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Racconti Erotici Etero

Estate 2002

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Le Eolie quest’anno ci hanno ingannato, le magnifiche giornate di sole che accompagnavano le nostre vacanze si sono lasciate desiderare anche qui, un tempo, che giorno dopo giorno ci ha obbligati a decidere senza poter programmare la meta per il bagno o per la passeggiata o per il riposo nella tranquillità della villetta di Lipari dove ormai da ragazzo passo le mie vacanze estive. A lungo andare questo ha inciso anche sulla salute dei familiari tant’&egrave che a turno dalla figlia grande alla piccola e infine a mia moglie si sono ammalate sconvolgendo i piani delle giornate di mare di per se già abbastanza ridotte. In una di queste giornate si uniscono a noi i figli di amici, desiderosi di una gita in barca così accompagnato da mia figlia Valeria di 18 anni da Marco di 19 e dalla sorella di 18 uscimmo alla volta di Vulcano. La giornata era splendida ed in 10 minuti dal porto eravamo già in una magnifica caletta. Altri 5 minuti per l’ancoraggio e la sistemazione e poi via in mare a godere delle limpide trasparenze dell’acqua che qui non ha eguali. Nonostante i miei 45 anni devo adattarmi subito allo spirito giocherellone dei ragazzi che non fanno altro che tuffarsi e poi a turno spingersi reciprocamente sott’acqua e a parte i tuffi per i quali non sono mai stato uno specialista partecipo anch’io alla giocosità collettiva facendo la mia parte. Dopo un po’ Valeria e Marco propongono una piccola escursione dei fondali ma né io, né Serena fummo propensi a seguirli. Serena comunque continuò ancora per un po’ a giocare con spruzzi ed inseguimenti fino quando non decise di salire in barca presa dalla fame. Anch’io la seguii non disdegnando l’idea di mettere qualcosa sotto i denti considerata l’ora. Avevo visto Serena in fasce, l’avevo tenuta sulle ginocchia ed ora che pian piano stava crescendo stentavo a vederla come persona adulta così come lei cercava di comportarsi, anche se pur con il corpo già cresciuto la testa ancora era quella dei ragazzi spensierati.

Mangiammo di gran fretta la nostra colazione, quando anche Valeria e Marco rientrarono in barca pronti per tuffarsi sulla pizza tenuta calda dal sole cocente, bagnatissimi scelsero di salire sul prendisole di prua per mangiare asciugarsi e sentire un po’ di musica, io e Serena invece già quasi completamente asciutti restammo a poppa sul cuscino a mezz’ombra dove Serena si sdraiò subito dando l’impressione di voler schiacciare un pisolino. Mi adattai come sempre allo spazio rimasto stendendomi di fianco al lei anche se la mia testa era all’altezza dell’ombelico e le gambe sporgevano di fianco alla barca, ma era l’unica possibilità. Serena sembrava già nel mondo dei sogni cullata dal dondolio delle onde e anch’io iniziavo leggermente a rilassarmi, il cuscino non era poi enorme e lo spazio non permetteva sicuramente un sonno ristoratore ma quella specie di oblio che pur nella coscienza ti fa tranquillamente godere il relax pomeridiano. Qualche piccola onda provocata da barche di passaggio ci faceva perdere l’equilibrio e in uno di questi movimenti il piede destro di Serena venne a contatto con il mio costume o meglio con le mie parti basse che io prontamente spostai. Dopo qualche minuto Serena si mosse e riconquistò la posizione precedente che io avevo addebitato alle onde, il piede ora era proprio sul mio sesso che al contatto proibito aveva dato insani sintomi di risveglio. Ancora una volta pazientemente feci di tutto per potermi spostare guardando Serena che sembrava sprofondata nel mondo dei sogni. Non finii la manovra che il suo piede ritornò alla carica e sebbene dal viso non trasparisse il minimo movimento iniziai a pensare che non fosse poi così casuale, il piede si posò di nuovo sul mio cazzo e attraverso il costume inizio una manovra di sfregamento che diede subito i risultati che in coscienza non volevo ammettere, una erezione portentosa che già pensavo di dover cercare di nascondere, non feci in tempo stavolta a muovermi che il piede di Serena con una mossa velocissima si infilò sotto il costume e iniziò dal vivo un massaggio al quale ora non volevo più rinunciare. Un movimento lento che dal glande scendeva a lambire i coglioni e risaliva fino a solleticare con l’alluce proprio il buchetto dal quale usciva il liquido di eccitazione, mi piaceva, mi piaceva tantissimo, Serena se ne accorgeva e continuava imperterrita mentre io dilaniato dai sentimenti contrastanti e dalla paura di mia figlia e del fratello di Serena che potevano scendere da un momento all’altro, cercavo di reprimere l’impulso sfrenato di godere. Serena a sorpresa e sempre continuando il massaggio si girò di lato e mi prese la mano infilandosela proprio sotto il costume sul suo piccolo monte di venere che tante volte avevo visto nudo quando da bambina giocavano con i miei figli ora sentivo la morbidezza dei suoi peli e con una leggera pressione notai il rigonfiamento delle labbra lo stato confusionale era estremo e scendendo con le dita sentii l’umido della sua eccitazione la accarezzai dolcemente evitando però di infilare il dito ero certo che fosse vergine accellerò i movimenti del piede e scoppiai in una sborrata paurosa nello stesso istante anche lei si irrigidì per rilassarsi subito dopo con un leggero sorriso comunque ad occhi chiusi, mi alzai di scatto e mi tuffai nell’acqua limpida di Vulcano, i pesci attorniarono quella materia gelatinosa e biancastra e io risalii rilassato ma con tanti rimorsi, Serena fece finta di svegliarsi in quel momento e anche lei si tuffo in acqua stentai a rispondere al suo malizioso sorriso ed evitai da allora di rimanere vicino a lei.

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