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Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

Fantasia No. 2

By 20 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Accolgo Marco sulla porta, come sempre. Tengo gli occhi bassi in segno di sottomissione quando apro la porta e lo faccio entrare. Lo guardo solo quando mi solleva il viso e me lo permette. Mi bacia, la sua bocca scivola sul mio collo, mi morde e poi mi sussurai: “Ciao troia – facendomi gemere come una cagna – ho capito di essere stato un padrone troppo permissivo ultimamente: e’ arrivato il momento della punizione che meriti da tempo”

Mi prende per i capelli e mi trascina in sala: sul divano ho preparato un foulard come mi ha richiesto. Marco sorride, vedo nei suoi occhi il compiacimento perche’ ho ubbidito al suo ordine, perche’ sto diventando esattamente come lui vuole che sia e il solo pensarlo mi fa godere nel profondo. Mi fa sedere sul divano e mi sbatte il suo pacco in faccia, dicendo rudemente: “Devo aspettare ancora tanto perché tu decida di fare il tuo dovere, puttana?”

Mi accorgo che oramai anche i suoi ordini piu’ rudi mi fanno bagnare come una cagna in calore. Comincio ad accarezzargli il cazzo attraverso il tessuto dei pantaloni mentre slaccio la cintura; poi apro subito la lampo e mi avvento sul suo cazzo gia’ duro, mugolando di gioia e di piacere.

Ma all’improvviso mi allontana e mi dice: “Ti piace eh vacca? Sembri nata per succhiare il mio cazzo! Ma ti piace un po’ troppo: che punizione sarebbe?”. Mi sorride un po’ cattivo e continua a spogliarsi rimanendo nudo, ma a distanza. E’ una tortura sottile: adoro il suo corpo e non poterlo accarezzare, baciare, succhiare e’ un dolore fisico per me. Quando e’ soddisfatto della voglia disperata che vede dipinta sul mio viso, mi dice: “Scopri quelle tettone che hai! Sono proprio mammelle da mucca. Su dai giocaci un po’…” ed io lo faccio.

Si avvicina: sento il suo calore e il suo potere, mi gira la testa. Mi strizza i capezzoli e poi mi accarezza i seni e li leccai e li succhia, facendomi ricominciare a gemere senza vergogna. Così si ferma, sorride e mi dice: “Proprio non lo capisci che e’ una punizione, vero?” e mi da uno schiaffo e poi mi sputa in bocca. la mia eccitazione e’ cosi’ grande che mi sembra di gocciolare lungo le cosce. Come se se ne accorgesse, Marco sussurra: “Troia…”

Mentre sono persa in un mondo fatto delle sue mani e della sua voce, Marco raccoglie il foulard sul divano e mi fa unire le mani davanti, legandomi i polsi. Poi mi afferra il volto con le mani e mi aprei la bocca: le sue dita giocano con la mia lingua. Mi trattengo dal mugolare ma i miei occhi tradiscono il piacere csorr’e in me. Ecco che mi fa alzare, mi apre le gambe e mi mette le dita nella figa, trovandola fradicia. Sorride di nuovo e, mentre mi fa succhiare le sue dita che sanno di me, mi dice all’orecchio: “Ma quanto sei troia…” facendomi perdere ogni freno e gemere come la cagna in calore che sono.

Mi da un altro schiaffo e mi dice: “Sembra proprio che non riesco a spiegarmi”. Così si volta, afferra i suoi boxer che aveva lasciato sul divano e me li ficca in bocca, soffocando ma non interrompendo i miei mugolii da troia.

Mi gira e mi fa piegare in avanti, scoprendomi il culo e poi comincia a sculacciarmi, sempre più forte. I miei lamenti sono coperti dai suoi boxer E solo quando il mio culone diventa bello rosso, mi prendi per le braccia legate e mi fa mettere in ginocchio sul divano. A questo punto, mi allarga le gambe e mi incula: entra tutto in un colpo, il mio urlo soffocato dai boxer che ho in bocca, i miei occhi spalancati per il dolore, ma anche per il piacere di essere ancora una volta sua, la sua schiava e troia, completamente soggiogata dal suo potere.

Forse sono proprio le mie urla soffocate che lo spingono a incularmi più forte: sento la sua voglia di farmi male, di domarmi come una fiera mentre continua a ripetermi che sono una vacca da monta e che sono la sua troia da fottere. Accetto i suoi colpi e i suoi commenti, non li considero insulti ma apprezzamenti, e ne godo appieno, perché lui e’ il mio signore e puo’ disporre e me come meglio crede: sempre

Quando e’ soddisfatto di questa inculata selvaggia, mi libera le mani e la bocca, mi porti a letto e mi fa sdraiare, sdraiandosi accanto a me. Sorride palesemente soddisfatto e comincia a baciarmi: mi bacia a lungo facendomi letteralmente impazzire, poi sorridendo mi dice: “Sei mia, solo mia, per sempre! Ora fai il tuo dovere da troia e succhiami come sai fare tu spremendomi fuori ogni goccia di sperma”…ed io lo faccio…

Lo sapeva che non vedevo l’ora che di riempirmi la bocca col suo bel cazzo: mi fa impazzire spompinarlo a lungo. Comincio a farmelo scivolare piano in bocca, sento le sue mani tra i capelli che mi accarezzano la testa. La mia lingua gira sulla sua cappella e scende sull’asta. Marco mi afferra i capelli e me li tira mentre la mia bocca avvolge il suo cazzo e succhia con gusto.

E’ un tempo brevissimo ed eterno al tempo stesso quello che passo con il suo cazzo in bocca: vorrei non finisse mai eppure non posso smettere di pensare: “Riempi la bocca della tua troia mio signore…” Continuo a spompinarlo con la devozione che si riserva all’oggetto dei propri desideri, fino a ricevere il premio della sua dolce sborra direttamente in gola, urlando dentro di me: “Sono tua…”

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