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I RACCONTI DELL’AVVOCATO – R. e M. ad un confronto anale

By 6 Maggio 2023No Comments

Per suggerimenti, critiche o altro, potete contattarmi a: fabridm77_2022@libero.it
cerco inoltre una donna scrittrice con cui impostare un racconto “a due mani”, se ci fosse qualcuna interessata…potremmo parlarne!

Tanto dissi e tanto feci, che convinsi la fidata R. a chiamare M., per organizzare un incontro chiarificatore e cercare di ottenere non tanto il pagamento della parcella, quanto la meritata conclusione dell’incontro avvenuto in ufficio.
Tanto dissi e tanto feci, che convinsi la fidata R. a partecipare, attivamente, all’incontro chiarificatore
“avocato, como estai?” mi chiese la Sig.ra M., entrando nel mio consueto appartamentino, accompagnata dalla R.
“bene, molto bene grazie, e lei?” risposi.
“eh, sono contenta di vederla, così clariamo la questione” mi disse ammiccando.
“ma che belle che siete” esclamai dopo che le duie signore si tolsero il cappotto.
R. aveva una gonna nera a metà ginocchio ed una giacchetta dello stesso colore, con una camicetta bianca, M. era la contrario, gonna e giacchetta bianca, camicetta di un verde scuro.
Le feci fare una piroetta e quelle ridacchiarano, poi le feci accomodare sul divano.
Dopo alcuni convenevoli, iniziai a baciare prima M., poi R., poi ci baciammo tutti e tre contemporaneamente: le nostre lingue si intrecciavano e l’atmosfera si stava scaldando, ma volevo portare il tutto su un altro livello, sapevo che con R. non avrei avuto problemi e confidavo che anche M. si rivelasse la troietta che pensavo fosse.
Mi staccai dal bacio e mi misi davanti a loro.
“purtroppo” le dissi con tono grave “voi due mi avete non solo trattato male” ed indicai M. “ma mi avete anche fatto perdere molto tempo” ed indicati R.
“per cui” conclusi dopo averle prese per i capelli e fatte alzare “dovete essere punite abbastanza severamente, direi”
“mettetevi a pecorina e fatemi vedere per bene tutto” ordinai, facendole tacere.
Le due donne eseguirono dopo essersi lanciate un cenno d’intesa, per cui potei ammirare il panorama offerto da due bei corpi femminili messi a novanta gradi davanti a me, R. alla mia sinistra e M. alla mia destra.
“sollevate le gonne”.
R. e M. sensualmente si tirarono su le gonne, rivelando due bei perizomi, quello di R. di pizzo nero e quello di M. di pizzo verde, intonato con la camicetta: non mi aspettavo nulla di meno, ma è sempre piacevole quanto le previsioni si rivelano azzeccate.
“ora” dissi avvicinandomi “R. sa già come funzione qui dentro, permettimi però di spiegare meglio alla cara M. a cosa andrà incontro”.
Scostai entrambi i perizomi ed iniziai ad infilare il medio nella fica di ciascuna delle due donne, ruotando abilmente il dito e massaggiando con le altre dita il clitoride.
“ahi avocado que fa?” M. mugugnò.
Con il pollice stimolai l’ano di entrambe, poi lo infilai di prepotenza.
R. sbuffò, ma non me ne curai.
“le regole sono abbastanza semplici, ma permettetemi di spiegarvele” dissi con tono deciso.
Nel mentre avanzai con le dita, nel senso che infilai l’indice nel culo e il medio nella figa di entrambe, ruotandoli e muovendoli su e giù per stimolarle per bene.
“la prima regola è che tutti i vostri buchi sono a mia completa disposizione, chiaro?”
Le due donne annuirono
“r, vuoi elencare quali sono i buchi a mia disposizione alla cara M?”
“bocca, figa e culo” rispose R. obbediente
“bene” dissi continuando a muovere le dita dentro i loro orifizi “la seconda regola è che posso mettervi nelle posizioni che voglio, chiaro?”.
Le due donne annuirono.
“eccellente” dissi continuando a muovere le dita dentro i loro orifizi “la terza regola è che posso usarli nell’ordine che voglio, chiaro?”.
R. annuì e M. mi guardò perplessa.
“i buchi” spiegò R. “l’avvocato vuole mettere il suo attrezzo su tutti i buchi come vuole”
“figa, bocca, culo, bocca” precisai “dell’una e dell’altra, senza problemi”.
M. guardò R. e guardò me.
“che puerco avvocato” disse con voce roca “e tu glielo lasci fare, porcelina?”
R. stava per rispondere, ma intervenni.
“la terza regola ha un corollario, ovvero presuppone che i vostri buchetti siano puliti e profumati, e ora vediamo se lo sono davvero”
Tolsi le dita dalla figa e dal culo delle due signore e, incrociando le braccia, le portai davanti alle rispettive bocche.
“assaggiatevi e ditemi” ordinai.
R. iniziò a leccare indice e medio, poi se li mise in bocca simulando un pompino. M. la imitò.
Le lasciai ciucciare le mie dita ed assaggiare i loro stessi umori, poi presi R. per i capelli e me la portai davanti al cazzo, che avevo tirato nel frattempo fuori dai pantaloni.
“fai vedere alla tua amica come si lecca” le imposi.
R. iniziò a leccarlo, prima dalla punta poi scese fino all’asta, passò la lingua sulle palle, poi risalì e ripeté l’operazione un paio di volte.
“fai vedere alla tua amica come si ciuccia” le dissi, guardando M. che nel frattempo si era avvicinata e messa vicino al cazzo.
R. aprì la bocca ed iniziò a succhiare per bene, andando su e già sulla mia asta: come sempre, quando c’è da fare un pompino R. ha ben poche rivali, perché le piace proprio farli.
“vediamo come se la cava la tua amica”
Tolsi il cazzo dalla bocca di R. e lo misi tutto in quello di M., che era già aperta e pronta all’uso.
“scopala in gola, sta troietta” propose R., andando dietro M. e tenendole ferma la testa.
Io la adoro R., davvero, ha delle uscite che mi sorprendono sempre e mi mettono di buon umore: come ho già detto, fra i due la più pervertita è lei.
Scopai per bene M. in gola, che gorgheggiava ed ansimava, ma nel complesso reggeva bene lo sforzo: R. la teneva ferma e, con le dita, arrivò anche ad aprirle meglio la bocca, di modo che il mio cazzo entrasse senza incontrare barriera alcuna.
Cosa che fece, arrivando in fondo alla gola di M., che tossì.
“preparami il culo della sudamericana” dissi a R., che si posizionò dietro a M. e le infilò il ditino nel buchetto, mentre io continuavo a pomparla in gola.
“a gambe larghe sul divano” ordinai a R., che si tolse le mutandine e si mise come le avevo detto: la fighetta bagnata era in bella vista e fremente di voglia, si capiva solo a guardarla.
Misi a pecorina M., di modo che avesse il suo bel culo alla giusta altezza del mio cazzo e la sua bella bocca alla giusta altezza della figa di M.
“ora riprendiamo da dove avevamo interrotto, troietta” le sussurrai all’orecchio, infilando il mio cazzo dentro il suo culo.
Mentre M. urlava, misto fra piacere e dolore, R. le prese la testa e se la mise sulla figa.
“leccala” le ordinai.
Andammo avanti così per un po’, M. a pecorina con il culo ben riempito dal mio cazzo e la lingua che esplorava la fighetta vogliosa di R.
“adesso si cambia” esclamai dopo un po’.
Tolsi il mio uccello dal buco del culo di M., che contemplai per un istante ammirato: era un perfetto O disegnato fra le due chiappe, cosa che mi diede una certa soddisfazione.
Mi avvicinai a R., la spostai un po’ verso il bordo del divano e iniziai ad incularmela con gusto, tenendo la testa di M. ferma fra il mio cazzo e la figa, di modo che la lingua lavorasse sia il mio che il sesso di R.
Il mio cazzo entrava in profondità nel culo di R. ed iniziai a pomparla con forza e vigore: lo infilavo tutto con prepotenza, mentre R. ad ogni colpo urlava sempre più forte il suo piacere, complice anche M. che manovrava abilmente la lingua fra il clitoride dell’amica e la mia asta.
Poi presi M. e la misi in piedi davanti a R., a gambe larghe: R. capì subito le mie intenzioni ed iniziò a leccare la figa della sudamericana, aprendola per bene con le dita.
M. mi guardò.
“vieni avocato” mi disse spalancando il suo buchetto di dietro con le mani.
Non me lo feci ripetere due volte, tolsi il cazzo dal culo di R. e, salendo sul divano, lo misi in quello bello aperto di M., che iniziò a gemere di piacere e poi a gridare, venendo poi scossa da un orgasmo bello potente: del resto, era difficile resistere con la lingua di R. che esplorava avidamente e con sapienza la sua figa ed il mio cazzo che apriva autostrade nel suo buco del culo, sempre più aperto e sempre più rotto.
Un paio di volte tolsi il cazzo dal culo della sudamericana per avvicinarlo alla bocca di R., che avidamente lo puliva e lo sucava con foga.
Andammo avanti così per un po’, poi decisi che ne avevo abbastanza ed era arrivato il momento del gran finale: smisi di scopare M., le presi la testa e la avvicinai al cazzo.
“puliscilo” ordinai.
M. iniziò a leccare il cazzo, poi se lo mise tutto in bocca, iniziando a succhiarmelo per bene: ogni tanto le davo qualche colpetto per metterglielo dentro tutto e farla tossicchiare un po’, ma nel complesso era un gran bel pompino quello che mi stava facendo.
Quasi all’altezza di quelli di R., il che è tutto dire.
Presi R. e la misi a sedere sul divano, di modo che il culetto fosse sporgente, mi staccai da M. e glielo misi nuovamente dentro.
Afferrai la sudamericana per i capelli e la feci sedere proprio sotto il culo di R.
“non sprecarne neanche una goccia” intimai, poi venni dentro al culo di R.
Tolsi il cazzo e vidi scendere alcune gocce del mio sperma, che vennero avidamente leccate da M.: le due donne restarono così ancora un paio di minuti, con R. che si sforzava per far scendere il mio sperma dal culo e M. che, di sotto, cercava di leccarlo tutto.
Poi M. iniziò a baciare in bocca R., mentre io mi sedetti sul tavolino, con un bicchiere di vino in mano a guardare felice le due donne che si passavano il mio sperma di bocca in bocca.

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