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Racconti Erotici Etero

Forica 1 -10 Solo con Bianca

By 4 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Ero concentrato su un calcolo e sulla programmazione di un computer ed ecco che arriva, inaspettata, dopo alcuni mesi la telefonata di Bianca.

– Pronto! Come stai?

– Io bene e tu? Non ti sei più fatta sentire ne vedere.

– Beh! Sai la mia pancia è cresciuta ed anche le attenzioni del mio ‘uomo ufficiale’.

– stai andando in negozio?

– Si, eccome! Mi piace farmi vedere con la pancia tonda. Come tu sai, vendo lingerie e ne ho anche per donne gravide. Dimmi quando ti farai vedere tu? Ho voglia di vederti e di parlarti. Niente di grave o di particolare.

– Passerò da te in negozio e speriamo che tu non abbia clienti così parleremo, anzi diciamo che domani all’ora di chiusura vengo da te, cosi sei libera. Dissi chiudendo la telefonata. Ero a casa nel solito piano superiore dell’abitazione di mia zia.

L’indomani alla chiusura serale ero li in negozio da Bianca.

– Come stai! Ti vedo in forma! Sei sempre snello.

Si avvicina e mi bacia castamente. Il suo profumo mi prende le narici e già mi sento eccitato.

Era vestita con un miniabito nero di maglia elasticizzata che faceva risaltare ormai la sua pancia.

Il vestito era chiuso sul davanti ma dietro aveva un taglio orizzontale sulle spalle sotto le scapole.

Ciò rendeva evidente che non aveva reggiseno.

Calze nere tale da far pensare che fosse un tutt’uno con il vestito e scarpe con tacchi da 10 grossi, nere anch’esse.

La pelle bianca risaltava sul nero ed i capelli castano chiaro erano una cascata sulle spalle.

– Ti ho telefonato perché ho voglia di te. E’ inutile fare preamboli, amore mio! Il tuo frutto cresce ed anche bene. Il ginecologo mi ha detto che sarà femmina. Sei contento?

–  Si lo sono moltissimo.

Attendo qualche secondo e proseguo

– in questi mesi ti ho pensato molte volte e non ho mai dubitato della tua serietà circa il mantenimento del segreto. Però anche tu mi sei mancata.

– Hai Forica, mio caro! Io sono a mezzo servizio. Non te la posso dare come quando non ero incinta. Ma stai tranquillo che ti farò godere lo stesso. Vedersi raramente acuisce la voglia in tutti e due.

 

Nel frattempo ha abbassato la serranda del negozio con noi dentro e abbassato le luci.

– Vieni qui nello spogliatoio grande. Qui non ci vede nessuno e possiamo stare quanto ci pare.

So cosa volesse e non resistevo all’idea di vederla nuda.

Per rendersi più confidenziale si raccoglie i capelli a coda di cavallo lasciandoli morbidi.

Facendo un giro su se stessa

– Allora! Che dici di questa pancia? Sono ancora bella?

Ed ancora

– Accarezzami la pancia. Ho voglia di te fino alla punta dei capelli. Mi spogli? Voglio farti vedere quanto sono bella stasera.

– Tu sei sempre bella, sei una gran figa e sai a chi darla.

– Tu pensi che la dia spesso?

– Si!

– Io la do spesso solo a chi seduco. Mi piace sedurre le ragazze e soprattutto le giovani donne sposate. Con te e Forica è un altro discorso; io vi amo ed è un vero sentimento. Non pensare che sia una pervertita. Vi amo veramente.

Amo lei come donna e per come sa darmi piacere. Con lei mi piace confrontarmi. Tu mi piaci perché sei un gran stallone, un vero maschio, inesauribile sessualmente e pieno di inventiva.

Chi ti da questa serenità d’animo? Tu vedi le cose sempre chiaramente, le immagini o le hai già rappresentate in mente prima di farle.

Tu sei colto, serio, i tuoi sentimenti e provocazioni sessuali sono per me il massimo. Se ti avessi conosciuto prima per te avrei fatto l’impossibile. Ormai sono sposata ed il divorzio farebbe solo disastri. In fin dei conti Lui crede che io sia il massimo ma, giuro, penso sempre a te e non ho rimorsi sapendo ciò sto portando in me facendogli credere che sia figlia sua.

In fondo invidio Forica, la fortunata è lei che ti può avere quando vuole ed è lei che rimarrà con te se questo rapporto tra di noi finirà. Lei ha una mentalità unica. Chi accetterebbe che il proprio uomo montasse un’altra in sua presenza?

In questo caso abbiamo un’apertura mentale che non hanno gli altri nel senso che molte altre persone pensano e sognano ciò che noi invece oltre che pensare realizziamo.

E’ un ragionamento ipocrita dire che si ama quando non c’è più intesa sessuale. Che cosa ti piace in una donna o in un uomo se manca il piacere del sesso?

Vedi noi due, ora, siamo amanti perché ci piacciamo indipendentemente dallo stato ufficiale. La società ci vuole o con una promessa o con un contratto e se esci dallo schema …. sei un pervertito, ecc, ecc.

Ma lo sai quante donne vengono da me con la scusa di fare compere? Si fanno sgrillettare, si fanno scopare e vorrebbero essere prese da un uomo che non sia il loro, quello di ogni giorno. Sognano di essere montate da un maschio che hanno nella mente, che hanno visto in TV o per strada o ad una festa. Ma non hanno il coraggio di farsi avanti.

Lei parla e la assecondo nei movimenti e annuisco in senso di approvazione a ciò che dice. In realtà sono pienamente d’accordo.

Mentre diceva questo le accarezzavo la pancia da sopra il vestito.

– Aiutami a togliere il vestito, per favore, mi piace sentire le tue mani sulla pelle. Vedi! Non ho niente sotto.

Aveva ragione. Le calze erano aperte in corrispondenza della figa e delle natiche.

La splendida visione che i miei occhi vedono sono i capezzoli eretti in mezzo a delle aureole grandi, con le mammelle un po’ più grosse del normale e quella sfera che si era creata in lei.

Più arrapante di così!

Mi spoglio anch’io e mi avvicino a lei.

Ci abbracciamo, ci baciamo stando in piedi. Con le mani le prendo la testa per tenere le sue labbra la il più possibile sulla mia bocca. La sua e la mia lingua si incrociano sia da lei sia da me.

Mi siedo sulla poltrona che è li per le clienti davanti allo specchio.

Lei si avvicina e si siede su di me infilando il pene nella sua figa. Non è facile con la sua pancia. Al primo tentativo non ci riesce, poi aiutata da me e piegandosi un tantino in avanti riesce a farlo scivolare dentro.

Si scosta di fianco per potermi vedere direttamente in volto. Solleva una gamba e poggia la scarpa  tra il tacco e la suola nel bracciolo della poltrona per rimanere più ferma e stabile. La figa rimane aperta con il,mio cazzo dentro.

La posizione consente anche di vederla in tutta la sua pienezza. Lo specchio mi mostra le parti dove l’occhio non arriva.

– Lo senti tutto dentro?

– Si, che bella sensazione. Vorrei essere aperta di più. Ho proprio voglia di essere aperta nella figa.

Mi muovo lentamente da sotto dentro di lei e comincia a mugolare.

Si sistema meglio ed il cazzo scivola ancora più in fondo.

– ooh! Amore, ora sei tutto mio e tutto dentro. Adesso, sìì! lo sento ancora meglio. Ti prego soddisfa la mia voglia, spegni il mio calore, ti pregoooo, ahhh, vengo, senti che lago, vengooo”

L’ha quasi urlato come al solito. Ma per me ci voleva altro per venire, ho continuato a cavalcarla con tutte le mie forze.

– Bianca ti piace, ti faccio male?

– noooh spingi, spingi è troppo bello, vengoo, ancoraaaa.

Ho sentito la sua vagina contrarsi dal piacere.

– Vengo Angelo, vengo ancora, non mi sembra vero.

Mi sento il cazzo bagnato dal suo piacere ma continuo a penetrarla

– Bianca sto venendooo.

– sììì, lo sento allagami, ti prego sborrami dentro, dammelo tutto.

L’allago, le riempio la figa di sborra

Siamo stati un po’ fermi ed ansimanti.

Ritiro il mio sesso ancora eretto ma non più molto rigido.

– Che bello, mi hai deliziato, ma a trovarmi non vieni mai!

Ci baciamo, coccoliamo, le palpo il seno andando da una mammella all’altra e sento il ventre sobbalzare.

Le faccio un lento ditalino.

– Bianca hai il culo talmente sodo che non riesco a pizzicarlo!

Lei sorride felice.

– me lo vuoi toccare?

– certo! Te l’ho sempre visto, Forica te l’ha leccato ma io l’ho solo guardato.

– Aspetta. Ho una pomata in borsa. La uso con le ‘clienti’ che hanno le voglie. La compro in farmacia

Non so che pomata sia ma ha un buon profumo.

– Mi aiuti a metterla sul buchino?

– certamente! Come posso negarti questo favore!

Si mette in piedi e si piega in avanti per farmi vedere il suo splendido culetto.

Le spalmo la pomata.

-uuhh! Che bello! Mi piace tanto sentire il fresco della pomata ed il tuo dito passarci delicatamente sopra.

Ed io

– vedrai che sarà più bello quando sentirai che sto per entrare.

– dici?

Intanto lei gode con gridolini sommessi, con un dito sto entrando nell’orifizio anale.

Le chiedo

– quando ti hanno sverginato hai sentito un po’ di dolore?

– si, ma non molto. E’ stata Mirta che è riuscita a mettermi due dita dentro. A dire la verità mi aveva aperto prima facendomi un clistere, anzi più di uno perché avessi l’intestino pulito.

– Tu non ti metti un po’ di pomata?

– mettimela tu!

Mi mette la pomata, accarezzandomi il pene che si è nuovamente ingrossato. Passa le dita sulla vena  per avere la sensazione di turgidità e vigore.
L’accarezzo, ci baciamo.

Le dico

– nel culo è uguale alla figa, tutto sta ad usare un po’ di delicatezza.

Ora si volta, si inchina in avanti e appoggia le sue natiche al mio membro.

Sento il suo sfintere che resiste, ma con le mani mi facilità l’operazione.

Preme ancora di più. Reggo il mio sesso con una mano mentre con l’altra appoggiata sul fianco per darle fiducia e farle sentire che sono con lei, la guido nella penetrazione.

Sento il suo peso sulla mia punta.

Lo sfintere resiste, poi si apre.

– Stai fermo. Fai piano, non voglio prenderlo tutto in una volta, voglio godermi l’apertura.

Con micro movimenti scende sempre di più finché un sospiro profondo mi indica che il suo buchetto si è aperto.

Sento il suo calore interno. Mi sento avvolgere dal suo retto e mi eccita molto il sentire lo sfintere che fa da anello scorrevole.

Il cazzo si ingrossa e lei scende ancora di più finché le sono tutto dentro.

I tacchi le consentono di sollevarsi ed abbassarsi.

Sento dei movimenti che avvolgono il cazzo. Sto per esplodere. Ansimo insieme a lei.

Si ferma un attimo. Solleva una gamba e la mette sulla poltrona, mi passa un braccio dietro la nuca.

– mi voglio vedere inculata dal mio amore. Che voglia di essere guardata da altri!

Mi bacia ancora, si volta e si ammira allo specchio.

Si vede il cazzo dentro, sprofondato nel suo culo, la figa aperta, rosea e bagnata, il suo seno turgido ed i capezzoli eretti.

Le gambe sia mie che sue aperte in modo che i sessi siano visibili e godibili alla vista.

Il suo volto è l’espressione della felicità. E’ un modo per dirmi “ti amo con tutta me stessa”.

Io sono dietro di lei e la tengo abbracciata con l’altra mano poggiata sulla figa con le dita che l’allargano.

– Ti vorrei anche davanti ma siamo solo due. Sgrillettami! Fammi un ditalino da inculata! Tu mi senti? Ti piace stare dentro di me?

Mi stai facendo impazzire. Succhiami i capezzoli.

Dove sono non lo so e cosa debbo dire non mi esce dalla bocca. Il suo sesso mi ancora una volta drogato.

Le accarezzo la pancia, scendo a sditalinarla salendo sempre più… trovo il grilletto e lo stimolo. trattiene il respiro e socchiude le cosce ritmicamente

– ti piace godere eh?

Mi bacia a lingua in bocca e continuando a sgrillettarla ci baciamo. lentamente la figa è bagnata e la sgrilletto velocemente. Il suo corpo si muove sempre più per gustarsi il ditalino 

– Angelo vengo, vengoo, ohh vengooo”
Spinge il ventre e mi blocca il dito tutto nella figa. la sditalino velocemente i suoi movimenti sono sempre più scomposti.

– Vuoi venire? è ad occhi chiusi ma sussurra un “sì, sìì. così, proprio così, resisti più che puoi “

Non resisto più, scarico il mio sperma nel culo. Lei lo sente dentro.

-Amore che bello sentire il tuo caldo seme nel culo.

Continuo sul grilletto.

Qualche passaggio di dita e viene anche lei agitandosi, sbrodolando, sospirando, lamentandosi per il piacere in atto.

Si solleva dal sesso tra mugolii e sospiri e si siede sulla poltrona.

– mi dai una mano ad asciugarmi? Non posso uscire di qui mentre mi cola tutto sulle calze! La prossima volta voglio una tua mano nella figa.

L’aiuto, la asciugo. La bacio sul grilletto ancora eretto, sulle labbra della figa, sui capezzoli, sulla pancia e sulla bocca.

La accarezzo anche io mentre la vesto. Lei fa altrettanto così delicatamente come se fossi fatto di porcellana.

Sussurra all’orecchio poggiando la pancia sulla mia

– A presto amore mio. Ti amo anche io. Mi hai fatto sentire parte di te stasera.

Ci rivestiamo.

Solleviamo la serranda del negozio ed usciamo.

L’accompagno a casa in auto e nel tragitto le tengo la mano sulla pancia.

Sento la sua piccola muoversi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tua nonna lancia un primo flebile ululato di piacere. Un’altra spinta ed il glande avanza verso l’interno trascinando con se il resto dell’asta di carne. Favorito dalle secrezioni vaginali il cazzo scivola lentamente dentro la vagina di tua nonna e si ferma solo quando la punta del glande cozza contro l’utero di Liliana che nel frattempo ha portato le sue braccia ad incrociarsi intorno al mio collo. La sua bocca e vicino al mio orecchio. “Brutto mandrillo che non sei altro. Mi è piaciuto molto vedere il tuo cazzo sparire nel mio ventre. Ora provarmi che saprai deliziare la mia micetta e ti prometto che sarò per sempre la tua amante fedele. Dai pompa il tuo cazzo nella mia vagina e dammi tanto ma tanto piacere. Fammi godere.” Non so se sono stato io oppure tua nonna che sul versante sessuale aveva anni di arretrati. Fatto sta che prima che io la inondassi la vagina con il mio sperma Liliana ebbe una sequela di violenti e intensi orgasmi tutti accompagnati da grida e ululati. Furono cosi sconvolgenti i suoi orgasmi che la fecero svenire. Era appena svenuta che anch’io raggiunsi il mio apice. Eiaculai nel suo ventre e irrorai la sua vagina di una quantità enorme di sperma. Dovetti aspettare che ritornasse in se prima di potermi liberare dal suo abbraccio.

 

 

Mi precipito in bagno e dopo aver urinato scarico anche la tensione accumulata durante la visione di quell’inatteso spettacolo. Mi lavo il pisello. Vado giù, in cucina. Ho sete. Anche lì vi è luce. Questa notte nessuno dorme. Sono sul punto di entrare quando un’altra celestiale visione mi blocca nel vano della porta. Anita, mia zia, è seduta su una sedia ed è completamente nuda. Ha una gamba sollevata con il tallone poggiato sul bordo della sedia e l’altra gamba aperta a compasso. Una sua mano sta sulla sua vagina completamente depilata e con le dita si sta titillando il clitoride. Le dita dell’altra mano, invece, sono artigliate ad un capezzolo di una delle sue favolose mammelle e lo stanno torturando. Ha gli occhi chiusi ed invoca sua madre. Gemiti di piacere accompagnano il nome di sua madre. Si sta sollazzando pensando a Margot. No. Questa è un’occasione che non mi lascio scappare. Con lo sguardo fisso sulla sua vagina vado ad inginocchiarmi fra le sue gambe e fiondo la testa sulla vulva. Non c’e nessuna reazione. Al contrario le sue mani si spostano sulla mia nuca e comprimono la mia testa sulla sua vagina. Le bacio le grandi labbra come se fossero le labbra della sua bocca. La mia lingua guizza verso l’esterno e va ad insinuarsi nell’orifizio vaginale. Un nitrito esplode nella stanza. Con le labbra aggancio le gonfie e rosse piccole labbra e le succhio. Ho sotto gli occhi il glande del suo clitoride che punta diritto verso il mio viso. Dio, che meraviglia. È duro. Assomiglia al glande di un pisello poco sviluppato. Lo circondo con le labbra e lo lecco. Lo sento pulsare. Mi accingo a farle un pompino. Lo succhio. Lei guaisce e solleva il bacino portando la polposa figa a schiacciarsi contro il mio viso. Pochi minuti e un grande orgasmo scuote il suo favoloso corpo. Una copiosa lava di sperma le fuoriesce dall’uretra e si riversa nella mia bocca. Lappo ed ingoio tutto il nettare che la libide riesce a farle produrre. È squisito. La tensione che alberga nel suo corpo si allenta. Si abbandona sulla sedia. Sono io che sono di nuovo in tensione. Il fallo è di nuovo in tiro. Ho urgente bisogno di scaricarmi. Non ho alcuna intenzione di rifarlo da solo. Mi sollevo, faccio scivolare a terra i boxer e cerco di posizionarmi per alloggiare il mio pene nella sua vagina. “No. Ti prego. Non farlo. Sono ancora vergine.” Resto di sasso. Una ragazza bella e seducente come Anita è ancora vergine. La difende bene la sua pussy. In quella una voce squillante risuona alle mie spalle. “Mio bel porcellino se hai bisogno di una tazza di camomilla dove immergere il tuo pistolotto per farlo calmare sono pronta ad offrirti la mia di tazza.” È la voce di mia nonna. Anita, nuda com’è, scatta in piedi ma non ha nulla per coprirsi. Io mi giro. Insieme vediamo che nella cucina hanno fatto la loro comparsa due stupende donne. Entrambe nude. Entrambe fanno mostra del loro favoloso corpo. Margot e Nicole. Sono scese in cucina perché vogliono dissetarsi. “Da quando siete qui?” È stata Anita a parlare ed è mia madre a rispondere.” “Se vuoi sapere cosa abbiamo visto ti dico subito che siamo qui fin da quando il maialino ha messo la testa fra le tue gambe e non ti nascondo che sono ancora tutta eccitata per lo spettacolo che avete offerto. 

 

Mugolii le escono dalla bocca. I minuti passano. Una sua mano si insinua fra i nostri corpi; la sento scendere verso il punto d’incontro del mio pube col suo. Le dita si muovono veloci. Sta giocando con il suo clitoride. Il respiro si fa affannoso. Vedo le sue narici dilatarsi. Ogni tanto nitrisce. Anche il bacino incomincia ad ondeggiare. “Oh! Piccolo mio. Come è bello. Orsù di al tuo alieno di muoversi e di spegnere il fuoco che sta divampando nel mio ventre.” Lentamente, ma molto lentamente incomincio a chiavarla. Voglio che raggiunga il massimo del piacere. E’ l’unico modo per ricambiare il regalo che mi ha fatto. Sotto la spinta dei miei colpi raggiunge una infinità di orgasmi che, puntualmente, vengono annunciati da grida di piacere. Il movimento delle sue dita sul clitoride diventa frenetico. L’intervallo tra un grido e l’altro diminuisce sempre di più. È il preludio che sta raggiungendo l’apice del piacere. Il suo corpo è scosso da tremiti. Aumento l’andatura. L’alieno entra ed esce da quell’antro incandescente sempre più velocemente. Lei spinge il suo bacino contro di me. Poi la stanza si riempie di nitriti seguiti da un grande urlo. Possenti dei. Mia madre sta godendo ed io sono lo strumento del raggiungimento del suo piacere. “Oh! Amore. Sì, continua così. Dai, spingi più forte. Ti amo! Ti amo!” Sviene. Nello stesso momento anch’io raggiungo il culmine. Il mio alieno erutta copiosi fiotti di sperma e inondano la vagina di Nicole andando ad infrangersi contro il suo utero. Esausto estraggo il cazzo dalla sua figa e mi distendo di schiena sul letto. Da quel giorno la nostra vita è cambiata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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