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Racconti Erotici Etero

Giornalismo d’assalto

By 18 Gennaio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Luisa era stanca di scrivere articoli sportivi.
Quando venne assunta come collaboratrice del giornale locale di G., grazie
alla sua notevole abilità nello scrivere coltivata durante la giovinezza e
perfezionata dopo l’iscrizione alla facoltà di lettere, si aspettò di doversi
occupare di temi concernenti la politica, la società oppure la cultura. Invece,
a causa della carenza di giornalisti nel settore sportivo, fu costretta a
commentare le partite della squadra Primavera di calcio della città.
Più volte chiese al capo redattore che le venissero affidate inchieste più
interessanti, ma ogni volta si sentì rispondere in maniera negativa. Tuttavia,
visto che un po’ di soldi in più non fa mai male e considerato che anche i
migliori giornalisti devono fare la gavetta, fece buon viso a cattivo gioco e
cercò di fare comunque del suo meglio.

Le cose cambiarono quando la società acquistò Nicola.
Luisa lo vide per la prima volta mentre intervistava ai bordi del campo l’
allenatore della squadra. Mentre quest’ultimo si prodigava a spiegare alla
ragazza la tattica che avrebbe adottato la domenica successiva, Luisa si
accorse subito della presenza di un nuovo giocatore non appena i calciatori
entrarono in campo per allenarsi. Infatti, Nicola non passava di certo
inosservato. Oltre ad essere alto e ad avere un fisico atletico e vigoroso,
come richiedeva la sua professione, aveva anche dei bei lineamenti e un sorriso
dolce, che raramente Luisa aveva riscontrato nei suoi compagni di squadra.
Così, mentre l’allenatore continuava a farfugliare qualcosa circa le difficoltà
della prossima partita, con la coda dell’occhio Luisa seguiva gli allenamenti
del nuovo arrivato. Si sentiva quasi ipnotizzata: non riusciva proprio a
staccargli gli occhi di dosso! Così, al termine dell’intervista, rimase seduta
sulle tribune ad ammirare Nicola.
Cosa le prendeva? Solitamente non era attratta dagli sportivi, preferendo
invece uomini più interessanti culturalmente. E poi quel ragazzo era più
giovane di lei, che invece aveva 23 anni. Però la sua giovinezza e la sua
allegria la incantavano.

Tornata a casa, rimase tutta la sera pensando a Nicola.
Lo immaginò mentre giocava una partita, correndo con tutte le energie che
aveva in corpo per rubare un pallone o contrastare con il fisico un avversario.
Si sentì avvampare di passione: quanto desiderava accarezzargli i muscoli tesi,
sentirlo respirare affannosamente e detergergli il corpo dal sudore dopo un
match estenuante’

Il giorno seguente, si svegliò con la voglia di vederlo ancora.
Per farsi notare da lui, decise di vestirsi in maniera provocante. Nonostante
facesse abbastanza freddo, indossò una minigonna piuttosto corta, coprendosi le
gambe con delle calze nere sorrette da autoreggenti. Dopo essersi infilata un
maglioncino e le scarpe, si sedette di fronte allo specchio per truccarsi.
Diede un po’ di colore alle sue labbra carnose, in modo che risaltassero ancora
di più sul suo visino aggraziato. Poi incorniciò i suoi occhi chiari con un eye
liner scuro. Si compiacque per il lavoro fatto: quel trucco leggero la rendeva
ancora più carina. Per finire, si pettinò i lunghi capelli biondi, che per la
prima volta lasciò sciolti. Si infilò il cappotto e uscì, emozionata all’idea
di rivedere Nicola.
Giunta al campo, si sedette di nuovo sulle tribune a osservare i movimenti di
Nicola. Era così intenta a imprimere nella memoria ogni più piccolo dettaglio
che non si accorse che stava scarabocchiando sul taccuino dei ghirigori senza
senso. Finita la partitella di allenamento, si avvicinò all’uscita con la scusa
di intervistare qualcuno. Dopo un gruppo di cinque giocatori uscì anche Nicola
che, prima di entrare negli spogliatoi, si girò verso di lei. Luisa rimase
impietrita, vinta dalla timidezza. Ma lui, inaspettatamente, le sorrise. Questo
gesto le fece battere il cuore. Quasi le sembrava di vivere un sogno. Eppure
Luisa, essendo una bella ragazza, doveva essere abituata a essere oggetto di
sguardi da parte del sesso opposto’

Quell’episodio si ripeté più volte nei giorni seguenti. Luisa seguiva sempre
più assiduamente gli allenamenti della squadra, cercando di nascondere le sue
reali intenzioni facendo interviste e scrivendo frasi incompiute sul taccuino
con la scusa di prendere note. Nicola si era accorto di lei, e sicuramente lei
non gli era indifferente, visto che le rivolgeva sempre un sorriso quando la
notava.
Luisa aveva anche trovato un certo entusiasmo nel commentare le partite.
Anche il direttore del giornale si era complimentato con lei per la passione
con cui scriveva gli articoli. Da questi ultimi traspariva chiaramente la sua
predilezione verso il nuovo acquisto della società, le cui gesta atletiche
erano enfatizzate in maniera piuttosto evidente anche quando il calciatore
giocava una partita appena sufficiente.
Ma a Luisa quella situazione, basata solo sugli sguardi, non bastava più.
Nicola sembrava troppo timido per avvicinarsi e chiederle di uscire. Lei, d’
altro canto, non voleva essere la prima a farsi avanti, preferendo invece
essere corteggiata come spesso le era capitato in passato.

Fortunatamente, accadde un episodio che cambiò radicalmente la sua vita.
Una mattina, durante gli allenamenti, Nicola subì un’entrata troppo decisa
da un compagno di squadra, che gli girò leggermente la caviglia. Il
massaggiatore, per paura di complicazioni, gli ordinò di andare negli
spogliatoi e riposarsi.
Luisa pensò che quella era l’occasione giusta per conoscerlo un po’ meglio.
Dopo un paio di minuti che Nicola era sparito, con la scusa di chiedergli come
stava, Luisa entrò negli spogliatoi e lo chiamò, ma non ricevette alcuna
risposta. Bussò alla porta dove i giocatori si cambiavano, ma ancora una volta
non udì niente. Temendo che fosse successo qualcosa di grave, aprì la porta e
cautamente entrò nella stanza. Non c’era nessuno. Però le parve di sentire
qualcosa provenire dalle docce. Si avvicinò e sporse la testa, timidamente.
Ciò che vide la lasciò senza fiato: di fronte a lei stava Nicola,
completamente nudo, a parte una cavigliera alla gamba destra. Aveva la faccia
rivolta verso il muro e si stava passando il bagnoschiuma sul corpo. Luisa non
poté non osservare quel corpo così tonico, i cui muscoli erano ancora contratti
per la fatica fisica degli allenamenti. Le guance le divennero immediatamente
rosse e iniziò a tremare, ma non girò lo sguardo altrove. Era come rapita dalla
visione di quel fisico che aveva tante volte provato a immaginare e che ora si
trovava davanti in tutto il suo splendore.

Mentre era assorta in quella visione, le cadde dalle mani la matita. Nicola
si accorse di quel rumore e si girò, trasalendo per un istante di fronte a
quella presenza assolutamente inaspettata. Luisa rimase quasi paralizzata,
balbettando qualcosa in tono di scusa, con la sola voglia di scappare via.
Ma Nicola non si scompose. Dopo l’iniziale sussulto dovuto alla sorpresa, le
sorrise e si avvicinò a lei, ancora nudo. ‘Vieni qui’, le sussurrò. La prese
per le mani e la avvicinò a sé. Afferrò il suo taccuino e la sua borsetta,
appoggiandoli sul lavandino. Poi abbassò il capo e la baciò sulle labbra. Luisa
rispose socchiudendo leggermente la bocca, sentendo la punta della sua lingua
venire a contatto con quella di Nicola.
‘Spogliati, non vorrei bagnarti i vestiti’, le disse Nicola. Luisa obbedì,
quasi inconsciamente. Mentre si toglieva di dosso ogni indumento, Luisa notò
che il membro di Nicola, in parte coperto ancora dalla schiuma, si stava
ingrossando e sollevando in alto.
Appena fu completamente nuda, Nicola la attirò di nuovo a sé e riprese a
baciarla, stavolta con più trasporto. Luisa gli mise le mani attorno al collo
muscoloso, mentre le mani di Nicola le accarezzavano la schiena e il culetto.
Poi sentì le sue dita che la esploravano tra le gambe, dove la sua passerina
stava iniziando a bagnarsi per l’eccitazione.
Luisa si staccò per un attimo dalle sue labbra e osservò il suo torace
possente. Poi iniziò a baciargli il petto, scendendo dai pettorali fino agli
addominali. Mentre si abbassava, vide il membro di Nicola che svettava duro
verso la sua bocca. Mmh, come desiderava avvolgerlo con le sue labbra’Con le
mani cercò di ripulirlo dalla schiuma, ma Nicola la bloccò. ‘Aspetta, conosco
un modo migliore’, disse. Così aprì il rubinetto facendo scorrere l’acqua in
parte sul suo uccello, in parte sulla faccia di Luisa, che si mise a ridere.
Anche Nicola sorrise per quella situazione, e accarezzò le guance di Luisa.
Lei si eccitò ancora di più: prese tra le mani il cazzo di Nicola e lo
masturbò freneticamente, sentendolo indurire tra le sue manine. Poi se lo
rimise in bocca, facendo fatica a ingoiarlo tutto. Lo leccò con una foga che
non si riconosceva, soffermandosi soprattutto sulla cappella violacea, che
sembrava già esplodere di sperma.
Per non venire subito, Nicola la fece alzare e riprese a baciarla, mentre
con un dito le penetrava facilmente la fessa umida. Luisa si godette quella
penetrazione, provando un orgasmo intenso che stava reprimendo da giorni.
Poi si fece audace. ‘Scopami, voglio sentirti tutto dentro!’, chiese decisa a
Nicola, con una voce che sembrava non fosse più sua. Nicola rimase un attimo
perplesso. Forse non aveva avuto tante esperienze in passato, oppure aveva
paura delle possibili conseguenze. Per liberarlo da ogni remora, Luisa gli
confidò che prendeva la pillola. A quelle parole Nicola si lasciò andare:
sollevò in alto Luisa, sorreggendola sotto le cosce, mentre lei si avvinghiava
al suo busto con le gambe. Poi la fece scendere piano, mentre lei con una mano
indirizzava il membro di Nicola dentro la sua passerina. Nicola la scopò in
quella posizione, facendola muovere su e giù con una forza sorprendente. Luisa
gemeva, era da tanto che non veniva presa con tanta bravura. Gli leccava il
collo e lo baciava in bocca, mentre il suo respiro si faceva sempre più
intenso.
Dopo qualche minuto, Nicola non ce la fece più a trattenersi, e le scaricò
dentro un fiume di sborra, che ebbe l’effetto di provocare un altro orgasmo in
Luisa, che gridò per il piacere, comprimendo le punte delle dita sulla schiena
di Nicola. Poi si lasciò andare, rimettendo i piedi per terra.
I due si guardarono e sorrisero, soddisfatti. Lui aprì nuovamente l’acqua
della doccia e la aiutò a pulirsi. Poi le porse il suo asciugamano, con il
quale lei si asciugò. Dopodiché, Luisa si rivestì e lo guardò, felice.
‘Ti va di uscire stasera?’, le chiese lui, finalmente. Due ore prima dell’appuntamento, Luisa aprì l’armadio in cerca in un abitino sexy che eccitasse la fantasia di Nicola.
Mentre rovistava tra i vestiti, si accorse che il cuore le batteva freneticamente in petto. L’idea di farsi vedere ancora una volta nuda agli occhi del giovane la elettrizzava. Però la sua non era timidezza, né tantomeno insicurezza. Aver sentito Nicola godere dentro di lei con un trasporto
così intenso le aveva dato l’assoluta consapevolezza che il ragazzo la volesse almeno quanto lei lo aveva desiderato in passato. Ora aveva intenzione di farlo suo in maniera più profonda, catturargli la mente oltreché i sensi, renderlo suo nel corpo e nell’anima.
Si trovò tra le mani un vestitino scuro molto provocante, stretto in vita e lungo fino al ginocchio, che aveva acquistato l’anno precedente per un’occasione altrettanto importante. Abbinò a quell’abitino delle scarpe con tacco alto e sottile, che slanciavano maggiormente la sua figura già snella e proporzionata.
Prima di vestirsi, decise di farsi una doccia. Mentre l’acqua scendeva calda dall’alto, a Luisa non poté non balzare per la mente l’avventura vissuta la mattina negli spogliatoi. Ora che ci ragionava a mente fredda, non riusciva a capacitarsi della spudoratezza con cui si era lasciata andare. Non conosceva ancora bene quella parte così trasgressiva del suo animo, che quel giorno era uscita fuori per la prima volta così spontaneamente e inaspettatamente. Mentre si lavava, immaginò di avere ancora le mani grandi ma non ruvide di Nicola che la accarezzavano. Quel contatto l’aveva fatta fremere la mattina e la eccitava di nuovo in quel momento. Involontariamente, si trovò a passarsi la mano destra all’interno delle cosce. L’acqua della doccia rendeva l’operazione ancora più gradevole. Aveva troppa voglia di fare di nuovo l’amore con quel ragazzo’Staccò la cornetta della doccia e la avvicinò alla sua fighetta fradicia di umori. Il getto dell’acqua le investiva il clitoride con una pressione così forte che, dopo un paio di minuti, Luisa si sentì gemere di piacere.
Quando uscì dalla doccia, si mise addosso due gocce di profumo e iniziò a truccarsi, con il sorriso ancora stampato sul volto dopo il terzo orgasmo della giornata.

Quando arrivò al luogo dell’appuntamento, Nicola era già lì che la attendeva. Indossava una camicia e un paio di jeans trendy, e aveva in mano un mazzetto di fiori. Luisa sorrise di fronte a quel gesto così dolce e romantico. Lo ringraziò e lo salutò con un bacio fugace sulle labbra.
Avevano scelto una pizzeria abbastanza carina ma semplice, così da mangiar bene e conoscersi un po’ meglio. Nicola all’inizio era piuttosto imbarazzato, ma Luisa era così carica di energia che lo mise subito a suo agio. I due passarono una serata piacevole, raccontandosi le parti più interessanti e degne di nota delle loro vite. Mentre chiacchieravano, si cercavano timidamente con le mani, assaporando ogni minimo contatto come due fidanzatini innamorati. Ogni tanto Luisa si faceva più audace, accavallando le gambe coperte solo da sottili calze nere e poggiando la mano sulla gamba muscolosa di Nicola. Mentre lui parlava, Luisa ogni tanto sognava che non ci fosse nessun altro in quel locale. Avrebbe voluto far cadere per terra la forchetta, scendere giù sotto il tavolo e, coperta dalla tovaglia, aprire la cerniera dei jeans di Nicola, tirare fuori il suo uccello ancora molle e infilarselo in bocca fino a sentirlo duro e voglioso.

Dopo un paio d’ore, decisero di uscire dalla pizzeria. Nicola chiese a Luisa se volesse bere qualcosa nella sua stanza al pensionato, offerta che Luisa non poté non accettare. Così, dopo qualche minuto, si trovò nella stanza di lui, vistosamente riordinata il giorno stesso. Nicola offrì una birra a Luisa, che accettò volentieri, anche se non aveva certo bisogno di alcol per lasciarsi andare.
Luisa si sedette su un divanetto, mentre Nicola accendeva lo stereo. Dopo aver messo su un po’ di musica, si sedette sul letto di fronte a lei, sorridendo. A quel punto Luisa si alzò, gli prese la birra dalle mani e poggiò le due bottiglie sul tavolo. Senza perdere tempo, si mise a cavalcioni sopra di
lui, accarezzandogli i capelli mentre lo guardava in viso. Poi iniziò a baciarlo, insinuando la lingua dentro la sua bocca. Mentre gustava il sapore delle sue labbra, Luisa sentì le mani di Nicola dietro di lei che le aprivano il vestitino. Lentamente Nicola fece scivolare la parte superiore del vestito, lasciandola completamente nuda. Infatti, Luisa non aveva indossato il reggiseno quella sera. Era così eccitata che i capezzoli si erano inturgiditi. Nicola se ne accorse, così prese a leccarli dolcemente, mordicchiandoli e succhiandoli ogni tanto.
Luisa si sentiva un lago in mezzo alle gambe. Si alzò e finì di spogliarsi completamente, rimanendo solo in perizoma, calze e scarpe. Nicola gradiva sicuramente quello che si trovava davanti, a giudicare dalla forte erezione che premeva contro la stoffa dei suoi jeans.

A questo punto Luisa fece qualcosa che non aveva mai fatto in vita sua.
‘Avvicinati allo schienale del letto’, chiese a Nicola, anche se la domanda suonava più come un ordine. Nicola obbedì. Poi si tolse le scarpe e si sfilò le calze. ‘Solleva le mani e appoggiale sullo schienale.’ Nicola fece come gli era stato detto. Così Luisa usò le calze per legare le mani di Nicola allo schienale del letto. Lui rimase ad osservarla, eccitato di fronte a quel comportamento così piacevolmente inaspettato. Ora che era in suo potere, almeno psicologicamente visto che con la sua forza Nicola non avrebbe fatto grande fatica a strappare quelle ‘catene’, Luisa si mise sopra di lui e, con il perizoma ancora addosso, si sfregò la passerina sulla protuberanza del giovane. Continuò a masturbarsi con quei movimenti, sentendo il membro di Nicola che diventava sempre più duro con l’attrito. Dopo qualche istante Luisa venne in un orgasmo pazzesco, inzuppando il perizoma con la copiosità dei suoi umori.

Ma la serata era solo all’inizio. Ancora eccitata, Luisa sbottonò la camicia di Nicola, lasciandolo a petto nudo. Con la lingua gli leccò il torace scolpito e gli addominali, poi aiutandosi con i denti e la lingua gli abbassò la cerniera dei jeans e glieli sbottonò. Ricordandosi di avere ancora le mani, gli sfilò i pantaloni e i boxer insieme, lasciandolo nudo con la mazza che si erigeva a mo’ di bandiera verso il soffitto. Quel cazzo così duro implorava di essere succhiato. Dopo averlo masturbato
un po’ con le mani, Luisa se lo infilò in bocca, facendo fatica a ingoiarlo tutto. Con la lingua lo lavorava per bene, leccando l’asta dalle palle fino alla cappella. Quest’ultima era l’oggetto principale del suo desiderio: la mordeva e la succhiava come se fosse un gelato, mentre un po’ di liquido già fuoriusciva dal buchino.
Ogni tanto Luisa si fermava, voleva far soffrire l’amante. Infatti, quando lui le chiedeva di continuare, lei smetteva, godendo nel sentirlo implorarla di non fermarsi. Ma lei era troppo brava a spompinarlo, e quella situazione era troppo eccitante. Così Nicola le riversò improvvisamente una serie di schizzi in serie, in parte dentro la bocca socchiusa in parte sulla faccia. Luisa ingoiò tutto quel liquido, pulendosi poi con la coperta le parti della faccia che non riusciva a raggiungere con la lingua.

‘Ohhh, sei stata fantastica!’, fu il commento di Nicola dopo che si riprese dalle convulsioni orgasmiche. ‘Ora slegami per favore.’
‘Credi che ti lasci andare così facilmente?’, disse però Luisa, con un sorriso diabolico. Dopo aver proferito queste parole, riprese tra le mani il cazzo di Nicola, che quasi subito tornò a irrigidirsi. Lei si sfregò i seni e il pancino sulla sua mazza, muovendosi come un serpente fino alla sua bocca, che prese a baciare nuovamente con passione.
Una volta che l’uccello di Nicola tornò al suo precedente vigore, Luisa si sedette su di esso, infilandoselo con grande facilità dentro la sua fighetta fradicia. Andando su e giù come un’ossessa, Luisa cavalcò quel pezzo di carne con una maestria incredibile, mentre il rumore di quella penetrazione si librava nell’aria, aumentando l’eccitazione dei due amanti.
‘Oh, siii, fottimi così!’, gridava Luisa. Nicola le sculacciava il culetto mentre lei continuava a muoversi sopra di lui, accarezzandole il buchetto con il dito.
‘Mi piace’infilamelo dentro, dai!’, chiedeva lei, che piano piano si sentì penetrare anche nella parte posteriore. Ora Luisa era riempita in entrambi i buchi. Si sentiva così porca, ma stava anche godendo come non mai.
Con un urlo bestiale, Nicola venne di nuovo dentro di lei. ‘Godo!!!’, gridò a gran voce, riempiendo di sborra la figa calda di Luisa.
Lei poi si sollevò, mentre parte di quel liquido biancastro le colava tra le cosce.
‘Finisci il lavoro, fammi godere di nuovo!’, comandò a Nicola. Gli prese la mano e se la portò in mezzo alle gambe. Lui la accarezzò con due dita, sentendola contorcersi lentamente tra le sue braccia, fin quando lei esplose in un orgasmo ancora più forte del precedente.

Respirando pesantemente, con le gocce di sudore che scendevano sui loro corpi, Luisa e Nicola si addormentarono l’una nelle braccia dell’altro.
Di certo, non avrebbero dimenticato quella giornata tanto facilmente’

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