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Racconti Erotici Etero

Fuoriporta

By 13 Aprile 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Il mio primo fuoriporta

Ero in macchina con mio marito, andavamo a trovare i suoi che abitavano fuori Roma. Siamo sposati da 18 anni e i nostri rapporti sono ancora molto vivi e appaganti, tanto che prima di partire l’abbiamo fatto sul nostro lettone, visto che i ragazzi sono fuori con gli Scout.
Viaggiavamo in autostrada, quando a Marco (nome fittizio) gli scappa di dover andare in bagno. Si ferma in un’ area di sosta, per la verità non molto carina, ma era la prima sul nostro cammino e quindi scende e si avvia verso una casupola che doveva essere il bagno. Scompare nella casetta per qualche minuto, e nel frattempo, si ferma una macchina vicino alla nostra. Ne scende un bell’ uomo, sulla trentina, che distrattamente guardo. Mi fissa e sorride. Si mette vicino al finestrino e si tira giu la lampo, mostrando un’ arnese da far invidia ad un negro. Esterrefatta mi copro il viso con le mani. Non che su internet in ufficio non avessi visto cosi di quelle dimensioni, ma vederlo da vicino, mi metteva a disagio. Per tutta risposta, mi bussa sul vetro dicendomi di aprire. Io rispondo di no, ma lui insiste, e se non lo faccio chiama mio marito. &egrave un sopruso bell’e buono. Cosa devo fare? La testa mi gira, i pensieri si susseguono, cosa mi avrebbe detto Marco? Perché non torna? No forse non deve tornare ora. Tolgo le mani dal viso, il pene era diventato enorme. Sento le gambe tremare. ‘Allora piccioncino, tira fuori la lingua e assaggia il mio nettare.’Forse vuole solo questo, penso, e ubbidisco. Subito mi sbatte sul viso quel coso duro. L’odore mi eccita. &egrave pulito, non sa di sporco come pensavo. ‘Dai prendilo in bocca, ti piacerà, cos’&egrave non l’hai mai fatto?’ ‘solo a mio marito”Allora &egrave ora di falo anche a me’, miprende la testa con una mano e mi spinge fuori dal finestrino. Mi ritrovo con un cazzo enorme in bocca, da sapore dolce, mi eccito subito, d’ altra parte anche lui &egrave un bell’ uomo, se fossi stata con le mie amiche l’ avremmo notato subito. Però ero in un’area di sosta, stavo aspettando mio marito ed era la prima volta che sentivo su di me un’ altro uomo. Intanto lui con dolcezza, mi avvicinava la testa al suo corpo, facendo entrare il suo mostro dentro la mia boccuccia, che faceva male per quanto era aperta. D’ un tratto mi sono svegliata da quel torpore e divincolandomi dalla morsa, ho detto ‘ora ti basta, ho fatto ciò che volevi’, chinandosi verso il mio viso, ‘diciamo di si, ma dimmi ti &egrave piaciuto?’. Capendo che dovevo dire di si ho annuito,’non ho sentito’ ‘si’, ho detto sottovoce. ‘Bene, la piccioncina &egrave soddisfatta del mio cazzo in bocca, adesso lo assaggia in un’ altro posto.’ Apre la portiera che sbadatamente non avevo chiuso, e mi tira fuori. Letteralmente sono un fuscello nella sue mani. ‘ora o te le togli da sola calze e mutande o te le strappo io’ ‘faccio io, un ‘attimo’ ‘si sbrigati che ho voglia di svuotarmi’ Mi sentivo letteralmente un battona, ma vicino a quell’ uomo che ostentava quella sicurezza e quella forza ero una donna invulnerabile, se non da lui. Mi alzo la gonna e tiro giù le calze fino alle ginocchia, ero completamente nelle sue mani. ‘va bene fino a qui?’stava scrutando intorno, per vedere se veniva gente. Infatti una macchina con un ‘uomo si era avvicinata ma questi non era sceso.’non ti preoccupare &egrave solo un guardone. Si tanto ti metto a pecorina, ma hai il perizoma, perfetto, lascialo, che te lo scosto io.’ Con la sua gia sperimentata dolce brutalità, mi piega sul cofano, e mi penetra con forza, senza preamboli. A me che i preamboli sono sempre piaciuti, sentire il pene che sente dove entrare, si sforza di entrare, e alla fine ci riesce, magari con il mio aiuto, adesso ero proprio una puttana di strada. Usata a suo piacimento. Ma quella forza in fondo mi mancava, ero sorpresa dal sentirmi eccitata nell’ essere usata in quel modo. Il cervello mi scoppiava e anche la mia passerina, completamente piena da quel mostro di pene che aveva cominciato a dilatarla in modo assurdo. Fino ad ora come detto avevo solo visto in foto certi arnesi, bagnandomi come non mai, ma solo sul monitor. Ora stavo sul cofano della mi macchina, in pieno giorno, con un pezzo d’ uomo che mi riempiva il mio fiorellino, che fino ad ora aveva assaggiato solo quello di mio marito, di tutt’ altre dimensioni, ma che mi soddisfaceva puntualmente.
Sentivo quel cosone aprirmi letteralmente in due, la passera per fortuna rispondeva bene e si lubrificava sempre di più. L’ uomo dietro di me spingeva come non avevo mai sentito. Sembrava dovermi spaccare, tanto che all’ inizio due o tre urli li ho cacciati. ‘Ti piace piccioncino? Sei proprio una bella donna sai? Tuo marito deve avere un sacco di corna con una donna come te, vero?’ ‘Si &egrave un gran cornuto’ mi &egrave scappato, ma non avrei voluto. Una parte di me resisteva e sarebbe scappata, l’altra parte era presa dall’eccitazione della situazione e si stava godendo quella scopata imprevista. ‘lo sapevo, sei proprio una porca’ ‘si dimmelo di nuovo’. Ero in balia di quell’uomo da un pezzo, ma non volevo ammetterlo. Il cervello non rispondeva più, sentivo la passera piena di quel ben di dio e me lo stavo godendo. Mi stava piacendo sentirmi cosi puttana. Sbattendomi ancora più forte, mi diceva che sono una gran troia, che avevo una fica apertissima, come le bagasce di strada. Che in fondo li mi aveva trovato e che li mi stava scopando. Non so cosa mi successe, sono venuta un paio di volte. Alla fine anche lui mi ha riempito la pancia di caldo e tanto seme. Poi &egrave uscito dal mio corpo, cosi come era entrato, violentemente, lasciandomi a bocca aperta. Avevo goduto. ‘Ciao piccioncino’ mi dice ‘se ti ritrovo ancora qui ti faccio il culo’. Dandomi una violenta pacca sul sedere, si tira su i pantaloni e se ne va in macchina sgommando. Io rimango un’attimo li, poi mi rialzo e vedo l’altra macchina con l’omino che si stava masturbando, con lo sportello aperto, tenendosi il piccolo membro con solo due dita. Mi rivesto guardando il poverino, e salgo in macchina. Mi accorgo che sono passati dieci minuti. Dieci minuti di inferno penso da una parte, ma sentendo colarmi il seme di quell’ uomo in mezzo alle gambe, mi risento dentro quel membro duro e bollente che mi stantuffava anche il cervello e mi sento veramente donna e puttana. Torna Marco, bello arzillo e scarico, meno male che mi ha trovato in macchina penso tra me. ‘ i bagni facevano schifo ed era pieno di gentaccia, cosi ci ho messo un po’.’ ‘tutto bene però’ ‘si cara, tutto ok’.
Passiamo una bella giornata in campagna dai suoi. Io, che ogni tanto dovevo correre al bagno per pulirmi la passera dal liquido caldo che fuoriusciva, mi sentivo un’altra. Pensavo a quell’ esperienza, a come l’avevo sopportata, e alla fine ci avevo pure goduto. Mi sentivo rinata, donna completa. Ripensandoci, completa proprio no, mi ha promesso di farmi il culo. Quello non lo ho mai dato a nessuno, solo mio marito una volta si &egrave permesso di metterci un dito, mi &egrave piaciuto, ma poi gliel’ho sempre vietato. Chissà come sarà quell’arnese nel culo. Con questi pensieri nella testa si rimonta in macchina e si torna a Roma. Continuo a bagnarmi la passera, soprattutto quando passiamo davanti all’area di sosta. Ci butto uno sguardo ma andiamo troppo veloci. Arriviamo a casa a tarda sera. Si va a letto. Ci avviciniamo, e cominciano le toccatine. Mi scaldo in un’ attimo. Una cosa mi ha distratto un’ attimo. Mi sembrava che al sua bocca odorasse di membro, ma eccitata com’ero, ho ingoiato l’odore e sono scesa per sentirlo in bocca. Sapeva di sperma, lo riconosco l’odore, erano gocce di sperma di mio marito. ‘Non ti sei lavato stamane?”si perché?’ ‘Sa di sperma come mai?”Anche tu hai un odore strano ed &egrave tutto il giorno che vai in bagno.”Mi deve arrivare e controllavo (bugiarda), ma tu sembra che abbia fatto qualcosa’.
Accende la luce e tutto rosso mi fa ‘ti devo confessare una cosa, sono stato con un’ uomo.”cosa vuol dire? Sei gay o trav o cosa?”no no calmati, &egrave successo cosi in fretta che non so neanche da dove partire. Mi sento sporco, ma &egrave stata un’ esperienza, che forse avrei dovuto fare da tanto per capire che non sono portato per queste cose.’Spiegami bene che non capisco nulla.” Si hai ragione con calma, ti ricordi la piazzola dove mi sono fermato per andare in bagno?”si certo che me la ricordo’Volevo essere cattiva, ma mi sentivo un po in colpa anche io, quindi ho deciso di aspettare.’bene, sono entrato nella casupola, e c’erano quattro porte, da due si sentivano dei lamenti di uomini. La vescia mi scoppiava, per cui ho detto, mi sbrigo e me ne vado. Sono entrato e ha chiuso la porta con il chiavistello. Quello mi ha fregato. Dal bagno vicino sono saliti due tizi per sbirciarmi. Uno aveva il rossetto, l’altro’ un camionista con baffoni. ‘dai vieni da noi’ gli ho detto di no, Ma loro, hanno divelto la porta e mi hanno trascinato nel loro bagno.’
Mi sono bagnata tutta, ascoltavo mio marito e mi rivedevo completamente nelle mani di quell’uomo, timorosa ma alla fine felice.
‘hanno continuato a fare i loro porci comodi, anche se nel bagno non ci si stava in tre. Il camionista con i pantaloni calati, quello con il rossetto con la gonna tirata su, addosso a me che ero poggiato al muro, con ancora il pene di fuori. Il camionista si piazza dietro all’altro e se lo scopa. Scusa l’ espressione cara, ma &egrave stato così. Quello con il rossetto voleva baciarmi, ma io mi divincolavo, finch&egrave il baffone mi ha fermato il viso con la mano callosa e puzzolente di gasolio, a quel punto, due labbra con barba mi si sono attaccate e la lingua mi &egrave entrata in bocca, frugandomela. Mugolava e i colpi da lui ricevuti si ripercuotevano sul mio bacino. Sentivo il suo pene diritto sbattere sul mio che senza volerlo in breve &egrave diventato duro. Mi stavo lasciando andare, non opponevo resistenza, in quanto non potevo, non che non volessi, ma non avevo possibilità di divincolarmi. Li sentivo ansimare, il camionista spingeva il suo pene nel sedere dell’ altro, che rinculava su di me, di conseguenza il suo pene sbatteva sul mio. Mi stavo eccitando da morire. La lingua mi rovistava nella bocca, ho cominciato a prenderci gusto.’Cambiamo posizione, siamo in tre, mettiamoci comodi.’ Dice il camionista. ‘Dai tu nuovo, come ti chiami?’ ‘Marco gli ho detto, senza volerlo me lo sono inventato.’
Ero gasatissima, le stesse cose capitate a me, solo che io ero con un’ uomo, mio marito con due, quindi contro natura, ma si stava eccitando anche lui come me.
Quasi stavo per raccontargli anche la mia storia, ma aspettai, ripromettendomi di farlo un giorno.
‘Mi hanno messo seduto sul water, Quello col rossetto chiamato Sonia, me lo ha preso in bocca, mettendosi a pecorina, l’ altro, chiamato Ernesto, ha continuato a scoparlo da dietro. Faticava a tenermelo in bocca per le botte che riceveva, ma ci riusciva egregiamente, era bravo, lo succhiava e se lo infilava tutto in gola, come fai tu. Mi stavo eccitando. Non potendo andare via gli ho preso la testa e l’ho guidato io come piaceva a me. Ernesto dopo poco &egrave venuto nel culo di Sonia, urlando come un’ ossesso. Sonia se lo &egrave smanettato un po ed &egrave venuto anche lui, al che mi hanno alzato, si sono inginocchiati e mi hanno fatto venire nelle loro bocche. Poi Sonia ha anche ripulito il pene di Ernesto che era appena uscito dal suo culo, poi mi ha baciato. Mi ha riempito di sperma tutte le labbra e la bocca. ‘che schifo’ ho detto, ‘mai assaggiato sperma?’ ‘mai, e mi fa schifo’ ‘ devi sapere che contiene vitamine, e acidi che fanno bene alla pelle.’ ‘non mi piace.’ ‘non mi dire che non conosci il sapore del pene’, mi dice mentre si rimetteva a posto la gonna, che lasciava intravedere un bozzo niente male. Risposi di no e i due guardandosi negli occhi, si mossero all’unisono. Sonia si tira di nuovo su la gonna e visto che era senza mutande mi si piazza davanti al viso con il suo arnese in mano. L’altro, mi si mette vicino all’orecchio, dicendomi di farlo da solo oppure lo avrebbero fatto loro. ‘ dai prendiglielo in bocca, prova vedrai che ti piace, anche io pensavo che Sonia fosse sporca, ma &egrave una gran troia ma molto pulita.’
A malincuore dovetti cedere. Ti giuro cara che non l’avrei mai fatto.’
Io ero veramente su di giri, stavo rivivendo le mie stesse emozioni. Lo ascoltavo a bocca aperta, ma eccitatissima, per nulla irritata.
‘Mi avvicino a quell’arnese. Era grande per la mia bocca. Ma con mia sorpresa mi &egrave entrato tutto il glande tra le labbra. Era morbido e sapeva ancora di sperma di Sonia differente da quello di Ernesto. Presto ho sentito indurirsi il pene nella mia bocca, ma ormai ero partito, no potevo fermarmi. Anche il mio pene stava reagendo. Ernesto me lo toccava, toccandosi lui stesso. Sonia mi prende la testa e dicendomi di tirare fuori la lingua più che potevo, mi spinge il suo arnese tutto in bocca. Resisti mi diceva, poi lo toglieva e ricominciava. Ero gasatissimo. Stavo facendo un bocchino ad uno sconosciuto e tu eri fuori ad aspettarmi, forse preoccupata, ma io stavo a mille. Mi stava piacendo. Riapro gli ochhi e vedo che la mano di Ernesto &egrave sul culo di Sonia, probabilmente aveva un dito dentro perch&egrave ogni tanto lo toglieva e lo metteva in bocca a Sonia che succhiava. Ora mi muovevo da solo. Pompavo come non avrei mai pensato, mi piaceva e stavo facendo godere un’ estraneo , anche questo mai immaginato. Ernesto si menava il cazzo davanti a me, ma ancora no in tiro non poteva sporcarmi. Questa era una preoccupazione nei tuoi confronti. Loro non ne sapevano nulla ma tu eri la fuori indifesa e sola. Alla fine sento Sonia ansimare, nella mia inesperienza, faccio in tempo a pensare cosa stesse succedendo che un fiotto mi riempie la bocca. Caldo, denso, amarognolo, subito un’ altro, poi ancora uno, sembra non finire mai. Per il problema di prima mi ritrovo a trangugiare una quantità di sperma mai visto ne sentito, senza farne cascare una goccia. Mi riempiono di complimenti, e mi lasciano andare, non prima di avermi chiesto come mai ero li. Saputo che tu eri fuori, mi hanno detto di guardare se c’era una macchina con lo sportello aperto e una persona dentro vicino alla mia, e di chiederti perché era li, ma io non gli ho dato peso, li ho lasciati in bagno con Sonia che ha ripreso il lavoro a Ernesto. E nell’ altro bagno un’ altra coppia di uomini era entrata mentre io uscivo.
Questo &egrave tutto. Ora decidi tu. Io vogli rimanere con te, anche se l’esperienza mi &egrave piaciuta, non la vado a ricercare, te lo posso assicurare.’ ‘Ok lo interrompo, capisco la tua sincerità, ora senti cosa faceva quella macchina vicino alla nostra.’
‘Perché c’&egrave una ragione?’ ‘Si c’&egrave una ragione, semplicissima. Siamo capitati a nostra insaputa in una piazzola dove si fanno incontri etero.’ ‘Cosa vuoi dire?’
‘Sentimi, Quando sei entrato in quel bagno come pensavamo fosse, si &egrave accostata una macchina vicino la mia, non quella che hai visto, ma un’ altra ne &egrave sceso un omone ‘.’
Il resto lo sapete. Abbiamo fatto l’amore tutta la notte come mai ci era capitato prima.

Se a qualcun altro &egrave capitata una cosa simile scrivetemi.
Grazie

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