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Racconti Erotici Etero

Giovanna la maestra

By 13 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono andato a prendere il mio fratellino all’uscita da scuola ma lui era già andato via con alcuni suoi compagnetti prendendo una strada diversa dalla mia, come spesso accade realmente.
Mi giro per tornare a casa ma sento la voce della mamma di un compagno di mio fratello che mi chiama per avvisarmi che una delle due maestre di mio fratello vuole parlarmi. Io salgo in classe e seduta alla scrivania trovo la maestra di italiano di mio fratello che corregge dei compiti e non mi degna di uno sguardo.
Era vestita con una gonna grigia che, per via di come era seduta sulla sedia, le era salita fino a scoprire mezza coscia; una camicetta giallina semi trasparente dalla quale si intravedeva un reggiseno nero.
Dopo cinque minuti che ero lì intento a squadrarla dall’alto verso il basso, cinque minuti in cui la vista delle sue tette e delle sue cosce fece smuovere il mio uccello, finalmente si decise a rivolgermi lo sguardo e mi chiamò vicino a lei per farmi vedere che macello di compito avesse consegnato mio fratello, cercando di muovermi con cautela (per via della mia ormai evidente erezione) mi avvicinai alla cattedra e mentre guardavo il quaderno del compito, lei si accorse del mio bozzo, anche perché era giusto all’altezza del suo viso, e con una mossa che non mi aspettavo, ma nella quale speravo, mi libera il mio uccello per poi imprigionarlo immediatamente dopo tra le sue labbra incominciando un su e giù incredibile fermandosi solo qualche secondo per spogliarsi e per spogliarmi.
Dopo dieci minuti di un pompino fantastico, la faccio sdraiare sulla scrivania e comincio a leccare la sua fica infilandole contemporaneamente un dito nel culo e facendola godere talmente forte che devo tapparle la bocca per paura di essere scoperti e interrotti sul più bello.
Decido di scoparla immediatamente ma mentre le stò strofinando la punta del cazzo sulle labbra della sua fica, il mio sguardo &egrave calamitato da quelle due montagne di carne soda che sono le sue tette, finora colpevolmente tralasciate e salendole a cavalcioni mi faccio fare una spagnola con annesso pompino finché non le vengo in faccia e sulle bocce. Lei lecca tutta la mia sborra, e mentre mi pulisce il cazzo, mi si drizza più di prima e immediatamente riprendo posizione davanti alla sua fica e la scopo con furia strizzandogli le tette fino a farla godere nuovamente ed io con lei.
Dopo averle stuzzicato per cinque minuti i capezzoli pizzicandoli e succhiandoli, scende dalla cattedra e dopo avermi dato un bacio appassionato ed esserci ringraziati a vicenda, decidemmo di rivestirci prima che ci sorprendessero nudi come vermi.
Mi chinai per prendere i miei vestiti, ma quando lei fece lo stesso, io vedendo quel magnifico culo di fronte a me, ebbi nuovamente una tremenda erezione e prendendola per i fianchi, poggiai la mia cappella sul suo buchino.
Lei terrorizzata mi disse che non voleva perché lì era ancora vergine e temeva di sentire troppo dolore, ma io ormai infoiato, prima le reinfilai nuovamente il cazzo nella figa, poi una volta unto con i suoi liquidi vaginali e con la mia precedente sborra(non si era pulita perché voleva farsi scopare da quel cornuto del marito con la figa piena della mia sborra)glielo infilai di colpo nel culo con lei che gridava tutto il suo dolore che piano piano, ma inesorabilmente, si trasformò in goduria.
Andammo avanti venti minuti nei quali lei venne almeno cinque volte, finché all’ennesimo orgasmo suo, venni anch’io e non facendo in tempo a tapparle la bocca come le altre volte, quel che temevamo si avverò.
Entrò tutta preoccupata un’altra maestra, che tra l’altro &egrave amica di mia madre, che appena ci vide ancora avvinghiati con il mio cazzo nel culo di Giovanna, con mia grande sorpresa invece di urlare allo scandalo venne vicino a noi e cominciò a leccare le tette della sua collega………

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