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Fammi godere

By 15 Giugno 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Più leggo storie di dominazione, più, nella mia testa, compaiono domande. E’ questo quello che sono?
Padrona. Schiava. Schiava. Padrona.
Sono etichette che mi rispecchiano?
Io mi sento solo Donna.
Mi sento donna quando, rientrati a casa, non abbiamo tempo da perdere. E mentre la porta sbatte, stiamo già lottando con i nostri vestiti.
Mi sento donna quando le tue mani ‘ calde, così diverse dai ghiaccioli che mi ritrovo io ‘ mi sollevano la gonna con movimenti bruschi, senza tanti complimenti, infischiandotene di sgualcirmi il vestito, infischiandotene di essere delicato e premuroso.. E perchè poi dovresti esserlo? Io non te l’ho mai chiesto. Io non lo voglio.
Mi sento donna quando sento il tuo corpo imponente contro il mio, quando mi stringi e mi fai mancare l’aria nei pomoni. Sei un uomo. Sei più forte di me. E questo è semplicemente giusto. Ed eccitante. Ti stupisci quindi delle mie mani che corrono ai tuoi pantaloni, lottando con la cinta, e poi con i bottoni e la zip di quel maledetto jeans? Ti stupisci se te li abbasso solo quanto basta per liberare la tua erezione e prenderla tra le mani?
Mi sento donna quando mi giri così, con un colpo secco, e altrettanto decisamente mi sposti il perizoma e così, in piedi, contro il muro del corridoio, con il vestito sgualcito addosso, ancora sui tacchi, mi prendi e mi fai tua. Senza carezze, senza stupidi preliminari, senza sdolcinatezze. Non ce n’è bisogno. Io ti voglio. Ti voglio sempre.
Mi sento donna quando sento il tuo uccello dentro di me. Te lo hanno mai detto quanto è perfetto? Ti ho mai detto quanto io lo veneri? Dritto, rigido, con quella leggera inclinazione a sinistra che sfrega ancora di più contro le pareti della mia figa ad ogni tuo movimento, ad ogni tuo affondo. Ti ho mai detto che mi sento soddisfatta solo quando sei dentro di me? Che ogni tuo singolo movimento mi fa tremare di piacere, che non ho aspettato altro per tutta la sera, e che quando sento le tue unghie affondare nel mio interno coscia, tirandole per aprirle di più, quasi muoio di piacere? Le tue unghie. Dio, le tue unghie. Ti stupisci se un urlo abbandona la mia bocca? E quando poi mordo la mano con cui mi volevi imbavagliare, ti stupisci davvero del mio morso?
Mi sento donna quando abbassi la guardia per questo gesto inaspettato, ed io ti spingo via, fuori da me. Mi guardi spaesato.. Non te lo aspettavi? Non ti aspettavi che ora ti stia mordicchiando anche le labbra, prima di darti il primo bacio della serata? Non ti aspettavi le mie mani sul tuo petto, a tirare la tua camicia, facendo saltare uno dopo l’altro tutti i bottoni? Non ti aspettavi la mia spinta, e di cadere col culo sul pavimento del corridoio? Mi vedi scendere in ginocchio, mettermi tra le tue gambe, toglierti le scarpe, toglierti i jeans, toglierti i boxer. Sei nudo, hai solo una camicia aperta addosso. Sei bello. Dio quanto sei bello: semi-sdraiato ti reggi sugli avambracci, gli addominali parzialmente contratti, il tuo uccello duro in primo piano. Ti stupisci se, guardandolo, mi lecco le labbra, le inumidisco per lui? Ti stupisci quando mi chino su di lui e lo prendo in bocca?
Mi sento donna, sempre di più, sempre più potente ad ogni gemito che lascia le tue labbra. Mi hai insegnato tu a succhiare per bene un uccello, mi hai insegnato a farlo a tuo gusto. Lo lecco dalla base alla punta, sentendo su di lui i miei umori, lo lecco estasiata, più volte, per poi prendere la cappella in bocca, solo lei. Ho guardato quelle smorfie che fai mentre godi per tutto il tempo, ed ogni volta che i tuoi occhi si sono incatenati ai miei, hai fatto una faccia più buffa. Vuoi che scenda a prendere anche l’asta con la bocca? Lo farò, lo sai, ma ora sei mio: scelgo io come muovermi. Sai che non devi neanche pensare di afferrare la mia testa: penso che il segno dei miei incisivi sul tuo glande te lo ricorderà per tutta la vita. Con uno scatto deciso arrivo fino alla base. Lo sai che mi piacciono i colpi di testa, mi piace che tu non sappia cosa aspettarti, mi piace darti il piacere più grande all’improvviso. Salgo, scendo, su e giù, muovo la lingua, alterno delicatezza e passione bruta, succhio con intensità differenti. Non è mai monotono, mai uguale. Non ti devi abituare al piacere. Dici che è questo quello che ti piace di più. Ti credo.
Mi sento donna quando decido di salirti sopra, di farti entrare in me, perchè sono bagnata e sto morendo di voglia. Succhiare il tuo uccello mi fa eccitare, lo sai. Passerei le ore a succhiare. L’ho fatto, più di una volta. Ma ora voglio scopare. E inizio a muovermi. Più forte, più veloce, poi lento e profondo. è una tortura. La tortura più bella del mondo. Sei abbastanza vicino da spogliare anche me. Mi strappi via i vestiti, attirato dalla mia pelle chiara, richiamato dalle mie tette ancora costrette nel reggiseno. è graffiando che ti liberi degli ultimi ostacoli, frenetico, come i miei movimenti su di te.
Mi sento donna quando prendi il mio capezzolo in bocca, e lecchi, succhi, mordi, mentre una mano stringe l’altra tetta come se fosse la tua unica ancora di salvezza. Stringi e fai male, e lo sai, lo fai apposta come se volessi marchiarmi di lividi. Nessun gioiello sarà portato da me con più orgoglio di questo livido, ricordo di una notte di sesso così sfrenata. Mi spingi all’improvviso sul tuo cazzo, mi ci vuoi impalare su questo splendido obelisco, e sai che mi piace. Mi piace anche quando mi ritrovo intrappolata sotto di te. Non so neanche che movimento hai fatto per imprigionarmi tra il pavimento ed il tuo corpo, forse ero troppo intenta a godere.
Mi sento donna quando mi sovrasti completamente, quando sotto di te mi sento in trappola, incapace di liberarmi. Ma perchè dovrei farlo? Le mie mani corrono sulla tua schiena, mentre tu affondi in me. E la sento la tua pelle esser portata via dalle mie unghie, quando un tuo affondo profondo sembra volermi sfondare. Nessun ornamento sarà migliore sulla tua pelle dei segni delle mie unghie, dei segni dei miei morsi. Le senti le mie mani che stringono i tuoi glutei, mentre come un animale ti muovi dentro di me? Le senti quando ti spingo in me, per farti capire che ho bisogno di essere sfondata, di essere distrutta, di sentirti tutto? Sembriamo animali mentre i nostri corpi si aggrappano l’uno all’altro, sembriamo animali quando siamo scossi dall’orgasmo, lì, nel corridoio, sul pavimento.
Ci stacchiamo ansanti, distrutti, sfiniti, sudati. Uomo e donna, donna e uomo. Animali.
Pensi mi importi delle definizioni ora?
Sii il mio angelo, sii il mio demone, sii il mio padrone, sii il mio schiavo, sii il mio uomo.
Sarò la tua baccante, sarò la tua vergine, sarò la tua schiava, sarò la tua padrona, sarò la tua donna.
Uomo e donna.
Solo una cosa ti chiedo, uomo: fammi godere.

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