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Racconti Erotici Etero

Eros Caelestium

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

(Dedicato agli autori Micia, Rupescissa, Scarlet, Koma1 e Troppogrande, per essersi ‘inconsapevolmente prestati al gioco!)

Sul display dell’orologio al cesio comparvero finalmente le oo.oo. Siria avvicinò emozionata l’occhio destro nell’apposito riquadro ed attese paziente che il sistema di riconoscimento al laser eseguisse la scansione della sua iride, procedura necessaria per ottenere l’accesso alla Camera della Memoria. Appena un istante, una frazione di nanosecondo ed il calcolatore quantistico, verificata l’avvenuta maggiore età della ragazza, spalancò dinanzi a lei la grande porta.

La Camera della Memoria altro non era se non quanto rimaneva dell’ormai stravolto pianeta Terra. Poco più di mezzo secolo. Tanto era il tempo trascorso da quando, calcolato che non mancava molto all’ennesima inversione dei poli magnetici terrestri, con conseguenti cataclismi di immane portata, un gruppo di scienziati aveva pianificato l’esodo di un consistente gruppo di terrestri su una colonia spaziale appositamente progettata.

In effetti, alcuni anni dopo la nefasta previsione, l’inversione dei poli si era realmente verificata ed i pochi fortunati rimasti in vita nella colonia avevano ereditato il pesante carico di garantire la conservazione della specie umana.

A capo di quegli scienziati era stato posto a suo tempo proprio il nonno di Siria, un famoso astrofisico di origini italiane incaricato dal governo americano di supervisionare il progetto della colonia spaziale e pianificare l’esodo dei terrestri prescelti, per lo più scienziati, verso la colonia stessa. Siria ne era orgogliosa: sapeva che se non avesse avuto quel nonno così in gamba, lei non sarebbe mai esistita!

Suo padre le aveva raccontato tante volte di quel nonno che aveva cambiato il corso della storia, e tante volte le aveva pure parlato della vita sul pianeta Terra, che lei, come del resto anche lui, non aveva mai conosciuto. Le aveva raccontato di come si erano evoluti, ad un certo momento, i mezzi di comunicazione, del ruolo giocato dalla tecnologia e da potenti computer sempre più veloci, che pure, paragonati ai calcolatori quantistici della colonia, assumevano il rango di veri e propri pezzi d’antiquariato. E le aveva ancora parlato di Internet, il mezzo di comunicazione nato alla fine del ventesimo secolo, antesignano della moderna comunicazione interstellare attiva tra le varie isole della colonia spaziale.

Siria si era appassionata tante volte ai racconti del padre, ma sapeva che non avrebbe potuto consultare i ‘ricordi del pianeta terra’ fino a quando non fosse stata maggiorenne. Solo allora, infatti, gli abitanti della colonia avevano libero accesso all’apposita Camera e a tutto il suo contenuto. Per Siria, quel giorno era finalmente arrivato.

La ragazza entrò nella Camera, sedette dinanzi al supercomputer quantistico e chiese emozionata di poter fare un giro panoramico sulle antiche meraviglie del pianeta Terra. In un istante, sul megaschermo davanti a lei passarono le immagini dei luoghi più rappresentativi del pianeta: città, monumenti, valli, ma ciò che le tolse letteralmente il fiato fu la vista del mare. Che meraviglia! Il freddo spazio interstellare non aveva possibilità di reggere il confronto.

Ad un certo punto, la ragazza chiese informazioni sui suoi antichi parenti. Subito sullo schermo si disegnò un immenso albero genealogico. Lei era proprio in cima all’albero, sulla punta del ramo più alto. Sotto c’erano suo padre e sua madre, appartenenti alla prima generazione di terrestri nati e cresciuti nella colonia, mentre, ancora più sotto, suo nonno, il grande scienziato che lei non aveva conosciuto. La ragazza chiese maggiori informazioni su di lui ed in un attimo sullo schermo comparvero una foto ed una breve biografia. Sorrise, guardando il nonno vestito con degli abiti tipicamente terrestri, lesse la breve biografia e tornò indietro.

Proprio nel ramo precedente al nonno fu colpita leggendo uno strano nome, ‘Shining’. La qual cosa la incuriosì parecchio e chiese subito altre informazioni. Nuova foto, nuova biografia di colui che doveva essere il suo bisnonno. Lesse divorata dalla curiosità:

Shining (1970 – ? ), pseudonimo di xxxxxxxxx xxxxxxxx, originario del sud Italia. Amante delle lettere, delle scienze matematiche, della musica, dell’archeoastronomia e dei fenomeni medianici. Raffinato sensitivo, iniziò la carriera di scrittore pubblicando racconti erotici su un famoso sito web per adulti. Tuttavia, proprio mentre era all’apice del suo successo, sparì nel nulla lasciando in eredità ai posteri solo l’atmosfera ed il calore dei suoi racconti. Pare che una sola persona conoscesse ai tempi tutta la verità sull’improvvisa scomparsa di questo strano personaggio, un suo amico, il piemontese Giovanni da Rupescissa ‘ pseudonimo di xxxxxxxx xxxxx -, curatore del suddetto sito web.

Siria era senza parole. Dunque il padre del suo famoso nonno era stato uno scrittore di racconti’. E per di più anche sensitivo! Adesso capiva le parole di suo padre, quando, tante volte, le aveva detto che la loro era una famiglia ‘talentuosa’ e che lei non avrebbe mai immaginato da quali personaggi fosse composta!

La ragazza chiese informazioni su quel tale Giovanni da Rupescissa e rimase perplessa nel leggere che si trattava di un frate minore del XIII sec., dedito all’alchimia. Come poteva essere, se Internet e tutto il resto erano nati sul finire del XX secolo? Siria interrogò, quindi, in proposito il calcolatore e trovò subito la spiegazione. C’era anche un altro Rupescissa, il curatore del famoso sito, appunto, che evidentemente doveva aver scelto proprio il nome di quel frate come pseudonimo!

La ragazza chiese ulteriori informazioni e subito comparvero una schermata con biografia del ‘moderno’ Rupescissa e la pagina di apertura del sito ‘iomilu’, quello che ai tempi doveva essere stato il più importante sito web di racconti erotici. Rimase stupita, constatando che, prima della ‘fine’, sul sito erano stati pubblicati addirittura quasi diecimila racconti!

Siria chiese di poter visualizzare la sezione raccolte e lì trovò tutte le pubblicazioni di Shining. Eccitata, la ragazza chiese al computer di visualizzarne una a caso. Chissà come e cosa scriveva il suo bisnonno! Lo scoprì un istante dopo, quando cominciò a leggere il racconto che casualmente il computer scelse per lei: ‘I peccati della mano sinistra”

Mentre Siria era assorta nella lettura di quel racconto, poche porte più avanti, nella Low Gravity Room qualcuno stava conducendo un ‘esperimento’ fuori programma’

La Low Gravity Room era una stanza nella quale ‘ a bassa gravità, appunto – gli scienziati della colonia conducevano i loro esperimenti di routine. Quella notte, però, due di loro avevano deciso di trascorrervi un po’ più di tempo per dedicarsi al loro piacere’

‘Vieni Luna, non aver paura’.

‘Ma’. Argo, qualcuno potrebbe accorgersi di noi’ La figlia del direttore dei progetti spaziali, l’ho vista entrare proprio poc’anzi nella camera qui vicino’.’.

‘è vero, ma oggi è il suo diciottesimo compleanno ed ha ottenuto l’accesso alla Camera della Memoria, vedrai che ci rimarrà un bel po”.

Argo e Luna erano due fisici in forza al gruppo di ricerca della colonia spaziale. Lei era una gran bella ragazza di origini canadesi, occhi verdi, capelli neri ed un viso bianchissimo spruzzato di lentiggini. Le origini di lui erano invece mezzo scozzesi e mezzo catalane. Dal padre, catalano, aveva ereditato il temperamento passionale; dalla madre, scozzese, la carnagione piuttosto chiara. Tutti e due gli scienziati appartenevano, come Siria, alla seconda generazione di terrestri nati e cresciuti nella colonia spaziale.

Luna ripensò subito al suo diciottesimo compleanno, all’emozione provata entrando per la prima volta nella Camera della Memoria, e si convinse che il suo compagno aveva ragione: la figlia del direttore sarebbe rimasta molto a lungo dentro la Camera.

‘D’accordo Argo, attiva il generatore di bassa gravità’.

‘Subito! Ti scoperò come non ti ho mai scopata prima’.

Il giovane scienziato digitò un comando sopra una tastiera e nella Low Gravity Room il suo ed il peso della sua compagna quasi si annullarono. Poi entrambi cominciarono uno strano gioco.

La ragazza diede un bacio mozzafiato al suo compagno e, allo stesso tempo, strusciò su di lui il suo corpo agile e sinuoso, ricco di splendide curve messe in risalto dalla sottile tuta di lavoro. Quindi, improvvisamente, si staccò da lui e prese a saltellare all’interno della stanza galleggiando nell’aria: dopo averlo provocato, aveva intenzione di sfuggirgli!

Argo capì con un istante di ritardo le intenzioni di Luna, e cioè quando la ragazza gli era ormai sfuggita dalle braccia librandosi nell’aria come un rapace selvaggio. La sua compagna aveva voglia di giocare, dunque.

‘Bene’, pensò, ‘così la scoperò con più passione quando la riavrò tra le mie braccia!’

All’interno della stanza, Luna vagava adesso tra le pareti assumendo un atteggiamento che avrebbe fatto perdere la testa anche al più razionale degli scienziati. La ragazza si contorceva carezzandosi con le mani ora il seno ora l’incavo appena accennato tra le gambe. I suoi lunghi capelli, che subito si erano sollevati verso l’alto come se una forza oscura tendesse a risucchiarli, donavano al suo volto un aspetto particolarmente aggressivo.

Ad un certo momento, gettò via la maglia della tuta, scoprendo così due seni sodissimi ulteriormente protesi verso l’alto per la bassissima forza di gravità. Subito, li tenne a coppa tra le mani, guardando con malizia il suo eccitatissimo compagno.

Fino a quel momento, Argo aveva deciso di lasciarla fare. La conosceva bene, sapeva quanto sapeva essere disinibita se lasciata libera di esprimere i suoi desideri. A quel punto, però, decise di riconquistare la sua preda.

Puntando le gambe tra le pareti ad angolo della stanza, il ragazzo spiccò un salto inatteso ed in un attimo fu dietro alla sua compagna. Le si avvinghiò con passione e subito sovrappose alle mani di lei, ancora chiuse sopra il suo seno, le proprie, attirandola in questo modo maggiormente contro di lui.

I loro corpi, negati alla pesantezza della gravità, presero a roteare nello spazio della stanza fusi in un turbine di passione. Le loro bocche diventarono una sola bocca.

‘Siria aveva completato la lettura del racconto. Scriveva proprio bene quel suo bisnonno! E come se si intendeva di ‘musica! Forse in vita era stato pure un bravo pianista, per conoscere così a fondo le difficoltà di esecuzione del concerto di Mozart che aveva ispirato quel suo racconto’

La lettura del racconto le aveva donato un senso di leggerezza mai provato prima. Si sentiva stranamente ‘umida’ e accalorata, come solo poche altre volte le era capitato di sentirsi. Solo in compagnia di Freddy aveva sentito lo stesso senso di umidità tra le gambe, lo stesso formicolio incontrollabile. Peccato che lui non l’avesse mai baciata! Era il suo unico grande amore, lo sapeva. L’aveva tenuta fin da bambina tra le braccia e lei, una volta donna, aveva scoperto di desiderare e amare follemente colui che era stato il suo tutor scientifico nella colonia.

Era stato lui a spiegarle le leggi fisiche che permettevano l’esistenza di quella colonia, a svelarle i misteri della Gravitazione universale scoperta da Newton e quelli della Relatività generale elaborata da Einstein. Non sarebbe stato possibile neppure immaginarla la loro colonia, senza l’apporto dato da quei due geni alla storia della scienza! E lei, fin da bambina, si era lasciata sedurre dalla capacità oratoria di Freddy, fino a scoprirsi, adolescente, perduta dentro i suoi occhi color del ghiaccio ed ancora, donna, irrimediabilmente innamorata di lui. Ma perché, adesso che lei era una donna, lui non dava il minimo accenno di ricambiare la sua passione? C’era qualcosa che non quadrava, lo sentiva’

‘Nella Low Gravity Room, frattanto, la ‘temperatura’ cominciava a salire.

Argo afferrò con la mano i pantaloni della tuta di Luna e, bloccando in aria con l’altro braccio la ragazza, diede un forte strattone. In un attimo, la tuta cedette lungo le cuciture al laser e la ragazza si ritrovò nuda. Fu come una farfalla che si liberi dal bozzolo: il corpo sinuoso di Luna, reso lucido dal sudore dovuto all’azione di galleggiamento, venne fuori dalla tuta e si librò verso l’alto palesando tutto il suo splendore.

La ‘farfalla’ prese subito ad inarcare la schiena tagliando l’aria della stanza così come sarebbe stata capace solo una campionessa di ginnastica artistica. I suoi capelli galleggiavano sopra di lei ed i suoi occhi chiedevano una sola cosa.

In un attimo, Argo la raggiunse e posò la sua bocca sensuale sopra il suo seno. Due sculture di porfido, ecco cosa stava leccando e mordicchiando in quel momento, due perfette sculture simili a quelle che, un tempo, si conservavano nei più prestigiosi musei del pianeta terra. Poi, lentamente, lo scienziato fece scivolare il suo viso lungo il ventre di lei, fino all’ombellico e ancora più in basso, per fermarsi in prossimità di una peluria stretta e nera simile alla coda di un animale da pelliccia, la cui immagine lui aveva visto una volta nella Camera della Memoria.

Argo alzò gli occhi ed osservò la sua compagna. Aveva il bacino saldamente bloccato nella stretta delle sue mani, le mani impegnate a massaggiarsi il seno e la bocca semiaperta, segno evidente del piacere che cominciava ad impadronirsi di lei. Riabbassò allora lo sguardo ed esplorò con la lingua l’intimità della ragazza. Un unico movimento, lentissimo, dall’alto verso il basso, che subito strappò alla ragazza dei gemiti di piacere ben udibili nel silenzio della grande stanza. Poi lo scienziato cominciò a roteare la testa insinuando contemporaneamente la lingua nella fessura della sua compagna. I loro corpi, sospesi al centro della stanza ed uniti a quel modo, ricordavano la danza di corteggiamento di certi insetti prima dell’accoppiamento.

Un sussurro squarciò il silenzio che li avvolgeva.

”.Deeeen’. deeeen’tro! Entra dentro di me, ti prego’ Non resisto, non farmi più aspettare’.’

Luna era ormai fuori di testa. Sentiva la lingua di Argo farsi strada dentro di lei ed accenderle violento il desiderio. La bassa gravità, inoltre, le spingeva più velocemente il sangue al cervello, trasmettendole amplificata ogni sensazione.

Lo scienziato si era già liberato della tuta ed osservava le pareti della stanza in cerca di qualcosa. Voleva un punto di appoggio, sapeva che per spingere a dovere il suo sesso dentro la sua compagna aveva bisogno di bloccarla da qualche parte. In un angolo, individuò una solida barra fissata alla parete. Prese per mano la ragazza e la fece aggrappare a quel sostegno, con entrambe le mani.

In quella posizione, Luna risplendeva in tutta la sua femminilità. Vincolato alla barra per le mani, il suo corpo galleggiava disteso a mezz’altezza dentro la stanza, mentre Argo, in posizione verticale davanti a lei, le aveva afferrato saldamente le natiche e si era posizionato tra le sue gambe. I loro corpi, soggetti ad una forza di gravità opportunamente calibrata, ondeggiavano lentamente su e giù mantenendo un equilibrio ottimale.

Lo scienziato osservò la sua compagna: si contorceva dalla voglia ed era già aperta e bagnata. Si spinse contro di lei attirandola a sé per i glutei e la trafisse col suo sesso durissimo. Appena pochi centimetri, però, il poco che bastava per sentirla gemere di desiderio. Quindi, iniziò una corsa lenta, fatta di continue fermate e riprese, fino a quando non decise di affondare con decisione.

Adesso la stava sbattendo velocemente, senza alcuna esitazione, incoraggiato dai gemiti sempre più forti di lei.

”Cooo’. Continua! Continua, non fermarti! Stringimi, stringimi forte e continua a sbattermi’.’

Lo scienziato muoveva le sue mani lungo il tronco della ragazza, massaggiandola dappertutto mentre le imprimeva le spinte del suo bacino. Poi le diede un ordine.

‘Adesso! Staccati!’

In un attimo, la ragazza lasciò la presa della barra e si abbracciò al suo compagno, che nello stesso istante aveva spiccato un salto verso il tetto della stanza. I loro corpi si fusero in volo e raggiunsero lentamente il soffitto, lui sotto in posizione orizzontale, lei sopra di lui leggermente reclinata in avanti. La schiena di lei toccò delicatamente il tetto della stanza e lui ne approfittò per fare forza sotto di lei e spingerle ancora più in fondo il suo sesso enorme.

Vennero così, incollati l’una sull’altro sotto la parete. Poi sorrisero, osservando i loro liquidi vagare nello spazio della stanza al momento del distacco.

‘Siria ebbe improvvisamente un’idea. Provò a chiedere al supercomputer maggiori informazioni su Freddy. Sul megaschermo comparve un articolo pubblicato quasi venti anni prima nello Space Colony News, il quotidiano che si pubblicava on-line nella colonia spaziale:

Oggi, 4 ottobre 2079, a quasi trent’anni dalla nascita della colonia in cui viviamo, nei nostri laboratori è stato portato a termine con successo il primo esperimento di androido-clonazione. Utilizzando il dna del famoso scrittore Shining – dna conservato segretamente dal figlio, il primo direttore della colonia spaziale -, i nostri scienziati sono riusciti ad ‘innestare’ nella struttura di un androide creato in laboratorio le caratteristiche genetiche di un uomo vero.

L”umandroide’ – praticamente non distinguibile da un normale essere umano – non invecchia nel tempo: nasce e vive per cento anni mantenendo sempre un’età adulta non meglio definita. Egli, sebbene non differisca dai terrestri e come i terrestri sia capace di amare e provare sentimenti, può accoppiarsi soltanto con altri umandroidi.

L’umandroide, infine, non ha ricordi dell’uomo dal quale ha ereditato il dna e di cui è una copia fedele, ma ricorda perfettamente le persone che il suo originale ha amato in vita.

Al fine di avviare la naturale riproduzione degli umandroidi sulla colonia, il comitato scientifico che ha portato a termine l’esperimento si dice pronto a creare altri esemplari di umandrodi, di sesso diverso, entro i prossimi venti anni. La scelta dovrebbe cadere ancora una volta su alcuni autori del famoso sito web ‘iomilu’, il cui dna è stato a suo tempo trasferito casualmente sulla colonia – insieme a quello del proprio padre, lo scrittore Shining – dal primo direttore spaziale della colonia stessa.

I prossimi umandroidi nasceranno utilizzando il dna degli autori: Giovanni da Rupescissa, Scarlet, Micia, Koma1 eTroppogrande.

Al primo umandroide creato in laboratorio, quello ottenuto utilizzando il patrimonio genetico di Shining, il comitato scientifico ha deciso di dare il nome ‘Freddy’.

Non era necessario continuare a leggere. Finalmente per Siria era tutto chiaro. Freddy, il tutor scientifico di cui si era innamorata, era una copia del suo bisnonno, un umandroide creato in laboratorio che non avrebbe mai potuto ricambiare il suo amore!

Chissà che nomi erano stati dati ai successivi umandroidi creati nel corso di quei vent’anni in laboratorio! Chissà chi erano tali umandroidi!

Siria lo chiese al supercomputer e subito sullo schermo comparve un nuovo articolo, risalente stranamente ad appena una settimana prima:

Dopo la felice creazione del primo umandroide, Freddy, avvenuta quasi vent’anni fa, il comitato scientifico si dice pronto ad avviare la creazione degli umandroidi già designati a suo tempo. In questi venti anni, è stato necessario aspettare e studiare il comportamento di Freddy all’interno della colonia per essere certi che non si presentassero, nel tempo, spiacevoli sorprese.

Gli ottimi risultati ottenuti, ed il perfetto inserimento di Freddy in tutti i reparti della colonia, hanno finalmente dato via libera alla creazione degli altri cinque umandroidi, fissata per il giorno 22 giugno 2099.

Gli occhi di Siria si illuminarono leggendo quell’articolo. Dunque, tra meno di ventiquattrore un nuovo gruppo di umandroidi avrebbe affiancato Freddy all’interno della colonia. E poiché, come precisava quell’altro articolo, l’umandroide ‘ricorda perfettamente le persone che il suo originale ha amato in vita’, le rimaneva ancora una possibilità per conquistare il suo Freddy.

Lasciò alla svelta la Camera della Memoria e raggiunse il laboratorio di genetica. Come figlia del direttore dei progetti spaziali, non le fu difficile eludere i rigidissimi sistemi di protezione.

Dentro un contenitore dalle pareti trasparenti vide perfettamente conservate cinque provette contenenti le soluzioni dalle quali estrarre il dna per creare altrettanti umandroidi: i discendenti dei cinque scrittori di ‘iomilu’. Sorrise soddisfatta, pensando che tra poche ore si sarebbe unita a loro.

Si distese sopra un lettino ed ordinò al supercomputer del laboratorio di farle ascoltare della musica. Lirica. Nessuna esitazione: ‘Il flauto magico’ di Wolfgang Amadeus Mozart, la traccia numero 6 di un cd Erato risalente al 1996, la preferita dal suo Freddy.

Chiuse gli occhi, e si abbandonò totalmente alla potenza della musica.

Mentre Siria avviava l’esclusiva procedura di eutanasia sviluppata in quello stesso laboratorio, i superbi vocalizzi di Natalie Dessay, la più grande interprete della Regina della Notte del ventesimo secolo, tagliavano l’aria raggiungendo in un crescendo di sensazioni l’altezza vertiginosa del fa sopracuto. E col calore della passione scaldavano ad infinitum la fredda notte dello spazio interstellare.

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