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Racconti Erotici Etero

*Erotic Chat Line**

By 12 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa

Il fenomeno dell’eros virtuale &egrave ormai diffusissimo nel web ed &egrave strettamente legato al mondo delle chat. In Internet il confine tra erotismo e pornografia &egrave estremamente labile: infatti le statistiche dei motori di ricerca indicano che la parola più digitata &egrave ”sesso” .
In chat ci si incontra per cercare stimoli nuovi, amicizia, amore e, molto spesso, incontri di tipo sessuale che, nella maggior parte dei casi, rimangono confinati in un ambito strettamente virtuale.
Per scrivere questo racconto sono entrata davvero, per la prima volta, in una chat erotica; ma non ho resistito a lungo; son fuggita quando, alla domanda di un certo nick ’23 cm’ di che colore fosse il mio boschetto, son stata tentata di rispondere viola.
Ho capito che mi stavo ridendo addosso.
E anche che in giro c’&egrave davvero molta solitudine e difficoltà di comunicazione di ogni tipo.
Poi ho visto il film’Closer’ nel quale due dei protagonisti si incontrano proprio in una chat erotica.
E ho scoperto che il linguaggio usato dai frequentatori di queste linee di eros virtuale &egrave universale.

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Si conobbero in una chat erotica.
Lui era un serio professionista non più giovanissimo che spesso, nei momenti liberi, all’insaputa degli amici e naturalmente della moglie, si dedicava al sesso virtuale, cercando occasionali compagne in rete.
Così una notte, come faceva spesso, chiuso dentro il suo piccolo studio, accese il portatile ed entrò nella solita Chat erotica, sperando di incontrare Fragolanera, con cui l’ultima volta si era davvero divertito.

Invece, dopo qualche secondo, si trovò a chattare con Viola.
Lui era DocFaust.
Ecco come avvenne il loro primo incontro.

Viola: toc, toc, vuoi chattare con me?
DocFaust : ki 6? nuova? femmina vera?
Viola: appena arrivata, cerco maschio senza inibiz, per far sex
DocFaust: o.k. l’hai trovato, ma prima , descriviti
Viola: alta, rossa natur, tette grosse, carne bianca , da lekkare, fika piumaggio di fiamma e simil fuoko. E tu? descriv
Doc Faust: moro, non molto alto, molto arrapt. Dimmi di tette, descriv e poi vestita, come, particolari
Viola: solo un pareo, tolgo, nuda, tette grandi, capezz grossi, ora ke li sto accarezzando, dritti, ekko scendo alla fika… mi tokko……. dai tiralo fuori
DocFaust: aspetta

Lui si alzò per andare a chiudere a chiave la porta del piccolo studio.
Poi si risedette e si aprì i pantaloni.
Quel -tiralo fuori- l’aveva eccitato parecchio.

DocFaust: son qui, ci sei sempr?
Viola: sìììì, fatto come ti ho detto?
toccati e pensa che mi sto akkarezz, ahhh, diko mia fantasia, sì??
DocFaust :sì, intanto le tue tette grosse intorno al mio kazzo, ti sto scopando le tetttt…
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Viola: sì, le stringo e intant guardo il tuo KKKK grosso gonfio , la mia fantasy che mi sturba dalla goduria : sono sdraiata, a gambe larghe, con tutti uomini intor ke mi fissano mentre mi tokko e anche loro si toccano e …..
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ora il tuo kazzo grosso mi riempie e loro vengono rikoprono di sborr, mentre tu mi chiavi e io godo, dove 6 tu…
io sto scrivendo kon mano sola.–+++
xché vengo ahhhhhh&&&&&&&&&$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$
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DocFaust:belloooo, le tue tett,ti bagno il collo e la faccia, e ora puliscimi con la lingua, , dai………………………………………………………………………………………………
Viola:stato bell0?
DocFaust.sììì, etu?
Viola: no, ti vorrei dal vivo
DocFaust: dove e quando
Viola:domani, ore tre, grande giardino Largo Traiano, vicino hotel
DocFaust:come ti riconos?
Viola: borsa portadoc.Vuitton kon manico rosso, seduta bankina 3 da destr.
CiAoooooo
DocFaust:o.kkkkkkkkkk

Il giorno succecssivo alle quindici in punto lui arrivò all’appuntamento.
Non era la prima volta che ci provava a incontrare una conoscenza virtuale:
tutte bufale, nel senso che si trattava di un’umanità femminile, quando lo era , di qualità infima.
Appena vide Viola seduta sulla panchina convenuta si fermò immobile perch&egrave non poteva essere vera, era un miraggio.
La rossa più incredibile che avesse mai visto, con vicino la cartella di Vuitton
dal manico rosso.
La gonna corta metteva in mostra due gambe lunghissime e splendide.
Portava occhiali scuri, grandi, passati di moda, che in contrasto al candore del viso e al rosso fiamma dei capelli, le davano un’aria da diva anni ’50.
Si sentì indeguato di fronte a quella gran gnocca e si chiese dove stesse il tranello, perch&egrave doveva esserci, di sicuro.
Lei guardava di fronte a sé , pareva assente.
Lui si avvicinò e allora la donna lo guardò, togliendosi gli occhiali:
occhi verdi , enormi, e un sorrisetto sulle labbra che gli fece scorrere un brivido lungo la spina dorsale.
Di natura indefinibile.
Si trovò a fissarle le tette, visibilmente nude sotto la sottile camicetta: erano davvero grandi e tonde come due meloni.
Niente chirurgo plastico, era sicuro.
Lei si alzò e :
-DocFaust?-
-Sì,ma mi chiamo …-
-Lascia perdere, non voglio saperlo, io sono Viola; andiamo…-
-Dove?-balbettò lui- in hotel?-
-Sì, certo, ho voglia di scopare con te; ora che ti ho visto, mi piaci, mi arrapi-
E lui ricordò quel:
-Tiralo fuori- della chatt e si ritrovò eccitato come un ragazzino.

Non avrebbe ricordato molto, in seguito, di quei cinque minuti in cui insieme alla donna era arrivato all’albergo, che era vicinissimo.
Farfugliava domande a cui lei non rispose mai.
In compenso non avrebbe mai dimenticato quello che successe dopo, una volta arrivati in camera.
Chiusa la porta, la giovane donna si liberò dei sandali e della camicetta , che fece volar in giro per la stanza.
Poi avanzò verso di lui, stringendo quei seni incredibili con le mani e :
-Baciali- ordinò
Lui immerse il viso tra quella carne soda e bianca e cercò di spinger la ragazza sul letto, era confuso, ricordava solamente che avrebbe dovuto usare una protezione, ma lui una femmina così non l’aveva mai neppure sognata, anzi, per dir la verità con l’altro sesso non era stato molto fortunato.
Forse dipendeva dal fatto che il letto non era la sua specialità visto che Lisa, sua moglie, sempre più spesso trovava penoso il dovere coniugale.
Ecco il perch&egrave del sesso virtuale, in fondo aveva paura di esser giudicato inadeguata in uno ‘scontro’ diretto … ma allora, che ci stava facendo lì con quella bellezza???
Viola interruppe questi vagabondi pensieri; inginocchiatasi fulminea ai suoi piedi, gli slacciò i pantaloni e lo prese in bocca, leccandolo, stuzzicandolo, succhiandolo voracemente fino a che lui non fu altro che un cazzo che voleva godere, un enorme organo sessuale pronto a esplodere.
Allora, con tempismo perfetto la rossa lo lasciò , disseminò in giro il resto degli indumenti e si gettò sul letto, a pancia in sotto.
Una chiara offerta che lo lasciò per un atttimo paralizzato, poi, denudatosi rapidamente. si trovò a toccare quel sedere che gli si offriva, il più bello che avesse mai visto.
Le natiche di Viola erano un blocco solido, e nello stesso tempo un sublime piumino posto al centro di un corpo da sballo.
Cominciò a baciarle, solleticarle, avrebbe voluto divorarle.
Dai gemiti di piacere della donna capì come desiderava essere presa:
lui aveva sempre avuto la fissa per quel tipo di atto erotico che pochissime donne gli avevano concesso, non certo sua moglie.
Fu l’inizio di un pomeriggio in cui , per la prima volta in vita sua, si sentì il miglior amatore del mondo.
Tutte le sue fantasie sessuali divennero realtà, lei lo voleva dappertutto ed era insaziabile.
Le leccava il sesso insieme al proprio seme, poi la baciava , mentre la penetrava di nuovo e intanto stringeva quelle tette incredibili e poi veniva ancora e ancora..
Lei lo incitava, mugolava, si agitava con furia , ma non rispondeva a nessuna delle domande che lui le rivolgeva con parole smozzicate.

E infine lui si addormentò, di traverso sul corpo di lei, spossato, ansante ma per la prima volta in vita sua…sentendosi maschio fino alle punta delle dita , alla cima dei capelli.

-Doc, svegliati, io vado e voglio dirti due cosette-
Lui aprì gli occhi, insonnolito, poi si svegliò del tutto vedendo che Viola era completamente vestita, occhiali compresi, seduta sulla poltrona di fronte al letto.
-Ora , signor dottore vallo a raccontare come passi le tue notti, dì come mi hai conosciuta …perché ho paura che dovrai farlo….
Ti lascio un ricordo di me, visto quanti ti &egrave piaciuto scoparmi come e quanto hai voluto.
Vedi, io avevo un uomo , che sollazzandosi con non so chi si &egrave beccato l’AIDS;
mi ha infettata, il porco.
E’ morto l’anno scorso, marcio prima ancora di tirar le cuoia, divorato dal sarcoma di Kaposi.
Sono sieropositiva, e tu, dottore, hai buone probabilità di condividere il regalo che &egrave stato fatto a me.
Naturalmente non ho nulla contro di te, solo sei un uomo, e ne sto castigando parecchi, da qualche mese a questa parte.
La rete mi sta aiutando davvero, non sai quanti porcelloni trovo, molti più che nel reale e in fretta anche….
Bene, ciao, ciao-
Infilò la porta e lui , immobile a letto, stordito e inorridito, sentì l’ascensore scendere.

Allora, con macabro umorismo pensò:
-Lo sapevo che c’era l’imbroglio, lo sapevo…-
E si mise a piangere.

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