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Racconti Erotici Etero

Federico

By 11 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Facciamo così: non giochiamo a soldi ma a vestiti. Chi perde si toglie qualcosa. Se poi abbiamo perso i vestiti e vogliamo rifarci si può sempre trovare un modo per tornare in gioco’

così mio cugino cercava di rendere meno noiosa l’orribile vacanza di Natale in famiglia.

Ed era certo che si sarebbe divertito un mondo.

Era il 28 e i grandi erano tutti in sala a parlarsi addosso a vicenda,e noi plebaglia avevamo il rientro alle 20. Avevo 18 anni: di uscire non se ne parlava che non consoci il paese, avevo il coprifuoco dei miei cugini di 16 anni’

Così le vacanze erano state un inferno!!! La notte di Natale di una noia mostruosa: avevamo giocato a tombola, non per soldi perché eravamo piccoli’

Mio cugino aveva 19 anni e si era messo l’orecchino, che gli era costato le vacanze di Natale in casa con noi. Si lamentava sempre che i suoi amici gli avrebbero fatto fare una festa vera con donne e non cuginette’ però poi ti guardava allupato la scollatura e dovevi stare attenta a come ti sedevi. Io lo guardavo in faccia e gli rispondevo male, sempre e comunque! Gli chiedevo perché la ragazza non lo cercava e cose del genere, e un giorno avevamo fatto un lunghissimo discorso in cui lui mi fissava le tette e io la patta finché non ha spostato lo sguardo.

‘si, e lo so io come ci fai a far tornare in gioco!’ gli dissi acida.

Ce l’avevo con lui perché dormivo nella gelida mansarda, visto che non aveva voluto cedermi la camera da letto. Gli altri si erano accomodati tutti in albergo ma i suoi genitori non vedevano i miei da troppo etc’ e i miei si erano posizionati nella stanza degli ospiti.

Così il discorso del gioco finì lì e le ragazze vennero su con me a parlare male di lui e di tutti i ragazzi della sua età. Alle 11 i genitori fecero la chiamata alle armi e sparirono via. I vecchietti misero su un film di Bond e io mi fermai a guardarlo. Mio cugino faceva avanti e indietro fra la sua stanza e la cucina facendo più rumore possibile’

Senza far finire il film i miei andarono a letto seguiti dagli zii e quando finirono i titoli di coda e andai alla mia stanza li sentivo chiaramente russare! Tutti e quattro!!!

Mi stavo mettendo il pantalone del pigiama quando mi accorsi che mio cugino: Federico il bastardo era alla porta.

‘Stronzo’ gli dissi lanciandogli contro la felpa del pigiama, portavo ancora la maglietta per fortuna.

‘dormono tutti e io qui solo mi annoio.’ Disse entrando ‘stavo pensando di uscire.’

Io lo guardai: era serio e sarebbe piaciuto pure a me uscire. ‘Mmmm aspetta giù che mi rimetto i pantaloni.’ Gli dissi

‘Non ce l’hai una gonna?’ io mostrai una lunga gonna nera che avevo messo al cenone di Natale ‘ecco mettila.’ E si sedette in poltrona

‘ti ho detto di aspettare giù!’ gli dissi io. E poi ci misi un secolo a cacciarlo.

Mi sistemai e, scarpe alte in mano, scesi silenziosa.

Era alla finestra: ‘nevica così forte che non vedo il lampione al cancello. Dovevi sbrigarti piccola.’ Mi disse saccente.

‘Piccola, ci portiamo solo 6 mesi di differenza” dissi incazzata e tornai su silenziosa.

Me lo ritrovai dietro: ‘non ti annoi qui?’ mi chiese

‘Certo! Potevo stare con le mie amiche e conoscere qualche bel ragazzo invece di stare qui!!!’

‘Beh pure io potevo conoscere una bella fica invece di rompermi con te che sei una bacchettona!’

a me vennero in mente due cose: ci ha fatto un pensiero, e non ha la ragazza.

‘E l’amica che ti manda in estasi ad ogni tocco?’ chiesi io facendo finta di nulla

‘L’ho lasciata” mi disse

‘Tu???’ chiesi

‘Ok! Lei’.’ Mi disse

io sghignazzai e lui alzandosi mi disse ‘poi sarei io lo stronzo, solo perché mi sono bucato un orecchio e se ho voglia propongo una partitina di carte alternativa invece di chiudermi in bagno.’

‘Mi hai vista?’ chiesi prima di realizzare che invece di rispondere così potevo prenderlo in giro e costringerlo ad andarsene.

‘Visto e sentita’ e sei fortunata che quelli russino così o ti avrebbero sentito e visto pure loro” sghignazzò invece lui

Non sapevo che dire e lui continuava ‘Dai, si spingi’ ancora dai’.’ Si era riseduto e mi imitava movendo la testa e tirando fuori la lingua

‘Sei uno stronzo’

‘A corto di battute?’ mi chiese, ed effettivamente non sapevo che dire!!!

‘Si a corto”

‘Da quanto &egrave che non hai il ragazzo?’ mi chiese

‘Un paio di mesi’

‘E già ti manca così?’ mi fece tutto felice

‘Guarda che ‘.!’ gli dissi ‘solo che ho delle esigenze” e intanto pensavo che pure lui le aveva e che su di me un pensierino l’aveva fatto’

‘ Se ti vedessero i tuoi ti manderebbero in collegio..’ mi disse, ma io non mi preoccupavo: era un gioco, tutti e due volevamo vacanze diverse e non le avevamo

Mi sedetti sui suoi ginocchi e dissi ‘E come fanno se russano forte? Li andresti a svegliare tu?’ e intanto gli accarezzavo l’orecchio in cui aveva l’orecchino

‘Si, forse.’ Mi disse intrufolando lo sguardo nella maglietta ‘Ma possiamo accordarci.’

‘E come?’ gli chiesi spostandomi in modo che la scollatura fosse più profonda e passando ad accarezzargli il collo

lui sorrise e io sentii la mano sul mio sedere ‘Non hai caldo con le calze?’ mi chiese

in realtà faceva un freddo cane ma io dissi di si e, restando su di lui, mi infilai le mani sotto la gonna e le tolsi finendo con i piedi penzoloni dal bracciolo e la gonna che arrivava a metà coscia.

Lui prese ad accarezzarmi le gambe fermandosi dietro al ginocchio ‘allora?’ gli sussurrai in un orecchio

Lui si girò e mi baciò infilando la lingua fino in gola: da come mi accarezzava pensavo sarebbe stato più gentile!
staccato dal bacio la sua lingua scivolò sul mio collo e poi nella maglietta succhiando e leccandomi tutta la pelle scoperta’ quando si staccò mi alzò la maglietta fino al seno e prese ad accarezzarmi la pelle che aveva scoperto mentre con l’altra mano percorreva le gambe alzando sempre più la gonna. ‘Adesso ho caldo io piccola.’ Mi disse

Allora io cominciai a togliergli il maglione e poi la camicia. Ad ogni bottone la mia lingua aveva più pelle da esplorare e alla fine mi ritrovai in ginocchio fra le sue gambe. Mi tolsi la maglietta e presi a scalare i suoi pettorali pensando che si vestiva proprio male e che aveva un bel corpo.

Mentre gli succhiavo i capezzoli lui mi fece arrampicare sulla poltrona cavalcandolo, e una volta faccia a faccia mi tolse la gonna e mi fece accomodare.

Avevo il sedere metà sui ginocchi e metà all’aria e mi tenevo in bilico: se si muoveva finivo per terra, ma a lui piaceva la distanza. Mi accarezzava dappertutto tranne dove il reggiseno e il perizoma coprivano.

‘Dai” feci per incitarlo e lui mi sorrise

‘Dai che?’ mi chiese con l’aria innocente, ‘siamo cugini sai!’

io mi avvicinai e gli diedi un bacio lunghissimo e poi restai a guardare la sua reazione

mi baciò ancora e poi scese a succhiare i capezzoli senza togliere il reggiseno.

Uno lo succhiava l’altro lo lavorava con le mani, ma io volevo sentirlo a pelle. Lui però non sembrava intenzionato a spostarmi il reggiseno o a fare altro’ allora gli presi una mano e me la misi su un seno, poi la passai sul bordo del reggiseno e gli feci abbassare la coppa in modo da farla arrotolare sotto di esso. Lui fece lo stesso con l’altro e prese a tirare i capezzoli guardandomi negli occhi. Tirò fuori la lingua e io mi abbassai a succhiarla finendo in un bacio. Lui aveva ripreso a massaggiarmi il seno e pizzicare i capezzoli lentamente e io, fra un bacio e l’altro, lasciavo dei gemiti. Quando gli liberai la bocca dai miei baci si tuffò sui capezzoli. Mi bagnava il seno con la lingua con una lentezza che mi faceva venire i brividi e poi succhiava e mordicchiava i capezzoli titillandoli con la lingua. Ero così presa che non mi resi conto della sua mano fino a che non sentii un dito fra me e il perizoma

‘Ma che fai?’ gli chiesi scostandolo e alzandomi

lui mi seguì e mi resse con un braccio e mi fece vedere il dito umido ‘lecca’ e me lo infilò in bocca.

‘E tu che vuoi fare?’ mi chiese ‘sei già eccitata, lasciami fare.’

Io non risposi

‘lo vedi che sei piccola? Scommetto che il tuo ragazzo non ti faceva bagnare così senza prima farti sudare sette camicie.’ Aveva ragione e io non sapevo che dire.

‘Rilassati’ e sentii le sue mani correre sul mio corpo mentre lui mi guardava negli occhi. Poi tornò ad infilare un dito nel perizoma, poi due e poi sentii tutta la mano che mi accarezzava e il perizoma che mi tirava fra le natiche.

Mi baciò appassionatamente e cominciò a toccarmi il clitoride ed accarezzare le labbra, io aprii un po le gambe per sentire meglio le sue dita e lui ne spinse subito uno dentro

‘Ma che fai?’ chiesi meno convinta di prima, lui prese a baciarmi il collo e sentivo l’altra mano sul seno che giocava.

Sentivo il mio respiro aumentare e l’eccitazione salire, il perizoma si era completamente bagnato e io lo sentivo umido anche sul dietro. E poi mi piaceva come mi tirava il perizoma nel sedere era stupendo!

Sentii le sue labbra sul seno: mi guardava negli occhi.

Era stupendo, aprii ancora le gambe e sentii che provava un secondo dito che scivolò senza problemi, allora ne fece scivolare dentro un terzo. Sentii l’orgasmo arrivare e mi morsi le labbra, lui si tirò su e mi strinse con forza così che quando venni il corpo prese ad ondeggiare contro il suo prendendo ancora più piacere da quel contatto e soprattutto dalla sua mano sbattuta contro di me.

Quando mi ripresi gli dissi ‘quante volte mi hai vista?’

Lui sorrise ‘Ogni notte, potevo rimettere la sveglia sulle tue visitine in bagno.’

Non sapevo che dire, lui mi portò sul letto e si spogliò del tutto. Aveva già un’erezione paurosa. Guardandolo mi venne in mente come dovevo essere io: il reggiseno arrotolato a scoprire la mia quarta, il seno era tutto rosso dai suoi baci e succhiotti, il perizoma era tutto bagnato e scompariva nel mio sedere’

Federico strusciò il cazzo contro la mia faccia, io aprii la bocca ma lui la superò strusciandolo contro il seno e poi sempre più giù. Feci per chiudere le gambe ma la cosa era impossibile (ci stava in mezzo) ed inutile: non voleva penetrarmi. Si infilò fra il perizoma e la mia fica facendomi sentire la punta sulle labbra e bagnandosi bene. Poi si tirò su e me lo mise a portata di bocca.

Io prima leccai via tutti i miei umori e poi mi dedicai al pompino vero e proprio leccando le palle e succhiandole, pesando la loro consistenza contro la lingua e poi succhiando tutta l’asta fino a ingoiarlo, lo sentivo gemere e la cosa mi faceva piacere.

Presi a massaggiargli le palle con le mani mentre succhiavo ma poi una mano le abbandonò per andarmi fra le gambe’ cominciai a toccarmi ma non era quello che volevo, presi a tirare il perizoma per sentirlo di più nel culo. Lui mi prese le mani e mi disse ‘Guardami negli occhi, ora guido io: cerca di bere.’ E si mise le mie mani sui fianchi mentre con le sue mi teneva la testa: cominciò a scoparmi in bocca lo sguardo fisso nel mio. Gemeva forte e pensavo che presto sarebbe arrivato qualcuno ed in effetti sentii un rumore dai piani bassi’

‘Ci sono piccola’ e sentii uno schizzo caldo in bocca, seguito da altri due e poi mi staccai. Lui se lo prese in mano e io, la più calma dei due, andai a chiudere la porta.

Tornai da lui che si era buttato sul letto. Per terra c’era uno schizzo di sperma. Lui mi tirò sul letto

‘No, giù si muove qualcuno,magari ci ha visto!’

‘Ma che visto” mi disse baciandomi e togliendomi il reggiseno

‘No.’ Gli disse scostandomi ‘vai a vedere chi era’

‘Ma non voglio!’ e mi attirò di nuovo passando le mani sul bordo del perizoma che era quasi sottoascellare ormai ‘Divertiamoci ancora e poi scendo.’

‘Scendi prima per favore” gli dissi allontanandomi

Lui sbuffò si mi se i pantaloni e maglietta e mi disse ‘tu però resta così, dobbiamo valutare questo perizoma!’

Lo sentii scendere e io mi misi sotto le coperte. Dopo un tempo lunghissimo tornò su da me.

‘Era papà, doveva andare in bagno e non ci ha sentiti! pensava che venissi dalla cucina.’

Intanto aveva chiuso la porta e si stava spogliando, io restai sotto le coperte a gustarmelo. Appena nudo si mise a letto con me e prese ad accarezzarmi il perizoma.

‘e questo qui quando c’&egrave arrivato? Me lo ricordavo più in basso’ e me lo sistemò passando accuratamente le mani al suo interno ‘Non ti dava fastidio così spinto dentro?’

Io lo guardai e gli dissi che veramente mi piaceva, ma lui me lo tolse e riprese a baciarmi

‘A che ora si alza tua madre?’ mi chiese, io non realizzai perché me lo aveva chiesto e mi allontanai ‘che c’entra mia madre!’ gli chiesi

‘Così metto la sveglia e scendo giù prima di lei.’

Guardai l’ora e vidi che erano le tre ‘Vai via ora, &egrave meglio così non ci sono rischi.’

‘No’ mi disse riprendendo a baciarmi e toccarmi, a quel punto avevo poco spazio fra un bacio e l’altro per dire qualcosa e comunque non avevo tutta questa voglia di mandarlo via.

Ci ritrovammo in un classico 69 con la sua lingua che seguiva i segni che il perizoma aveva lasciato, accarezzando il solco fra le natiche per arrivare al clitoride e tornare su’ io invece di prenderglielo in bocca posai la testa sul suo stomaco e mi muovevo per offrirgli posizioni in cui potesse leccare meglio e di più: era stupendo.

Stava per portarmi di nuovo all’orgasmo con le sue mosse delicate e precise quando prese fra due dita il clitoride e me lo strizzò con forza strappandomi un grido. Mi spostai e gli diedi una sberla, e lui si indicò il cazzo metà in tiro e disse ‘Lui?’

Io mi buttai a baciarlo in bocca per poi leccare il suo pomo d’adamo, cominciai a fargli una sega ma lui mi chiese di nuovo un pompino. ‘Non lo voglio in bocca’

‘Ok’ mi disse ‘Possiamo fare qualche altro giochetto” e si alzò: dai pantaloni prese una scatola di preservativi e me la mise in mano ‘Oppure prendi la pillola?’ mi chiese

al mio no mi disse di farglielo diventare duro.

Io lo presi in bocca come avevo fatto prima stando seduta sul bordo del letto, ma lui mi spostò facendomi mettere a quattro zampe sul letto con il sedere all’aria e piegata verso di lui. Come lo ripresi in bocca lui si piegò sul mio sedere: avevo poca libertà di manovra, anzi nessuna e potevo solo tenere quel cazzo in bocca e accarezzargli le palle con le mani. Sentivo che lui aveva ripreso a masturbarmi e smisi di preoccuparmi del suo cazzo, infondo era una presenza piacevole in bocca e poi stava aumentando di consistenza da solo.

Sentivo che mio cugino non risparmiava nessun buco e provava a penetrarli con più dita possibili’

Ma si staccò presto, troppo per i miei gusti.

‘Sai che si meritano le stronze come te?’mi chiese mentre si prendeva il cazzo in mano per farlo diventare perfettamente duro

‘Cosa?’ ma già sapevo che avrebbe voluto schizzarmi addosso o qualcosa di simili che non mi sarebbe piaciuto affatto

‘Si merita di essere prese per il culo’ disse lui con tono cattivo e per poco non mi mettevo a ridere.

Mi stesi a letto e tirai su le gambe afferrando le caviglie.

Lui restò sorpreso ma si avvicinò, mi penetrò nella fica e poi restò a guardare il nostro punto di contatto. Io spinsi con la schiena per farlo muovere e lui usci di colpo.

‘Girati’ io eseguii e sentii che mi accarezzava con le calze che avevo tolto secoli prima ‘Allora ti piace nel culo’ lo hai fatto prima lì o prima ti ha sverginato?’ mi chiese mentre mi legava i polsi tra loro

‘Dai non legarmi’ mi agitai io

Lui mi diede uno schiaffo sulla nuca ‘rispondi’

‘Prima mi ha sverginata’ gli dissi, lui aveva legato le mie mani al letto ‘che vuoi fare?’

ma lui non rispose tornò con il perizoma e me lo mise in bocca, provai a scansarmi ma lui mi colpì ancora.

Si posizionò dietro di me e cominciò a sculacciarmi forte, se non ci fosse stato il perizoma avrei urlato. Io cercavo di muovermi per girarmi o per dargli un calcio ma lui colpiva sempre più forte. Ad un certo punto di allontanò e tornò con la cinta dei pantaloni, me la passò sul seno sfregandola duramente e poi mi frustò il sedere
‘dovresti vederti: &egrave tutto rosso’ io avevo le lacrime agli occhi e non avevo più la forza o il coraggio di muovermi

Sentii che posava la cinta e cercava dell’altro e subito dopo sentii della crema, mi passava la crema dove aveva colpito, tolse il perizoma e disse ‘Se ti dico di succhiare tu succhi!’ e mi baciò dolcemente, riprese ad accarezzarmi con calma, le mani unte di crema che percorrevano ogni centimetro di pelle’

Mentre con una mano era sul seno e io avevo ritrovato il piacere mi penetrò nell’ano. Fu una cosa rude e diretta: sentii subito il suo inguine sbattere sul mio sedere e il dolore mi aveva lasciata senza fiato per gridare.

Passò tutte e due le mani a tirarmi con forza i capezzoli e prese a pompare con violenza un paio di colpi. Poi rallentò e passò una mano sul clitoride toccandolo e cercando il mo piacere, si muoveva lento e presto mi ritrovai ad ansimare con il suo ritmo. Era stupendo!

‘Piace alla mia piccola puttana?’ mi chiese

‘Si’ mugugnai

lui aumentò il ritmo e mi sentivo sempre meglio ‘Infila le dita’ lui mi sfiorò l’orecchio con le labbra ‘Puttana’ e intanto mi infilò tre dita nella fica e prese a muoverle.

Io venni praticamente a quel contatto e lui aumentò le spinte e sentii che anche lui veniva.

Mi girai per baciarlo ma lui si spostò per sciogliermi, ci riprovai e lui scese dal letto e si rivestì

Restai a guardarlo

‘Beh ne vuoi ancora? Volevi mandarmi via no???’

‘Stronzo’ gli dissi

‘Ci vediamo domani.’ E andò via.

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