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Racconti Erotici Etero

Goal!

By 4 Giugno 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

L’intimo sexy, le calze tenute dai gancetti del bustino che il body semi trasparente bianco non riusciva a celare completamente e la gonna a ruota nera un palmo sopra il ginocchio, inutili anche le décolleté bianche e nere col tacco dodici: la sorpresa per una serata piccante aveva capito che era andata a puttane quando, aperta la porta del bilocale, vide di spalle Franco davanti al televisore sintonizzato sulla partita e i suoi tre amici del Club sbracati sul divano con lui, bottiglia di birra in mano e una teglia di popcorn sul tavolino davanti a loro.

-Brava! Perfetta, in tema per la serata.- le disse appena si accorse della sua presenza, tanto era impegnato a seguire il match. -com’&egrave che sei qui stasera così elegante?
-Volevo farti una sorpresa, volevo portarti fuori- disse chiaramente avvicinandosi per dargli un bacio e, accostando le labbra all’orecchio sussurra,-e concludere in bellezza: sono due settimane che non ci vediamo.
-Ma c’&egrave la finale’- la risposta chiara, per poi aggiungere a bassa voce -appena finita lì mando via e ci divertiamo.
Inutile discutere con un tifoso convinto.

Ora però si stava annoiando, Franco coi suoi amici discutevano animatamente sulle tattiche e pronostici, la partita era cominciata da quasi quaranta minuti con alterne occasioni, ma ancora sullo zero a zero.
Le scorte di cibarie e beveraggi erano agli sgoccioli, quindi ne approfittò come scusa per sganciare un attimo.
-Volete che vada a prendere altre birre e dei tranci di pizza?-
-No, non occorre, ordina dallo ‘Spagnolo’- fu la risposta di Franco, -consegna a domicilio. Tu ci servi qui da portafortuna.
Buca anche questa, costretta al tifo coatto Gloria si rassegna a telefonare.

Fine primo tempo: risultato zero a zero, due occasioni mancate al ventesimo e al ventisettesimo, una pericolosa traversa dell’avversaria al trentanovesimo’ il commentatore in sottofondo e il loro discorrere animato.

-Dice che non riesce prima di una ventina di minuti!- urla Gloria dalla camera dove si era rifugiata per telefonare.
-Okay!- fu la sola risposta che ottenne tra una parola e l’altra delle loro considerazioni sull’andamento partita.

Voleva ammazzare la noia, ancora un’ora di quel supplizio no, non lo avrebbe sopportato. Prese il palmare di Franco dalla scrivania e andò al suo sito di racconti erotici preferito: tanto valeva tenersi in caldo.
Scorse un po’ di titoli, andando da un genere all’altro, finché un sorrisetto sogghignante non le compare sul volto alla vista di quel titolo.

Si stese sul letto, appoggiata con le spalle alla testiera, scalciando le décolleté dai piedi per poter poggiare i piedi sulle coperte e inizia la lettura.
Presa dalla storia della ragazza di tifoseria: in piedi nella calca degli spalti, avvolta in una coperta per proteggersi dal freddo che si sente strappare i collant da qualcuno dietro di lei, le sue sensazioni a sentirsi stimolata, penetrata; Gloria comincia a sentirsi eccitata immaginando la scena trasposta nella sala del suo ragazzo, circondata dai suoi amici come tifoseria e lei da protagonista si immagina in quella medesima situazione.

La sua mano scivola all’orto della gonna, la solleva, la lettura prosegue; incontra il body, il punto dello strappo dei collant nel momento clou, scaccia i gancetti; scosta le mutandine e sfiora le labbra già umide; la protagonista penetrata, le sue dita affondato nel profondo con un gemito’

Quinto minuto del secondo tempo: le squadre si alternano avanti e indietro al campo di gioco’ anche Gloria’ la pressione sulle fasce aumenta’ anche a Gloria’ l’azione si sposta sul fondo’ anche Gloria’ rapidi passaggi sulla punta e’ Gloria’
DRIIINN!!!…
-NOOOOO!!! CAZZOOOO, NOOOO!!!- urla di disapprovazione dalla sala e’
DRIIINN!!!… DRIIINN!!!… suonano alla porta: anche gloria disapprova l’interruzione, -Cazzo’ proprio adesso!- alzandosi di scatto, fosse mai che uno degli amici di Franco andasse ad aprire vedendola con la passera bagnata al vento, -Vado io! Devono essere le pizze!- urla verso la sala mentre si dirige alla porta, pulendosi alla meno peggio le dita imbrattate di umori con un fazzolettino di carta. Dalla sala nessuna risposta se non impressioni ed epiteti all’arbitro.
-Capito! Se non finisce bene, stasera non si scopa!- lo dice tra sé e sé sovrappensiero quando già ha aperto la porta, si rende conto che forse il ragazzo pizza l’ha sentita, visto il sorriso sardonico mentre le dice: – Buenas tardes, si’orita: Le pizze e le birre: sono quarantacinque.-
-Spiritoso, dai, entra e posa tutto sul tavolo in sala, ti prendo i soldi-
Il ragazzo esegue, bellamente ignorato dai tifosi da salotto, ritornando verso la porta d’ingresso.
Il percorso lo porta davanti alla porta della camera e getta lo sguardo all’interno, quel che vede e sente lo ha eccitato: Gloria &egrave piegata a novanta che sta ravanando nella borsa poggiata sul letto, e sente quell’odore caratteristico che aleggia nell’aria della stanza chiusa, odore di voglia, odore di femmina.

Gloria sente lo sguardo su di sé, volta la testa e lo vede lì, fermo sulla porta che la osserva, o meglio, sta’ guardando il suo culo. Ferma in quella posiziona mostra al ragazzo la banconota da cinquanta che ha in mano, -vengo subito, ecco i…- ma non fa in tempo ad alzarsi perché lui gli &egrave subito dietro.

-Non abbia fretta, si’orita. Serve altro?- la interruppe tenendola ferma in quella discutibile posizione con la mano sulla schiena.
-Ma cosa ti sei’- iniziò a protestare Gloria.
-Shhh, shhh, shhh, sono qui per servirla.- le rispose sussurrando mentre partiva con l’altra mano a carezzare la caviglia risalendo verso l’interno coscia.

‘… l’azione riprende, vediamo i nostri prepararsi per l’azione” la telecronaca continuava.
-DAI, NON FERMARTI A PENSARE, FATTI SOTTO!- incitava Franco.
-DAI, INFILALA!!!- di rimando uno degli amici.
-DAI FORZA!!!- uno degli altri due.

-No’ no, per favore’ ti prego, so’- emise un sospiro e ascoltando le incitazioni dalla sala.
Aveva voglia, ne aveva adesso e quella mano che saliva lenta, che le solleva la gonna mentre la accarezzava, la stava sciogliendo.
Chiuse gli occhi e ne assaporò lo scorrere: il lento salire dal polpaccio; accarezzare dietro il ginocchio; scorrere verso l’interno coscia per arrivare a sfiorare l’orlo delle mutandine ancora spostate sul lato della figa; l’indice e il medio che per un attimo vanno a controllare la sorpresa di quelle grandi labbra bagnate dalla precedente attenzione e che ora stavano stillando altro nettare; la mano che sale sfiorando le natiche, guidata dal medio che solca lo spazio tra le due e che prosegue lungo la schiena fino a lasciare scoperto il suo culo meraviglioso e il fiore imperlato di rugiada.

Gloria &egrave immobile, si sta mordendo il labbro inferiore, sente le farfalle al pube e una eccitazione amplificata dall’avere il ragazzo a due passi.

Le estranee mani scendono sfiorando i fianchi, le dita agganciano l’orlo delle mutande e le trascinano nella carezza verso le caviglie.
Lo sente, percepisce che il ragazzo &egrave in ginocchio dietro a lei, sente la brezza pulsante del suo respiro che si avvicina; sposta il peso su una gamba per portare l’altra a divaricarsi.
Un movimento lento, contemporaneo a poggiare la testa sul letto &egrave per il ragazzo la visione di un fiore che sboccia, che si apre pronto all’impollinazione.

-Siiihhh’- il primo contatto fu come una scossa che la fece scattare verso lo strumento di piacere che l’avrebbe torturata.
Il ragazzo ci sapeva fare, le sue mani la stavano tenendo divaricata per poter scorrere con la punta della lingua l’orlo delle grandi labbra, gli umori che non raccoglieva le si accumulavano sulla clitoride, gocce subito intercettate da una rapida frustrata che le procurava una scossa elettrica lungo la spina dorsale per rimbalzare dalla testa al pube.

Quando le due dita le violarono l’entrata della vagina fu sufficiente a farla contrarre la prima volta, ma insistette: la uncinava nel punto più sensibile, stimolando il bottoncino col pollice.
Stava impazzendo, sentiva montare un orgasmo potente, ma’

-Non così’ ti prego’- rantolò Gloria, – non’ voglio venire’ così’

Fu un attimo, un solo attimo di dolore lancinante che sfogò con un urlo silenziato dal materasso in cui aveva affondato la faccia.
Era entrato in un colpo solo, ma doveva avere una dimensione notevole, perché l’aveva dilatata oltre quello che in quel momento era la sua possibilità.
Passato il primo impatto fu Gloria che cominciò a muoversi avanti e indietro. Sentiva il bisogno di’ l’immagine del racconto, il tifoso che la prende da dietro, attraverso i collant strappati, in mezzo alla folla, nascosta solo da una sottile copertina, i movimenti dissimulati da balli di incitamento: l’immagine in testa’ lo stimolo agli antipodi’ Franco di là’ mai prima di quel momento, prima di allora aveva’
Inarcò la schiena, sollevò il viso al soffitto’ in quel momento magico solo un lungo e rauco rantolo le uscì dalla gola’
-GGGOOOOOOOAAAAAALLLLLL!!!!!!- in sala urlavano in visibili…

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