda che ho passato ieri l’esame più difficile, e sono quasi dottore, un po’ di rispetto’.
‘Rispetto un casso, però mi potresti visitare’.’.
‘Vediamo un po’ cosa hai’ e le metto direttamente la mano sotto la gonna sotto la mutandina e tocco quello che mai la mia mano aveva sentito’.’ Angela, sento qualcosa qui’.’.
‘ Bravo adesso sono sposà e te poi toccar e anca ficcarghe dentro el casso’.
‘Certo che il povero Francesco non sarà contento”.
‘Povero parch&egrave? xe mio mario, el gà delle belle vigne, me ciava el sabato e ghe tegno in ordine la casa”.
‘Solo il sabato?’
‘Usa cossì’ con un sospiro ‘e comunque el so casso non xe grande come piase a mi, mejo cossì’.
Arriviamo a casa e come entriamo la bacio dappertutto e cominciamo a spogliarci uno con l’altro.
‘ Questo xe un casso’ e si inginocchia nell’atrio a prendermelo in bocca.
‘La tua &egrave la figa che ho aspettato più di tre anni’ e gli struscio il cazzo tra i peli e sul clitoride che spunta veloce come un fungo dopo la prima pioggia.
‘Te sta ben, se te la davo chi me sposava più ? adesso podemo ciavar’.
‘Aspetta Angela ho un regalo per te che hai aspettato tre anni pure tu..’
Vuole vederlo e averlo subito, ma io le dico di andare in camera mia e che per averlo deve avere gli occhi chiusi.
‘Madona te si ancora più mato’.
Sdraiati sul letto le dico:
‘Angela so mato, ma non ti ho mai fatto del male; adesso ti bendo con questo fazzoletto, sentirai che ti tolgo le mutandine e che ti metto un altro paio di slip, poi ti tolgo la benda’.
‘Ma dopo ciavemo o me incasso’.’
Estraggo dal cassetto un paio di slip neri di marca che mi sono costati un patrimonio in un sex shop, sono microscopici e si possono definire slip come categoria generale, ma in realtà dietro hanno un filo interdentale e davanti hanno una striscia di pizzo di 3 cm che non copre nulla e soprattutto &egrave deliziosamente divisa verticalmente da una fessura che permette di entrare in fica con assoluta facilità.
Le tolgo le mutandine mentre lei armeggia già con il mio cazzo e le infilo il sex-slip. La taglia per fortuna l’ho indovinata e non la stringe troppo.
‘Adesso Angela ti tolgo la benda e puoi guardare, se non sei troppo occupata con il mio uccello’.
Si guarda curiosa, si alza, va allo specchio che &egrave nel bagno vicino, allarga le gambe e l’effetto &egrave clamoroso. Peli a destra e a sinistra e al centro, ma lì si vedono le labbra della fica che si aprono.
‘Cazzo, adesso me lo ficchi dentro subito’ mi dice in italiano.
‘Per questo te le ho prese; per tre anni a letto con te dovevo rispettare la tua figa e mi sono abituato tanto alla vista dei tuoi slip, che adesso ti voglio chiavare attraverso queste mutande’.
Ci ributtiamo sul letto e vuole portaselo dentro subito, ma la fermo.
‘E un preservativo no? Lo ho qui’.
Mi guarda schifata ‘xe roba da putane’.
‘Ma prendi la pillola o vuoi che esca prima di sborrare ?’
‘Mi no prendo medicine per ciavare e voglio essere ciavata dentro da ti no sbrodolata fuori’.
‘Ma rischi di rimanere incinta se sei nel periodo giusto’.
Mi interrompe un po’ sull’incazzato:
‘sentime ben toso, go aspettà tre anni e più, me so sposà e adesso posso ciavare in pace perché go il marito. Gheto capio?’
Non fa una piega”.la bacio mentre lei se lo infila tra la fessura del minislip e dentro la fica riccioluta.
‘Ah era ora di sentire il tuo casso nela mia figa’ comincia a muoversi sotto di me ancheggiando e alzando ritmicamente il bacino con colpi anche forti con le gambe. Io cerco nel suo bosco il clitoride che, preso tra due dita, mi pare più grande di quando lo leccavo nei 69 sessantanove volte fatti’.
‘Angela volevo da anni entrare dentro di te fino in fondo’ e comincio a spingere e sento il fondo della sua fica. Capperi il mio cazzo deve essere scatenato. Lei mugola come un’ossessa e comincia a urlare ‘in fondo, sfondami voglio sentire il tuo cazzo’.
In tre anni avevo imparato con Lei, cosa essenziale, come non venire troppo presto e di aspettare sempre le sue esigenze e il mio piacere. Le spinte forti sue e mie mi facevano ci facevano godere, oltre che sudare, ma contribuivano a posticipare il mio orgasmo come volevo.
Lei venne mugolando un paio di volte ed io alla seconda mi fermai, la girai e la presi alla pecorina, dicendole’non temere oggi fica solo non culo’.
‘Varda che va ben oggi, ma la prossima te me riempi anche el culo che me piase’.
‘Angela sei una porca’.
‘Mi sarò una porca, ma ti ti si un porseo e mato’.
Da dietro sentivo che potevo andare ancora più dentro e che la sua figa comunque si allargava come una parete resistente ma elastica. Spingevo e muovevo il cazzo e intanto le ficcavo un dito e poi due intrecciati nel culo e mi sembrava che dita e cazzo urtassero da diverso canale la stessa parete. Angela era un brodo di sudore e di liquidi vaginali. Ogni tanto tremava come se avesse brividi di freddo.
La girai di nuovo e mi pareva inerte con gli occhi spiritati, ma non fissi come il solito, quasi da ubriaca o da ‘fatta’. Le alzai le gambe sopra le mie spalle le afferrai il collo e cominciai a spingere al massimo in questa posizione stringendole ogni tanto la gola, ogni tanto strizzandole forte i capezzoli. La sentii dire piano:
‘Ti si una bestia, me sofochi, ma me piase, me piase’ e queste ultime parole con voce crescente mi fecero sborrare. Ma in modo diverso dal solito e che mi capitò pochissime altre volte: non un grande getto continuo, ma un getto forte seguito da una pausa e poi un altro e poi un altro, sembravo un geyser o un tubo strozzato da qualche parte’
Angela mi guardava con occhi appannati e continuava ad avere brividi che sentiva anche il mio uccello nel nido che si era creato. Le lasciai le gambe e ci rovesciammo sul fianco senza liberarci dall’intreccio cazzofiga che si era creato a furia di spinte. Ero un bagno di sudore e Angela cominciò a graffiarmi il petto. Si era lasciata crescere le unghie e mi lasciava i segni e mi tirava anche i peli. Io cominciai a morsicarle le tette e strizzarle con le mani i capezzoli. Poi scesi nell’interno della sua caverna, dove i liquidi erano ovunque e cominciai a giocare con il clitoride cercando di farlo crescere come fosse un piccolo cazzo. Infatti cresceva e Angela, chissà perché con un occhio aperto e uno chiuso, mi mungeva con le mani il mio di cazzo e lo incoraggiava ‘ cresci, gonfiate, devi pomparme ancora’. Il suo clitoride ora superava sia le mutandine sia i peli e mi sembrava metà del mio mignolo, non male’. Interessante.
Mi cavai bruscamente dalle mani di Angela e cominciai a carezzare la sua appendice sessuale con la mia. Si ingrandirono tutte e due assieme ancora e il mio mi faceva pure male per duro che era.
‘Adesso monti tu a cavallo”
‘Cossa?’
La alzai sopra di me.
‘Che casso, longo come quel del musso’.
‘E adesso lo infili nella tua fica in fretta prima che esploda’.
Sentì uno sforzo sul mio pene che evidentemente aveva una angolazione difficile, ma ci sistemammo e lo senti dentro al massimo.
Angela stava zitta da un paio di minuti in cui si sta assestando ed era strano non facesse commenti.
‘Gesù Maria, me piase me piase star seduta su de ti con il casso così dentro, me piase’ e queste parole erano urlate digrignando i denti e spalancando la bocca.
Io le diedi un paio di colpi con il mio bacino e le dissi di giocare al cavallino sopra di me. Cominciò a saltare e non la smetteva più, ogni tanto la figa usciva e poi mi piombava dentro come a farsi impalare.
Era sudata, anzi grondava sudore dappertutto, sentii che rallentava e veniva una volta e un’altra. Si appoggiò alle mie spalle, mi baciò mi guardò fissa e mi disse:
‘vieni amore vieni dammi il tuo sugo ti amo’ beh forse ero fuso ma fu la prima e l’ultima volta che la sentì parlare di amore e per di più in buon italiano. Comunque non mi costò nulla accontentarla e tutto quello che era rimasto dentro i testicoli corse da colei che lo voleva.
Rimanemmo un po’ in letto a carezzarci e poi andammo a farci una doccia assieme.
Non l’avevamo mai fatto e ci mettemmo a giocare come bambini.
Le mani entravano in ogni anfratto dalle orecchie alle dita dei piedi, dall’ombelico ai buchi del naso” Rideva sul mio cazzo ristretto, io facevo finta di arrabbiarmi e la sculacciavo. A un certo ridendo si girò e disse:
‘Mi fai male, bruto toso’. Così facendo avevo di fronte la fica sopra cui sgocciolavano i suoi lunghi peli e, senza pensare, le diedi un colpo secco sopra la fessura con il dito medio. Mi guardò e mi stupì per l’ennesima volta:
‘Puto farlo ancora?
Le diedi un paio di colpi di cui sentii anche il rumore e Lei: ‘ famelo ancora e più de freta’.
Eravamo in una vasca da bagno con doccia. Chiusi lo scarico e la feci sedere nell’acqua tiepida con la schiena verso di me e mettendo le mie gambe attorno a lei. In quella posizione mi era più facile colpirla bene con il mio dito. Colpivo in mezzo e, me lo chiese, anche più su’. Cominciai a battere il clitoride e Angela a urlare ‘più forte più forte’ e alla fine mi sentii la mano sbrodolata da un interessante sughetto misto a sapone’.
Le chiesi curioso cosa avesse provato: quei colpi sulla fica e sul clitoride erano stati una sensazione che non riusciva a descrivere, ma che le faceva perdere il controllo e che mai aveva sentito.
Le sue reazioni e le sue parole mi stavano nuovamente eccitando e, senza accorgermi avevo impugnato le tette con le mani mentre il cazzo si era drizzato pur schiacciato sotto il culo di Angela.
La sollevai seduta sopra le mie cosce e Lei si accorse che qualcosa di duro era piazzato tra culo e figa.
‘Ancora’.. ti si un mandingo” Che film o che giornaletto aveva visto?
Io, serafico, ‘ la signora preferisce culo o fica? ‘
‘La siora oggi se lo fa meter tante tante volte in”figaaaaaaa’.
Nonostante il pomeriggio impegnativo il mio cazzo riuscì a fare quanto bastava, aiutato dalla posizione che permetteva alle mani di andare dai seni stropicciati al clitoride bello dritto e alla bocca di leccare e baciare il collo e la schiena di Angela.
Mugolò e disse solo ‘vedi che go fato ben a sposarme’.
Che figa mi ero perso per tre anni e che cazzo si era persa lei per tre anni’..
Poi ci siamo visti (non solo con gli occhi) in qualche occasione cercata, ma intanto mi sono innamorato della sorella di un mio amico, ma questa &egrave un’altra storia’..
Fine

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