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Racconti Erotici Etero

Forica 2

By 25 Luglio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Eravamo seduti a parlare nel terrazzo dell’attico in cui abito all’imbrunire. Angelo mi aveva regalato dei fiori. Vado in soggiorno per riporre i fiori in un vaso e preparare il caffè, mi accorgo solo ora che sono quasi nuda, non sento però la necessità di andarmi a coprire, ammetto che mi piace l’idea che Angelo sia dietro di me e mi stia ammirando, sento i suoi occhi sul di me; è uno sguardo piebo di libindine e desiderio. Non sono sorpresa quando sento la sua mano accarezzarmi una spalla, scostarmi i capelli per baciarmi la nuca.
Subito mi divincolo ma lui ci riprova, non mi sposto ma cerco di dissuaderlo a parole:
– Angelo che fai? sai che è pericoloso!
– Lo so, ma sei così figa stasera che non ho resistito
– Forse è meglio che mi vada a coprire
– No, ti prego, resta così solo un momento, fatti abbracciare, fammi sentire il tuo calore, non farò nulla che tu non voglia.
Mi lascio andare e lui si appoggia a me, le sue braccia mi cingono il petto da dietro.
Lui resta immobile come mi ha promesso, sono però io che mi muovo, appena avverto il suo pene tra le mie natiche sento il desiderio di strofinarmici contro, voglio farlo ingrandire perciò muovo il mio bacino quasi a masturbarlo.
Lui diventa più audace e riprende a baciarmi il collo e la nuca; è un gesto a cui non so resistere per cui mi scosto e mi giro, passo una mano dietro la sua nuca. Le mie tette sporgono mostrando la loro consistenza e gli dico:
– Dammi un bacio.
So che difficilmente non finirà con un semplice bacio ma ora gli offro la mia bocca e lui incolla le sue labbra alle mie, le nostre lingue si intrecciano.
E’ un bacio lunghissimo che vorrei non finisse mai. Devo però allontanarmi da lui per respirare, lui ne approfitta per riprendere ad accarezzarmi le tette, io mi divincolo ma lui con forza mi blocca:
– Stai ferma un attimo, voglio guardarti solo guardarti
Mi apre la camicia trasparente,e la fa scivolare a terra, mi fissa negli occhi mentre slaccia il reggiseno liberandomi le tette. Poi cala le mutandine fino a terra.
– Sei bella Forica, le foto che ti hanno fatto non ti hanno reso giustizia.
Ormai sono eccitata, voglio toccargli il pene, voglio guardarlo, accarezzarlo e, se lui me lo chiederà, lo prenderò in bocca. Non voglio però che mi scopi.
Gli calo i pantaloni ed i boxer e comincio a masturbarlo, è caldo e pulsante
– Come sei eccitato Angelo, pensi che se gli dessi un bacino si calmerebbe?
– “E se io baciassi la tua fica?
– No, ora sei mio, rilassati
Mi chino , mi inginocchio, il suo glande è di fronte a me, lo inumidisco con piccoli colpi di lingua prima di scappellarlo, alcune gocce di sperma scivolano sulla lingua. Sto spompinando Angelo; voglio che mi sborri in bocca
Tutto quello che sto facendo ora è solo un gioco.
Sì un gioco da puttana, ma pur sempre un gioco.
Considero il pompino un qualcosa simile ad un bacio, il famoso bacio rubato.
Il glande di Angelo è molto grosso e con fatica riesco a tenerlo tutto in bocca, lui mi tiene la testa e la spinge verso di sé per sentirlo entrare completamente.
Quasi soffoco ma mi inebria questo momento, sono molto eccitata e mi piace spompinare Angelo, lo faccio davvero come lo farebbe una puttana; senza partecipazione emotiva ma col desiderio di farlo godere, di riuscire con la mia lingua a succhiargli tutto lo sperma che i suoi testicoli possono generare.
E’ un fiotto violento quello che mi riempie la bocca, impetuoso e inatteso, poi un secondo ed un terzo.
Ingoio tutto senza esitazione, continuo a succhiargli il pene che sta rimpicciolendosi, ora lo tolgo dalla bocca e lo copro di piccoli baci.
Penso di averlo appagato e sono contenta che non mi abbia scopata.
Voglio essere presa in un altro modo
Penso che il nostro incontro sia finito quando le sue forti braccia mi sollevano e mi stendono sul tavolo li in terrazzo, lui non mi dà il tempo di reagire che il suo corpo è sopra il mio, le sue mani mi bloccano le braccia sopra la testa e la sua bocca s’incolla alla mia.
Mi dimeno, vorrei scendere ma lui mi blocca.
– dai facciamolo qui. Lo voglio fare sapendo che qualcuno ci possa vedere.
– Sei matto!
– No,lo faccio perché possiamo godere di più. Voglio fari urlare davanti a tutti. Voglio che tutti sappiano che sei il mio amore e che ti sto amando.
– Chissà quanti, sentendoci, si arraperanno e vorranno scopare così come facciamo noi!
Mi bacia ancora sulla bocca; per qualche attimo la tengo serrata ma poi cedo e la sua lingua si unisce alla mia in un bacio lunghissimo. Appena si stacca sento la sua voce:
– Adesso sta a me
– Cosa vuoi fare? chiedo allarmata
– Voglio leccartela, bella mia!
– No, Angelo, basta, ti prego , siamo già andati troppo oltre. Ci vedono! Guarda nei palazzi di fronte ci sono persone. Non mi voglio far vedere, dai!
Ma allo stesso tempo vorrei farlo, vorrei farmi vedere troia mentre sono chiavata, vorrei che mi vedessero con il mio maschio che mi monta.
– No, Forica, leccarti la fica è la cosa che desidero di più, non puoi negarmelo
Senza aspettare la mia risposta mi blocca le gambe aperte con le sue braccia robuste ed in un attimo la sua lingua sfrega il clitoride.
Prima cerco di resistere dimostrandomi fredda e distaccata ma lui non desiste, allora cambio tattica, simulo un orgasmo, Angelo si solleva e sorridendo mi minaccia.
– Non ci provare, piccola puttanella, con me non devi fingere , vedrai che non riuscirai resistere ai miei baci
Capisco che ha ragione e mi lascio andare, la sua lingua è inesorabile sulla mia vagina. In pochi istanti sono eccitata, i gemiti della mia bocca fanno capire a Angelo che sto arrivando all’orgasmo, lui si rialza, avvicina il suo cazzo ritornato durissimo alla mia fica, ho la forza di urlare
– No, Angelo, ti prego, questo no
– Perché no, so che lo desideri ed io sto impazzendo, ti voglio Forica
Lui sfrega la punta del glande contro le grandi labbra gonfie e fradice
– No Angelo, non metterlo dentro, masturbami se vuoi ma non penetrarmi
– Sì invece, so che lo desideri. La tua figa è spalancata e chiede solo di essere sfondata. Non ti masturberò; o godrai col cazzo nella fica o ti lascio così
– No ti prego devo godere anch’io, sgrillettami o almeno liberami le mani così potrò farlo da sola
– No, Forica, chiedimi di scoparti
– No, no voglio!
Il glande inesorabile sfrega sull’ano e sulle labbra, lui torna all’attacco
– Allora, Forica, te lo metto dentro?
– No
La mia risposta è sempre meno convinta
– Cosa ti costa, è solo un attimo di piacere, dimmi che lo vuoi
– No, non voglio
Mi molla le braccia, io non lotto più, lui si china a baciarmi i capezzoli e ripete la domanda
– Dì che lo vuoi
– Sì, sì, Angelo, scopami, sfondamela, ma fai presto, non resisto
Mi fa scendere dal tavolo e mi fa appoggiare sul parapetto in cemento del terrazzo. Le tette sono appoggiate sul muretto. I capezzoli sono turgidi e sfregano sul marmo; sento la differenza di temperatura ed tutto un piacere. Il bacino è all’indietro. Sono pronta a tutto. Guardo con indifferenza tutto intorno ma sto aspettando che Angelo faccia qualcosa.
Eccolo! Sento la sua punta. Me la appoggia tra le natiche, Scodinzolo un po’ perché il suo cazzo si accomodi meglio. Lui spinge e alla fine trova i miei liquidi. Scivola e infine apre le labbra della figa. Era quello che volevo. L’unica cosa che in quel momento di avevo necessità.
Entra e sospiro profondamente mentre piego leggermente le ginocchia.
In un attimo è dentro di me, i suoi colpi mi spostano da un lato.
Mi piace essere chiavata davanti a tutti. E’ una sensazione magnifica.
L’idea torbida di passare per una troia che si fa montare pubblicamente è qualcosa che sale dentro di me e mi fa perdere qualunque inibizione.
Il primo orgasmo esplode dopo poche spinte, ma lui non si ferma, mi allarga leggermente le gambe e mi penetra per lunghi stupendi momenti.
Ora sono io che mi scateno
– Mettimelo di dietro
– Perché Forica?
– Tu fallo, e basta
Allargo le gambe e il suo glande si avvicina al mio buchetto.
Mi toccavo in bagno durante il bidet con le dita e non vedevo l’ora che lui mi entrasse li dove l’ho sempre sognato
E’ bravo nel farlo.
Passa ripetutamente il glande sulla figa bagnata e mi apre lentamente.
Un piccolo e breve dolore accompagna l’apertura. Apro la bocca per ansimare.
Mi sento piena. Il mio intestino è occupato, finalmente!
Mi ha allargata e le sensazioni piacevolissime sono qualcosa che mi manda in visibilio
Ora l’ano è tutto aperto e circonda l’asta mi penetra nell’intestino per tutta la sua lunghezza.
Raggiungo l’orgasmo nell’istante in cui il suo sperma caldo mi inonda
Con una mano mi reggo al muretto.
Sono esposta a chi mi vuol vedere.
Apro la bocca per parlare
– Sono una troia
– mi sento puttana
– guardatemi sono la puttana del mio uomo
– Amo un uomo che mi monta e mi incula
– Guardatemi quanto sono troia.
Con l’altra mano continuo a masturbarmi anche dopo che lui si è sfilato dal mio corpo e raggiungo da sola l’ennesimo orgasmo.
Ci baciamo lascivamente senza ritegno.
Forse qualcuno ci ha visti. Non so! Spero di si.
Rientriamo in casa. In silenzio ci laviamo e ci stendiamo sul letto ad abbracciarci e parlare d’amore. La notte è ancora lunga.

Forica sa che le chiavate più sensuali le ho fatte con lei. Sul sesso abbiamo un’intesa straordinaria ormai da anni.

Era primavera inoltrata, primi di giugno.

Quando vado a casa sua non vediamo l’ora di andare nella sua camera da letto.

Siamo andati nella sua camera da letto per farmi vedere la sorpresa: si era fatta la tintarella integrale nelle ultime due settimane che non ci eravamo visti. Il suo corpo era tutto abbronzato.

Aveva i capelli raccolti dietro la testa, le labbra con un filo di rossetto rosa e leggero trucco agli occhi.

Io avevo impegni familiari e lei, libera dal lavoro, era andata la mare. In Sardegna, per i locali, è facile trovare delle spiaggette solitarie dove ci si può spogliare.

Mi ha preso per mano e mi ha letteralmente trascinano nella sua camera.

Una volta lì ha iniziato a mostrarsi volteggiando davanti ad un’anta dell’armadio in cui era applicato uno specchio. Lo specchio alla parete che era stato testimone di battaglie e godimenti sessuali era dall’altra parte della stanza.

Ho notato subito che si era depilata la figa lasciando solo una strisciolina di peli che dalla vagina va verso l’ombelico.

Si era depilata anche fra le natiche. Ho avvicinato una mano; la pelle era quella di una bambina, perfettamente liscia

Si muoveva sensualmente. Mi sono spogliato ed il cazzo si è eretto rapidamente. Forica ha riso divertita nel vedermi con il cazzo dritto e nudo in piedi.

Si è accostata a me per farmi sentire che ne aveva voglia.

– amore ho voglia anch’io, non solo ‘cicciolino’ ha detto afferrandolo.

Ci siamo baciati, toccati, abbracciati. Si è voltata per guardarsi allo specchio ma si è anche appoggiata a me con la schiena.

L’ho abbracciata portando le mani sulle sue mammelle stringendole  per allungare i capezzoli e vedere quanto si irrigidissero.

Si è voltata, mi ha baciato mettendo la sua lingua nella mia bocca.

Il mio cazzo era super teso e appoggiato tra me e lei.

Lei ha divaricato un po’ le gambe e gliel’ho infilato in modo che lo sentisse senza entrare in lei.

–        ci mettiamo sul letto?

–        No, stiamo in piedi, ti voglio vedere e toccare ancora. Le dissi guardandola riflessa allo specchio.

I capezzoli già duri puntavano in avanti. Erano pronti a ricevere i miei delicati morsi per eccitare la loro padrona.

–        hai sempre un gran bel cazzo. Dai! Montami. Prendimi stasera ho una voglia terribile

Si è leggermente inchinata in avanti. Ha voltato la testa l’ho baciata, succhiata e titillata. La sentivo godere e il suo corpo era scosso da fremiti incontrollabili .

–        sììì amore mio così, che bello ogni volta il tuo ‘cicciolino’ mi sembra più bravo dell’ultima volta.

Le mani sono scese a toccare il pube ed ancora più giù a titillare il clito. Era bagnata, le grandi labbra erano molto umide. Ciò indicava che la figa era pronta a ricevere il mio cazzo.

Forica si è inclinata ancora un po’ appoggiando le mani sulle ginocchia.

La vista del suo culo mi ha dato il via per prenderla.

Le ho appoggiato il prepuzio sulla figa e non ho fatto altro che inserirlo nella sua figa tutto in un sol colpo.

La osservavo nello specchio; lei ha sbarrato gli occhi accogliendolo, il cazzo pulsava da solo e lo lasciavo aprire la vagina. Lo spinsi ancora dentro fino all’utero. La sentivo incitarmi e sospirare di godimento.

Mi è stato naturale iniziare a pomparla lentamente sfilandolo quasi tutto per poi aumentare le penetrazioni fino ad arrivare ad un ritmo veloce, smaniava, gemeva e tutto il suo corpo era scosso dal piacere

Continuava ad incitarmi chiavarla più velocemente.

–        allagami amore mio, ho bisogno del tuo liquido, sborrami dentro tuttoooo

ho continuato a montarla e lei si agitava andando da destra a sinistra per sentirlo meglio e prenderlo tutto nella sua lunghezza.

Anche io ansimavo e sbuffavo.

–        dai! Amore. Prendilo tutto, è tutto tuo. Tienilo dentro. Ti voglio aprire, ti voglio sfondare.

–        Si! Fallo! Aprimi! Sono tua e di nessuna altro. Guardami come mi monti. Guarda il tuo cazzo dentro di me.

Pochi colpi e la sborrata percorse il canale e si riversò in tutta la sua figa.

La amavo. Avrei ancora una volta metterla incinta. Mi dissi “stavolta ci sono riuscito”

Lei non fece una piega la fatto che fosse piena della mia sborra.

–        Fammi venire. Sono tutta bagnata. Mi hai quasi fatto venire ma non ci sono riuscita. Prima di chiamarmi, leccami la figa.

Ci siamo letteralmente buttati sul letto che ha dato dei rumori come se volesse cedere sotto il nostro peso.

Mi sono precipitato sulla sua figa che profumava di libidine.

Ho iniziato leccarla partendo dall’esterno delle grandi labbra e poi a percorsi concentrici sono arrivato al clito.

Lei ansimava, si agitava, si dimenava, mi spingeva la testa contro la figa come volesse la mia testa dentro.

La guardavo durante la leccata.

Ho notato che la lingua nel passare vibrando sulle labbra alla sinistra le procurava delle sensazioni più profonde.

Non ho toccato il grilletto e lei diceva parole insensate facendomi capire che era in estasi e che desiderava venire.

Sono alla fine arrivato, dopo oltre mezz’ora, al suo grilletto.

Era la sua polveriera.

Un esplosione di parole, grida, brividi profondi, contorcimenti.

Infine la testa sul suo lato sinistro a succhiare il braccio sinistro ed un urlo

–        sto venendoooooooo!

–        Dio che bello!

–        Mi hai fatto venire!

Ripresasi dalla scarica di adrenalina mi ha preso la testa, la tirata verso la sua e mi ha baciato.

–        sono buona vero? Mi piace la mia sbroda.

Allungando la mano alla sua figa ne ha preso altra e se l’ha portata alla bocca.

– ora montami di nuovo! Dai! Su! Scopa la tua maialina.

Aspettavo solo quest’invito.

L’ho presa e lei, con le mani mi accarezzava le spalle ed i fianchi.

Mi spremeva i capezzoli facendo crescere la mia eccitazione.

Con le unghie mi faceva male sulla schiena. quando mi sentito pronto a sborrare, le ho sollevato le gambe e l’ho riempita di nuovo di sborra.

Ero senza fiato ma l’avevo montata. Il suo viso era luminoso e felice.

Mi sono steso ansimante e stanco.

Lei è venuta su di me addosso coccolandomi

–        che bello! È come se fossimo sposati da tanti anni. E sempre più bello godere con te.

Ero senza parole. L’ho abbracciata e abbiamo passato la sera stretti a formare una coppia che vuole essere uno dentro l’altro per sempre.

 

Forica aveva preso l’abitudine di prendere il sole integrale sul terrazzo del suo appartamento all’attico; poteva farlo perché un muretto alto proteggeva la vista dalle altre abitazioni non tanto lontane. Le spalmavo la crema solare su tutto il corpo indugiando tra le cosce e le chiappe; ogni volta era in un ditalino, con suo grande piacere senza che lei venisse.

Avevo una settimana di libertà e le consideravo le mie ferie.
Una sera, prima di addormentarci, le ho proposto di starcene a casa tre giorni; lei ha capito al volo

–        perchè ?  mi chiese Forica

–        vorrei vederti girare per casa nuda così bella abbronzata e fare l’amore in tutte le posizioni.

Ci siamo baciati da affamati.

Non appena entrati in casa abbiamo attivato il condizionatore, ci siamo spogliati baciandoci, si è appoggiata al letto a cosce spalancate e ci siamo fatti una bellissima pecorina.

dopo bella doccia in cui lei mi lei mi ha massaggiato in ogni punto del corpo, siamo andati a cena.

 

Aveva indossato un abito leggero che le evidenziava le curve del corpo e lo lasciava intravedere. Sotto gli abiti indossava un leggero reggiseno semitrasparente e un perizoma a stringhe che in pratica era la lasciava nuda.

–        lo sai, Forica, che sei una gran bella figa?   dandomi un bacio sulla guancia

–        grazie amore , ma anche tu mi piaci e far l’amore con te è sempre splendido.

Dopo cena abbiamo girovagato tenendoci per mano per la città semi deserta. L’ho anche lasciata andare di qualche passo avanti per vederla sculettare sui tacchi. Mi piaceva vederla da dietro.

–        chissà quanti cazzi hai fatto drizzare

L’ho presa sottobraccio dandole un bacio

–        l’abito è trasparente e si vede la pelle abbronzata e la lingerie che ti entra tra le natiche.

Ci baciavamo per strada come due innamorati di Peynet e la voglia di far l’amore ci ha fatto tornare a casa.

Salendo in ascensore non ho resistito baciandola e sgrilletandola lentamente.

–        smettila stupido. Se ci vedono o se ci sentono!

Arrivati a casa ci siamo spogliati, come al solito, rinfrescati ed il suo lettone ci ha accolto.

–        Angelo ho voglia di un bel 69

Felicissimo della richiesta mi sono steso e mi sono trovato davanti alle labbra la figa. L’ho socchiusa e riaperta facendole dei bei succhiotti, ho proseguito infilando la lingua in profondità fin dove potevo arrivare.

Più lei godeva, più succhiava la cappella e quando ho stretto tra le labbra il clito ormai turgido ho sentito un mugolio di piacere

–        – continua! Spremilo, leccalo come sai fare solo tu! Succhialo! Fammi venire

La chiamavo in bocca, ne era contenta. Il cazzo non entrava completamente fino alla gola e questo le procurava solo piacere dedicandosi a fare al pompino.

Le passavo la lingua sulla figa fino al perineo e terminavo nel suo buchetto posteriore che non appena sentiva la lingua le trasmetteva vibrazioni e sospiri profondi di grande goduria.

Mi disse di fermarmi sul clito martoriato dai colpi della mia lingua perchè eravamo entrambi assatanati

Lei venne voltando la testa verso il braccio sinistro facendosi un succhiotto, io non riuscii a venire e lei ne fu contenta perché, mi disse, avrei potuto il lavoro nella figa

Eravamo stanchi, ci siamo voltati per vederci in viso, ci siamo abbracciati, baciati e ci siamo augurati la buona notte.

Quando mi sono svegliato verso le cinque del mattino, Forica dormiva beatamente nuda con le spalle verso di me e con la schiena appoggiat sulla mia pancia. Mi scostai leggermente e vidi che anche il solco anale era abbronzato . Le natiche mi hanno attirato. La prima luce del mattino me le ha mostrate perfettamente abbronzate. Erano sode, toniche e le ho sfiorate con la lingua arrivando al solco anale.

Sono andato ai suoi piedi ed ho iniziato a leccarli sfiorandoli con la lingua. Ho fatto scorrere la lingua e la baciavo tra i bellissimi glutei lucenti per l’abbronzatura. Sono risalito su per le gambe  e via via sono arrivato al suo corpo.

Li ho alternanto baci leggeri e leccatine. Non capivo se fingesse di dormire per gustarsi le leccatine o se dormiva; lei era immobile.

Sono salito ancora e partendo dal collo alternavo baci e leggere carezze, poi sono sceso fino al solco anale esplorando tutte le spalle.

Solo in quel momento ha allungato una mano cercandomi. Le ho dato una bacio sul culo, era ad occhi chiusi ma la sua mano cercava nell’aria per trovarmi.

Ho sussurrato dolcemente “chi cerca trova“

 ha trovato il cazzo carezzandolo.

–        è già duro! A quest’ora!

Si è voltata verso di me

–        allora ne hai proprio voglia! Avvicinati voglio sentirlo crescere fra le dita.

Lo ha lavorato lentamente e delicatamente fino a quando l’ha sentito bello in tiro. Allora, senza mollarlo, si è girata mettendosi supina e spalancando le cosce .

– la mia fighetta ha molte sete, vuole bere la tua sborra

Si era bagnata rapidamente e metterlo nella figa è stato bellissimo

Ci siamo fatti una chiavata breve ma intensa e voluttuosa.

Forica rispondeva colpo su colpo alle mie penetrazioni, spingendo per poter tenere meglio il cazzo dentro. Ansimava e gemeva godendo come un’assatanata e quando ha sentito la sborrata allagarle la figa, mi ha stretto a lei baciandomi e ringraziandomi.

Ci siamo riaddormentati per svegliarci a mattina inoltrata.

 

 

Giravamo nudi per casa, appena le capitava a tiro afferrava il cazzo per toccarlo. Io non mi vergognavo anzi gradivo le sue attenzioni.

Abbiamo fatto colazione a letto baciandoci e raccoglievamo con le labbra le briciole che cadevano. La nostra intimità era totale così come la complicità.

A pranzo e cena eravamo vestiti solo della nostra pelle.

Le mie carezze finivano sempre lì, nella figa. Lei me lo tocava e stringeva con tono scherzoso che aveva lo scopo di eccitarmi.

Forica rideva divertita e allora le ho messo le mani nell’inguine, tra le cosce, e  le ho detto sarcasticamente “scusi signorina, lei è maschio o femmina?“.

Rise ancora e mi rispose “sono femmina più di quanto lei non pensi”

Pranzammo seduti a tavola. Non bevemmo vino ma solo acqua

–         se bevo vino non capisco più niente e poi ti potrei chiederti di montarmi. Tu che dici corriamo questo rischio?

Dopo pranzo mi chiese di andar sul letto “arrivo subito. Lavo queste due stoviglie e arrivo. Voglio il dolce!”

Visto che tardava sono tornato in cucina. Era nuda, appoggiata al lavello, le sono andato alle spalle stringendole i seni e baciandola prima in bocca e poi sul collo. Il cazzo si è impennato subito, le ho sollevato una gamba con il braccio destro e le infilato il cazzo nella figa. Ha barcollato ma si è puntellata bene trovando una posizione di equilibrio. Si è voltata per baciarmi sulla bocca. L’altra mia mano è andata a cercare il suo clito tra le labbra della figa ben depilata. La pelle era morbidissima.

–         questo sarebbe uno delle tante che avevamo da fare a casa, vero?

–         Si! ma se ti da fastidio me ne vado subito!

Forica è arretrata dicendo

–         Le promesse si rispettano. Era da tempo che non venivo chiavata in piedi.

Continuai a chiavarla mentre lei, tra un gemito e l’altro, una serie di baci e scambi di lingua, continuava a lavare le stoviglie.

Di colpo si è fermata. Si è piegata in avanti, ha aperta la bocca per respirare più profondamente, ha scosso la testa, l’ha portata all’indietro

–         eccomiiiiiii! Sto venendoooooooo! Godooooooooo!

Sfinita si voltata ed appoggiata su me dandomi un bacio sensuale lunghissimo.

–         ora vai di là, vengo tra un minuto.

Ubbidii. Il cazzo era tesissimo e stavo per venire se me lo avessi toccato anche per un attimo.

Mi dissi: se vengo poi passo come la serata? Vorrei incularla ma se il cazzo si ammoscia come faccio? Non posso fare brutta figura!

Dopo 20 minuti non era ancora venuta in camera da letto che ormai era diventata un’alcova

Ritornai in cucina.

–         Sto rimettendo i piatti a posto e arrivo tra un attimo.

–         Sei sicura?

–         No, non sono sicura perché, amore mio, ora che sono qui lo vorrei sentire anche nel culo. Lo sai che mi piace, non vorrei che perdesse l’abitudine di prenderlo e si restringesse troppo.

Si è appoggiata sul piano di cucina abbassandosi ed aprendo bene le gambe.

Io avevo il cazzo durissimo e gonfio. Ho appoggiato la cappella sul fiorellino e tenendo i glutei aperti. Le ho chiesto di fare un bel respirone mentre lo spingevo dentro in modo da sentire meno un eventuale dolore

–         sìì! Così, amore cosìì! spingi ancora che mi piace. Sentirlo nel culo è sempre una sensazione magnifica

Mi sono sistemato bene le ho allargato le gambe  e anche io ho ho fatto la setssa cosa perché lei risultava essere più bassa di me.

L’ho presa saldamente per i fianchi ed ho fatto entrare il mio cazzo in lei.

Forica ansimando e raccontando il suo piacere ha afferrato il bordo del lavello agitandosi, sculettando e spingendo verso di me per far entrare il cazzo in modo tale che sentisse le mie palle sbattere contro la sua figa.

–         Amore mio me lo sento tutto dentro, sento i coglioni contro la figa. Montami, sono la tua troia, sfondami, voglio godere tanto.

–         Si voglio mettertelo tutto dentro. Predimi tutto. Lo senti quanto è grosso? Ti sto allargando il culo.

Ogni penetrazione era un sospiro, un grido di piacere ed anche un invito ad incularla fino in fondo . 
Le mani che tenevano si suoi fianchi sono arrivate alle mammelle.

–         strizzamele, mi piace tanto! Continua, non fermarti, Ti prego!

Io non ne potevo più. Non era passato molto tempo che ho sentito oo sperma salire e dopo un attimo l’ho scaricato nel suo intestino. L’avevo chiavata e sborrata in culo.
– Finalmente mi sono gustata un’abbondante sborrata in culo.

 Ho continuato a tenerla contro di me in modo che potessi sentire le contrazioni del suo culo che ormai era largo.

Entrambe eravamo ansimanti e sudati

–         Forica, amore mio, ti ho fatto male? Sei stanca?

–         No, affatto. Voglio venire anche io. Stavo per venire e avrei goduto molte volte. Mi è piaciuto tanto. Mi hai fatto godere, non sono venuta ma me lo sono gustato nel culo.

Uscii dal suo culo, andai in bagno a pulirmi e ritornai a letto. Lei era li con le gambe aperte e si titillava i capezzoli per farli ridiventare duri e dritti

–         Ti ricordi la prima volta che me lo hai messo in culo? C’è voluto un pomeriggio per farmelo entrare

–         Ti va di fare una doccia?

–         Si.

Ci siamo fatti una rapida doccia giocando co gli spruzzi bagnando per terra.
Le ho porto l’accappatoio e si è appesa al collo baciandomi. L’ho stretta a me con le braccia e sollevandola da terra l’ho poratat sul lettone.

Era felice e se il piacere potesse essere raffigurato lei ne era l’immagine.

Ho ripreso baciarla su tutto il corpo fermandomi sulla figa che ho baciato e leccato.

–         amore mio non mi stanco di ammirarti. Sei proprio una grande figona.

–         Angelo vieni su di me.

Sono salito su di lei fino ad avere il cazzo davanti alla sua bocca. L’ha scappellato per succhiarlo; mi ha fatto godere trastullandosi con la lingua.

Mi piacciono queste vacanze con te passate a girare nudi per la casa e fare l’amore come piace a noi

Si è alzata sculettando e prendendo dall’armadio un pacchetto. L’ha aperto, si era comprata un completino perizoma e reggiseno a balconcino color panna.

–         fammeli indossare. Ti voglio vedere arrapato ma ora non te la darò più per stasera. Dobbiamo uscire a fare la spesa se vuoi mangiare stanote.

L’ho aiutata ad indossare il perizoma.

Prima che la figa sparisse sotto il perizoma le ho dato un ultimo bacio Le ho allacciato il reggiseno

Sculettando ha fatto una passerella

–         sto bene, come mi trovi, mi stanno bene? Ti piacciono?

Si è fermata davanti a me a gambe larghe

–         non ti sono piaciuta?

–         mi sei piaciuta ma a dire il vero nuda sei molto più bella e eccitante

Siamo usciti per acquisti. Indossava un abito bianco di lino che contrastava conl’abbronzatura. Sembrava ancora più bella

e così abbronzata era ancora più bella

 

Era estate ed eravamo nuovamente innamorati.

Abbiamo pensato di trascorrere delle giornate al mare sulla costa orientale della Sardegna in un bel resort.

Ecco il racconto di una di esse.

Arrivati lì e dopo esserci sistemati in camera siamo andati in spiaggia.

Abbiamo passato una bella mattina di mare. Giornata luminosissima e mare calmo con colori da schianto.

Abbiamo fatto più di un’ bagno. Lo scopo era di vedere e mostrare agli altri la mia donna con i perizoma e reggiseno bianchi che bagnati facevano intravedere i capezzoli ed una striscetta di peli neri nel pube.

Distesi sulla sabbia ci siamo coccolati e ‘l’ho stretta a me dandole un bacio ‘sei sempre bella amore mio e al pensiero che indossi perizoma e reggiseno bianchi, mi viene voglia di tornare alla svelta in stanza per spogliarti e fare l’amore’
Tornati in camera, si è spogliata restando solo con l ‘intimo bianco ed io con il solito pantaloncino corto blu.

Alla sera siamo rimasti in camera. Non avevamo voglia di mischiarci agli altri abitanti il resort.
Abbiamo cenato come due innamorati imboccandoci l’un l’altro e baciandoci frequentemente. Dopo il caffé mi sono steso al fresco sulla veranda. Forica si è avvicinata per sedersi su di me ‘scusi signora, posso?’ dicendo queste parole le ho slacciato il reggiseno e sfilato il perizoma.
– amore mio vestita di niente sei strepitosa, sei bella,mi piaci

La conosco da tanti anni e mi accorsi che era emozionata ma felice.

Si è stesa su di me.

-”””’ mi piaci, ti amo, sei la mia schiava preferita.

Lei ha riso divertita, perché l’ho detto in tono sarcastico, e si è inginocchiata accanto a me

-”””’ il mio padrone gradirebbe un bel pompino?

-”””’ il tuo padrone desidera fare un bellissimo 69 per bere il tuo succo di frutta.

Ho sfilato il pantalone corto che indossavo e mi sono disteso sul letto.

Il cazzo era già eretto. Lei si è messa sopra di me avvicinando la figa alla mia bocca. Ha allargato le gambe affinché potessi leccare bene la figa e anche il suo culetto. Con i piedi mi teneva la testa un po’ sollevata, questo faceva si che la figa fosse aperta e disponibile alla leccata. La posizione consentiva di schiacciarmi la figa sulla bocca.

Il clito era già ben eretto. Lo vedevo al di fuori del suo capuccetto pronto ad essere leccato. Forica si muoveva avvicinandolo e ritraendolo. Le labbra della figa erano rosee, aperte e bagnate; non volevano altro che essere leccate.

La sua vagina era davanti a me. La vedevo aprirsi e chiudersi con movimenti che simulavano il massaggio che faceva al cazzo quando lui la invadeva.

I movimenti che Forica faceva portavano, alternativamente, anche il suo culetto ad essere leccato.

Le mie mani la carezzavano ed esploravano tute le sue spalle fino al seno che stringevo facendole emettere dei suoni pieni di libidine.

Mentre le succhiavo la figa con le mani le ho allargato i glutei e le ho baciato il buco del culo che appariva in tutta la sua rosea magnificenza. Quel 69 è stato lungo e piacevolissimo.

Lei ha tentato di stringere le natiche ri-allargandole subito dopo per gustarsi i passaggi della lingua.

Le stavo torturando i suoi punti sessuali più sensibili.

Lei giocava con le mani e la bocca sul mio sesso.

Con la lingua passava sull’asta e poi proseguiva nell’inguine arrivando anche al mio buco posteriore. Lo stimolava con le dita e con la lingua.

Ciò mi eccitava parecchio.

Lasciando il cazzo per qualche istante mi ha sussurrato’
– è la prima volta che mi baci il buco del culo, è bellissimo

Ho continuato con passione a leccarla e lei si ha gustato, con altrettanta passione, con le labbra e la bocca, il mio cazzo finché siamo venuti quasi insieme gustandoci i succhi dell’altro.’
Poi Forica si è stesa supina, io al suo fianco a pancia sotto ammirandola.

Lei era molto felice ‘ti è piaciuto così tanto?’ mi ha detto accarezzandomi dolcemente.

Ero stanchissimo. Mi aveva spremuto come un limone ed avevo goduto come non mi succedeva da tanto tempo.

Ci baciammo e ci augurammo la buona notte.

La sentivo muoversi, girandosi e rigirandosi sul lenzuolo. Non riusciva a prendere sonno.

Ho allungato una mano toccandole la figa ‘non riesci a dormire neanche tu?’

La luce proveniente dall’esterno che teneva in penombra la stanza mi consentiva di vederla.

Si leggeva in volto che aveva voglia di qualcos’altro. Ormai la conosco.

Le ho chiesto di salire su me. L’ho stretta in un abbraccio. Le ho accarezzato le spalle e ho fatto scorrere le mani sui fianchi facendole sentire le unghie.

Sono iniziati i sospiri di piacere. Le scosse ogni volta che le unghie passavano nella zona prossima alle mammelle.

Proseguivo la piacevole tortura fino ai capezzoli ed ogni volta che li graffiavo Forica mugolava maggiormente .

-”””’ dimmi che ne hai ancora voglia, che non ti ho soddisfatta!

Mi ha dato un sensuale ed interminabile bacio mettendo a lingua in bocca

-”””’ come lo hai indovinato?

Senza rispondere le ho accarezzato il buchetto del culo.

-”””’ – scommetto che hai un buchetto insoddisfatto?

Allora si quasi appiccicata su di me facendomi sentire i capezzoli turgidi.

-”””’ se ce la fai, lo vorrei nel culetto. Vorrei essere inculata da te. Oggi mi hai viziato. Sarebbe bello chiudere una giornata così bella con un’ piacere totale.

Mi sono levato per prendere il gel lubrificante

-”””’ dove vai amore? scappi?!’

Mi sono fermato inchinandomi su di lei per baciarla sulla bocca

-”””’ vado a rendere il gel, non voglio farti male

-”””’ va bene anche se me lo baci ed insalivi bene. Se anche sentirò un pochino di male, il piacere che seguirà me lo farà dimenticare

Dicendo queste parole si è messa in ginocchio esponendo il culetto.

Con le mani ha allargato ne natiche tenendole bene aperte.

Le ho baciato e slinguato il buco. Con due dita sono entrato un po’ per allargarlo . La sentivo smaniare sommessamente.
– ti faccio male amore?

-”””’ nooo! mi stai facendo godere. Vieni dentro. Ho voglia di sentirti e di essere allargata, ti desidero troppo.

Sono andato prendere il gel in modo tanto rapido che lei non ha avuto il tempo di muoversi da quella posizione così invitante.

Le ho spalmato il gel e già sentivo i sospiri di goduria. Ne ho messo sia fuori che dentro dopo lo sfintere.

Ne ho messo anche un po’ sul cazzo. Ho tenuto aperte bene le natiche puntando con decisione la cappella

-”””’ Mi vuoi dentro? sei pronta?

-”””’ Si, entra! Vieni amore, entra dentro. Ti sto aspettando

Cercando di tenere aperti bene i glutei ho spinto con decisione.

La cappella è entrata facilmente. Ho sentito un rantolo

-”””’ che bello essere inculata dal mio amore! che piacere! Oh! come lo sento bene! Lo sento dentro. Mi stai allargando, mi stai aprendo. Sono la tua schiava, la tua troia.

Mi sono fermato per consentire a Forica di gustarselo e sentire le sensazioni dell’allargamento. Il mio cazzo pulsava

-”””’ lo sento tanto, è una sensazione splendida

Ho, allora, infilato tutto il cazzo. Forica si è messa con il petto sul letto ed il culo sollevato.

La foga mi ha portato a penetrarla inizialmente piano per poi accelerare.

I coglioni battevano contro la sua figa.

Lei cercava di muoversi da sola.

-”””’ ti piace amore mio? ti ho fatto male?

-”””’ nooo, sei magnifico! Che bello! che piacere! adesso inculami senza fermarti, voglio la tua calda sborra nell’intestino

Ricordo di non avere mai inculato Forica con tanto piacere e passione.

Lei smaniava, si dimenava, arretrando da sola ed incitandomi a spingere forte dentro il mio cazzo

– dai amore! Dammelo tutto . Lo voglio sentire dentro tutto. Ti voglio tutto. Ahhh! Mi stai allargando! Spingi, amore, spingi! Siiii’ tutto dentro, montami, sborrami,fammi godere!

E’ stata un’inculata meravigliosa e sensuale.

Forica ansimava, si agitava sbattendo il culo da tutte le parti.

– siiii! Sei la mia troia personale, fatti chiavare in culo. Che bello incularti!

Cercavo di tenerla ferma con le mie braccia sui suoi fianchi inculandola con forza.

Lei si sgrillettava il clito. Sentivo la sua mano smanettare violentemente e sentivo anche le sue dita dentro la figa che cercavano di sentire il mio cazzo nel culo. Che bella sensazione!

Infine ho sentito la sborrata salire imperiosa

-”””’ amore sto per venire. Dimmi che sei la mia troia.

Dopo queste parole Forica si è bloccata stando tutta indietro.

-”””’ vengo amore mio, vengo! sentilo sta allagando il tuo culoooooo!

-”””’ siiiii! amore mio la sento, che begli spruzzi caldi, sborrami in culo, la sentooooo

Ho sfilato il cazzo e mi sono adagiato a fianco a lei che si era messa a pancia in su.

Si toccava con le mani la figa ed il culo.

Ci siamo rilassati, baciati coccolandoci.

Forica aveva il volto del piacere e della lussuria; era sudata e l’ho asciugata delicatamente.

Mi è venuta a cavalcioni ‘ grazie amore mio , ti amo ‘

-”””’ Non ti sciacqui la figa ed il culo?

Mi ha risposto ridendo felice ‘per fare uscire la sborra e perderla? hai avuto una bellissima idea a venire qui. Questi giorni me li ricorderò per molto tempo ‘

Poi finalmente ci siamo addormentati stanchi ‘e felici

Il weekend era finito e nel pomeriggio della domenica siamo partiti per tornare ognuno a casa sua.

Prima lasciare il resort, Forica mi ha abbracciato, baciato e accarezzato

– che bello amore mio! Grazie sei stato magnifico. Ti voglio sempre con me.

Una sera di marzo vado a casa da Forica. Mi sobbarco i tanti chilometri che mi separano da casa ma una sera con lei vale il sacrificio.

Mi accoglie a con un bacio.

Io indosso giacca, pantalone e camicia; un classico.

Lei una vestaglia da casa.

-””””’ che sorpresa! Stavo pulendo i pavimenti perché la polvere di questi giorni è stata tanta. Ti dispiace aspettarmi in camera da letto? Arrivo subito. Pulisco il pianerottolo e mi dedico a te ‘. e a me.

Vado in bagno a rinfrescarmi e poi in camera sua.

La parte finale della frase mi dice che ha voglia di scopare, come sempre.

Dopo qualche minuto viene a letto e mi trova coricato di fianco mentre stavo per prendere sonno. Ero stanco dal viaggio.

In casa non c’è tanto caldo perché nel periodo invernale il riscaldamento centralizzato è acceso solo dopo le 17.

L’entrare sotto le lenzuola mi da i brividi ma sono di freddo. In un attimo le lenzuola si scaldano e mi crogiolo.

Arriva lei: ‘c’è freddo? Vuoi che accenda una stufetta?’

‘no qui sotto si sta bene’ rispondo.

‘ ‘ e poi ci sono io che tra un po’ ti scalderò. Stasera ho caldo e sono ‘calda’. Mi vuoi?’

Mentre parlava si era spogliata ed era rimasta con il reggiseno nero e slip coloratissimi e leggeri.

Nell’entrare sotto le lenzuola ha dei brividi di freddo.

-””””’ vieni qui che ti scaldo. Le dico

-””””’ eccomi. Abbracciami! Così mi scaldi subito.

Non vedevo l’ora di averla tra le mani.

Stringendoci forte ci siamo baciati a lungo e parlati. Si parlava di noi e del piacere che avevamo a stare insieme.

Si è parlato anche della nostra rottura durata tre anni e di chi ci aveva sostituito.

Lei mi disse di aver avuto un uomo ma che era complicato e soprattutto non’ scopava come me. Io le dissi che ero stato con Graziella [quella dei racconti] e con Gavina D.

Mi chiese se erano meglio di lei. Le risposi che erano molto arrapanti ma in fatto di sesso era insuperabile.

Le carezze sono durate quanto il dialogo ed i baci per circa un’ora.

Dopo essersi riscaldata (sotto il piumone e le lenzuola si stava bene) le ho sganciato il reggiseno e le mammelle ed i capezzoli sono venuti a contatto con il mio petto.

Mentre parlavamo l’ho accarezzata dappertutto, anche nelle gambe fino alle caviglie.

Le mani hanno esplorato la sua pelle dentro gli slip e sono finite sul suo buchetto posteriore.

L’ho sentita spingere i n fuori leggermente per gradire meglio l’esplorazione del dito.

Forica ha continuato ad accarezzarmi sulle spalle e sulle gambe, graffiandomi con le unghie in segno di voglia di fare sesso. I suoi passaggi mi davano i brividi, mi agitavo e dimenavo più o meno a seconda del punto del corpo sollecitato.

Poiché mi si era ‘addormentato’ il braccio destro, l’ho sfilato da sotto il suo collo e mi sono voltato. Abbiamo continuato a parlare.

Lei si era appiccicata alle mie spalle con il braccio sinistro sotto di me e la mano destra in continua esplorazione. Io le accarezzavo le cosce e le gambe perché non arrivavo a toccare altro.

Mi baciava il collo e la nuca.

La sua mano nel suo vagare sulla pelle andava e tornava sui miei capezzoli.

– come sono belli! Sono diventati duri duri. Mi viene voglia di succhiarli. ””””””””’ Mi disse

Non erano solo loro ad essere duri, c’era anche il mio cazzo che era ormai eretto e duro. Lei lo sfiorava, come a sentire il mio stato di eccitazione, ma poi, nonostante lo desiderassi, non lo afferrava. Mi carezzava l’inguine e poi ritornava su ai capezzoli.

Morivo dalla voglia.

L’ho sentita agitare le gambe: si stava togliendo gli slip.

Ora era completamente nuda. Sentivo il sui scarsi peli della figa contro di me.

Le dissi

-””””’ non ti sei depilata?

-””””’ No, aspettavo te. Ma ora c’è freddo; quando si accenderà il riscaldamento vorrei che mi depilassi tu.

-””””’ Questa è una buona idea.””””””’ Risposi

-””””’ Mi piace tanto che tu me lo faccia. Se mi depilo da sola mi eccito e poi mi faccio un ditalino togliendoti il piacere di leccarmi e di chiavarmi.

-””””’ Allora facciamo così: dopo che ti avrò depilato tu farai lo stesso con me.

‘Quel punto la sua mano destra andò dritta sul mio cazzo e iniziò ad accarezzarlo con movimenti irregolari per non farmi venire.

Mi stava facendo impazzire.

-””””’ aspetta, non venire! Voglio che mi riempia di sborra dopo la depilazione. Mi eccita l’idea del tuo cazzo liscio senza peli. Ti voglio passare la lingua anche dietro nel tuo culettino.

-””””’ Uhm! Questa si che è fantasia scopereccia! Non mi dirai che ne hai voglia?””””” Dissi in modo sarcastico.

-””””’ Ebbene si! Sono già bagnata e non vedo il momento che mi aprirai con il tuo bel ‘cicciolino’.

Intanto si era entrato in funzione il riscaldamento. La casa si è subito riscaldata.

ci siamo levati ed andati in bagno.

La tenevo per mano. Lei si inchinò per prendere il necessario per la depilazione e ne approfittai per leccarle il culo e metterle un dito nella figa. Al contatto della lingua spinse il culo all’infuori ed al momento in cui le infilai il dito gemette.

-””””’ Smettila! Te la do dopo. Dai!

-””””’ Promesso?

Non mi rispose.

Si sistemò tra il bidet e la vasca da bagno allargando le gambe e mettendo ben in vista la figa.

Volle che le facessi ‘la barba’ cioè che le mettessi al schiuma da barba sui peli e poi la radessi.

Non volevo altro!

Aspettavo questo momento da tanto tempo. Non me lo aveva mai fatto fare.

Mi misi all’opera di buona lena ed ogni tanto le davo dei baci sulle cosce che lei gradiva.

Per farmi fare il lavoro meglio si tirava la figa all’insù facendo evidenziare sia i peli sia il grilletto.

Eravamo nudi uno di fronte all’altro in piena luce.

La sua figa era splendida, il mio cazzo eretto e gonfio come non mai.

Ad operazione finita si mise sul bidet e io gliela sciacquai toccandole, con suo sommo piacere, il grilletto che già durante la rasatura si era indurito.

-””””’ ora toca a te.

-””””’ Eccomi! A tua disposizione.

Mi tagliò con delle forbicine i peli per accorciarli e poi con sapone da barba’ e rasoio mi depilò sia il pube sia il cazzo sia i testicoli andando a finire l’opera dietro tra le natiche.

Toccandomi i testicoli disse che erano pieni e che aspettava che il contenuto fosse depositato in lei.

-””””’ ora sei più bello. Quei peli mi disturbavano. Quando sei liscio godo di più perché entra fino in fondo facilmente, soprattutto dietro.

-””””’ Un giorno mi depilerò tutto così ti piacerò di più. Forse te lo chiederò la prossima estate. Replicai.

Si lavò le mani nel lavabo inchinandosi ed io dietro di lei con il cazzo duro a metterlo tra le gambe.

Forica le allargò e ne approfittai per entrare in lei.

‘ohh! Che bello! ‘ sussurrai’ ‘ti piace? Voglio scoparti così, aspetta ‘ sollevati un po’ con i peidi! Ecco così!

E continuai a entrare ed uscire da lei.

Smise di lavarsi le mani. Si guardò sotto. Vide i miei movimenti ed iniziò a godere spingendo all’indietro il suo sedere e permettendo al mio cazzo di entrare e stantuffare senza uscire dalla sua figa.

-””””’ sei molto bagnata, la depilazione ti fa questo effetto?

-””””’ Si, mi piace molto averti dentro. Mi sento larga e ti sento tutto dentro fino in fondo. Eccolo! Ora sei sul mio utero. Vienimi dentro.

Non volevo sborarre nella sua figa, volevo solo godermela e volevo anche farla colare.

La misura della sua figa era giusta per me.

Continuavo a scoparla tenendola per i fianchi e nel frattempo Forica si sgrillettava aumentando i suoi liquidi che uscivano dalla figa.

Cambiavo di ritmo per non venire ma mi accorsi lei stava per venire, allora uscii da lei, la presi per mano, la baciai e la trascinai a letto. Volevo gustarmi una leccata di figa grondante di liquidi e poi farmi baciare. So che a lei piace succhiare con la lingua i suoi liquidi vaginali.

Forica si stese nel letto, mettendosi due cuscini dietro le spalle; io con una mossa rapida mi infilai sotto le lenzuola tra le sue gambe piegate.

Iniziai a leccare le sue grandi labbra già aperte e bagnate e poi passai a quelle piccole. La figa era aperta ed il clito ben sporgente. Lo vedevo vicino ai miei occhi. Mi attraeva e desideravo leccarlo e titillarlo duro ed eccitato.

La lingua fece il giro della cavità vaginale e sempre più spesso la punta passava tra le grandi e piccole labbra in salita ma senza toccare il clito. Soprattutto sapevo che Forica era sensibile sul lato sinistro; li lei era più sensibile e più eccitabile. Arrivare la clito da quella parte significava farla godere in modo esplosivo.

Dopo averla martoriata su quel lato andai a leccarle il suo punto di massima goduria. Poche toccate e la sentii irrigidirsi, sollevare ancora di più le gambe, metterle sulle mie spalle, allargarle affinché potessi fare di lei ciò che volevo. Il suo respiro era diventato sempre più profondo, la sua agitazione era aumentata, si era distesa sul letto per potersi dimenare ancora di più. Infine con un urlo soffocato si voltò sul suo lato sinistro per succhiarsi il braccio, si agitò, mi spinse il bacino contro la bocca perché non staccassi la bocca e continuassi il lavoro di lingua e con degli spasmi venne inondandomi la bocca dei suoi ottimi liquidi.

-””””’ o Dio! Mi hai fatta venire. Mi hai fatto venire molto. Che bello! Sei proprio bravo. Vieni qui, dammi un bacio.

La baciai

-””””’ Che buona la mia sbroda. Ora fammi riposare un attimo, mi hai distrutta.

Le detti il tempo di riprendersi e poi le avvicinai il cazzo alla figa.

Si inarcò un pochino ed entrai in lei.

La montai mentre lei si spremeva le mammelle ed i capezzoli.

Con la speranza di metterla incinta le venni dentro. Volevo un figlio da lei.

-””””’ ho sentito la tua sbroda calda riempirmi. Aspetta che la assaggio.

Portò le sue dita sulla figa, raccolse ciò che colava e se lo portò alla bocca.

Buonissimo, bravo.

-””””’ Che cosa accadrà se ora ti ho ingravidato?

-””””’ Niente! Ti darò un figlio. ”” Mi disse

-””””’ Ma io ne ho già un altro da mia moglie.

-””””’ Allora dovrai separarti e sposare me. Io ti voglio sempre.

Dicendo queste parole mi abbracciò e mi baciò profondamente con tanto amore.

-””””’ si è fatto tardi. Vuoi cenare qui? ” Mi propose

-””””’ Mi sa che così scopiamo ancora. Che dici?

-””””’ Perché no!

Mi preparò una cena con i fiocchi e poi tornammo a letto a fare l’amore.

‘. E a quel punto che accadde qualcosa di molto particolare.

Vi dicevo che mi ha preparato una cena con i fiocchi. Poi siamo tornati a letto a fare l’amore.

 

La luce naturale era scomparsa e la notte era iniziata.

 

Le luci di casa erano spente e dalle finestre vedevamo le altre persone cenare o prepararsi a farlo.

 

Noi, invece, stavamo iniziando la digestione.

 

Ci siamo stesi sul letto a veder un po’ di TV ma più che altro volevamo un po’ di luce. Lei con le spalle appoggiate a due cuscini trattenuti dalla spalliera del letto. Mi sono messo carponi e ho iniziato a succhiare e titillare i suoi capezzoli come a proseguire ancora la cena.

 

Forica ha sollevato con le mani le mammelle per offrirmele affinché leccassi meglio. Le piaceva molto la leccata che le stavo facendo.

 

Avevo voglia di metterle il cazzo in bocca.

 

Le ho chiesto di prenderlo tra le labbra e non si rifiutò.

 

Sono salito su di lei senza schiacciarla allargando le gambe e lei con semplicità me lo ha preso in bocca. Mi muovevo dentro di lei senza soffocarla. Me lo teneva con la mano di cui ne sentivo il calore. La sensazione era bella. La delicatezza della sua mano e della sua lingua mi facevano godere molto. Spingevo fino in fondo alla sua bocca anche se lei aveva dei conati ma nonostante tutto lo tratteneva dentro.

 

Lo squillo improvviso del campanello di casa ci bloccò.

 

–          chi sarà? Non aspetto nessuno! Fai silenzio. Stiamo qui sul letto. Forse è mia cognata Caterina ma è strano perché ha le chiavi della porta.

 

Mi son meravigliato che avesse le chiavi di casa. Questo voleva dire che poteva entrare in qualsiasi momento e anche sorprenderci a letto o in qualunque altra posizione.

 

La cosa non mi andava anche se in fondo non mi dispiaceva e mi eccitava perché le avrei mostrato come si monta una donna.

 

Già! Proprio lei che ha sempre ostacolato il rapporto tra me e Forica. Caterina non gradiva il rapporto tra noi due perché io mi ero sposato e secondo lei un amante è solo un uomo che va  a puttane e tratta la donna come una puttana. Quindi l’uomo è colui che apre la figa e infila il cazzo solo per venire illudendo la donna.

 

A Forica chiedeva sempre di me pur non conoscendomi di persona e non avendo mai parlato con lei. Era, secondo me, invidia per non poterlo fare lei anche se a Forica ho sempre detto che se avesse voluto partecipare era sufficiente che lo chiedesse, anche come osservatrice. L’avrei voluta vedere sgrillettarsi e tormentarsi le sua tette. L’idea mi faceva arrapare non poco ed anche Forica al pensiero si eccitava.

 

Dopo qualche minuto baciai Forica sulla bocca e ripresi il lavoro di eccitazione su di lei. Anche lei mi accarezzò. La paura di essere scoperta dalla cognata nell’atto sessuale era scomparsa.

 

–          mi lecchi la figa?

 

Non aspettavo altro. Scesi con la lingua e mi distesi sul letto. La sua figa depilata era qualcosa di speciale.

 

Forica si era stesa di traverso sul letto in modo che sia lo specchio sia la porta della stanza fossero dietro di lei.

 

Ha messo i piedi e le gambe su me offrendomi da leccare la figa ed anche il buco del culetto.

 

Ha chiuso gli occhi e si godeva molto la leccata che le stavo facendo.

 

Andavo dal culetto al grilletto con la lingua passando e ripassando sulle piccole e grandi labbra della figa. Soprattutto mi fermavo sul suo lato sinistro perché li lei era molto più sensibile; me ne accorgevo perché si dimenava ed ansimava maggiormente.

 

Poi lei si tirava la pelle del monte di Venere scoprendo completamente il grilletto per farmelo vedere e leccare.

 

Gli occhi chiusi e la testa rivolta a succhiarsi il braccio indicavano che l’orgasmo era imminente.

 

Con la mano destra si tormentava la mammella destra che era la più sensibile. Era la sua preferita. Quando le succhiavo il capezzolo godeva molto di più.

 

Stavolta si spremeva il capezzolo e si impastava la tetta mentre od occhi chiusi, fidandosi di me, si contorceva e sospirava incitandomi a continuare ed a non smettere la leccata del grilletto.

 

– mettiti sul bordo del letto, voglio chiamarti da dietro.               Le dissi

 

E’ scesa dal letto voltandosi, mi ha messo una gamba sul letto e l’altra per terra. La figa era  bassa e infilarla mi veniva male perché dopo due colpi mi accorsi che uscivo e rimetterlo dentro era difficile.

 

–          mettiti le scarpe a tacco alto.

 

–          Quali?

 

–          I sandali aperti, così sei più figa e mi arrapi maggiormente.

 

In un attimo ha preso i sandali, li ha indossati facilmente perché non avevano chiusure ma solo due passanti sul petto e sulle dita.

 

Si è riposizionata dopo avermi dato un ennesimo bacio con lingua esploratrice.

 

Stavolta l’altezza è giusta. L’ho presa per i fianchi. Ho allungato una mano fino alla figa; era bagnata. Le ho titillato il grilletto.

 

L’ho afferrata con entrambe le mani ai fianchi e l’ho penetrata nella figa.

 

Lei si è arcuata ed io per risposta l’ho baciata in bocca afferrando allo stesso tempo le tette, spremendole.

 

Con la mano destra sono tornato sulla figa. Mi toccavo il cazzo che era durissimo e, soprattutto, andavo a toccare il suo grilletto. Forica ansimava e godeva moltissimo. La sua figa era bagnatissima e io scivolavo dentro e fuori con facilità.

 

Dato che volevo anche chiavarla in culo ho provato ad appoggiarle il cazzo sul buchetto ma lei mi ha pregato di continuare nella figa.

 

–          ti darò il culo in un altro momento. Oggi no.

 

–          Allora non ti piace?

 

–          Si, mi piace ma oggi voglio venire con il tuo cazzo nella figa. Riempimi di sborra!

 

–          Così ti potresti restare incinta.

 

–          Chissà se rimarrò gravida.

 

Volevo un figlio da lei anche se ero sposato. La mia unione ufficiale era ad un bivio ed io avevo deciso di separarmi e poi divorziare. Quindi avere un figlio da Forica mi avrebbe dato la scusa per rompere con mia moglie. Era, quindi, l’occasione  per ingravidarla, finalmente!

 

Continuai a chiavarla accompagnando la monta con gridolini e sospiri sia da parte mia che sua.

 

Il profumo della sua figa mi ha arrapato moltissimo, mi piaceva tanto, mi eccitava e volevo sentirlo sempre. Aveva invaso la stanza.

 

Le venni dentro tenendo il cazzo a contatto con l’utero che sentivo chiaramente con la punta.

 

L’ho allagata e lei colava tantissimo.

 

–          aspetta amore mio! Sto per venire. Mi senti?

 

–          Con un grido soffocato e con un grande fremito è venuta anche lei.

 

La sbroda mischiata al mio sperma colava dalla sua figa quando ho estratto il cazzo.

 

–          Leccami la figa e dammi il mio sapore con la bocca.

 

Si è voltata, distesa sul letto senza togliere i sandali aprendo le gambe a compasso.

 

Che meraviglia!

 

Avevo davanti a me la figa piena e grondante di succhi.

 

Le ho leccato la figa trattenendo i succhi in bocca. Mi sono chinato su di lei, ho aperto la bocca e le ho travasato il suo buon sapore.

 

–          Che buono! La mia sbroda mischiata alla tua fa un cocktail speciale, come lo chiamiamo? Che dici? White liquid ti piace come nome?

 

–          Sono d’accordo.      Risposi

 

–          Quando mi darai il culo?

 

–          Presto. Ho voglia anche io di sentirti dentro ed essere allargata. Vorrei fare una cosa prima di dartelo ma deve rimanere una sorpresa.

 

Ci siamo abbracciati e non so quando ci siamo addormentati felici come due bambini dopo aver parlato di progetti e d’amore.

 

 

 

 

 

 

Forica mi ha invitato a cena a casa del cugino Guido. Lui è un bel ragazzo e le donne non gli mancano.

La cena non so chi l’abbia preparata ma era ottima; ho il sospetto che l’abbia preparata lei.

Dopo cena ci siamo distesi a parlare sul divano.

La discussione è andata a finire sulle ragazze e della loro nudità più o meno esposta e del loro modo di godere degli sguardi dei maschi.

In particolare durante lo scambio di opinioni Forica si prese ad esempio e ha descritto come a lei piace essere guardata e perché lei si atteggia da femmina.

Poteva ben mostrarsi. Quella sera si era vestita con un jeans molto aderente ed una maglietta. I capezzoli sporgenti in evidenza dalla maglietta stavano a dire che il reggiseno non c’era.

La scarpa aperta sul davanti era a tacco alto e alle gambe niente calze.

–          certo che se avessimo una bella ragazza per scopare la serata finirebbe meglio di com’è ora.

–          Di sicuro.                                Ha risposto Guido

–          Mi posso spogliare io.            Ha detto Forica

Ero allibito. Guido suo cugino era sorpreso ma non più di tanto. Rivolgendosi a lei

–          Tu, Forica, a me sei sempre piaciuta. Ti trovo femmina, donna come poche altre donne. Se non fossi tuo cugino ti avrei già scopata.

–          Anche tu mi piaci e se Angelo non ha niente in contrario vorrei eccitarsi tutti e due così poi …. Se son rose fioriranno.

Ho fatto notare che la proposta era intrigante e a Forica ho proposto di essere spogliata da noi maschi.

Mi chiedevo se Guido avesse delle remore nei confronti della cugina e se nel caso l’avesse in seguito scopata se gli venisse il rimorso.

Pensavo anche a quanto fosse troietta lei che aveva stimolato noi. Di sicuro lei era già in calore e da come la conoscevo sicuramente era già bagnata nella figa.

Forica ci provoca ulteriormente desiderando mettere i nostri corpi a nudo . A quel punto ci spogliamo.

Ha invitato Guido a prendersi cura di lei guardandomi con sguardo pieno di libidine sessuale.

Ora che eravamo nudi ho pensato che lei volesse finalmente scoparsi il cugino.

–          Fa quello che vuoi con questa troietta. Fa tanto la santarellina, ma il cazzo le piace dappertutto. Dissi io

Guido le è arrivato alle spalle e si sono ritrovata con le sue mani che la aiutavano a togliere la maglia e facevano scivolare per terra i suoi jeans.
Adesso è completamente alla sua mercè: le ha cinto la schiena, ha iniziato a baciarla sul collo e ad accarezzarle la schiena, le braccia, i fianchi, i capezzoli. Durante questa fase ha sfregato il suo sedere sul pantalone di Guido ed ha sicuramente sentito la sua erezione che premeva con insistenza sul culetto coperto solo dagli slip neri di stoffa molto leggera, praticamente trasparente, che ancora indossava, abbellito con due laccetti rosa legati a fiocchetto.

L’ha girata, ha tolto le mani dai fianchi e le ha messe sulle spalle, costringendola ad abbassarsi fino all’altezza del suo cazzo.

Ora lei è in ginocchio davanti a lui.

Ha gli occhi chiusi, ma appena avverte la pressione del suo cazzo spinto contro le labbra, ha stretto i denti nel tentativo di non farlo entrare. 
Io mi sono avvicinato e sussurrando al suo orecchio ho detto semplicemente

–          Coraggio Forica, guarda com’ è bello grosso

indicandomi il membro di suo cugino che era a pochi centimetri dalla sua faccia.

Lei è rimasta inchiodata ad ammirare con gli occhi quel cazzo turgido che guardava con quel suo unico occhio scuro.

Senza dire una parola Guido ha spinto il cazzo contro le sue labbra e allora Forica ha aperto la bocca lentamente sentendo la pelle liscia della cappella riempirla.

Lentamente è riuscìta a prenderlo fino in fondo. Ha avuto un conato di vomito e ha cercato di farlo uscire ma lui era più forte. Ha cercato di lottare contro quell’affare che la stava soffocando ma ha capito che non poteva opporsi.

Dovevo assecondare il cugino e regolare il respiro. Dopo qualche istante ci riusci e alla fine  ha preso il ritmo giusto per il pompino.
Lei dava l’idea di essere spaventata ma eccitata da quella sensazione.

Mentre le mani sulla sua testa dettavano i movimenti, trattandola come fosse una bambola gonfiabile, pensando di non voler fare brutta figura, ma di essere all’altezza della situazione, ha continuato finché i sospiri e mugiti di Guido indicavano che lui era prossimo a venirle in bocca. Così ha aperto ancora di più la bocca, messo in fuori le labbra carnose e con la lingua ha iniziato ad assecondarlo con sempre maggiore entusiasmo. 

Io ero arrapato ed eccitato. Il mio cazzo era duro e a toccarlo sarei venuto in un istante. Volevo trattenermi per godere nella figa di Forica.

Lei, sentendo che Guido stava per venire, se lo tolse di bocca.

Fu una sorpresa l’attrezzo del cugino. Era grande e grosso.

Lei riusciva a prendere in bocca la cappella e un po’ dell’asta.

Forica già le fremeva all’idea di ospitarlo nella figa. La fece girare e le ha chiesto di appoggiarsi ad un tavolo.

Lei gli ha offerto il sedere e lui per accontentarla glielo ha infilato nella vagina già perfettamente lubrificata.

Forica ha emesso un sospiro di sollievo perché, come sempre, le piaceva sentirsi piena.

Ha iniziato a stantuffarla  e con un urlo improvviso, agitando la testa come un animale in gabbia è venuta. Ha impiegato poco tempo ad avere l’orgasmo.

L’eccitazione di avere il cigino dentro di lei l’ha messa in calore troppo alla svelta e l’eccitazione e la voglia dovevano essere molte.

Forica si è sollevata e ha detto di essere seccata di questo fatto, ma lui non dava segni di cedimento. Il suo cazzo era sempre dritto e turgido.

Poiché la voglia di Guido era tanta si è messo dietro di lei e allungando le mani ha trovato le tette iniziando ad impastarle ruvidamente strizzando e tirando in avanti i capezzoli senza tanta delicatezza.

Lei era in estasi, tutti i sensi aperti. L’ha inclinata un po’ in avanti ed ha continuato a scoparla provocandole, nonostante il primo, un orgasmo dopo l’altro.

Guido ora non era ancora contento. L’ha fatta sedere sul tavolo, le ha aperto oscenamente le gambe. Era oscenamente sexy. Le tette e le aureole più scure con i capezzoli diritti eccitavano me e Guido. Le ha infilato due dita in vagina e iniziato a scoparla nuovamente.

Forica intanto vedeva il mio cazzo in erezione con la cappella grossa, rossa e pulsante. Vedeva anche il cazzo di Guido lucido degli umori della sua figa. Tutti e tre continuavamo ad essere eccitatissimi.

Guido ora la stava scopando infilandole il cazzo in tutta la sua maestosità. Si sentivano sospiri, incitamenti, apprezzamenti ed ogni altro suono di goduria.

Infine Guido si è inarcato e le ha riempito, su richiesta di Forica, la figa.

– Ora tocca a te. Mi ha detto guardandomi come se gli orgasmi e la chiavat con il cugino non le fosse bastata.

Io intanto le aveva infilato tre dita e la scopavo così. Era piena di sperma di Guido.

–          dai, Angelo! Infilami le dita. Scopami! Sto godendo tanto.

Non riusciva più a vedere le dita che erano sparite dentro di lei e io continuavo a spingere mentre lei si sentiva aperta.

La figa si era allargata a dismisura. Non l’avevo mai vista così larga.

Alle prime tre dita ne ho infilato il quarto ma lei mi ha pregato di metttele la mano intera dentro.

L’interno della figa di Forica era bellissimo; liscio e bagnato. Il profumo della sua sbroda e dello sperma di Guido mi facevano tenere duro il cazzo e la voglia di scoparla era la massimo.

Guido guardava estasiato. Il suo cazzo si era ammosciato ma nel veder la mano dentro e la cugina in estasi glielo ha fatto drizzare nuovamente.

Per Forica l’orgasmo è arrivato improvvisamente fortissimo. Ha gettato la testa indietro e ha emesso un urlo soffocato.

Le ho tolto la mano  subito sostituita dal mio cazzo. Ho ripreso a scoparla, questa penetrazione era dolce rispetto alla mano. Dopo poco  l’ho fatta scendere dal tavolo, l’ho fatta inginocchiare a terra con la testa sul pavimento e il culo bello aperto dietro.

Le ho lubrificato il buco e l’ho lavorato per aprirlo.

Lei ha partecipato all’operazione ed infine eccolo!

La mia asta di carne si è fatta strada nel suo intestino.

Spingevo cercando di entrare nel suo buco cercando di superare la resistenza non voluta da Forica.

Non ho impiegato molto; la cappella è entrata; il dolore doveva essere forte ma la crema ha alleviato rapidamente il dolore e ho cominciò a spingere lentamente e aritmicamente aumentando via via il ritmo e l’affondò.

Forica godeva e ne voleva di più nonostante il lieve bruciore.

Io la accontentavo scopandola a lungo nel culo, decelerando quando sentivo che stava per godere.

Guido si è seduto su una poltrona e si stava smanettando il cazzo fermandosi ogni tanto per poi riprendere. Voleva ritardare l’orgasmo ma ogni volta che riprendeva il cazzo era sempre più grosso e turgido.

Forica ansimava, mi chiedeva di fermarmi dentro, di uscire e poi rientrare. Le piaceva sentirsi aprire e sentirsi allargata.

Quando finalmente si concesse l’orgasmo anche stavolta arrivò forte come un terremoto.

Io non era ancora venuto. Uscito dal culo le ho sbattuto l’asta in faccia; lei non aspettava altro. Ha aperto la bocca e con la lingua ha iniziato a leccarlo, poi a succhiarlo e a scoparlo.

Nonostante fosse distrutta si impegnò nel miglior pompino della sua vita. Quando anche sono venuto lei ha spalancato la bocca; voleva ricevere tutto il mio sperma senza perderne nemmeno una goccia. Si sentiva una troia ed era contenta.
Alla fine si concessero un riposo. Non abbiamo parlato molto.

A quel punto Guido le ha detto

– Non capisco Angelo; se fosse per me ti scoperei almeno due volte al giorno.

Si scambiarono un lungo bacio e si diedero appuntamento a presto.

Ci rivestimmo e mentre Guido andava a dormire noi due ce ne tornavamo a casa stanchi, felici ed innamorati.

Saltando sul lettone grande e mettendosi in ginocchio poggiando il seno sul mio petto, Forica mi ha detto:
Anche quest’anno per il compleanno mi sono fatta un bel regalo.
Vuoi sapere cosa?

L’idea era un bel pigiama, caldo, soffice, che mi desse caldo e tenerezze ma quando sono entrata nel negozio la mia attenzione è stata attirata da tutta una serie di completi di biancheria intima, uno più bello dell’altro e non ho resistito. E’ stato più forte di me.
Ne ho scelto tre e sono entrata in camerino per provarlo.
Non l’ho fatto apposta, credimi, ma ho tirato male la tendina che è rimasta leggermente aperta. Mi son tolta la giacca e la camicia.

Con la coda dell’occhio ho visto un ragazzo che mi guardava. Lo so che sono una bella figa e che non ho certo remore a farmi vedere nuda, ma li in davanti a sconosciuti e senza volerlo mi sono mostrata.

Lo sai che mi ha fatto arrapare?
So che avrei dovuto tirare la tendina per chiuderla meglio, ma ho voluto vedere che effetto provocasse il quel ragazzo. E’ stato un flash nella mia mente il volerlo.

Mi son detta: vediamo che fa!

Lo so che ho fatto la bambina sporcacciona e quindi ho lasciato la tendina com’era.

Nell’altro camerino c’era un’altra ragazza che stava provando qualcosa. Ho pensato che fosse il suo ragazzo. Lui mi guardava insistentemente; debbo confessarti che la cosa non mi dispiaceva affatto.
Ho tolto il reggiseno e ho lasciato le mie tette nude. Mi sono messa di profilo per fargli vedere quanto fossero belle.

Pensi che si sia eccitato?

Sono stata cattiva! L’ho fatto apposta per farlo eccitare e poi, magari, scopare con violenza la sua donna in macchina all’uscita del negozio.

IO ho poi indossato il reggiseno nuovo, bello, di pizzo nero.

Mi stava proprio bene! Sosteneva la mammella come se fosse una mano, il pizzo mi ha eccitato e i capezzoli si sono subito indurite drizzati.

Mi sono, anche, accarezzata il seno con tutte e due le mani prendendo le mammelle con tute e due le mani.

Lo sai che è diventato sensibile al tatto per l’eccitazione?

Il reggiseno aveva una scollatura ampia e faceva emergere le mammelle come due dune calde,così ho pensato a te che potresti essere accolto tra due belle montagnette di carne calda e accogliente.

Mi sono chinata a togliere le scarpe e i pantaloni senza piegare le gambe offrendo completamente lo spettacolo delle mie tette penzoloni al ragazzo spettatore.
La cosa mi piaceva, mi eccitava, ero arrapata.
Ho immaginato che quel uomo fossi tu!
Sotto ero nuda, come tu sai, ed ho esitato un attimo prima di provare il secondo pezzo, mi sono accarezzata piano i fianchi, le natiche infilando il mignolo nel mezzo della figa aprendola un po’.

Il ragazzo non aveva occhi se non che per me. Mi ha visto nuda con il solo reggiseno.
Poi mi sono chinata a prendere il tanga da provare offrendo la visione panoramica del mio culo. Me lo sentivo aperto e caldo, invitante ed eccitato.

Mi sentivo già bagnata, rossa ed eccitata!
Ho provato il tanga che mi stava proprio bene! Mi faceva così figa che non avrei voluto toglierlo.
Sai perché mi piace il tanga? Perché quel spaghetto di cotone che passa tra le chiappe mi eccita quando cammino, mi eccita il buchetto del culo, mi fa sentire nuda, bella e desiderabile.

Lo so che non sei geloso e che queste cose ti piace sentirle e farle.
per me l’ideale è il tanga con un paio di calze autoreggenti a balza alta sotto la gonna. Sapessi che goduria d’inverno quando esco l’aria fredda mi passa tra le cosce?

Mi da una sensazione strana, eccitante!

Quando poi sale lentamente verso la figa allora……

Se sono nuda sotto la gonna allora anche il culo è esposto a questa bella sensazione.
Certo che, se avessi una gonna ampia, vestita così potrei trovare qualcuno che a cena che mi fa il piedino e sale piano piano dalla caviglia su sempre più in alto. Mmmm! Che bello!
Allora si possono allargare le gambe e lasciare al piedino il piacere dell’esplorare le intimità.

Bisogna fingere indifferenza nel volto, ma dentro si sente un ondata di caldo, una voglia di cazzo, che lo vorresti essere chiavata lì, subito, sul tavolo in mezzo a tutti.

Certo è che il piede trova la strada aperta e libera perché il tanga gli facilita l’esplorazione. 
Mi immagino in questa situazione. Mi morsicherei le labbra perché penso sia difficile resistere a questo supplizio. Mi immagino il suo alluce duro chee continua a sfregarmi la figa ormai completamente bagnata e scoperta.

 

Poi la commessa mi ha chiamato.
– Signorina come va il completo?
Chi è? Che completo? mi ero lasciata andare con la fantasia del ragazzo che sognavo con la sua donna a gambe aperte e lui con il cazzo dentro.
– Si esco subito.
Mi svesto, mi cambio ed esco. Lui è ancora li. Gli passo vicino, lo guardo negli occhi, gli sorrido.
Mi sarebbe piaciuto toccarlo sopra il pantalone per sentire se glielo avevo fatto diventare duro, ma dalla faccia e da come mi guardava direi proprio di si ….

Ora mi scopi?

Mi è venuta la stessa voglia che avevo nel camerino.

Sto pensando a quel ragazzo ma non voglio tradirti, quindi montami, dai!

Com’è che oggi hai comprato la frutta?

Questa fu la domanda che Forica mi fece mentre entravo a casa sua.

Ero stato in un supermercato e la frutta, mia passione, mi aveva colpito per la sua bellezza. In particolare le banane che erano particolarmente lunghe e grosse.

Un’idea mi era venuta in mente: ne compro tre e vorrei vedere se una di queste è gradita alla mia donna.

Erano più  grosse del mio cazzo.

Poco più il la c’erano dei cetrioli olandesi, quelli lunghi; anche quelli grossi e lunghi.

–         guarda che non ho preso solo la frutta ma anche la verdura. Risposi alla domanda fattami da Forica

–         hai fatto bene perché non ho avuto modo di uscire a fare la spesa e per cena non abbiamo niente da mangiare.

Lei ancora non sapeva che lo scopo, oltre ad essere quello della cena era anche quello di vederla con la frutta e la verdura dentro di lei e vedere se godeva sessualmente ad essere allargata da banane e cetrioli.

Nei film porno si vedono situazioni simili e le ragazze pare che godano così in assenza di maschi arrapati.

–         buone queste banane. Sono grandi e saporite. Basta una per riempirti lo stomaco Disse Lei

–         … ed anche altro. Aggiunsi

–         Che cosa vuoi dire? Vuoi dirmi che … una di queste banane dovrebbe fare l’eslporatore?

–         Si, perché no?

–         Uhm! Vedremo più tardi. L’idea mi sembra buona. Da parte mia la voglia di sentirla dentro c’è. La grossezza di questa banana che somiglia a quella tuo cazzo mi fa venire i brividi… di piacere naturalmente.

–         Se le cose stanno così allora…… vedremo.

Dopo cena andammo a letto e iniziammo ad amarci.

Ad un certo punto proposi a Forica di assaggiare una banana. Lei ci scherzò sopra ma io andai

in cucina, presi una banana. Il ritorno in camera fu una sorpresa. Era con le gambe larghe, si toccava il clito ed era già tutta bagnata.

Non sbucciai subito la banana davanti a lei.

– mettimela dentro così con la buccia. Mi disse

Non aspettavo altro. Io ero arrapato ed il mio cazzo era duro e dritto, stava per scoppiare.

Mentre lubrificavo la buccia della banana lei si toccava e mi guardava. Aspettava impazientemente l’operazione di inserzione.

Si tirava i capezzoli e con la mano destra titillava il suo clitoride. Voltava rapidamente la testa per succhiarsi il braccio sinistro ed ansimava per il piacere che si dava.

La figa era già pronta per l’introduzione del frutto.

Cominciai ad infilarglielo in vagina muovendolo, estraendolo ed affondandolo, alternando il frutto alla mia lingua, che dopo ogni penetrazione massaggiava il clitoride grosso e sporgente ed anche molto sensibile. Feci alzare la mia donna, approfittando del lubrificante a portata di mano le lubrificai lo sfintere. Io mi sedetti sul bordo del letto e la feci sedere su di me aiutandola nel contempo ad incularsi. Il mio membro entrò lentamente, con sua e mia grande goduria, nel suo ano. Da questa posizione introdussi le mie dita nella sua sue vagina. Lei si piegò leggermente per offrirmi le su mammelle in modo che mi occupasi dei suoi capezzoli. La posizione era fantastica, il pene e l’azione delle dita in vagina avevano sconvolto Forica che oramai senza freni si abbandonava alle emozioni ed al godimento che quella situazione le stava procurando.

Lei godeva e voleva che le mettessi la banana  nella figa che ormai colava abbondantemente.

Non aspettavo che questo. Aveva capito le mie intenzioni e no aspettava altro che essere allargata.

Voleva provare per la prima volta una doppia penetrazione.

Avvicinai la banana alle labbra della figa e lentamente infilai il frutto.

Sentivo la banana entrare ed allargare la figa. La sensazione di sentire un corpo entrare nella figa mentre inculavo il mio amore è stata unica. Il sogno di vederla godere in una doppia penetrazione si stava realizzando. Mi sembrava di vivere sul set di un film porno.

Lei godeva moltissimo.

–         spingila in fondo, voglio sentire la banana fino all’utero. Dai!

–         Si, amore, lo sto facendo. Ti sento tanto, ti sento allargata ed è bellissimo sentire un altro membro che ti sta allargando nell’altro buco.

–         Oh! Siii, allargami, spingila dentro,….. mi piace moltissimo. Sto godendo tanto.

–         Continua, mi piace, sento tanto il tuo cazzo ed anche la banana. E’ bellissimo averne due. Mi sto sciogliendo, mi stai facendo morire di goduria, sto esplodendo.

I suoi ed i miei sospiri e  miagolii riempivano l a camera. Le sue parole mi eccitavano.

–         Si dai, amore ti voglio vedere impazzire di piacere. Ti senti piena, vero? Ti sto pensando presa anche da un altro uomo. Ora sei diventata la mia troia. Ti piace esserlo?

–         Si, sono la tua troia, la tua troia personale, sono a tua disposizione, voglio essere riempita. Quel che mi stai facendo è meraviglioso. Amami sempre così,dimmi che lo farai. Lo voglio.

La sua figa era grondante di liquidi, io avevo il cazzo nel suo culo e lo stavo sfondando. Lei aveva lo sfintere rilassato perché era concentrata sul piacere dato dalla chiavata della banana che mi permetteva di entrare nel suo culo completamente.

Ora Forica muoveva la banana dentro la sua figa con le sue mani ed io le toccavo le mammelle ed i capezzoli.

–         Ti sento tutto dentro. Ti piace?

–         Certo che ti sento. Mi stai facendo impazzire. Il mio cazzo è grosso come non mai. Ti sta allargando il culo e me lo stai massaggiando con la banana che ti stai facendo muovere nella figa. Continua ti prego.

Mi muovevo leggermente dentro di lei senza uscire dal culo ma ciò bastava perché godesi tanto.

–         Mi stai guardando? Chiese Forica.

–         Certo che lo sto facendo.

La visione di lei che si contorceva e raddrizzava sporgendo i capezzoli ormai durissimi e sporgenti. La figa piena di una banana. I suoi ed i miei suoni nella camera mi avevano portato ormai in prossimità dell’orgasmo.

Forica ad un tratto si bloccò per qualche secondo ed infine con un urlo venne contorcendosi ed arroccandosi a me.

–         Continua, amore, voglio che mi venga in culo. Voglio essere riempita.

Io ero già al limite e la soddisfai sborrando nel retto.

Lei era ancora agitata dal suo orgasmo.

Estrassi il cazzo dal culo e ci sdraiammo sul letto e promisi a me stesso di non chiavarla.

La banana era lì sul letto.

–         Ora la vuoi mangiare? Chiesi

–         Chissà che sapore avrà se dopo averla sbucciata la insaporissi con la mia sbroda.

–         Penso che dovrebbe essere buona. Replicai

–         Proviamo? Disse lei.

E fu un tutt’uno: la sbucciò e se la infilò lentamente nella figa per bagnarla.

–         guardami. Mi chiese Forica

quando la estrasse la portò alla bocca e la morsicò.

–         Ottima! Veramente buona. La sbroda le da un sapore ancora migliore.

–         Vuoi assaggiare? Disse avvicinandola alla e mie labbra.

–         Vorrei assaggiarla con la tua sborra. Pensi che avrà un sapore diverso e migliore di questo?

Io ero nuovamente eccitato. Le parole di Forica mi avevano ringalluzzito nuovamente. Volevo che il mio pene si impregnasse del dolce nettare della vagina in modo da dargli un sapore diverso visto che nella figa era rimasto il gusto della banana.

Così mi decisi a fare una penetrazione rapida, giusto il tempo di bagnare il membro, estrarlo ed accompagnarlo alla bocca della mia donna. Non era grosso come nell’inculata ma lei manipolandolo abilmente riuscì a farmelo ingrossare ed a farmi venire.

Mi  chiese di spruzzare lo sperma sui capezzoli e quando lo ebbi fatto cominciai a leccarglieli. A questo punto lei chiesi di infilarle due dita in culo. Anche se già da tempo avevo desiderato provare un’esperienza simile non me lo aveva mai concesso.

Forica era salita su di me mettendomi la testa fra le sue natiche. In questo modo con la bocca mi ripuliva la cappella  e lei aveva modo di divaricare le gambe in modo che la penetrassi meglio e 

più profondamente. Lentamente iniziai ad aprirla con un dito e poi due e poi tre, a cuneo. Era una sensazione strana. Lei mi diceva che  faceva male ma questo dolore era accompagnato da uno strano piacere che la eccitava in un modo incredibile.

Mentre entravo ed uscivo con le dita lavorandole il culo lei si sgrillettava.

Improvvisamente sollevò il bacino, sentii succhiare la parte interna della mia coscia sinistra ed un urlo liberatorio uscii dalla sua bocca.

Era venuta ancora una volta.

Un torrente di sbroda si riversò nella mia bocca, sbroda che  succhiai direttamente dalla fonte.

–         Buonissima! Dissi.

–         Per me è stato bellissimo. La prossima volta lo facciamo con un cetriolo. Voglio riprovare perché è una bella sensazione essere allargata in tutti e due i buchi allo stesso tempo.

L’estate era iniziata. Il caldo ci aveva costretto ad aprire la finestra e spegnere la luce. Era ormai notte.

Da più di un’ora eravamo nudi sul letto a fare la nostra battaglia d’amore prima di accoppiarci.

La luce soffusa della città mostrava i nostri corpi e ci consentiva di vederci aiutandoci con gli odori personali emessi.

Infine mi ritrovai con la testa appoggiata sulla pediera del letto e sopra di me il corpo di Forica.

Lei mi teneva le mani e allargava le mie braccia.

–         Ora ti monto e mi infilo il tuo cazzo nella figa; non ce la faccio più a resistere. Voglio godere. Ti voglio far vedere come godo con te dentro. Guardami.

–         Dai fallo!

Forica si è stesa su di me poggiando i suoi capezzoli sui miei e poi, sollevandosi leggermente, me li ha offerti perché li succhiassi.

Muovendo il bacino ed allargando le gambe ha posizionato il mio cazzo all’entrata della sua figa e lentamente ma con decisione lo ha fatto sparire dentro il suo sesso.

Guardavo tutto quel che faceva e mi eccitava moltissimo. Il mio sesso era grosso, dritto e duro come mai prima l’avevo avuto.

–         ora debbo dirti una cosa. Mi disse

–         Ho voglia di vedere un film porno.

 

Non trovai niente di straordinario in questa richiesta. Avevo voglia anche io di vederne uno con lei ma temevo di offenderla. Speravo in cuor mio che mi facesse venire tanto e che soprattutto mi facesse godere dentro il suo sesso. Avevo voglia di vederla gravida.

–         ti farò godere tanto guardando qualche film porno. Dissi

La risposta non si fece attendere.

–         E’ quel che voglio. Non vedo l’ora.

Con questa idea fissa in testa si ha intrufolato il cazzo nella figa e mi ha scopato facendomi sborrare dentro di lei abbondantemente.

Poi abbiamo ripreso il discorso in cui lei mi ha detto non averne mai visto uno ed io che confessavo di averne visto più di uno e che le seghe me le avevo fatte.

–         allora anche io mi sditalinerò abbondantemente anche davanti a te. Ma soprattutto vorrei chiavare vedendone almeno uno. Vorrei vedere i cazzi degli attori come sono lunghi e come sono dritti. Anche le fighe delle attrici mi interessano. Devono essere belle, non credi?

–         Ti accontenterò presto. Dissi

L’idea di chiavare Forica vedendo un film porno mi eccitava da morire. Solo l’idea me lo faceva drizzare.

Già pregustavo una scopata galattica e anche l’idea di sedurla maggiormente facendole vedere attrici ed attori porno mi faceva salire di giorno in giorno  l’eccitazione

Dopo qualche giorno acquistai per regalarle un videoregistratore e presi a noleggio due video cassette ( aquel tempo non esistevano i DVD).

Lei si meravigliò del regalo e lo accettò volentieri.

–         … e queste cassette?

–         Me lo hai detto tu che volevi vedere un film porno ed allora ne ho noleggiato due. La cosa non ti va?

–         Oh! Si! Moltissimo!

–         allora lo installo?

–         Si, dai! Fai presto.

Ad installazione avvenuta le dissi.

–         ora spogliati e sii naturale, fai ciò che desideri, come se io non ci fossi, comportati senza pudore nei miei confronti. Immagina di essere sola e fai ciò che ti faresti sapendo che nessuno ti vede.

–         Tu farai lo stesso con me? Rispose

–         Certamente! affermai

Lei si tolse i pochi indumenti leggeri estivi e rimase nuda nella sua bellezza. Indossava solo dei saldali a mezzo tacco che la sollevavano da terra quel tanto che potesse essere all’altezza del mio sesso. Anche io mi ero spoglaito prima di togliere dalla scatola il videoregistratore.

Inizialmente si sedette sul divano a tre posti al mio fianco. Le poggiai la mano destra sul suo sesso liscio e ben depilato.

La pelle sembrava quella di una pesca. Le grandi labbra erano già leggermente umide.

Lei impugnò il mio membro grosso per l’eccitazione di vederla godere davanti ad un film porno.

All’inizio del film lei era tutta concentrata a guardare le immagini e il mio dito rilevava una crescente umidità provenire dalla figa. Lei non parlava ma lentamente iniziò ad ansimare.

Io ne approfittai per infilare nel suo sesso due dita e giocare meglio all’interno uscendo ritmicamente per toccare il clito.

Il film iniziava mostrando Zara White su tacchi alti, calze autoreggenti velate e vistosi gioielli d’oro al collo, alle orecchie ed al polso. Trucco perfetto con labbra della bocca rosate. Capezzoli splendidi e figa depilata, buchetto posteriore di colore tenue.

Zara, in piedi, si toccava la figa ripetutamente aprendola e poi è comparso Rocco Sifredi già in erezione che dopo averla toccata nella figa le ha introdotto il suo cazzo iniziando un accoppiamento in piedi. Lei per avere tutto il cazzo di Rocco dentro si è piegata leggermente in avanti sostenendosi con le mani su una balaustra. Infine lui, arrivato all’orgasmo, le ha sborrato sul petto.

–         Angelo, me lo fai anche tu? Mi piacerebbe essere sborrata come nel film.

–         Amore mio, lo faccio subito.

Forica si è alzata dal divano, abbandonando la visione del film per un attimo per baciarmi infilandomi la lingua in bocca velocemente.

Ritornando a vedere il film, che proseguiva con altre scene, si inchinata un pò, ha allargato le gambe e contemporaneamente ha afferrato il mio cazzo infilandoselo nella figa ormai ultra lubrificata.

–         Oh che bello. Mi piace essere scopata in questo modo. Questo film mi sta facendo sbrodolare tanto. Sto godendo moltissimo. Angelo stringimi i capezzoli, dai!

–         Oh, si! Sto sto godendo anche io. Tra un po’, se continui a farti scopare così, ti vengo nella figa.

–         No, amore, ti voglio sulle mie tette. Voglio spalmarmi la sborra sul petto. La tua crema mi fa bene.

Io vedevo lei ed il film che continuava con altre scene di accoppiamenti vari sempre fra un maschio ed una femmina ed ero in estasi totale. Le sensazioni erano incessanti ed estreme. Lei si comportava come le attrici dei film porno. I liquidi che uscivano dalla figa erano veramente tanti e scendevano lentamente sull’interno delle sue cosce spendendo profumi ormonali nell’ambiente. I miei ed i suoi suoni indicavano un altissima eccitazione al punto che se  fosse entrato qualcuno e ci avesse visto, noi non avremmo smesso di accoppiarci ed avremmo dimostrato il nostro amore e piacere sessuale.

Il suo salire e scendere ormai mi aveva portato quasi al parossismo. Il mio cazzo sembrava di pietra e lei era ben felice e contenta di sentirselo entrare ed uscire.

Ad un tratto, mentre nel film passava una scena in cui un uomo leccava una figa bagnatissima ed io con le mie mani stringevo forte le sue mammelle, Forica si è inarcata, ha scosso tutto il corpo, si è quasi fermata con il cazzo dentro rimanendo in una posizione sospesa sulle ginocchia, ha aperto la bocca da cui è uscito un grido di gioia ed è venuta coma mai l’avevo vista.

Ora spettava a me. Voleva che venissi anche io. Lei era sempre su di me, impalata ed aveva ripreso a montarmi.

–         ho ancora voglia. Tu non vieni?

–         Si, tra un po’

Non feci in tempo a finire di dirlo che estrassi il cazzo dalla figa. Lei si voltò rapidamente prese il mio sesso in mano e lo indirizzò verso le sue mammelle. Spruzzai una quantità di sborra impressionante che meravigliò anche me. Lo schizzo fu potente e lei mi disse

–         Si vede che si un vero maschio

–         E tu si vede che sei molto femmina.

Gli spruzzi con minore intensità mandarono la sborra sul suo seno.

Forica nel frattempo iniziò a spargere il tutto sulle mammelle e su fino al collo, poi scese fino al pube.

–         Ora lo lascio asciugare, mi piace il suo odore ed il suo sapore mentre si leccava le dita con la sborra che le era rimasta attaccata.

Un bacio profondo seguì il nostro amplesso facendomi assaporare per la prima volta il sapore del mio seme.

Nel frattempo la notte era arrivata senza che ce ne fossimo accorti.

 

Ci siamo svegliati in piena notte, erano le 3 del mattino.

Mi aveva svegliato l’agitazione di Forica. Ho acceso la luce dell’abatjour. Si stava facendo un ditalino che ha continuato nonostante si fosse accorta del mio risveglio. Mi ha guardato negli occhi, si è voltata verso il suo braccio sinistro ed ha poggiato le labbra sull’avanbraccio per soffocare i suoi gemiti. Io la guardavo. Era uno spettacolo. Ho seguito il suo godimento fino al suo orgasmo.

Poi l’ho baciata per ringraziarla della scena.

Mi sono disteso vicino a lei ed ha iniziato a segarmi, di tanto in tanto mi leccava e baciava la cappella.

Parlavo ed esprimevo i miei pensieri a voce.

–         montami, ne ho voglia. dissi

–         No, non posso, sono nei giorni fertili.

–         Dai! Non preoccuparti. Voglio un figlio da te. Lo sai! … e speriamo sia femmina!

–         dai amore! fammi vedere quanto sei bravo, allagami la figa, riempimi e regalami tanta bella crema”

Persi la cognizione del tempo trascorso fino a quando sentii il mio cazzo irrigidirsi ed incredibilmente divenne ancora più grosso poi lo sentii pulsare ed infine avvertii l’uscita dello sperma nella figa di Forica.

–         Ora me la lecchi? Chiese Forica

–         Si, volentieri. Risposi

In poche ore avevo assaggiato il mio sperma due volte. Era buono e di sapore piacevole.

–         Com’è che ti sei svegliata? Chiesi

–         Ero molto eccitata. Il film mi ha fatto arrapare e non so come calmarmi. Ti è piaciuto come mi sono sgrilletata?

–         Moltissimo. Risposi

–         ho sognato anche da sveglia che uno degli attori del film aveva veramente un bellissimo cazzo, non capivo cosa mi stesse accadendo, era incredibile. Mi eccitava il pensiero di segarlo. Avrei voluto che il primo fiotto mi cogliesse all’improvviso, potente e si depositasse tra i capelli e parte sulla fronte, poi che gli altri fossero densi e pieni di una quantità incredibile di sborra per colarmi sul viso ed in mezzo al seno. Vorrei assaggiare il tuo sperma; vorrei mandarlo nello stomaco per la prima volta perché penso sia giusto premio per chi mi ha dato tanto amore.

Non ebbi parole. La bacia a lungo e la tenni stretta tra le braccia addormentandoci.

 

Era ormai autunno avanzato e Forica mi telefonò per dirmi che aveva freddo.

–         Puoi passare a casa per vedere se la caldaia ha bisogno di manutenzione?

Non potevo lasciarla al freddo.

Mi aprì la porta di casa vestita con una felpa colorata, collant pesanti e calzettoni di lana. Sulla felpa un bel maglione di lana. I capelli erano tirati indietro a coda di cavallo e le mani erano nascoste dalle maniche lunghe del maglione. Niente trucco sul viso ma solo del rossetto rosa alle labbra.

–         Oggi ho freddo. Me lo sento nelle ossa.

–         Si, fa freddo e soprattutto umido. Perché non ti sei messa a letto sotto le coperte?

–         Non l’ho fatto perché aspettavo te. Ho voglia di coccole e di sentirti sulla pelle.

Ho controllato la caldaia e l’ho anche messa in funzione. Il caldo dopo pochi minuti si è fatto sentire. Mentre mi lavavo le mani in bagno lei appoggiata sullo stipite della porta mi osservava intensamente.

Mi stavo per recare in salotto quando la sento dire

–         ci mettiamo sotto le coperte?

–         Buona idea!

In un attimo ci spogliammo e poi via a letto.

–         che freddo! Vienimi vicino.

La avvicinai a me stringendola. Le coperte e le lenzuola ci coprivano interamente. L’aria sotto le lenzuola si è scaldata rapidamente ed anche i nostri corpi iniziavano a stare meglio. Le carezze su tutto il corpo stavano facendo effetto ed i brividi iniziali di freddo stavano diminuendo.

Iniziavano in noi altri tipi di brivido.

–         hai visto che bello stare sotto le coperte? Disse Forica

–         molto bello. Risposi

Spostandomi  sul fondo del letto mi sono messo in posizione tale da poterle succhiare i capezzoli e leccarle i fianchi. A tale sollecitazione Forica rispose muovendosi ed ansimando, segno di un piacere sessuale che stava iniziando. La leccata della sua pelle liscia e profumata mi aveva già fatto crescere il mio cazzo che diventava sempre più turgido. La voglia di scoparla era incipiente.

Lei si voltò dandomi le spalle affinché potessi leccargliele.

Qui feci un’altra scoperta inaspettata: al passaggio della mia lingua sopra le natiche ed un po’ più giù della schiena Forica si agitò ed ansimò più del normale. Mi dissi: vuoi vedere che le piace e la leccata la eccita molto più che da altre parte del corpo?

Era vero; ne ebbi conferma perché ripassando più volte con la lingua lei si agitava molto. Avevao deciso di percorrere la sua pelle in senso incrociato andando dal basso verso l’alto e finendo sotto le ascelle, giusto all’attaccatura della mammella. Così scoprii che il fianco era un’altra parte molto sensibile al passaggio della lingua.

I profumi della sua sbroda si facevano sentire e l’inalarli non faceva altro che accrescere la mia eccitazione e voglia di chiavarla.

Mi distesi su di lei per farle sentire quanto il cazzo era duro e quanto fosse impellente la mia voglia di entrare in lei.

–         leccami la figa, non resisto. Fammi venire.

Non aspettavo altro.

Lei allargò le gambe e mi fiondai al centro.

Non andai subito sul grilletto ma le leccai l’inguine nelle vicinanze delle grandi labbra.

L’effetto fu un dimenarsi come in preda ad un’eccitazione straordinaria. Ogni mia passata di lingua era una frustata di adrenalina per lei.

Poi Forica con le sue mani si aprì la figa ed allora quale invito più esplicito?

Il grilletto era li davanti a me in bella mostra, non aspettava altro che essere leccato. La figa era tutta lubrificata dai suoi umori profumatissimi che uscivano dall’interno.Infine, dopo averla portata quasii al parossismo, iniziai leccarle il suo gioiello.

Era duro e sporgente. Ogni passata di lingua era un movimento ed un urlo sommesso di gioia e goduria.

Erta ormai in calore e persa nella voglia di essere scopata. Ormai il letto era disfatto e l’aria della camera si era riscaldata, di conseguenza potevamo stare nudi ma non coperti.

Fui estromesso dalle sue dita che volevano sostituire la mia lingua. Ora la guardavo. Si stava facendo un ditalino muovendo velocemente le dita sul clitoride.

Con la mano sinistra si stringeva la mammella destra e la testa era rivolta verso il braccio sinistro.

Ansimava moltissimo. Gli occhi erano chiusi.

–         mi paice tanto. Guardami. Mi sto sgrillettando davanti a te, amore mio. Ti piaccio?

–         moltissimo. Anche io mi sto facendo una sega. Continua. Vieni con me. Ti voglio mettere la mia sborra sulle mammelle.

–         E’ quello che voglio, poi me la spalmerò.

Passammo dei minuti senza parlare ma solo a guardarci. Eravamo eccitati come se assistessimo ad un film porno ma eravamo noi gli attori.

Vidi Forica aprire la bocca ed emettere un suono sordo. Poi volto la testa in modo appoggiare le labbra sul suo braccio sinistro per soffocare un lungo urlo.

La sentii dire

–         sto venendo, sto venendo. Guardami, vengo! Vengo! Oh Dio come mi hai fatto venire! Stoa ncora sbrodando! Siiii!

Le parole la scena ed i profumi fecero si che anche io spruzzai il mio seme su di lei.

Qualche secondo dopo vidi le sue mani che spalmavano la sborra sulle mammelle e sul suo petto.

–         Voglio sentire il tuo profumo e portarmelo fino a domani.

–         Se viene tua cognata come farai? Che le dirai quando ti chiederà del profumo? Lo sai che lei queste cose le avverte!

–         Le dirò che mi hai sborrato fuori della figa e che con il tuo prodotto mi sono fatta un massaggio per abbellire la pelle.

e proseguì

– sai di che cosa ho voglia?

– Dimmi. Risposi

– vorrei che mi chiavassi. Vorrei sentirmi la figa piena mentre una persona ci guarda e si sgrillettasse mentre io ti monto.

– Non è un’idea malvaggia. Ma chi potrà assistere? Chi sarà la fortunata?

– sto pensando alla nostra dirimpettaia di pianerottolo.

– chi? Paola?

– si proprio lei.

 

 

Chiamo Forica al telefono:

–         come stai?

–         Senza di te, male!

–         Ma non mi dire! Guarda caso anche io.

–         Stasera hai invitati? Chiedo

–         No, se vuoi Sali pure.

Alle 15: 30 mi fiondo da lei. Mi apre la porta e compare lei con indosso un baby doll quasi trasparente e sotto un reggiseno a balconcino che lasciava mostrare i capezzoli belli dritti e  sporgenti. Lo slip era un tanga inesistente: in pratica un triangolino celeste pallido piccolissimo dietro dove lo string che viene dal davanti si unisce a quello orizzontale e quello orizzontale. Lo string che normalmente è orizzontale stavolta non lo è, ma scende verso il basso attraversando a metà le natiche e riunendosi sul davanti in un ancora microscopico triangolino che stava davanti all’entrata della vagina. Si vedeva chiaramente che era più piccolo della larghezza delle grandi labbra.

Ai piedi sandali a mezzo tacco.

Dire che sia rimasto senza parole è poco.

Nel frattempo lei ha preso l’iniziativa. Mi ha stretto in un abbraccio passandomi le braccia attorno al collo, baciandomi così intensamente e profondamente con  la lingua che non avrei potuto fare a meno di capire che aveva voglia di fare sesso. I capezzoli così messi li avvertivo su di me.

Finalmente si stacca e si allontana di un passo.

–         come sto? Ti piace? Mi dice voltandosi su se stessa per farsi ammirare.

–         Che debbo dirti! Sono senza parole. Dirti che sei splendida è poco. Peccato che ti veda solo io.

–         Non sei il primo che mi vede!

–         Ah! Chi avrebbe avuto l’onore di vederti prima di me?

–         Chi mi ha venduto questa lingerie: Bianca

–         Allora vi siete amate, suppongo?

–         Per modo di dire.

–         Cioè?!

–         Bianca mi ha solo messo due dita nella fighetta, mi ha un po’ pastrugnato il grilletto, ma quando sono entrata in calore allora mi ha detto che avresti finito tu il lavoro.

Non mi rimase altra decisione che continuare il lavoro di Bianca.  Ma prima Forica mi fa:

–         vuoi qualcosa da mangiare?

–         Si, mi va qualcosa di dolce e da bere del buon vino

–         Ho dell’ottimo vino bianco e dei dolci di mandorla fatti in casa.

Andammo in cucina. Lei vestita così era un attentato alla salute. Veniva voglia di prenderla senza aspettare i preliminari.

Mentre lei preparava la tavola con una tovaglietta dei piatti da dolce e dei bicchieri, io sono andato in bagno e ne ho approfittato per spogliarmi completamente. Mi sono lavato anche le parti intime radendomi i peli intorno ai capezzoli e controllando anche quelli tra le natiche e nell’inguine fossero corti e la pelle liscia.

–         nei hai per molto ancora in bagno? La sentii chiamare.

–         No, ancora un minuto.

Non avevo finito di parlare che si era presentata sulla soglia della porta del bagno appoggiandosi allo stipite per guardare come mi curavo dei peli e della pelle nelle zone maggiormente erotiche.

–         Posso finire io il lavoro? Mi disse spingendo il suo seno in avanti per mostrare meglio le sue mammelle.

–         Certamente! Anzi è meglio così i miei peli saranno rasati meglio e la depilazione sarà migliore.

Fu tutt’uno: parlare ed avvicinarsi. Le passai il rasoio ed iniziò il completamento della depilazione.

Il mio sesso era dritto, svettante e liscio, così come la borsa dei testicoli.

–         ti posso depilare anche vicino al tuo bel buchetto posteriore?

Ormai anche io ero arrapato fortemente

–         ormai non posso farne a meno! Risposi

Sollevai le gambe ed esposi ai suoi occhi le mie natiche ed il mio culo.

Il lavoro fu lento e molto ben fatto, d’altra parte era esperta nell’uso di depilatori e attrezzi per la depilazione.

Mi sedetti sul bidet e quando stavo per finire Forica si avvicinò poggiando divaricando le gambe, ma stando in piedi, allargò le labbra della figa e mi ordinò di succhiarle il grilletto

Lo feci con dolcezza, delicatezza, attenzione  e, vista la posizione, di sottomissione. Alla fine mi disse:
“ora lecca e continua fin quando ne ho voglia”
Capii subito cosa volesse e  leccai con avidità le sue intimità e in un tempo che sembrava non finisse mai.

Non ti sembra ora di passare di là? Ho preparato il vino, se non ti sbrighi si scalda e non ha la fragranza originale.

Nudo com’ero mi sono asciugato ed il passaggio del telo asciugamano sulla pelle appena depilata mi ha dato i brividi.

Il vino era veramente buono e così anche i dolci.

–         ora mi dai il tuo dolce. Mi disse Forica

–         Non posso negartelo. Guarda com’è già grosso e duro.

–         Mi sa che dovrò assaggiarlo a letto.

Mi avvicinai e la baciai riempiendole la bocca con la mia lingua.

In pochi secondi Forica si tolse il baby doll e rimase praticamente nuda.

Le ho abbassato sulle gambe il perizoma e la mia mano destra si è infilata tra le sue gambe raggiungendo l’imboccatura della vagina. Era già bagnata, pronta all’accoppiamento. Non restava altro che prenderla e farle assaggiare il turgore del mio sesso.

Avvicinai una sedia e le sollevai una gamba per poterla prendere meglio da dietro e farle sentire fino all’imboccatura dell’utero il mio cazzo.

Era quello che voleva.

La sentii ansimare.

Si arcuò sporgendo le mammelle in avanti. Sfruttai l’occasione per afferrale e massaggiarle. Erano morbide e calde. Strinsi un po’ i capezzoli che erano duri e sporgenti dal reggiseno. Lei gradì l’effetto chiedendomi di tirarli ancora perché ciò la faceva godere molto..

Sentii la sua mano andare a cercare il suo grilletto e agitarlo violentemente.

Il respiro si fece più veloce e profondo così come il mio. Lei si reggeva con una mano al tavolo ed io la spingevo da dietro ma con il mio sesso nel suo. Era bagnatissima.

Non resistevo più. Sentivo l’orgasmo arrivare e lo lascia arrivare mentre lei era intenta a sgrillettarsi.

Le scaricai la sborra nella figa sperando che finalmente rimanesse incinta.

–         quanto mi piace sentire la tua sborra calda nella figa! Rimani dentro non uscire. Sono al massimo. Sto per venire. Mi senti? Ecco! Vengo, oh Dio! Che bello sto venendo, molto, molto, molto.

Continuò a strapazzare il suo clitoride sempre più lentamente accasciandosi sul tavolo e mettendo la gamba sollevata sul pavimento.

–         me la lecchi?

Non me lo feci ripetere due volte. L’aiutai a sedersi sul tavolo, Forica aprì le gambe e le leccai il mix di umori suoi con i miei.

Sapore meraviglioso.

–         Ti sei mai assaggiato la tua sborra? Mi chiese

–         No, mai ma visto che il mix è così buono penso che non sia male.

–         La prossima volta che vieni me lo metto sul dito e te lo metterò in bocca. Poi mi dirai. Io l’ho già assaggiato e posso dirti che è buono.

Stanchi, nudi e felici e più innamorati che mai ci siamo andati a stendere su un divano per vederci un po’ di televisione e coccolarci.

–         la prossima volta ci vediamo un altro bel film porno? Disse Forica

–         di che genere? Risposi

–         – non so, vedi tu,…. Vedi se trovi qualcosa di Jessica Rizzo

Forica mi ispira al solo guardarla il desiderio di scoparmela selvaggiamente, ma lei che sino a qualche giorno fa si limitava a dirmi romanticamente “ti amo!”, “mi ami?”.

Non diceva mai espressioni diverse sui nostri sentimenti, né tanto meno quelle “sconcezze” che sono, anche loro, il gusto dell’amore. 
Tra le lenzuola è sempre meravigliosa. E’ un’insaziabilmente divoratrice di cazzo, disponibile a lasciarsi aprire la figa continuamente, ma non sempre si fa allargare con il cazzo il buchetto del culo.

Insomma è troia sino al midollo; ma guai se glielo dicevo, neppure per scherzo… 
Da una po’ di tempo, però, non è più così:.
Forica ha subito, a mio parere, una piacevole metamorfosi, che l’ha portata a superare ogni inibizione residua (se di inibizioni ne ha ancora).
Eravamo a letto e come al solito io la stavo sapientemente eccitando con massaggi tra le gambe, insinuando le dita nella sua figa sempre umida e sempre disponibile. A suo dire “se la figa non è pronta per il maschio che femmina sarei?”
Lei mi baciava sul collo, sul torace e sulle braccia con colpi rapidi di lingua e piccoli morsi che mi facevano provare i brividi della libidine.
Mi venne la felice idea di farmi desiderare. Lei avrebbe voluto essere chiavata subito, magari con foga, mentre dolci parole d’amore avrebbero dovuto ritmare come al solito il sali e scendi dei suoi glutei sul mio cazzo. 
Ma io rimasi muto e fermo. Le feci intuire che quella volta avrebbe dovuto guadagnarsi il suo godimento.

Eravamo distesi sul grande letto con lei che aveva messo le gambe su di me per sentirlo fino in fondo.

 

Ero dentro di lei e la riempivo fino all’utero.

“Mi senti? Ti piaccio?” mi disse

Risposi “che cosa vorresti essere in questo momento?” ma lei rimase zitta. ansimava e si agitava per favorire la penetrazione.

Ripetei “ lo senti il cazzo dentro, in fondo fino all’utero? Ti sto sfondando!”

La risposta stavolta ci fu “ lo sento tutto dentro, grosso e rigido, mi stai aprendo tutta, sto godendo come un animale!”

Replicai “ che cosa vorresti essere adesso?”

“ mi sento aperta come una vacca. Vorrei essere aperta anche dietro. Stasera mi sento una troia. Mi sento una puttana; la tua troia, la tua puttana che da la figa a te ed ad un altro che sto sognando e che mi sta inculando”

“Voglio anche essere la tua schiava, fammi tutto quello che vuoi”. 

Le parole stentavano ad uscirle di bocca per il godimento e per il pensiero di che cosa sarebbe accaduto in seguito.
L’afferrai dolcemente per i lunghi capelli neri e le chiesi se si rendeva conto di quello che stava dicendo. 
Lei, sempre più infoiata, confermò la sua disponibilità a ridursi in mia completa schiavitù.
Le dissi che ero il suo padrone a cui tutto è permesso nei confronti della sua schiava. Avrei potuto dirle e farle quello che desideravo. Soprattutto avrei potuto costringerla a dire e a fare anche ciò che lei non voleva. 
Forica, maliziosamente incuriosita, annuì. 
E io, allora, la presi in parola. 
La strattonai per i capelli, stavolta con violenza dicendole in tono perentorio che era più di una puttana data che oltre a darsi a me voleva darsi ad un altro di cui non sapeva niente. 
Non appena aumentai il ritmo della chiavata, allargandole le cosce e puntando la mia cappella turgida sulla sua fica, si lasciò andare e disse:
“Sì, sono una troia, voglio essere la tua puttana, trattami come una schiava, mi sento una porca in calore”. 
La penetrai con forza e finalmente mi potevo sfogare anche verbalmente: 
“Sì, sei una gran porca; voglio sfondarti, troia”. 
Lei controbbatè “Sì sfondami, padrone, sono la tua schiava”. 
a cui replicai “Sei la mia schiava? E allora chiava!”.
Chiavammo a lungo, tra mugolii orgasmici e reciproci complimenti osceni. 
Fu una scopata estenuante ed estremamente sincera.

Le venni dentro in profondità sperando che la troia personale si gonfiasse per nove mesi. Non fu così.

Da quel momento si dedicava più di una volta a fantasticare di essere una puttana.

Finalmente potevo dire ad alta voce quello che pensavo di lei ogni volta che facevamo l’amore. Lei si sentiva libera, disinibita, sapendo che io la desidero proprio perché lei è una gran troia.

 

Il rapporto con la mia amica amante si era rafforzato. Gli anni erano passati e nonostante gli impegni di lavoro, che ci tenevano lontani, erano tante le occasioni in cui riuscivamo ad incontrarci. Ultimamente avevo cominciato a vederla sotto un altro aspetto: era cambiata, migliorata, il suo corpo era più formoso e femminile e mi sentivo ogni giorno sempre di più attratto da lei.

Sarà stata la maturità femminile che la rendeva più femmina.

Il lavoro mi aveva portato a conoscere un’altra ragazza più giovane di me di 8 anni che già dal primo incontro mi aveva dato l’idea che gli piacessi. L’avevo contattata e più volte ho cercato di lanciarmi, ma i miei tentativi sono sempre stati vani. Il suo nome era Cristina.

La mia pretesa non era quella di un rapporto vero e proprio.

Volevo forse trovare un’alternativa a Forica per provare altre sensazioni sessuali ed altri piaceri nello scopare un’altra femmina. Avrei voluto fare con lei quei giochi, soddisfare quelle fantasie erotiche che fra amici riescono bene e che con Forica ancora non riuscivo a realizzare. Anzi penso che aiutino a migliorare la visione del sesso rendendolo più interessante.

Arrivò un pomeriggio in cui Cristina venne a trovarmi a casa, cogliendo subito l’occasione per invitarla a cena, non ero sicuro che accettasse ma mi convinsi a chiederlo ugualmente.

Forica se avesse scoperto che ero uscito con un’amica avrebbe protestato per averla lasciata in disparte nei miei giochi sessuali.

Rischiai lo stesso e venerdì sera puntuali ci incontrammo per andare in ristorante.

Entrammo, l’aiutai a togliersi la giacca e la feci accomodare.

Rimasi sbalordito, indossava una camicetta di seta semi-trasparente sbottonata fin sotto le mammelle, una minigonna nera con spacco laterale che lasciava vedere le curve armoniose e l’ampiezza delle sue cosce …. e poi quel suo portamento, quel modo di porsi e la sua figura mi attiravano come non mai. Solo a guardarla ero eccitato. Era estremamente attraente e quel giorno tutte le mie convinzioni e le mie certezze ebbero finalmente riscontro.

Bevemmo un aperitivo e iniziammo a cenare. Ad un certo punto una sua mossa inaspettata mi lasciò di stucco: sentivo sotto il tavolo il dorso del suo piede accarezzarmi la caviglia, poi la gamba ed infine salire piano piano fino al mio sesso.

Non mi importava di quello che potesse pensare la gente o se poteva vederci. Era la mia occasione, finalmente ero riuscito ad uscire con lei e non avrei perso questa opportunità per nessuna ragione al mondo. Finimmo di cenare e lei senza indugi mi propose di passare il resto della serata a casa sua.

Eccitati e strafelici ci avviammo verso casa. Arrivammo e, dopo aver acceso delle candele, spense  le luci per creare un po’ di intimità ed erotismo. Le candele facevano si che si creassero delle zone di penombra nella stanza, rendendo l’ambiente adatto alla situazione.

Tolsi la giacca alla mia amica e cominciai a spogliarla. Mi misi dietro di lei e cominciai a baciarle il collo, l’orecchio e poi ancora il collo soffermandomi e continuando nuovamente, mentre nel frattempo, lentamente, sbottonavo la camicetta.

Arrivai alla bocca e iniziai a baciarla mentre con le mani toccavo il seno sentendo i capezzoli inturgidirsi sotto le dita, le tolsi la camicetta e le aprii la cerniera della gonna facendola cadere ai piedi. Mi abbassai all’altezza dei glutei e le sfilai il tanga.

Con le mani da quella posizione aprii leggermente il solco dei glutei e cominciai a leccare per tutta la lunghezza soffermandomi sul suo buchetto posteriore.

Con la lingua leccai e baciai ogni vertebra del suo corpo, iniziando dalla schiena fino ad arrivare al collo dove l’eccitazione era già al massimo.

Non riuscivo a controllarmi, l’eccitazione era enorme e volevo darle sfogo.

Mi sedetti su una sedia, la feci avvicinare a me in modo da avere i suoi capezzoli all’altezza della bocca e con le mani le accarezzai delicatamente l’interno coscia mentre con la bocca leccavo il seno, mordendo e tirando i suoi capezzoli con le labbra.

Lei era già eccitata, le grandi labbra erano già bagnato dei suoi umori ed il profumo di sesso aumentava la mia eccitazione. Desideravo farla stendere per aprirle le gambe e leccarle la fighetta.

La tentazione era forte ma preferivo aspettare per gustare alla fine e con calma questa situazione speciale.

Le introdussi un dito in vagina e subito andai a cercare il clitoride per titillarlo. La vagina accolse il mio dito che scivolava dentro e si muoveva senza ostacoli o resistenza da parte sua.

Poi lo estrassi e passai una parte degli umori sul capezzolo mentre il restante lo misi in bocca per assaggiarli e sentire a pieno il sapore dei suoi umori.

Mi avventai nuovamente sulla vagina ma questa volta con due e poi con tre dita.

La sua eccitazione era evidente e gli umori aumentavano a dismisura.

Due dita lubrificate dalla sbroda le appoggiai sul buchetto posteriore e iniziai a forzare la rosetta. Le dita le allargavo e le stringevo spingendole sempre più in fondo.

Cristina cominciava ad ansimare dal piacere ed il suo corpo era ricoperto da una pellicola di sudore.

Da parte mia non riuscivo più a trattenermi, il pene cominciava a pulsarmi, la vena si era gonfiata e la cappella aveva raggiunto il massimo della dilatazione.

Feci sedere la mia amica e senza troppi indugi le porsi il pene affinché lo prendesse in bocca. Cristina lo accolse gradevolmente leccandomi la cappella, poi l’asta e nuovamente la cappella, massaggiando con una mano i miei testicoli e tenendo con l’altra il mio sesso. Era evidente che lo aveva fatto tante altre volte.

Il mio orgasmo arrivò quasi subito e in poco tempo gli venni in bocca . Lei non riuscì a trattenere la grande quantità di sperma ed una parte si riversò sul mento e sul seno.

Nonostante fossi venuto il mio pene era ancora duro.

Cristina, con abili colpi di lingua e di mano, seppe risucchiare le ultime gocce di sperma rimaste nel mio sesso lasciandomi stremato. Ero esausto ma volevo continuare.

Feci sedere Cristina e iniziai a baciarle un piede, poi la caviglia. Leccavo, baciavo ed andavo avanti; arrivai all’interno coscia. Il profumo emanato dalla figa mi indicava che sarei arrivato ad un mare di umori.

Era totalmente bagnata e con mia grande gioia mi ci tuffai, leccando come un forsennato.

Arrivato alla vagina, misi le gambe della mia amica sulle mie spalle e cominciai a leccare prima le labbra, poi il clito ed infine penetrai completamente la vagina con la lingua.

Era quello che avevo sempre sognato, leccare ore ed ore la sua figa. Mi sentivo appagato e sentivo Cristina eccitata; a volte voleva sottrarsi alla mia presa ma la tenevo salda e continuavo.

Strinsi il clito con le labbra e poi, con i denti, lo tirai verso di me. Lo tiravo, lo rilasciavo e lo leccavo nuovamente. Cristina stava per venire, lo sentivo, ansimava ed emetteva gridolini di goduria, volevo che il getto mi arrivasse dritto in bocca e così continuai a masturbarla con le dita mentre con la bocca spalancata stavo di fronte alla vagina pronto a raccogliere ogni goccia del suo nettare.

Dopo poco tempo si dimenò, si arcuò ed ebbe con un spasmo violentissimo, tanto che a stento riuscii a trattenerla. Mi venne dritta in bocca.

Appena ebbe finito di emettere i suoi umori bocca mi detti da fare per recuperare ciò che mi era sfuggito leccando avidamente la superficie del corpo sul quale si erano depositati.

Lei era distesa sul letto e così rimase fino a che l’effetto dell’orgasmo si allentò.

Inaspettatamente prese la sua borsetta e ne estrasse un vibratore vaginale.

Lo infilai in vagina muovendolo, estraendolo ed affondandolo, alternando il vibratore al sollievo della mia lingua, che dopo ogni penetrazione massaggiava il clitoride. Lei si levò, io mi sedetti chiedendole di sedersi su di me, con il mio membro dentro il suo culetto morbido.

Da questa posizione introdussi dita mie e sue in vagina, mentre con la bocca mi occupavo dei suoi capezzoli. La posizione era fantastica, il pene e l’azione delle dita in vagina avevano sconvolto Cristina che oramai senza freni si abbandonava alle emozioni ed al godimento che quella situazione le stava procurando.

Il mio cazzo era diventato grosso a seguito dell’azione dello sfintere di Cristina che se lo teneva dentro facilmente. Pensandoci doveva essere abituata a prendere cazzi in culo vista la facilità con cui si era lasciata penetrare.

Stavo per venire quando estrassi  in un attimo il cazzo dal suo culo e lei voltandosi ricevette lo sperma sul petto.

I nostri incontri dal giorni si infittirono dandoci innumerevoli soddisfazioni sessuali.

Forica era la mia seconda amante che mai avrei sostituito. Cristina era un diversivo a ciò che stava per diventare routine.

 

 

Una mattina chiamai Forica al telefono “ciao amore, ho comprato una cosa per stasera, facciamo il solito programma? pizza e poi a casa tua?
Forica mi rispose  “Che cosa hai comprato? Lingerie per me?”
– “una fesseria” risposi
Quando la sera ci incontrammo le mostrai un piccolo vibratore, di quelli che si usano per il clitoride. Lei vista la novità e le piccole dimensioni lo prese come un qualsiasi stick da labbra e non si scandalizzò più di tanto, anzi era divertita, ma io avevo altre intenzioni.
Quella sera Forica indossava un perizoma nero merlettato, le immancabili autoreggenti ed un corpetto, sotto un vestitino, anche lui nero, che arrivava poco sotto il ricamo delle autoreggenti. L’abito era così aderente che si notava il corpetto.

prima di uscire le proposi di mettere dentro la figa il vibratore.

– ma così si sente la vibrazione! mi disse

– No – risposi – vedrai che ti piacerà. Preparati a godertelo. Poi sarò io a prendere il suo posto.
Attivai il vibro ed iniziai a passarlo sul perizoma, lo spostai passando lo sulle grandi labbra e sul clitoride facendola bagnare, poi lo inserii tutto dentro alla figa bagnata. Poi rimisi misi a posto il tutto. Forica fu così costretta a uscire così: piena di … vibratore.

Durante il tragitto fino alla pizzeria si agitava e godeva. Sospirava e si adagiava in preda al piacere ma non riusciva a toglierlo. Metteva le dita dentro con scarso successo: il vibratore restava dentro. Godeva e fremeva. Mi disse che aveva paura che non uscisse più. La tranquillizzai e le ripetevo che al ritorno a casa ci avrei pensato ad estrarlo.
Aveva difficoltà a camminare dopo essere scesa dall’auto, ma godeva e fremeva ad ogni passo. I tacchi alti favorivano la sensazione ed in ogni istante sentiva quel piccolo oggetto che vibrava e la face godere in modo tantissimo lentamente e delicatamente. All’entrata nel locale Forica era un po’ rossa in viso e ansimava leggermente.
Seduta sulla sedia si agitava per tentare di limitare l’evidenza.
Tornati a casa, mi pregò di toglierlo perché non ce la faceva più a tenerlo dentro, le gambe tremavano e non la reggevano piu.
Io le dissi: “ fai tutto quello che voglio?”. Forica acconsentì.
La feci salire sul letto, le abbassai il perizoma facendola  accovacciare, passo le sue dite per il suo sesso e vidi che il perizoma era bagnatissimo, segno di un’eccitazione prolungata. Le chiedo di spingere come potrebbe fare una donna al momento del parto mentre infilo due dita dentro nella figa, dopo pochi secondi estrassi il piccolo vibratore con conseguente sospiro di Forica che restò in quella posizione quasi ad offrire il suo sesso alle mie voglie.

Alla vista di tanto piacere e profumo che riempiva la stanza non mi restò che leccarle la figa. Lei più la leccavo e più ansimava e mi chiedeva di continuare.
Ormai era una eccitazione continua. Forica godeva e gemeva ancora ormai stravolta per tutti i piccoli orgasmi che aveva avuto finora.
Iniziai a scoparla nel modo più classico: lei sotto e io sopra. Il mio sesso entrava ed usciva, la sentivo bagnatissima e colante di umori come non mai. Il mio cazzo entrava ed usciva con facilitàdalla sua figa.
Le chiesi “sei la mia porca”

Forica rispose “si”

e continuai “ la mia troia?”

“Si”
“vuoi scopare con un altro?”

 “si”

” farai tutto quello che ti dico come promesso?”

“si”.
Mi fermo per un attimo e con grande piacere le dico “allora scopa di nuovo con tuo cugino Guido”

Forica era completamente stravolta dagli orgasmi e dal desioderio di un altro cazzo sembrava come drogata dal sesso. L’erotismo aveva bloccato la sua mente.

Poiché prevedevo questo andamento della serata, avevo già previsto con Guido, suo cugino, di prepararle la sorpresa. Chiesi a Forica di rivestirsi ma senza che lei se ne accorgesse, mentre si toccava la figa grondante tenendo gli occhi chiusi, le nascosi il perizoma.

Forica mi disse levandosi dal letto “Angelo vuoi veramente che io scopi con un altro?”
Con i miei modi calmi e decisi, le feci capire che era una cosa che volevo pure io, che sarebbe stata una cosa unica e che non doveva avere paura perché ci sarei stato pure io. Vorrei che tu esaudissi una tua fantasia che è anche un tuo desiderio.

Mentre dicevo questo chiamai al telefono Guido, che nel frattempo si era appostato sotto casa di Forica, dicendogli di salire.

Come al solito Guido era un uomo giovane senza pancia prominente, un po’ pelato, ordinato e gradevole.
Nel vedersi tra cugini non ci fu imbarazzo. Un’altra volta li sopresi a scopare e quindi tra Forica e Guido l’intimità era già svelata ed il ghiaccio rotto.

Mentre loro due colloquiavano, andai in cucina a preparare un caffe. Chiusi la porta e poco dopo sentii dei passi che portavano al bagno. Pensai che fosse Forica che volesse darsi una rinfrescata.

Quando il caffè fu pronto, aperta la porta sentii dei sospiri di goduria e delle parole di Guido provenire dalla camera da letto. Il mio cuore sembrò fermarsi ed il cazzo si fece di marmo. Mi avvicinai alla stanza ed entrai piano. Vidi Forica sul letto, vestita, con le gambe accavallate e suo cugino vicino a lei. 
Detti il caffè a Forica, poi si levò dal letto avvicinandosi a me.
Le misi le mani sui fianchi. Guido ammirava la scena ed era arrapatissimo. Dalle espressioni si capiva che voleva scopare la cugina e sborrarle dentro.  Guido si accostò a noi e scese con le mani dai fianchi al culo. Io e Forica iniziammo a baciarci. Lui Toccando la gonna si accorse che non indossava nessun tipo di biancheria intima.
nel frattempo Forica si godeva il bacio e le quattro mani che l’accarezzavano e la esploravano contemporaneamente.
Salii sul letto poggiando le mie spalle contro la testata, lei si misi a gattoni mettendo in scena uno spettacolo molto erotico composto da un bel culo sodo. Guido la vedeva da dietro e si gustava il culo con le mani e poco alla volta sollevava la gonna. Finalmente arrivò il momento in cui la sollevò tutta e vide quello che desiderava: il buco del culo bello senza alcun tipo di peluria ed il luccichio della sua figa umida  anche quella senza peli.
La voltò per stenderla sul letto, la tiro a se per le gambe che divaricò cosi da aprire anche la figa ed iniziò a leccare dolcemente. Così si godeva il nettare che usciva dalla figa. Vidi Forica chiudere gli occhi e sospirare dolcemente; era segno che gradiva il trattamento. Dopo pochi minuti la vidi sussultare.
Guido si alzò, la prese, le abbassò la gonna, le sbottonò la camicia e le tolse il bustino mettendo in vista il suo seno sodo ed i capezzoli duri e lunghi che iniziò a leccare ed a stringerli, a stuzzicarli fino ad un piccolo gridolino di dolore.
Guido, preso dalla foga, non si preoccupava se Forica fosse sua cugina; la vedeva come una donna eccitata che si era offerta a lui. La baciava con avidità. Nel contempo vidi finalmente che iniziava a sbottonarsi la cintura, il pantalone. sapeva perfettamente che cosa stava per accadere e Forica non desiderava altro.

Forica ormai da molte ore presa dalla voglia di sesso e goduria profonda, finalmente decise di togliersi il piccolo triangolino del perizoma ed abbassò gli slip a Guido.

io avevo il cazzo ormai marmoreo, volevo sborrare e farlo vedere a loro due mentre si amvano. La situazione che si era venuta a creare era veramente ad alto tasso erotico, direi quasi porno.

Lei conosceva bene il cazzo di Guido; era non lunghissimo ma più largo del mio ed inoltre nodoso e venoso.
Forica, ormai nel vortice della libidine, inizio a giocare, inizialmente lo scappelò e con la lingua inizio a giocare con in filetto.

lei guardava me ed allo stesso tempo desiderava lui.

Con la lingua giocava come si può leccare il gelato, passando la lingua in modo da percorrere tutta la cappella. Lo faceva in modo rotatorio. Guido gradiva molto e la guardava eccitandosi sempre di più; lanciava verso di me sguardi particolari e non c’era vergogna nei suoi gesti o remore alcune. Era evidente che anche per lui la libidine era tale che ormai ogni freno inibitore era saltato.

Lui la fissava negli occhi quasi a dire di iniziare ad ingoiare la sua verga. Di conseguenza Forica inizio il pompino scendendo in modo lento fino alla radice del cazzo in modo da far scomparire tutta l’asta nelle sua bocca; quando risaliva la accompagnava con la mano. La visione delle sue labbra a contatto con la punta e poi fino a giu sempre con lentezza per far ammirare a me lo spettacolo e la sua bravura nel farlo godere con la bocca. nel contempo la mano sinistra giocava con le sue palle per stimolare la produzione di sborra.
Io mi spogliai ed mi avvicinai con il cazzo teso. Lei mi vide con la coda degli occhi. Con una mano inizio a segarmi smise di pompare lui ed inizio con me allo stesso modo come gli avevo insegnato io. Dopo un po’ smise ed avvicino i due cazzi ed inizio a leccarli tutte e due allo stesso tempo ed alternava sia la masturbazione che il pompino sapientemente gestiva entrambi.
Guido si stacco e indossò un preservativo la giro a pecora e inizio non tanto lentamente a pomparle la figa, Lina senti un po’ di dolore perché era abituata a me ed alla mia penetrazione più soft.
Mi di fronte a lei la vedevo negli occhi, la vedevo godere mi avvicinai con il cazzo alla sua bocca lei avidamente lo ingoiò, alzò gli occhi e vide tutto il mio desiderio di questa situazione godendo anche per questo.
Guido si fermò la voltò ed iniziò a scoparla nuovamente. Mi godevo lo spettacolo. Lui entrava tutto di botto ed usciva lentamente ed ad ogni nuova penetrazione Forica sussultava e godevo si vedeva che la stava allargando per bene, la scopava senza rispetto come se fosse un oggetto.
Come per rompere il ritmo per durare di più Guido cambiava posizione fino al momento che aspettavo si mise a smorza candela. Lei amava questa posizione e inizio a cavalcarlo sollevandosi e facendosi riscendere per godersi meglio la penetrazione. Nel frattempo lui giocava con il suo clitoride per aumentare la il desiderio. A quel punto non ce l’ho fatta più e mi sono avvicinato. L’ho abbassata di forza. Ho posizionato il mio cazzo sul buco del suo culo e sono entrato con facilità essendo bagnato dai suoi umori.
Sentivo una strana sensazione sentivo il mio cazzo a contatto con quello di Guido che scivolava dentro la figa. Eravamo separati da una leggera membrana ma l’importante e che la sentissi piena sia davanti che dietro. Con la mia introduzione la sentivo piena e soddisfatta, stava godendo come non mai. Mi alternavo con la penetrazione con Guido. Ogni tanto mi fermavo ed uscivo per vedere il bel buco che le stavo facendo. LA lubrificavo ed anche io la prendevo ormai preso dalla libidine. Tutta questa eccitazione mi sfinì ed venni, dando un urlo della mia goduria e felicita, nelle sue viscere, soddisfatto.
Guido non aspettava altro. Si sposto, la fece distendere con la pancia verso il basso le penetrò entrandole nel culo. L’introduzione fu facilitata dal mio sperma. Anche lui dopo circa 10 minuti le venne dentro allagandole l’intestino. Quando lo tolse vidi un po’ di sangue e il buco del culo più largo.
Forica, stanca della estenuante scopata, restò sul letto sudata ma con un piccolo sorriso di soddisfazione. Guido si sciacquò velocemente, si ricompose ed usci dalla stanza, io vedevo la mia Forica con gli occhi chiusi sul letto. Quando senti uscire il cugino disse: “contento?” ed io risposi “Si, ammettilo Forica, era da provare. Anche tu volevi questa doppia penetrazione ed ho visto come hai dato il meglio di te nel pompino e poi come ti lasciavi cadere per sentire sbattere le sue palle contro il tuo culo“

“bhe una volta che mi trovavo ho voluto fare la puttana la tua puttana”.
Lei si alzo barcollando un po’ si lavo per bene, mi lavai anche io baciandoci e limonando come non mai.

Era bellissimo il modo in cui aveva goduto la rivedevo mentalmente a pecora, rossa in viso con gli occhi chiusi e la bocca leggermente socchiusa, notavo che stava godendo sotto ogni colpo che Guido, suo cugino, le dava. La differenza era che lui la scopava in modo materiale ma lei Forica godeva come se stesse facendo l’amore.
Ogni botta era una leggera contrazione di goduria del volto, con un sospiro sopito, trattenuto, soppresso, come se si vergognasse del fatto che godeva con un estraneo.
Mentre pensavo a questo, Forica con una carezza sulla gamba mi riporto alla realtà. Mi chiese in modo schietto “ ti è piacuto condividermi con un altro? Vedermi godere? Scoparmi con lui? Adesso è cambiato qualcosa tra di noi?”
A queste domande la mia risposta era una sola “si”, ma dovevo giocarmi bene le carte per non perdere tutto.
“Ti dirò la verità Forica è stato bello vedere come scopavi con un altro, vedere come ti piaceva come eri soddisfatta, ma lo era anche perché c’ero io li con te che partecipavo perché mi ami, perché adori soddisfare i miei desideri”.
Continuai con gentilezza e serenità “ ammetti ti è piaciuto. Eri inizialmente contratta ma alla fine hai goduto. Non hai notato che lui ti scopava ma che tu facevi quasi l’amore con lui?”
Lei si chiuse nuovamente nel suo silenzio ed io nei miei pensieri.
La rivedevo bellissima mentre era inginocchiata dinnanzi a lui e si affaticava per succhiarlo tutto per far vedere che sapeva dare piacere anche ad un altro uomo che sapeva fare i pompini, che era brava, vedevo il suo rossetto iniziare a sbiadire nel suo salire e scendere vedevo il segno del rossetto sulle palle e sull’asta di quell’uomo, tutto era risaltato dallo smalto delle sue unghie intonato a quello delle labbra.
Il mio cazzo era duro come il marmo lei interruppe ancora il mio sogno ad occhi aperti “ho goduto. Lo ammetto era eccitata dalla situazione senza di te li, non l’avrei mai fatto per la paura, ma tu mi dai tranquillità, sai bene che sono tua ora sono la tua puttana mi hai voluto cosi e cosi sarò per te”.
Una scarica di adrenalina mi pervase.  

 

Avevo notato che a Forica piaceva accoppiarsi con altri maschi in mia presenza. Ne parlammo più di una volta prima e dopo aver fatto l’amore e soprattutto durante i pasti. Un giorno quasi per caso, ma proprio un caso non era, ci mettemmo in auto per andare a vedere dei trans. Quello era un mondo a noi sconosciuto ed intrigante. Io ne parlai con lei che ne rimase affascinata “vorrei proprio vedere una femmina con il cazzo davanti”.

In auto mentre guidavo, Forica mi accarezzava la gamba si era accorta del mio cazzo come il marmo, ma faceva finta di niente lo sfiorava ed io mi eccitavo.
Appena imboccai la strada principale che portava alla zona frequentata dai trans, iniziò a carezzare con più forza i miei pantaloni, mi sbottono ed iniziò a farmi una sega lenta e decisa con la mano che copriva perfettamente il mio cazzo. Mi scappellava scendendo e poi risaliva. Lo fece per un po’ fin quando la strada fu illuminata; poi si mise in ginocchio sul sedile e inizio un pompino dolce e leggero per stimolare il mio desiderio. Era molto brava nell’insalivare il cazzo.
Le auto ci superavano ma nessuno notava il culo di Forica schiacciato sul finestrino fin a che non un ragazzo noto la posizione e ci avvisò suonando il clacson. Forica sollevò con la testa per capire cosa stesse succedendo e vide la situazione; mi guardo, sorrise e scese di nuovo a succhiare il mio cazzo ma con più foga.
Forica si stava impegnando al massimo per farmi venire. La situazione era estremamente erotica ed eccitante. Lei da perfetta esibizionista come me non smetteva di mostrarsi. A quel punto le bloccai la testa le venni in bocca. Lei sollevò la testa ed ingoio tutto; con lo sperma rimasto sulle labbra si tocco le labbra. Il ragazzo dell’auto suonava e faceva segno di accostare, ma io accelerai e mi allontanai.
Forica con aria maliziosa mi disse “come mai non mi hai fatto scopare pure con lui” ed io “non è il momento in futuro vedremo”.
Guidando pensavo alla doppia penetrazione con il cugino Guido ed alla sensazione che avevo provato nel sentire che un altro cazzo che urtava il mio; era stupenda.
Gli chiesi cosa aveva provato nella doppia penetrazione e lei mi disse una cosa che sorprese “piena di sesso come desideravo, finalmente soddisfatta come solo una femmina può desiderare di esserelo”.
Gli chiesi se avrebbe fatto sesso con uno sconosciuto lei con tutta calma mi disse che l’avrebbe fatto solo in mia presenza. Ora anche io mi sentivo appagato. Mi sentivo cuckold e non cornuto. Il mio desiderio era di condividerla con coscienza e partecipare con lei nella nostra nuova vita fatta di sesso e complicità.

Mi ero reso conto che avevo goduto nel condividere la mia donna e godevo nel pensiero di averlo fatto. Ero pronto a continuare. Anche Forica era pronta a soddisfare le sue e mie voglie erotiche. La sognavo puttana ed ero ad un passo dal realizzare il mio desiderio. Questo nuovo modo di fare sesso doveva essere l’inizio di una nuova vita.
Erano passati 4 mesi da quando ho condiviso Forica con il cugino Guido, il sesso va sempre benissimo, lei a letto si bagna in modo incredibile ed osceno, chissà cosa pensa mentre gode!

Io ho voglia di nuovo vederla godere con un altro, ho voglia di sentire il mio cuore battere a mille, sentire il mio cazzo duro come e le volte in cui si è fatta scopare dal cugino.
mi ero accorto che durante le scopate e soprattutto durante le inculate mi una sensazione di vuoto tanto che le chiesi a cosa stava pensando e se volesse un altro cazzo. Sul momento lei non rispose ma mi  accorsi che godeva di più perché la sentivo agitarsi ed ansimare di più ed anche incitarmi a scoparla più a fondo.

Lei godeva al pensiero ma non si esprimeva; la incalzai “ammetti che ti piace avere due cazzi dentro di te?”.

Lei abbassando la testa godeva maggiormente,  la vedevo ansimare, dopo essere venuto dentro di lei mi chiese se volevo ancora farla scopare con un ragazzo.

Le dissi di no, ma lei mi chiese di cercare un ragazzo sicuro e discreto. Allora le proposi un club privé.  Nella mia isola non conosco club privé e quindi organizzai una vacanza a Roma durante le ferie comuni. Forica in un primo momento sembro tranquilla, poi improvvisamente disse”se dovessimo incontrare qualcuno che ci conosce?”.

Io serenamente risposi che avremmo risposto che eravamo li per la stessa nostra ragione. Ridemmo entrambi di cuore.
Mi misi alla ricerca a Roma, anche tramite amici, trovandone  uno bello con recensioni interessanti e referenziate. Lo vedemmo insieme e lei sembro convinta. Partimmo e la sera dopo i soliti giri turistici, peraltro molto belli, le dissi che al club era la serata a tema per sole coppie.
Era il periodo di carnevale e cosi decidemmo di andare.
Il giorno prima di partire Forica andò dall’estetista per una depilazione intima molto approfondita, si fece mettere uno smalto semi permanente sia sulle unghie delle mani che dei piedi di un rosso accesso, volgare, ma eccitante. Lei indossava l’intimo adatto per l’occasione composto da un body bianco perlato con piccoli e raffinati ricami neri, la parte anteriore del basso ventre era un velo trasparente, il posteriore era anch’esso un velo trasparente che finiva con un bellissimo perizoma, in più portava anche i ganci per le autoreggenti.

Dal parrucchiere si era fatta tirare tutti i capelli e si era fatta fare una coda con una treccia larga ad ogni incrocio si era fatta mettere dei piccoli punti luce come sembra la chioma di una puledra. I suoi capelli erano splendenti come non mai.
Lei si preparo e non mi fece sbirciare chiudendo la porta a chiave lasciandomi gentilmente fuori dal suo mondo femminile. Quando si presentò mi sconvolse ed eccitò; non riuscivo a stacarle gli occhi di dosso tanto era bella e provocante. Indossava semplice vestito nero che la fasciava fino all’inguine, poi tutti veli neri volanti da cui si vedevano i lacci che reggevano le calze nere velate, scarpe nere un tacco dodici a spillo con la suola rossa. Il trucco era da vera troia, le labbra erano scarlatte rese lucide che davano risalto alle sue unghie, l’ombretto intorno agli occhi era nero pesante con un filo di matita che si allungava quasi fino alle sopracciglia con piccoli diamanti agli angoli degli occhi che gli davano una luce diversa.  
In auto le feci tanti complimenti e ciò la rincuorò. Mi disse che era arrapata.

Arrivammo al privé che era circondato da un alto muro di cinta oltre il quale c’era anche un ampio parcheggio. Una stuoia rossa con delle fiaccole a lato ci conduceva all’ingresso. Pagai l’iscrizione al club e ci avvicinammo alla porta che portava alla sala. Fu un momento strano; lo ricordo come se fosse un film al rallentatore.

 Sotto le luci Forica sculettava davanti a me, la coda dei capelli che ondeggiava si fermo prima di aprire la porta di accesso al locale. Mi guardo fissandomi negli occhi e chiese di metterle una maschera che veniva fornita dal club. Le poggiai la maschera sul volto senza mai interrompere il contatto visivo con i suoi occhi. Forica sembrava una gatta nera affamata di cazzo incredibile.

Aprii la porta e si spalanco la nostra nuova vita.
La sala era molto sobria con pavimento nero e pareti scure ma di colore gradevole ed era illuminata da alcuni faretti in corrispondenza dei tavolini a quattro posti situati vicino ad una pista da ballo poco illuminata ed invasa dal fumo da discoteca. C’erano inoltre delle piccole sale laterali per quattro o anche sei persone dotate di divanetti e sedie con tavolini bassi.

In sala erano presenti alcune coppie sedute lontane tra di loro. Lascia la mia donna e girando un po’ vidi un corridoio dove c’erano delle stanze a tema con al centro il letto.

Ritornai e prendendo per mano Forica la condussi nel corridoio.
Ci fermammo in una delle salette con le tende . Ormai ci eravamo già ambientati, eravamo tranquilli, il locale si stava riempiendo, gli uomini come me erano tutti in camicia e giacca e le donne tutte vestite per il carnevale: chi da infermiere, poliziotte, conigliette, tutto ovviamente molto sexy.
Una coppia si avvicino a noi chiedendoci se si potevano sedere con noi; accettammo con felicità. Ci raccontarono che il locale era frequentato per la maggior parte da professionisti che non vi erano single. Vedemmo che nel locale entrò una strana figura vestita in rosso. Mi sembrava il vestito di un mercante con una maschera rossa che impediva di vedere il volto.
Inizio un gioco di flirt con la coppia che si era seduta con noi. Lui, Alessandro,  un uomo semplice sui 45 anni dotato di un fisico asciutto e capelli leggermente brizzolati sulle tempie; lei, Antonella, una venticinquenne molto snella poco formosa ma alta con pelle bianchissima e con i capelli ossigenati.  Avevo visto che nel sistemarsi avevano messo in mezzo a loro Forica. Notavo che con i loro atteggiamenti erano signorili ed allo stesso tempo vedevo le mani di lui sulle gambe di Antonella, che accarezzavano ed esploravano. Alessandro sussurrò qualcosa all’orecchio di Forica che inizialmente si irrigidì e poi sorridere. Mi godevo la spettacolo senza partecipare, ma la mia attenzione era attratta dalla pista e dal mercante che in quel momento diede tre battiti a terra con un bastone per attirare l’attenzione di tutti avvisando che stava per iniziare un specie di concorso per sole donne che comprendeva la sfilata con il vestito a tema, con la biancheria se indossata, e poi nude. La più bella avrebbe avuto l’opportunità di un weekend alle terme da sola.
Antonella si alzo per andare in pista e partecipare al concorso bandito e si porto con se Forica che si giro a guardarmi quasi ad implorare il mio intervento.
Le donne  tutte attillate per l’evento si presentarono. Era bello vederle disinibite e vedere forica era un po’ impacciata.
Le donne iniziarono a sfilare e Forica per il suo vestito prese 30/40. Arrivò il momento della sfilata in lingerie. Non c’era paragone con le altre che avevano delle mini biancherie. Non temevano il confronto con Forica. Non avevo avuto l’opportunità di vederla prima e rimasi letteralmente stupefatto. La luce degli spot e l’effetto nebbia esaltava il candore della pelle ed anche degli indumenti indossati. La trasparenza inferiore del body esaltava il candore delle sue labbra inferiori perfettamente lisce. Era stupenda sui suoi tacchi a spillo e  con la sua acconciatura. Inizialmente sembrava disorientata ma quando sfilò fu sorprendente. Il suo imbarazzo iniziale era sparito ed inizio ad ancheggiare più del solito, la sua treccia di capelli si muoveva ondeggiando. Era sinuosa ed eccitante. Sembrava una donna navigata ma non lo era.

Era stata catapultati li per gioco.

I giudici si godettero lo spettacolo e gradirono e votarono 40/40. Ora era la prima.

Ora era il momento di sfilare nude, uscirono una alla volta da una stanza laterale, quando tocco a Forica notai il suo disagio ma ora sulla passerella fu meno aggressiva. camminando lentamente era bella. Completamente liscia nel suo ventre;, la sua capigliatura risaltava sulla sua carnagione candida. Il voto fu 34/40 ed arrivo quinta. Effettivamente c’erano donne fisicamente più dotate e rifatte, ma io ero eccitato a vedere Forica, che sembrava una ragazza timida, avere una trasformazione cosi netta. Iniziarono le danze tutti si buttarono in pista ed io persi di vista Forica, vedevo uomini e donne mischiarsi nel piacere più assoluto. Per un attimo riuscii a vedere il mercante e gli altri giudici fare strada a forica in un corridoio. Lo imbucai anche io. Spostai una tende ed aprii la porta rimando sull’uscio e vidi una cosa stupenda.
Forica al centro della stanza con una gamba tenuta alta da una persona di colore. Antonella, la nostra amica, dinnanzi a loro che stava leccando la fica. Per lei non era la prima volta con una donna. Immaginavo solo come potesse sentirsi. Si avvicinò un altro giurato che la tastava il seno ed i glutei.
Antonella prese due cuscini e fece inginocchiare Forica. Di fianco a lei i due uomini si spogliarono e la persona di colore sfoggio un fisico da vero palestrato e un cazzo non eccessivamente lungo ma grosso. Forica stupita da quel sesso lo prese tra le sue mani ed iniziò a segarlo con lentezza. Il giurato si sputò in mano per lubrificare bene il suo cazzo e continuava nella sua opera tanto che dopo un pò il cazzo del giurato si fece ancora un più grande, ma era impressionante lo stesso. Antonella prese la mano di Forica e l’avvicino a quel’enorme cazzo, che inizio a toccare come quasi non ci credesse che potesse essere vero. Quando senti la sua consistenza inizio a segarlo. Inizio pure a fare u  pompino all’uomo di colore, spostando il ricamo che gli pendeva davanti alla bocca, ma non ci riusciva causa le grosse dimensioni. Vedevo la sua lingua giocare con la cappella di lui. Antonella s’ inserì dato che Forica non riusciva a succhiare la sua cappella. Forica inizio a leccargli le palle, Antonella si sposto avvicinando il cazzo a forica ed invitandola a provare. Prima inizio a spompinare la punta di quel cazzo, poi provo a conquistare centimentro per centimetro quella verga nera. Antonella, da donna esperta, si sollevò, prese Forica per la coda tirandola in modo brusco e la spinse facendola forzare.

In quel momento fu più forte di me: entrai, facendo finta di niente. Chiusi la porta e mi accomodai su una sedia li vicino. I giurato fece segno che potevo restare.
Il giurato liberò la scrivania prese Forica per un braccio e la stese li. Le spalanco le gambe Antonella  iniziò a leccare l’uomo di colore succhiandogli anche  il cazzo. Solo dopo un bel po’ riuscì a far entrare la sua cappella nella sua bocca. L’uomo ora usciva completamente ora rientrava nella sua bocca, l’aveva ormai slabbrata. Mi eccitai a vedere tutto ciò, pensai al dopo e di come la fica verrà lasciata aperta. Non capivo se Forica stesse godendo più per quella pompa violenta e per la leccata di fica, ma il momento che aspettava era quasi giunto: il giurato di colore si sposto posizionandosi con la sua grossa verga sul suo ventre, inizio a masturbarle il clitoride con la capocchia inizialmente strofinandola e poi battendoci sopra. Si mise il preservativo, Antonella si avvicino a lui con un flacone in mano: era olio di mandorle si sentiva dall’odore, che spalmo in modo abbondante sia sulla fica di Forica che sul cazzo.

Io inizii a spogliarmi ed mi unii a loro e  lo stesso fece l’altro giurato, Antonella si posiziono vicino a lui.
L’uomo di colore inizio la sua penetrazione in modo lento e paziente, sapeva che facendole male non avrebbe più potuto avere quella figa cosi stretta.
L’olio faceva il suo effetto lubrificante; dopo solo pochi colpetti entrò in quella fica fracida per gli umori.

Forica affannata si dimenava come non mai, si mordeva le labbra dal dolore che era anche un piacere. Lo diceva ad alta voce ed incitava il maschio a penetrarla.

L’uomo continuò a lubrificare la figa di Forica facendo entrare il suo cazzo in profondità sempre con lo stesso movimento. Lo estraeva in modo veloce e lo reinseriva dentro lentamente; fuori/dentro ero incantato dalla sua maestria nel farlo.

Forica urlo per il godimento come non l’avevo mai sentita. Mi girai voltai verso il suo volto, l’uomo si fermo e vidi che meta di quel membro nero era per metà dentro. Lui estrasse il suo arnese e potei osservare la figa di Forica aperta e luccicante di umori e lubrificante.

“Tienimela aperta, riempimi tutta. Mi piace moltissimo. Per me è un gran modo di godere”

Il negro proseguì nell’accoppiamento. Io mi avvicinai ad Antonella ed iniziai a scoparla. Il mio cazzo andava avanti e indietro in una figa calda e umida vogliosa come non mai. Il giudice di gara che aveva osservato fino a quel momento le operazioni su Forica si mise davanti ad Antonella e le poggiò il cazzo sulle labbra. Io ero eccitato per questa nuova situazione mai immaginata. Entravo ed uscivo felicemente con la donna che si muoveva e mugolava di piacere.

Mi fermai per non venire subito, scambiai il posto nella figa di Antonella con l’altro uomo. Nel frattempo, avendo la bocca libera Forica ed Antonella si baciarono coinvolte dalla estrema libidine. L’uomo che scopava Antonella, mentre io ero nella sua bocca osservava insieme a Forica ed acausa della estrema eccitazione dopo qualche minuto si irrigidì riempiendo di sborra il preservativo con un intenso orgasmo.
Il negro che montava Forica non era venuto e si era seduto su una bella poltrona comoda. Invitò Forica ad avvicinarsi a lui. Io pensavo che l’avesse già riempita di sborra.

La presi per la mano e la accompagnai da lui, l’uomo la fece voltare e sedere sul suo cazzo sempre rigido e svettante. Voleva scoparla cosi: lui comodamente seduto e lei che si muoveva puntando i piedi sulle sue ginocchia. Ora non riusciva a mettere dentro più della metà del cazzo. Provai a toglierle le scarpe a tacco alto che la tenevano sollevata ed in condizioni da non poter accogliere interamente il cazzo nella figa. Tolti quei dodici centimetri, Forica inizio ad accogliere quel magnifico palo. Lei era stanca ma mi disse, ormai senza più un minimo di riservatezza, che voleva sentirlo tutto sino in fondo ed in ogni posizione. Fino a quel momento non avevo contato gli orgasmi e non so se ne stesse avendo visto che aveva il volto stravolto dalle scariche di adrenalina

L’uomo di colore la fece salire con i piedi sulle sue ginocchia, la tiro dolcemente per la coda dicendole di non muoversi e inizio velocemente a stantuffarla da sotto. Vidi più di una volta quel cazzo sparire dentro le intimità del mio amore.

Dopo qualche introduzione di quell’asta, Forica urlò ed si accascio fremendo dalla godimento. Io, che ero nella bocca di Antonella, venni. L’uomo di colore non era ancora venuto. Aveva una resistenza incredibile.
Antonella a questo punto pensò che bere qualcosa ci avrebbe fatto piacere. Si avvicino per prima a Forica baciandola in bocca ed attorcigliando reciprocamente la lingua, le porse un bicchiere di spumante che Forica bevette avidamente.

I muscoli delle due donne erano rilassati. Antonella prese l’olio che usava il negro e lo versò abbondantemente sulle sue mani per poi metterlo sul culo della mia Forica, iniziando ad entrare con un dito. Successivamente mise due dita. Ritmicamente si fermava tenendo ben tese le dite ed continuava a lubrificare.  Il giudice di gara che fino ad allora era rimasto abbastanza in disparte, si alzo, si spogliò. Anche lui aveva un fisico asciutto e scolpito. Inizio ad inculare Forica guidato dalla mano esperta di Antonella. Lui aveva un cazzo lungo ma non grosso.

Forica non si lamentò e non reagì; sembrava quasi felice, ora era più a suo agio e libera. Il suo trucco e il suo corpo piegato per ricevere il membro di quell’uomo la rendevano molto sensuale ed erotica. Si vedeva il suo trucco da troia, che esaltava la situazione, il rossetto ormai era svanito, il trucco dei suoi occhi i brillantini gli davano un’aria da vera puttana. L’uomo si sposto e fece spazio al suo amico di colore che inizio nuovamente a scoparla nella figa con molta calma. Il mio cazzo si era ripreso. Mi avvicinai per incularla ma ebbi difficoltà ad entrare, non avevo spazio perché il suo ventre di forica era pieno di lui. Anche io usai quell’olio per agevolare l’entrata. Dopo un po’ entrai. La sensazione di un’altro cazzo era molto più accentuata di quella volta con Guido. Dopo pochi colpi le riempii il culo di sborra. Antonella mise altro olio nel culo di Forica. I muscoli del retto si erano ormai molto allentati

A quel punto il negro le disse di inginocchiarsi e disse chiaramente che se non voleva sentire dolore doveva spinger con i muscoli del culo verso l’esterno. Al che lui appoggio il cazzo al culo dicendole di spingere e lui con un solo colpo entro con la cappella dentro, Forica diede un urlo straziante, voleva svincolarsi da quel dolore ma Antonella e l’altro uomo la tenevano ferma in quella posizione sostenendola per i fianchi. Il negro si fermò con il suo sesso dentro di lei. Tutti dicevamo di rilassarsi. In effetti con il passare del tempo il dolore si affievolì e lui riprese e stantuffarla. Quei minuti, mi disse poi Forica, furono interminabili Furono veramente dolorosi ma per poter godere sopportò anche queste  lacrime e tanto dolore iniziale.

Il suo trucco stava iniziando a colare, ormai il dolore stava scemando. Il maschio da abile amatore capì il momento ed inizio a conquistare centimetro per centimetro del suo intestino; si fermo a metà del suo cazzo aspettando che i muscoli si abituassero a quella presenza dilaniante. Dopo un po’ di minuti di questo trattamento finalmente riuscì ad entrare e ci vollero ancora 10 minuti per farlo venire. Dopo l’orgasmo estrasse il suo membro e vuotò il profilattico sulla schiena della mia donna. Antonella con le mani allargava il culo di Forica mostrando un cratere nero e profondo. L’altro uomo presente  si fece fare una pompino da Antonella venendogli in bocca. Antonella apri la bocca di Forica e le verso lo sperma ricevuto dicendole qualcosa nell’ orecchio che non riuscii a sentire; Forica deglutì per la prima volta lo sperma.
Forica si avvicino a me mi bacio sulle labbra e con la lingua, io inevitabilmente sentii il sapore del seme di questo ultimo uomo nella mia bocca. Una scarica di adrenalina mi percorse. Il sapore del suo seme era aspro ma allo stesso tempo fu per me dolce e mi piacque.
Approfittammo del bagno per pulirci e ci allontanammo dal locale. Mettendo le mani in tasca mi trovai un numero di telefono. Arrivati a casa Forica si spoglio e vide delle macchie di sangue nel body, si preoccupo ma si fece una lavanda che calmò l’irritazione e chiuse le ragadi; erano i segni della dilatazione eccessiva della sua fica e del culo oramai aperti ad altre esperienze.

Quando andavo a trovare Forica, spesso la sua dirimpettaia di pianerottolo, guardava dallo spioncino chi entrava in casa sua. Il suo nome era Paola.

C’era già stato un episodio in cui lei aveva assistito, per una nostra disattenzione ad un nostro amplesso un po di tempo fa. Da allora non l’avevamo voluta più tra di noi. Non ci piaceva averla con noi e lei non si era riproposta ma curiosava sempre i nostri movimenti e su chi Forica ricevesse a casa sua. I rapporti fra le due femmine erano ottimi. Paola, forse gelosa, era assillata in modo morboso dall’osservare e controllare chi venisse a casa di Forica, lo faceva anche di notte. Bastava un piccolo rumore ed ecco che lei era dietro lo spioncino della sua porta.

Molte volte ne parlavamo, io chiedevo a Forica di Paola ma lei sosteneva che fosse una pazza.

Quando suonava il campanello della porta di casa nostra poteva significare solo due cose: o era il postino o Paola, la nostra vicina di casa. Qualche volta chiedeva a Forica di farle una iniezione, ciò non era strano perché Paola era stata infermiera ed aveva un marito medico.

Paola non era molto alta di statura ma molto ben proporzionata, con gli occhiali e i capelli ricci grigi.

Spesso era presente nei nostri dialoghi e immaginavamo come si sarebbe comportata se fosse stata li presente durante le nostre battaglie d’amore.

Forica se la immaginava con le gambe aperte e con le dita che si agitavano furiosamente tra le grandi labbra della figa, li in piedi e poi piegata dall’orgasmo che la squassava.

Alla fine un pomeriggio tiepido d’inverno uscimmo in terrazzo e lei puntuale comparve nel suo per salutarci.

Architettammo come invitarla a casa nostra. La fermammo sulle scale invitandola con molta insistenza a farci compagnia. Apprezzo’ molto l’invito,  evidentemente se lo aspettava. Indossava una gonna al ginocchio, una camicetta, calze scure e scarpe con mezzo tacco.

In salotto io la afferrai per le braccia, e mentre la baciavo sulle spalle nude, sul collo, sul viso, in bocca, Forica la svestì velocemente.
Presa alla sprovvista, in un attimo rimase completamente nuda, eccezion fatta per le gambe inguainate da voluttuose calze nere sorrette da eccitanti giarrettiere pure nere. Pensavamo non si depilasse, invece aveva un inguine curatissimo con solo un ciuffetto di peli sul pube.

Il suo corpo non era male; Paola mise in mostra belle tette, bel culo e splendida figa liscia con le labbra non grandi e morbide La sua pettinatura una volta tanto era bella.
– Spalanca le cosce! -le ordinò Forica, che era ancora tutta vestita come me.

Paola ora appariva veramente oscena; dava l’idea di una donna pronta a ricevere di tutto. Forica si avvicinò, le toccò i capezzoli e scese con le dita tra le grandi labbra. Paola non si scompose, anzi si arcuò leggermente per poter facilitare l’ispezione. Forica le titillò il clitoride e lei gradì.

–          Come mi devo mettere – disse Paola rivolto a me

–          Puoi rimanere li dove sei – risposi

La lasciammo in soggiorno e noi andammo in camera da letto senza dirle dove stessimo andando. Volevamo vedere dove arrivava la sua curiosità.

Anche Forica, che aveva indossato uno striminzito abito e niente biancheria intima, rapidamente si spogliò. Ci stendemmo sul letto dopo esserci rapidamente spogliati e mentre leccavo la figa di Forica, che ansimava, ecco Paola comparire sulla porta.. Facemmo finta di niente e mi misi a montare la mia dolce metà; nel mentre lei ansimava e si sgrillettava a più non posso..
Ci vedeva tutti rossi, ansimanti, nudi, ci guardava con gli occhi che brillavano, più espressivi di mille discorsi. La sua libidine era esplosa, finalmente.

Dopo averla vista e lasciata fare, anche se non era bellissima decidemmo di coinvolgerla nel nostro amplesso.

Allungai il braccio per invitarla ad avvicinarsi, lei si stese sul letto e sollevò le gambe per facilitarmi . Con le braccia mi sollevai per guardarla in volto e le spinsi nella figa tutto il cazzo in un colpo solo.
Avrebbe gridato per il dolore, tutto il piacere di sentirsi quasi violentata, se la sua bocca in quel momento non fosse stata occupata dalla figa di Forica che nel frattempo le era salita sopra, davanti a me e le aveva ordinato di leccarla. Mentre chiavavo Paola baciavo Forica.

Si era venuto a creare un bel triangolo.
Emise solo un lungo mugolio che mandò ancora più in fregola la mia donna, che le sbrodolò sulla faccia e poi si accasciò col culo per aria, mentre io la prendevo furiosamente.
Adesso Paola aveva la bocca libera; si mise a urlare liberamente, ad incitarmi con voce alterata dicendo che non aveva mai goduto tanto in vita sua. Decisi di farle assaggiare il mio cazzo e le tappai la bocca nell’unica maniera possibile; lo estrassi gonfio e rosso dalla sua fica  e glielo infilai in bocca. Lei fu obbligata a tenerlo dentro e succhiarlo. Vedevo che le piaceva. Forica continuava a leccare e diceva che le piaceva. Chiedeva a Paola se la leccata fosse di suo gradimento; lei confermava agitando la testa e mugolando ad ogni lappata diversa e soprattutto quando la lingua di Forica passava sul clito.

 
Paola, ormai perduta nella libidine che ci accomunava, si diede da fare in mille modi sul mio cazzo con la lingua e con le labbra avide . Le colava la saliva dalla bocca ma era incurante di ciò.

Io avrei voluto scoparla ancora un po’ ma la sua figa adesso era occupata da Forica che, senza che io me ne accorgessi, aveva preso una candela dal comodino, e che utilizzava di tanto in tanto per scoparsi e sgrillettarsi quando io non ero disponibile. Ora questa candela la usava anche dentro la figa di Paola. Forica un po’ leccava la figa e un po’ la scopava con quella grossa candela, un po’ la sgrillettava con l’indice e con il pollice.

Paola sbrodolava senza soluzione di continuita’ ed io ed io non riuscii a trattenermi, le venni in bocca e lei gradì il mio liquido. Quasi nello stesso momento anche lei venne nella bocca di Forica  in preda alle convulsioni d’un orgasmo senza freni e molto intenso. Lei accolse la bevanda succhiando piano, dolcemente, mentre io mi dibattevo dentro di lei mugolando ed urlando il mio piacere.

Avrei prolungato all’infinito quei momenti, se avessi potuto, e se non ci fosse stata Forica.

Fu lei a togliermi il cazzo dalla bocca di Paola “Adesso che hai riempito Paola, riempi anche me! ” accompagnando il suo dire con una sonorissima pacca sul culo della nostra dirimpetaia.
Il mio cazzo ce l’aveva già in mano. Io ero ancora arrapato e non del tutto soddisfatto. Dopo poche smanettate lo prese in bocca, dopo dieci minuti se lo ficcava in figa.
La montai con rinnovato piacere, usando Paola come spettatrice. Non avevo scaricato tutto il mio seme nella bocca di Paola ed avevo voglia di venire ancora, Paola non rimase inerte a guardarci, si sedette su una poltroncina e dopo aver aperto le gambe facendomi vedere una figa aperta e grondante di umori, si sgrillettò forsennatamente dandomi la carica di eros necessaria per scopare il mio amore.

Assistette al nostro completo accoppiamento finché non sborrai dentro Forica. Lei si agitava sulla poltroncina sollevando le gambe e titillandosi il buchetto posteriore. Si stringeva i capezzoli ed ansimava tantissimo emettendo mugugni e sibili dovuti al suo stato di forte eccitazione.

Io e Forica dopo averle dato le spalle e i buchi di Forica pieni di me, ci voltammo per vedere Paola.

Lei non cambiò atteggiamento. Continuò la masturbazione finché distendendosi e agitandosi parossisticamente venne con uno spruzzo che ci meravigliò alquanto.

–          Ce l’hai fatta a venire! Volevamo vederti. Eravamo curiosi di sapere se eri capace di spruzzare o no – Dissi

–          Dovreste sapere che moltissime volte vi ho pensato a letto a scopare come ricci e mi sono sditalinata molto venendo tante volte in silenzio per non farmi notare in casa. E’ capitato anche che mio marito mi scopasse ma la mia mente era con voi che vi divertivate. Lui ha pensato che godessi per lui invece era per voi.

–          Non ti credevo così porcella! Perché ci spiavi sempre e non avevi il coraggio di dirlo? Ora sei soddisfatta? Vedi noi scopiamo sempre così. La prossima volta ti facciamo vedere un bel film porno. Ci stai?  – disse Forica

–          Si ci sto. Non so quando potrò venire qui.

–          Non ti preoccupare, Ti chiamerò io – replicò Forica

Io ero stanchissimo; sentivo le loro parole ma non capivo il senso del loro discorso e, di conseguenza, non partecipavo alla discussione. Il sonno prese il sopravvento e mi addormentai. Al risveglio seppi da Forica che Paola se n’era andata piena di rimorsi per quel che aveva fatto ma allo stesso tempo chiedendo di voler partecipare nuovamente ad una delle nostre sessioni amorose.

 

 

Qualche giorno fa, in un caldo pomeriggio estivo, eravamo distesi sul letto in casa di Forica e tra baci e leccate si era finiti a scopare eccitatissimi. Le mie dita si erano inoltrate tra le natiche fino a toccare il buchetto posteriore che subito ha reagito stringendosi ulteriormente. La sua voce, però, mi ha fatto continuare “Continua, Mi piace”.

Ora a Forica, la mia ragazza, piace quando le introduco lentamente un dito nel culo mentre chiaviamo o la lecco, ma è stata restia a scoparla dietro.

“Non so, penso faccia male.”

Per quanto tenti di persuaderla, non riesco a convincerla.

Un venerdì sera non ce la sentivamo di uscire, così ho affittato un paio di film. Abbiamo fatto come al solito: abbiamo guardato un primo film di azione, bevendo un po’ di vino e mangiando qualcosa. Poi ci siamo trasferiti in camera da letto sul suo grande letto matrimoniale.

“Vorrei vedere un film porno. Che ne dici?” disse lei

Non mi è sembrato vero. Avviato il film abbiamo seguito le nostre inclinazioni.

Il film era piuttosto eccitante, una scena mostrava uno stallone che lavora col suo cazzo il didietro stretto di una dolce ragazza. Forica ha smesso di giocare con me e si è seduta rapita ad osservare. Il maschio ha mosso lentamente il cazzo nella ragazza che se lo godeva in modo molto evidente. Mentre l’individuo aveva venti centimetri nel culo della ragazza, respirando affannosamente Forica si è chinata a farmi un pompino mentre con un dito trafficava nel mio buco del culo.

A quel punto l’ho fatta rotolare su di me e ho cominciato a leccarla. Ho fatto scivolare un dito nella figa bagnata poi l’ho infilato lentamente nel culo. Lei ha aperto le natiche spingendo la figa contro il mio viso in modo che potessi leccarla meglio. Ne ho approfittato per mettere un altro dito nel suo culo e la sua bocca è scesa ancora di più sul mio cazzo. Mi stava facendo il miglior pompino della nostra vita di coppia. La sua figa era bagnata e scivolosa, ma nessuna mia richiesta o motivo la convinceva a permettermi di far scivolare il cazzo nel suo culo.

–          Hai visto quel tizio, io non ce l’ho così grosso – dissi

–          Mi farà male – rispose

–          Sarò gentile. Te lo prometto. Se ti fa male mi fermerò

–          No, per favore, Angelo. Per favore

Ha raddoppiando gli sforzi sul mio cazzo mentre il suo dito girava nel mio buco del culo. Visto il suo stato di eccitazione ho infilato le due dita un po’ più profondamente ed ero concentrato a farlo con la massima forza.

–          Fermati

–          Che c’è?

–          Lo stai facendo apposta; non hai mai usato due dita

–          Vanno bene. Sono grandi come il mio cazzo

–          No. Proprio no

–          Ma ti piacciono le mie dita

Un altro maschio l’avrebbe forzata. Pensavo che le piacevano due dita avrebbe dovuto piacerle anche il cazzo. Dato che non sono un violento e sapendo un dito nel culo fa male se spinto troppo, pensai che era necessario convincerla ad aprirsi e rilassarsi, altrimenti l’introduzione è dolorosa.

–          Angelo, non sei arrabbiato con me, non è vero?

–          Vorrei proprio farlo. Me lo hai sempre promesso. Ma farò qualunque cosa tu voglia.”

–          Mi dispiace, sono solo spaventata

–          Va tutto bene, tesoro – baciandomi sulla bocca mettendo la lingua tra la mia

–          Guardami! – ha detto.

–          Ti piace – era difficile rimanere adirati.

Proseguimmo la sera con una magnifica scopata in cui lei godette a fontana ed io le sborrai sul petto.

Il venerdì seguente Forica mi ha chiamato al lavoro invitandomi a restare la notte a casa sua.

Poco prima di cena mi sono trovato a suonare il suo campanello. Mi è venuta incontro con un paio di jeans stretti ed una camicia di seta bianca che le avevo regalato.

“Scommetto che non sei mai uscito con una ragazza piatta come me” disse una volta.

La cosa mi importa ma a dire il vero preferisco essere un intenditore di culi ed il suo culo è poesia pura. Due natiche sode, gambe lunghe ed un monte di Venere che sporge orgogliosamente in fuori, peli scuri sulla figa ed un clitoride che, quando è eretto, sporge tra le labbra. Guardando la sua camminata in jeans ero prossimo a venire e lei lo sapeva. Le piacciono le camiciole perché pensa che evidenziano il seno. Quindi jeans ed una camiciola volevano dire che Forica si sentiva eccitata. Mi ha baciato e ha chiuso a chiave la porta dietro di me.

–          Metti via quella roba, – ha detto – Non abbiamo fame.

–          Oh! non mi dispiacerebbe mangiare qualcosa – risposi

Lei con un sorriso mi ha condotto nel soggiorno. Aveva messo dei guanciali sul pavimento ed acceso il televisore. Ha spento tutte le luci a parte una blu. Ha messo le mani sulla mia testa e mi ha tirato su lei. Mi ha baciato spingendo la lingua tra le mie labbra mentre spingeva fortemente il bacino contro di me. Mi ha tolto i pantaloni e, leccandomi la pancia, si e lasciata cadere sulle ginocchia e ha preso il mio cazzo in bocca. Ho accarezzato il suo capelli sentendo un formicolio nelle palle. Dio, come piaceva succhiare il cazzo alla ragazza!

 

–          Facciamo partire il film –  mi disse. Quando è iniziato sono rimasto sorpreso di vedere che era lo stesso della settimana precedente e l’aveva fatto partire proprio alla scena dell’inculata.

–          Siediti, – ha detto – ti ho comprato un regalo. Mi sono seduto accanto a lei mentre prendeva qualcosa sotto il divano.

–          Crema lubrificante? –  dissi

–          Non ti piace? –  ha replicato un po’ contrariata.

–          Tesoro, sono sorpreso, ecco tutto. Sai per cosa si usa, vero?

–          L’ho comprata per quello. Ho pensato tutta la settimana se farlo –  mentre con la testa indirizzava l’attenzione a ciò che si vedeva nello schermo TV

–          Poi ho deciso. Ma fallo lentamente, ok?  Le ho accarezzato i capelli e le ho baciato le labbra, il naso, tutt’e due gli occhi.

–          Prometto. Se ti fa male, dillo e mi fermerò.

–          Vuoi che prima te lo succhi, così ti ecciti?

–          Sono già pronto. Sono tutto per te.

 Cosa si può dire di una donna così?

L’ho spogliata, l’ho guardata per godermi il suo corpo nudo.

Il clitoride, nel toccarlo, ho notato che era rigido e la figa gocciolava. Ho fatto scivolare un dito su e giù lungo la fessura. Forica ha mugolato e ha mosso il bacino al passaggio del mio dito.

–          E’ così bello farlo – ho detto

–          Voglio che tu sia felice – ha detto.

–          Tu mi fai felice – mentre allontanavo i suoi pantaloni

Le ho baciato le mammelle pizzicando i capezzoli tra le labbra. L’ho sollevata e le ho leccato la pancia seguendo la sottile linea scura giù fino al pube facendola sdraiare sulla schiena. Ho preso natiche tra le mie mani iniziando a leccarla. Forica di solito ha molti orgasmi prima che io venga ed io volevo che si rilassasse il più possibile. Perciò ho fatto scivolare un dito nella sua figa finché non è stato umido dei suoi umori, poi ho toccato il buco del culo. Lei ha fatto un salto.

–          Mi dispiace, sono un po’ nervosa – ha detto

–          Non preoccuparti, sono qui io.

Le ho aperto le leggermente natiche e ho fatto scivolare il dito nell’apertura. L’ho lasciato là e lentamente le ho leccato il clitoride. L’odore della figa diventava sempre più forte e la mia bocca sempre più bagnata. Ha iniziato a stringere le chiappe sul mio dito. L’ho spinto più profondamente e ho passato il muscolo. L’ho fatto scivolare avanti ed indietro al ritmo della mia lingua e lei ha cominciato a muoversi con ritmo.

–          Oh Angelo. Angelo –  ha bisbigliato.

Lei si agitava su e giù sul dito mentre le leccavo la punta del clitoride. Ha sospirato e si è rilassata.

–          Fallo uscire – ha bisbigliato

Ho pensato di averle fatto male.

–          Non vuoi….?

–          Si, Angelo! per favore. Ti voglio.

 Ho messo della crema sul mio dito e le ho toccato il buco. Lei ha fatto un salto.

Ho lubrificato il buco e poi Forica ha spinto indentro il bacino infilandosi il mio dito che lubrificato dalla crema e dal nostro precedente giochetto è scivolato dentro profondamente. Dopo averlo mosso ho messo un secondo dito senza che lei si lamentasse della maggior apertura. Poi ho messo della crema sulla punta del cazzo e l’ho portato a toccarle il buco. Forica si è ritirata ma inseguendola ho continuato la mia opera. Con lentezza estrema l’ho aperta ed infine la cappella è scivolata nel culo. Mi sono fermato per lasciare che si abituasse alla sensazione, poi le ho allargato di più le natiche e sono scivolato più profondamente. Il cazzo ha aperto il muscolo e l’ha superato entrando maggiormente.

–          Fa male – ha bisbigliato.

–          Rilassati. Non continuo. Rilassati ed abituati alla sensazione.

Le ho accarezzato il fianco e poi la pancia, le ho baciato il collo e lei si è inarcata.

–          Senza fretta, abbiamo tutta la notte. – le ho detto.

–          Vai ancora un po’ più dentro – mi ha chiesto

Ho così fatto scivolare il cazzo più profondamente nel culo. Forica ha rantolato e io ho superato l’anello dello sfintere ed il cazzo è scivolato dentro.

Ero dentro. Ero nel culo della mia amata. Il solo pensiero mi faceva venire.

–          Aspetterò. Rilassati e sarà eccezionale.

 Lei si muoveva lentamente avanti ed indietro facendo entrare ed uscire con dolcezza il mio cazzo. Ora le sue natiche toccavano il mio corpo.

–          Così, – ho bisbigliato – Così.

–          Bene – ha detto.

La sua voce aveva quel suono che aveva quando stava realmente godendo. Ha aperto le gambe e ne ha piegato una dietro di me.

–          Ora aspetta – ha detto.

 Con un movimento rapido si è seduta sopra di me impalandosi.

 -Whew! – Ha cominciato a dondolarsi sul cazzo, stringeva le chiappe. Il suo respiro ha cominciato ad essere affannoso e ha fatto scivolare uno dito nella figa.

Come era stretto! Non potevo quasi muovermi. Il suo dito ha volteggiato attorno alla figa ed ha cominciato a muoversi spasmodicamente.

–          Vieni, oh! vienimi nel culo.

–          Verrò con te – ho detto baciandole il collo.

–          Sì…ora – ha detto lei, staccando le sillabe lentamente e distintamente.

Si sditalinava furiosamente e le sue anche dondolavano sempre più velocemente.

–          Angelo…sto…venendo. – Ha stretto forte il mio cazzo. La sborra cominciava ad esplodere nei testicoli.

–          …vengo! – Con un movimento brusco ha spinto ancora di più il cazzo dentro di lei.

Le natiche continuavano a stringere. Il suo corpo fremeva ad ogni onda di piacere. Il mio orgasmo cominciava a salire ed ero preda della lussuria, chiavavo il suo culo felicemente e avrei voluto farlo continuamente. Con una spinta finale la mia sborra ha allagato nel suo buco del culo.

Siamo crollati, il cazzo continuava ad eruttare. Le natiche che stringevano e si aprivano.

Le onde del nostro piacere diminuivano d’intensità.

La chiavata era finita.

Forica si è girata ed il cazzo è scivolato fuori dal suo culo che continuava a gocciolare sborra e crema lubrificante.

–          Com’è stato bello, – ha detto – Veramente bello.”

–          Sono contento. Mi è piaciuto. Ti ha fatto male? chiesi.

–          Sì, tanto! Ora mangiamo e poi lo rifacciamo. – ha detto, sorridendo.

 

 

 

Sul finire dell’estate io e la mia compagna Forica siamo stati invitati al matrimonio di una nostra cara amica.
Come in tutti i matrimoni fummo costretti al rituale della cerimonia, dell’attesa degli sposi e del pranzo interminabile.
Il pranzo di solito noioso in cui viene voglia di fuggire.
Durante il banchetto la mia compagna era seduta davanti a me.
La tavola enorme e riccamente imbandita ospitava decine e decine di ospiti e numerosi bambini chiassosi.
Nel pieno della rotazione di pietanze sentii una strana sensazione ad una gamba. Ho pensato  che non poteva essere il piede di Forica che mi accarezzava. Solitamente quando lo faceva era indice di voglia di scopare, inoltre poteva essere lei a farlo perché si era momentaneamente non era al suo posto, e poi perché la tavola era talmente larga da non permettere un gioco del genere. Avrebbe dovuto avere gambe lunghe oltre due metri.
La sensazione fu maggiore quando sentii il movimento delle dita delicate, che supposi di una donna, che mi accarezzavano sopra i pantaloni. Sentii che mi apriva i pantaloni e le sue mani andavano anche sotto gli slip ad accarezzare il mio sesso.
Era una carezza morbida e delicata estremamente piacevole. Con quei massaggi e carezze in pochi secondi ebbi un’erezione che deformava il mio pantalone.
Per fortuna la tovaglia aveva un bordo abbondante che mi copriva in basso e non consentiva a di vedere il mio stato ed anche le mani della persona nascosta sotto il tavolo.
A dire il vero pensavo fosse Forica ma non la credevo così coraggiosa e così arrapata. Non c’era stata un’occasione che avesse acceso la sua voglia di fare sesso.

Erano tutti pensieri che ebbi finche non vidi Forica tornare al suo posto. Mi chiesi allora chi potesse essere l’assatanata.
Le due mani piacevolmente continuavano a massaggiare il mio cazzo ormai duro e il mio amore era davanti a me, seduta al suo posto.
Continuavo a chiedermi chi fosse sotto il tavolo ad eccitarmi così.
Il massaggio era così piacevole e lei si dimostrava così delicata ed eccitante che proprio non mi sentivo di fermare le dita che massaggiavano le mie parti intime..
Mi guardai intorno stralunato e tra un sorrisetto imbarazzato alla mia “lei” e qualche movimento nervoso sulla mia sedia, capii di chi si trattava: Mariella.

Era colei che tra gli invitati si era avvicinata a salutarmi e che mi aveva dato un casto bacio sulle guance sussurrandomi rapidamente che mi avrebbe voluto vedere in privato.
Il suo viso era dolce e sensuale, capelli scuri e lunghi. Era proprio lei che qualche anno prima avevo avuto modo di toccare per qualche secondo durante un gioco di società al buio a casa di amici e da cui ricevetti una vera e propria scossa elettrica.
Avevo sempre pensato che fare sesso le sarebbe piaciuto ma che si sarebbe potuta spingere fino a quel punto chi l’avrebbe mai detto?!
La carezza divenne più incalzante e ben presto sentii che le mani portavano allo scoperto il mio cazzo ormai durissimo e palpitante. Ero imbarazzatissimo e avevo paura che la situazione si venisse a scoprire.
Le mani lasciarono il posto ad una bocca morbida ed incredibilmente abile.
Sentivo la lingua percorrere tutta l’asta per poi lasciar chiudere le labbra sulla cappella e in un attimo ingoiare il cazzo in tutta la sua lunghezza.
Il ritmo di Mariella si fece sempre più eccitante tanto da portarmi in pochi minuti all’orgasmo con relativa sborrata che lei bevette con piacere e senza tralasciarne una goccia.
Fu difficile nascondere le mie sensazioni e dovetti più volte nascondere il viso nel tovagliolo per dissimulare l’enorme godimento che mi stava procurando.
Pochi secondi dopo la vidi uscire da sotto il tavolo dall’estremità opposta dove il caos di parecchi bambini la fece passare inosservata.
Mariella tornò al suo posto un paio di sedie sulla mia sinistra e dopo un po’ con alcune scuse riuscì a portarsi a fianco a me. Io ero eccitato dalla sua presenza ma anche piuttosto preoccupato poiché Forica mi era proprio di fronte e non immaginavo che reazione potesse avere.
Ma Mariella inizio a scherzare e a far ridere Forica e a farmi delle battute nell’orecchio per poi ridere insieme.
Così non parve strano a nessuno quando mi disse sottovoce di andare nel bagno delle donne e di aprire una particolare porta.
Mi alzai poco dopo scusandomi e dicendo che sarei andato in bagno.
Entrai con circospezione nella toilette delle signore e seguii le indicazioni di Mariella.
Pochi secondi dopo sentii la sua voce. Ma non era sola; infatti sentii anche la voce di Forica, mia compagna. Mariella si era fatta accompagnare al bagno.
Sentii chiaramente:
“Forica puoi tenere la porta per favore? Sai non sto benissimo e non vorrei che entrasse qualcuno nel frattempo”
“Va bene, ti aspetto qui fuori” rispose la mia compagna.
“Ok, intanto possiamo fare due chiacchiere” replicò Mariella entrando nel bagno occupato da me aprendo solo pochi centimetri la porta.
Me la trovai a fianco che mi guardava con occhi che indicavano la sua grande libidine e voglia di fare sesso.
Con le mani tremanti si tirò su la corta gonna lasciandomi vedere le sue gambe, le sue calze, il suo reggicalze e l’assenza delle sue mutande.

Una bellissima figa, pensai.
Poi come nulla fosse si piegò a 90 gradi offrendomi di scoparla lì così in piedi.
Lei appoggiò le braccia e la testa alla porta del bagno ed iniziò a parlare con Forica dall’altra parte.
Il discorso partì da cose futili per arrivare all’argomento sesso.
Intanto io ormai fuori di me tirai fuori il mio cazzo di nuovo in tiro e lo infilai senza problemi nella fica già bagnata di quella bella troia.

“Ma tuo marito com’e’?” chiese Mariella a Forica proprio mentre iniziavo a scopare.
“In che senso?” Forica.
“Dai … a letto! E’ bravo?”
“Ma, credo di si. Insomma io non ho una grande esperienza” rispose Forica bugiardamente. Era un trucco per non  dire subito che eravamo due grandi scopazzoni.
“Comunque non mi lascia mai senza sesso, questo è sicuro”
“Complimenti … ” disse ancora Mariella iniziando a dimenarsi sotto i miei colpi.
Io ci presi veramente gusto e la scopai con forza.
La tenevo stretta dai fianchi e la penetravo con una voglia sempre crescente.
E lei parlava tranquilla con mia compagna facendo crescere il mio eccitamento.
Quando ero quasi sul punto di venire Mariella chiese a mia compagna: “Ma giochi strani ne fate?”
“Di che tipo?” chiese Forica.
“Beh … ad esempio … ti ha mai inculata?” disse esplicitamente Mariella che ormai non riusciva più a controllare le sue stesse frasi in preda ad un incontenibile orgasmo.
Ma Forica non si scompose: “Raramente, sai a me non piace”
Ed Mariella: “A me invece fa impazzire!” ed alzò la voce in un acuto ricco di eccitazione.
Non me lo feci dire due volte.
In due secondi appoggiai il mio cazzo gonfio e lungo come non mai al suo bellissimo culo e penetrai con forza.
Con poche spinte ebbi ragione della tenacia del suo sfintere e gli fui dentro. Mariella aveva un culo stupendo.
“Fa proprio morire…” continuò lei dimenandosi sempre più e spingendo indietro per far penetrare bene tutti i miei 20 centimetri.
“Non si può sprecare un così bel cazzo per non farsi chiavare anche nel culo” gridò Mariella.
“Dici?” si limitò a chiedere mia compagna.
Ma ormai non ascoltavo più, sfondando le viscere a quella splendida troia venni sprofondando nel suo culo il mio cazzo e riempiendolo di sborra.
“C’è qualcosa che non va?”  chiese Forica da fuori.
“Nulla, nulla, arrivo! Non ti preoccupare. Sai gli abiti eleganti sono sempre una difficoltà quando si deve andare in bagno” replicò Mariella che già si liberava di me rivestendosi in tutta fretta.

 

Forica è stanca ed ha voglia di sentire il sole scaldare la sua pelle. Il lavoro all’università l’ha debilitata e mi ha trascurato. Ora si presenta un periodo di relax ed allora ho un’idea: approfittare delle ferie accumulate e prenderci un paio di settimane di libertà. 
Le propongo l’idea e lei, che mi ha trascurato per due mesi, è disponibilissima. Mi ha detto che non vede l’ora di scoparmi per bene.
Vado a casa sua e la trovo che prepara la valigia e la riempiendola per buona parte di indumenti e scarpe ne – voglio approfittare per vestirmi da bella figa – mi dice
Arriviamo all’hotel nel pomeriggio, in tempo per un bagno nella piscina dell’hotel e per goderci anche gli ultimi raggi di sole, poi andiamo in camera a prepararmi per la cena.
Lei rifinisce la depilazione e indossa una T-shirt aderente e un paio di jeans; abbigliamento unisex e anonimo.
Vista la stagione il ristorante è semi deserto con solo tre o quattro i tavoli occupati da coppie in posizioni tranquille dove poter rimanere in intimità. Anche noi ci adeguiamo e scegliamo un angolino da dove si può vedere il giardino e osservare discretamente quello che succede.
Si avvicina un cameriere che si dimostra simpatico e disponibile a socializzare, si chiama Roberto.
E’ tunisino.
Ogni volta che si presenta al tavolo scambiamo qualche battuta.
Ho notato che a lei quel maschio piace e lo sta osservando. Chissà che idee ha in testa Forica!
E’ un ragazzo dalla carnagione scura, discreto, alto, magro, dai bei lineamenti, occhi scurissimi e vispi. Forica mi dice che le piace il taglio della sua bocca, molto ben disegnata,carnosa e sensuale.
Mentre serve il dolce, Forica fa cadere “casualmente” una posata per terra. Lui si china per raccoglierla. Lei aveva fatto in modo che i jeans a vita bassa lasciassero bene in mostra il perizoma indossato.
Quando si rialza vedo i suoi occhi che la fissano con stupore e desiderio.
Notiamo un rigonfiamento nei suoi pantaloni ed allora Forica sposto lo sguardo sulla chiave appoggiata sul tavolo con il numero della camera in vista. E’ un esplicito invito a fare una visita intima in camera.

Il vino che bevuto ci ha reso allegri e Forica mi ha detto che ha voglia di fare la puttanella
-Lo sai che sono proprio in calore. Ho voglia di farmi il cameriere.
Entrata in camera si è messa di fronte allo specchio e si è trasformata in una irresistibile puttanella.
– se Roberto mi farà visita mi troverà così, altrimenti, mi masturberò guardandomi allo specchio giocando con il tuo cazzo oppure con i toys che mi sono portata.
La vedo lasciar liberi i capelli lunghi con frangetta, indossa un corpetto nero che le stringe i fianchi, guepiere, calze fumè velate e il perizoma già indossato a cena e che ora è già macchiato dai suoi umori.
Indossa un tubino nero in pelle con spacco laterale che la copre fino poco sopra le ginocchia e che le fascia alla perfezione il fondo schiena, per concludere scarpe decolleté tacco10.
Quando ormai lei si stava rassegnando a passare la tarda serata solo con me, sento bussare alla porta: è’ Roberto.
Prima di aprire la porta Forica lo invita ad entrare con gli occhi chiusi, perché le ho preparato una sorpresa.
Apre la porta e si mette alle sue spalle posando le mani sui suoi occhi.
Le chiede se gli piacerebbe se fosse vestita come una di quelle attrici sexy che si vedono sulle riviste.
Lui si volta e rimane senza parole.
Nonostante la mia presenza Forica lo metto a suo agio, chiacchiera con me e con lei mentre lei gli accarezza il petto, poi io gli tolgo la giacca e vedo che apprezza la sorpresa che ha trovato.
Quando Forica, con la sensibilità unica delle femmine, sente che è abbastanza rilassato e che le intenzioni sono chiare, si avvicina alle mie labbra e la bacio dolcemente. Poi si volta e bacia Roberto andando ad incrociare la lingua con quella del nuovo maschio.
Gli guarda la bocca sporca di rossetto: ha delle labbra molto femminili.
Lui sorride. Loro due si mordicchiamo le labbra, i baci si fanno sempre più profondi, le loro lingue si incontrano.
Lei sente il suo cazzo che spinge contro il pancino, siamo tutti eccitati.
Le mani di Roberto scivolano lungo i fianchi, le palpa il sedere e le cosce poi si infila su per lo spacco dove trova il perizoma sollevando la gonna che a quel punto fascia solo l’inguine.
-Ce l’hai bagnata – dice.
Lei sorride, annuendo e slacciando la camicia.
Le succhia e morde delicatamente i suoi capezzoli.
Vedo che le sue mani massaggiano il sesso di Roberto ed anche il mio che sta per esplodere. Quello dell’ospite sembra di granito.
Io inizio a segarmi. La scena è troppo arrapante per non avere voglia di segarsi.
Le slaccia i pantaloni, accoglie tra le mani il sesso di Roberto, scuro, gonfio, con una bella cappella e con la bocca scende fino a sfiorarla con le labbra, lo bacia.
La lingua percorre con calma tutta la lunghezza del  suo cazzo gustandone il sapore.
Osservo come massaggia le due belle palle prive di peli prima con le unghie, poi se le gode in bocca.
Roberto dice che Forica è proprio una troia, che lo sta facendo impazzire e che lo eccita tremendamente.
E’ arrivato il momento di farlo stendere sul letto e mentre Forica continua il lavoro con la bocca le offre anche il culetto, che va a sfiorare la sua faccia.
La gonna vola via e le sue mani non si staccano dai glutei, poi appoggia la lingua sull’ano ormai bagnato e lo esplora con grande avidità.
Il calore della sua lingua che si muove intorno e dentro il buco stimola Forica a fargli un bel pompino alternando colpi di lingua sulla sua cappella con degli affondi in cui prende tutto il suo cazzo fino in gola.
Non ha voglia di staccarsi dalla sua asta, è sempre stata golosa e le piace molto fare i pompini.
Ha sempre detto che è impagabile sentire un cazzo caldo e grosso in bocca, quindi penso che rinuncerà a farsi scopare per questa volta.
Dai movimenti e dai mugolii si capisce che sente il dito medio che si introduce nel suo buco mentre la sua lingua non accenna a fermarsi.
Con una mano Roberto la sta accarezzando la figa e dintorni mentre io mi sto masturbando lentamente. Intanto le prime gocce escono dalla punta del suo cazzo e lei si gusta il loro sapore, un po’ dolce un po’ salato.
Rallenta il ritmo del pompino per far si che questa fase di massima eccitazione duri qualche minuto.
Le dita infilate nel buchetto, che già da tempo ha preso non solo quelle, diventano due e le accoglie fino in fondo.
Ora Forica è aperta, bagnata e penso come sarebbe bello se ci fosse un altro bel cazzone da soddisfare.
Mi sto segando godendomi i giochi tra i due amanti. I miei gemiti si fondono con i loro, sento che lei si sta trattenendo per non venire.
 Il cazzo di Roberto è pronto ad esplodere e lei lo tortura con la lingua sulla cappella, fino a che non lo prendo tra le labbra e succhiando gli da gli ultimi colpi dolci ma decisi prima di farlo venire.
Le chiede che sborrare sul volto e lui docilmente esegue.
Roberto esplode in una fantastica sborrata che prima le inonda il viso e poi le riempie la bocca.
-Sono una golosa! Mi piace il sapore della sborra e me lo gusto fino in fondo.
Raccolglie con la lingua la sborra che le cola dal viso aiutandosi anche con le dita senza tralasciare di pulire per bene il sesso da cui è sgorgato e che solo ora comincia ad avere i primi segni di cedimento.
– Sono momenti che mi fanno sentire veramente puttana.
-Voglio che anche tu goda –  mi dice mentre mi fa mettere sulla schiena e lei riprende a ditalinarsi lentamente.
Io sono eccitato. Lei lo è come una cagna in calore. L’odore e il sapore della eiaculazione mi hanno portato ad un punto in cui ci vuole poco perché anch’io venga con un’abbondante sborrata che si sparge sul corpetto di Forica  su fino al collo.
Roberto si china, con la lingua raccoglie qualche goccia del mio sperma e la deposita sulla sua lingua mescolando i sapori. Sorridiamo, siamo tutti soddisfatti.
Roberto rivestendosi dice che è in ritardo, deve rientrare a casa, ma domani ci si rivede.
Spero solo che a casa non abbia una moglie che si aspetta una notte di sesso, perché penso che Forica lo abbia spremuto abbastanza.
Così finisce la prima giornata di un soggiorno che si rivelerà piacevole e pieno di sorprese

Entro in casa sua e la vedo con il solo perizoma scostato e la figa umida. Sta guardando le immagini di un film porno bollente. Anche accorgendosi della mia presenza, non cambia posizione.
“Che succede?” mi chiede impassibile non appena si accorge del mio sguardo un po’ meravigliato.
“Veramente sono io a chiedertelo…” rispondo io “mi sembra che te la sei presa, ehm, diciamo, … comoda.”
“Eh si!” mi risponde Forica
Guardo la mano di Forica che si muoveva nel perizoma. Le sue mammelle ben definite che si gonfiavano mentre respirava. Da quando la conoscevo non l’avevo mai sorpresa a guardare un film porno da sola; me lo disse che lo faceva e che godeva tanto ma fino a quel momento mai l’avevo vista eccitarsi da sola a guardare attori ed attrici fare sesso.
Le sue mammelle ben gonfie e turgide non erano l’effetto di pillole o altre schifezze, era tutta roba naturale
“Guarda che roba!!” mi disse indicando lo schermo.
Una ragazza bellissima in costume rosso, si stava facendo inculare dal cazzo enorme di un ragazzo muscoloso e bello.
“A dirla tutta, somiglia molto al tuo cazzo. A te non sembra?”
Il reggiseno del costume era solo fuori posto per far uscire le enormi tette della ragazza e le culotte erano scostate per permettere al cazzo di penetrarle il secondo canale.
“Che porca!” esclamò Forica “E’ bravissima glielo sta facendo scoppiare.”
“Si ma a questo punto… perché non si toglie del tutto il costume? Facci vedere tutto zoccola!” dissi osservando lo schermo anche io.
“Ma che dici… lasciandoselo addosso è molto più arrapante. Quello che vedi non è amore, è sesso! A lui interessano le tette e il buco del culo, basta! Deve svuotarsi le palle mica fidanzarsi!”
“In effetti….”  risposi
A un certo punto comparve il primo piano del cazzo che scivolava dentro e fuori, che sfondava quel culetto e cominciai ad eccitarmi ulteriormente.
Forica intanto si tolse anche il perizoma e restò completamente nuda.
“Senti… se non mi tolgo i pantaloni me li sporco tutti!” dissi
“Ma.. ti piace così tanto guardare una ragazza che si fa inculare?”
“Guardarla??! A me piace farlo! Non c’è niente di meglio che vedere e sentire il mio cazzo che sfonda il culetto di una bellissima donna come te.”
“Purtroppo alle ragazze non piace tanto il sesso anale. Ai ragazzi di più.”
“E tu che ne sai?” chiesi io un po’ stupito
“Beh! perché quando non ho tempo e voglia di corteggiare un ragazzo, perché noi donne ce la tiriamo un po’ troppo, chi più chi meno, allora alcuni maschi preferiscono scopare con gli uomini.”
“Senti questa stronzata non me la bevo. Non ci credo” dissi scuotendo la testa.
Poi ci fu un silenzio imbarazzante, durante il quale continuammo a toccarci i sessi e a guardare il film.
Lei non si masturbava, si limitava a strofinarselo con il palmo della mano.
“Hey! ma ti sei scandalizzata? Siamo nel 2000, svegliati!” dissi con un sorriso che mostrava tutti i suoi denti bianchi.
“Si ma.. Non capisco… Ti piacciono le donne o gli uomini oppure entrambe?” mi chiese Forica
“Senti a me piacciono i culi, ok? E a dirtela tutta, ogni volta che devo scoparmi un culo di una ragazza, devo faticare parecchio. Fiori, cioccolatini, stronzate, poesie. Poi devo pure masturbarle il clitoride per farla venire, perché non basta certo che glielo metto in culo.
“Un ragazzo può venire senza che lo masturbi?” mi chiede Lei
“…E certo!”
Intanto nello schermo, il ragazzo aveva smesso di fottersi quella bellezza statuaria. Con due mani le aveva aperto il culo e stava titillando il buchino con la lingua mentre la ragazza gemeva.
“Piantala di raccontare stronzate!” rispose Forica “Senti… A me piace prenderlo in culo e farmi inculare anche da altri ragazzi. Sei libero di non essere più mio amico se credi che sia una cosa grave. Secondo me, ogni ragazzo dovrebbe provarlo.”
Mi prese il cazzo tra le mani, stringendo forte le dita e cominciò a menarmelo. Intanto io ero sempre più eccitato ed il cazzo rischiava di scoppiare.
“Beh a me piacciono le donne e basta…” dissi quasi a bassa voce. Mi alzai di scatto e andai davanti a lei. Il cazzo scappellato puntava nella mia direzione della sua bocca.
A lei non piaceva prenderlo in bocca ma pur sapendo i suoi gusti “Non ti piace proprio? E se ti chiedessi di assaggiarlo?”
Cominciai a respirare affannosamente e indietreggiai di un passo. Ma Forica si avvicinava, calma e istintivamente la sua mano si protese verso di me.
“Toccalo dai…”
Subito prese in mano il mio cazzo ed ebbi un fremito.
Lei lo sentiva caldo, pulsante e terribilmente duro.
l video intanto era giunto alla sua conclusione. Il palestrato tolse il pisello dal culetto della ragazza, la fece mettere in ginocchio e gli sborrò in bocca.
Mentre l’eccitazione la faceva tremare, prese a occuparsi seriamente del mio cazzo.
Con una mano andava su e giù facendomi abbassare la pelle, in modo che la cappella fosse tutta scoperta e con l’altra mano mi massaggiavo le palle.
“Non vuoi proprio assaggiarlo?” chiesi, mentre mi dava un po’ di sollievo.
Forica si inginocchiò, proprio come aveva fatto la ragazza nel film e mi leccò dalle palle alla punta, titillando poi la cappella con dei piccoli colpetti. Poi chiusi gli occhi e lo prese in bocca fino alla gola, andando su e giù un po’ di volte, ma era molto grosso.
“Denudati!” chiese la mia donna, ansimando.
Mi denudai completamente. Il mio cazzo era veramente duro
Senza parlare ci avvinghiammo in un bacio. Le accarezzavo le natiche e anche lei toccava il mio. Senza preavviso le massaggiai il buchetto del culo con il dito medio.
“Vuoi provare qualcosa di grosso?…” le sussurrai, tra un bacio e una slinguata.
“Non so se sono pulita abbastanza”
Smisi di toccarla, le misi il dito in bocca per succhiarlo.
“Sei a posto, tesoro. Prova tu stessa”
Mi disse che non era un cattivo sapore, assomigliava leggermente al muschio.
Ora non avevo più inibizioni.
Senza che lo chiedessi, si appoggiò al tavolo e si misi a novanta gradi, spalancandomi le natiche con le mani per farmi vedere bene il suo buchetto.
“Vedo che hai capito perfettamente quello che mi piace…” dissi a voce bassa mentre mi avvicinavo a lei con il mio sesso.
“Sei proprio una troietta. Abbassa di più le spalle e alza il culo, così ti posso scopare”
Lei obbedii immediatamente e la punta del mio cazzo la passai sulla sua fighetta per bagnarla, poi la poggiai sul suo buchetto per inumidirlo con i suoi umori. Quando fu pronta mi disse
“Ora entra piano”
Feci un po’ di pressione e lei mi aiutò ad entrare con molta lentezza. Aveva paura del dolore.
Lo infilai lentamente e andando dentro e fuori.
 “Aspetta. Non voglio farti male” dissi togliendo la cazzo dal culo. Andò in bagno e ne uscì con un barattolo di vasellina. Ne prese un bel pò e me la spalmò tutta sul buco e anche un pò dentro.
Alla paura iniziale si sostituì il piacere e Forica si rilassò. Ciò fece sì che lo sfintere si aprisse bene.
Lei iniziò a gemere come una cagna in calore.
“Fottimi dai! Sbattimelo tutto dentro. Riempimi! Fammi sentire una puttana. Così! Bravo! Che bello!”
“Ok… Adesso posso chiavarti come meriti, puttanella”
“Mmmmh…Lo voglio tutto in culooo!” gridò non appena sentì la pressione del cazzo.
La pompai con forza tanto da farla urlare e nello stesso tempo
“Sii troia, ti sto sfondando il tuo culetto vergine.. Ti scopo zoccola!”
Lei urlavo dal dolore ma non voleva assolutamente che mi fermassi
Dopo diverse spinte, dopo alcuni minuti, mi disse che il dolore si era attenuato e che si eccitava molto senza che si masturbasse.
“Daiii… Continua… non ti fermare… Scopami tesoro… Sono la tua puttanella.. Il mio culetto è tuaaa” gridò ancora facendo si che un grande piacere crescesse inesorabile in di me, un piacere che non avevo mai conosciuto, totalmente nuovo.
La presi per i fianchi e spingevo sempre più forte, con grande vigore.
Le mie palle sbattevano sulle sue natiche.
Venni con un grido, spruzzando una quantità incredibile di sperma.
“Godo anch’iooo!” urlò Forica, sbrodando abbondantemente a spruzzo.
Appena mi svuotai, uscii da lei e mi diede un bacio sulle labbra.
“Lo sai che sei la più troia di tutte le troie che ho conosciuto? Che ne dici se ci fidanziamo?” le chiesi sorridendo.
“Ma sei matto? Non ti lavi mai i calzini e non sai cucinare!” rispose abbracciandomi.
Dopo esserci ricomposti, ci sedemmo sul divano a guardare la televisione.
Quella fu la prima ma non l’ultima chiavata in culo che ci siamo fatti, ma devo dire che ancora oggi, a distanza di anni, ho un debole per lei e spero che prima o poi scatterà di nuovo la voglia di rifarlo.

Da qualche tempo, io e la mia compagna Forica , trovavamo eccitante a giocare con i nostri sensi pensando a voce alta a situazioni piene di erotismo in cui partecipavano altre persone. Ci si era limitati a semplici occhiate intriganti, a frasi a doppio senso, a volte esplicite altre volte appena accennate ma cariche di eros. Ci sollecitavamo con lievi carezze anche molto intime e anche qualche bacio dato in pubblico.
Prima o poi saremmo andati oltre i nostri sogni realizzandoli.
L’occasione si presentò una sera d’inverno.
Invitammo a cena Monica e Alex, una coppia d’amici di vecchia data e di provata fiducia.
Le serate insieme, di solito, le passavamo a discutere con interesse reciproco perché la buona intesa fra noi ci consentiva di affrontare molti argomenti anche scabrosi senza remore.
Quella sera la discussione la pilotammo sull’erotismo.
Forica confessa a Monica quanto si era eccitata a stuzzicare un suo vecchio conoscente davanti ai miei occhi.
“Sai”, dice Forica guardando Monica “ogni volta che ripenso a quell’incontro mi eccito, sento una specie di eccitazione e di calore che nasce dentro che mi incoraggia a rifarlo spudoratamente. Pensavo che la la prossima volta andrò dove ho sognato e non mi fermerà la morale”
Monica voltandosi verso di me “E tu, cosa ne pensi?”
Le rispondo che sia i gesti che l’idea di sedurlo nuovamente non mi ha disturbano, anzi mi eccitano profondamente. Devi sapere , cara Monica, che vedere la mia donna che realizza i suoi desideri e la sua sensualità non crea in me sentimenti di gelosia, al contrario me la fa vedere donna, pienamente femmina. Una vera femmina che sa gestire il suo sesso e il suo sentimento. Unire le due cose quando sta con me e mantenendole separate quando sta con altri non è facile ma dimostra carattere e personalità. Ritengo sia l’essenza della femminilità. Non sono geloso del suo corpo, semmai lo sono della sua testa, del suo amore”
Monica accenna un sorriso di assenso e rivolgendosi a Forica
“Ne deduco che uno dei tuoi sogni erotici è quello di “metterti in mostra” anche davanti ai suoi occhi?”
“No. Mi spiego meglio. Nella mia mente creo delle situazioni intriganti e quella era una di queste. Il mio vero e grande desiderio è di soddisfare la mia voglia di sesso facendomi due uomini insieme”
Sollevando la testa ed estraneandosi un attimo da noi “Mi piacerebbe sentire le mani di due uomini che poggiate su di me e godere delle loro attenzioni e farli godere tutti e due dentro di me. Io a Lui l’ho detto. Per il momento mi ha fatto provare sensazioni simili con dei giochetti e degli oggetti ma suppongo che farlo con due uomini veri sia uno sballo e quindi è un desiderio non realizzato.
Monica lancia un’occhiata complice a Alex, si solleva sistema meglio sul divano, mi guarda, poi rivolta a Forica dice:
“Lo sai che molte donne desiderano farlo anche se non hanno il coraggio di confessarlo e di farlo. A dire il vero qualcuna non lo confessa ma lo fa. Certo è che farti due uomini e farli godere ti fa sentire molto donna, ti fa sentire veramente femmina, fa risaltare la tua natura animalesca primordiale che ora nascondi, direi farse anche un pò vacca, ma decisamente femmina. Di sicuro ti permette di superare i limiti imposti dalla morale e dal bigottismo sociale. Limiti che sono molto resistenti ma che, non appena superi con coraggio il disagio apparente della prima volta, crollano tutti insieme. L’eccitazione provata è tale che non ti riconosci. Provi un’eccitazione inimmaginabile e godi oltre ogni limite. Se il tuo amore non è contrario è facile realizzare il sogno. Alex non è contrario e io l’ho già fatto. Perciò te ne parlo così”
“Angelo tu che ne dici? Saresti contrario oppure vorresti far realizzare un sogno alla tua donna?”
Osservo Forica incantata dalle parole di Monica assumendo uno sguardo assorto in chissà quali pensieri anche se è facile immaginarli.
Replico dicendo
“Si potrebbe fare, perché no?…Ma tu faresti da insegnante oppure avresti qualche altra funzione?”
“Solo da insegnante per guidarla …. Se entrambe voi maschietti lo vorrete!” Risponde Monica.
Alex sino a quel momento non ha parlato pensando chissà cosa ma ora è tornato tra gli umani, chiamato dalla sua donna.
Forica, sentita la mia risposta, mi lancia uno sguardo tra lo stupito e lo speranzoso.
Monica, allora, invita Forica a sedersi al centro del divano, si avvicina a me, che sono seduto su una sedia, poggiando le labbra al mio orecchio che avverte il suo alito e sussurra ”Vedrai che non te ne pentirai!”
Mentre si allontana mi guarda in faccia da così vicino che le sue labbra sfiorano le mie e la sua lingua velocemente ci passa sopra.
Poi porge il braccio verso Alex, lo fa sollevare dalla sedia per farlo sedere sul divano a fianco di Forica che mi guarda in attesa di una mia espressione di disappunto che però non arriva.
Capisco che cadendo un primo limite. Forse vorrebbe un mio consenso.
A me viene spontaneo dire “Ora puoi fare sul serio e non sognare”
Lei guarda a Alex. Le guance sono rosse e Forica la invita a a toccarlo.
Monica è passata dietro il divano ed invita Alex a sbottonare la camicetta di Forica.
Lei si porge docilmente inarcando la schiena evidenziando il suo seno.
Alex avvicina le labbra alle sue, la bacia mentre gli fila la camicia.
Lei si lascia baciare ma non apre la bocca.
Lui la bacia sul collo scorrendo verso il seno e sulle spalle ritornando alla bocca. Solo ora si concede aprendo le labbra a consentendo che la lingua di Alex entri in lei.
Emette un piccolo sospiro quando le mani di Alex slacciano il reggiseno.
Con un gesto istintivo, proprio di della femmina che vuole godere, offre i suoi capezzoli alle labbra di lui che inizia a succhiarli leggermente ma non li tocca con le mani che segnano il contorno delle mammelle con i polpastrelli e per proseguire a slacciare i jeans leggeri di Forica. Lei solleva un poco il bacino per facilitare l’operazione e qui c’è la sorpresa per tutti: Forica non indossa niente; era già nuda sapendo che quella sera avrebbe fatto sesso con qualcuno.
Le sue mani vanno sulla peluria leggera del pube e risalgono verso i fianchi.
Monica ritorna davanti al divano e si avvicina a me guidandomi sull’altro fianco di Forica rimanendo lì ad osservaci aspettando una mossa da noi maschi.
La mia compagna mi guarda con uno sguardo arrapatissimo.
Non mi resta che chinarmi verso la sua figa e divaricando le labbra con le dita per poterla leccare mentre Alex è impegnato a succhiarle i capezzoli.
Sotto le nostre sollecitazioni lei ha uno spasmo di piacere e mugola approvando. Dalla quantità di succhi che escono dalla figa deduco che è eccitatissima ma lei ancora non prende nessuna iniziativa. Le piace essere stimolata da altri; anche questa è per me una sorprendente novità.
L’esperta lingua di Alex scopre i punti sensibile del corpo di Malena e con abili colpi le sconvolge il sesso che, da aperto, sembra un piccolo frutto di mare “bagnato” annegato in una foresta cresciuta perfettamente sopra il monte di Venere.
Monica si da da fare ad organizzare quei momenti. Si inginocchia di fronte a me e dopo avermi aperto i pantaloni tira fuori il mio pene succhiandolo.
Forica, che avendo gli occhi chiusi non ha visto la scena, si accorge dal mio sospiro e dalla foga con cui ora gli sto leccando la figa che qualcosa è accaduto.
La guardo, vedo i suoi occhi dilatarsi mentre osserva Monica che me lo succhia; per compensare l’azione dell’amica le sue mani corrono verso la patta dei pantaloni di Alex e liberano il cazzo. Lo trova turgido e pronto per averlo in bocca; lo accoglie facendo ansimare Alex di piacere.
Io allora sono con la lingua sulla sua figa inserendola quanto più possibile dentro di lei.
Forica si sta godendo in bocca il cazzo di Alex; quando lo ingoia la sua lingua lo massaggia e titilla. Quando esce dalla bocca lo tiene ben saldo in mano per guidarlo a suo piacimento.
Mi accorgo che il suo ritmo segue quello delle mie laccate ed allora provo ad intensificarle sino a quando Alex con un gemito invita Forica a staccarsi.
Lei si abbandona sul divano, ansimando, così come Alex.
Monica tenendomelo in mano ci guarda.
Con una mano dietro la nuca avvicino il viso di Monica per costringerla ad ingoiarlo tutto. Forica, alla vista di questa scena, avvicina il suo viso a quello di Monica che le offre subito il mio sesso.
La bocca della mia donna mi procura subito un intenso godimento mentre mi guarda negli occhi dal basso, poi lo offre nuovamente a Monica. Le loro lingue scorrono insieme sul mio membro e a volte si incrociano fra di loro.
Alex in quei momenti sta sditalinando Forica.
Io sento due lingue e due bocche sulla mia cappella non so di chi è l’una o di chi è l’altra. Sento i gemiti di due donne e la situazione è veramente erotica ed arrapante
Forica mi guarda, è eccitatissima. La invito ad alzarsi in piedi con una mano dietro la schiena.
Monica le mette le mani sui fianchi e la guida a cavallo di Alex.
Lei prende in mano il sesso di lui e se appoggia tra le grandi labbra per guidarlo dentro di se. Scende molto lentamente, aiutata dalle mani di Monica che la invitano a penetrarsi. Monica inoltre osserva la penetrazione del cazzo del marito nella figa di Forica
Osservo rapito la mia compagna che accoglie quel pene dentro di se mentre le mani di Monica, appoggiate ai suoi fianchi, la invitano a muoversi.
Monica lascia che il pene di Alex occupi per intero la vagina fino a che l’utero sia a contatto del sesso di Alex poi inizia a muovere ondeggiando lentamente il bacino.
I due si stringono, le bocche si baciano, i sessi palpitano, sembrano quasi essere in apnea e smaniano di respirare nel loro habitat naturale.
Per poter vedere Forica in volto vado dietro il divano; la trovo con gli occhi chiusi che assapora il sesso dell’amico.
Nel momento in cui porge le mammelle ad Alex io le offro il mio pene in bocca.
Lei apre gli occhi, mi guarda e apre la bocca con un sospiro di piacere e lo ingoia.
Ora non si limita più a tenere Alex dentro ma incomincia a cavalcarlo, prima lentamente poi sempre più veloce.
Forica tenendomi in bocca non mi guarda in volto, chiude gli occhi per godersi i due sessi maschili, soprattutto quello di Alex che la penetra mentre con le mani gli stimola il clitoride.
Mentre la guardo muoversi mi eccito a dismisura, le sensazioni che sto provando mi stupiscono e non riesco a credere a me stesso.
Forica aumenta il ritmo della monta, Alex cerca di assecondarla sino a quando le mosse di lei non seguono più nessuna logica.
Forica sente il solletico delle mani su di lei ed il richiamo dei suoi baci, le forze si risvegliano in lei. Sente la tremenda forza del suo desiderio e decide che quell’uomo deve entrare tutto in lei con il corpo e con l’anima, lo vuole profondamente nel suo ventre.
Lei lascia uscire dalla bocca il mio cazzo, reclina il busto all’indietro, trattenuta dalle mani di Alex, e lancia un grido di piacere mentre le sue gambe si allargano moltissimo e il pube lo spinge verso quello di Alex per avere la massima penetrazione.
Ha ancora a qualche fremito. E’ venuta.
Si lascia cadere esausta sul petto di lui mentre con la bocca cerca me. Gli offro prontamente quello che cerca e lei lo lecca lentamente e languidamente.
Dopo pochi istanti si solleva lasciando il pene di Alex lucido dei suoi umori e si siede sul divano a fianco di lui che la accarezza come fa un maschio con la sua donna. In effetti ora Forica è anche sua.
Monica ha osservato la scena seduta in poltrona lì davanti. Mentre Forica mi stava succhiando la vedevo, a gambe aperte, toccarsi sotto la gonna. Guardandola cerco di capire se gradisce le mie attenzioni e lei, capendo al volo la situazione dice
“Oggi la festeggiata è Forica, godetevela..”
A queste parole non mi rimane che passare le mani sul corpo di Forica aggiungendole a quelle di Alex; lo massaggiamo e lo baciamo trovando i suoi punti erogeni. In poco tempo eccitiamo nuovamente.
Forica prende in mano i nostri membri, menandoli delicatamente, mentre a occhi chiusi si gode le nostre carezze.
Sentendo il pene di Alex ingrossarsi ulteriormente si tuffa su di lui mettendolo in bocca.
Io le bacio la schiena scendendo sino alle natiche. Con le mani raggiungo la figa trovandola nuovamente umida.
Senza dire niente si stacca da noi e si mette in ginocchio di fronte a Alex. Mi viene spontaneo prendere posto dietro di lei appoggiando il pene sulle sue natiche.
Forica, senza mollare il membro di Alex, allarga leggermente le gambe, quel tanto che basta per consentirmi di penetrarla.
Mentre entro in lei la sento mugolare perché la sua bocca è impegnata. La femmina si stacca un attimo dalla stretta di quel bell’uomo nudo, gli bacia i suoi due gioielli e poi ingoia lussuriosamente l’oggetto maschile come volesse risucchiarlo per non liberarlo più.
L’atmosfera è rovente, il profumo della loro pelle si diffonde nell’ambiente, si respirano emozioni, caldissime, trepidanti, irrinunciabili.
La bocca di Forica abbandona il sesso di lui, incomincia a baciargli il petto. La moglie gli esplora la schiena e soppesa le belle palle.
Lui coglie il suo attimo di quasi disattenzione, la penetra velocemente facendola urlare per un attimo di dolore seguito da un piacere immenso di allargamento della vagina.
Lei sente come di aver catturato, sequestrato l’uomo intero e non solo il suo sesso. Llo vuole tenere prigioniero nella sua umida ed accogliente gabbia. Lui ansima, si muove dentro di lei. Lei lo bacia sulla bocca lascia il mio sesso per baciarlo sugli occhi, sulle orecchie, sul collo.
Attorno si è sviluppato un turbinio di giochi di mani, di carezze, di baci passionali. Forica ha un primo inebriante orgasmo.
Con un cenno ferma l’attività della monta.
E’ umidissima e dilatata dall’eccitazione.
Io la prendo violentemente tenendola per i fianchi; più la sbatto con violenza più mi eccita.
Dietro di me sento le esclamazioni e gli incitamenti di Monica appropriati al momento.
Vado ad esplorare la vagina di Forica seguendo il contorno del mio pene che entra in lei e allargo le labbra. Trovo il clitoride e lo titillo.
Mantenendo il ritmo osservo la sua testa che sale e scende sul pene di Alex.
Quando mi accorgo che il suo orgasmo sta arrivando premo la sua testa contro Alex, costringendola ad ingoiarlo tutto.
Lei viene gemendo ed anche Alex che urla nello stesso istante che sta per venire. Non mi resta che bloccare la testa di Forica contro il pene di lui perché riceva lo sperma.
Esco da lei e mi siedo sul divano, faccio un cenno a Monica che prontamente si inginocchia davanti a me e me lo prende in bocca.
Forica arriva quasi subito e si unisce a noi.
Provo un piacere indescrivibile mentre le loro lingue e le loro labbra danzano sul mio pene.
Vengo quasi subito. Ho gli occhi chiusi e non vedo dove va a finire il mio seme. Finché il mio piacere non è scemato sento le loro lingue su di me.
La serata è finita così lasciandoci spossati ma molto appagati. L’unica che non ha goduto pienamente è Monica che ha voluto fare un regalo alla sua amica. La prossima volta ci dedicheremo a lei, questa almeno è stata la promessa mia e di Alex.
Nel frattempo voglio approfondire un aspetto sconosciuto della mia donna.
Ho avuto l’impressione che lei godesse in modo particolare mentre mi leccava insieme a Monica.
Sono sicuro che le loro lingue si siano incrociate e che qualche bacio se lo siano scambiato.
Inoltre ho nella mente la sua espressione mentre la mani di Monica la guidavano su Alex, mi è sembrato che godesse di quel contatto.
Il prossimo incontro sarà la verifica delle mie impressioni.

Oggi è una bella giornata di sole. Mi chiama mia cognata e decidiamo di uscire insieme per fare due compere. Avevo voglia di curiosare senza comprare niente e poi anche farmi vedere.
Il mio carattere di esibizionista ogni tanto, soprattutto nelle belle giornate primaverili, riaffiora.
Decidiamo di trovarci in centro città.
Indosso una giacca decido per un abbigliamento sullo sportivo elegante con qualcosa di civettuolo sotto per sentirmi più femmina. Quindi minigonna, camicia aderente, gilet, giacca.
Mi metto in auto dato che abito un po’ in periferia per lasciarla in un parcheggio soterraneo.
Ferma ad un semaforo rosso mi accorgo dello sguardo insistente di un camionista che mi osserva dalla cabina di guida.
La cosa non mi mette a disagio. E’ il primo che guarda oggi e mi fa capire che almeno a qualcuno piaccio.
Appoggio una mano sulla coscia e faccio si che la gonna salga su mostrando il bordo di pizzo della balza della calza mostrando chiaramente i gancetti del reggicalze.
Il mio atteggiamento è tale da non dare ulteriori informazioni al camionista.
Il semaforo diventa verde ed io riparto eccitata. Penso che un maschio oggi mi vorrebbe scopare. Mi sento a mio agio e la voglia di essere femmina è già in circolo.
Parcheggio l’auto e incontro mia cognata.
“Sei uno schianto Forica! Oggi devi stare attenta! Se ti vedesse Angelo ti trascinerebbe in un portone e chissà che ti ti farebbe!” mi dice in tono allegro e ben augurante.
Giriamo camminando per il centro commentando le merci esposte nelle vetrine ed adattandole ai nostri corpi senza lanciarci battute su quello che i nostri maschi ci farebbero se ci vedessero con quei capi.
Ciò che mi attrae maggiormente e che non resisto dal provare è un completino, camicia e gonna e dei pantaloni ma non lo compro; mi sembra troppo serio. Pensavo fosse più sexy.
Poi nello stesso negozio mi sposto al reparto lingerie donna.
Mia cognata si sofferma su dei pantaloni e su delle maglie di cotone per l’estate. Va in camerino a provare i capi ma c’è la fila per provare ed aspetta che si liberi il cubicolo.
Mentre curiosavo, senza dire niente a mia cognata, mi è venuta voglia di comprarmi qualcosa di sexy da indossare in un’occasione speciale.
Mi soffermo su delle deliziose camice da notte in seta di vari colori.
Stavo per prenderne una quando una voce, alle mie spalle mi sussurra:
”Questa canottiera non ti starebbe male. Io te la consiglierei insieme a quest’altra!”
Mi volto e vedo: alto, moro, occhi scuri, corpo atletico.
”… e questo figaccio chi è?  Accidenti se è bello!”
E’ una persona gradevolissima e gli do corda. Per lo stato in cui sono oggi è l’uomo che potrebbe allentare le mie voglie tra le gambe.
” Sei sicuro?” replico guardandolo dritto negli occhi per comunicargli che mi piace.
In un attimo di follia penso anche che sia gay, tanto è bello.
” si! Decisamente! Le donne belle come te devono essere femmine a parer mio!” Mi risponde porgendomi un reggiseno marrone scuro tutto ricamato.
”Perché non lo provi? A me sembra che ti stia molto bene. Provalo!”
” Perché no?” rispondo prendendo tra le mani il reggiseno.
Non cosa mi stia prendendo. Lui è qui vicino a me. Non conosco il suo nome ma mi sento molto in confidenza con lui. E’ come se fosse il mio uomo. Seguo i suoi desideri. Mi sento sciolta, libera di decidere e di essere toccata da lui. Seguo l’istinto e prendo il delicato capo dalle sue mani. Lo fisso ancora e gli sorrido aprendo le labbra e parlando in modo inusuale per un estraneo.. Mi volto e cerco anche io un camerino.
” Vado!” Gli dico. Ma mi accorgo che c’è da aspettare per le prove. I camerini sono tutti impegnati.
Lui mi rende tutto più semplice indicandomi una porta: è quella di un piccolo ripostiglio dove ci sono alcune scatole.
“Non ti preoccupare. Entra pure. Qui non viene nessuno e pochi sanno che esiste. Qui vengono raramente anche le addette al reparto”
Seguo il suo consiglio inebetita.  Mi ha stregata e mi fa piacere esserlo.
Mi chiudo la porta alle spalle.
Devo spogliarmi completamente per vedere come indosso i capi scelti.
Ho in mano un baby doll che avevo scelto prima che lui mi suggerisse il reggiseno. Osservo l’effetto dell’indumento sul mio corpo.
Mi dilungo con comodo nelle prove perché inconsciamente penso che ci sia nessuno in quel reparto.
In quel locale c’è uno specchio e sono attenta alla mia immagine riflessa.
Non mi accorgo che lui è entrato. Era quello che aspettavo. Un bel maschio come lui non lo si incontra tutti i giorni.
Sento le sue mani stringermi la vita. Le sue mani sui miei fianchi mi massaggiano la pelle mi danno una brivido di piacere sensuale ed irresistibile tipico di quando si indossa la seta.
Vorrei girarmi per farlo smettere e dirgli ” Ma come ti permetti?”
Ma non ne sono capace ed una sua mano mi sta accarezzando una coscia. Le sue carezze sono delicate e sensuli; mi stanno facendo avere brividi e mi sto arrendendo al piacere che mi provoca. Lui capisce che sono in sua balia e continua.
Sento che mi sto eccitando.
Non mi volto. Lo vedo dallo specchio quelle poche volte che apro gli occhi.
Zittisco nell’attesa delle tue prossime carezze. Vorrei che mi toccasse tra le gambe e aspetto che lo faccia. Anche le mammelle desiderano le sue mani.
Sento il suo corpo aderente al mio. Le sue mani salgono fino ai miei glutei.
Sento qualcosa di sporgente dai suoi pantaloni; è qualcosa di gonfio e mi da l’idea che sia il suo sesso, sempre più voglioso che vuole uscire per conoscermi.
Ho una gran voglia di toccarlo ma preferisco che sia lui ad eccitarmi ancora di più.
Ora è passato davanti a me.
Per istinto la mia mano scorre sul suo petto e sbottona la camicia già in parte aperta.
Mi inchino.
Slaccio la cintura dei pantaloni. Abbasso la zip ed il pantalone cade a terra
Vedo dei bei fianchi ed anche un bel boxer che avvolge il suo sesso.
Ho perso la cognizione del tempo e vorrei stare per un tempo indefinito.
La mia mano s’intrufola alla ricerca del tuo cazzo che trovo subito pronto, duro e voglioso.
Sono di nuovo in piedi sui miei tacchi alti con e gambe tese ed i polpacci ben tonici in tensione pronti a cingere i suoi fianchi.
Lui si allontana leggermente da me per non stropicciare il baby doll.
Non mi interessa chi possa essere; so che ora lo voglio e che fare sesso ora, sede stante, per me è indispensabile.
Si inchina sfiorandomi le mammelle, il ventre , le cosce ed arriva alle ginocchia con le labbra della bocca.
La sua testa s’insinua sotto il tessuto di seta.
Sento le sue dita muoversi sui miei peli e la sua bocca sempre più vicina alla mia figa.
Le mie mani afferrano gentilmente la sua testa invitandolo a leccarmi.
Divarico leggermente le gambe e la sua lingua scorre rapida sul mio clitoride facendomi oscillare avanti ed indietro.
Vorrei che qualcuno mi vedesse; sono eccitatissima e bagnatissima.
La leccata non dura molto. Lui si solleva e aprendo l’indumento va a succhiar e i miei capezzoli duri.
Il suo cazzo trova rapidamente la strada ed entra scivolando deciso nella mia figa vogliosa, calda, piena d’umore.
 E’ un piacere infinito e profondo.
Ormai ha il cazzo completamente bagnato.
Le vene pulsano gonfie.
Estraendolo dalla figa mi dice dolcemente all’orecchio” Dai! voltati!”
Lo assecondo ubbidiente.
Sento il tuo cazzo durissimo insinuarsi tra i miei glutei.
La sua lingua gioca nel mio orecchio dandomi brividi piacevolissimi per tutto il corpo.
Lo sento spingere piano ed io lo lascio entrare senza troppo fastidio.
Li dietro sono larga come davanti per l’allenamento che mio marito fa in tanti anni.
Non mi duole.
E’ un piacere unico essere sodomizzata
Mi piace.
Lo sento tutto dentro e sento che da buon maschio sta ansimando; è evidente che il piacere sta lasciando il posto alla libidine ed all’orgasmo che desidero avere anche io.
La tua voglia, la tua eccitazione cresce ogni secondo di più.
Mi tiri verso di se.
Le sue dita mi aprono la figa.
Emetto suoni soffocati per paura che al di la della porta ci siano dei puritani ad ascoltare.
” Ummmmm!!!!” Esclamo al colmo del piacere
” Sto per godere” Mi dice spingendo sempre di più il tso cazzo dentro di me.
” Anch’io…anch’io…” Ti sussurro mentre spingo la tua mano e il tuo dito dentro la figa.
La sua schiena s’inarca e sento il suo sperma entrarmi dentro mentre contrazioni dolcissime inondano il suo dito dei miei umori.
Mi bacia il collo.
Il suo cazzo è ancora dentro di me e lo sento diminuire di dimensione fino ad uscire spontaneamente.
” Si. Ti sta proprio bene questa lingerie
Mi bacia ancora. Si riveste lasciandomi li dentro nuda e gaudente, stordita dall’amplesso appena avuto.
Esci dalla camera e mi dice “Sei stata meravigliosa. Sei elegantissima”.
Sono sfinita, esausta, ma soddisfatta.
Mi guardo allo specchio rivestendomi in silenzio.
Ormai gli acquisti non mi interessano più.
Esco, e cerco gli occhi di mia cognata. Lei è sempre molto attenta al mio aspetto e coglie sempre le mie voglie. Soprattutto ha un notevole fiuto per scoprire che ho scopato. Lei vuole saper e sempre lo faccio ma io spesso le dico, dicendole una bugia,  che sono a digiuno di sesso.
Nell’aprire la porta cerco di vedere il maschio che mi ha montata ma è una ricerca senza successo.
Stringo fra le dita il tessuto della lingerie a rendermi conto che sono felice.
I tessuti hanno ancora il suo profumo di maschio bello ed esuberante. Dentro di me porto il suo sperma ma poco mi serve per ritrovarti.
Decido di acquistare ciò che lui ha toccato e su cui hai lasciato il tuo profumo ed i suoi ormoni. A casa mi serviranno nel farmi un ditalino davanti al mio amore chiamando lAngelo ma pensando a lui.
Mentre guido tornando a casa apro la busta con il baby doll, lo osservo, lo prendo ancora fra le mani.
Li accosto alle narici e mi eccito nuovamente. Vorrei farmi un ditalino se ci fosse il camionista che mi guarda dalla sua cabina.
Sollevo la minigonna e mi accarezzo le gambe. Il piacere di toccarmi mi prende e vorrei non avere il perizoma.
Se non fosse per quel profumo da uomo molto caratteristico e lo sperma che sento uscire ancora lentamente dallo sfintere, mi vien da pensare che sia  stato solo un bellissimo sogno.

Di notte al termine di una giornata tiepida di tarda primavera.
Siamo nudi a letto con le mie mani che esplorano Forica. Conosco perfettamente il suo corpo ma ogni volta che la tocco è una nuova scoperta.
Le finestre sono aperte e la camera da letto è illuminata dalle luci della città.
“Dimmi cosa si sente quando ti tocco. Dimmi cosa ti piace.”
“Mi piace tutto quello che mi fai,” sussurri mentre vedo un sorriso di felicità appare sul tuo viso.
Prendo il tuo viso tra le mie mani.
L’espressione dei tuoi occhi cambia da timida ma poco imbarazzata a maliziosa ed erotica.
Ti accosti nuovamente e unisci le tue labbra alle mie.
“Mi piace quando mi baci,” bisbiglia Forica contro la mia bocca.
“Mi piace quando spingi la lingua nella mia bocca quando mi baci.”
Alitando sulle mie labbra attuai le parole appena dette facendo scivolare la lingua nella mia bocca per assaggiarmi e sospiri nel dirmi “mi piace quando mi stringi così. Mi piace quando mi guardi. Mi piace quando mi tocchi il seno. Adoro le tue mani su di me”.
“Ho delle sensazioni meravigliose quando giochi con i miei capezzoli, quando li succhi, quando la punta della tua lingua li stimola”
Dicendo queste parole prendi le mie mani tra le tue e le muovi sul tuo corpo finché si appoggiano a coppa sulle tue mammelle sopra il tessuto sottile e trasparente del tuo reggiseno.
Inarchi leggermente la schiena e spingi verso le mie mani portando le mie dita a titillare dolcemente i tuoi capezzoli attraverso la stoffa. Li sento indurirsi e mugoli di piacere
A te piace il tocco delle mie dita fresche che ti fanno irrigidire ancora di più i capezzoli. Ti piace quella sensazione.
Non mi aspettavo questa reazione da parte tua quando ho cominciato questo giochetto.
Continui con il tuo dire sussurrando “Angelo, mi piace quando mi tocchi. E’ come se io non ti bastassi mai. Come se il mio corpo fosse sempre nuovo per te. Mi piace quando ti lasci toccare come voglio.”
Sento le tue mani che mi accarezzano il collo e le spalle, si fermano sul torace, le tue dita stuzzicano i miei capezzoli e sostituisci le mani con le labbra. Allora la mia testa cade indietro per le sensazioni di felice tortura che mi fai.
Lei continua “mi piace quando mi strofino contro di te e diventa duro proprio come ora”
La tua lingua striscia sul mio collo.
Ansimo ed emetto suoni rauchi.
Tu senti la mia eccitazione diventi sempre più intraprendente.
Ti lamenti piano mentre ti muovi su di me.
Bisbigli con voce bassa dicendo parole incomprensibili.
“Mi piace quando giochi col mio grilletto. Le tue dita mi provocano tanto piacere e quando lo lecchi… oooh! vedo le stelle!”
Bisbigli nelle mie orecchie “Mi piace sentire il tuo cazzo nella mia bocca…sulla mia lingua…così grosso e duro. Hai un sapore così buono!”.
“Fammi vedere, Forica!” Sibilo nel tuo orecchio.
Allontanandoti un po’ guardi il mio viso e vedi un sorriso furbesco.
Sorridi e ti siedi.
Guardi giù verso di me.
Le tue mani accarezzano il mio torace e lo stomaco, la punta delle tue dita segnano le zone erogen.
Dove passano le tue mani arriva la tua bocca, la tua lingua stuzzica la mia pelle, gioca coi miei capezzoli, osservi affascinata come si sono induriti sotto le tue dita, ci giochi.
Porti le tue mani sui miei fianchi e senti i muscoli che si tendono e si contraggono sotto il tuo tocco.
Non puoi resistere.
Fai scivolare la lingua nel mio ombelico per vedere la mia reazione. Non rimani delusa perchè emetto un sospiro intenso,
“Oh, Forica!”
Le tue mani si abbassano.
Sollevo la testa per guardare. Mi sorridi.
Le tue mani si muovono, ed io mi godo il delizioso piacere che mi dai.
La testa va si appoggia sul cuscino.
Stringi il mio sesso nelle tue mani e senti il tuo nome sospirato in un lamento di piacere
Fai scivolare le mani sulle mie cosce e le posi con dolcezza sulla mia turgida e vogliosa intimità
Le mie mani ti invogliano e trattenere con maggiore forza il sesso tra le tue.
“Per favore…. Forica,…. ora!” dico supplicandoti.
“Va bene, amore” dici immediatamente.
Abbassi la testa e sento la punta della tua lingua che si muove sulla parte inferiore della mia asta.
Sdraiato offerto alla tua libidine per iniziare una nuova esperienza erotica.
Ti sistemi tra le mie gambe, mi stuzzichi con la punta delle dita, mi graffi delicatamente con le unghie, mi guardi.
“Oooh, siihhh!!  il mio cazzo è già duro in posizione verticale e chiede attenzione.
Tu fai scorrere lentamente l’indice lungo il cazzo per valutare la mia reazione.
Il mio corpo vibra al tuo tocco provocando in te una risatina ed il mio respiro è diventato un po’ più affannoso.
“Dimmi cosa vuoi…” dici con voce roca.
“Angelo, dimmi cosa ti piace…”
“Voglio mangiarti, Forica. Voglio sentire il tuo sapore sulla mia lingua,” dico facendoti mettere sulla schiena ed io sedendomi.
Vado alle tue fini caviglie da gazzella e faccio salire le mani sulle tue gambe e poi sulle tue cosce.
Quando ti inarchi tra le mie mani, faccio scivolare le dita sotto l’orlo della stoffa delle tue raffinate mutandine mentre sorrido come uno sciocco in segno di falsa vittoria.
Prima che tu possa reagire le mie dita si muovono sul tuo corpo; sono fredde.
Quando raggiungo le tue mammelle percorro con il polpastrello dell’indice l’orlo delle coppe del reggiseno, osservo che i tuoi capezzoli sono vicini al bordo della stoffa. Vorrebbero essere liberati. Si induriscono gonfiandosi fino alle areole.
Il mio cazzo barcolla, la mia bocca è improvvisamente asciutta mentre le tue mani vengono a coprire le mie che coprono i tuoi seni.
Ti lamenti domandandomi sottovoce “Toccami!”
Questo gioco di mani, strisciamenti, baci e visioni non è ancora finito.
Mi riempio le mani con le tue turgide mammelle, le spremo dolcemente, strofino ancora una volta i pollici sopra i tuoi capezzoli attraverso la stoffa setosa.
Mi piego, faccio correre la lingua sulla la tua pelle percorrendo i fianchi.
Tu vibri per le sensazioni erotiche che ti regalo.
Le tue mani portano la mia testa dove vuoi che vada.
Agganciata con un dito la stoffa delicata del tua brasiliana trasparente, la tiro giù e scopro la tua carne desiderosa di essere accarezzata.
La mia lingua circonda il tuo punto più sensibile che si trova davanti alla mia bocca e la percorre  delicatamente a.
Tu ansimi profondamente per il piacere,
“Mmmm!!, che bello!!”
Le mie dita giocano con un capezzolo attraverso la stoffa facendoti impazzire.
Capisco che vuoi sentire le mie mani sulla tua pelle.
Allora cambio direzione, ripeto quello che ho fatto sull’altro capezzolo, serrandolo rapidamente, voglio sentirti dire qual’è  il tuo piacere.
“Ohh, siihhhh… Angelo!” sibili “di più, ti prego!”
Esaudisco la tua richiesta premendo con le labbra sul capezzolo succhiando ogni volta  un po’ più forte. Trattieni con le mani in quella posizione la mia testa.
“Sìiihhhh!!!” sospiri “per favore!” e continui “è …troppo bello.”
“Ooooooh… mmmmmm… siiiiiii!!!” gridi inarcandoti e  contorcendoti contro me.
Ti guardo e continuo finché ti abbandoni al piacere.
Il respiro è irregolare.
Mi attiri per un altro bacio. Quando le mie labbra incontrano le tue, fai scivolare la lingua nella mia bocca. Senti il cazzo grosso contro la tua coscia e ridacchi
“Mi piace quando ne hai voglia” e vado giù a guardarti estasiato.
“Togliti il reggiseno,” borbotto senza perderti d’occhio leccando il tuo ventre.
Rapidamente porti un braccio dietro di te per aprire il fermaglio. Fai scendere le spalline, togli il reggiseno.
I tuoi movimenti mi seducono, mi spingono a terminare quello che avevo iniziato e ti spingo con la schiena sul letto.
Sento il tuo profumo che mi attira verso di te.
Afferro l’orlo delle tue mutandine e rapidamente le faccio scendere ai tuoi piedi tue gambe, le lancio sul pavimento.
Ti sento sorridere felice sopra di me.
Ti guardo e ti domando,
“qualcosa di così divertente in quel che faccio?”
“Sei così carino. Così eccitato…” mi dici mentre ti contorci su di me.
Alle tue parole sogghigno ed afferro le tue gambe .
Ti stuzzico con la lingua.
Segui i miei movimenti e le tue mani portano la mia testa dove vuoi.
“Dimmi quello che vuoi,” bisbiglio mentre la mia lingua sta per serpeggiare sul tuo clitoride.
“Dimmi cosa vuoi e lo farò. Qualunque cosa tu voglia…tutto ciò che devi fare è dirmelo”
“Fammi venire…” sussurri trattenendo il fiato “per favore”
“Non è sufficiente, amore…dimmi come” ti dico con calma “vuoi che usi le dita?”
La mia mano va a toccarti Con le dita divido le pieghe bagnate della tua figa calda e faccio scivolare dentro un dito per stuzzicarti.
Le tue gambe si sollevano per farti toccare più in fondo.
“Oppure vuoi che usi la lingua?” te lo dico aprendo leggermente con la punta della lingua le tue grandi labbra bagnate.
Ti lamenti e cerci di avvicinarti di più, ma il mio braccio ti ferma.
“Devi dirmi cosa vuoi”
Prima che finisca l’ultima parola afferri la mia mano e la porti fra le tue gambe aperte, sei boccheggiante.
“Le dita… toccami.”
Immediatamente obbedisco. Con una mano ti tengo aperta e con l’altra tocco la liscia, calda, profumata vulva .
Ti apri ancora di più divaricando le gambe tenendole dritte per aria
“Passa sul clitoride…” miagoli.
Con il polpastrello faccio quello che ordini,. Mi muovo lentamente intorno alla piccola protuberanza toccando la punta di tanto in tanto.
Gemendo fai il mio nome e rantoli per il piacere.
Guardo il tuo corpo e ti vedo boccheggiare, hai il viso arrossato, i capezzoli più duri di quanto non fossero precedentemente e le tue mani stringono e rilasciano il lenzuolo.
“Toccati le tette,” ti chiedo con voce sommessa.
Le tue mani eseguono il mio desiderio, stringi e strofini i capezzoli, gemi per il tuo piacere.
Improvvisamente spingi di nuovo le gambe verso l’alto. Ti guardo e vedo che mi stai osservando con intensità.
“Usa la lingua, amore… fammi venire, Angelo!”
Sorrido, abbasso la testa per fare quanto mi chiedi.
Con la lingua ripeto i movimenti che prima facevo con le dita, ti stuzzico, finché ringhi verso di me, mi afferri testa e la sollevi per guardarmi negli occhi.
“Non stuzzicare… succhia… e attento ai denti…” con voce ansante.
Spingi la mia testa dove la vuoi e piombi sul cuscino.
Usando la lingua in profondità, tiro il tuo clitoride nella mia bocca e lo succhio dolcemente, colpendo leggermente la tua protuberanza con la punta della lingua.
Lanci un urlo e ti arcui per far si che il clito possa strofinarsi sul mio viso.
“Oooooh, proprio liii!… siiiihhh!… continua… di più ….siiihh! Fammi venire!”
Continuo a fare quello che chiedi portandoti verso il limite dell’orgasmo più intenso.
Improvvisamente le tue mani lasciano la mia testa e afferrano la testata del letto con forza per poter spingere di più le tue gambe ed il bacino contro la mia bocca.
Il clitoride è alla mercé della mia lingua e tu sei abbandonata ai miei desideri che sono anche i tuoi.
Con un grido spingi la figa verso di me definitivamente.
Sollevo il bacino per portarlo alla mia bocca.
Vieni quando le tua figa è contro le mie labbra. Il tuo dolce succo fluisce sulla mia lingua.
Continuo nella mia azione mentre rabbrividisci e ti dibatti fra le mie braccia finché lasci la testata del letto e rilassi il tuo corpo teso.
La tua mano scende e dolcemente allontana la mia testa da te.
Lascio che la tua schiena affondi dolcemente sul letto e  mi sdraio su di te appoggiando il mio peso su un mio braccio.
Il tuo braccio sinistro avvolge la mia schiena e mi tira verso di te mentre avvolgi le gambe intorno alla mia vita.
“Mi dai un minuto per riprendermi, ok?” domandi sottovoce.
Ripasso le ultime cose che hai fatto. Leccandomi le labbra mi chino al tuo orecchio bisbigliando “Hai un buon sapore, Forica.”
Dolcemente lecco e bacio il tuo collo.
Ti sento rabbrividire tra le mie braccia non perché non ti piaccia o per paura ma per eccitazione.
Non faccio alcuna mossa per penetrarti lasciando che il tuo corpo si riprenda dopo quell’intenso orgasmo.
Presto cominci a contorcerti fra le mie braccia ed io ti guardo con un sorriso diabolico,
“Siamo impazienti? Conosci le regole…”
Allora attiri la mia testa verso di te, ti sollevi e mi bisbigli “Conosco le regole… Se ti dico quello che voglio tu lo fai…Così cosa vuoi che faccia?”
Mentre mi parli avvolgi le tue gambe sulla mia schiena per avermi più vicino.
Senti il mio cazzo contro la pancia.
“Voglio che tu mi chiavi, ora!”
Sorrido facendo scivolare più in basso il mio corpo.
Sono sulla tua bocca con un profondo bacio mentre spingo profondamente nel tuo corpo.
Sento un piacere particolare mentre entro nel tuo stretto calore umido, nella tua figa tanto desiderata.
Abbandono la tua bocca, mi ritraggo un poco per guardare il tuo viso pieno di desiderio. Le mani sui miei fianchi sentono i muscoli che si preparano a muoversi, ma tu mi vuoi vicino stringendomi ancora di più con le gambe.
“non muoverti… non ancora… è così bello sentirti dentro di me.”
Sento le tue dita accarezzare la mia pelle, le tue unghie graffiare dolcemente i fianchi ed il mio petto.
Resistere senza muovermi è una dolce tortura; sai che non posso trattenermi a lungo.
Tu stringi le gambe sempre più e apri le cosce per spingermi più profondamente dentro di te.
“Ok… ora ti puoi muovere”
Mugolando ed ansimando inizio lentamente a muovermi e me lo fai fare per alcuni minuti.
I tuoi occhi sono chiusi, ti vuoi godere intimamente la sensazione di sentirmi dentro di te.
Apri gli occhi, mi vedi che ti guardo; sono estasiato.
Resto in attesa che tu mi dica cosa vuoi.
“Più forte…” sussurri “Per favore…fallo!”
Non ho bisogno di altro incoraggiamento.
Entro fino all’utero e tu senti i colpi che ti do con il mio cazzo nel così ben disposto
 Qualsiasi intenzione tu abbia di parlare sparisce mentre mi muovo sempre più velocemente sollevandoti le gambe per poter andare sempre di più nel profondo della tua figa e godere del tuo calore
Ad ogni colpo ti lamenti, ansimi, mugoli e ti sforzi di prendermi tutto allargandoti oltre misura perché io sia felice di prenderti.
Guardi me e ammiri il cazzo che entra ed esce dalla tua intimità portando fuori i tuoi umori profumati e saporiti. Lo guardi incantata.
Con le dita della mano destra tocchi il tuo clitoride che è esposto come mai lo è stato. Gli umori facilitano la masturbazione mentre io continuo a entrare ed uscire da te. Le tue dita toccano anche il mio sesso e mi piace tanta il tuo tocco leggero.
Il piacere sale rapidamente in tutti e due.
Le tue mani lasciano i miei fianchi ed afferrano le lenzuola stringendole con forza.
Voglio vederti afferrare la testata del letto; solo così ti sento tutta mia.
“Non toglierle”
Spingo sempre più.
Non riesci a dire altro che non sia il mio nome e continui a mormorarlo come in una preghiera.
“Angelo fammi venire.” gridi.
” Resisti. N non lasciarti andare…non ancora” bisbiglio accarezzando il clitoride per fare ciò che vorresti fare con le tue mani. Ti Accarezzo il clitoride con le dita per spingerti oltre il limite.
Sento che mi stringi sempre più forte mentre vieni con forza.
Urli il tuo piacere mentre continuo a muovermi dentro di te.
Lasci la testata del letto.
Le tue mani mi raggiungono e mi tirano verso di te.
Do un’ultima forte spinta e vengo nella tua figa calda con spruzzi di sperma caldo e dolce.
In quel momento capisco poco che cosa accade: sono preda dell’effetto dell’adrenalina che annebbia i miei pensieri.
Sento che ti agiti ancora contro di me in estasi ma io distrutto dalla scarica appena fatta crollo su di te, esausto aspettando che tu torni sulla terra.
Gemi, lentamente giri la testa verso di me e mi sorridi.
Mi baci e mi dici “perché sei uscito? Ti avrei voluto dentro ancora eccitato”
Mi chiedo se questa è la volta buona per ingravidarti.

Forica si sveglia in piena notte poco prima delle cinque del mattino per toccarmi.
Quella notte dormiva da lei nella sua casa di campagna. L’aria fresca di una notte di piena estate era piacevolissima.
I suoi parenti abitano li vicino e nel silenzio notturno è molto facile che sentano ciò che si dice si fa nella camera da letto di Forica.
“sai che ho fatto un sogno?”

“Non mi dire che nel sogno c’ero anche io” chiedo

Lei prosegue

“Siamo in barca.
Fa caldo tanto caldo.
Una donna, che non ricordo di aver conosciuto, si è offerta di portarci in barca per farci vedere le bellezze della costa sarda.
Il suo compagno pilota la barca.
Noi siamo davanti a lui in costume a prendere il sole.
Appena usciti da porto lei bella donna sui  trentacinque anni mi dice che è sposata con un tuo amico e che il compagno è il suo amante. Lei si dimostra spregiudicata sfilandosi il reggiseno del costume mostrandoci un bellissimo seno.
Rimango stupita. Io davanti ad altri, se non in privato, non l’ho mai fatto.
Mi chiede di farlo anche io. Sono indecisa ma tu vuoi che lo faccia.
Confronto il mio corpo con il suo e le faccio i complimenti.
Mi chiede di spalmarle la crema.
Passo dolcemente sui capezzoli che si induriscono sempre più al contatto con le mie dita.
Ora è lei a spalmarmi la crema.
S muove con decisione.
Ad un tratto sento la tua mano che mi sfila il costume.
Sono nuda completamente.
Tutti e due iniziate a massaggiare e ad esplorare ogni centimetro del mio corpo.
Lei si dedica alla mia figa completamente depilata mentre tu mi offri il tuo cazzo che spompino velocemente.
Proprio quando stai per godere nelle nostre bocche sento una voce che mi chiama “TESORO!”.
Ora sono sveglia con tanta voglia ed ho la figa che mi batte.
Mi vuoi chiavare?

Non seppi dire di no e così la montai godendo in due e depositando il mio sperma nel suo utero.

I rapporti con Forica si erano allentati. Avevo la sensazione che mi nascondesse qualcosa.
Mi aveva già detto che aveva fatto un grande regalo alla nipote, che poco aveva fatto per lei, senza dirmi niente. Se il regalo fosse stato un oggetto comprato in negozio non mi sarei lamentato ma stavolta era andata da un notaio. Quindi non era un’azione nata sul momento ma era premeditata.
Mi venne in mente che forse ce ne sarebbero state altre che io ignoravo.
Nn capivo perché mi escludesse dalla sua vita pur chiedendomi di sposarla e di conseguneza volendomi come marito.
Un caldo pomeriggio d’estate sento suonare il cellulare ”Pronto, chi è?”. Sento una voce conosciuta che mi dice “Ciao Angelo, sono Forica. Ti ho chiamato per dirti se vuoi venire da me. Sono sola soletta a casa, mi sto annoiando ed ho bisogno di qualcuno che mi faccia compagnia.
Rimango un po’ interdetto. Non so che fare. Sapevo che vedeva un altro uomo e pensavo che con me l’amore fosse finito tanto che anche io mi ero fatto un’altra donna.
Decido di andare da lei. Pensando che mi sarebbe tornata utile come amante per solo sesso.
Mi preparo, sento il cazzo scoppiarmi nei pantaloni.
Per me la sua voce è un fuoco; so già che quella non sarà una visita formale da amici.
Arrivo a casa sua, suono il campanello, salgo le scale e trovo la porta socchiusa “Permesso, si può entrare?”
“Accomodati, arrivo subito” mi dice dal fondo della casa.
Così entro e chiudo la porta e vado nel soggiorno che è stata la nostra alcova per tantissimi giorni di sesso e amore per anni. Mi siedo sul divano riprendendomi dal caldo. C’è il condizionatore acceso e la frescura è molto gradevole.
“Scusa l’attesa. Dovevo finire di prepararmi” mi dice entrando nel soggiorno. Mi volto verso la porta e vedo Forica davanti a me che indossa un babydoll trasparentissimo che modella il suo fisico stupendo sempre ben tenuto che non lascia nulla all’immaginazione; infatti si vede benissimo che è completamente nuda, con la figa depilata completamente, smalto rosso fuoco ai piedi ed alle dita come piace a me, indossando sandali con tacco non molto alto, intorno ai 7 centimetri.
I sandali di quel tipo mi piacciono moltissimo.
Considero molto arrapanti le donne che si smaltano le unghie e che ci tengono ad indossare calzature eleganti. Lei lo sa e lo sta facendo apposta a mostrarsi così agghindata con me.
“Sei bellissima” rispondo io, rimanendo un attimo sorpreso per la sua bellezza.
Mi alzo dal divano e vado a baciarla ma non è un bacio da amici perché lei mi fissa negli occhi, i nostri visi si incontrano, i nostri sguardi si accendono e ci baciamo con la lingua.
 Le nostre lingue si intrecciano come due amanti.
Le accarezzo la testa, la schiena fin giù ai glutei nudi massaggiandoli.
Torno su, fermo le mie mani sulle sue mammelle, sfioro i suoi capezzoli che, toccati, diventano sempre più duri e vogliosi.
Slaccio il babydoll che cade a terra; è inutile averlo indosso. L’effetto l’ha già fatto, era una scena preparata per non venire da me già nuda non sapendo la mia reazione.
I baci si prolungano e Forica mi spoglia, mi toglie la camicia, mi tocca il cazzo duro da sopra i pantaloni per saggiare la consistenza e assicurarsi che sia quello di sempre, infine mi spoglia tutto.
Ora siamo completamente nudi uno davanti all’altro, la frescura della stanza ci facilita le cose, attenuando il calore sessuale che entrambe abbiamo nel nostro corpo.
La faccio sedere sul divano, le spalanco le cosce e vado a prendermi cura della sua figa che vedo bella bagnata e già aperta con le grandi labbra gonfie.
Mi viene da pensare che si sia masturbata prima del mio arrivo durante la depilazione della figa; molte donne lo fanno.
Il suo odore è stupendo, il suo sapore è ottimo.
La guardo in volto mentre le lecco il clito con movimenti circolari della mia lingua.
I nostri sguardi si incrociano una, due, mille volte durante quella leccata interminabile durante la quale il suo grilletto si è indurito e ed emerso dalla sua custodia.
I suoi umori grondano, e più grondano più li asciugo con la mia lingua con tocchi soffici facendosi largo nella sua femminilità come fosse un cazzo che le strappa godimenti di piacere.
Proseguo fino a quando Forica non raggiunge l’orgasmo, stringendo forte le sue gambe attorno alla mia schiena, inarcando la sua e liberando il suo piacere urlando il mio nome “Angeloooo vengoooooooooooo!!!”
A quelle parole sono ancora più eccitato e non smetto di leccarla, toccando i suoi capezzoli, spremendo le mammelle.
Poi le onde del piacere si sono calmano lentamente. Mi alzo dalle sue cosce.
Ormai lei è un lago di piacere, è sconvolta dal godimento che le ho causato.
Mi avvicino al suo volto e la bacio nuovamente in bocca facendole sentire il sapore del suo godimento che si è sparso sul mio viso e sulla mia lingua.
Nonostante sia stremata, sta riprendendo forza in lei la voglia di continuare  a fare sesso; infatti mentre ci baciavamo ha preso a smanettare il cazzo.
“Forica, lo senti come è duro? perché non mi fai un pompino e mi fai godere come io ho fatto a te?” le dico stando in piedi con il cazzo svettante voglioso.
“mmmhh!! Perché no! Siii!! è bello duro! Dai sdraiati sul divano, vedrai come godrai” mi risponde lei e così faccio.
Mi sdraio, sistemo bene i cuscini dietro la testa mentre lei si solleva lentamente con con un po’ di difficoltà e con gli umori che ancora le gocciolano lungo le stupende gambe.
Si avvicina a me ed inizia a baciarmi in bocca, scambiandoci nuovamente saliva poi passa a baciarmi il collo da entrambe le parti, mi accarezza il petto, lecca e bacia i miei capezzoli che diventano sensibili al suo tocco, segno che gradisco quanto mi fa.
Continua a baciarmi sulla pancia usando anche la lingua disegnando linee invisibili di saliva nei punti giusti in modo da aumentare in me il piacere.
Prosegue per qualche centimetro ancora ed arriva all’inguine.
Mi lecca con piacere sia destra che a sinistra e le sensazioni che mi da sono da orgasmo immediato. Non mi sego perché voglio godermi una eventuale chiavata.
Il cazzo è teso, lo solletica prima con la lingua per tutta la sua lunghezza senza ingoiarlo, massaggiandomi i testicoli senza spremerli.
Poi passa all’attacco, prima baciandomi timidamente la punta della cappella, titillando con la lingua il mio frenulo poi apre la bocca facendo scivolare la mia asta dentro.
La guardo mentre cerca di mettersi dentro più cazzo possibile.
Vedo la sua bocca così bella deformata, la accarezzo, le soppeso le tette e le dico “Forica sei bellissima!”
A queste parole lei ricambia guardandomi, facendomi l’occhiolino ed iniziando un lento ma inesorabile su e giù con la testa.
Di tanto in tanto mi massaggia le palle, mi sfiora il petto, accarezza le mie cosce e maliziosamente si diverte a ficcarmi un ditino nel mio culo come volermi scopare per farmi godere di più.
Per prendere fiato smette di succhiare, si porta la lingua sulla borsa delle palle, le avvolge con le labbra ed infine se li mette in bocca succhiandole.
La sensazione di tepore è meravigliosa e lei lo sa; lo ha fatto tante volte negli anni precedenti e conosce sia la mia reazione sia le sensazioni che provo.
Li rilascia, poi torna a leccare l’asta ormai bagnata della sua saliva e si riprende ad ingoiare il mio sesso.
Il pompino che sta facendo è da vera esperta. Lei sa che sto godendo col questo suo trattamento, se ne rende conto perché il mio cazzo è aumentato ancora di più in volume.
Capisce che sto per venire e lei aumenta ancora di più il ritmo, sempre più veloce fino a quando non inarco la schiena e le sborro copiosamente in bocca.
In quei momenti non vorrei che liberasse il cazzo, non voglio che vada via, vorrei che continuasse a succhiare.
Le dico di continuare e le trattengo la testa così che io possa svuotarmi completamente dentro la sua bocca.
Trattengo con due mani la sua testa, spingo il bacino affinché il cazzo entri più dentro alla sua bocca e riversi il mio caldo seme nella sua gola.
Ho sborrato moltissimo.
Rivoli di sborra colano dai bordi della sua bocca ; ciò che ho riversato nella sua bocca non è stata capace d ingoiarlo tutto.
Tiene il cazzo in bocca fino a che il mio sesso sembra aver perso la sua durezza: lo estrae ed altre gocce di sperma colano dal suo mento.
Non ha ingoiato tutto.
Ho sborrato veramente tanto.
Se le fossi venuto nella figa l’avrei sicuramente ingravidata.
Guardandomi fisso negli occhi lei ingoia quanto ha in bocca per poi raccogliere con le sue dita smaltate di rosso le gocce che sono colate finendo sul suo ed anche sul mio corpo succhiando i residui del mio sperma bianco.
“Sei di nuovo la mia troia! Ti è piaciuta la mia sborra calda?” le dico toccandomi i testicoli svuotati.
“Si, avevo tanta sete di te, volevo bere tanta sborra buona. La tua mi piace tanto” replica guardandomi come una gatta in calore.
“Allora andiamo in camera da letto che ti faccio vedere ben altro, vedrai che spettacolo!- replico io facendole capire che sono ancora eccitato e che pretendo ora la sua figa.
“mmmm!! non vedo l’ora!!” aggiunge lei sfiorandomi il cazzo e baciando la cappella che risponde a tale attenzioni.
Dopo qualche minuto il cazzo torna a drizzarsi.
Nel vederlo lei aggiunge “Il nostro Cicciolino ha voglia e anche la mia fighetta non vede l’ora di fare amicizia”.
Stiamo abbracciati fino a che il mio sesso non ritorna turgido e le i miei testicoli hanno prodotto la sborra sufficiente per essere scaricata nella sua figa
Prima di andare in camera sua, dove c’è un letto matrimoniale grande, la bacio vogliosamente in bocca per farle capire che la voglio, che è tornata ad essere la mia troia

Dopo esserci baciati a fondo il desiderio è diventato più intenso, l’eccitazione è alle stelle.
“andiamo in camera staremo più comodi” esordisco.
“No, aspetta! Lo voglio fare in modo diverso. Andiamo in bagno davanti allo specchio!” replica lei con gli occhi vogliosi.
“Che idee ti vengono! Bene andiamo!” e così dicendo la prendo per mano e ci incamminiamo verso il bagno, entrambi nudi col mio cazzo che sventola sempre più in alto.
Il vedere il posteriore di Forica mi fa venire tante idee di giochi che potremmo fare.
Entriamo in quel bagno che conosco molto bene teatro di tanti accoppiamenti e giochi sessuali; è spazioso con la mattonelle rosa, con un grande specchio sopra il lavandino.
La finestra è aperta, la serranda è da 20 centimetri dal davanzale, fa molto caldo, per strada non c’è nessuno sono tutti partiti per le ferie estive, si sentono solo voci lontane sporadiche.
Lei si appoggia al lavandino e mi mostra suo culo stupendo, allarga le cosce e spalancandosi la figa con le dita e con la voce piena di voglia mi chiede “Angelo scopami, scopami adesso. Sbattimelo dentro. Ho tanta voglia!”
A queste parole non resto indifferente ed accendono ancora di più la mia voglia di lei e provocano una produzione di sperma nella borsa testicolare.
Con le dita della mano la sgrilletto titillandole con l’unghia del dito medio il clitoride e poi inserendo dentro di lei due nella vagina per sentire quanto sia bagnata.
Estraggo le dita e vedo che è molto bagnata.
Sarò un maiale ma la sua sbroda mi piace così mi metto quelle dita in bocca e le lecco fissandola sempre negli occhi
“ Brava! Sei una vera troia, hai voglia vero?” dicendo così avvicino la punta del mio cazzo al suo caldo nido umido, lo sfrego contro il suo clitoride ma la voglio far soffrire un po’ prima di entrare in lei.
Questo gioco dura poco perché lei non resiste e mi ordina di scoparla, di soddisfare la sua voglia di cazzo.
Non posso che accontentarla e, bagnando la mia cappella dei suoi umori, mi faccio spazio nella sua femminilità.
Fa un salto quando entro dentro di lei, forse non ricordava quanto l’avessi grosso e largo o forse è la sua figa che si è troppo eccitata gonfia di piacere solitario che ha dimenticato la dimensione dei cazzi. Sta di fatto che spingo il mio sesso dentro di lei con decisione ma senza fretta fino in fondo.
Ha gli occhi lucidi, sembra gradire la penetrazione. Lei guarda eccitata il mio cazzo e come entra dentro di lei.
La bacio in bocca tenendo il cazzo piantato dentro di lei, accarezzando la sua schiena ed il culo.
Lei mi guarda e osserva anche l’imboccatura della sua figa di quel che resta fuori del mio cazzo, si artiglia alla mia schiena.
E’ giunto il momento di fare movimento dentro di lei, così lentamente inizio ad andare avanti e indietro, aumentando la velocità e sempre più dentro di lei mentre continuo a baciarla, a leccarle il lobo delle orecchie, a dirle quanto è bella e calda e che è una donna stupenda.
Lei timidamente risponde con un sorriso e poi mi bacia ancora, incrociando le nostre lingue.
Il mio cazzo inesorabilmente si fa sempre più largo dentro di lei in quel lago di umori che colano sulle gambe emanando un profumo unico e penetrante caratteristico delle femmine in calore.
Andiamo avanti così una manciata di minuti o forse anche più; abbiamo perso la cognizione del tempo tanto è il trasporto del momento ma d’altra parte non c’è fretta.
Ad un certo punto lei dice “mi voglio mettere alla pecorina, voglio vedere te e me riflessi nello specchio”
L’accontento fermandomi e uscendo con mio rammarico dalla sua figa. Lei mi fa notare, guardandoli, i suoi umori che maliziosamente ripulisce dal mio cazzo per poi mettersi alla pecorina, con le mani appoggiate al lavandino, dandomi le spalle mentre guarda la sua immagine stravolta nello specchio.
Era quello che volevo. La volevo vedere stravolta dalla goduria.
Per farlo le riallargo le cosce e vado a riposizionarmi dentro il suo buchetto vaginale caldo. Forse la posizione è più eccitante ma lei mi dice che lo sente ancora più grosso di prima, si sente più piena.
Afferro Forica per i fianchi e spingo sempre dando colpetti prima leggeri poi veloci, alternando lo sfioramento dei fianchi alla spremuta delle sue mammelle che ora paiono quelle di una bestia da mungere.
Come c’era da aspettarsi i suoi capezzoli sono duri come chiodi.
Il ritmo si fa sempre più incalzante.
Si sentono rumori osceni provenire dalla sua figa ormai una vera e propria sorgente di umori femminili.
Inizia con i respiri profondi e a rantolare aggiungendo mugolii e sospiri di piena e completa goduria libidinosa.
Avverto che si sta sgrillettando il clitoride mentre guarda la nostra immagine nello specchio senza perdere un solo secondo del nostro accoppiamento.
La vedo sconvolta in viso, tutta rossa ed eccitata per poi aprire la bocca ed urlare “Angelo vengooooooooo vengooooooo!!!! Spingiiiiiiiiiiiiii!!!! non fermartiiiiiiiii!!!!”
Non ne ho nessunissima intenzione e, anzi, aumento di più il ritmo strappandole urla di godimento per l’orgasmo che ha in corso. Il godimento è così intenso che si regge a malapena in piedi con le gambe colanti di umori, tremanti e malferme sui tacchi.
“ Vienimi in faccia, voglio sentire la tua sborra colarmi addosso” continua lei appena ripresasi.
Esco dal suo sesso, lei si inginocchia davanti a me mentre continuo a smanettarmi la verga.
Il suo sguardo è fisso sulla cappella che le ha dato tanto piacere, la mia mano va su e giù, scivola da quanto è fradicia.
Anche io sono arrivato al punto di non ritorno “Forica sto venendoooo!! ti bagno tutta!! Prendimi in boccaaaa!!!”
Pronuncio queste parole mentre lei vogliosa si mette in modo che possa ricevere la mia sborra sul viso ed ecco un primo schizzo che le riga il viso e colpisce la sua fronte, poi un secondo che colpisce la sua guancia.
Le ho sborrato sul viso.
Forica era piena di rigagnoli di sperma. Ha recuperato quel nettare e se lo è portato alla bocca ingoiandolo tutto, poi ha preso il mio membro ormai quasi totalmente moscio e stremato ed ha continuato a succhiarmelo cercando di bere fino all’ultima goccia, massaggiandomi i testicoli con la speranza che uscisse ancora.
 E’ stata una sborrata intensa ed interminabile che ha spossato anche me togliendomi le forze al punto che mi sono seduto sul pavimento.
“E’ stato bellissimo” mi dice Forica guardandomi ed accarezzandomi il petto.
“Lo so, è stato stupendo farlo con te” replico io
Li sul pavimento fresco ci siamo baciati per tanto tempo aspettando che si riempisse la vasca rosa per farci un bagno insieme tenendo a contatto i nostri corpi continuando a darci piacere con toccamenti e leccate maliziose per poi farci nuovamente venire voglia di continuare.
Immerso nella vasca le chiedo “Amore mio! Stavolta ti avrò messo incinta?”
Replica “Non so. Non credo! Non dovrebbe essere mio periodo fertile”

Non pensavo che mi avresti presa in parola quando ti avevo detto di passare da me anche tardi.
Solo poche ore prima si parlava al telefono di una serata insieme e come ultimo appiglio ti ho proposto un dopo cena tra le mie braccia. Mi hai risposto che avresti fatto di tutto per arrivare il prima possibile.
Bip-bip messaggio: arrivo
Ti chiamo e parliamo al telefono mentre tu guidi usando l’auricolare per parlare.
Ti sto aspettando.
Hai mantenuto la promessa ed eccoti finalmente da me, sono le dieci di sera.
Un brivido percorre il mio corpo e già il calore scende verso le mie intimità.
Non sembra vero: il solo pensiero di te mi fa bagnare e istintivamente allungo una mano a sfiorare la rada peluria sotto al perizoma.
Il campanello suona.
Sento salire l’ascensore che arriva al quarto piano.
Ho una scossa lungo il corpo. Devo riprendermi. Non voglio presentarmi emozionata davanti a te.
Sono io colei che guida in questo gioco e sono colei che avrà ciò che vuole.
Vengo ad aprire.
“Ciao entra!”
Ti faccio entrare e il tuo passo incerto. Le parole di saluto stentate che escono dalla tua bocca mi fanno subito capire che sei molto stanco. Ti trovo infreddolito. Ti abbraccio e il calore del mio corpo ti risveglia dal freddo, la bocca cerca subito la tua, un bacio profondo che ti ridà le forze.
Il mio tono è allegro e maschera le emozioni.
Nel chiudere la porta sento il tuo sguardo su di me.
Siamo ancora in piedi nell’anticamera.
Mi spingi con forza contro la porta mentre le tue mani esplorano il corpo e vanno a cercare le mammelle. Sento la pressione del tuo corpo eccitato che cerca il mio.
Vai ad esplorare la mia femminilità. Ti lascio fare volentieri.
Io non mi voglio toccare devi essere tu a farlo, voglio farti sentire come cresce il mio desiderio quando le tue mani mi toccano e anche quando la tua lingua delicata è tra le mie gambe.
Mi allarghi le gambe sposti il perizoma e mi penetri con le dita, sto gemendo e con gli occhi chiusi mi lascio andare alle sensazioni che provochi al mio corpo ma anche alla mia mente.
Mi stai trattando come una puttana. Proprio così: una puttana che sta contro un muro a consumarsi dalla
Le tue braccia forti mi sollevano, mi stringo a te con braccia e gambe sfregando il mio corpo come una cagna, vogliosa di sottomettersi di aprire quelle cosce così incollate ai tuoi fianchi.
Mi immagini nuda con la pelle che brucia ed i capezzoli duri premono contro la seta della sottoveste che nasconde ancora per poco il mio corpo. Sono sicura che te ne sei accorto. Come se niente fosse mi abbracci, un bacio sulla guancia e ti dirigi in cucina.
Beviamo un caffè comodi sul divano del soggiorno, mi appoggio ad un bracciolo e allungo le gambe nude su di te. Mi guardi e gli occhi tuoi incontrano i tuoi agganciandosi ai miei mentre lentamente con i piedi accarezzo il tuo sesso ancora coperto dai pantaloni; lo sento già gonfio premere contro il tessuto. Ti voglio far soffrire un po’ e penso che se non lo liberi fra poco ti farà male.
I tuoi occhi mi fissano e trasmettono voglie, le tue mani calde mi accarezzano i polpacci, le ginocchia e risalgono sulla mia pelle sfiorando il bordo della sottoveste.
Il tuo sguardo è sempre agganciato al mio e io sono sempre più bagnata senza nemmeno un bacio.
Finalmente leggi i miei pensieri e, senza smettere di guardarmi negli occhi, ti avvicini alla mia bocca.
Il tuo sapore di maschio mi avvolge, le nostre lingue si incontrano in un bacio che vorrei fermasse il tempo, annulla i rumori e ci fa chiudere gli occhi.
Mi stringi in un abbraccio e ogni cellula del mio corpo, ogni pensiero e sensazione sono tue ,solo per te.
Continui a baciarmi e le tue mani si muovono veloci, spogliandomi.
Solo allora ti fermi e ti allontani per guardarmi e godere con gli occhi le meravigliose forme del mio corpo.
Mi sento in fiamme.
Mentre ti spogli mangio con gli occhi il tuo corpo di cui non sono mai sazia; emana tensione e passione travolgente.
Inarco la schiena e offro al tuo viso il mio frutto che gronda di eccitazione. Desidero la tua lingua sul mio sesso. Tu capisci senza che io parli che cosa desidero sopra ogni cosa.
Ti avventi su di esso e finalmente sento la tua lingua che mi avvolge , si muove a cercare la perla del piacere per poi succhiarla, morderla e tormentarla dolcemente.
Sento le tue dita. Dentro di me due dita, tre dita, le spingi con forza.
All’improvviso è un’esplosione di emozioni.
Muovi le dita mentre la bocca è ancorata al mio sesso e senti che sto godendo; avverti le contrazioni sempre più forti, i moventi inconsulti che mi percorrono e le urla.
Ho il bisogno istintivo osceno di farti sentire quanto mi stai facendo godere.
Poi sopravviene poi la calma, il bisogno di rallentare il battito del cuore, rallentare il respiro e sentire il calore che pulsa tra le gambe.
Dolcemente bevi il nettare che sgorga dalla mia sorgente sessuale e ne lecchi ogni traccia.
Sono morbida e docile ma non ancora sazia di sesso.
Ti stendi al mio fianco e inizio a baciare il tuo corpo, lentamente inspiro il tuo odore, le mani con dolci tocchi ti strappano i primi sospiri, sei eccitato ma resisti.
Un sussulto mentre la lingua percorre l’asta che si erge in mezzo alle tue gambe, movimenti continui lenti fino alla punta; lo sai che queste sono solo dolci coccole.
Te le stai godendo ad occhi chiusi fino a quando non impugno il tuo cazzo con forza, lo avvolgo con le mie labbra ed allora scivola lentamente nella bocca calda ,profonda pronta ad accoglierti, ad eccitarti fino al limite per poi rallentare un orgasmo che non deve finire così.
Mi scosti i capelli dal viso e mi guardi estasiato dalla visione del tuo membro che scompare tra le mie labbra.
Lo sai che mi fa impazzire il fatto che mi guardi.
Non resisto e allungo una mano verso la mia voglia che sento pulsare come se stesse per esplodere, mi tocco freneticamente fino a che non mi fermi.
Mi distendi e sei sopra di me. Il calore e il contatto dei corpi è troppo per entrambe.
Sono pronta ed allora mi penetri con un colpo solo entrando meravigliosamente nel fondo della mia femminilità.
Ti stringo i fianchi con le gambe e accompagno le spinte con il bacino. Il movimento è lento con dei lunghi affondi che mi fanno sentire piena di te.
Mi guardi; lo sai che l’unica cosa che voglio è farti godere non hai mai capito perché.
Quante cose non sai di me.
Ora io, invece, sto godendo come sempre nella mente guardandoti mentre mi sovrasti con il tuo corpo e mentre sfoghi il tuo istinto di maschio su di me. Sono lucida e il mio sguardo è calmo. Guardo incuriosita il mio e il tuo corpo.
Non resisti, mi stringi i polsi e tra gli ansimi lanci un urlo roco e profondo che ti scuote.
Riversi in me il tuo seme caldo e subito dopo non ti reggi più e mi abbracci.
Ti appoggio il viso sul petto e lascio che il respiro ti ritorni regolare.
Si sente un profondo rumore di silenzio, dolce silenzio. I nostri respiri che si uniscono in un bacio. Il mio sapore e il tuo che si fondono in un languore e restiamo uniti in quel baco inebriandoci dell’odore della passione appena consumata.
Ci spostiamo sul mio letto matrimoniale che aspetta un uomo, un maschio che mi monti a volontà su quell’oggetto che da sempre è sinonimo di sesso e amore.
Mi butti sul letto e mi sei subito sopra , non mi usi nessuna gentilezza e sfrontato mi penetri con colpi profondi nel desiderio di avermi, di annientarmi per ripagarmi delle fiale di veleno che hai dovuto ingoiare pur di potermi vedere, pur di stare ancora una volta con me.
Mi stai usando, eppure mi piace essere sottomessa con la forza ma solo da te.
Mi allunghi le gambe sulle tue spalle per prendermi sempre più in profondità.
Aumenti il ritmo delle penetrazioni che diventa dopo poco frenetico, fra poco non resisterai più.
Le gambe ti tremano e tra poco cederanno. Sei stanco.
Un urlo di rabbia ti esce dalla bocca come un sospiro.
Ti faccio sdraiare e con un bacio accompagno la tua testa sui cuscini.
Come una geisha comincio a prendermi cura di te dolcemente, ti lecco il corpo come se fossi un animale ferito. Ti lasci andare completamente alle mie mani, alle labbra che lambiscono il frutto proibito, la mia lingua è un velluto che ti veste di piacere.
Ed ecco che l’’intenso calore della mia libidine ti avvolge. Il tuo volto che si rilassa e tu ritorni .
Non c’è più l’uomo stanco. Finalmente le tue mani mi accarezzano la testa mentre avidamente continuo a baciarti e a godere del tuo corpo.
Sento il tuo sesso pulsare, crescere tra le labbra; è stupendo quanti mille piccoli cambiamenti ci siano prima di sentirti venire.
Ed infine tu spruzzi nella mia bocca.
Ingorda ingoio quel nettare, le ultime spinte mi regalano ancora qualche goccia ed è stupendo assaporarti, ripulirti con la lingua per poter rubare ancora del tempo a quel languido piacere.
Mi stendo accanto a te. Ti giri e mi abbracci, apri lentamente gli occhi come se tornassi da un sogno, mi guardi ed io mi perdo nel tuo sguardo.
Un bacio profondo suggella una passione senza fine.
Ti rilassi e chiudendo gli occhi recuperi energie mentali e fisiche.
Me ne accorgo perché in piena notte scivoli lentamente sotto di me: mi fai sdraiare sopra il tuo corpo, comincio a muovermi strusciarmi.
La peluria del petto mi solletica le mammelle.
Mi accarezzi la schiena mentre i miei denti stringono con tocchi delicati i tuoi capezzoli duri. Le mani morbide che stringono la mia pelle sono una dolce tortura, ti mordo, graffio per farti del male. La tua carne è mia!
Sento aumentare irresistibilmente il desiderio di averti, di sentire la forza della tua passione che mi possiede, mi penetra fino in fondo oltrepassando ogni barriera spogliandomi di ogni inibizione.
Sei bellissimo, sotto di me, sottomesso alle mie voglie ai miei ordini e desideri.
Non puoi ribellarti; sei qui per me e non sai quando ancora potrà avverarsi il desiderio di avermi, la vana illusione di essere solo tua.
Stringo le gambe ai fianchi e mi muovo dolcemente bagnando l’obelisco di carne che possiedi ora eretto.
La mia voglia ti sta colando per tutta la lunghezza ed è facile farlo entrare.
Mi sento come una ballerina che danza.
Chiudo gli occhi e mi perdo nei movimenti.
I petali del mio fiore si aprono al tuo passaggio, un ondata di piacere mi investe, grondo in un lago.
Nasce in me un piacere intenso che controllo e possiedo . Ora che ti ho completamente non esiste più nulla; sono alla ricerca affannosa del piacere. Mi muovo sempre più veloce, mi aggrappo alle tue spalle, gli occhi sono sempre chiusi ed ecco che arriva l’orgasmo fulmineo come uno sparo al cervello. E’ stupendo ma non mi basta sento che l’inseguimento non è finito.
Il piacere mi ha sfiorato e mi aspetto di più. Pertanto silenziosamente ti faccio uscire da me con movimenti veloci e sicuri.
Ti ho nelle mie mani in tutti i sensi. Raddrizzo la schiena, passo il tuo cazzo tra le natiche. L’istinto mi guida e lentamente comincio a farlo entrare facendosi strada non più nel palazzo splendente ma nelle segrete del mio corpo.
Con un colpo mi abbasso e ti ho tutto!
Ora sono una venere impalata.
Mi assale il dolore e mi sembra di svenire.
Poco dopo il dolore scompare mentre mi muovo come la più fiera delle cavallerizze e ti cavalco.
Urlo ad ogni colpo per volerne sempre di più.
Sono una drogata in astinenza.
Le mie profondità mi causano un susseguirsi di orgasmi.
Lentamente apro gli occhi e subito incrocio i tuoi, infuocati ma tranquilli.
Hai voluto guardarmi mentre perdevo ogni inibizione e il mio volto mutava nelle mille forme del piacere.
Grido saziandomi di te. Io completo il capolavoro con respiri affannati gridando “Angeloooo! Siii! Eccomii! Vengooooooo!!!”
Mi accascio su di te, piena di te, calda e grondante sotto l’effetto degli spasmi orgasmici.
Mi guardi godere ed assaporare quegli istanti di piena intimità.
Languidamente mi sposto e lascio scivolare il corpo sul tuo fianco.
Mi abbracci. Nel silenzio della notte si sente solo la musica dei nostri respiri e le labbra unite in un bacio.

Antonella era una delle mie nipoti preferite. Con lei e con tutta la sua famiglia c’era un rapporto eccezionale. Le avevo regalato tante mie cose e la vedevo felice.
Poi è partita per gli USA per lavoro ed è rimasta li per poco più di un anno. Ha lasciato il suo fidanzato e mi ha detto al telefono di averne un altro americano che la soddisfaceva molto anche sessualmente. Ero veramente contenta per lei anche se con un po’ di ividia pensavo al mio Angelo che mi piaceva ma qualcosa stava esaurendosi.
Ora Antonella stava ritornando a casa. Non ha detto niente alla famiglia per volergli fare una sorpresa e mi ha chiesto di andare a prenderla in aeroporto.
L’aereo è in ritardo e rimango ad aspettare su una panca.
Penso al tempo passato e mi ritorna in mente la sera precedente la sua partenza.
Avevamo deciso di uscire quella sera, per andare in discoteca, perché voleva incontrare un ragazzo che le piaceva e di cui non voleva perdere le tracce nella speranza che al ritorno fosse ancora libero e disponibile.
Antonella è una ragazza indubbiamente bella ed intelligente. Alta, carnagione olivastra, capelli scuri, seno pieno e sodo, gambe lunghe (che per una isolana è raro) e culo da sballo. Con gli uomini non è mai stata troppo fortunata; forse li intimidisce con il suo carattere schietto che potrebbe sembrare aggressivo.
Quella sera andò male perché il ragazzo non si fece vedere e poi lo vide flirtare con altre ragazze. Allegre come poche volte, forse nel nostro intimo dispiaciute della partenza e della lontananza per tanto tempo, ci ubriacammo entrambe e tornammo a casa mia alle tre del mattino con il morale a terra. Avevamo avuto dei contatti con dei maschietti ma in fin dei conti nessuno ci era piaciuto.
Dormimmo in un letto matrimoniale che dividevamo da qualche giorno, da quando lei si preparava alla partenza, senza mai esserci sfiorate.
Ma quella fu una notte diversa. Eravamo ubriache e le nostre azioni non erano, in effetti, razionali. Prima di addormentarci parlammo e commentammo la serata.
Sentii che Antonella si agitava. Le chiesi se stesse male. La sentivo vibrare e ansimare leggermente muovendo le gambe ma soprattutto un braccio. Mi rispose, ansimando, che si stava sgrillettando.
Rimasi di stucco. Non si era mai parlato tra di noi di queste cose. Dette da mia nipote le ritenevo sempre oscene e di scarso gusto anche se io lo facevo ritualmente ed anche in presenza di altre persone. Non avevo remore a farlo ma sentirlo dire da mia nipote era per me sconvolgente. Lei non sapeva dei miei gusti e preferenze sessuali.
La lascia fare e nel mentre la ascoltavo restando immobile e sentendo l’eccitazione nascere in me. Avrei voluto farlo anche io ma farlo sarebbe stato eccessivo e pensavo fosse un gesto a lei incomprensibile.
Dopo un po’ la sentii piangere e sospirando mi disse “Non riesco nemmeno a venire”
Rimasi in silenzio alcuni minuti sentendola singhiozzare.
Poi azzardai con un sussurro “Vuoi che te lo faccia io?”
Non rispose, ma non disse di no.
Allungai una mano sul suo ventre che accarezzai con leggerezza. Poi le sfiorai i seni, sentendo che i capezzoli si inturgidivano e feci scendere la mano verso il pube.
La sentivo fremere e godere di quel tocco dei miei polpastrelli. Il suo respiro si fece profondo e non mi fermava ed allora mi feci coraggio.
Raggiunsi il pube e la fessura tra le gambe. Trovai il suo clitoride.
Con mia enorme gioia sentii che era bagnata; un vero lago, un fiume di umori.
Le titillai lentamente il clitoride con medio che entrava ogni tanto nella vagina per prendere gli umori e lubrificare il clito e la zona circostante.
Continuava a sospirare e gemere.
Accesi l’abatjour che aveva una luce fioca ma sufficiente per poterla ammirare. Era più bella che mai.
Il mio desiderio era solo quello di farla godere. La volevo vedere muoversi tra gli spasmi del piacere orgasmico.
Mi misi in ginocchio davanti a lei e oltre titillarle il clito le infilai anche fino a quattro dita dentro la figa. La figa di Antonella era molto elastica data la sua giovane età ed in quell’occasione scoprii che non era più vergine e che se quattro dita erano entrate senza difficoltà significava che l’aveva fatto più di una volta ed era abituata a certi trattamenti.
Mentre tenevo le quattro dita dentro le leccavo il clito godendomi i suoi meravigliosi profumi e i suoi suoni uscenti dalle sue labbra. Le solleticavo anche la rosellina posteriore e lei gradiva molto aumentando gli ansimi ed incitandomi a continuare.
La portai all’orgasmo sospirando e gemendo; si inarcò sul letto e ricadde giù distrutta.
Mi abbracciò e mi dette per la prima volta un bacio leggero sulle labbra.
Si addormentò mentre io mi davo piacere con un sontuoso ditalino piena di felicità.
La mattina dopo, nessuna di noi parlò di quello che ci era successo.
Ora Antonella stava tornando e durante le telefonate nessuna di noi aveva più parlato di quella sera.
La vidi arrivare, trascinando la valigia, più bella e più sicura che mai.
Ci abbracciammo forte e mi accarezzava la schiena. Ci baciammo più volte sulle guance e ci guardammo negli occhi. Nessuna nuvola. Ero la zia e lei la nipote di sempre.
L’accompagnai a casa chiacchierando ed ascoltavo le sue storie e le sue esperienze (non di sesso); poi uscimmo a cena.
Fu durante le cena che lei mi guardò diritta negli occhi.
“Cara zia Forica, guarda che io non ho mai dimenticato quella sera”
Io arrossii. Non mi aspettavo da mia nipote una frase così diretta che rinverdiva quel piacere meraviglioso, clandestino, proibito ed unico fino a quel momento. Io ci avevo pensato e lo ritenevo quasi un incesto.
“E’ stata una cosa bellissima e tenerissima” aggiunse.
Non risposi.
“Mi sono chiesta spesso se tu fossi innamorata di me, anche se sei mia zia”
Ancora non parlai ma annuii con la testa; due piccole lacrime cominciarono a scendermi sulle guance ed ebbi il coraggio di guardarla negli occhi per dirle “Prima non l’avevo capito ma quella sera me ne sono accorta”.
Antonella continuò “In quest’anno trascorso negli Stati Uniti sono andata a letto con dei ragazzi; ma mai con donne. Ho pensato tante volte a te, a quanto mi hai voluto bene, al piacere che mi hai dato facendomi venire quella notte nel tuo letto. Quel lettone della zia Forca che chissà quante battaglie ha visto!”
“Quella è una cosa che posso fare solo con te” e dopo un attimo di pausa “anche stasera”.
Le presi entrambe le mani senza parlare.
Non mangiai quasi nulla e bevetti ancora meno. Volevo rimanere sobria.
Lei invece, come sempre mangiò e brindò con piacere diventando un po’ brilla.
Andammo subito a casa mia e ci baciammo sulla bocca.
Lei era tenera e passionale.
Cademmo sul letto vestite e lei cominciò a spogliarmi e a spogliarsi ridendo senza smettere di baciarci.
Non guardai neanche la sua lingerie tanto ea il mio arrapamento.
Fu quando incollai la mia bocca sulla sua fica che smise di parlare e di ridere e tacque godendosi la mia lingua.
Poi si levò da sopra di me e mettendo i piedi a terra disse “Sono io ora che devo ricambiare” e si tuffò sulla mia figa cominciando a leccare . mi accorsi che era ancora inesperta ma impiegò poco ad imparare. La guidai nel posto giusto poi mi mettemmo nella posizione del 69.
Mentre la leccavo e mi sentivo leccata, le introdussi prima una poi due dita ed infine quattro dita nella figa ed il pollice nell’ano portandola in quel modo ad un orgasmo esplosivo. Io venivo a mia volta sotto la sua lingua.
Ora il cerchio si era davvero chiuso ed avevo scoperta mia nipote Antonella pronta ed aperta sessualemnte come la zia Forica.

Forica era partita per un convegno da tre giorni. Ci sentivamo al telefono la sera prima di dormire e mi mancavano molto le scopate con lei. Durante le telefonate ci masturbavamo raccontandoci le sensazioni personali che ci assalivano nel momento. Le masturbazioni finivano con l’orgasmo che ci consentiva di abbassare il livello di libido e di soddisfare le voglie che la carica ormonale aveva creato.
La seconda sera Forica non era andata ad una cena congressuale ed aveva preferito mangiare qualcosa in una trattoria vicino all’hotel dove alloggiava ed era tornata in camera sua. Mi aveva chiamato ed insieme, dopo aver parlato a lungo di noi, ci siamo masturbati immaginando di essere uno tra le braccia dell’altro.
Dopo ave chiuso la telefonata ed essermi addormentato sentii il trillo del telefono e sul momento ho maledetto chi mi stava chiamando; invece era lei che mi voleva sentire per dirmi che aveva dei fastidi alla figa.
“E’ da stamane che li ho. Ero seduta con altri congressisti ed ho iniziato ad avere dei pruriti. Ho pensato che fosse l’eccitazione. Non sapevo come fare e non potevo in quel frangente andare in bagno per sgrillettarmi”
“incuriosito ed anche assonnato ho chiesto “poi come hai fatto? Ti sei sditalinata?”
“Si. L’ho fatto pensando a te ma quel maledetto prurito mi ha perseguitato”
“Che tipo di prurito hai avuto?”
“Era un maledetto , tormentoso prurito vulvare. Stamane sono andata in farmacia ma la pomata comprata non aveva potuto alleviare. Ti dico che era un prurito che mi inondava le grandi e piccole labbra, penetrava nei solchi e nelle pieghe della vulva e raggiungeva la zona del clitoride. Una cosa da impazzire! Da mettersi a piangere, credimi!”
“Oggi perché sei andata al convegno?”
“Non potevo a mancare al convegno di oggi, o quantomeno non me la sono sentita di stare in camera senza nemmeno provare ad uscire”. Avrei dato il mio regno tra le gambe per un bidet ghiacciato o quantomeno per una grattata. Ero veramente disperata, con i denti serrati. Perché il problema, ovviamente, era che non potevo – no, proprio non potevo grattarmi in pubblico. Avrei creato e sarei stata troppo in imbarazzo”
“No. No, Forica, no, non davanti a tutti”. Così pensavo ed il prurito mi esplodeva nella testa.
Forica era solitamente fine ed elegante, ora però era volgare anche nei pensieri anche senza parlare. “Ma proprio la figa!!!. Proprio lì doveva venirmi! Che prurito, tesoro mio! Oh no…no…”.
Lei aveva anche provato a stare al convegno ma mezz’ora ad agitarsi come un serpente sulla sedia per cercare di sfregare la figa sul tessuto della sedia a cui seguivano fughe in bagno col volto paonazzo per la sofferenza era troppo.
Decise allora di andare in camera grattarsi o sarebbe impazzita. Il tragitto fatto a piedi a volte con gli occhi chiusi che stringeva ad ogni attacco più violento del prurito intimo fingendo di sistemarsi i jeans e sfregando le gambe tra di loro per cercare un improbabile minimo sollievo. Nessuna soluzione al momento era possibile tanto che ebbe la tentazione di strapparsi i jeans e gli slip ed in alcuni momenti  si sarebbe strappata anche la pelle.
Pensava di non potercela fare mai.
“Se non mi gratto svengo”
Fu dopo una decina di minuti, o neanche, che Forica crollò. Mano in mezzo tra le gambe e iniziò a grattarsi davanti ai presenti che a poco a poco la notarono e anche a ridacchiare. Capivano che era prurito. Non si poteva equivocare e scambiarla per un’esibizionista o altro. Solo prurito ma uno spettacolo del genere era inedito per tutti.
Forica si grattava disperata senza neanche tanto sollievo da sopra i jeans ma non poteva farne a meno. Era sommersa da una vergogna mai provata; rossa in viso continuava a grattarsi senza riuscire a smettere senza nulla con cui coprirsi, nulla dietro cui nascondersi, li in piedi davanti a tutti.
Arrivata al suo hotel Forica aveva le lacrime agli occhi e la mano ancora in mezzo alle gambe.
Non era mai accaduto di essere così esposta e si sentiva molto umiliata ma era ormai nel suo ambiente privato e segreto. Pensò che quelle parti delicate, che le avevano a volte procurato il maggior piacere, oggi le avevano procurato la maggiore sofferenza e la peggiore vergogna mai subita.
Finalmente in camera e via il jeans, lo slip “… almeno ora potrò vedere che cosa ho!”
Un semplice lavaggio vaginale, la pomata specifica ed ecco che il prurito va via ma rimane ancora li presente un altro tipo di prurito.
Non so come fare. Ormai è tardi; Angelo è a dormire e domani ha una giornata pesante ed allora decide di non svegliarlo.
Sono le 11.30 di sera, con il computer portatile acceso sulle gambe Forica girovaga sui siti porno e una mano nella figa a masturbarsi per togliersi di dosso quell’altro ineliminabile prurito. Non sa che fare: chiamare la reception dell’albergo per far salire un cameriere o fare tutto da sola per poi mettersi a dormire.
Ripensa alla notte precedente la partenza da casa; ha scopato con Angelo ed è stata una notte fantastica.
Ripensa anche alla sera precedente in cui si è intrattenuta al bar con la proprietaria che, avendo saputo che Forica era sarda ed avendole detto che le piaceva molto, ha chiesto se volesse compagnia in camera per la notte.
Aveva rifiutato, ma poco dopo essere salita in camera, si è presentato un ragazzo di venti anni che portandomi un caffè mi ha detto che era omaggio della casa precisando che anche lui, se avesse voluto era omaggio della casa e nel dire questo, poggiato il caffè sul comodino, si era avvicinava a Forica mettendo un ginocchio sul letto. Indossava un jeans ed una maglietta molto attillati che consentiva di vedere perfettamente la forma del suo membro che sembrava voler schizzare fuori dai pantaloni tanto era grande.
Forica era china sul letto ed il ragazzo sii avvicinava sempre di più, tenendo sempre il suo membro ad altezza della sua bocca, ha posto anche con l’altra gamba sul letto puntando sempre il suo cazzo verso di lei.
Lei con la mani ha tentato di allontanarlo ma nel farlo l’ha toccato involontariamente. Forica si era resa conto che era enorme e durissimo. Il ragazzo di sua iniziativa ha aperto il jeans attillato e Forica notò che era senza slip. Quindi quel meraviglioso cazzo uscì dal suo nido ed era veramente un membro notevole. Forica non aveva mai visto niente del genere; era un cazzo enorme, profumato, depilato e già scappellato. Lui lo ha indirizzato verso la bocca me lei teneva le labbra ben strette non volendo prenderlo in bocca. Lui incurante o forse non vedendo il rifiuto ha proseguito nell’azione  e lei ad un certo punto avrebbe voluto gridare ‘BASTA!’ ma nel fare ciò ha aperto la bocca e si è ritrovata quel cazzo meraviglioso tre le labbra.
Ha ceduto e quindi ha iniziato a fargli un pompino. Erano mesi che non lo faceva.
Lui muoveva i fianchi per metterlo meglio in bocca entrando ed uscendo per accompagnare il movimento.
Forica cercava di fare del suo meglio con la bocca ma voleva però essere scopata per togliere così il ‘prurito’ residuo.
Il ragazzo come se le avesse letto il pensiero ha scostato un poco il perizoma e la sottoveste e le ha messo un dito in figa.
Era tutta bagnata.
Lui ha sfilato il cazzo dalla bocca e lo ha rivestito con un preservativo ed ha preso a chiavarlai nella posizione del missionario. Forica aveva le gambe tutte aperta per facilitare l’introduzione.
Che vigore! Forica non si rendeva conto tanto era bello averlo dentro. Ad ogni colpo le sembrava di raggiungere l’orgasmo. In verità dopo pochi colpi è venuta soffocando l’urlo dell’orgasmo perché tanta era veramente la voglia.
Toltosi il profilattico il ragazzo ha salutato chiedendole se il caffè era buono.
“Ottimo” ha risposto Forica.
La sera seguente la proprietaria dell’albergo ha detto che ci sono 2 ottimi ragazzi garantiti per sesso a tre, ma stavolta non sono offerti dalla casa.
Forica ha rifiutato pensando che fosse alta la cifra e che averne due dentro era un’esperienza da fare con Angelo. Chiusa la porta della sua camera si è distesa sul letto a sgrillettarsi parlando al telefono con Angelo descrivendo le sue sensazioni e guardando cazzi enormi dai siti porno.
Ha concluso la telefonata con il suo amore dicendo “Non so decidere se chiamare in camera i due giovani”

I primi anni del mio rapporto con Forica sono stati indimenticabili.
A quel tempo ero fidanzato con una ragazza di nome Gavina che abitava vicino ad Alghero e quando andavo a trovarla accadeva di fare sesso ma sempre con poca frequenza e nella solita classica posizione del missionario. Inoltre a lei non piaceva succhiarmi il cazzo. Mi diceva che lo schifava ma per accontentarmi ogni tanto che mi faceva un pompino ponendo come condizione il non averlo in bocca al momento dell’eiaculazione. Era dunque necessario che prima che venissi, fossi obbligato ad estrarlo in modo tale che non arrivasse sperma in bocca.
Tutto ciò è andato avanti per circa un anno e mezzo e non ero certo soddisfatto perché desideravo che la mia sborra fosse inghiottita da Gavina. Abituarla non era certo facile ma lei avendo capito che tentavo di istruirla ed abituarla a superare il disgusto si rifiutava sempre più di farlo. Lei era anche spaventata da una eventuale scopata in bocca; mi ha detto che temeva di soffocare se le avessi messo il mio cazzo grosso e turgido, dentro fino alla gola. Alla profonda penetrazione lei reagiva allontanandomi per non avere conati. Di ciò ne ho parlato più volte con lei sia prima che dopo i pompini ma è stata sempre irremovibile.
“Quando il cazzo mi arriva in fondo non so come evitare di vomitare e francamente non mi pare il caso che lo faccia e poi non è che mi mancherà il respiro?”
Davanti alla sua richiesta mi sono sempre tirato indietro anche se avrei voluto almeno scoparla un po’ in bocca. Per me farlo era un modo per farle vedere quanto lei mi fa godere. Solitamente di sua iniziativa non lo faceva mai ed ero sempre io ad offrirle il cazzo tra le labbra.
Un giorno Gavina mi chiede di farle la cortesia di dare un passaggio alla sua amica Forica, gran figona e di cui in più di un’occasione ho espresso il mio gradimento, essendo questa donna rimasta senza auto a causa di un tagliando in officina che per una svista si era protratto più a lungo del previsto.
Ho accettato molto volentieri. Vedere Forica per me è sempre un piacere e penso che a tutti, maschi e femmine, piaccia vedere una bella MILF.
Inoltre Forica sa che io sono il fidanzato di Gavina.
Mentre aspetto sotto casa Forica sbuca all’improvviso con una minigonna da far venire un infarto.
Il suo abbigliamento era un invito all’arrapamento.
Chi non si ecciterebbe all’istante nel vedere una donna con le gambe non tanto lunghe ma bel toniche, con i polpacci in evidenza e le cosce grosse libere di essere viste perché la mini è del tipo ‘inguinale’ ed una maglietta con un’ampissima scollatura che faceva ben vedere il colore del reggiseno indossato?
Penso che il resto del look passerebbe in secondo piano.
A me è parso un segnale per dire ‘scopatemi, sono qui per voi’.
Ero veramente contento di essere andato a prenderla e darle un passaggio in auto.
La faccio salire in macchina e sul momento abbiamo parlato di argomenti futili ma poi le chiedo come mai una bella donna come lei fosse sola e non avesse un compagno.
La risposta è stata lapidaria “Non ne ho trovato uno adatto a me!”
Tra me mi sono detto “e se quel qualcuno fossi io?” anche se non ci speravo.
Su quella frase ho giocato facendo allusioni e facendole capire che la sarei fatta dopo pochi km gli metto una mano tra le cosce.
Li non si meraviglia più di tanto del mio gesto lasciando che la possa accarezzare all’interno della gamba per quanto potessi, visto che guidavo. Quell’azione rapida e piacevole, totalmente inaspettata, la stordisce e le fa girare la testa. Forica vedo che sta diventando bollente. Vorrei che mi mordesse, mi leccasse sul collo e sui lobi delle orecchie.
I suoi movimenti rapidamente diventano concitati e non si rende conto di come l’abbia condotta in quello stato. Se ne renderà conto dopo. Ora è attenta solo a godermi. La sto toccando ovunque con le mie mani che passano sui fianchi e intuisce che o io o lei arriveremo al punto che andremo a casa a ricavarci temporaneamente un momento di privacy.
Le mani di Forica mi hanno aperto la camicia ed hanno trovato il petto che avevo da poco depilato perché piaceva di più a Gavina. Lei lo trova sodo e lo accarezza passando sui capezzoli scoprendoche sono grossi come quelli di una donna, ma non si sofferma e prosegue sulle spalle.
Penso che mi voglia sentire ansimare.
Fermo l’auto e mi volto verso di lei.
Non dico una parola ma sembra che tra di noi ci sia una corrispondenza di sensi.
Siamo poco fuori città e riesco a trovare un angolo un po’ riservato.

HO allentato la cintola e lei la slaccia. Forica ha la gonna sollevata da un lato per mostrarmi la fascia della sua pelle chiara tra l’inguine e le balza delle calze trattenute dal reggicalze.
La nostra foga è tale che non diamo importanza ai rumori che vengono dall’esterno.
Lei ha le guance che le bruciano ed è incerta perché i vetri lascerebbero a chiunque di vedere cosa accade all’interno dell’abitacolo.
Siamo presi dalla voglia di sesso e non facciamo caso che un uomo si è avvicinato e capiamo dal movimento labiale che ci saluta.
La risposta di lei è un “Ciao”
Forica è talmente sorpresa che non riesce dire altro.
Lei è sorpresa e stimolata e si aggrappa a me.
“Andiamo via. Andiamo a casa mia” mi dice.
Senza badare a ricomporci, avvio il motore e partiamo lasciando l’uomo a guardarci incantato ed ammutolito.
Durante il tragitto, peraltro breve, lei si ricompone e tenta di farlo anche con me per evitare fastidi con ci potesse vedere per strada.
Appena entrati nell’ascensore di casa sua lei mi bacia ed io ricambio in bacio senza sapere neanche perché lo faccio.
Lei mi dice le è piaciuto e che in quella situazione si è sentita una femmina pronta alla monta ma non sa se darmi la figa perché è indecisa nel capire se si tratta di un gioco io ho già programmato oppure se la situazione si è sviluppata in maniera particolarmente interessante in modo totalmente casuale.
Di certo c’è che lei nell’intimità e riservatezza di casa sua si trova nell’intreccio di mani e di lingue che le fanno girare la testa.
La bacio e la divoro stando dietro di lei in modo che sia a mia disposizione il collo per farle dei succhiotti. Poi si gira e le mie mani si infilano sotto la camicetta slacciando il reggiseno.
Nella sua camera da letto, stando in piedi, si è fatto caldo e Forica si muove sinuosamente ed io ne assaporo le curve.
Con l’eccitazione che continua ad aumentare Il fiato di entrambe è diventato corto, la pelle è sudata, toccandola tra le gambe ho la sensazione che si sia già bagnata moltissimo. Sicuramente Forica sente il mio cazzo ancora nei jeans che spinge in avanti proprio perché lei ne avverta la dimensione.
Preso dalla lussuria ogni tanto la faccio girare cambiando i ruoli e Forica non oppone resistenza, mi lascia fare essendo talmente presa, ed anche fuori dal tempo, che crede di vivere un sogno. E’ eccitata da morire e non fa che baciare, leccare, succhiare.
Quando le tolgo la maglietta lei non è più in sé. La sua mente è stravolta dalle sensazioni che incessantemente la stanno travolgendo e non fa niente per arginare la libidine che sale sempre più di livello. Il contatto con la mia pelle la fa andare in estasi.
Ha voglia di farmi, mi slaccia i jeans e stringe il cazzo, io gemo.
Il mio cazzo è talmente bello e duro che l’ha ipnotizzata e non riesce a staccarne occhi.
“Succhialo!” le dico perentoriamente e lei a quel comando si sente sottomessa e felice di esserlo. Siv ede chiaramente che si sta sciogliendo. Si dedica al cazzo come le fosse stato donato un bel gelato e per prenderlo tutto in bocca si piega.
Con una mano sulla testa le do il ritmo in sincronia con i miei e da una parte dello specchio poggiato al muro vedo i miei movimenti stando appoggiato sui suoi glutei e mi godo la vista di Forica che fa mi fa un pompino.
Senza che ce ne fossimo accorti siamo tra una parete ed il bordo del lettone. Lei in piedi con i tacchi e l’esiguo spazio agisce con scarsa comodità ma apprezzo ciò che lei fa.
Mentre lei è piegata e sta eseguendo il pompino, io infilo le mani sotto la gonna e la sollevo per palpare la figa spostando il perizoma riuscendo a metterle due dita dentro.
La figa di Forica si è allargata e spero che la penetrazione sarà facile anche perché constato che anche la lubrificazione è abbondante.
Mi dice che vuole essere scopata; ha necessità di sesso.
Non resiste.
E’ tutta bagnata e le mie dita la strapazzano dentro facendola godere e mugolare nonostante il cazzo che ha in gola che le crea qualche problema.
Decido di chiavarla ed allora all’improvviso tolgo le dita e la infilzo con il mio cazzo.
Forica non se l’aspettava. Il cazzo che ha dentro le sembra enorme ed io, in modo animalesco, senza preliminari l’ho infilato tutto in un colpo.
Quell’introduzione improvvisa ed inaspettata ha lasciato Forica per un attimo senza fiato, poi ho cominciato a pompare e lei ha goduto tantissimo.
Era quello che voleva ma non sapeva come e quando le avrei dato il cazzo.
A montarla in quel modo sono andato avanti per un po’.
Poi steso sul letto le ho chiesto di cavalcarmi e lei lo ha fatto voltandosi voltare lasciando che il cazzo turgido e profumato dagli umori della figa lei non lo vedesse.
Nella nuova posizione Forica ha preso il cazzo nella figa.
Poi con una mossa acrobatica si è voltata e mi ha baciato.
Le sue gambe erano larghe ed io sotto lei le davo il cazzo il più rigido che potessi.
Dal momento della nuova posizione di accoppiamento si sono sentiti solo gemiti e respiri affannati fino all’orgasmo; prima Forica, poi io che ho scaricato tutto lo sperma con tre spruzzi di sborra nella figa senza chiedere se lei prendesse la pillola.
La foga era tale che non mi ero preoccupato di prendere dall’auto un preservativo e per di più lei non si ha posto il problema di una gravidanza.
Forica dopo l’orgasmo ha avuto una sensazione di appagamento incredibile.
Mi ha detto che le piaceva sentire la sborra scivolare fuori dalla figa che ripuliva con una salvietta.
In cuor suo è felice e mi confessa mentre siamo abbracciati che si sente ancora più femmina perché finalmente le pare di essere anche una troia da montare ed usare.
Quell’occasione le ha consentito di conoscere meglio il sapore del cazzo e del piacere.
Nei mesi seguenti Forica è andata dalla ginecologa di fiducia ma non le ha diagnosticato una gravidanza.
Dopo l’orgasmo metto le mani nelle sue cosce e la bacio calorosamente. E’ un bacio che dura più di dieci minuti fra carezze e colpi di lingua in contemporanea, poi lei mi fa un pompino da favola non mi scorderò mai ma non lo completa per la sua ritrosia, che non conoscevo, a portarli a termine.
Dopo aver finito mi svela che Gavina, la sua amica mia compagna, aveva un amante a cui faceva pompini con ingoio.
Era logico che ci sia rimasto male perché avevo scoperto di essere cornuto ma mi consolavo perché avevo ora la donna più troia di questo mondo. Ne traevo la conclusione che Gavina non avendo avuto rispetto di me, mi potevo permetter una bella cotta per Forica.
E’ stata, quindi, la mia ex fidanzata ad avermi spinto involontariamente tra le braccia della sua amica Forica.

Sapevo che le donne se sono innamorate piace giustificare le proprie porcate e che per essere porche devono essere innamorate. Infatti tra me e Forica devo dire che ci sono state subito scintille.
Alla prima uscita, toccandole la figa, ha avuto tre orgasmi in pochi minuti. Lei non diceva mai no a qualsiasi proposta le facessi. Al terzo incontro siamo andati in pineta e l’ho presa sul il cofano dell’auto in pieno giorno e mi sono accorto che lei dava il meglio di sé quando c’era il supposto o reale pericolo.
Infatti una sera, dopo le 22, stavamo scopando quando lei mi ha detto di aver visto qualcuno guardarci dal di fuori dell’auto ma ha aggiunto di continuare e fare finta di niente anche se qualcuno ci stesse guardando. A quel punto lei si gira, ha afferrato il cazzo e lo ha puntato dritto al buco del culo. Forica non mi aveva mai dato il culo e quella è stata la prima occasione. Lei quella sera era molto attenta a rimanere con il culo ben largo e si sporgeva lateralmente per farsi vedere meglio. Io sul momento ho pensato che fosse qualcosa dettato dalla libidine per eccitarmi ma l’uomo ora era a pochi metri e non potevo più fingere ma nemmeno interrompere quello che stavo facendo.
La situazione mi ha costretto ad affrettare il mio fiotto di sperma che Forica si ha voluto dentro mentre il secondo fiotto con una spremitura delle palle, si depositava sull’ano e sulle natiche.
A quel punto lei si è divertita a giocare con il mio sperma spalmandolo bene intorno al buco mentre si infilava di tanto in tanto le dita dentro fino a che non lo ha allargato con entrambe le mani per mostrare il retto dilatato a me ed all’uomo che stava fuori.
Gavina, la mia ex fidanzata ed amica di Forica, non era più nella mia mente ed ora c’era solo lei la nuova amica MILF di cui ne andavo orgoglioso.
Anche quando tornavo da scuola dopo la fine delle lezioni passavo da lei in Istituto e spesso, chiusa la porta d’ingresso come se fosse finito il lavoro, abbiamo scopato su poltrone, tavoli, scrivanie, per terra, sedie e quant’altro potesse dare una particolarità ai nostri accoppiamenti.
Uno dei casi è stato quando, nell’aula di meteorologia, lei ha sollevato la gonna fin sopra i glutei, tirato fuori dalla borsa un dildo ed a gambe sollevate se lo ha infilato nel buco del culo. Entrava molto bene ed affinché vedessi meglio come si inculava mi ha fatto sedere per terra per menarmi il cazzo, cosa che facevo da molto tempo, ed osservare quanto lei godesse. Inoltre lei con l’altra mano si sgrillettava e non ha tardato a venire  squirtando leggermente ed io che raccoglievo la sua sbroda.
Anche io a quel punto non ho tardato a venire con un orgasmo che mi ha fatto sollevare il bacino puntando braccia e gambe sul pavimento cercando di raggiungerla per chiavarla e far sì che la mia sborra prendesse la via del buco del culo dilatato dal fallo.
Forica mi ha poi aiutato a sollevarmi ed io, appena in piedi, le ho puntato il glande per metterle il cazzo in culo ma lei fa qualcosa che non mi aspettavo: si allontana e mi chiede di affondare interamente nel culo il fallo di gomma assumendo nel parlare una posiziona quasi a 90 gradi con le gambe molto divaricate e con la testa che compariva tra le gambe per cercare di vedersi meglio durante la prima penetrazione.
Quella posizione ha fatto sì che il buco posteriore fosse in bella vista ed inoltre ha spinto contraendo il ventre per far sporgere l’ano alla mia vista ed alla mercé di quel grosso fallo.
Non ho avuto dubbi nel fare quella pratica che mi intrigava moltissimo. La sborrata fatta da poco era come se non fosse avvenuta; ero di nuovo in tiro.
Con la mia complicità, Forica si ha voluto inghiottire nel retto quei 23 cm per intero e mi pregava di accendere il vibratore e spingerlo ancora nel punto che lei definiva doloroso ma che le ha permesso di liberarsi in un orgasmo che è risuonato negli ambienti dell’Istituto universitario dove lavorava.
L’orgasmo non l’aveva stordita, nonostante a me sembrasse forte. Il vibratore non lo ha levato da dietro ma mi ha solo chiesto di spegnerlo “Voglio abituarmi ad essere allargata! Se poi lo vuoi fare sempre tu?!” ed avvicinandosi a me mi ha preso il cazzo in mano segandomi così mi sono dovuto accontentare di essere smanettato dalle abili mani della mia amante.
Poiché ci baciavamo, non mi ero accorto che una sua mano era andata a sgrillettarsi e quindi torturare felicemente il clitoride che non era ancora sazio. Lei faceva di tutto per avere insieme un orgasmo ma Forica è stata più rapida e non ha aspettato il nostro simultaneo orgasmo; infatti lei si è forse distratta e ha scaricare un grosso e liberatorio fiotto di sborra sul mio volto e nella mia bocca. Ero un po’ contrariato per la parziale delusione e mi sono avvicinato con il cazzo ai genitali gonfi di Forica che attardava a ricomporsi per riposare ed ecco che anche io ho l’orgasmo facendola avvicinare a me ma non ha aperto la bocca, anzi l’ha chiusa.
Tra noi c’è stata una risata e ci sono stati molti baci.
“Amore mio ti farò assaggiare qualcosa di straordinario le prossime volte, vedrai!” mi ha detto.
”Scusa ma, sei una bella figa e mi piaci, però altre volte voglio rifarlo qui”
Lei se n’è uscita con una risatina felice e di volte ce ne sono state tante altre ed ognuna è una storia a sé.
Il rapporto con Gavina l’ho interrotto dicendole che mi piaceva Gavina la sua amica “Lo sapevo che prima o poi ti avrebbe catturato! Da troia quel è non poteva certo farne a meno!”

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