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gli altri porci mi fottono la moglie e io pago il suo pappone

By 26 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella gran puttana di mia moglie anche dopo aver trovato il pappone supercazzuto che se la sbatteva sfondandola e la faceva battere per lui continuava di nascosto per non farsi riempire d botte a farsi fottere da parecchi montoni e avevo scoperto che anche il vecchio padrino che per la sua natura ninfomane l’aveva dressata a quella vita di porcate se la ripassava regolarmente.

Non avevo detto niente al suo pappone violento dato che la zozza andava a trovarlo con la scusa di fargli visita una volta a settimana ma io ero sicuro che il vecchio depravato se l’ingroppasse ad ogni visita e qualche trombata gliela aveva data anche a casa nostra.

Una volta però la cosa fu scoperta. Quella mattina al mio rientro sentendo venire dalla camera il solito rumore che ormai conoscevo bene della mignotta in monta andai a spiare pensando che la zozza fosse già al lavoro con qualche cliente mattiniero ma con sorpresa (neanche troppa dato che la svergognata troia mi aveva già confessato tutto del dressaggio avuto da ragazza e delle monte clandestine che si faceva ancora col vecchio padrino porco puttaniere e me l’aveva detto apposta per farmi incazzare e rodere le corna ramificate che portavo) vidi la bagascia in ginocchio faccia a terra col vecchio padrino che a cavallo delle sue chiappe larghe le teneva infornato nel buco del culo tutto il suo battacchio fino alla radice inculandosi mia moglie come fosse la sua.

Io stupito e incazzato mi sentivo armare il cazzo a quello spettacolo osceno ma ero anche spaventato perché sapevo che doveva arrivare anche il pappone e se ci avesse trovati così di sicuro sarebbero stati guai per tutti. Preoccupato entrai in camera per far smettere la monta dei due porci anche se così mi sarei definitivamente scoperto col padrino per quel cornuto guardone e succube pervertito che ero diventato.

Il vecchio però doveva sapere già tutto di quella situazione sconcia informato dalla figlioccia zoccola e vedendomi entrare non fu per niente sorpreso e anzi guardandomi sfottente mi dissi:”…minchia che tafanario gli ha fatto il suo pappone a questa troia di tua moglie… la rottinculo era già bella allargata quando te la sei sposata ma adesso ha una rondella sbrillentata come una chiavica… te l’ha sgarrata di brutto quel bastardo cazzuto… mi ha raccontato che l’ha sbudellata a sangue… mica come quando l’inculavo io che gli facevo il mazzo piano per non sfibbrargli lo sfintere… quel mandrillo l’ha squartata di brutto… guarda che pozzo nero… ci passa un treno… ” e così dicendo prendendoselo in mano e tirandosi indietro le sfilò dal buco del culo il lungo salame nodoso sturandola con uno scoppio di tappo umido.

La zozza mi aveva detto che aveva un gran cazzo ma rimasi sorpreso comunque dalle dimensioni del grosso nerbo del vecchio che era anche tosto nonostante la sua età e la troia vedendo il mio stupore ammirato mi volle umiliare sfottendomi :” …hai visto recchione cornuto che gran mazza ha il mio papi ?… e lo sa usare anche bene il gran porco… pompa ancora come un mandrillo…te l’avevo detto che aveva un manico da campione… mi ci vuole sempre un bel po per intostarglielo come piace a me ma poi me lo sbatte in panza come un porco… pigliatelo in mano e senti quanto è tosto guardone merdoso… di sicuro piace anche a un recchione come te… ” e il vecchio mi si avvicinò sbandierando il manico grondante di liquidi anali e ridendo del mio schifo me lo mise in mano:”…senti qua una vero nerbo sturachiappe… è da quando era ragazzina che ci sbudello e svango i buchi alla mia figlioccia… e me lo fa tirare ancora questa gran puttana… sugami la cappella gran recchione cornuto… che la tua mogliettina me l’ha detto che ti fa beccare la fava anche a te…”

Io sentivo in mano la stanga tosta calda e scivolosa e il bastardo approfittando del mio smarrimento mi prese la faccia e me lo spinse sulla bocca tappandomi il naso così che dovendo aprire la bocca per respirare mi ritrovai la minchia puzzolente in gola. Stordito e sottomesso dal vecchio porco e dalla sua figlioccia depravata mi ritrovai senza capire niente a sugare la mazza nodosa che mi riempiva la bocca mentre i due depravati se la ridevano della mia succube umiliazione a spominare il vecchio padrino della mia moglie maiala che commentava:”…hai visto che pompinaro frocio? … te l’avevo detto che gli piace beccare la fava oltre che guardare come mi trombano… il cornuto ci gode doppio quando oltre a me fanno il mazzo anche a lui…”. Anche se ero abituato a subire le violenze del pappone e della vacca che spesso mi obbligavano a leccare nei buchi della maiala appena sturata le scolate viscide che ne scolavano fuori o a spompinare il mostruoso nerbo del porco e inghiottire la sua sborrata tra gli sfottò della zoccola arrapata io ero umiliato al massimo da quel pompino al mio suocero vizioso sia perché m’ero confermato oltre che guardone cornuto anche recchione pompinaro sia perché mi faceva rabbia che il vecchio fosse ancora padrone di fottersi mia moglie e impormi quelle oscene umiliazioni davanti a lei che ancora culo all’aria offrendogli le chiappe slargate colle mani lo incitava:”…cazzo papi…piantala di ingozzare mio marito di cazzo e torna a ficcarmelo in panza… forza che a lui gli puoi fare il mazzo dopo… mica scappa il recchione….è a disposizione mia e tua quando vuoi…”.

Sentivo il cazzone del vecchio porco tosto mentre lo spompinavo anche perché guardava ammirato lo sfintere spalancato in mezzo alle chiappe della figlioccia a pecora che smaniava per avere la sua ceppa e per mia fortuna il porco non resisté all’invito di quel deretano che aveva sverginato lui per primo e mi sfilò di bocca la ceppa insalivata e reggendosela a due mani andò a piazzarsi davanti a quel culo offerto sconciamente e le appizzò la cappella sul foro spalancato e guardandomi sfottente mi insultò:”…guarda come t’inculo la moglie cornutazzo… tièèè!!!…becca gran troia rottinculo… il tuo papi ti ara le chiappe come piace a te…” e con una botta potente le piantò nel retto la minchia tosta alla faccia mia che guardavo allibito asciugandomi la bocca impiastrata di saliva e roba vischiosa. Vidi la maiala strabuzzare gli occhi mentre quel manico duro le scendeva in culo prepotentemente e quando le fu scomparso nelle budella fino alle palle il padrino le assestò una botta secca che la fece ruttare da maiala e scoreggiare una sonora pernacchia umida accompagnata dal suo strillo rauco di godimento osceno.

Il padrino la prese per i fianchi e cominciò a pomparle in culo come un ossesso sudando e bestemmiando mentre la troia schiacciata dalle sue svangate furiose singhiozzava e sculettava con strilli soffocati insultandoci e bestemmiando infoiata coma una bagascia. L’inculata di mia moglie non era per me una novità ma vedere il vecchio padrino che stantuffava con furia il deretano della figlioccia mi arrapava e incazzava insieme facendomi dimenticare la paura dell’arrivo del pappone che infatti ci sorprese entrando e trovandomi che mi segavo davanti allo spettacolo osceno della sua puttana inculata a fondo dal vecchio padrino che lui conosceva bene.

Mi aspettavo che si sarebbe incazzato da matti ma rimasi stupito quando invece il porco senza curarsi della scena mi chiese solo se m’aveva pagato e sapendo che non avevo preso soldi allora si che divenne furioso e mi riempì di pugni e calci urlando:” …testa di cazzo… lo sai che tutti debbono pagare… che cazzo fai gli sconti ai parenti?… me ne frego se è il padrino o un puttaniere qualunque… voglio soldi per fargli usare la mia maiala… forza recchione cornuto paghi tu per lui e zitto se no vi massacro di botte a te e alla tua vacca…” e dolorante dovetti anche pagare l’inculata che il vecchio porco continuava a somministrare a mia moglie da quel cornuto e mazziato che ero diventato.

Il vecchio intanto incurante di noi continuava a pistare nelle viscere della figlioccia e aveva accelerato la pompa andando e venendo dalla cappella alle palle con stantuffate furiose che sbattevano le sue palle tra le cosce della zoccola scosciata che guaiva e scoreggiava sbavando colle pocce ondeggianti al ritmo di quella inculata sconvolgente. Mentre il pappone contava i miei soldi il padrino sborrò con un grugnito da porco e a gambe larghe scaricò le sue palle nelle budella della figlioccia che strillava estasiata sotto le bordate calde che le colmavano la panza. Poi accascaindosi sulle chiappe della zozza il vecchio porco sgrullandosi la fava smollata gliela ricacciò dal sedere sturandoglielo con un risucchio umido e lasciando che la vacca scoreggiasse dal buco del culo spalancato uno stronzo di sborra fumante che le scolò nel fracosce fino a terra tra le risate dei due porci ammirati.

Il padrino misurò lo sfintere della puttana con le dita infilandogliele dentro e indicandole con orgoglio al pappone si vantava:”…guarda che tafanario gli ho fatto alla tua puttana… ha il foro largo come un cesso… ci si può cagare dentro… me la sono strainculata tua moglie… erano 2 settimane che aspettavo colle palle piene di farle il mazzo… hai visto che ceppa s’è beccata la mia figlioccia recchione cornuto?…” ma il pappone sfoderando la sua proboscide che armava a vista d’occhio gli disse:”… che cazzo ti vanti vecchio porco… questa è la nerchia che si becca questa scrofa di tua figlia ogni giorno… le tue inculate sono niente in confronto alle stirate di chiappe con cui ti sfinisco la figlioccia maiala…”

Il vecchio guardava ammirato la nerchia spropositata del pappone che me l’aveva messa in mano per farmela armare bene come faceva di solito prima di montarsi mia moglie e da esperto soppesava le grosse palle pelose del porco che a gambe larghe sbandierava la sua minchia asinina pronta per la monta e gli disse incredulo:”…che sberla di cazzo… fammi vedere come se lo riesce a pigliare in culo la mia figlioccia… sapevo che era una mazza super ma non pensavo che fosse un tronco di questo calibro… le deve essere schiattato il buco del culo alla maiala quando glielo hai sverginato… ” Il pappone allora fece stendere la zoccola e rialzandole le gambe larghe gliele appoggiò sulle spalle ordinandomi:”… forza cornuto guardone… lo sai quale è il tuo dovere di marito stracornuto e pervertito…” e io umiliato sotto lo sguardo sfottente del vecchio dovetti andargli dietro e passando le mani tra le sue gambe sotto le palle gli impugnai l’immane cazzo tosto indirizzandolo sul buco del culo della troia restato talmente slargato che la mostruosa cappella le scomparì nel retto quasi per intero.

Quando lo sentì in posto il pappone le sparò un colpo secco immergendole la cappella nel retto accolto dall’urlo acuto della vacca sbudellata. Ma lui senza pietà le ficcò la gigantesca stanga su per le budella a spinte feroci godendosi i rantoli e gli urli acuti della troia sbudellata dalla sua potenza. Il vecchio padrino lo aiutava a tenere larghe e ribaltate le gambe della figlioccia prendendo il posto che di solito toccava a me così che poteva seguire l’infilaggio delle chiappe della maiala. Guardavamo con ammirazione l’entrata lenta dell’enorme nerchia che scompariva frusciando nelle viscere di mia moglie che sussultava sbavando a bocca aperta e occhi rovesciati sotto i colpi micidiali del suo pappone che le arava la panza a fondo. Quando fu tutto infilato nel deretano della zoccola il pappone sudato cominciò a pomparle in culo con risucchi osceni aiutato dalla sborra del vecchio che gli lubrificava la mostruosa ceppa che entrava e usciva con risucchi umidi tra i lamenti acuti della porca sbudellata e gli incitamenti del padrino che guardava stupito quello spettacolo per me ormai abituale incredulo che la figlioccia non crepasse squartata da quella mazza equina che le frugava le budella.

Il pappone le dava in culo come un bruto per dimostrare al vecchio che era lui il padrone dei buchi della vacca e nonostante lei fosse abituata a quelle inculate bestiali la sua violenza la faceva urlare e torcersi trattenuta a stento dal vecchio che riarmava la sua mazza a quella scena sconcia aiutato dalle leccate di palle della figlioccia la cui testa stava tra le sue ginocchia. Stantuffandole in culo come un ossesso dopo una inculata rapida ma bestiale il pappone grugnendo da porco le sborrò una enorme scarica in fondo alle budella sformate e vedendo quel cannone sussultare mentre sparava bordate di sugo di cazzo in panza alla figlioccia semisvenuta che urlava parolacce oscene spurgando dalla sorca larga un getto fumante della sua goduta perversa il padrino lo applaudì ammirando :” …cazzo che scarica…questa si che è una sborrata da cavallo… deve schiattarle la panza con tutta quella roba dentro… non ho mai visto una nerchia simile in un maschio ne bianco ne nero… è incredibile che questa scrofa riesca a beccarsela in culo senza schiattare…”

Il pappone sazio si sgrullò la mazza nelle viscere di mia moglie svuotandosi bene le palle e poi le sfilò lentamente il battacchio dalle chiappe stuprate ricacciandoglielo dallo sfintere con un osceno risucchio di tappo. Prima che la depravata ricagasse dal foro anale sbrillentato e spalancato il vecchio padrino prese il posto del pappone e approfittando dell’estrema dilatazione della rondella della figlioccia riuscì a farle scivolare in culo il suo manico anche se ancora non intostato. Non era in grado di incularsela ma le infilò comunque la fava nel retto enormemente dilatato e poi impugnandola per le pocce le pisciò nelle budella facendola urlare ancora. Il vecchio porco si svuotò la vescica incurante degli insulti della figlioccia che si sentiva usata come un cesso e poi la sculò dicendole:”…che cazzo strilli vacca… così ti lavo le budella… eri piena come una chiavica di sborra … stai zitta maiala che ti piace farti fare il clistere di piscio dal tuo vecchio…”

Allora il pappone venne da me con la gran ceppa grondante di sbrodolate fumanti e dopo avermi obbligato a pugni a ripulirgliela slinguandola mi ordinò di pagare io la seconda inculata del vecchio. Io protestavo perché non era un’inculata ma dovetti pagare anche quella porcata del padrino perché il pappone mi minacciò di farmi cagare in bocca dalla maiala quello che aveva in panza e rabbrividendo di paura dovetti subire anche questo insulto. Però presi i soldi il pappone si avvicinò alla troia restata ribaltata culo all’aria che mostrava il pozzo nero del buco del culo rotto e tranquillamente mi ordinò di guidargli la sua pisciata in culo a mia moglie e io con schifo dovetti impugnargli la ceppa e indirizzare lo zampillo nel cratere scuro tra le chiappe della maiala che si beccò mugolando anche questa innaffiata di budella e alla fine i due maiali ridendo le sputarono anche nel buco del culo enormemente spalancato e rigurgidante robaccia viscida e schiumosa.

Credevo che finalmente sazi di porcate i due bastardi mi avrebbero lasciato in pace e seduto in disparte mi segavo il cazzo intostato dallo spettacolo osceno appena visto mentre il vecchio e il pappone parlottavano tra loro ma capii subito che stavano architettando una nuova prorcata ai miei danni e infatti il vecchio disse alla figlioccia:”… guarda il povero cornuto come se lo mena… fai godere anche lui zoccola… anche se ti fa ridere pigliagli in culo anche il suo cazzetto si merita anche lui di usare il tuo buco ogni tanto…” La vacca perversa allora ridendo si alzò e tamponandosi lo sfintere che perdeva liquidi schiumosi e venne a sedersi sul mio cazzo dritto impalandosi senza sforzo fino alla radice. Io rabbrividendo con schifo sentivo il mio manico sciacquare nelle budella di mia moglie ricolme della sborra densa e del piscio dei due bastardi che ridevano della mia umiliazione e prima che potessi sborrare arrapato com’ero la scrofa pervertita si rialzò di colpo sculandosi e chinata in avanti mi sparò addosso una scoreggia fragorosa scaricandosi le budella a spruzzi schifosi di robaccia merdosa e puzzolente e ricagandomi addosso tutta la sborra che i due porci le avevano ficcato in panza a pressione tra le risate dei due e gli insulti per le mie corna ramificate.

Io furioso la respinsi via insultandola come la più maiala delle mogli puttane ma i due sadici incazzati mi sbatterono a pugni la faccia tra le sue chiappe impiastrate di quello schifo colloso e viscido facendomelo ripulire colla lingua a pugni e calci. Quando furono soddisfatti di vedermi grufolare sottomesso in quel pantano di sborra merdosa che rigurgidava dalle viscere della scrofa i due porci mi lasciarono e il pappone ridendo pretese ancora soldi da me con la scusa che m’ero goduto lo spettacolo della loro doppia inculata e avevo anche sborrato facendo quell’osceno leccaculo e quindi da quel porco vizioso che ero dovevo pagare il servizio della puttana. Poi il vecchio padrino se ne andò dicendomi sfottente che ormai sarebbe venuto a fottersi la figlioccia quando e come voleva a spese mie e che magari m’avrebbe inchiappettato anche tanto per farmi assaggiare la sua mazza anche a me oltre che alla sua figlioccia troia e si mise d’accordo col pappone per farsela in sandwich alla prossima trombata.

Quando furono usciti la svergognata bagascia incazzata per gli insulti che le rivolgevo rialzando una gamba di lato mi sparò in faccia una scoreggia fumante di sborra vischiosa dicendomi:”…che cazzo protesti stronzo… quelli sono cazzi altro che il tuo grissino… lo sai che se non mi faccio sbudellare non godo… ma anche tu hai goduto gran recchione merdoso… che credi che non ho visto come armavi prendendoti in mano quelle mazze toste? … e come gliele hai sugate di gusto gran porco pervertito…ripulisci tutto e zitto se non vuoi prendere altre botte dal padrino e dal pappone… sono solo loro che mi possono infornare i manici gratis… ma se fai il bravo marito cornuto e guardone ti faccio assistere anche se poi devi pagare le trombate che mi danno…” così incazzato dovetti stare anche zitto e subire quelle tremende umiliazioni che mi infliggeva la mia moglie padrona e gran troia depravata.

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