Skip to main content
OrgiaRacconti Erotici EteroRacconti Erotici Lesbo

Escorteen Orietta

By 14 Giugno 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono una brava ragazza, alta, castana, con belle gambe, un sedere sexy, seno piccolo, mai ritoccato, sempre allenata con la danza e la ginnastica.
Il mio nome vero è Orietta, ma ora mi potete vedere nelle clips di pornoitaliano.com, sono quasi una star, in realtà sono una pornostar conosciuta, mi chiamo Europa, ho 26 anni, guadagno abbastanza, e arrotondo con la pubblicità su Rosa-Rossa, faccio due giorni di servizio a Milano.
Ero un ragazza abbastanza studiosa, timida, morigerata, ma ero su una brutta strada, sarei diventata che so, insegnante, cassiera di supermercato, cameriera, o una fioraia’la sorte mi ha guidato a questo lavoro dove impiego la mia bellezza e per ancora un decina d’anni potrò accumulare un gruzzoletto, poi magari farò la cassiera.
Tutto iniziò quando partì la cosa dei telefonini , era il 2006, e io fui una delle prime farmi il selfshot, che ora si dice selfy’con i piccoli nokia e inizialmente mi facevo foto vestita e le mandavo alle amiche per commentare gli acquisti e confrontare le magliette e i jeans, e poi avvenne che qualche amica le girasse a qualche maschio e iniziarono a circolare foto del mio sedere con i jeans stretti e delle mie magliette.
I miei mi mantenevano vitto e alloggio e tutte le necessità primarie, ma mi davano pochi soldi, e così attraverso quelle prime esperienze ‘social’, iniziai a capire che il nostro corpo era un dono di Dio e che dovevamo sfruttarlo bene per ridurre la fatica della vita.
Infatti qualche compagno iniziò a fare apprezzamenti e diceva ‘ fattene qualche senza maglietta e senza jeans’ e io pensai che poteva essere un piccolo business innocente, girare le mie fotine in cambio di qualche spicciolo
A Giulio, che mi stava un po’ dietro, chiesi, ‘ ma tu mi faresti una ricarica di 5 euro se ti mando un foto mia un po’ sexy?’ e lui disse ‘ certo ! io dissi prova che provo anch’io’
Dopo qualche giorno mi arrivò una ricarica di 5 euro e capii che era Giulio, mi misi in bagno, mi tirai giù una spallina della maglietta in modo che si vedesse sotto un capezzolo e si intravedessero le mie tettine allo specchio, avevo le mutandine rosa e scattai alcune foto, e quella che mi sembrò la più bella gliela mandai con un mms.
Dopo un po’ mi arrivò un sms da Giulio con scritto grazie ! a cosa devo? Io gli risposi ma non mi hai pagato la ricarica? E lui disse no! Io no!
E allora chi era? Il giorno dopo tutti i ragazzi della scuola avevano la mia fotina sul telefonino e entrai tra scherzi maliziosi e sorrisetti.
Insomma Giulio l’aveva detto in giro e un gruppetto si era consorziato e mi avevano pagato la ricarica, e poi avevano costretto Giulio a dargli il mio scatto!
Ma intanto avevano valorizzato la mia figura e io feci sapere in giro che se mi arrivava una ricarica e un sms di richiesta, io avrei mandato a quel numero una foto sexy.
La seconda fu di me di schiena con solo gli slip un po’ abbassati che si vedeva parte del sedere, oppure le tirai giù da una parte come avevo visto in qualche reclame di robe intime in strada, e poi una con la minigonna un po’ sollevata fino a vedere gli slip, poi una con reggiseno e mutandine, le richieste aumentavano, e le ricariche erano arrivate a 35-40 euro al mese’non male..
Un amico che sapeva di internet mi consigliò di passare a farmi un conto su PayPal in modo che gli amici potessero pagarmi con maggiore facilità..e a lui che mi aiutò regalai una foto del mio pube con le mutandine.
Non so cosa facessero delle mie fotine, ma penso che le usassero per masturbarsi, e vedendomi in carne e ossa potessero accendere le loro fantasie.
Fu un escalation rapida, volevano sempre di più, io guardavo le reclame su You tube, quelle con scritto sexy e cercavo di copiarle, con pose strane, discinta, seduta a gambe larghe, stesa a letto, con camicette corte, con jeans strappati proprio lì, o con minigonne che lasciavano vedere sotto, e poi passai alle clip, molto difficili da fare, ma c’era anche l’audio e potevo fare dei versetti che penso piacessero.
Fingevo di toccarmi sopra la gonna e ansimare un po’. Fino ad allora non avevo mai fatto vedere nulla di nudo..
Mi arrivavano sempre più richieste anche con parolacce, facci vedere le tette, dai, se no non ti paghiamo, e avendo esaurito la fantasia delle pose da fare, alla fine trovai comodo fare le foto con le tette nude, e in mutandine
All’inizio noi ragazze a 19 anni non avevamo contatti coi maschi, a me la prima esperienza accadde una volta la mare, una sera , che stavamo giocando a nascondino, io e un maschio, Carlo, ci nascondemmo sotto un gommoncino che stava sotto le palafitte delle cabine e fu la prima volta che sentii quel calore tra le gambe’e volevo usarlo.
Raccontai spesso questa storia alle amiche e ci facemmo dei ditalini insieme, anche nelle docce della ginnastica.
Intanto facevamo delle festine, ballavamo tra noi ragazzi, e qualche volta ci toccavamo tra noi, non perdevamo occasione per baciarci anche tra femmine e io, che sapevo già che bello che era l’amore, mi fingevo evoluta e cercavo di insegnare a loro quello che sapevo.
Un giorno mi sentivo un po’ eccitata, sarà stato il periodo, e al pomeriggio dopo la ginnastica, che ci aveva fatto giocare a palla a volo, ero un po’ sudata, attraversai il corridoio, aprii la porta del bagno, accesi la luce, feci per chiudere la porta, quando all’ultimo momento un piede si frappose fra la porta e il battente.
Era Valeria aprì, mi guardò negli occhi e mi chiese:
– Posso vedere?-
Io rimasi un po’ sbigottita, al ché lei, giustificandosi:
– E’ solo una mia curiosità, non preoccuparti, non ti tocco mica… me ne sto seduta lì buona buona.- e così dicendo entrò ed andò sedersi sul bidet.
– Shhhh, la interruppi, -hai detto che te ne stavi buona buona…-
– Si, scusami, hai ragione, non parlo più.-
Iniziai il movimento con la mano.
Una sensazione strana, erano anni che mi masturbavo ma ora avevo davanti una femmina e questo pensiero mi disturbava, ma pensai che infondo era solo curiosità, non c’era dell’altro, non era di certo una cosa brutta.
I compagni di scuola erano ragazzotti brufolosi e spesso puzzolenti, che da poco avevano cominciato a fare delle goccine quando si masturbavano.
E allora cominciai a chiudere gli occhi e a gemere. Mi accorsi che anche lei si mordeva un po’ il labbro… si stava eccitando anche lei. Le diedi un’opportunità:
– Se vuoi, puoi toccarti anche tu… – Ma come?!? Qui davanti a te?!? ‘
Beh, dopotutto anche io lo sto facendo davanti a te.– Hai ragione.- e così dicendo si sbottonò anche lei i pantaloni, si infilò una mano nelle mutandine, e l’altra nel reggiseno.
I nostri gemiti cominciarono a sovrapporsi. I suoi iniziarono a diventare più intensi finché mi comunicò, con un filo di voce: – Vengooooo…-
La vidi serrare occhi e labbra e rannicchiarsi su se stessa. Decisi di venire anch’io. Intensificai il movimento e quando sentii salire quella sensazione di bruciore che poi seppi chiamarsi orgasmo, mi scaricai ben bene.
Sentivo degli schizzi di pipì che bagnarono il coperchio del water e anche un po’ di muro.
Insomma, ripulire tutto fu un’impresa non semplicissima, alla quale mi aiutò anche Valeria sorridendo. Poi mi diede un bacio sulla guancia e mi disse:- Grazie, era una cosa che mi mancava’
A cuore più tranquillo, il discorso si soffermò a giustificare l’episodio del giorno prima. Il concetto era che non era successo niente di male, infondo si era trattato semplicemente di soddisfare una curiosità, e che soprattutto nessuno delle due aveva toccato l’altro… anzi… io non l’avevo neanche vista!
Quindi tutto ok, perché no, cosa c’è di male, i desideri vanno soddisfatti, quando non arrecano danni ad altri. Lo si può fare come e quando si vuole, e quante volte si vuole, anzi, sai che c’è? Lo facciamo ancora! Ma certo, andiamo!
E così ci ritrovammo ancora in bagno a masturbarci uno difronte all’altra. Lei però questa volta, sentendosi più a suo agio, più disinibita, si scoprì interamente la figa, mostrandomi il movimento in tutta la sua freschezza.
Ero ancora a scuola a 19 anni, avendo perso due anni per scarso rendimento, e capitò che uno dei miei clienti delle fotine, Roberto, era stato a guardare di nascosto e lo scoprii che si faceva una sega . Incuriosita gli andai vicino e lo aiutai menandoglielo dolcemente e slingunadolo e poi glielo presi in bocca succhiando il suo salato pasticcetto. Lui fu felice e andò in giro a parlarne. E così dopo questa esperienza col Robertino, diversi altri compagni mi chiesero di fare lo stesso, e dopo la ginnastica aspettavo un po’ nelle docce e se veniva qualcuno, ed ero diventata brava e rapida, il ragazzo bastava un slinguata, gli facevo toccare da fuori la fighetta e glielo tiravo fuori dai pantaloni e lui veniva subito.
Solo che questo gioco divenne pericoloso, e un giorno trovai scritto sulla lavagna Cazzi Cazzi Cazzi ‘in tutti tutti i tuoi ORY!
Mi sarei dovuta indignare o mettere a ridere e dimenticare, ma sapevo che ormai girava la voce che loro potevano avere quella cosa meravigliosa che avevo io tra le cosce, potevo sentire il loro testosterone nell’aria’
Non volevo spingermi oltre, sapevo di rischiare, ma ormai ero schiava di quegli occhi che mi bramavano ogni mattina.

Entrai in classe e subito mi sentii gli occhi sul culo, il vestitino bianco che indossavo lasciava intravvedere il reggiseno un filo più grande della necessità delle mie tette piccoline, ma così corazzata potevo esibire una scollatura sfacciata che faceva vedere il reggiseno, e che non poteva passare inosservata, vedevo che quando mi sedetti sentivo i loro occhi che mi sfioravano le cosce. Il vestitino era inevitabilmente salito, e mentre il prof parlava lentamente lasciai schiudere le gambe, consapevole che quella mattina mi ero messa le mutandine bianche.
Sapevo che me la stavano guardando e che tutti in quella classe ormai mi vedevano per quello che ero, e le reazioni non tardarono ad arrivare, vedendomi in mano con un foglio piegato con scritto
“Fatti trovare nei cessi alla fine della lezione’
L’indecisione e i dubbi si fecero strada nella mia mente, intanto che i minuti si susseguivano tutti uguali durante un compito in classe che non mi lasciava troppo tempo per pensare.
Istintivamente le gambe ora erano serrate, li avrei raggiunti in bagno e avrei spiegato loro che si trattava di un equivoco, che ero una loro compagna e anche se mi avevano vista nelle foto non dovevano permettersi di trattarmi come una troia.
Quando squillò la campanella mi diressi verso i bagni.
Mi aspettavano in tre, c’era Nabil il ragazzo Marocchino i cui grandi occhi scuri mi avevano sbranato per tutta la lezione e due ragazzi che sapevo essere due veri e propri teppisti, e fuori dalla porta a fare da palo vidi Marco, un biondino magro e altissimo.
Mi si gelò il sangue nelle vene, si sarebbero giocati la mia fica a dadi, gli altri due avrei dovuto spompinarli.
Dissi ragazzi calma , oggi vi soddisfo tutti, ma solo oggi, poi basta, perchè io sono una attrice e non posso perdere tempo a fare piacere ai miei compagni.
Decidete chi devo fare per primo.
Nabil disse, no cara, con quello che ti ho dato per le fotine oggi me la devi dare, agli altri fai i pompini, ma io te lo ficco, mi piaci troppo’
Capii che era il mio momento ed era meglio fare buon viso a cattivo gioco, intanto mi ero inginocchiata sulle piastrelle zozze del pavimento ed avevo incominciato a far sentire al primo le mie labbra sul pisello .
Lui mi prese per i capelli e mimando una scopata con la mia bocca mi disse che dopo aver preso il suo cazzo lo avrei implorato di diventare la mia donna.
Io dissi sbavando, ma va, un rapper, fossi matta, comunque aveva un pisello bellissimo, lo trattai bene e mi schizzò negli occhi.
Poi mi si avvicinò il secondo pseudo rapper che mi fece alzare e volle toccarmi tra le gambe io per fare in fretta glielo tirai fuori che era già duro, feci un sospiro come se la toccatina mi avesse fatto piacere, e un po’ era vero, e gli dissi di sedersi sul lavandino e chinata su di lui lo feci venire subito, mentre gli altri stavano a guardare. Poi Nabil disse ai due ‘vestitevi e state fuori, fate entrare il magro’.
Mi girai a cercare l’altro ragazzo, ma era arrivato e mi aspettava a un palmo dal viso, duro e paonazzo, senza alcun ritegno iniziai ritmicamente a spompinarlo mentre dietro di me, diligentemente in coda ad aspettare il suo turno c’era Nabil pronto per sventrarmi. Lui disse ‘ Adesso basta, Mettiti con le mani sul lavandino e aprì le cosce che è’ il mio turno”
Nabil con la sua autorevolezza mi aveva vinta, ero sbigottita ed eccitata, gettai via morale e pudore mi misi a pecora contro il lavandino ed alzando oscenamente il vestitino lo invitai a fottermi.
Mi si piantò in corpo con foga, il cazzo era modesto, ma la morbosità della situazione mi aveva letteralmente fatta partire di testa.
Venni la prima volta quando vidi altri due ragazzi che mi fissavano eccitati sul ciglio della porta, l’aria era satura di odori e sensazioni tanto forti che si poteva quasi sentirle sulla pelle.
Il magro disse “Vuoi che ti tenga una mano sulla bocca? se urli tireremo qua tutta la scuola”
Feci cenno di si con la testa, sapevo che nonostante la volgarità dell’ offerta aveva ragione, chiusi gli occhi e alzai il culo docilmente.
Nabil mi aveva puntato il cazzo tra le chiappe, sentii i capezzoli stretti in una morsa, le sue dita me li torsero malignamente, il ragazzo sapeva il fatto suo, era un fascio di muscoli e tendini neri.
Sentivo quel suo odore maschio nel naso e la mente, allargai le gambe e schizzai come una cavalla infoiata.
“Nabil ti prego dammelo davanti, non resisto….. fottimi i!…… mettimelo dentro!!………sfondamela!!!!!”
Gli altri ragazzi erano imbambolati a fissare il giovane toro che mi stava coprendo, gemevo come una cagna in calore mentre mi infradiciavo le gambe di uno scroscio di umori spudorati, frutto dell’orgasmo più intenso della mia vita.
Le sue dita ora mi stavano lentamente segando il clitoride, duro come un piccolo cazzo, intanto che la mia salsiccia d’ebano mi faceva capire ad ogni affondo chi comandava.
Mi sentii dentro un fiume denso e caldo, poche botte violente ed ero piena di lui, nel cesso scese un silenzio glaciale mentre mi asciugavo lo sperma meglio che potevo.
I due di prima si erano rieccitati a quella scena e temevo volessero andare a goal anche loro , e pensai che era meglio finirli in ginocchio che ancora poterono godermi in bocca, mentre avevo ancora i brividi per il piacere che avevo provato.

“Ora sei la mia puttana bianca” mi aveva sussurrato all’ orecchio prima di sfilarmi da dentro il suo grosso cazzo venoso, e come una zoccola sarei stata trattata, a meno che non volessi che il filmino fatto dal magro di quella scopata nei cessi della scuola facesse il giro di tutti i social network.
Nabil mi aveva schiavizzata con quell’atto.
Ora mi gestiva come merce di scambio per conquistare il suo potere.

Leave a Reply