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Fissazione orale – 2

By 8 Gennaio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Peters… C-….. Matthews… C…. James…. B-…’ Anne Fox stava restituendo i test corretti ai suoi studenti. Era stata dura nel correggerli, come sempre del resto. Come mai questi ragazzi non studiavano? E’ vero che era un corso estivo, ma aveva spiegato loro Hemingway in tutti i modi possibili e questi ancora non sapevano la differenza stilistica tra ‘Il vecchio e il mare’ e ‘Addio alle armi’! ‘Jones… D-, complimenti Robert, continua così e se ti impegni ripeterai tutto l’anno!’ sbuffò la donna allungando stizzita il foglio a un ragazzo con i capelli biondi. Poi lesse il nome successivo e tutti i suoi pensieri si bloccarono. Deglutì nervosamente poi chiamò:
‘Richardson…’ un ragazzo con gli occhi verdi e i capelli rossi le sorrise sornione. La professoressa accolse lo sguardo impertinente del suo giovane padrone, lasciò che gli entrasse dentro impossessandosi del suo corpo. Si sciolse in un sorriso mentre gli consegnava il test: ‘A+… bravo Austin, hai fatto un lavoro perfetto, neanche un errore!’ gli disse quasi canticchiando. Come poteva non esserlo, gli aveva fornito lei le domande e le risposte e anche in caso di errore gli ordini erano di ‘lasciar correre’. Il ragazzo prese il foglio di carta ridacchiando sotto i baffi:
‘Grazie prof! Mi sono impegnato tanto e penso di essermelo meritato, no?!’ gli altri ragazzi lo guardarono un po’ straniti, era una risposta forse un po’ azzardata da dare alla Fox. Ma la donna si limitò a continuare a sorridere e gli disse:
‘E’ vero Austin, hai ragione, ti meriti ogni punto di quel voto!’ cos’altro poteva dirgli? Cominciava già a sentire i primi formicolii di lussuria mentre abbassò gli occhi e si voltò per non far insospettire gli altri studenti.

‘Hei Austin!’ lo chiamò Robert Jones all’uscita. ‘Ultimamente sei diventato il cocchino della Fox o sbaglio?’ Austin sorrise all’amico che intanto l’aveva raggiunto, scrollando le spalle. Camminavano verso le biciclette legate alla palizzata che circondava il liceo.
‘No, davvero amico, quella è una stronza frigida! Come cavolo hai fatto a farla diventare tutta… ‘bravo Austin, ottimo lavoro Austin’, huh?’ gli chiese dopo qualche secondo imitando la voce della loro insegnante, sinceramente incuriosito.
‘Col mio fascino, naturalmente!’ gli rispose il ragazzo scoppiando poi a ridere e l’amico con lui.
‘Hahaha!!! Certo, come no?!’ Robert gli batteva la mano sulla spalla mentre toglievano il lucchetto ai loro mezzi di locomozione ‘Di la verità! Hai smesso di farti le seghe e ti sei messo a studiare sodo!!’
‘Hahahaha!!! Beh, una cosa l’hai indovinata Bobby! Ho SMESSO di farmi le seghe! Hahaha!!!’ Dette un ultima pacca sulle spalle a Robert che era rimasto leggermente confuso da quell’ultima battuta ‘Ci vediamo domani amico!’ e pedalò via con un sorrisetto furbo sul viso.

Anne bevve un sorso di tè freddo e si aggiustò gli occhiali da lettura. Le stava provando tutte pur di distrarsi dal suo pensiero fisso. Aveva preso un romanzo storico che non era mai riuscita a finire nella speranza che il suo desiderio si acquietasse. Austin le aveva detto di non masturbarsi fino a nuovo ordine e lei lo aveva aspettato tutto il pomeriggio sperando che avesse pietà di lei e venisse a saziare il suo appetito senza fine. Ma non funzionava così e lei lo sapeva. Da quando gli era saltata addosso un paio di settimane prima le cose erano cambiate radicalmente nella sua vita. Il ragazzo aveva capito perfettamente come usare le sue debolezze contro di lei. Era lui ad usarla se, quando e come gli faceva voglia, lei era lì per soddisfare ogni sua richiesta, non il contrario e questo la eccitava da morire. Guardò l’orologio. Le 5.20. Non sarebbe venuto. Doveva cominciare a prepararsi, aveva il compleanno della sua nipotina che aspettava a braccia aperte la sua zietta preferita. Chiuse il libro e si alzò dal divano dirigendosi verso la camera da letto. Si vestì, era praticamente pronta per uscire, tutto sommato lieta di questa distrazione forzata, quando sentì un familiare ‘bip-bip’. Prese il cellulare dalla borsa e lesse il messaggio:
‘Sto venendo lì. Resto per tutto il weekend, i miei sono fuori città. Preparati prof!’ Cominciò a mordersi il labbro. Col respiro grosso compose il numero di sua sorella.
‘Helen, ciao sono io! Scusami ma non ce la faccio a venire al compleanno di Melody…’

Mezz’ora dopo sentì suonare il campanello e si precipitò ad aprirgli. Austin le sorrise ed entrò in casa senza aspettare l’invito. Chiuse la porta con il piede, lasciò cadere a terra il borsone che aveva portato, e sbattendo la donna alla parete la baciò penetrandole la bocca con la lingua e palpandole il seno con forza. Anne era già in estasi e lo abbracciò con tutta la passione che la pervadeva. Dopo un po’ il ragazzo si staccò e le sorrise:
‘Allora troietta? Ti sono mancato?’ lei sospirò e gli rispose:
‘Non sai quanto padrone…’ aveva cominciato a baciargli il collo, come faceva sempre ‘…non sai quanto!’
‘Hehehe!!!’ Austin fece scivolare una mano sotto il vestito e le tastò la figa ‘bene! Ti stai già bagnando’ le disse giocherellando con le sue labbra ‘dimmi di che cosa hai voglia!’
‘Del tuo cazzo padrone… del tuo meraviglioso cazzo, ti prego, fammelo leccare’ Aveva cominciato a farle scivolare un dito nella figa, molto lentamente.
‘Me lo vuoi leccare?’ le disse con il ghigno malefico che aveva adottato con lei da quando avevano cominciato la loro relazione.
‘Si, ti prego, ti prego!’ lo supplicò lei.
‘Beh, tutto dipende da te, prof…’ continuò a tormentarla lui ‘…hai fatto i compiti a casa?’ la donna smise di baciargli il collo e si avviò di fretta verso il tavolino del soggiorno.
‘Si, si, eccoli’ le disse come una bimbetta impaziente ‘vieni presto!’ Austin la seguì divertito godendosi il brivido di poterla trattare così. La donna prese un foglio e lo allungò fremente al ragazzo:
‘Tieni, questo è il test di lunedì, con tutte le risposte’ il ragazzo lo prese senza mai smettere di ridere.
‘Brava cagnetta!’ gli dette un’occhiata appena, prima di buttarlo sul divano ‘se avrò tempo lo leggerò, altrimenti ci penserai tu a mettere le risposte giuste’ le disse con arroganza. Poi si buttò a sedere sul divano e la guardò:
‘Dai, avanti! Sai cosa devi fare, muoviti, ho caldo!’ La donna gli si inginocchiò davanti e cominciò a slegargli una scarpa da ginnastica. Gliela tolse e così il calzino di spugna intriso di sudore. Poi si portò il piede alla faccia mentre lui la guardava sorridendole e gli dette un singolo bacio sulla pianta umida e dall’odore così forte.
‘Grazie padrone per essere venuto’ Era il rituale a cui l’aveva costretta tutte le volte che veniva da lei. Ripeté l’operazione con l’altra scarpa, mentre il giovane ridacchiava felice. Un’altro bacio, poi:
‘Grazie dell’onore della tua presenza’
‘Hehehe!!! Continua!’ Quel suo tono così arrogante la umiliava incredibilmente e quindi la eccitava a non finire. La donna si mosse poi a togliergli la maglietta rivelando il torace completamente glabro. Lo baciò, prima sul petto poi scese sulla pancia e il basso ventre:
‘Grazie per permettermi di adorarti e di servirti padrone’
Gli sbottonò i pantaloncini. Tiro giù la lampo con i denti mentre il naso sfiorava i boxer altrettanto umidi, poi glieli sfilò, sotto il suo sguardo divertito. Dette un ultimo bacio sui boxer bianchi:
‘Sono schiava e succube del tuo corpo perfetto padrone’ poi, incapace di resistere ci appoggiò il viso respirando a pieni polmoni.
‘Hahahaha!! Non male schiava, meglio di ieri!’
‘Questo odore…’ riuscì a dire tra i lamenti.
‘Ti piace? hehehe! Sono stato in palestra prima di venire qui! Volevo essere sicuro di puzzare il più possibile, per te! Hehehe!’ lei lo ringraziò cominciando a strofinarsi oscenamente sul suo pacco.
‘Si brava! Strofinati come la cagna di merda che sei!’ il suo membro si stava gonfiando sempre più sotto le amorevoli cure della donna ‘devi assorbire l’odore che ti piace tanto! Voglio che tutta la faccia ti sappia di cazzo! Hahaha!!’
Dopo qualche minuto di quel trattamento il ragazzo era in piena erezione.
‘Basta’ si sfilò i boxer con impazienza ‘apri quel cesso di bocca!’ e la donna obbedì con immensa gioia.

Austin reclinò la testa all’indietro appoggiandola allo schienale del divano di pelle. In due settimane si era fatto spompinare praticamente ogni giorno e più volte ma le labbra d’oro che dolcemente gli stavano lubrificando l’uccello erano da urlo, non potevano venire a noia. Guardò la donna che fino a poco tempo prima aveva sognato di possedere fino alla pazzia. All’inizio non gli sembrava possibile. Perché avrebbe dovuto stare con lui, non aveva senso. Il ragazzo aveva quindi agito con calma, l’aveva testata per capire fin dove poteva spingersi, ordinandole di fare cose sempre più umilianti e ora poteva affermare con certezza quasi assoluta che quella donna avrebbe fatto qualunque cosa lui le avesse chiesto. La possedeva. Era davvero la sua schiava punto e basta. E la eccitava esserlo: essere sottomessa, umiliata, derisa, ormai aveva scoperto tutti i suoi punti deboli.
‘Sai prof? Tu sei nata per farmi i pompini! L’interno della tua bocca ha esattamente la forma del mio cazzo, non trovi? Hahahahaha!!!!!’
‘mmmmm’ fu la risposta. Poi il ragazzo venne distratto da un pacchetto incartato sul tavolo di cucina.
‘Cos’è mi hai fatto un regalo troietta?’ la donna si staccò dal pene di roccia e si guardò in giro cercando di capire a cosa si riferisse. Quando vide la carta rosa e il fiocco rosso gli disse:
‘No padrone, oggi è il compleanno di mia nipote e sarei dovuta andare da lei…’ Austin ridacchiò.
‘E invece hai preferito rimanere qui a servire me, huh?’ la donna annuì ricominciando il pompino.
‘Hahaha!! Brava prof, brava, hai capito come funziona!’ dopo qualche altro secondo la staccò dal suo pene durissimo e si alzò con un’idea in mente.
‘Mettiti sul divano a testa in giù, con le gambe sullo schienale’ La donna obbedì non sapendo bene dove il ragazzo volesse andare a parare. Austin si inginocchiò e avvicinò il pube al suo volto capovolto. Anne aprì d’istinto la bocca per accoglierlo e lui le mise le mani intorno alla gola ma senza farle male:
‘Sai cos’è uno skull fuck?’ la donna lo guardò un po’ preoccupata e lui ridendo aggiunse ‘preparati a vomitare l’anima’ e con questa frase le spinse il bastone in gola con violenza inaudita premendo il pube contro il mento della donna che soffocò strabuzzando gli occhi. Austin rise di nuovo e cominciò a scoparle la bocca muovendo il bacino con foga. La donna presa dal panico tentava di respirare come poteva ma non ci riusciva, le venivano dei conati di vomito pazzeschi e gemeva a più non posso. Dopo una ventina di secondi gli mise le mani sui fianchi tentando di allontanarlo disperata. Austin rise ancora e tirò indietro il bacino giusto il tempo di farla tossire e respirare per una manciata di secondi:
‘Prof, così non ci siamo proprio! Hehehe!! Devi rilassare la gola e fartela chiavare altrimenti io non mi diverto! Hahaha!!’ la donna provò ad opporsi debolmente
‘No, Austin, ti prego…’
‘Su, fallo e basta! Adesso dì OOOOHH!!’ scherzò il ragazzo piantandole di nuovo l’uccello in gola fino all’entrata dell’esofago. La reazione della donna fu la stessa di prima. Inarcò il corpo muovendo le gambe e cercando disperatamente dell’aria. Austin le teneva le mani fisse attorno al collo, era un punto di presa ideale.
‘Te l’ho già detto le troie come te hanno la bocca fatta apposta per prendere cazzi e la tua gola sembra fatta su misura per il mio! Hahaha!’ le disse seguendo con le parole il ritmo della pompata.
Dopo neanche un minuto la donna dovette allontanarlo di nuovo dalla disperazione. Austin si stava divertendo:
‘Ancora?! Devi impegnarti di più cazzo o dovrò darti una bella F in pompinologia applicata! Hahahaha!!!!’ E di nuovo riprese a fotterle la gola. Ormai i gemiti della donna non avevano più nulla di umano. Ancora un minuto o forse due, poi Austin le permise di respirare di nuovo.
‘Fai schifo cazzo!’ le disse mentre lei quasi vomitava ‘hahaha! Non sai fare un cazzo! Che schiava di merda sei?!’ quell’arroganza e quel ghigno quasi la fecero venire.
‘Scusami… cough cough… padrone… cough…. perdonami… cough cough…’
‘E va bene, adesso te lo insegno io!’ le disse divertito ‘devi rilassare e aprire tutta la gola capito?’ Le disse accostandosi di nuovo a lei ‘e tira fuori la lingua, ruba posto al mio cazzo! Hahaha!’ la donna obbedì mentre lui le inseriva il pene in gola ad una lentezza snervante centimetro dopo centimetro. ‘Brava, così, rilassati!’ Glielo forzò dentro fino alle palle e rimase in quella posizione spingendo col bacino.
‘Ecco! Adesso abituati! Devi stare così per almeno un minuto! Hahaha!!’ La donna rimase immobile con gli occhi che le lacrimavano e la faccia coperta di saliva per alcuni secondi, poi cominciò ad agitarsi per la mancanza d’aria. Tentò di allontanarlo ma stavolta il ragazzo rimase fermo con le palle premute sul suo naso.
‘Ho detto ferma!’ ma lei non ce la faceva più e continuò ad agitarsi. Dopo qualche secondo ancora Austin indietreggiò e lei ricominciò a tossire.
‘Avevo detto un minuto sei proprio inutile, cazzo! Hahahaha!! Dai su! Di nuovo!’ ed inesorabile la riempì nuovamente.
‘Lentamente!’ continuò con la lezione il ragazzo ‘Lasciati usare per ciò per cui sei nata, puttana di merda!’ un’altro affondo, stavolta di una ventina di secondi, poi i conati tornarono e lui la fece respirare di nuovo.

Dopo diversi minuti di questo trattamento il ragazzo le disse:
‘Ora mi sono rotto, vediamo quanto hai imparato schiava!’ e ricominciò a scoparle la bocca con foga, stavolta, però, senza darle tempo di respirare. La donna ricominciò a gemere come un animale, a contorcersi e dopo una decina di spinte vomitò. Del liquido bianco le usci dalla bocca e dal naso colando su pube e sulle palle del ragazzo e per terra in mezzo alle sue gambe.
‘Hahahaha!!! Che schifo, sei un cesso intasato, cazzo!!!’ la derise lui. Lei era stravolta ma era un lago dall’eccitazione. Tossiva con la faccia tutta rossa per la posizione scomoda ricoperta di vomito, lacrime e sudore.
‘Guarda qua! Mi hai smerdato tutto!!’ appena la donna riuscì a prendere un minimo di fiato si scusò. Lui le sorrise maligno e si voltò a prendere qualcosa nella tasca dei pantaloni.
‘Vuoi che mi fermi o che continui?!’ sapeva già la risposta ma voleva sentirglielo dire mentre la registrava col telefonino.
‘Continua!’ ancora tossendo aveva cominciato a leccargli il cazzo per ripulirglielo incurante del fatto che le sue parole sarebbero rimaste a futura memoria.
‘E’ questo il modo di parlarmi? Vuoi che vada via? Vuoi che non torni mai più?’ le disse con tono fintamente alterato allontanandole il pene dalla bocca. La donna si fece prendere dal panico:
‘No, no, no, no!! Perdonami, perdonami! Ti prego, ti supplico concedimi l’onore di usare la mia bocca…’ il ragazzo le permise di ricominciare a pulirlo ‘…scopami la gola fino a soffocarmi, ti prego, piantami il cazzo fino al cervello…’ il ragazzo cominciò a ridacchiare ‘…non avere nessuna pietà, ti prego, non me lo merito!’ rise più forte Austin mentre continuava a riprenderla.
‘Hahaha!!! Prof, sei un caso umano, lo sai? Sei la più lurida delle troie masochiste! Hai la sborra al posto del cervello tu! Hahahaha!! Però hai ragione, sono stato troppo buono, ti ho anche permesso di respirare…’ girò il telefonino verso di se e col tono più arrogante che poté trovare aggiunse ‘…ora basta però! Adesso non smetto finché non le riempio lo stomaco di sbroda! hahaha!!’ chiuse il video mentre stava ancora ridendo e gettò il telefonino sulla poltrona a fianco a lui, poi la guardò.
‘Pronta?’ e senza aspettare la risposta la prese di nuovo per il collo e ricominciò.

Era quasi arrivato. La scrofa aveva vomitato altre due volte ma lui aveva mantenuto la promessa. Nessuna pietà. Non si era mai fermato nonostante i grugniti e i movimenti spasmodici di lei. Erano passati forse sei, sette minuti pieni d’insulti e risatine. Austin sentiva le palle che le rimbalzavano sul mento e sulla fronte pronte ad esplodere. Era in estasi: non solo aveva trovato qualcuno con cui soddisfare i suoi bisogni sessuali, ma si era reso conto che godeva come non mai ad umiliare quello schianto di donna che per tre anni lui e i suoi amici avevano investito dell’autorità che il suo ruolo richiedeva. Le osservava i seni perfetti che ballonzolavano impazziti per la forza delle sue spinte mentre lei tentava di allontanarlo da se senza minimamente riuscirci. Le piaceva tutto questo. Era venuta senza neanche masturbarsi e Austin sorrise di nuovo a pensare quanto fosse malata e perversa la sua mente.
Altre due spinte e le schizzò in gola gridando:
‘Aaaahhh!!!! Cazzo come godo!!!! Aaaahhh!!!’ continuò a stantuffarla ma la frequenza delle spinte pian piano diminuiva come di consueto ‘aaaahhhh!!! goditi la cena schiava! Hehehe!!!’ rise anche se a corto di fiato. La guardò. Era distrutta, il viso era completamente irriconoscibile, non c’era traccia della bella ventottenne che recitava i sonetti di Shakespeare a memoria. Annaspava e tentava di far entrare tutta l’aria possibile nei polmoni mentre ingoiava l’orgasmo del ragazzo che continuava a sorriderle.
‘Certo che se un mese fa qualcuno mi avesse detto che saresti diventata la mai troia succhiacazzo personale l’avrei spedito al manicomio più vicino’ la donna emise un grugnito appena udibile ‘hehehe! e invece guarda quanti progressi hai fatto in sole due settimane, hahaha!!!!’ continuava ad entrarle in bocca ma molto lentamente adesso, godendosi il massaggio che la sua lingua gli stava facendo.
‘Leccami le palle’ e lei obbedì all’istante ripulendolo accuratamente. Leccò per diversi minuti la fitta peluria rossa che le ricopriva, poi si spinse anche oltre. La sua lingua si allungava e lo ripuliva in mezzo alle gambe andando sempre più indietro. Austin aggrottò le ciglia divertito:
‘Che stai facendo? Cos’è, vuoi leccarmi anche il culo, huh? Hahaha!!’ la donna continuò imperterrita, come in trans, inebriata da quell’odore.
‘Hahaha! Buona idea! Aspetta che ti aiuto!’ le disse mentre si mosse in avanti di qualche centimetro e si divaricò le natiche con le mani per permetterle di arrivarci meglio. ‘Tieni! Lecca pure! Hahahaha!!’ Alla donna non parve il vero e si gettò sul dessert.
‘Allora ti piace?’ le chiese lui, incapace di trattenersi. Lei, incapace di formare parole nella sua mente, rispose con un’altro mugolio.
‘Ti è proprio partito il cervello troia, vero? Dev’essere tutto questo odore di maschio! hahaha!!!’
Dopo un paio di minuti la fece tornare davanti e le infilò di nuovo il pene nella bocca rovesciata.
‘Continua a succhiarlo, mi piace guardarti’ le disse rilassato. Poi ebbe un’altra delle sue idee geniali. Era giunto il tempo di trascinarla un gradino più in basso. Prese il telefonino di nuovo e ricominciò a riprenderla.
‘Sai una cosa prof? Devo pisciare…’ le disse ‘però non ho voglia di andare in bagno…’ gli scappava da ridere mentre le parlava ‘…quindi penso proprio che te la farò bere…’ ancora un suono gutturale dalla bocca della donna ormai su un’altro pianeta ‘…hehehe!! sei contenta?’ altro grugnito ormai non aveva più volontà.
‘hehehe!! Beh, del resto è giusto, hai lo stomaco quasi vuoto con tutto quello che hai vomitato, te lo devo riempire con qualcos’altro, no? Hahahaha!!!!’ era in preda all’euforia, gli veniva da ridere. Ci mise qualche secondo a rilassare la vescica, gli sembrava strano in quella situazione ma lo fece e cominciò a ridacchiare quando vide che la donna buttava giù tutto come le era stato implicitamente ordinato.
Strinse l’inquadratura del telefonino riprendendola di lato in modo che non ci fosse dubbio su chi era, poi riprese se stesso:
‘Hahaha!! Ragazzi sto pisciando in bocca alla prof di letteratura! Da paura! hahaha!!’ disse rivolto a nessuno in particolare ma a testimoniare che stava veramente vivendo qual momento.
‘Sai dovresti farlo provare a tutti i tuoi studenti! hahaha!!’ le disse quando aveva finito ‘in fondo vali decisamente di più come schiava che come insegnante! Hahahahaha!!!!’ gli veniva così facile insultarla e se lo meritava, nessuna donna con un minimo d’amor proprio si sarebbe mai comportata così. Si alzò in piedi, stando attento a non pestare la pozza biancastra sul pavimento. Il viso sconvolto della donna lo guardò dal basso verso l’alto.
‘Io me ne vado in camera, tu dai una pulita e fai sparire questo puzzo di vomito, poi fatti una doccia che così faresti schifo anche a un maiale!’ la donna annuì mentre lo vide voltarsi. Poi provò a mettere insieme dei suoni:
‘A…Austin!’ disse con una voce che non era la sua ‘Io ti amo’ il ragazzo, che intanto si era voltato, le sorrise maligno:
‘Hehehe!!! Lo so!’ e ridacchiando salì al piano di sopra.

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