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FESTA DI COMPLEANNO GODUTA ALLA FACCIA MIA

By 1 Giugno 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Non mi sono mai spiegato bene il perché ma la mia moglie troia nonostante tutti i cazzi che si beccava ogni giorno dai clienti puttanieri e le feroci infilate che si faceva somministrare in ogni buco dal suo pappone supercazzuto non riusciva a rinunciare al cazzo di quel porco del vecchio padrino.Forse perché era lui che l’aveva dressata e pervertita scoprendo la sua natura depravata insegnandole ogni sconcezza possibile o forse perché si sentiva in debito per avergli limitato la possibilità di fottersela a piacere come quando abitavano insieme ora che era sposata e faceva la puttana.
Comunque quando il suo vecchio la voleva fottere lei si metteva subito a disposizione in qualunque momento e posto e dopo che li avevo scoperti e la zoccola mi aveva sputtanato come guardone pervertito la baldracca mi ordinava anche di aiutarla cosa che facevo con rabbia perché il vecchio ne approfittava per sfottermi insultandomi dopo avermi rifilata quella gran vacca di moglie strarotta che mi ritrovavo. Le loro porcate le facevano sia a casa del padrino che a casa nostra ma a volte se al vecchio tirava il cazzo mentre eravamo altrove la maiala non esitava ad accontentarlo anche se dovevano fare le cose in fretta e scomodi. Appena il padrino glielo ordinava lei ubbidiva e lo soddisfaceva subito per non perdersi la sua fava armata. Infatti al vecchio porco non tirava spesso per mia fortuna ma quando succedeva e poteva infiocinare i buchi della figlioccia durava parecchio a pomparle in panza e la sfondava a fondo prima di sborrala. L’avevo visto montarsela anche per un paio d’ore di fila prima di annaffiarle i condotti e ogni volta che me la montava mi trattava come un suo schiavo sfottendomi e insultandomi e quindi quella volta restai veramente sorpreso come anche la gran troia da quello che successe.

Eravamo al ristorante per il compleanno del vecchio porco e alla fine del pasto lui disse tranquillamente a mia moglie che si leccava le labbra:”… sughi da gran maiala… con quella bocca da pompini m’hai fatto armare e ho la mazza in tiro… rientriamo che te la voglio schiaffare subito in panza… andiamo che mi debbo scaricare le palle… te lo butto in corpo mentre il tuo cornuto si fa le seghe… è il regalo di compleanno che mi gusto di più una trombata della mia figlioccia zoccola davanti al suo marito cornuto e pipparolo…” Anche se la cena non era finita mia moglie senza protestare si alzò e presa una bottiglia di spumante ce ne andammo a casa dove appena arrivati il vecchio ordinò alla figlioccia di mettersi al lavoro e senza neanche darle il tempo di spogliarsi il vecchio arrapato le sfoderò la fava nodosa e gliela mise in mano.
Ormai abituato a quelle porcate non mi stupivo ma ammirai la ceppa tosta che la troia ebbe appena il tempo di imboccargli dandogli qualche leccata con risucchio alla cappella gonfia prima che lui le facesse rialzare la testa ordinandole di girarsi e mettersi culo all’aria per metterla sotto cazzo. Lei dopo essersi rialzata la gonna scoprendo la patacca nuda si girò piegandosi in posizione ginocchia a terra e piegata a pecora guardava indietro il suo vecchio che avvicinandosi prese posizione dietro alle chiappe e le guidò la nerchia tosta in figa appuntandogliela tra i peli dritta al buco dilatato di voglia. Impugnandola per i fianchi con un colpo potente la infigò fino alle palle approfittando della sorca scolata della vacca che sobbalzò sotto l’incornata brutale con un lungo mugolio di libidine.
Mi aspettavo che ficcato nella sorca della figlioccia fino alle palle il mandrillo cominciasse a chiavarsela ma il vecchio invece ci stupì ricacciandole la ceppa tosta e fumante dal buco spalancato e dopo averle sputato tra le chiappe appizzò la cappella tosta sullo sfintere di mia moglie che s’era girata e lo guardava interrogativa. Un colpo duro e vidi la stanga nodosa sprofondare nel buco del culo di mia moglie che con uno strillo acuto accolse l’incornata anale puntellandosi per resistere alla penetrazione violenta del padrino nel suo sfintere. Con pochi colpi il porco le ficcò nel retto la sua mazza tosta arrivandole nelle budella e ben affondato fino ai coglioni nel culo rotto e slargato della figlioccia si godeva a gambe larghe le contrazioni della rondella anale che gli pompava la mazza.
Io avevo il cazzo in tiro a quello spettacolo osceno per come il vecchio porco usava i buchi di mia moglie a piacere alla faccia mia. Già pensavo di godermi la scena del vecchio porco che avrebbe finalmente cominciato a stantuffare in panza alla maiala pronta all’inculata quando invece il vecchio maiale rialzando la figlioccia che teneva infilata di culo le sturò la rondella con un risucchio e prese un grosso bignè preparato per la festa e glielo ficcò nel buco della sorca e ridendo mi invitava:”…cornutazzo guardone… il dessert è servito… leccati la crema in fregna alla mia figlioccia… mangia tutto gran maiale depravato… forza ingozzati che offro io e è tutta roba buona…” La vacca mi sfotteva aprendosi la patacca colle mani in un gesto d’offerta sconcio ridendosela anche lei e alla fine dovetti ubbidire e inginocchiarmi tra le sue cosce cominciando a leccare come un cane nella sua figa ripiena di dolce slappando insieme crema e sugo di figa che scolava di gusto.
Mentre leccavo umiliato come un cane il vecchio bastardo tranquillamente prese una banana e dopo averla sbucciata la infilò nel buco del culo della zoccola restato ancora aperto e dilatato per l’infilata anale del suo battacchio. Con gusto le spinse dentro tutta la banana fino a farla scomparire nel retto della bagascia che sculettava arrapata da questa nuova porcata e poi dopo averla spinta bene dentro al foro anale colle dita mi ordinò:”dopo il dolce la frutta è servita stronzo cornuto… mangia tutto maiale… e lecca fino a ripulirle le chiappe alla tua signora troia… se no sono cazzi tuoi…” e con violenza sbatté la vacca ginocchio schiacciandomi la faccia tra le chiappe impiastrate della depravata obbligandomi a leccarle in culo.
Umiliato e incazzato dovetti slapparle nello sfintere dilatato come un maiale mentre la schifosa puttana mi ricagava la banana in bocca ridendo di quella porcata oscena. Colla testa tra le sue chiappe mi toccò ingozzarmi di quella purea puzzolente di banana mista a liquidi anali fino a ripulirle il buco del culo e poi anche la sorca larga che pisciava libidine. Solo quando ebbi finito trangugiando con la nausea quella purea merdosa il vecchio pervertito mi permise di rialzarmi e ordinò a mia moglie:”…ora sei pronta troia… ben leccata e scolata ti apro le budella fino in bocca… vieni che ti riempio le chiappe di cazzo tosto zoccola…” e dopo essersi seduto la invitò a impalarsi di culo sulla mazza fumante a smorzacandela.
Lei non si fece pregare e tenendosi le chiappe larghe colle mani si accomodò la cappella del padrino sul buco dilatato e con un singhiozzo osceno si lasciò cadere sulla stanga dritta impalandosi infilata fino alla radice e stupito la vidi sborrare chizzando dalla fregna larga un getto fumante. A cosce spalancate la schifosa ancora tremante per la venuta improvvisa mi indicava la base pelosa del battacchio che aveva ficcato in culo sotto la patacca larga e dilatata di gusto che scolava un rivolo fumante di sugo di figa dicendomi:”… cornuto segaiolo… che cazzo guardi? lo vedi che m’ha fatto sborrare… infila come una bestia il mio vecchio…sparati una pippa e stai zitto coglione merdoso mentre mi ripassa i buchi…”.
Inculata fino alla radice vedevo che il vecchio le assestava dei colpi secchi in culo da sotto in su per farle espellere colla pressione del palo che aveva in corpo la roba che le colmava la sorca e la zoccola scorreggiava ad ogni colpo ansimando infoiata:”…lecca maiale… lecca la roba che piscio mentre il mio vecchio mi farcisce le chiappe…” Io dovetti inginocchiarmi ancora tra le cosce larghe della schifosa maiala e ricominciare a slapparle la fregna grondante e mentre finivo di ripulirle la patacca il porco prendendola per i fianchi le sborrò in fondo al culo grugnendo arrapato mentre le dava botte secche con le palle che sbattevano tra le chiappe larghe della troia ansimante.
Dopo averle scaricato nelle viscere le sue schizzate il vecchio soddisfatto la sculò con un risucchio sfilandole brutalmente il cazzo grondante e vedendo che la figlioccia accennava a rialzarsi le disse:”… aspetta gran maiala che facciamo divertire anche il tuo cornuto… deve ancora fare il brindisi alla mia salute il cornutazzo merdoso…” Lei girandosi lo guardava interrogativa. Io mi chiedevo cosa avesse in mente il bastardo e il vecchio disse soddisfatto:”… avevo le palle troppo piene… ma ora ti finisco… ci manca il brindisi… e tu cornutazzo merdoso me l’hai preparata bene… ”
La troia ridendo della mia incazzatura si fece mettere in posizione chiappe all’aria dal suo vecchio che presa la bottiglia di spumante che avena portato dal ristorante la sturò annaffiando la troia e dopo aver bevuto a canna con una mossa a sorpresa le ficcò la bottiglia in culo. La scrofa urlò sorpresa e spurgò con una scoreggia dal buco del culo dilatato uno schizzo schiumoso enorme che io stupito non feci a tempo a evitare scansandomi e il getto di schiuma misto a liquidi anali sparato dal buco del culo della mignotta con una gran scoreggia mi annaffiò completamente tra le risate sconce dei due depravati. Mentre accecato e impiastrato cercavo di ripulirmi il vecchio le ficcò la bottiglia anche in fregna versandole il resto dello spumante dentro e io allibito vidi quella schifosa scrofa spalancare le cosce al massimo e pisciare dalla sorca fiumi di schiuma mentre scorreggiava spruzzi schiumosi dallo sfintere dilatato dall’inculata tra sonori rutti e sfiati di culo.
Un lago di spumante si sparse dappertutto tra le risate oscene dei due porci e il vecchio sghignazzando mi indicava i rivoli fumanti di schiuma che la mia moglie pervertita scaricava insieme alla sborra di cui era piena a cosce spalancate. Alla fine dopo essersi svuotata toccò a me come prevedevo ripulire la scrofa della robaccia che le impiastrava tutto il fracosce mentre il padrino mi insultava come cornuto maiale marito di una vacca schifosa che intanto se la rideva sfottendomi anche lei e insultandomi con parolacce da bagascia. Il vecchio colla figlioccia vacca mi sfottevano insultandomi:”… ti piace grufolare del pantano che caga tua moglie maiale schifoso… lecca gran recchione cornuto se no ti inchiappetto a sangue fino a sfondarti quel culo da finocchio che ti ritrovi… brinda alla mia salute e a quella di questa gran maiala di tua moglie… le ho messo in culo mezzo litro di sborra e mezzo di spumante… senti quanto scoreggia la mia figlioccia schifosa… rigurgita come un fogna intasata la scrofa… bevi tutto porco alla faccia mia e di tutti quelli che te la trombano… oggi è festa e hai diritto a godere anche tu pervertito merdoso…” mentre schifato e incazzato leccavo la sorca di mia moglie la scrofa ridendo si piegò in avanti e mi ordinò di ripulirle il culo aprendomi le chiappe colle mani e per sfregio mentre leccavo il suo buco slargato mi ricagò in bocca la banana che le aveva ficcato nel retto il padrino e mi riempì la bocca di quella purea merdosa di sborra e banana ridendo oscenamente dei miei conati di vomito. Volevo sputare ma il vecchio perverso mi spinse la faccia tra le chiappe larghe della figlioccia obbligandomi a trangugiare soffocato tutta quella robaccia che cagava la mia moglie bagascia insultandomi:”…mangia tutto se no sono cazzi tuoi recchione…sei il più cornuto marito maiale di una super troia da monta e devi pulirle il culo e la sorca colla lingua fino a lucidarglielo… lecca tutto…di solito glielo faccio io e i miei amici questo servizio ma oggi tocca a te brindare in mio onore… un pervertito come te è fortunato ad avere per moglie la più vacca bagascia del mondo… ringraziami che ti faccio cagare in bocca dalla mia figlioccia e leccami palle e cazzo stronzo recchione…”
E io nonostante lo schifo di quei servizi da maiale avevo armato e sfottuto dalla troia che se la rideva andai umilmente in ginocchio a imboccare la fava del vecchio porco grondante robaccia fumante e da schiavo depravato leccai fino a ripulirlo anche il suo battacchio dopo aver lucidato i buchi a quella gran scrofa di mia moglie e nonostante la nausea di fare quei servizi schifosi e degradanti ero in tiro come n mandrillo.
Vedendomi così arrapato la maiala parlò all’orecchio del padrino che a gambe larghe tenendosi la mazza in mano si godeva la mia leccata e poi prendendomi la testa mi spinse ad imboccare la cappella del vecchio che sotto il mio pompino stava riarmando. La schifosa mi obbligò a ingozzarmi del cazzo nodoso del suo vecchio e mentre lo sugavo mi si mise a cosce larghe a cavallo della mia testa e lui prendendole la patacca scolata in mano cominciò a frugarle nel buco sditalinandola rumorosamente. Sentivo la troia gemere di gusto a quella porcata mentre si baciava col padrino che le leccava i capezzoli duri delle grosse pocce e le succhiava la lingua ormai armato e tosto per il mio pompino e quando la bagascia gli impugnò le palle strizzandogliele il maiale mi schizzò in gola la sua sborrata mentre mia moglie scaricava la sua venuta per il ditalino pisciandomi in testa: Mezzo accecato da quella cascata fumante mi dovetti ingozzare tutta la scarica del vecchio che ansimando mi stringeva la testa per impedirmi di risputargli il nerbo che si svuotava.
Quando ebbero finito di scaricarsi i due porci soddisfatti mi lasciarono finalmente andare e potei rialzarmi e ripulirmi alla meglio sfottuto e insultato dai due pervertiti. Alla fine il vecchio colle palle vuote se ne andò soddisfatto di porcate ma io dovetti ancora ripulire quel lago di schifezze scorreggiate fuori dai buchi sfondati della mia moglie troia depravata e sadica che non smetteva di insultarmi con un linguaggio da bagascia godendosi la mia umiliazione succube:”…lecca porco ripulisci tutto… ti piace slappare sborra gran recchione…gli hai lucidato la ceppa al mio vecchio…che ingozzata di sugo di palle t’ha somministrato…e come bevevi a canna magnaccia finocchio… hai visto che gran fava?…. se mi lecchi bene culo e sorca domani quando vado a farmi trombare te la faccio provare anche a te cornuto… ti faccio dare una inchiappettata prima di farmi imbottire le budella alla faccia tua… vedrai che sturata di natiche ti da il mio padrino con quella briscola di mazza quando gliel’hai ben intostata di bocca… gran bocchinaro finocchio ti voglio vedere col culo rotto peggio del mio… e ricordati di fargli sempre l’ingoio che il porco lo pretende…” Io subivo tutto senza fiatare perché sapevo bene che la scrofa se mi ribellavo mi avrebbe fatto pistare dal suo pappone quando veniva a trombarsela e poi m’avrebbe imposto le peggiori porcate col suo vecchio padrino vizioso e sadico e poi non potevo ribattere perché era la pura verità e ne eravamo tutti coscienti.

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