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High Utility – Episodio 16

High Utility

Episodio 16

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Luca si lasciava coccolare dal movimento del liquido del materasso ad acqua dopo l’ennesimo orgasmo donato alla sua incantevole amante, ora abbracciata a lui in un momento di dolcezza, la testa su una spalla e una mano sul petto, a coccolarlo.
– Mi stavo chiedendo… – disse, dando voce ad un interrogativo che gli girava in testa da un po’.
– Cosa? – domandò, dolce, lei. – Ormai mi sembra che tu abbia imparato quasi tutto quello che avevo da spiegarti sul sesso… Mi fai godere in ogni posizione e con ogni parte del tuo corpo, amore.
Lui le lanciò un’occhiata in tralice. – Ah, no. Intendevo dire: lo chiamano “materasso ad acqua”, ma c’è davvero dell’acqua o è un altro liquido.
Sam lo fissò per un istante, visibilmente confusa, probabilmente incapace di comprendere se stava scherzando o chiedendosi cosa ci fosse davvero nel materasso, sbattendo gli occhi come a schiarirsi la mente.
Luca non seppe se ridere o meno, ma volle comunque sbrogliare la situazione. – Posso baciarti?
La donna sorrise. – Questo non si chiede, si fa, sciocco.
E Luca fece. Appoggiò sulle labbra della donna le sue in un angolo, mentre nell’altro il polpastrello di un pollice le sfiorava la bocca, facendola fremere. Passarono diversi minuti così, prima che le loro lingue entrassero in azione, poi Sam salì sopra di lui, il suo seno che premeva contro il petto del ragazzo e la figa che colava liquidi di entrambi sul suo inguine.
– Noto che sei già pronto per un nuovo attacco, – sussurrò la donna, quando si staccarono per prendere fiato. – Che ne pensi di un giro dietro? – domandò, annuendo con un movimento del capo alle sue chiappe.
Luca le prese il mento con una mano, le diede un veloce bacio e apprezzò il pensiero. – Il mio cazzo è pronto, ma il resto… Sam, ho diciotto anni, ma non sono il coniglietto della pubblicità delle pile – ammise con tristezza. – Potrei farmi perdonare con un massaggio prima di andare.
Il ragazzo fu sicuro che la donna fece solo finta di pensarci, prima di dire: – Sì, devi ancora andare a casa a piedi, e non voglio che ti addormenti con la faccia nella fondina della minestra. Già tua mamma mi considera una zoccola solo perché faccio il lavoro che faccio, – e inconsciamente lanciò un’occhiata all’impianto di trasmissione davanti al letto, – non vorrei che mi odi anche perché sdereno il suo adorato figliolo.
Luca non disse nulla, ma doveva ammettere che da quando passava una parte dei pomeriggi con la donna, facendo ed imparando a fare sesso, la notte dormiva come un ghiro.
– Dopotutto, – continuò la donna, mentre scendeva dall’addome del ragazzo, – il mio culo sarà qui anche la prossima volta.
– Ben detto – rispose Luca, allungandosi fuori dal letto con un braccio e prendendo la boccetta di olio per massaggi che aveva portato qualche settimana prima come dono alla sua dea. L’aveva considerato un regalo migliore rispetto a dei fiori, anche se aveva temuto, all’ultimo momento, davanti alla porta di Sam, che la stessa non fosse stata dalla medesima idea. Si era sbagliato, e avevano passato un’ora, quel pomeriggio, a imbrattarsi di olio come se fossero stati destinati alla frittura.
Il ragazzo si spruzzò una dose generosa di olio su una mano, poi prese a massaggiare la donna sul seno, illuminando il volto di entrambi di piacere.
Dopo qualche minuto, passato a farsi palpare, più che massaggiare, le curve, Sam parlò per la prima volta. Aveva gli occhi chiusi, rilassata. – Luca, posso muoverti una critica?
Il ragazzo ebbe un sussulto, ma si ricordò che ogni lamentela, gentile lamentela, in realtà, della sua donna, l’aveva reso un amante migliore. – Certo – rispose, nascondendo il disagio che era sbocciato in lui.
– Sei un ragazzo bellissimo, Luca, – disse la donna, sempre con gli occhi chiusi, sospirando ad ogni mossa di lui, – ma hai mai pensato di fare un po’ di palestra, per irrobustirti? Sai, staresti bene con le spalle un po’ più larghe, le ragazze impazzirebbero, e anch’io, lo ammetto. E poi, ti sentiresti più sicuro di te.
All’inizio Luca si sentì sminuito, ma dopo pochi attimi si ricordò che, in realtà, l’idea di frequentare una palestra e mettere su un po’ di massa muscolare non gli dispiaceva. Cioè, glielo avesse detto una ragazza con cui ci stava provando l’avrebbe preso come un’offesa, ma la donna che gli aveva appena offerto il culo e che lui aveva rifiutato perché stanco…
– Ok, mi sembra una buona idea – concordò senza smettere di passare le mani sull’interno coscia di Sam, causandole profondi sospiri di piacere.

***

Alessio sollevò il telefonino quando emise un suono di avvertimento, accendendolo. Prima che muovesse il dito per far scendere la lista delle notifiche, Luca sorrise notando che l’amico aveva impostato come immagine della schermata di blocco la foto del suo primo lancio.
– Bella schermata – commentò, ironico.
L’amico fece una smorfia. – Mhm… sarebbe stata più bella senza un tipo appeso dietro di me, sul parapendio – ironizzò. – Ma sono sicuro che il mio fotografo di fiducia mi scatterà una foto anche quando sarà la mia prima solitaria.
– Ah, puoi contarci!
Alessio si alzò in piedi prendendo lo zaino appoggiato accanto, scocciato dopo aver letto un messaggio. Quasi senza pensarci, si passò un paio di volte le mani sul fondo dei calzoni per togliersi i primi fili d’erba dell’anno nel giardinetto della scuola che gli fossero rimasti addosso. – Che palle… Scusa, Luca, ma devo andare.
Seguendo l’esempio dell’amico, anche Luca si preparò ad andarsene. – D’accordo, anche io ho da fare questo pomeriggio, e sarà meglio darsi una mossa. – Salutò Alessio e si avviò verso l’uscita, pensieroso.
Non fece comunque il tempo a varcare il cancello, che una voce femminile lo chiamò. Ormai iniziava a diventare un po’ troppo familiare. Sollevò lo sguardo dalle sue elucubrazioni e vide la ragazza mora… “Olivia, giusto?” … che sembrava aspettarlo dietro una colonna di metallo. Sembrò che la ragazza stentasse a sorridere, come se la timidezza le impedisse di aprirsi completamente con lui.
Con un tuffo al cuore, Luca si rivide in lei, per un istante, mentre chiedeva a Flavia se avesse voluto uscire con lui, anni prima, sebbene adesso lui si trovasse nella posizione coperta dalla sua amata in quell’occasione. La parola “sfigato” risuonò nelle sue orecchie come il vento che spirava in quel momento lungo il marciapiede.
La ragazza, Olivia, stringeva davanti all’inguine un paio di libri che non aveva messo nella cartella, come a coprirsi, nemmeno fosse nuda, il volto leggermente inclinato verso il basso mentre gli occhi guardavano, o almeno cercavano di mantenere un contatto visivo con Luca. Prima di parlare, o più esattamente prima di riuscire a parlare, si morse le labbra, in un movimento che al ragazzo sembrò quello che si faceva con le mani quando si era agitati.
– Luca… io… ho visto le tue foto su Instagram… – disse, ma sembrava avesse mille pensieri che voleva esprimere e facesse fatica a scegliere a quale dare voce, – quelle con il tuo amico che… che fa paracadutismo e…
– Parapendio – la corresse lui, scoprendo la propria voce ben più dura di quanto si meritasse la ragazza, che fece letteralmente un sobbalzo.
– Sì! Pa… parapendio… io…
Luca comprese perché Flavia l’avesse scaricato, quella volta: era davvero fastidioso avere davanti qualcuno che ci provava spudoratamente ma sembrava incapace di mettere insieme due parole senza balbettare. Una profonda sensazione di malessere montò dentro di lui, simile a quando mangiava troppo e gli restava il pranzo sullo stomaco.
Fissò la ragazza: era quasi carina, almeno rapportata a Sam, e se fosse stato solo avrebbe anche preso in considerazione di farci un pensiero, ma adesso che stava con una donna perfetta, con cui aveva dei rapporti sessuali fantastici, non aveva nemmeno intenzione di perdere il proprio tempo con una come quella che gli stava davanti, blaterando qualcosa sul fatto che aveva anche lei una fotocamera e che le sarebbe piaciuto che lui le insegnasse qualche trucco.
Luca sollevò una mano per fermarla. Quel balbettio era insopportabile. – No, oggi no. Devo andare in palestra per la mia donna.
Non volle intenerirsi davanti all’espressione di dolore della moretta alle sue parole, ma fu solo una questione di espressione: dentro ebbe l’impressione, nonostante tutto, che un coltello gli trafiggesse il cuore. Luca si chiese se anche Flavia si fosse sentita uno schifo come lui quando l’aveva etichettato come uno sfigato…

Continua…

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